TRE
CAPITOLO VIII:
INCRESPATURE
"Non
lo
guardò, non avrebbe mai voluto osservare la sua espressione
assorta ed immersa mentre immaginava quel ragazzo a casa."
/
Where
‘d you go – Fort Minor /
La
crema scura alla nutella tanto invitante con quel profumo di dolce
cioccolata alla nocciola, non era sparsa unicamente sulla fetta di
pan carré tostato, anzi… per lo più il
luogo in cui
sembrava essere maggiormente sparsa erano le dita, la bocca ed il
mento del biondo di casa.
Ryan
tutto arruffato con occhiaie profonde sotto gli occhi, era sveglio
come ogni mattina a far colazione, la sua sostanziosa ed abbondante
colazione composta da latte e cereali nutrienti e un numero
considerevole di fette tostate piene di nutella.
Per
certi versi era decisamente un bambino e questo faceva sorridere al
suo coinquilino di vecchia data.
Faceva
sorridere di meno il nuovo… quel che provocava in Jude,
ovvero il
fantomatico nuovo coinquilino, non era simpatia ma qualcosa di
più
basso e primitivo… forse definibile come ‘istinti
maniaci’!
Quando
ancora pieno di tracce di nutella di cui pareva non curarsi, Ryan
cominciò addormentato a mangiare la prima fetta,
sembrò
svegliarsi all’istante con l’entrata del
‘maniaco’ in
questione e drizzato sulla sedia come una molla, si era fermato dal
respirare e dal masticare.
Fissando
i suoi occhi strabordanti di sonno e di diffidenza in quelli azzurri
e vispi dell’altro, cominciò a mettersi
all’erta. Sarebbe
scappato subito al primo segnale anche se lui non era certo uno che
scappava ma che faceva fuori gli ostacoli!
Quel
tipo lo inquietava… ogni volta che lo sfiorava finiva per
perdere
completamente il controllo su di sé e per sentirsi strano.
Non
gli piaceva. Si diceva che non era una cosa buona e se lo ripeteva
fino allo sfinimento anche se in realtà non erano poi
così
le cose.
In
realtà quel che Jude gli faceva provare era fin troppo umano
e
piacevole.
-
Buongiorno. – Disse con voce roca ed un sorriso
già
provocante di prima mattina il castano dai capelli altrettanto
arruffati e sulla fronte. Era decisamente bello con quello stile
scarmigliato, sembrava un felino appena sveglio che doveva ancora
lisciarsi il pelo.
E
a
proposito di felini, proprio come un gatto Ryan rimase impietrito a
fissarlo mentre si stiracchiava bel bello sulla porta della cucina.
Così, come niente fosse… in maglietta e boxer
neri
attillati… ma come si permetteva di presentarsi in quelle
condizioni davanti a lui?
Mica
avevano una confidenza tale!
Ryan
non rispose, così una volta che Jude fece cadere le braccia
spostando la sua completa attenzione sul ragazzo sporco di nutella,
sorrise con fare enigmatico.
“E
questo che significa?”
Si
chiese il biondo sulla difensiva mentre l’osservava
avvicinarsi
maggiormente a sé con passo sinuoso. Una volta lì
davanti si fermò e posando un dito sul suo mento sporco di
nutella, mormorò di nuovo provocante:
-
Sei
sporco di nutella qua! – Ma non gli lasciò tempo
di reagire
o rispondere poiché nell’immediato
annullò la
distanza anche col viso chinandosi su di lui ancora immobile e, senza
pensarci un attimo o fare espressioni particolari, gli leccò
il punto indicato, subito sotto le labbra. Lo leccò e lo
succhiò con gusto facendosi invadere la bocca di quel buon
sapore di cioccolata e con soddisfazione si staccò quando
ebbe
concluso il suo lavoro.
Certo
avrebbe potuto continuare la pulizia anche sul resto della pelle
macchiata, ma mantenendo la sua aria piena di indecifrabili
intenzioni si era sentito soddisfatto in quel modo, così
lasciandogli solo un ultimo sguardo che diceva che avrebbe finito di
mangiarlo più tardi, si era voltato raggiungendo il frigo
con
naturalezza.
Fu
lì,
con tutti gli ormoni in subbuglio solo per quel gesto piccolo ma
decisamente ben fatto, che Matthew entrò anch’esso
in cucina
già vestito di tutto punto pronto per iniziare una nuova
giornata.
Il
suo
sguardo maturo e serio non presentò sorrisi
nell’immediato,
non era uno musone ma nemmeno uno che sorrideva senza motivo.
Quando
vide entrambi svegli intenti con la propria colazione ed in silenzio
perfetto, capì subito che l’aria che tirava era un
po’
strana, specie per l’espressione inebetita di Ryan dove un
delizioso colorito rosso gli imporporava le guance e gli occhi dorati
sembravano quelli di un gatto spaurito e terrorizzato.
Si
fermò salutando e piegando la testa di lato si chiese se si
fosse perso qualcosa ma notando Jude in quelle vesti completamente
tranquillo come niente fosse, immaginò che
l’imbarazzo fosse
solo di Ryan per la tenuta del nuovo compagno di casa.
Si
strinse nelle spalle, se avrebbe voluto lamentarsi l’avrebbe
fatto
nel giro di un istante, quindi decidendo di non alimentare fuochi
sicuramente già accesi, lanciò un tovagliolo a
Ryan
regalandogli un lieve sorriso per la nutella sparsa un po’
ovunque.
-
Pulisciti! – Disse imperativo come un padre, poi si era
diretto ai
fornelli trafficando con la macchina del caffè.
Ryan
si
era scosso un po’ e ingurgitando il resto della fetta con un
solo
boccone, risultando un po’ animalesco per questo, si era
immerso
volentieri nel tovagliolo cercando di nascondere il suo imbarazzo
(troppo tardi!). Ma non aveva risposto al buongiorno e risultando
anomalo anche per questo, il moro non fece affatto fatica a capire
che di lì a poco si sarebbe dovuto sorbire una serie di
parole
sparate a raffica in lamento!
-
Dormito bene? – Chiese generico ai due per eliminare quel
silenzio
pesante, Jude rispose immediatamente con un caldo sorriso docile ed
arrendevole:
-
Molto. –
A
Ryan
non sfuggì quel piccolo istante di tenerezza e rimanendo per
questo inebetito si dimenticò di distogliere lo sguardo da
lui
giunto nel frattempo proprio a mezzo metro dalla sua postazione.
Che
succedeva?
Perché
quel cambiamento repentino con Matt?
Non
seppe come interpretarlo né se piacergli o meno.
Rimase
comunque profondamente scosso.
-
Ryan?
– Lo chiamò lo stesso Jude capendo che era finito
in un
altro mondo probabilmente a causa sua.
Non
si
dimostrò in nessun modo particolare e il biondo
pensò
che fosse per colpa del loro amico, sicuramente non voleva fare una
certa parte davanti a Matt.
Ma
allora chi era veramente Jude?
Senza
dire nulla e distogliendo immediatamente lo sguardo, si
ficcò
in bocca le rimanenti fette ingozzandosi in modo indecente pur di
finire in fretta e catturare subito Matthew con cui doveva
assolutamente parlare.
Era
arrivato il momento di chiarire, di sapere cosa ne pensava lui e in
caso di aprirgli gli occhi.
Se
Jude
cercava di fregarli non ci sarebbe riuscito.
Non
poteva.
-
Matt,
ma non fai la notte, oggi? – Si illuminò infatti
il giovane
catalizzando totalmente la propria attenzione sul compagno seduto
accanto a loro a bere il caffè ed ignorando totalmente Jude
per la propria sopravvivenza.
-
Si ma
ho delle cose da fare in giro. –
-
Dovresti riposare se hai la notte. – Questo invece fu proprio
il
castano dagli occhi azzurri che apprensivi osservavano il proprio
salvatore. Ricevette un raggio assassino dal biondo ma non fu
calcolato e il moro rispose sorridendo fraterno piacevolmente colpito
dall’attenzione di quel ragazzo che non smetteva di stupirlo
di
volta in volta.
Aveva
riflettuto molto su quello che gli aveva detto quella sera tornato a
casa, sul fatto di donarsi a lui col suo corpo per ricompensarlo, ma
non si era mai immaginato ad accettare una proposta simile, si
sarebbe comunque sentito sporco e non a proprio agio.
Se
sarebbe successo una cosa simile non sarebbe stato per nessun
pagamento.
Lui
aveva aiutato quel ragazzo volentieri poiché si era sentito
in
colpa per l’aggravarsi delle sue condizioni. Era colpa sua e
di suo
padre, non avrebbe mai potuto lasciarlo solo a sé stesso
viste
le chiare problematiche che aveva.
Gli
aveva comunque offerto solo un periodo, il necessario al suo corpo di
rimettersi e guarire.
Però…
però non era forse vero che quel bacio gli era piaciuto
tanto
da sconvolgerlo?
-
Non
preoccuparti, lo farò questo pomeriggio. – Anche
se sapeva
che non l’avrebbe fatto…
-
Matt,
vengo anche io che così ti parlo un attimo! –
Si
intromise nuovamente Ryan secco e deciso alzandosi e correndo fuori
dalla cucina per finire di prepararsi.
Matt
rimase con un commento a mezz’aria insieme alla sua domanda:
-
Ma
non devi lavorare? – Domanda che non ricevette mai risposta
dall’interessato ma al contrario una risata divertita
dall’unico
rimasto che beveva del latte.
-
Sicuramente avrà un po’ di tempo. Per te lo trova
di sicuro!
– Commentò poi con una certa
familiarità
inspiegabile.
Jude
si
sentiva a suo agio e ci si era sentito così dal primo
momento
in cui aveva messo piede in quella casa. Si capiva che aveva un
carattere particolare e molte ombre ma ancor di più era il
suo
vissuto ad essere particolare. Cosa aveva passato per renderlo quello
che era?
Così
difficile capirlo, immaginare… definirlo…
Non
dissero altro, Jude non provocò né fece
conversazione
così come non lo fece Matt lasciando ad ognuno i propri
pensieri sull’altro.
Pensieri
che probabilmente non sarebbero mai venuti allo scoperto.
“Eppure
è una brava persona. Me lo sento. Ci sono cose che non
capisco
e che non vanno, è vero, però è buono.
Lo è
veramente. Ha solo bisogno di un immenso aiuto. Da quello che ho
trovato sul suo corpo visitandolo ho capito che aveva subito ripetuti
abusi di ogni genere. Mi chiedo se non sia capitato fra le mie mani
per nulla…”
Da
questi pensieri profondi e un po’ confusi, Matthew fu
interrotto
dal ritorno dell’uragano che, trascinandolo per il braccio,
non gli
aveva dato tempo di dire altro, né opporsi.
-
Jude,
non starò via tutta la mattina… quando torno ti
medico la
ferita quindi non muoverti! –
Fu
tutto lì quello che riuscì a dire prima di
vedersi la
porta di casa propria chiusa davanti alla sua faccia.
Solo
dopo essere entrati in macchina Ryan lo lasciò respirare e
si
fermò lui stesso.
-
Allora, si può sapere che succede? – Chiese Matt
con
pazienza, quella che in lui sembrava quasi infinita…
Solo
dopo avergli fatto mettere in moto il mezzo ed essere partiti, si
decise a parlare con più calma ma con un certo fare deciso
comunque.
-
Matt,
quello non mi piace! –
-
Ma
dai! – Fu l’immediato commento ironico
dell’altro. Era chiaro
che si trattava di quello… Ryan era un libro aperto per lui.
-
Dai,
smettila! Dico davvero! – Si difese il giovane incrociando le
braccia al petto. Decisamente sapeva essere infantile ma in modo
sempre molto simpatico… era un infantilismo che seccava solo
se
portato all’esasperazione e non era il caso di Ryan il quale
certo
esagerava sempre in tutto, ma non nell’essere infantile!
-
E
perché non ti piace? – Chiese quindi con un
sospiro tornando
il maturo individuo che sapeva sempre cosa dire al momento giusto.
L’altro
allargò le braccia e appoggiando la testa
all’indietro
rispose esasperato:
-
E’
falso e doppiogiochista! E poi il mio istinto mi dice di stargli alla
larga, che non è pulito… ha qualcosa che non va,
anzi, più
di qualcosa! –
Probabilmente
avrebbe continuato per ore ma Matt stringendo le labbra e piegando
leggermente la testa di lato con fare contrariato, l’aveva
fermato
con un pacato ma irremovibile: - Ryan. – Solo con quello.
Poi
aveva aggiunto:
-
E’
un ragazzo che ha subito una terribile aggressione dopo essere stato
violentato ripetutamente. Sul corpo aveva segni di abusi anche
vecchi… non oso immaginare la vita che ha passato e per un
mio
errore se la sarebbe vista anche peggio di quanto non gli fosse
successo fino ad ora. Non intendo lasciarlo per strada. Non aveva un
posto dove andare e soprattutto non aveva la possibilità di
lavorare, per ora. Aveva bisogno di cure per l’operazione
subita e
di aiuto, e gliel’ho dato. Sono un medico chirurgo per
salvare le
persone, non per lasciarle a sé stesso. Se
l’avessi lasciato
solo sarebbe finito di nuovo in strada a prostituirsi e sarebbe
finito sotto terra definitivamente!
Non
intendo proprio cacciarlo solo perché il tuo istinto di
gatto
ti dice che ha un lato nascosto!
Tutti
ne hanno uno, che c’entra? Siamo su questo mondo per aiutare,
non
per uccidere o peggio fare gli indifferenti! –
La
lunga ramanzina era arrivata subito e con profondo stupore di Ryan
era stata anche piuttosto severa anche se non arrabbiata.
Matt
non era uno che risparmiava le parole se sapeva che erano
effettivamente necessarie ed al momento, probabilmente, le aveva
reputate tutte necessarie.
Dal
canto suo, oltre allo stupore per quel discorso, si era sentito
lentamente una schifezza per aver tentato di mandarlo via ed essersi
dimostrato astioso nei suoi confronti, anche se era stato il suo
istinto a farlo agire a quel modo.
Con
un
silenzio proverbiale si disse che non avrebbe mai immaginato una cosa
simile su Jude e poi espresse con cautela questa considerazione,
senza osare guardare il compagno:
-
Non
sapevo nulla di queste cose… sapevo solo che aveva rischiato
di
morire e che aveva ancora bisogno di un po’ di aiuto
momentaneo. –
In fondo non era rimasto senza parole per molto ma il moro non si
sarebbe mai aspettato nulla di diverso.
Non
disse comunque nulla, ormai non aveva nulla da aggiungere. Questo per
lo meno lo pensò sul momento ma poi quando l’altro
continuò
pensieroso inseguendo le sue sensazioni, si trovò un
campanellino a suonargli nella testa.
Un
allarme.
-
Però
è strano… con me si comporta in un modo e con te
in un altro
del tutto diverso… sembra uno che faccia il doppio gioco
però
quando l’ho visto prima con te ho capito… non si
tratta di
questo. Sono tutte autentiche quelle sue ‘facce’.
Allora cosa c’è
in lui? Chi è? Perché fa così? Credo
che quello
che ha vissuto l’abbia segnato molto spingendolo a mettere su
maschere che ora non riesce a buttare giù. Chissà
com’è
l’autentico Jude… –
L’allarme
non se lo spiegò, Matt, ma lo sentì sottoforma di
palpitazione fastidiosa.
Non
lo
guardò, non avrebbe mai voluto osservare la sua espressione
assorta ed immersa mentre immaginava quel ragazzo a casa. Non avrebbe
mai voluto e non lo fece.
Si
controllò tenendo per sé il suo allarme e la
piccola
increspatura dei suoi occhi chiari come il cielo al mattino coperto
di nubi.
Qualcosa
era appena cambiato in Ryan e solo per ‘colpa’ sua.
Il
malessere interiore, Matthew, l’avrebbe sentito a lungo.
Molto
a
lungo.
E
non
se lo sarebbe spiegato testardamente per altrettanto tempo.