TILL I COLLAPSE

CAPITOLO 10:

QUESTIONE DI PRESSIONE…


“ E questa giornata di sole da dove spunta? Qua ci stiamo avviando verso l’inverno, siamo in pieno autunno eppure fa addirittura caldo! Ma tu pensa. Bè, tanto meglio, ne approfitteremo per scannarci negli allenamenti!
Monto sulla moto, il mio bellissimo mostro sacro e allacciato il casco, sgommo per partire come faccio sempre. In pochi minuti sarò al campo.
È una sensazione unica sentire il vento e pensare di poter controllare il tempo che scorre intorno. è indescrivibile.
Peccato che la strada non è lunga come vorrei e che arrivo subito. Svolto l’angolo e mi fermo parcheggiando con cura la moto al mio solito posto. Mi carico in spalla il borsone e nel momento in cui tolgo il casco e metto piede sul terreno tutti i soliti pensieri mi tornano in mente. Ultimamente non faccio altro che ripensare a comportamenti e momenti particolari passati da quando è arrivato Jun…ripenso al fatto che è strano che Karl abbia legato con qualcun altro oltre a me, ripenso al fatto che Jun comunque ci sa fare, è un tipo curioso ed interessante…forse attira così la mia attenzione perché assomiglia in un certo senso a Karl…e questo che significa? Non capisco bene ma ogni giorno faccio un attenzione maniacale a quei due…e anche se effettivamente non fanno altro che parlare mi inserisco sempre fra loro. Devo ammettere che essere amici di Jun è facile, lui attira la gente e l’amicizia con uno schiocco di dita. Eppure i rapporti che ci sono singolarmente sono diversi…fra me e Jun non c’è mai stato nulla di che ma da quando è qua lo sto riscoprendo e merita la stima e tutto il rispetto possibile. Nulla da dire…mi piacerebbe scoprire anche i suoi lati nascosti e ombrosi che sono sicuro abbia. Lui e Karl invece hanno quel rapporto strano….stanno diventando proprio amici e dire una cosa simile di Karl non è normale…per questo mi fa pensare. Ma il fatto è che Jun stimola il lato dolce e protettivo di chiunque...eppure bene o male si sa difendere da solo…ma tira fuori i lati delle persone più nascosti. Mentre fra me e Karl…boh…non saprei…immagino che siamo amici…forse io sono l’unico suo vero amico…ma non è il classico rapporto fra amici, è un po’ diverso, lui sta solo con me, parla solo con me….fin’ora è stato così. Ora non è che si sta allontanando, ma è tutto così strano e nuovo. Io e Karl abbiamo avuto sempre un rapporto molto esclusivo e non mi sono mai domandato nulla. Ora sento la necessità di farlo e di avere subito risposte…e il fatto che non le trovi mi fa diventare ancora più impaziente e ombroso di sempre.
Persino Karl mi chiede spesso cos’ho….io non rispondo mai. E che dovrei dirgli? Non capisco più che rapporto ho con te! Non so cosa voglio da te!
Mi manderebbe all’ospedale psichiatrico!
Cosa mi rimane da fare?
Ma al diavolo….finisce sempre che mando tutto a quel paese e che evito di dannarmi…lo capirò…prima o poi….pensare e riflettere così non è da me ed è troppo faticoso.
Entro nel campo e vado negli spogliatoi a cambiarmi…poi riesco e osservo bene il campo con tutti arrivati…..squadro ogni angolo…cerco bene…Karl…Jun….i ragazzi…no…non posso crederci…Astrid manca!? Questa si che è bella!
Fin ora era sempre venuta….lei va ovunque va Jun, perché è la sua guardia del corpo!
Cavolo, questa si che è bella!
Almeno si starà tranquilli….ma un po’ di casino non avrebbe guastato!
Pazienza, entro di nuovo e mi appresto a darmi da fare anche io…come al solito sono l’ultimo!”
“ L’ho notato subito…Jun ha una brutta cera…non faccio mai attenzione agli altri perché non mi importa più di tanto, io faccio il mio e mi limito a quello, però l’aspetto giù di tono di Jun l’ho notato…di solito noto ste cose su Genzo, ma lui non sta mai male!
Di lui mi sfuggono molte cose…come ad esempio perché non può giocare a calcio pur essendo così bravo. I suoi modi da Principe, elegante e tranquillo, sempre distinto…cosa nascondono? È sempre così? Si è mai arrabbiato a parte le volte che abbiamo visto qua? Com’è dentro di se? Lui ha qualcosa che non rivela a nessuno e non vuole arrivare a nessuno. È veramente così, un Principe e basta? Mi sfuggono diverse cose di lui, prime fra tutte queste.
Sono assorto nei miei pensieri e non sento nemmeno arrivare Genzo. C’è così silenzio oggi qua…manca quella pazza scatenata. Finalmente si starà bene e potrò fare gli allenamenti come li definisco io!
Tutti si stanno già riscaldando ma prima devo togliermi lo sfizio di chiederglielo.
Mi avvicino a Jun e con aria indifferente, anche perché è l’unica che riesco a fare, dico:
- cos’hai oggi?-
lui mi guarda sorpreso poi con la sua solita aria tranquilla risponde asciugandosi la fronte:
- ah, nulla di che…mi capita spesso di avere abbassamenti e sbalzi di pressione, ma non c’è da preoccuparsi, sono abituato!-
non ho tempo di ribattere e far capire il mio disappunto sulla questione che arriva Genzo da dietro e coi suoi modi poco educati ci interrompe chiedendo:
- ma quel tornado oggi non viene?-
Jun sorride alla definizione e io mi domando fra me e me che cavolo gli interessa di lei…meglio se non c’è si starà più in pace…magari scopriamo che viene più tardi e la serenità finisce! Faccio un’aria tetra e lo fisso negli occhi neri come la pece.
- no, non viene oggi, lei e sua mamma avevano un impegno familiare e sono dovute andare via. Stanno via anche domani!-
- bè, che la pace sia con te allora! Finalmente farai una giornata nel pieno della tranquillità! Da quando sei qua ti è stata negata quella sconosciuta!-
si mettono a scherzare mentre io non stacco gli occhi da Genzo…poi li torno a posare su Jun che spensierato nonostante non stia bene cerca di mascherare le cose che non vanno.
In questi giorni è strano anche Genzo….noto troppe cose, non è da me…in compenso non noto quel che voglio io….perché mi interesso tanto a loro? Anche se per altri l’interesse dovrebbe essere di più per me questo è già troppo. Non so che dire…allora non dico e non faccio nulla andando ad allenarmi per i fatti miei in un angolo del campo.
È tipico mio riflettere in queste situazioni, ma ho percepito quest’aria nuova e diversa dal solito fra noi tre.
Non so cosa sia ma voglio capirlo, perché mi da fastidio rimanere così. Succederà qualcosa che me lo farà capire, no?”
“ La giornata prosegue fra alti e bassi come al solito, ma la mia pressione non mi ringrazia di queste ore di allenamento…anche se di fatto mi sono limitato ad allenare e non ho fatto nulla di che…mi stupisce questo caldo, mi ero abituato al fresco della Germania…basterà riposarmi un po’.
Per questo pomeriggio anche gli allenamenti terminano e i ragazzi iniziano ad andarsene uno dopo l’altro. Ho un po’ di fiatone e mi siedo aspettando che i giramenti di testa finiscano. Ormai ci sono abituato…questione di attimi, tanto più che la casa è qua vicino. Aspetterò che se ne vadano per fare le cose con calma.
Appoggio la testa dietro di me sul muro e socchiudo gli occhi respirando a fondo…immagino di essere pallidino. Un mezzo sorriso mentre noto con piacere che il sole lentamente sta tramontando. Mi godrò lo spettacolo….un ulteriore spettacolo che viene mandato su questo mondo….sono ancora in grado di osservarlo e vederlo come piace fare a me. Ringrazio questo mio cuore debole che nonostante tutto si rivela forte e pieno di volontà. Spero che continui ad assecondare così i miei capricci. Perché ritengo che i miei voleri siano solo capricci…continuare a vivere come più desidero ignorando la mia malattia cardiaca peggiorata non sono cose che si dovrebbero fare. Ma è curioso come io sia così rigoroso verso gli altri e ciò che mi circonda e al contrario sia così incosciente verso me stesso.
Non sono affatto coerente.
Sono stanco ma questo pensiero mi fa sorridere amaramente…in fin dei conti mi limito ad illudermi che la mia morte non sopraggiungerà mai e che la mia vita non farà mai la carogna…eppure ci sono persone che soffrono della mia malattia…e sono diligenti e bravi…io sfrutto sin troppo il mio corpo.
Calo nel silenzio più totale mentre il vento caldo e gentile mi scosta un po’ i capelli dal volto, le due fessure stancamente semichiuse mi permettono di vedere rilassato il sole emanare quei raggi dal colore così forte e passionale.
Un arancio sempre più vivo che sfocia nel rosso cupo e poi via via sempre in colori più scuri per arrivare ad un viola notturno.
È uno spettacolo che mai potrei mancare di vedere.
Credo che ora siano andati via tutti e che io mi sia ripreso, ora con la sera la mia pressione dovrebbe stabilizzarsi abbastanza.
Ma si sta così bene qua in questo modo…ci starei ancora un sacco.
Mi concedo ancora un po’…pochi minuti…ma un ombra si frappone fra me e i piccoli e flebili raggi di sole che lontani permangono ancora per breve tempo, apro un po’ di più gli occhi per guardare chi è. Non si capisce bene ma quando parla la sua voce chiara e staccata con quel fondo di gelidità che sempre l’accompagna me la fa identificare subito. È Karl.
- ti è calata ancora?-
- la pressione? No…anzi, sto bene…tranquillo, volevo solo guardare il tramonto…ora chiudo tutto e vado!-
- mi domando quando faranno arrivare gli altri tecnici addetti al compito di pulire, mettere in ordine e chiudere tutto…chissà cosa aspettano a mandare aiuti…-
in lontananza sento Genzo lamentarsi dicendo queste parole coi suoi soliti modi poco gentili. Erano rimasti ad aiutarmi? Mi stupiscono….per dimostrare che sto bene, dal momento che Karl pare poco convinto, mi alzo cercando di essere il più naturale possibile.
Ma evidentemente mi sbagliavo…subito un giramento di testa mi indica un improvviso e nuovo sbalzo di pressione…devo avercela ancora bassina…uff…istintivamente non riuscendo a portare a compimento l’azione, contro la mia volontà devo tornare a sedermi e appoggiarmi al muro dietro. Chiudo un occhio e apro l’altro fissandolo di sottecchi, è avanti a me e con aria di genitore preoccupato il suo sguardo sembra dire che lo sapeva…e a me non rimane che sorridere nel mio modo infantile come fa un bambino beccato in flagrante a combinare un guaio!
- e va bene…forse un po’ bassa ce l’ho, ma tranquillo, ora con calma me ne torno a casa…è vicina…-
tento di alzarmi di nuovo questa volta con maggiore attenzione ma la sua mano fredda mi ferma lasciandomi seduto…io lo guardo con disapprovazione…non voglio balie anche qua…sono abbastanza grande da badare a me stesso…per carità…se ogni volta che ho la pressione bassa ricevessi tutte ste attenzioni allora farei prima a non uscire di casa!
La situazione comincia a pesarmi, non voglio costrizioni di questo tipo….dopo tutto questo tempo so tenermi a bada!
Lo guardo torvo, cosa insolita per me…i lampioni in strada cominciano ad accendersi e ad illuminare anche qua. Non capisco se è stupito per il mio sguardo insolito oppure che altre reazioni abbia, ma non importa. Faccio per alzarmi ugualmente ma Karl mi precede.
- Genzo vieni qua.-
mi afferra di forza per un braccio e mi tira su…e poi non voleva che lo facessi da solo…è la gentilezza fatta persona…si contraddice senza rendersene conto. La mossa brusca mi fa girare ulteriormente la testa e volente o nolente devo usufruire della sua mano che mi sostiene stringendo la presa.
Genzo arriva e senza darmi il tempo di ribattere o chiedermi pareri si mettono a parlare:
- Sei in moto vero?-
- si…perché, che succede?-
- ma tu non noti mai nulla di quello che va oltre il tuo naso?-
- eh?-
- senti…non ti sei accorto che oggi Jun non stava bene?-
ci pensa un attimo su e mi guarda attentamente…poi risponde spontaneo:
- no! Ma forse ora che me lo fai notare…ha qualcosa che non va?-
- dovrei rispondere?-
silenzio…sarebbe una scenetta divertente se di mezzo non ci fossi io…
- lascia perdere…ha la pressione bassa e gli gira un po’ la testa, accompagnalo in moto a casa.-
il suo tono autoritario non lascia possibilità di scelta…non ha nemmeno chiesto per favore…è tipico suo…ma io ugualmente protesto:
- no, sentite, davvero, non c’è bisogno…abito vicino e camminare mi farà bene!-
ma sembra che nemmeno mi sentano…Genzo mi afferra dall’altra parte facendo lasciare la presa a Karl. Insieme mi portano fuori e chiudono tutto.
Arrivati alla moto sospiro profondamente…che dovrei fare? Spediti come sono…chi li ferma? E accontentiamoli!
Sono peggio di Yayoi o dei miei genitori!
Ma la mia la dico ugualmente e sono piuttosto risoluto, quasi un altro.
- sentite…per questa volta vi lascio fare perché sono stanco per contrastarvi ma che sia l’ultima volta…quando dico che non serve non serve…che sia l’ultima volta!-
non credo che possano capire quel che provo, che sento quando vengo trattato così….è tutta una vita che la gente fa così con me…ed è una cosa insopportabile….insofferente…uno arriva veramente al limite in questo modo…altro che sensi di inferiorità…cade in depressione.
È una cosa a dir poco atroce vedere la gente ‘normale’ trattarti con un riguardo simile senza ascoltare quel che dici…ti senti veramente strano, diverso, anormale…molto spesso mi considero un disabile…nel senso più serio del termine…e quando vengo trattato così mi infastidisco da morire…perché la gente crede di aiutarmi e farmi favori facendo così…e la mia aria innocua gli fa credere di potermi far fare qualunque cosa…ma in realtà non provano a capire e a mettersi nei miei panni…non ci provano lontanamente…ergendosi a gente superiore a me solo perché stanno bene di salute.
Io mi sforzo in tutti i modi di condurre una vita più normale che posso facendo le cose che voglio ignorando spesso gli avvertimenti medici…rischio la vita così facendo, me ne rendo conto…ma tutti questi sforzi per non avere rimpianti in punto di morte e poter sorridere quando me ne andrò prima del tempo, quando la gente fa così con me li butta nel cesso…è una cosa insopportabile…una situazione insostenibile…ma chi non ci passa non può capire!
Non li guardo più in faccia e mantengo un aria cupa…quella che dovrebbe accompagnarmi sempre vista la mia situazione…al posto dei sorrisi e della serena compostezza.
Noto che i due mi guardano senza capire il mio comportamento…e come potrebbero riuscirci…stanno benissimo loro!
Mi faccio mettere il casco in testa e me lo allacciano…poi Genzo sale e accende la moto…poi salgo anche io e non guardo nemmeno Karl che interrogativo vorrebbe capire che mi prende.
I geni nel calcio non devono necessariamente esserlo anche nella vita…e loro ne sono la dimostrazione…anche se incontrare un genio in varie discipline è facile ma un genio nella vita è impossibile!
Genzo mi dice di tenermi stretto anche se andrà piano. Non credo di essere mai salito su una moto…ma in questo stato d’animo non noto la sensazione incredibile e nuova che provo in questo momento. Mentre ci allontaniamo vedo Karl sempre più piccolo fissarci serio ed io stancamente appoggio senza accorgermene la testa sulla schiena di Genzo. Svoltiamo l’angolo con questa immagine l’uno dell’altro.
Sospiro per l’ennesima volta stanco di avere certi pensieri…stanco di tutto e di nulla…vorrei solo finire….in certi momenti è questo che vorrei…farla finita con questa menata del cuore malato…non so perché vado avanti…in fin dei conti a momenti posso morire…e a cosa serve affannarsi tanto per cercare di condurre una vita il più normale possibile? A nulla…
A volte mi dico queste cose…a volte sono stanco anche di essere stanco.
Questo mio corpo…questo mio corpo così inutile ed estraneo…non mio….credo di conoscerlo eppure ogni volta scopro cose nuove di lui che mi portano a cadere sempre più…come quando mi sono fatto operare per migliorare il cuore…pensavo che veramente non potesse andar peggio…di poter ricevere dopotutto un aiuto…invece nulla…anzi…è peggiorato tutto.
E la gente che crede di capire e in realtà non capisce…forse pensano che a me piaccia farmi trattare con riguardo e ricevere tutte queste attenzioni con la consapevolezza che si preoccupano per me e che tengono a me!
Ma a me sinceramente a volte non so che farmene di queste….consapevolezze….
Chiudo gli occhi mentre mi lascio portare dal vento…non va veloce, e il motore della moto nemmeno lo sento…sono immerso in me…mi metto comodo combaciando perfettamente il mio petto alla sua schiena forte e spaziosa.
Io non ce l’ho con Genzo e Karl…non ce l’ho con nessuno in particolare…alla fin fine l’unica persona con cui sono arrabbiato è me stesso…e di riflesso c’è bisogno di arrabbiarsi con qualcuno.
Questa mia parte oscura non la faccio mai uscire da me…non ne vedo il motivo….non ne vedo l’occasione…non vedo perché dovrei farmi vedere fino a questo punto!
Ma io continuo a essere stanco…eppure questa sensazione di abbandono a quello che la vita vuole darmi mi piace…ora mi piace correre così senza far nulla e chiudere gli occhi e immaginare di volare.
Mi sento al sicuro….chissà se morire è così …sarà una sensazione simile?
Vorrei saperlo…”
“Questo Jun non lo conosco…non l’ho mai conosciuto a fondo….non posso dire come sia stato da bambino o ragazzo…ma questo ugualmente non lo conosco…non so gestirlo…non mi sento naturale con un Jun così silenzioso, serio, cupo e lugubre…non sorride, non si compone…non fa nulla per alleggerire le situazioni…la rende pesante lui stesso.
Ok, non sono molto bravo a captare certe cose…e come dice Karl non noto le cose che mi stanno al di là del mio naso…ma questo proprio non lo comprendo…ha qualcosa…non so…perfino io me ne rendo conto, è così chiaro ora…e mi chiedo se in realtà…non sia questo il vero Jun…si è sempre pensato che lui fosse chiaro e limpido come l’acqua…ma se in realtà non lo è mai stato? se in realtà diventa chiaro e limpido solo quando è in questi stati d’animo ingestibili?
Con questo scopro che Jun Misugi il Principe del calcio…il Principe come modo di porsi…la persona più ammirevole e somigliante e Karl sotto alcuni curiosi aspetti…diventa un estraneo…
Si è appoggiato a me e mi fa una sensazione mai provata…anzi…la provo…la provo spesso…ma ora mi sfugge il contesto…mi sfuggono molte cose…però è strano come in questo contatto insolito e inaspettato mi venga da sopraggiungere l’immagine di Karl a quella di Jun….in cosa si somigliano in fondo?
Nei modi un po’ superiori agli altri, superbi… negli atteggiamenti distinti con quel fondo di freddezza e distacco. Jun è gentile e pacato, calmo, tranquillo…ha un’eleganza che sa di eterno…la sua presenza si percepisce sempre…è come se lui vedesse noi anche nel nostro interno e ci capisse e sapesse come prenderci ed invece noi non vedessimo lui…non riusciamo ad arrivare a lui. Come se fosse un fantasma onnipresente. Lui è così…un vero Principe…un nobile…e Karl pur non essendo proprio così si distingue chiaramente e nettamente sugli altri. Elegante in ciò che fa perché ci mette quella sua freddezza e distacco che non permette a nessuno di arrivare a lui…per questo si somigliano…entrambi vedono gli altri dentro ma gli altri non vedono loro.
È un pensiero che mi porta brividi…lasciando perdere il calcio e la loro similitudine chiara nel gioco.
Si somigliano…si trovano bene insieme…si trovano…sono caratteri compatibili pur non essendo così uguali.
In fondo io con loro cosa ho in comune?
Non riesco ad arrivare a loro ma sembra che loro si leggano nel pensiero…e forse credo che Karl sia stato l’unico a percepire subito questo lato in Jun oscuro, diciamo…diverso…e credo anche che sia l’unico ora in grado di leggergli e capire…stringo le labbra a questa morsa che mi attanaglia il cuore e lo stomaco…mi da fastidio vederli così vicini, così simili, così collegati….mi da un fastidio immenso!
Non ce l’ho con nessuno in particolare credo..e con Jun non riuscirei comunque ad essere ‘cattivo’ , lui ispira la protezione…ispira proprio un sacco di cose positive immagino…ma Karl…non so…mi infastidisce questa loro vicinanza…non so cosa potrebbe succedere…non so cosa potrebbe succedere da ora in poi…perché sono convinto che loro non se ne siano ancora resi conto…eppure si può parlare di amicizia?
Questo legame futuro che sento per loro…fra loro…si può chiamare amicizia? È solo quello?
Cos’è di preciso quel che ho io invece?
Istintivamente corro più veloce…accelero e Jun non stringe…non sente la velocità o forse non ne ha paura…che io sappia non ha paura di nulla…da quello che faceva in partita si capiva che non aveva paura di morire…di cosa mai può aver paura?
Un altro aspetto che lo accomuna a Karl.
M’incupisco e finalmente arrivo a casa sua.
Parcheggio nel suo giardino.
Ha detto che non c’è nessuno in casa, proprio stasera eh?
Ma tu guarda la sfiga!
Mi tolgo il casco e lo chiamo…non credo che si sia addormentato…ma non si alza.
Poso una mano sulla sua fredda oltre il suo solito limite.
Si scuote…si alza e si toglie il casco anche lui, fa movimenti lenti e pesanti.
Oh, al diavolo le mie lune storte e i pensieri tetri!
Al diavolo tutto!
Scendo dalla moto e lo aiuto prendendogli un braccio come in precedenza ha fatto Karl.
Non dice nulla, non parla, non mi guarda. Si fa fare. Ha una brutta cera ma decisamente migliore di prima…ora che lo guardo bene devo ammettere che Karl aveva ragione.
Apre la porta di casa ed entriamo. Non mi dice che può fare da solo, non mi manda via, non fa nulla.
È diverso, non mi sento a mio agio con lui. Non so come comportarmi.
Mi guardo intorno e lo lascio. È una casa grande…a due piani, ampia e spaziosa.
Si dirige in cucina…che si dovrebbe fare in queste situazioni?
Che ne so io?
Proprio a me doveva capitare?
Lo seguo un po’ impacciato e imbarazzato, lui non mi calcola…quando fa così è identico a Karl…altro che semplice somiglianza…beve un bicchiere d’acqua e si mette su del thè, credo, sul gas. Tira fuori due tazze, una per me e una per lui…allora capisco che posso sedermi e fargli compagnia.
Guardando in giro sempre dall’imbarazzo cerco di introdurre un discorso:
- solitamente basta del thè? Ecco, io non so esattamente che si deve fare…posso aiutarti?-
non dice nulla…non fa cenni di sentirmi. Quando il thè è pronto me ne versa una tazza e me la porge. Faccio un altro tentativo di rompere il ghiaccio…
- grazie…-
silenzio.
-ma Jun…c’è qualcosa che non va? Vuoi che..non so…faccia qualcosa?-
ancora silenzio…faccio un paio di altri tentativi e lui si limita a bere il thè.
Alla fine l’ultimo, poi giuro che me ne vado!
- ehm…non è che disturbo?-
non risponde…immagino di non disturbare…o forse chi taccia acconsente?
Uhmmm…
Lascio il thè a metà e mi lazo…meglio togliere le tende…
Uscendo dalla porta della cucina sento la sua voce, finalmente:
- no-
no che?
Mi volto e lo guardo alzando un sopracciglio…sta sorridendo…
- no, non disturbi…-
il sorriso si trasforma in risa…ehi, è divertito!
Ma guarda un po’!
Dovrò fare il pagliaccio…chissà perché ride.
Mi siedo e bevo altro thè…visto che non smette sbotto:
- bè, che ridi?-
fra una risata e l’altra mi dice:
- ma sei unico! Dopo aver fatto un sacco di domande e tutto quel che volevate voi mi chiedi se disturbi?-
effettivamente un po’ divertente lo è…ci rifletto…un po’ tanto…è che questi sono i miei modi, io faccio sempre così.
- ti fermi a cena? Stasera sono solo, se vuoi fermarti mi fai piacere…-
noto che gli è tornato del colore e il suo umore di sempre…questo lo conosco… con lui so che fare…accetto senza troppi problemi.
Ora sono tranquillo e posso essere me stesso!

La cena è finita e la serata è trascorsa tranquilla come dovrebbero essere tutte le serate trascorse con lui. Finito di mangiare sparecchio e lo aiuto a pulire senza più impormi…ho imparato a mie spese che è meglio non contraddirlo più!

Dopo aver sistemato tutto mi chiede se voglio vedere la casa. Così inizia il giro turistico. Niente male, l’arredamento e lo stile si adattano a lui.
Arriviamo in camera sua e ci sediamo un po’ a parlare. Si parla bene con lui, spediti e senza imbarazzi.
Si adatta a qualsiasi conversazione.
Poi mi metto a vedere i suoi cd e i suoi libri assorto un po’ nei pensieri e nella serata trascorsa…lui non dice nulla non sento rumori…mi volto e..bè…dorme..si era disteso un attimo nel letto e così com’è si è addormentato. Si vede che in realtà era parecchio stanco anche se non voleva darlo più a vedere.
Mi fa sorridere e non credo di aver mai sorriso così…in questo modo fraterno.
Mi avvicino, mi secca svegliarlo…dorme così tranquillo…il Jun tetro di prima sembra un sogno, un illusione…il suo viso composto e delicato ricorda un Principe anche nel sonno.
Lo copro con una coperta che trovo lì e senza sapere perché o per come gli sfioro il viso con un dito.
Il Principe dorme…e ancora una volta l’immagine di Karl si sovrappone alla sua…vorrei che gli somigliasse anche in questo lato dolce che ispira protezione.
Ma Karl è tutto fuorché indifeso!
Infine esco e chiudo la porta nel silenzio più totale per tornarmene a casa.”
“ Quello era il lato oscuro che avevo percepito…non è una cosa che si può spiegare ma l’avevo sentito, era questo che mi attirava in lui…cerca di reprimere questi suoi stati d’animo…è un tipo molto più interessante di quanto sembri….voglio conoscerlo meglio.
Chiamo Genzo per sapere come va, dev’essere tornato a casa ora.
Non risponde. Provo al cellulare…è spento…dunque a casa non è arrivato. Dato di fatto. Bene. Perfetto…al cellulare..perché l’ha spento?
E questo mi infastidisce enormemente…in un modo esagerato!
Questo lo distinguo chiaramente…
In questo momento sento che potrei gelare il sole…
Ad un tratto la situazione non mi piace più…come non mi piace l’immagine di loro due che se ne vanno con Jun appoggiato a Genzo…
Non so come si chiama ma non mi piace!”