TRE

CAPITOLO V:

IL PRIMO RAPPORTO

/ Maneater – Nelly Furtado e Timbaland /

Le note ritmate di un genere di ballo d’hip hop vibravano nella sala facendo muovere il ragazzo in passi veloci e precisi.
Ryan era da ore che provava e non per lavoro. Quel giorno semplicemente aveva bisogno di muoversi incapace di stare fermo.
Il biondo dove i mossi capelli si spettinavano ricadendogli sul viso dai tratti felini, da zingaro, era ridotto ad uno stato a dir poco pietoso grazie alle numerose ore che lo vedevano ballare. Il sudore gli ricopriva la pelle di una pellicola lucida per lo più scoperta. Per muoversi meglio, come sempre, si era limitato anche quel giorno ai soli pantaloni corti sgambati ed attillati di quel tessuto nero fine ed aderente. Gli donava, non aveva nulla da invidiare ad un modello, grazie alla muscolatura ben fatta e non esagerata.
Però l’espressione del viso non era rilassata, tanto meno concentrata o felice. La sua espressione era indubbiamente infastidita. Una sorta di smorfia di disapprovazione dimostrava che la sua testa non era lì con lui ma altrove, probabilmente ad una decisione poco convinta presa da poco.
L’ennesimo sbuffo si perse fra la musica molto alta e solo un pensiero l’attraversò prima di voltarsi verso la porta e vedere.
Non sono d’accordo col farlo venire qui da noi fino a che non si rimetterà e si sistemerà. Per nulla… non siamo mica la croce rossa od un centro per poveracci sfigati pieni di problemi! Se ne pentirà… per quel che ne sappiamo potrebbe anche essere tutta una scena, dannazione!
No, secondo me andrà a finire male… anche se Dio insegna ad amare il prossimo e fidarsi questo non significa che anche il prossimo la pensi allo stesso modo!
Sono sempre credente ma non fesso!”
Quando in piena coreografia spontanea si trovò col viso rivolto alla porta, mantenne solo per poco la posa di stile hip hop e quando la musica procedette, lui si bloccò riprendendo possesso del suo corpo e della sua espressione che si scurì.
Lì all’uscio della sua sala di prova, stava il ragazzo dell’ospedale.
- Ma che cazzo! – Esclamò subito poco finemente Ryan aggrottando le sopracciglia in un chiaro rifiuto della situazione.
Jude stava in piedi fermo sulla porta da un paio di minuti, i necessari per capire che il ragazzo era contrariato e molto seccato ma anche decisamente bravo a ballare.
In soli cinque minuti il giovane dai ricci capelli castano chiaro ebbe una completa ed esauriente visione del carattere del danzatore irruente.
Appoggiato allo stipite non fece problema della propria espressione compiaciuta riguardo lo spettacolo che gli si presentava agli occhi, anzi… quando vide che infastidito andava a chiudere la musica per interrompere l’allenamento, alzò la mano per fermarlo dicendo a voce alta e decisa:
- No, continua! –
Quando Ryan alzando un sopracciglio gli si rivoltò di scatto proprio come un gatto randagio pronto all’attacco e chiese:
- Perché? –
Jude semplicemente rispose cristallino e disarmante:
- Perché sei splendido! –
Solo questo, senza apparente malizia od ironia, con sincerità evidente.
La reazione dell’altro a quest’uscita non fu di imbarazzo, difficilmente arrossiva o si vergognava di qualcosa. La sua reazione fu di puro rifiuto e con convinzione maggiore continuò verso lo stereo chiudendo la musica.
Era chiaro ciò che pensava di Jude, si disse quest’ultimo infatti stringendo le labbra in segno di disaccordo con quanto accaduto.
Non voleva certo essere invadente od obbligare qualcuno a fare qualcosa che non voleva.
- Non dovevi, bastava mi dicessi di andarmene… -
Disse infatti con voce apparentemente gentile. Apparentemente poiché i suoi occhi avevano innegabilmente qualcosa di strano, i suoi bellissimo occhi azzurri.
Ryan prese poi l’asciugamano e cominciando ad asciugarsi il sudore dal viso, con un’esplicita acidità, rispose avvicinandosi con calma:
- Te lo devono dire? Non lo capisci da solo quando non devi disturbare? –
Cos’era di preciso quel veleno gratuito?
L’assenza di Matt non avrebbe certo aiutato la situazione che subito si fece tesa, eppure nonostante il rifiuto totale dell’inquilino dal fiato non ancora del tutto ristabilito, l’ospite non desisté e non si intimorì affatto, al contrario si separò dallo stipite muovendo a sua volta dei passi verso il giovane che ora lo guardava diretto. Erano seri ma in modo diverso, uno rabbioso mentre l’altro… bè, l’altro ancora non si capiva. L’altro era proprio indecifrabile.
- Forse è colpa del brutto incidente che ho avuto… deve avermi danneggiato la parte di cervello relativa alle deduzioni. Dovrai avere molta pazienza con me e spiegarmi sempre tutto… oppure rassegnarti ad avermi fra le tue gambe! –
Ryan alzò entrambi i sopraccigli scettico:
- Si dice fra i piedi! – Lo corresse sicuro che si fosse trattato solo di un lapsus. Ecco, fu solo ora che potè capire di cosa si trattava. Di malizia. Il biondo lo capì quando l’ebbe più vicino, a pochi centimetri di distanza. Era malizia il modo in cui lo guardava insistente e sfacciato. Il sorriso che fece fu inequivocabile e lo spiazzò.
- No, intendevo proprio fra le gambe… -
Dopo di che Jude fece scivolare gli occhi sul resto del viso e poi più giù, sul torace nudo ancora madido di sudore ed infine fino al bacino, dove la parte anatomica maschile si notava grazie all’abbigliamento che utilizzava per ballare.
Il sorrisetto si accentuò ancora e questo, sorpresa delle sorprese, mise a disagio Ryan che incredulo assisteva a quanto accadeva.
Ma che diavolo… “
Pensò solamente mentre col secondo treno capiva.
- Già. Sei proprio bello… complimenti alla mamma, ha fatto un ottimo lavoro!-
Sfacciataggine?
Si trattava solo di quello?
Non lo capì bene ma capì che non era quel che sembrava.
Ecco, fu questo il punto.
Jude non era quel che sembrava. LA maschera che aveva addosso la diceva lunga sulle sue reali intenzioni e con sincerità lo disse:
- Tu invece non mi piaci! –
- No? – Fece malizioso il castano portando una mano al proprio viso e sulle labbra ben disegnate che invitavano ad un bacio: - Non sono di tuo gradimento nemmeno un po’? –
L’altro però non si fece abbindolare anche se impercettibile un fremito in lui avvenne, guardandogli la bocca su cui la lingua vi passò inumidendola languidamente.
- Non intendo fisicamente. – Mantenne una certa durezza.
- Allora il mio aspetto ti piace. – Provocò avvicinandosi ancora sfiorando il suo corpo quasi nudo.
Un altro fremito, questa volta più percettibile. Si sentiva torturato ma con durezza esteriore si trattenne dicendo solo un secco:
- Si. – Che solo in un secondo tempo fu compreso a fondo. Del resto era un suo maledetto difetto, la sincerità!
Trattenne il fiato dopo averlo detto mentre ancora una volta la malizia dell’altro si manifestò in un’espressione molto attraente e provocante.
- Anche tu mi piaci, dunque dov’è il problema? – La voce di Jude era più bassa e suadente, Ryan sentiva il fiato solleticargli il viso e tirando l’espressione per controllarla il più possibile, si morse la lingua rendendosi conto che non avrebbe dovuto dire la prima cosa che gli stava venendo in mente.
Cazzo, me lo porterei a letto, porca merda! Cos’è, un incantatore?”
E andando nel caos più completo, con fermezza disse:
- Matt. – Forse solo il primo nome che gli venne in testa, quando cercò aiuto mentalmente per non cedere a quegli irragionevoli ed assurdi istinti. Eppure avrebbe voluto essere veramente toccato da lui…
- Matt è un problema? – Chiese quindi inquisitore, aveva una calma che rivelava chiaro e netto che aveva in mano la situazione. – Siete fidanzati? –
- No, ma… -
- Ma ti piace? – Attaccò serrato per divertirsi e farlo cedere.
- Siamo amici. –
- Non rispondi? –
- Si, perché siamo amici. Mi piace perché siamo amici, come fratelli. –
- E allora perché sarebbe un problema se noi due ci piacciamo? –
- Perché… - Per un momento Ryan si trovò veramente molto confuso, al punto da chiedersi cosa diavolo pensasse veramente. Voleva essere toccato da lui e quel che al momento voleva guardare era la sua bocca e non i suoi occhi, la fatica per non abbassare le pupille sulle labbra morbide e invitanti, era non trascurabile. Fece appello a tutto quell’autocontrollo che non aveva mai avuto veramente.
Sentiva che non doveva, lo sentiva.
Perché quando aveva parlato con Matt sullo stato di quel ragazzo che aveva bisogno di aiuto, di cure continue e di un posto sicuro dove stare, il suo amico aveva insistito tanto per prenderlo momentaneamente in casa con loro mentre lui col suoi istinto di gatto, aveva rifiutato.
Peccato che poi Matt sapeva come convincerlo…
Però si ricordava, si che se lo ricordava, che quando Jude si era rimesso quel tanto da farglielo inquadrare, si era detto che non lo convinceva e che non gli piaceva. Ecco, si, che non gli piaceva.
Così quasi trionfante e con una finta sicurezza, disse cercando di essere più acido possibile:
- Perché tu, come persona, non mi piaci. Sarai anche bello ma non mi convinci. Se non butti giù quella maschera non ti accetterò mai. Puoi fregare Matt ma non me. È lui quello che ha i sensi di colpa verso di te e la tua salute, non io. Se vuoi un rapporto con me allora mostrati per quello che sei, o non rompermi! –
Detto questo, con un profondo respiro, Ryan lo sorpassò senza aggiungere altro, senza aspettare risposte e senza aver tempo di ricredersi o spiegare che quando non sapeva cosa dire, solitamente diceva ‘Matt’, una sorta di parola magica per tornare in sé e far funzionare di nuovo la testa.
Non disse null’altro, lo lasciò solo nella propria sala per andare a rifugiarsi in camera al sicuro, lontano da quella strana creatura più simile ad un mangiatore di uomini che ad altro.
Andò là, vi si chiuse dentro e sotto la doccia, con un espressione stralunata in viso e decisamente sconvolta, diede sfogo a tutti i suoi bassi istinti scatenati dal nuovo convivente, trasferitosi lì da pochissimo.
è assurdo, assolutamente assurdo… non è quello vero, quello che mostra. Ha fregato facilmente Matt facendo leva sul suo senso di colpa, con lui recita una parte, quella del ragazzino maltrattato pieno di problemi ma con un buon cuore, con me invece fa altro. Con me fa la parte del seduttore pericoloso che… che diavolo vuole? Non so, non capisco, ma non è affatto così come è con Matt, è diverso.
Vuole fregarlo, vuole prenderselo. Se però gli farà del male o me lo porterà via finirà molto peggio dello stato in cui era settimane fa.
Molto peggio.
Non gli basterà guardarmi con quegli occhi, apprezzare il mio fisico, le mie gambe, il mio bacino… non gli basterà cercare di sedurmi, farmi sentire il suo respiro addosso, sfiorarmi la pelle nuda… non gli basterà farsi desiderare a questo modo…
È come se lo facesse di mestiere da molto, potrebbe addirittura farsi pagare e farebbe fiori di soldi… e l’immaginazione di cosa sia capace di fare quel tipo così bello, mi tortura solo di più. Va contro i miei principi, i miei pensieri, contro di me.
Però non posso farne a meno di vedermelo, di pensare a cosa avrei provato se mi avesse toccato veramente e… e se mi… oh…

Cazzo, che mi sta succedendo?
Merda!”