Un Posto Per Me

CAPITOLO 7:

GIORNO FELICE


Era il 3 Agosto 2012.
Quello, però, non era un giorno qualsiasi, era uno speciale, di quelli che si aspettavano tutto l’anno intrepidamente. L’importanza in sé non veniva dal protagonista della festa, o meglio anche ma non solo, quanto dal motivo specifico: il cocco di famiglia Basso faceva la bellezza dei tanto agognati 19 anni!
Ok, certo … gli agognati sono i 18, ma i 19 fanno superare l’anno dei 18, lo portano a compimento del tutto, si può dire che i 18 sono completi veramente quando si fanno i 19 e solo in quel giorno puoi capire cosa significhino, sentirti la maturità addosso (se arriva) e ammettere di essere cresciuto (quando mai!), il vero cambiamento non arriva coi 18 anni ma coi 19, per non parlare dei 20!
Ebbene ecco perché il 3 Agosto di quell’anno era importante!
Luca faceva 19 anni dopo un anno burrascoso e regressivo come quello: regressivo nel senso che erano sorti dei problemi che gli avevano fatto molto male, problemi in campo sentimentale ed amicale: con Nike, la sua adorata sorellastra che ormai considerava parte integrante del suo cammino di vita, i rapporti si erano un po’ rotti, raffreddati, e i due si erano inspiegabilmente allontanati. Chiedendolo a loro non l’avrebbero ammesso, avrebbero solo detto che era tutto come sempre, ma in realtà sapevano benissimo che la lontananza c’era stata, la scheggia si era infilata fra i due diventando una specie di trave pesante e impossibile da togliere.
Porre fine a quell’anno per il bel biondo angelico era una gran cosa, sperava che il seguente sarebbe stato migliore!
La natura del suo problema era semplice. Si era accorto di essere perso per quella che aveva sempre considerato una vera sorella e quando era successo era stato troppo tardi, come accadeva sempre, una storia banale scritta da uno con una forte mancanza d’immaginazione e originalità! Ormai però erano così le cose, lui l’aveva data troppo per scontata, convinto che lei ci sarebbe sempre stata pur sposata con qualcun altro. Del resto anche le sue sorelle si erano sposate (a parte Selene) ed erano andate a vivere sole, ma non era andato in crisi, sapeva che era naturale e che loro non se ne sarebbero andate veramente. Aveva sempre pensato che con Nike fosse uguale, salvo poi rendersi conto nel momento di prova che così invece non era!
Non era rimasto deluso da lei bensì da sé stesso che non aveva saputo prendersi una cosa tanto preziosa, capire cosa lei significasse per lui, che era stato così ottuso, ingenuo, ceco, testardo, regredito, imbecille, bambinone … e così non era più riuscito ad essere come un tempo con lei.
Certamente lei percepiva il cambiamento, lo viveva e ne soffriva. Non lo sentiva vicino, non era sicura che se lei fosse stata male o in pericolo, lui sarebbe arrivato e l’avrebbe salvata.
Non era più sicura di questo e le dispiaceva, del resto non poteva legarlo a sé in quel modo, dovevano staccarsi prima o poi e prendere le proprie strade. Non aveva mai capito la natura del loro rapporto, non aveva mai avuto sorelle e fratelli veri anche se loro li considerava tali, non conosceva i diversi tipi di sentimenti che legavano le persone.
Cosa poteva capirne, lei? Aveva lasciato solo che le cose accadessero, le aveva vissute così, con calma, attenzione e pronta a scattare al momento del bisogno. Poi però era arrivato un altro che aveva saputo trovarle quel lato di donna che non aveva mai immaginato di possedere, le aveva donato una passione che non avrebbe mai dimenticato, come se avesse trovato il suo punto debole e l’avesse sfruttato a suo piacimento.
Qual era quel punto debole?
Farla sentire appartenente ad un mondo preciso.
Ad ogni modo ad Agosto Nike e Bryan stavano ancora sorprendentemente insieme, viste le litigate furiose che avevano fatto in quei pochi mesi di relazione. Era arrivata l’estate e nonostante gli oggetti che si tiravano dietro ad ogni appuntamento, lei non aveva mai pensato che prima o poi si sarebbe potuta separare da lui. Si sentiva sotto una sorta di incantesimo, come se lui la controllasse sotto ogni aspetto, era strano, diverso, magico … pericoloso e per questo odiato da Luca con tutte le sue forze!
Quel giorno erano venuti i membri della famiglia con le rispettive tribù, gli amici stretti di Luca coi quali poi di sera sarebbe andato a festeggiare a modo loro, infine c’era stato un gran pranzo cucinato dalla madre e dal padre.
C’erano tutti, ormai, tranne lei, il terrore di Nike. Anche se ormai aveva addirittura 18 anni non riusciva proprio a superare la paura verso di lei!
La prima ad arrivare era stata la famiglia di Elisa. Lei e Filippo con la figlia di 4 anni, Miriam. Lei aveva il pancione, era incinta di un bimbo che ormai a pochi mesi sarebbe nato. Miriam era una personcina piuttosto alta per la sua età, capelli neri e boccolosi come solo i capelli dei bambini sanno essere, occhi grandi, vispi e azzurri, fossette nelle guance ad ogni risolino e vestiti già disordinati. L’intento della mamma , si capiva benissimo, era quello di vestirla bene, ma rimaneva sempre solo un intento, visto che nemmeno per quella volta niente gonna!
Era entrata per prima urlando e saltando, appendendosi al collo degli zii e dei nonni, correndo poi a tormentare i 2 gatti (inizialmente erano 3, ma uno, quello di Astrid, lei se l’era portato via quando si era sposata!) e tirando fuori tutti i giochi possibili. Fu li che Nike comprese di non essere stata ascoltata nemmeno quel giorno: aveva pregato, come di consueto quando loro arrivavano, che i figli fossero malati o colpiti da qualche fulmine, ma ogni volta erano puntualmente in salute, anche troppo!
In seguito arrivarono gli amici, Nicola, Sebastiano e Lorenzo!
Nicola era il migliore amico di Luca, ma erano cresciuti tutti e 4 insieme. Era alto, un giocatore di basket con qualche chilo di troppo dovuto all’amore verso il cibo che non aveva mai saputo diminuire in proporzione allo sport che praticava . Era uno delle ali della squadra, molto abile, era titolare insieme a Luca, playmakar; segnava una marea di canestri a partita. Con loro e sempre titolare c’era anche Sebastiano, lui era la guardia, colui che stava dietro a fare da spalla al playmaker e segnava i canestri da tre punti. Era un tipo molto preciso.
Ma tornando a Nicola: oltre ad essere alto e con dei chili di troppo, non tantissimi tutto sommato, era riuscito a trasformarli in muscoli, aveva dei lineamenti graziosi e semplici, capelli rasati corti e neri. Un carattere estremamente viziato, egocentrico, sicuro di sé, attaccabrighe, caccia guai, stancante e pesante a volte, un tipo che vuole comandare ma che poi però si fa comandare da Luca e solo da lui. Il loro rapporto molto stretto aveva avuto diverse voci maligne in passato … e anche nel presente!
Sebastiano invece era un piccoletto magrolino e sottopeso, grandissimi occhi, lineamenti da cucciolo, sorriso tenerissimo, capelli ricci e corti ma non rasati, con la frangia che copriva la fronte e arrivava fino agli occhi castani. Un sorriso radioso e contagioso. Un tipo decisamente opposto a Nicola. Dolce, calmo, semplice, riflessivo, lento, pigro, senza mai problema alcuno. L’amico ideale!
Infine il terzo: Lorenzo!
Lui era l’unico non sportivo dei 3. Odiava il movimento e la fatica, per cui amava lo studio, era il classico cervellone, un tipo veramente molto intelligente, con un QI sopra la norma. Sin da piccolo conosceva molte cose ed era in grado di sostenere conversazioni con gli adulti mostrando molto interesse. Destinato a diventare qualcuno, il suo obiettivo era di diventare un medico o un avvocato, cose serie insomma, per cui si poteva immaginare che personalità avesse: serio, coscienzioso, non amava molto gli scherzi e non ne faceva a sua volta, ne accettava qualcuno solo dai suoi amici ma niente scherzi cattivi. Non appoggiava le missioni di pericolo e divertimenti, obbediente, preciso e molto colto. D’aspetto di una altezza media, non bellissimo, un volto molto semplice e comune, occhi verde chiaro, capelli biondi e mossi, corporatura media.
Dopo l’arrivo dei tre dell’Ave Maria, Luca fu al settimo cielo e felicissimo, e perfino Nike partecipava con loro ai discorsi; ogni tanto capitava che uscisse con loro, erano buoni amici, ormai, ma se c’era Bryan, lui e Nike finivano per scontrarsi con un muro dove al di là c’erano loro 4 capeggiati da Luca.
Una volta il moro e Nicola avevano addirittura fatto a botte, incomprensione totale di caratteri!
Ecco che poi, completamente ed irrimediabilmente ultima, alla bellezza delle 13.30 si degnò di fare il suo ingresso Astrid con la sua famiglia!
La poveretta Nike era fuori a buttare la spazzatura proprio in quel momento. Non si era accorta dell’arrivo stranamente silenzioso di quella sottospecie di donna e così soprappensiero aveva improvvisamente sentito nei suoi orecchi un urlo da signore delle tenebre, forte, potente e addirittura maschile,!
Alla ormai quasi del tutto bionda (crescendo i capelli le si erano schiariti prendendo più tonalità bionde) le si fermò il cuore, i polmoni svanirono nel nulla e i suoi peli si drizzarono insieme ai suoi capelli!
Fu una vera tragedia!
Pensò che sarebbe morta ma poi con uno scatto gridò anche lei a sua volta e schizzò come solo un gatto avrebbe saputo fare; istintivamente corse in casa zigzagando fra la folla, rifugiandosi dietro a Luca come avrebbe fatto ai vecchi tempi, per un attimo tutti credettero di essere tornati indietro negli anni e una risata generale scoppiò subito:
- E’ arrivata Astrid! -
Affermò divertita Selene.
La scena successiva si svolse velocissima: dalla porta lasciata spalancata fece la sua entrata trionfale una despota alta, bionda, dai capelli con vecchie masch, lisci sopra e mossi sotto, lunghi fino al sedere, un cappello a coppola largo in testa, nero, occhialoni verdi enormi sugli occhi, abiti come al solito strani, come se fosse un’ eterna giovane!
Astrid era proprio arrivata e la seconda persona dopo Nike su cui si fiondò fu il festeggiato!
Lo faceva sempre sin da piccolo, lo prendeva e lo stritolava forte baciandolo e spettinandogli tutti i capelli, crescendo non aveva perso l’abitudine solo che ora lui reagiva diversamente … appena la vedeva con quell’aria da assatanata le voltava le spalle e scappava a gambe levate mentre lei lo rincorreva per tutta la casa investendo chiunque ci fosse sul suo percorso, gridando a braccia tese:
- LUCHINO! FATTI ABBRACCIARE! VIENI TESORO! UN BACINO, DAI! -
Per tutti lui era rimasto il ‘cucciolotto ‘ di sempre, ma solo Astrid continuava a trattarlo da tale!
Alla fine Luca doveva sempre rassegnarsi e venire placcato da lei, che se lo abbracciava e spupazzava per diversi minuti!
Il secondo rifugio di Nike era Elisa, ovviamente!
Infine entrarono Marco scuotendo la testa conscio della moglie irrecuperabile che aveva; certo: irrecuperabile ma divertente!
Il padre fu seguito dai figli, i gemelli saltellanti e felici come dei pazzi scatenati, la copia di Miriam, solo duplicata!
Loro erano omozigoti quindi identici: entrambi biondi come i genitori, carnagione chiara, occhi verdi, sorriso da furbi e molto belli (come un po’ tutti i bambini), un misto fra la mamma e il papà (ma il papà era più bello della mamma, però nessuno osava ammetterlo apertamente!).
Daniele e Michael non avevano un carattere uguale, Michael era il teppista ribelle e combina guai, il braccio, mentre la mente era Daniele, lui era più calmo e controllato ma si faceva trascinare dal fratello nelle sue scorribande ed alla fine era lui a mettere in pratica i piani migliori.
Una coppia pazzesca, coetanei di Miriam. Andavano tutti e tre d’amore e d’accordo.
I gemelli andarono subito alla ricerca di Nike, il loro divertimento massimo sembrava essere proprio imitare la madre nello spaventare la zia minore, questa infatti sospirò cercando di riprendersi dall’infarto e in un attimo si trovò a correre intorno alla sorellastra Elisa: sarebbe stata una lunga giornata, pensò disperata.
Eppure non era poi così male … in fondo quei momenti le sembravano talmente identici a quelli di solo poco tempo prima, quando fra lei e Luca andava tutto per il meglio … già, sembrava proprio così.

La giornata trascorse serena e divertente, l’averla passata con Astrid ed Elisa aveva riportato il tempo indietro e sia Nike che Luca l’avevano gradito tantissimo, erano stati molto bene e non avrebbero potuto aspettarsi di passare delle ore migliori, per quel periodo tutto era stato dimenticato, ogni problema, dubbio, pensiero.
Un momento di shock era stato sapere l’annuncio inaspettato di Astrid, quella pazza aveva pensato bene di riprodursi di nuovo!
Era incinta di appena un mese e si era giustificata dicendo che era successo per simpatia alla sorella, visto che i loro figli dovevano essere sempre coetanei non aveva potuto non cogliere l’occasione. Tutti, logicamente, si erano immaginati il tormento che aveva sicuramente dato a Marco, quel povero Santo di suo marito!
Poi la sera era arrivata e gli amici, raggiunti da altri, si erano radunati in un locale per finire la festa a modo loro. Luca al centro dell’attenzione aveva ricevuto molti regali e continuava a riceverne, stava quindi preparandosi ad avere quello di Nicola, Sebastiano e Lorenzo.
- Ehi, non sarà mica come l’anno scorso, vero? -
Cominciò infatti in tono inquisitorio, non era convinto sulla sanità mentale di quei tre che per essere originali facevano sempre le cose più strambe!
- No, no … stavolta niente night club! L’esperienza si deve ripetere una volta sola! -
Iniziò orgoglioso e divertito Nicola, il moretto aveva un preoccupante ed inspiegabile ghigno sulle labbra, questo il biondino lo notò subito!
- In realtà sappiamo che non ci saresti mai tornato, quindi … -
Continuò Sebastiano allegramente, lasciò così finire di nuovo al moro che al culmine della gioia sentenziò:
- … abbiamo pensato che se Maometto non va alla montagna sarà la montagna ad andare da lui! -
Luca impallidì, ora cominciava perfettamente a capire di cosa si trattava: in quel momento entrarono 3 donne bellissime tutte curve, succinte e con movenze simili a porno star: forse lo erano veramente!
La pelle pallida del protagonista si accese di un violento color rosso e il poveretto si irrigidì coprendosi la faccia con le mani mentre quella di Nike si impietriva, non credeva a quel che vedeva, questa volta si erano superati, ma dentro di sé sperò che questo non significasse che lui avrebbe dovuto dedicarsi a loro, non era tipo.
Fra le risate generali si sentì la musica alzarsi e la voce del DJ annunciare gli auguri a un certo Luca Basso che compiva 19 anni!
Le ragazze si avvicinarono ancheggiando e sorridendo se lo mangiarono con gli occhi, lo presero per mano e lo alzarono in piedi, lui voleva solo sparire tuttavia non riuscì nemmeno a porre resistenza, cercò una via di fuga e mentre comprendeva che non esisteva, con l’anticamera del cervello sentiva la musica: la canzone era Sweet Dreams. Non la notò subito perché era troppo impegnato a sentire cosa facevano le altre 3: dopo averlo circondato eccole muoversi intorno a lui ballando sensualmente, usandolo come palo per la lap-dance.
Bè …” sfuggì al biondo “mica male, no?” Persino uno come lui si era trovato a pensare una cosa simile dal momento che era più la pelle scoperta che quella coperta!
Nonostante ciò, o forse appunto per quello, Luca ormai era paralizzato e imbarazzato al massimo. Non era tipo da mettere le mani su tutte le donne che gli capitavano a tiro e in generale non era un donnaiolo, portarlo in una situazione simile era puro sadismo.
Molte ragazze invidiarono quelle donne, il giovane quella sera era a dir poco strepitoso: i capelli li aveva un po’ spuntati e gli stavano versione Adam Rickitt diciottenne, oppure Leonardo Di Caprio in Romeo + Giulietta. Gli occhi azzurri dalle pagliuzze dorate spiccavano ancor di più sul volto arrossato e l’espressione imbarazzata gli donava molto, si mordeva nervosamente le bellissime labbra carnose, il corpo atletico da giocatore di basket era fasciato da pantaloni larghi coi tasconi laterali, neri, e una maglia senza maniche attillata, rossa, il suo colore preferito; il suo guardaroba contava solo pantaloni neri e maglie rosse, uno stile che gli donava indubbiamente!
Tuttavia non erano solo le ragazze a mangiarselo con gli occhi, c’era anche una che teoricamente non avrebbe certamente dovuto, non ne avrebbe avuto motivo: Nike!
Si ripeteva fra sé e sé che era stupido da parte sua non perdersi nemmeno un movimento di Luca, come anche si chiedeva che ci facesse lì; tutti, anzi tutte, occupavano tantissimo il festeggiato senza lasciargli un attimo di tempo libero e lei si rendeva conto della dura realtà: il tempo non era tornato indietro come aveva pensato!
Tutti ballavano, bevevano e facevano scherzi di continuo a Luca, lei si sentiva esclusa, in disparte e si divertiva poco, non era di quel mondo, quell’ambiente non le piaceva, non era proprio il suo genere, cominciò subito a pensare a Bryan a cui aveva chiesto di non venire e di lasciarla stare col fratellastro; forse sarebbe stato meglio andare da lui, con lui si sentiva a suo agio perché erano uguali e non sarebbe mai stata fuori posto.
Mentre ponderava di togliere le tende, lanciò uno sguardo a Luca, ancora uno dopo una serata intera passata a fare solo quello. Si sentì subito in colpa dell’idea di andarsene: si divertiva, lui rideva come un pazzo insieme ai suoi amici eterni, era radioso, un sole … lo soprannominavano spesso sole, o leone; lui era veramente raggiante, specie quel giorno.
Rifletté meglio e decise che non avrebbe mai voluto rovinargli la festa, quindi solo per questo non se ne sarebbe andata. Non se lo sarebbe meritato, gli aveva già dato molti problemi durante l’anno e soprattutto l’aveva deluso ampiamente, la consapevolezza di questo le bruciava ma ormai sapeva che non avrebbe potuto farci nulla!
Proprio mentre si era rassegnata a starsene seduta tutto il tempo in un angolo, come evocato dai suoi pensieri era arrivato proprio lui, il protagonista della serata.
Si sedette stancamente in una sedia accanto a lei e asciugandosi il sudore dalla fronte, si portò i capelli all’indietro per poi lasciarli tornare ai lati del viso, infine assetato vedendo che il suo bicchiere era vuoto prese quello di Nike chiedendo distratto se fosse suo, bevendo poi una lunga sorsata.
Lei in tutto questo non si accorse nemmeno di aver trattenuto il respiro.
- Come va? Non mi sembra che ti stia divertendo, so che non è il tuo genere di festa questo. Il locale, la compagnia, la musica, il caldo. Ti ringrazio di essere venuta, non pensavo l’avresti fatto per me … credevo saresti rimasta con … lui. -
sul finale la voce si affievolì e il sorriso si spense, a lei fece male, sapeva l’odio profondo che portava per il suo fidanzato ma non poteva farci nulla. Nike riuscì a sostenere lo sguardo di lui e si sforzò di sorridere, era contenta che si fosse seduto accanto a lei, si sentiva già meglio e pensò che in fondo non era male, se c’era lui.
- Tranquillo, non me la passo poi così male … sopravvivo! E poi con Bryan ho litigato! -
- Di nuovo … -
Non era il massimo per lui parlare di quel tipo, ma faceva un gran lavoro su sé stesso per sembrare il più normale possibile, lei lo apprezzava.
Era una sensazione strana conversare così con lui, lo fecero da vecchi e buoni amici e per un attimo sembrò di nuovo che il tempo fosse tornato indietro.
- Che ne dici? -
- Della festa? -
- No … di Astrid di nuovo incinta! -
Qui si zittì e ci pensò, poi bruscamente rispose:
- Che è la solita pazza! Poveri figli! -
Risero di gusto, bastava parlare di lei ed era subito divertimento assicurato!
Distesi cominciarono a chiacchierare, non parlarono di cose troppo serie, ma fu come parlare per la prima volta dopo anni di silenzi. In realtà erano solo pochi mesi.
Quando Luca fu richiamato dai suoi amici per ballare ancora, al biondo dispiacque, preferiva mille volte far compagnia alla sorellastra. Fu lei a spingerlo ad andare dicendo che sarebbe uscita poiché le mancava l’aria.
Così fece e si separarono.

L’aria aperta l’accolse, calda d’estate ma sempre piacevole, aveva sperato di poter sentirsi meglio però con sua sorpresa dovette addirittura appoggiarsi alla parete per non cadere.
Aggrottò la fronte e si guardò intorno. Le girava la testa.
Il pensiero le volò subito a Luca, forse non aveva dovuto separarsi da lui, sentì chiaramente il desiderio di volerlo lì, confusamente non capì se fosse normale voler lui e non il suo fidanzato.
Solo in quella confusione non capì una cosa: a che punto era il suo rapporto con il biondo?
Non capì.
Come non capì come mai d’improvviso il mondo le si faceva scuro, sempre di più, fino a scivolare nel buio, nel nero.
Nel nulla.
Strano …” Pensò lei mentre scivolava giù.
Magari fu un impressione, eppure le parve di vedere proprio il viso della persona desiderata, poteva star già sognando?
Certo che sognare lui ed il suo sostegno, non era certo male, come malessere!
Si disse anche questo comprendendo che in qualunque modo le cose fossero andate nella realtà, lei non si era fatta male, stranamente. Nessuna botta. Nessuna sensazione di duro contro di sé.
Solo morbido e caldo.
Del resto perché stupirsi? Ci era sempre riuscito ad essere al posto giusto al momento giusto.
Sempre … tranne forse una volta.
Quando?
Si, lo ricordò mentre con sicurezza perdeva del tutto i sensi.
Non era riuscita a proteggerla quando aveva conosciuto Bryan, ed ora ne avrebbe pagato le conseguenze.