TILL I COLLAPSE
CAPITOLO 10:
QUESTIONE
DI PRESSIONE…
“
E questa giornata di sole da dove spunta? Qua ci stiamo avviando verso
l’inverno, siamo in pieno autunno eppure fa addirittura
caldo! Ma tu pensa. Bè, tanto meglio, ne approfitteremo per
scannarci negli allenamenti!
Monto
sulla moto, il mio bellissimo mostro sacro e allacciato il casco,
sgommo per partire come faccio sempre. In pochi minuti sarò
al campo.
È
una sensazione unica sentire il vento e pensare di poter controllare il
tempo che scorre intorno. è indescrivibile.
Peccato
che la strada non è lunga come vorrei e che arrivo subito.
Svolto l’angolo e mi fermo parcheggiando con cura la moto al
mio solito posto. Mi carico in spalla il borsone e nel momento in cui
tolgo il casco e metto piede sul terreno tutti i soliti pensieri mi
tornano in mente. Ultimamente non faccio altro che ripensare a
comportamenti e momenti particolari passati da quando è
arrivato Jun…ripenso al fatto che è strano che
Karl abbia legato con qualcun altro oltre a me, ripenso al fatto che
Jun comunque ci sa fare, è un tipo curioso ed
interessante…forse attira così la mia attenzione
perché assomiglia in un certo senso a Karl…e
questo che significa? Non capisco bene ma ogni giorno faccio un
attenzione maniacale a quei due…e anche se effettivamente
non fanno altro che parlare mi inserisco sempre fra loro. Devo
ammettere che essere amici di Jun è facile, lui attira la
gente e l’amicizia con uno schiocco di dita. Eppure i
rapporti che ci sono singolarmente sono diversi…fra me e Jun
non c’è mai stato nulla di che ma da quando
è qua lo sto riscoprendo e merita la stima e tutto il
rispetto possibile. Nulla da dire…mi piacerebbe scoprire
anche i suoi lati nascosti e ombrosi che sono sicuro abbia. Lui e Karl
invece hanno quel rapporto strano….stanno diventando proprio
amici e dire una cosa simile di Karl non è
normale…per questo mi fa pensare. Ma il fatto è
che Jun stimola il lato dolce e protettivo di chiunque...eppure bene o
male si sa difendere da solo…ma tira fuori i lati delle
persone più nascosti. Mentre fra me e
Karl…boh…non saprei…immagino che siamo
amici…forse io sono l’unico suo vero
amico…ma non è il classico rapporto fra amici,
è un po’ diverso, lui sta solo con me, parla solo
con me….fin’ora è stato
così. Ora non è che si sta allontanando, ma
è tutto così strano e nuovo. Io e Karl abbiamo
avuto sempre un rapporto molto esclusivo e non mi sono mai domandato
nulla. Ora sento la necessità di farlo e di avere subito
risposte…e il fatto che non le trovi mi fa diventare ancora
più impaziente e ombroso di sempre.
Persino
Karl mi chiede spesso cos’ho….io non rispondo mai.
E che dovrei dirgli? Non capisco più che rapporto ho con te!
Non so cosa voglio da te!
Mi
manderebbe all’ospedale psichiatrico!
Cosa
mi rimane da fare?
Ma
al diavolo….finisce sempre che mando tutto a quel paese e
che evito di dannarmi…lo capirò…prima
o poi….pensare e riflettere così non è
da me ed è troppo faticoso.
Entro
nel campo e vado negli spogliatoi a cambiarmi…poi riesco e
osservo bene il campo con tutti arrivati…..squadro ogni
angolo…cerco
bene…Karl…Jun….i
ragazzi…no…non posso crederci…Astrid
manca!? Questa si che è bella!
Fin
ora era sempre venuta….lei va ovunque va Jun,
perché è la sua guardia del corpo!
Cavolo,
questa si che è bella!
Almeno
si starà tranquilli….ma un po’ di
casino non avrebbe guastato!
Pazienza,
entro di nuovo e mi appresto a darmi da fare anche io…come
al solito sono l’ultimo!”
“
L’ho notato subito…Jun ha una brutta
cera…non faccio mai attenzione agli altri perché
non mi importa più di tanto, io faccio il mio e mi limito a
quello, però l’aspetto giù di tono di
Jun l’ho notato…di solito noto ste cose su Genzo,
ma lui non sta mai male!
Di
lui mi sfuggono molte cose…come ad esempio perché
non può giocare a calcio pur essendo così bravo.
I suoi modi da Principe, elegante e tranquillo, sempre
distinto…cosa nascondono? È sempre
così? Si è mai arrabbiato a parte le volte che
abbiamo visto qua? Com’è dentro di se? Lui ha
qualcosa che non rivela a nessuno e non vuole arrivare a nessuno.
È veramente così, un Principe e basta? Mi
sfuggono diverse cose di lui, prime fra tutte queste.
Sono
assorto nei miei pensieri e non sento nemmeno arrivare Genzo.
C’è così silenzio oggi
qua…manca quella pazza scatenata. Finalmente si
starà bene e potrò fare gli allenamenti come li
definisco io!
Tutti
si stanno già riscaldando ma prima devo togliermi lo sfizio
di chiederglielo.
Mi
avvicino a Jun e con aria indifferente, anche perché
è l’unica che riesco a fare, dico:
-
cos’hai oggi?-
lui
mi guarda sorpreso poi con la sua solita aria tranquilla risponde
asciugandosi la fronte:
-
ah, nulla di che…mi capita spesso di avere abbassamenti e
sbalzi di pressione, ma non c’è da preoccuparsi,
sono abituato!-
non
ho tempo di ribattere e far capire il mio disappunto sulla questione
che arriva Genzo da dietro e coi suoi modi poco educati ci interrompe
chiedendo:
-
ma quel tornado oggi non viene?-
Jun
sorride alla definizione e io mi domando fra me e me che cavolo gli
interessa di lei…meglio se non c’è si
starà più in pace…magari scopriamo che
viene più tardi e la serenità finisce! Faccio
un’aria tetra e lo fisso negli occhi neri come la pece.
-
no, non viene oggi, lei e sua mamma avevano un impegno familiare e sono
dovute andare via. Stanno via anche domani!-
-
bè, che la pace sia con te allora! Finalmente farai una
giornata nel pieno della tranquillità! Da quando sei qua ti
è stata negata quella sconosciuta!-
si
mettono a scherzare mentre io non stacco gli occhi da
Genzo…poi li torno a posare su Jun che spensierato
nonostante non stia bene cerca di mascherare le cose che non vanno.
In
questi giorni è strano anche Genzo….noto troppe
cose, non è da me…in compenso non noto quel che
voglio io….perché mi interesso tanto a loro?
Anche se per altri l’interesse dovrebbe essere di
più per me questo è già troppo. Non so
che dire…allora non dico e non faccio nulla andando ad
allenarmi per i fatti miei in un angolo del campo.
È
tipico mio riflettere in queste situazioni, ma ho percepito
quest’aria nuova e diversa dal solito fra noi tre.
Non
so cosa sia ma voglio capirlo, perché mi da fastidio
rimanere così. Succederà qualcosa che me lo
farà capire, no?”
“
La giornata prosegue fra alti e bassi come al solito, ma la mia
pressione non mi ringrazia di queste ore di
allenamento…anche se di fatto mi sono limitato ad allenare e
non ho fatto nulla di che…mi stupisce questo caldo, mi ero
abituato al fresco della Germania…basterà
riposarmi un po’.
Per
questo pomeriggio anche gli allenamenti terminano e i ragazzi iniziano
ad andarsene uno dopo l’altro. Ho un po’ di fiatone
e mi siedo aspettando che i giramenti di testa finiscano. Ormai ci sono
abituato…questione di attimi, tanto più che la
casa è qua vicino. Aspetterò che se ne vadano per
fare le cose con calma.
Appoggio
la testa dietro di me sul muro e socchiudo gli occhi respirando a
fondo…immagino di essere pallidino. Un mezzo sorriso mentre
noto con piacere che il sole lentamente sta tramontando. Mi
godrò lo spettacolo….un ulteriore spettacolo che
viene mandato su questo mondo….sono ancora in grado di
osservarlo e vederlo come piace fare a me. Ringrazio questo mio cuore
debole che nonostante tutto si rivela forte e pieno di
volontà. Spero che continui ad assecondare così i
miei capricci. Perché ritengo che i miei voleri siano solo
capricci…continuare a vivere come più desidero
ignorando la mia malattia cardiaca peggiorata non sono cose che si
dovrebbero fare. Ma è curioso come io sia così
rigoroso verso gli altri e ciò che mi circonda e al
contrario sia così incosciente verso me stesso.
Non
sono affatto coerente.
Sono
stanco ma questo pensiero mi fa sorridere amaramente…in fin
dei conti mi limito ad illudermi che la mia morte non
sopraggiungerà mai e che la mia vita non farà mai
la carogna…eppure ci sono persone che soffrono della mia
malattia…e sono diligenti e bravi…io sfrutto sin
troppo il mio corpo.
Calo
nel silenzio più totale mentre il vento caldo e gentile mi
scosta un po’ i capelli dal volto, le due fessure stancamente
semichiuse mi permettono di vedere rilassato il sole emanare quei raggi
dal colore così forte e passionale.
Un
arancio sempre più vivo che sfocia nel rosso cupo e poi via
via sempre in colori più scuri per arrivare ad un viola
notturno.
È
uno spettacolo che mai potrei mancare di vedere.
Credo
che ora siano andati via tutti e che io mi sia ripreso, ora con la sera
la mia pressione dovrebbe stabilizzarsi abbastanza.
Ma
si sta così bene qua in questo modo…ci starei
ancora un sacco.
Mi
concedo ancora un po’…pochi minuti…ma
un ombra si frappone fra me e i piccoli e flebili raggi di sole che
lontani permangono ancora per breve tempo, apro un po’ di
più gli occhi per guardare chi è. Non si capisce
bene ma quando parla la sua voce chiara e staccata con quel fondo di
gelidità che sempre l’accompagna me la fa
identificare subito. È Karl.
-
ti è calata ancora?-
-
la pressione? No…anzi, sto bene…tranquillo,
volevo solo guardare il tramonto…ora chiudo tutto e vado!-
-
mi domando quando faranno arrivare gli altri tecnici addetti al compito
di pulire, mettere in ordine e chiudere
tutto…chissà cosa aspettano a mandare
aiuti…-
in
lontananza sento Genzo lamentarsi dicendo queste parole coi suoi soliti
modi poco gentili. Erano rimasti ad aiutarmi? Mi
stupiscono….per dimostrare che sto bene, dal momento che
Karl pare poco convinto, mi alzo cercando di essere il più
naturale possibile.
Ma
evidentemente mi sbagliavo…subito un giramento di testa mi
indica un improvviso e nuovo sbalzo di pressione…devo
avercela ancora bassina…uff…istintivamente non
riuscendo a portare a compimento l’azione, contro la mia
volontà devo tornare a sedermi e appoggiarmi al muro dietro.
Chiudo un occhio e apro l’altro fissandolo di sottecchi,
è avanti a me e con aria di genitore preoccupato il suo
sguardo sembra dire che lo sapeva…e a me non rimane che
sorridere nel mio modo infantile come fa un bambino beccato in
flagrante a combinare un guaio!
-
e va bene…forse un po’ bassa ce l’ho, ma
tranquillo, ora con calma me ne torno a casa…è
vicina…-
tento
di alzarmi di nuovo questa volta con maggiore attenzione ma la sua mano
fredda mi ferma lasciandomi seduto…io lo guardo con
disapprovazione…non voglio balie anche qua…sono
abbastanza grande da badare a me stesso…per
carità…se ogni volta che ho la pressione bassa
ricevessi tutte ste attenzioni allora farei prima a non uscire di casa!
La
situazione comincia a pesarmi, non voglio costrizioni di questo
tipo….dopo tutto questo tempo so tenermi a bada!
Lo
guardo torvo, cosa insolita per me…i lampioni in strada
cominciano ad accendersi e ad illuminare anche qua. Non capisco se
è stupito per il mio sguardo insolito oppure che altre
reazioni abbia, ma non importa. Faccio per alzarmi ugualmente ma Karl
mi precede.
-
Genzo vieni qua.-
mi
afferra di forza per un braccio e mi tira su…e poi non
voleva che lo facessi da solo…è la gentilezza
fatta persona…si contraddice senza rendersene conto. La
mossa brusca mi fa girare ulteriormente la testa e volente o nolente
devo usufruire della sua mano che mi sostiene stringendo la presa.
Genzo
arriva e senza darmi il tempo di ribattere o chiedermi pareri si
mettono a parlare:
-
Sei in moto vero?-
-
si…perché, che succede?-
-
ma tu non noti mai nulla di quello che va oltre il tuo naso?-
-
eh?-
-
senti…non ti sei accorto che oggi Jun non stava bene?-
ci
pensa un attimo su e mi guarda attentamente…poi risponde
spontaneo:
-
no! Ma forse ora che me lo fai notare…ha qualcosa che non
va?-
-
dovrei rispondere?-
silenzio…sarebbe
una scenetta divertente se di mezzo non ci fossi io…
-
lascia perdere…ha la pressione bassa e gli gira un
po’ la testa, accompagnalo in moto a casa.-
il
suo tono autoritario non lascia possibilità di
scelta…non ha nemmeno chiesto per
favore…è tipico suo…ma io ugualmente
protesto:
-
no, sentite, davvero, non c’è
bisogno…abito vicino e camminare mi farà bene!-
ma
sembra che nemmeno mi sentano…Genzo mi afferra
dall’altra parte facendo lasciare la presa a Karl. Insieme mi
portano fuori e chiudono tutto.
Arrivati
alla moto sospiro profondamente…che dovrei fare? Spediti
come sono…chi li ferma? E accontentiamoli!
Sono
peggio di Yayoi o dei miei genitori!
Ma
la mia la dico ugualmente e sono piuttosto risoluto, quasi un altro.
-
sentite…per questa volta vi lascio fare perché
sono stanco per contrastarvi ma che sia l’ultima
volta…quando dico che non serve non serve…che sia
l’ultima volta!-
non
credo che possano capire quel che provo, che sento quando vengo
trattato così….è tutta una vita che la
gente fa così con me…ed è una cosa
insopportabile….insofferente…uno arriva veramente
al limite in questo modo…altro che sensi di
inferiorità…cade in depressione.
È
una cosa a dir poco atroce vedere la gente
‘normale’ trattarti con un riguardo simile senza
ascoltare quel che dici…ti senti veramente strano, diverso,
anormale…molto spesso mi considero un
disabile…nel senso più serio del
termine…e quando vengo trattato così mi
infastidisco da morire…perché la gente crede di
aiutarmi e farmi favori facendo così…e la mia
aria innocua gli fa credere di potermi far fare qualunque
cosa…ma in realtà non provano a capire e a
mettersi nei miei panni…non ci provano
lontanamente…ergendosi a gente superiore a me solo
perché stanno bene di salute.
Io
mi sforzo in tutti i modi di condurre una vita più normale
che posso facendo le cose che voglio ignorando spesso gli avvertimenti
medici…rischio la vita così facendo, me ne rendo
conto…ma tutti questi sforzi per non avere rimpianti in
punto di morte e poter sorridere quando me ne andrò prima
del tempo, quando la gente fa così con me li butta nel
cesso…è una cosa insopportabile…una
situazione insostenibile…ma chi non ci passa non
può capire!
Non
li guardo più in faccia e mantengo un aria
cupa…quella che dovrebbe accompagnarmi sempre vista la mia
situazione…al posto dei sorrisi e della serena compostezza.
Noto
che i due mi guardano senza capire il mio comportamento…e
come potrebbero riuscirci…stanno benissimo loro!
Mi
faccio mettere il casco in testa e me lo allacciano…poi
Genzo sale e accende la moto…poi salgo anche io e non guardo
nemmeno Karl che interrogativo vorrebbe capire che mi prende.
I
geni nel calcio non devono necessariamente esserlo anche nella
vita…e loro ne sono la dimostrazione…anche se
incontrare un genio in varie discipline è facile ma un genio
nella vita è impossibile!
Genzo
mi dice di tenermi stretto anche se andrà piano. Non credo
di essere mai salito su una moto…ma in questo stato
d’animo non noto la sensazione incredibile e nuova che provo
in questo momento. Mentre ci allontaniamo vedo Karl sempre
più piccolo fissarci serio ed io stancamente appoggio senza
accorgermene la testa sulla schiena di Genzo. Svoltiamo
l’angolo con questa immagine l’uno
dell’altro.
Sospiro
per l’ennesima volta stanco di avere certi
pensieri…stanco di tutto e di nulla…vorrei solo
finire….in certi momenti è questo che
vorrei…farla finita con questa menata del cuore
malato…non so perché vado avanti…in
fin dei conti a momenti posso morire…e a cosa serve
affannarsi tanto per cercare di condurre una vita il più
normale possibile? A nulla…
A
volte mi dico queste cose…a volte sono stanco anche di
essere stanco.
Questo
mio corpo…questo mio corpo così inutile ed
estraneo…non mio….credo di conoscerlo eppure ogni
volta scopro cose nuove di lui che mi portano a cadere sempre
più…come quando mi sono fatto operare per
migliorare il cuore…pensavo che veramente non potesse andar
peggio…di poter ricevere dopotutto un
aiuto…invece nulla…anzi…è
peggiorato tutto.
E
la gente che crede di capire e in realtà non
capisce…forse pensano che a me piaccia farmi trattare con
riguardo e ricevere tutte queste attenzioni con la consapevolezza che
si preoccupano per me e che tengono a me!
Ma
a me sinceramente a volte non so che farmene di
queste….consapevolezze….
Chiudo
gli occhi mentre mi lascio portare dal vento…non va veloce,
e il motore della moto nemmeno lo sento…sono immerso in
me…mi metto comodo combaciando perfettamente il mio petto
alla sua schiena forte e spaziosa.
Io
non ce l’ho con Genzo e Karl…non ce l’ho
con nessuno in particolare…alla fin fine l’unica
persona con cui sono arrabbiato è me stesso…e di
riflesso c’è bisogno di arrabbiarsi con qualcuno.
Questa
mia parte oscura non la faccio mai uscire da me…non ne vedo
il motivo….non ne vedo l’occasione…non
vedo perché dovrei farmi vedere fino a questo punto!
Ma
io continuo a essere stanco…eppure questa sensazione di
abbandono a quello che la vita vuole darmi mi piace…ora mi
piace correre così senza far nulla e chiudere gli occhi e
immaginare di volare.
Mi
sento al sicuro….chissà se morire è
così …sarà una sensazione simile?
Vorrei
saperlo…”
“Questo
Jun non lo conosco…non l’ho mai conosciuto a
fondo….non posso dire come sia stato da bambino o
ragazzo…ma questo ugualmente non lo conosco…non
so gestirlo…non mi sento naturale con un Jun così
silenzioso, serio, cupo e lugubre…non sorride, non si
compone…non fa nulla per alleggerire le
situazioni…la rende pesante lui stesso.
Ok,
non sono molto bravo a captare certe cose…e come dice Karl
non noto le cose che mi stanno al di là del mio
naso…ma questo proprio non lo comprendo…ha
qualcosa…non so…perfino io me ne rendo conto,
è così chiaro ora…e mi chiedo se in
realtà…non sia questo il vero Jun…si
è sempre pensato che lui fosse chiaro e limpido come
l’acqua…ma se in realtà non lo
è mai stato? se in realtà diventa chiaro e
limpido solo quando è in questi stati d’animo
ingestibili?
Con
questo scopro che Jun Misugi il Principe del calcio…il
Principe come modo di porsi…la persona più
ammirevole e somigliante e Karl sotto alcuni curiosi
aspetti…diventa un estraneo…
Si
è appoggiato a me e mi fa una sensazione mai
provata…anzi…la provo…la provo
spesso…ma ora mi sfugge il contesto…mi sfuggono
molte cose…però è strano come in
questo contatto insolito e inaspettato mi venga da sopraggiungere
l’immagine di Karl a quella di Jun….in cosa si
somigliano in fondo?
Nei
modi un po’ superiori agli altri, superbi… negli
atteggiamenti distinti con quel fondo di freddezza e distacco. Jun
è gentile e pacato, calmo, tranquillo…ha
un’eleganza che sa di eterno…la sua presenza si
percepisce sempre…è come se lui vedesse noi anche
nel nostro interno e ci capisse e sapesse come prenderci ed invece noi
non vedessimo lui…non riusciamo ad arrivare a lui. Come se
fosse un fantasma onnipresente. Lui è
così…un vero Principe…un
nobile…e Karl pur non essendo proprio così si
distingue chiaramente e nettamente sugli altri. Elegante in
ciò che fa perché ci mette quella sua freddezza e
distacco che non permette a nessuno di arrivare a lui…per
questo si somigliano…entrambi vedono gli altri dentro ma gli
altri non vedono loro.
È
un pensiero che mi porta brividi…lasciando perdere il calcio
e la loro similitudine chiara nel gioco.
Si
somigliano…si trovano bene insieme…si
trovano…sono caratteri compatibili pur non essendo
così uguali.
In
fondo io con loro cosa ho in comune?
Non
riesco ad arrivare a loro ma sembra che loro si leggano nel
pensiero…e forse credo che Karl sia stato l’unico
a percepire subito questo lato in Jun oscuro,
diciamo…diverso…e credo anche che sia
l’unico ora in grado di leggergli e capire…stringo
le labbra a questa morsa che mi attanaglia il cuore e lo
stomaco…mi da fastidio vederli così vicini,
così simili, così collegati….mi da un
fastidio immenso!
Non
ce l’ho con nessuno in particolare credo..e con Jun non
riuscirei comunque ad essere ‘cattivo’ , lui ispira
la protezione…ispira proprio un sacco di cose positive
immagino…ma Karl…non so…mi
infastidisce questa loro vicinanza…non so cosa potrebbe
succedere…non so cosa potrebbe succedere da ora in
poi…perché sono convinto che loro non se ne siano
ancora resi conto…eppure si può parlare di
amicizia?
Questo
legame futuro che sento per loro…fra loro…si
può chiamare amicizia? È solo quello?
Cos’è
di preciso quel che ho io invece?
Istintivamente
corro più veloce…accelero e Jun non
stringe…non sente la velocità o forse non ne ha
paura…che io sappia non ha paura di nulla…da
quello che faceva in partita si capiva che non aveva paura di
morire…di cosa mai può aver paura?
Un
altro aspetto che lo accomuna a Karl.
M’incupisco
e finalmente arrivo a casa sua.
Parcheggio
nel suo giardino.
Ha
detto che non c’è nessuno in casa, proprio stasera
eh?
Ma
tu guarda la sfiga!
Mi
tolgo il casco e lo chiamo…non credo che si sia
addormentato…ma non si alza.
Poso
una mano sulla sua fredda oltre il suo solito limite.
Si
scuote…si alza e si toglie il casco anche lui, fa movimenti
lenti e pesanti.
Oh,
al diavolo le mie lune storte e i pensieri tetri!
Al
diavolo tutto!
Scendo
dalla moto e lo aiuto prendendogli un braccio come in precedenza ha
fatto Karl.
Non
dice nulla, non parla, non mi guarda. Si fa fare. Ha una brutta cera ma
decisamente migliore di prima…ora che lo guardo bene devo
ammettere che Karl aveva ragione.
Apre
la porta di casa ed entriamo. Non mi dice che può fare da
solo, non mi manda via, non fa nulla.
È
diverso, non mi sento a mio agio con lui. Non so come comportarmi.
Mi
guardo intorno e lo lascio. È una casa grande…a
due piani, ampia e spaziosa.
Si
dirige in cucina…che si dovrebbe fare in queste situazioni?
Che
ne so io?
Proprio
a me doveva capitare?
Lo
seguo un po’ impacciato e imbarazzato, lui non mi
calcola…quando fa così è identico a
Karl…altro che semplice somiglianza…beve un
bicchiere d’acqua e si mette su del thè, credo,
sul gas. Tira fuori due tazze, una per me e una per
lui…allora capisco che posso sedermi e fargli compagnia.
Guardando
in giro sempre dall’imbarazzo cerco di introdurre un discorso:
-
solitamente basta del thè? Ecco, io non so esattamente che
si deve fare…posso aiutarti?-
non
dice nulla…non fa cenni di sentirmi. Quando il
thè è pronto me ne versa una tazza e me la porge.
Faccio un altro tentativo di rompere il ghiaccio…
-
grazie…-
silenzio.
-ma
Jun…c’è qualcosa che non va? Vuoi
che..non so…faccia qualcosa?-
ancora
silenzio…faccio un paio di altri tentativi e lui si limita a
bere il thè.
Alla
fine l’ultimo, poi giuro che me ne vado!
-
ehm…non è che disturbo?-
non
risponde…immagino di non disturbare…o forse chi
taccia acconsente?
Uhmmm…
Lascio
il thè a metà e mi lazo…meglio
togliere le tende…
Uscendo
dalla porta della cucina sento la sua voce, finalmente:
-
no-
no
che?
Mi
volto e lo guardo alzando un sopracciglio…sta
sorridendo…
-
no, non disturbi…-
il
sorriso si trasforma in risa…ehi, è divertito!
Ma
guarda un po’!
Dovrò
fare il pagliaccio…chissà perché ride.
Mi
siedo e bevo altro thè…visto che non smette
sbotto:
-
bè, che ridi?-
fra
una risata e l’altra mi dice:
- ma sei
unico! Dopo aver fatto un sacco di domande e tutto quel che volevate
voi mi chiedi se disturbi?-
effettivamente
un po’ divertente lo è…ci
rifletto…un po’ tanto…è che
questi sono i miei modi, io faccio sempre così.
-
ti fermi a cena? Stasera sono solo, se vuoi fermarti mi fai
piacere…-
noto
che gli è tornato del colore e il suo umore di
sempre…questo lo conosco… con lui so che
fare…accetto senza troppi problemi.
Ora
sono tranquillo e posso essere me stesso!
La cena è finita e la serata è trascorsa
tranquilla come dovrebbero essere tutte le serate trascorse con lui.
Finito di mangiare sparecchio e lo aiuto a pulire senza più
impormi…ho imparato a mie spese che è meglio non
contraddirlo più!
Dopo
aver sistemato tutto mi chiede se voglio vedere la casa.
Così inizia il giro turistico. Niente male,
l’arredamento e lo stile si adattano a lui.
Arriviamo
in camera sua e ci sediamo un po’ a parlare. Si parla bene
con lui, spediti e senza imbarazzi.
Si
adatta a qualsiasi conversazione.
Poi
mi metto a vedere i suoi cd e i suoi libri assorto un po’ nei
pensieri e nella serata trascorsa…lui non dice nulla non
sento rumori…mi volto e..bè…dorme..si
era disteso un attimo nel letto e così
com’è si è addormentato. Si vede che in
realtà era parecchio stanco anche se non voleva darlo
più a vedere.
Mi
fa sorridere e non credo di aver mai sorriso
così…in questo modo fraterno.
Mi
avvicino, mi secca svegliarlo…dorme così
tranquillo…il Jun tetro di prima sembra un sogno, un
illusione…il suo viso composto e delicato ricorda un
Principe anche nel sonno.
Lo
copro con una coperta che trovo lì e senza sapere
perché o per come gli sfioro il viso con un dito.
Il
Principe dorme…e ancora una volta l’immagine di
Karl si sovrappone alla sua…vorrei che gli somigliasse anche
in questo lato dolce che ispira protezione.
Ma
Karl è tutto fuorché indifeso!
Infine
esco e chiudo la porta nel silenzio più totale per
tornarmene a casa.”
“
Quello era il lato oscuro che avevo percepito…non
è una cosa che si può spiegare ma
l’avevo sentito, era questo che mi attirava in
lui…cerca di reprimere questi suoi stati
d’animo…è un tipo molto più
interessante di quanto sembri….voglio conoscerlo meglio.
Chiamo
Genzo per sapere come va, dev’essere tornato a casa ora.
Non
risponde. Provo al cellulare…è
spento…dunque a casa non è arrivato. Dato di
fatto. Bene. Perfetto…al cellulare..perché
l’ha spento?
E
questo mi infastidisce enormemente…in un modo esagerato!
Questo
lo distinguo chiaramente…
In
questo momento sento che potrei gelare il sole…
Ad
un tratto la situazione non mi piace più…come non
mi piace l’immagine di loro due che se ne vanno con Jun
appoggiato a Genzo…
Non
so come si chiama ma non mi piace!”