THE MOMENT I SAID IT
/ The way I are –
Timbaland feat. Keri Hilson D.O.E. /
“Io direi che è ora di finirla.
Sono un uomo paziente quanto un marine davanti ad
un nemico in guerra, ma ho deciso che se mi fossi preso Tony quando ho
avuto l’istinto di farlo, più di una volta
effettivamente, l’avrei ammazzato dopo la prima ora insieme.
Quindi mi sono detto di aspettare che almeno maturasse un
po’… scherzando gli ho augurato di diventare
presto il mio fedele San Bernardo… l’ho lasciato
stare e di mio gli sto dando tutti gli spunti necessari per riflettere
su ciò che è giusto rifletta.
Però qua il tempo passa e lui rimane
sempre uno a cui torcerei tutti i capelli che ha in testa a suon di
schiaffi, dannazione!
Possibile che dorma e non si renda conto che deve
stare con me, essere mio e basta?
Possibile che sia così ottuso e non
capisca ciò che prova?
Non dico che deve capire ciò che provo
io, non chiedo la luna… ma almeno ciò che prova
lui!
Provoca, no?
In ogni modo. Ogni volta che ne combina una, ogni
istante quindi, ogni volta che ci prova con una donna ed io devo
tirarlo via a forza, anche questo piuttosto spesso effettivamente, ogni
volta che si butta a capofitto nelle cose mettendosi nei guai, un ora
si e l’altra anche.
Sempre.
È sempre lì che provoca me ed
i miei bassi istinti, la mia pazienza, il mio nervosismo…
provoca ogni centimetro che mi compone.
Non so davvero cosa fare di lui, posso solo
esprimermi con gli scappellotti che gli tiro sulla nuca, con la mia
severità, i miei incarichi particolari che gli do,
strappandolo dalle grinfie di qualche donna ed i miei sguardi.
È una persona stancante che mette a dura
prova perfino la persona più paziente di questo mondo!
Effettivamente non so quanto posso andare avanti, a
guardarlo non sembra mai maturo.
Forse deve succedere un evento scioccante per
vederlo crescere un po’.
Non so… non so nemmeno se sia giusto
pretendere che maturi, sarebbe come dire che lo voglio a patto che
cambi.
In fondo mi eccita da morire anche così,
magari è una sciocchezza aspettare che diventi meno
snervante.
Potrebbe rimanere così tutta la vita ed
io aspetterei in eterno che lui sia pronto.
Certamente non si è ancora accorto di
ciò che sente, come non capisce che tutti questi miei
atteggiamenti severi e pretenziosi nei suoi confronti, il fargli
evitare le donne in ogni modo, hanno uno scopo. Ovvero che voglio sia
solo mio, che mi ricambi ma che sia meno stressante. Che smetta di dire
e fare certe cavolate, certi infantilismi… che smetta, no?
Però se aspetto il momento per questo e
per quello, potrebbe non arrivare più, davvero.
E potrebbe finire nelle grinfie di
qualcun’altra.
Non deve succedere, non glielo permetterei.
Così osservandolo mentre gironzola
intorno alla testimone quasi con la bava alla bocca, la faccio
bruscamente portare via da Kate che si occuperà di lei.
Spedisco anche McGee altrove in modo da rimanere solo con Tony, lo
guardo… anche Duky e Palmer sono tornati in sede col corpo e
noi sulla scena ci occupiamo delle prove e degli ultimi particolari.
Vediamo, potrei metterlo in un angolo, chiudere la
porta a chiave e farlo mio, anche con la forza va bene. Non avrebbe mai
il coraggio di respingermi… anche se non lo farebbe
comunque, visto che sono certo che anche lui prova le stesse cose per
me.
Solo che non se ne rende pienamente conto!
Vediamo di forzare un po’ le cose. Ho
aspettato abbastanza per i miei gusti.
Troppo.
Il momento giusto è arrivato!”
“Ecco, quando fa così mi disorienta.
Cosa significa strapparmi via così
quella ragazza così carina?
Certo, sarebbe stata comunque un passatempo, ma
sempre piacevole sarebbe stata. In mancanza di altro!
E con altro, lo dico per inciso, intendo proprio
lui, Gibbs!
Mi piace e su questo non ci piove.
Il problema è un altro… non
è che mi piace come persona, mi piace perché
voglio stare con lui, mi istiga a certi istinti poco puliti o
meglio… ci sono momenti in cui sembra mi provochi e non so
se se ne rende conto ma mi lascia davvero… come
dire… voglioso!
Ci rimango male quando si interrompe e invece di
trattarmi come vorrei, mi tratta male. Che faccio che non va?
Forse parlo troppo… è che
quando sono nervoso tendo a dire una serie di cavolate per mascherare
il mio reale stato d’animo.
Come ora… parlo a macchinetta con lui
anche se so che sicuramente mi sta uccidendo con la mente. Evita di
guardarmi facendo finta di interessarsi a qualche prova nella stanza, o
forse è davvero interessato al caso, ma non so onestamente
se mi stia ascoltando.
Avrei comunque preferito non trovarmi
improvvisamente solo con lui in questa casa, di notte.
Già lavorare di notte è un
trauma e mi chiedo perché non si poteva aspettare domani
mattina, per far fuori questo marine.
Però pazienza, capita dai!
Il mio problema maggiore rimane comunque lui.
Non riesco a decifrarlo. A volte mi manda dei
segnali chiari e mi eccita da morire, altre invece si ritira e mi
tratta così male che mi fa proprio capire
tutt’altro.
È così complicato…
eppure è anche questo che mi attira di lui. Forse sono
masochista, non so…
Però me ne sono reso conto dopo quella
volta che sono stato rapito e ho fatto la passeggiata nelle fogne.
Quella volta stava per succedere qualcosa fra me e
lui nelle docce. Ero nudo e ci stavo così bene davanti a
lui… sembrava mi stesse per baciare ed io devo aver detto la
solita cosa sbagliata ma ormai il mio cervello era partito per i fatti
suoi, ero così nervoso… che lui mi ha dato lo
schiaffo in testa e se ne è andato. Così e basta.
Senza altre spiegazioni. Lasciandomi all’asciutto.
Dopo di allora mi sono fatto alcune domande e
quando stavo per rispondermi in un certo modo lui mi trattava male.
Perché?
Bè, non capisco cosa provi lui ma
capisco molto bene cosa provo io, solo che come sempre prima di mettere
a repentaglio me stesso, cerco di studiare meglio la situazione.
Non so però quanto resisterò.
È una persona con cui vorrei passare il
resto della mia vita, ora come ora, quella che più ammiro e
vorrei… vorrei stare con lui e basta. Vedermi senza mi fa
star male.
È tutto qua.
E poi ci sono le volte in cui mi sfiora, mi tocca e
poi si ritira. Forse vuole che mi esponga di più anche io,
che gli dia dei segnali più chiari.
Forse dovrei semplicemente baciarlo.
Spingerlo contro il muro, chiudere la porta a
chiave e farlo mio, nel modo che ritengo migliore!
Dovrei.
Però è durante una serie di
sproloqui snervanti e pieni di ironia che improvvisamente la luce si
spegne.
È tutto qua.
La luce va via ed essendo notte ovviamente non si
vede più un piffero.
Però non mi chiedo se qualcuno
l’abbia tolta di proposito oppure se sia la divina
provvidenza, ma succede.
Ed istintivamente invece di fare la cosa
più logica come faccio sempre, mi muovo e vado verso di lui,
verso dove io so lui è.
- Capo? – Lo chiamo dopo essermi zittito
di colpo. Lui non dice nulla e non fa nemmeno rumore. Va bene che
è un ex marine e che è uno dei pochi che riesce a
farla ad Abby, però ora ha dell’anormale.
Dov’è?
Voglio sapere dov’è per
raggiungerlo.
Dai, parla dannazione.
Provo a dire la prima cosa che mi viene in mente,
magari mi colpisce per rimproverarmi…
- E’ andata via la luce proprio come in
uno di quei film dell’orrore di serie Z! Ti faccio qualche
esempio? –
- Non azzardarti! – La sua voce arriva
improvvisa proprio davanti a me ed è esattamente qua che
torno a stare senza voce e a sospendere ogni mia funzione vitale.
Addirittura trattengo il fiato per fare meglio attenzione a lui.
La sua voce è veramente molto vicina,
credo che si sia avvicinato proprio come un fantasma.
Non ha detto altro così non mi rimane
che… il suo respiro sul mio viso.
Sto ancora più fermo che posso. Nemmeno
volendo riuscirei a parlare.
Sento il suo fiato addosso che mi solletica la
bocca e alzando un braccio me ne rendo conto meglio.
Quello che sfioro è lui, il suo corpo e
non chissà cosa.
Così lo tocco appena, le mie dita senza
farlo apposta trovano la sua mano lungo il suo fianco, si muove ancora
impercettibilmente e si guarda bene dal dire qualcos’altro.
Vorrei che lo facesse invece.
Parla, dai.
Ti prego.
Ma lui sta zitto così non mi rimane la
consapevolezza della nostra vicinanza, il suo respiro e la sua
presenza. Il corpo che sfiora il mio e la sua mano allacciata dalle mie
dita.
Non mi respinge, non dice nulla, non cerca la pila
per far luce.
Ecco qual’era la cosa sensata. Far luce
con la pila.
Non mi è venuto in mente, volevo solo
andare verso di lui.
Mi sembra di vederlo con quel suo sguardo
corrucciato che pensa peste e corna di me.
O magari è solo estremamente serio.
Quella serietà che mi fa rabbrividire e
che vorrei fosse tutta per me.
Vorrei che mi baciasse.
Vorrei che mi toccasse anche lui.
Vorrei che annullasse del tutto la distanza.
Ma invece se ne sta lì davanti a me
così vicino e se solo la luce tornasse ci vedrebbe in questa
posizione così equivoca. Ci vedremmo negli occhi e magari
imbarazzati ci…
Ma poi è solo la sua bocca che arriva
sulla mia a zittire anche i miei pensieri.
E le mie palpitazioni non sono mai state
così accelerate, nemmeno con una pistola puntata!
Sento nettamente le sue labbra che si posano sulle
mie, sono sottili e morbide, umide… questo lo percepisco
dopo che le apre con scioltezza ed intenzione.
Mi fa capire che lo voleva anche lui e da molto.
Me lo fa capire chiaramente.
Poi sono le nostre lingue che si trovano a
metà strada, a parlare per noi senza emettere alcun suono.
Questa volta è anche il mio respiro che
per un attimo gli carezza la pelle del viso, poi torno a trattenerlo.
Alzo anche l’altra mano e l’appoggio sul suo
braccio, non voglio che scappi.
Dopo di che non ragiono oltre, semplicemente mi
premo meglio contro di lui, lo sento… oh, se lo
sento… e sono solo istinti, voglie, desideri che mi muovono.
Ci muovono.
Un semplice bacio, premo oltre la mia bocca contro
la sua, faccio giocare le nostre lingue, lui con altrettanta esperienza
mi fa quasi girare la testa e dimenticare il luogo in cui sono.
Con o senza luce non sarebbe cambiato nulla.
Però non posso vederlo e mentre chiudo
gli occhi e mi abbandono meglio contro di lui, me lo visualizzo nella
mente.
Lui, il suo corpo, il suo viso, i suoi
occhi… non è un fattore estetico ciò
che mi spinge a volerlo in questo modo… è solo un
fattore interiore… una carica sessuale che è
presente fra noi. E il voler stare con lui per il resto dei miei giorni.
Per ora è così, non conosco
il mio futuro, ciò che cambierà, cosa
sarà di noi.
Ma il desiderio che sento ora è questo e
non è decisamente un fattore estetico. Non è
ciò che mi spinge verso una bella donna. Non è
qualcosa di vuoto, un passatempo, solo istinto.
È si istinto ma anche sentimento,
sintonia… riempirsi di lui e solo di lui.
È solo un bacio, è solo un
premere il bacino contro il suo e sentire le nostre eccitazioni che
già reagiscono, sono solo giramenti di testa e giochi di
lingue… però mi fa partire come poche volte mi
era capitato e capisco la differenza dal cedermi solo col corpo al
cedermi anche con la mente e l’anima.
Lo capisco mentre ci baciamo.
Non avrei mai voluto altri che lui per una
sensazione simile.
Mi da veramente del tutto alla testa e vorrei
davvero stendermi con lui sopra ed andare oltre.
Sentire le sue mani sotto i vestiti, contro la mia
pelle, avere la sua bocca che succhia anche altre parti di me e non
solo la mia lingua.
Averlo.
Essere posseduto da lui.
È ora che lo ammetto in tutto e per
tutto arrendendomi semplicemente a ciò che provo e voglio.
Contrastarlo per aspettare lui, aspettare di
capirlo e magari di essere alla sua altezza è pura utopia.
È ora che lo voglio, non si possono
contrastare certe cose.
Ci si può solo arrendere.
È scattato per caso però non
potrei mai più farne a meno, ora.
E se sto zitto lo faccio felice, ho questo vago
sospetto!
Solo un bacio… bè, direi che
basta per farmi capire che il momento è arrivato!”
/
The moment i said it – Imogen Heap /
“Certo che l’avevo tolta io la luce,
figurati!
Lui non se n’era nemmeno accorto.
Solo che poi siamo stati interrotti dal cellulare,
Kate aveva parlato in modo esauriente con la testimone mentre McGee
aveva già qualcosa per me. Così imprecando e
brusco come poche volte mi è capitato di essere con lei, ho
tagliato corto.
Quando sono tornato verso di lui, la luce era stata
accesa ed io mi sono chiesto semplicemente perché ha
preferito accenderla piuttosto che proseguire da dove avevamo
interrotto.
Ma semplicemente il suo sguardo mi ha risposto.
Dovevamo entrambi staccarci, raffreddare i bollenti
spiriti, riflettere ancora un po’ e poi ritrovarci per
parlare di nuovo a mente lucida.
Sul momento si sarebbe detto chissà cosa.
Lo capii lì, davanti al suo sguardo
serio ed al contempo eccitato.
Mi avrebbe voluto ancora ed io dicevo
più o meno la stessa cosa, ma sarebbe stato troppo facile in
quelle condizioni dopo un bacio simile.
Dovevamo farlo in seguito.
Dovevamo rivederci con più calma e
freddezza, parlare e poi decidere.
Ed eventualmente proseguire.
Ma quel che capii meglio fu che finalmente Tony
stava arrivando a quel passo che tanto attendevo.
Aveva una serietà ed una
maturità nello sguardo che penso di non avergli mai visto.
Eppure fino ad un momento prima mi aveva fatto
saltare i nervi con quella sua frase…
Così lo capii. Il fattore snervante era
insito nel suo DNA, non era una fase passeggera come era stato per me.
Se avessi aspettato, l’avrei fatto per
l’eternità ed io ero al mio limite.
Ecco perché quando sentii il bisogno di
zittirlo e baciarlo lo feci.
Lo feci e cancellai ogni lato snervante di lui.
Cancellai tutto e rimasi solo con la persona che
più desideravo in ogni modo possibile.
E finalmente mi sentii come da tempo non mi era
più capitato.
Ora è di nuovo arrivato il momento.
Quello di definire una volta per tutte le cose.
Non ci parlammo quella volta, sarebbe stato
superfluo ed inutile.
Non avremmo mai dovuto parlare, dopo quel bacio. E
non l’abbiamo fatto.
Però ora è esattamente quel
momento.
Di parlarne.
E dopo di questo potrò averlo e baciarlo
tutte le volte che vorrò. Senza dover aspettare un bel nulla.
Devo dire che dopo quel giorno Tony non ha cambiato
sostanzialmente modo di comportarsi, però mi da meno
fastidio. Ho capito che non devo attendere nessuna maturità
per farlo mio. Verrà quando verrà, quella. Lui
viene prima!
Con una delle mie solite abilità riesco
a metterlo in un angolo e con discrezione faccio si che anche gli altri
ci stiano lontani.
Non sono uno di quelli che lascia che
l’occasione venga, me la creo io.
- Guarda, la mia impressione è che Kate
sia andata in bianco mentre fra McGee ed Abby sia successo proprio
qualcosa, tu che ne dici? –
Spara questa frase con una certa scioltezza,
così io lo guardo interrogativo chiedendomi che diavolo stia
dicendo. Capisce la muta domanda così riprende candido e
stupito:
- Ho frainteso l’argomento della nostra
riunione segreta? – Non capisco bene il grado della sua
serietà ma probabilmente come sempre scherza.
Io non ho tempo da perdere, anche perché
con la fortuna che ho a breve mi rompono le scatole.
Sembra sempre che il mondo non riesca a fare a meno
di me!
- Io e te. – Dico solo questo con fare
deciso e serio. Sono sempre di poche parole ma lui mi capisce al volo.
È così anche ora poiché si fa
altrettanto serio e mi beo di questa sua espressione rara.
È mio anche in questi momenti.
L’angolo della mia bocca si incurva
incontrollato verso l’alto con fare malizioso, quindi lui mi
osserva con curiosità:
- Che succede? Siamo divertenti? – Anche
se sa che non è divertimento ciò che si legge in
me ora.
- No. – Dico quindi con una certa calma
che lo insospettisce. Mi guarda di sbieco cercando di leggermi nel
pensiero e nel frattempo nella sua mente vorticano una serie di
spiegazioni che non avrà mai il coraggio di esprimere.
Poi semplicemente lo dico così come mi
viene.
Ecco come stanno le cose fra noi, Tony:
- E’ arrivato il momento. –
Lui sembra non si faccia cogliere impreparato e a
questa mia affermazione diretta e piuttosto tranquilla, reagisce
esprimendosi all’istante con una certa sicurezza che
apprezzo. Per lo meno ha sempre le idee chiare.
- Di parlare e metterci insieme? –
Già, molto chiare.
Finalmente.
Era ora.
Sorrido più accentuato, ora, sempre con
quel modo enigmatico e malizioso di poco prima.
Compiaciuto, insomma.
- Passerei direttamente alla seconda! –
Anche lui sorride ma è più
sereno il suo, non c’è malizia o altro.
Semplicemente è contento di sentire la
mia risposta, sollevato e allo stesso tempo divertito.
Era comunque sicuro che sarebbero andate
così le cose.
- Ne ero certo! –
- Visto che lo eri perché hai perso
tempo? – Chiedo un attimo seccato ma non più di
tanto. Mi avvicino ulteriormente a lui senza toccarlo con le mani. Lo
guardo attentamente in viso scrutandolo nei dettagli.
Anche questo ora è mio.
Mi sento già meglio.
- Passatempo! –
- Il tuo passatempo è seccarmi?
–
- No, come ti viene in mente? – Il tono
è di scherno, non cerca nemmeno di mascherarsi, questa
volta. Semplicemente è quello che è ed io,
onestamente, non lo vorrei diverso.
Mi sta bene così anche se ho idea che
questo sia uno dei miei azzardi più grandi!
Comunque so rischiare… altrimenti mi
annoierei.”
“Non so, non è che ci pensi
più di tanto a come pormi con lui ora. Agisco senza
riflettere, come la maggior parte delle volte in effetti.
Però alla fine me la cavo sempre.
Ora mi lascio guardare da così vicino,
ha gli occhi sulla mia bocca che sorride divertita, mentre i miei
altrettanto azzurri fissano i suoi. Siamo veramente vicini ed anche se
non alziamo le mani lasciate lungo i nostri fianchi, è come
se fossimo l’uno nelle braccia dell’altro.
I corpi ora sono premuti l’uno contro
l’altro ed entrambi rilassati sembra che lo facciamo da una
vita.
Sembra una vita che stiamo insieme e probabilmente
era così.
Probabilmente ero suo dal primo giorno che mi ha
arruolato.
Probabilmente… mancava solo il lato
fisico.
Ora c’è tutto e mi sembra non
manchi altro.
Il momento era proprio arrivato.
Smetto di spararle e pensarle, lascio che il mio
sorriso lentamente si spenga senza svanire del tutto, la mia
espressione esprimerà felicità ancora per
molto…
Aspettare tanto, cercare di capire, provarle tutte,
sentirsi in ogni modo possibile, andare perfino con tutte le donne
possibili… per poi arrivare a ciò che si cercava,
all’obbiettivo finale.
Eccolo qua colui che dovevo avere, colui che mi
avrà.
Non dovevo andare lontano.
È tutto perfetto, manca solo annullare
questo piccolo spazio d’aria rimasto fra noi prima che
qualcuno ci interrompa.
Solo questo.
E detto fatto, entrambi ci veniamo incontro
trovandoci a metà strada. Non ci abbiamo messo poi molto.
Ora le parole stanno fuori.
Ora solo questo nostro contatto, solo aprirci, solo
lasciare libere le nostre lingue di carezzarsi e giocare insieme.
Ora solo questo.
Senza nient’altro, nemmeno le mani.
Solo il bacio, solo le labbra le une sulle altre, i
nostri visi che premono girandosi e prendendo la miglior posizione.
Solo le lingue che si assaggiano sensualmente.
Solo i toraci, i bacini e le gambe a contatto con
desiderio.
Però poi è quando le sue mani
sfiorano il mio viso per assicurarsi che io sia ancora qua e non mi
venga in mente di scappare, per girarmi a suo piacimento e gestirmi
come meglio crede... è quando mi tocca che il mio respiro
torna a vacillare insieme alle mie palpitazioni.
Ed il bacio posso definirlo proprio bacio.
Già… era proprio questo il
momento adatto.”