UN RITIRO FANTASTICO
CAPITOLO 9:
“UNA LUNGA NOTTE”
Taro
e' andato ad accompagnare Mikako in camera che, a dispetto dei pensieri
sconci di tutti gli altri, si addormenta immediatamente appena appoggia
la testa sul cuscino imitata subito dal suo ragazzo, il quale
però va nel proprio letto e non in quello di lei: sono bravi
ragazzi loro, e poi stanchi come sono hanno la forza di fare ben poco!
Stessa
sorte tocca alle altre coppie, cioè Jun e Yayoi, Hikaru e
Yoshiko.
Idem
per Kojiro, Ken e Takeshi che non hanno nessuno con cui amoreggiare!
Sanae
è in infermeria con Arashi persa fra le dolci braccia di
Orfeo, che attualmente tanto dolci non sono. La guarda pazientemente,
non ha ne fretta ne paura, sa che a momenti arriverà il suo
ragazzo a prenderla.
Il
ragazzo in questione è in camera sua e a sua volta osserva
attentamente Genzo cambiarsi con una maglietta blu notte accompagnata
da un paio di pantaloni di tuta dello stesso colore; è buio
e si muove lentamente per non svegliare Taro che dorme già
nel suo letto.
Prima
di uscire si prende un asciugamano da viso e se lo butta sopra la testa
per strofinarsi i capelli ancora strafondi, questo gesto lo rende
inconsapevolmente affascinante, forse perchè il telo copre
parte del suo volto dall'espressione dura e impenetrabile.
Appena
sono entrambi fuori dalla stanza Tsubasa inizia a parlare col solito
tono d'amico che riserva solo a lui quando sono soli!
-
Come stai?-
-
Bene, non credo di avere la febbre e comunque non ho sonno!-
Risponde
Genzo, ci sono certe situazioni in cui odia essere troppo serio come il
suo carattere gli impone, sa che poi sarebbe costretto a fare i conti
con troppe cose, cose che sono solamente sue, nascoste e che non tira
fuori mai; bisogna avere una certa abilità per riuscire a
farlo riflettere in momenti in cui non lo vuole...o semplicemente
bisogna essere veramente suoi amici con la A maiuscola!
-
Non intendevo quello. Mi riferivo al tuo animo. So che hai capito!-
L'amico
in questione e' proprio Tsubasa.
"Cazzo,
non gli sfugge assolutamente nulla, eh? Ma da quando è
così sveglio? Tanto lo so che Sanae ha fatto miracoli con
lui!"
Pensa
infatti Genzo mentre gli lancia uno sguardo di sottecchi; constatando
che è diventato più serio di lui decide di
provare a leggersi dentro veramente. Non voleva farlo per il semplice
fatto che ha una vaga idea di quello che può trovarci e per
lui non è facile ammettere certe cose, fa una fatica
bestiale a legarsi alle persone ma quando ci riesce ne esce al
più delle volte scottato e deluso, infatti gli unici amici
veri che ha sono i suoi compagni di squadra e se deve essere sincero
non arriva a confidarsi e a parlare di alcune cose nemmeno con loro.
Con
Tsubasa è diverso ed è per questo che ora inizia
a parlare.
-
Se devo essere sincero mi sento strano, non saprei spiegarti il motivo
o il sentimento particolare, so solo che prima, quando Taro ha chiesto
chi si sarebbe fermato con Arashi per la notte, non ho saputo far altro
che offrirmi...non ci pensavo neanche, a dire il vero!
Ripensavo
invece a lei, al modo in cui era quando l'ho trovata, a quello che ho
provato in quel momento...è tutto strano...-
Si
ferma e guardando confuso l'amico che si ferma a sua volta, ricambia lo
sguardo con piu' sicurezza poi continua lentamente, come se cercasse di
leggersi dentro:
-
...quando si tratta di quella ragazza perdo l'autocontrollo, il sangue
freddo, la capacità distaccata di giudicare determinate
situazioni, la calma...tutte cose che mi caratterizzano da sempre.
E'
come se lei mi facesse...non so, mi trasformasse.-
Con
la mente corre a quel sabato in cui si sono dati quel bacio a fior di
labbra nella sala docce con il sottofondo della canzone dei Pink Floyd,
alle carezze che le ha dato, agli sguardi che si sono scambiati, alla
sua testa che prima gli diceva di smetterla, poi di lasciarsi andare.
Inoltre
poco fa è stata la situazione più eclatante di
quanto l'abbia fatto uscire di testa, quando l'ha vista in quello stato
sotto la pioggia tutta bagnata e tremante che piangeva sentendosi sola,
tutto quello che ha saputo fare è stato abbracciarla, per un
lungo attimo si era dimenticato di ogni cosa, persino della strada per
tornare indietro, non riusciva a riflettere e a pensare che doveva
portarla dentro perchè stava male, non si riconosceva
più e in cuor suo sapeva benissimo il motivo,
giaà una volta si era sentito così per una
ragazza ma ricordarsi come era finito tutto lo faceva solo richiudersi
in se stesso rifiutando di poter provare nuovamente sentimenti del
genere.
La
voce più tranquilla di Tsubasa lo fa tornare alla
realtà:
-
Ti sei semplicemente innamorato di lei...queste sono tutte cose che ho
provato anch'io quando ho capito di essere innamorato di Sanae, ma non
le provavo solo allora, le sento tuttora. Mi sono sentito stupido
quando l’ho capito…mi hanno aiutato a
capirlo…è stato come svegliarmi da quel lungo
sonno chiamato vita in cui esisteva solo il calcio.
Sei
strano, non sei più te stesso, ma tutto sommato sai di non
stare male, anzi...ti senti crescere dentro sensazioni uniche, che non
capisci neanche, sai solo che vuoi continuare a provare tutto questo.
Come
già detto prima di rendermi conto di tutto questo credevo
che esistesse unicamente il calcio, non riuscivo nemmeno ad immaginarmi
qualcos'altro che mi potesse dare tutto quello che mi da questo
sport...poi ho capito che potevo provare tutto questo amore per il
gioco grazie soprattutto a Sanae che mi e' stata sempre vicino da
quando mi sono trasferito a Fujisawa. Non riuscirei più a
dare il meglio senza di lei che mi guarda, che mi sostiene, che
è con me qualunque cosa decida di fare, che mi ama sempre,
qualsiasi cosa succeda...lei è una certezza che da un senso
a tutto quello che faccio, mi ha cambiato molto, mi ha fatto aprire gli
occhi su molte cose.
So
che per te è una situazione diversa, ma Arashi non ti
farà scegliere fra calcio e lei come ha fatto quella
ragazza…-
Si
interrompe fissando gli occhi in quelli neri e penetranti di Genzo, vi
legge confusione e forse...
-
Non devi avere paura di provare sentimenti forti come quelli che cerchi
di reprimere!
Comunque
avrai tutto il tempo che vuoi stanotte per farti luce da solo! Sai, mi
sembra strano parlare in questo modo con te…non
l‘avevo mai fatto, vero? Ma da quando sto con Sanae ho una
visione totalmente diversa delle cose…sono maturato, forse,
non lo so. Me ne rendo conto sa solo del mio cambiamento.-
Anche
per Genzo è altrettanto strano sentire cose simili da lui,
ma è piacevole avere un amico così profondo che
oltre al calcio si diletta anche di vita e sentimenti! Finalmente!
-
Si, hai ragione, stanotte ci rifletterò bene e domani
mattina avrai la risposta!-
A
Tsubasa questa risposta basta per tornare al suo sorriso radioso.
Prima
di entrare sempre il N. 10 lo ferma e gli dice:
-
Senti, se durante la notte ti viene sonno o hai bisogno di compagnia o
robe del genere...chiamami pure!-
-
Stai tranquillo!-
E
con un ultimo sguardo complice varcano l'uscio con l'animo
più leggero, ha fatto bene ad entrambi parlare con l'altro,
specialmente a Genzo, Tsubasa gli ha aperto gli occhi su un bel paio di
cosette!
La
stanzetta di infermeria conta di una sola poltroncina situata vicino al
letto dove vi è adagiata Arashi, ed è proprio
lì che il portiere si sistema comodamente, i due amici
augurandogli una buona veglia se ne vanno anche loro a dormire
lasciandolo solo con la bionda in preda ad un incubo che la fa agitare
e parlare nel sonno: si prospetta proprio una bella notte per Genzo!
-
No no...non è vero...non le ho dette io quelle cose...-
La
vocina flebile e priva di forza di Arashi si leva nella stanza
arrivando fino agli orecchi e al cuore del ragazzo seduto accanto a
lei, è sudata e si muove in continuazione sotto quelle
lenzuola leggere, i sogni continuano a tormentarla susseguendosi nella
sua mente, non le danno tregua. Gli stessi sogni che l’hanno
legata a lui in quel modo anormale e delizioso…e viceversa
lui a lei.
Genzo
la osserva preoccupato, non sa come comportarsi, oltre a cambiargli il
panno bagnato dalla fronte imperlata non può fare altro.
Nell'anima
della ragazza si agitano sentimenti contrastanti che provengono tutti
da un'unica fonte, le parole di Mikako.
Lei
con quella accusa ha fatto cadere la maggior parte delle sue credenze e
dei suoi principi, ha sempre odiato le persone superficiali e privi di
una morale, di sentimenti, che giudicano gli altri senza conoscerli
realmente... criticava tutte queste tipologie di persone se ne aveva a
che fare con la consapevolezza di non essere così,
altrimenti sarebbe stato assurdo accanirsi contro qualcosa che
caratterizza te stesso, e lei è sempre stata sicura che
sotto questo aspetto poteva stare tranquilla; ora è come se
dovesse odiarsi da sola...impossibile da pensare ma accorgersi solo ora
e in questo modo crudele di ciò, è dura, troppo
dura da digerire, da accettare, se rifiuta gli altri suoi conoscenti
quando si comportano così, ora che dovrebbe fare lei? Ma la
cosa peggiore è chi le ha fatto notare tutto questo, non una
qualsiasi senza importanza che non sa nulla di lei, in tal caso non
avrebbe avuto nessun peso una critica del genere, ma a dirlo
è stata colei che la conosce meglio di tutti, anche di se
stessa, si fidava profondamente di lei, e appunto per questo le crede
se dice che è superficiale e priva di sentimenti! Senza
sapere dello stato in cui la rossa era quando gliele ha dette.
Non
sapendo che fare in quel momento davanti a tutti che la guardavano
curiosi è scappata specialmente da se stessa, da una se
stessa che odiava, non voleva essere così e aveva paura di
esserlo, l'unica soluzione che ha trovato è stata
nascondersi dagli occhi di tutti, nessuno poteva capire come si
sentiva, ormai non la comprendeva più neanche Mikako;
l'unico posto che le è venuto in mente è stato
esattamente il suo campo da basket, solo lì si sente vera e
a suo agio, la regina incontrastata del suo ambiente naturale, ma in
realtà voleva solamente tornare a casa sua, dalla sua
famiglia che l'ha sempre capita, avrebbe potuto risponderle anche ora,
avrebbe saputo aiutarla coma nessuno era stato capace, così
il solo posto che più si avvicinava a casa sua era il campo
da basket, non aveva neanche sentito la pioggia cadere e infradiciarla,
non le faceva freddo perché aveva già freddo
nell'anima per conto suo. Poi quelle gocce,
quell’acqua…dovevano lavarla, lei lo sperava
mentre si donava irrazionalmente ad essa.
-
No...non voglio essere così...basta, non guardatemi...-
Continuando
a muoversi sempre più bruscamente ha fatto cadere per la
millesima volta il panno bagnato che viene raccolto da Genzo, glielo
bagna rimettendoglielo nuovamente sulla fronte; per un istante si
calma, probabilmente è l'attimo in cui il sogno svanisce
lasciando subito il posto ad un altro peggiore.
Ne
sa qualcosa perché in passato gli è capitata una
febbrona come quella anche a lui, delirava nel sonno ma di quella notte
non ricorda molto, anzi nulla, sa solo che c'è veramente
poco da fare per aiutarla, l'unica è starle accanto in
silenzio come sta già facendo ora.
In
un momento i ricordi arrivano prepotenti e al ragazzo non rimane che
accoglierli con un'espressione cupa.
Dopo
la ragazza che gli aveva chiesto di scegliere fra l’amore e
il calcio ce n’era stata un’altra. Era il periodo
in cui si era trasferito in Germania insieme al suo tutore
perciò era spesso e volentieri solo, ma non era dovuto a
quello il cambiamento d'umore, ma ad una ragazza, la prima per la quale
nutriva dei sentimenti seri, si chiamava Eva ed aveva il classico
carattere freddo, duro e cinico delle bionde tedesche che avevano
dovuto guadagnarsi fama e gloria con le proprie forze e con i mezzi a
sua disposizione, se si conta che i mezzi in questione sono la bellezza
fisica e l'astuzia, basta fare 2più2 e si arriva alle giuste
ed ovvie conclusioni, peccato che Genzo allora non aveva abbastanza
autocontrollo e sangue freddo per calcolare bene la situazione e aprire
gli occhi in tempo. Ha aspettato di innamorarsi di lei per bene prima
di capire ogni cosa. Solo davanti ai fatti compiuti si è
reso conto della vera natura di lei.
Un
giorno l'ha vista baciarsi con un altro ragazzo in un bar e il suo
sguardo non tradiva la minima indecisione o pentimento.
L'impulso
è stato quello di andare là e picchiare tutti e
due ed è stato esattamente ciò che ha fatto, sia
lui che Eva si sono ritrovati con un bel livido ciascuno, ma non
è bastato per calmarlo, il risentimento e la rabbia erano
troppe così incurante della pioggia che prendeva a cadere
gelida come la sua anima è andato al campo da calcio dove si
allenava con la sq tedesca, quella di Schneider, ed ha cominciato a
tirare in porta con quanta più forza aveva in corpo,
nonostante fosse un portiere questi metodi erano universali e
garantiti. Ad accorgersi del suo stato sempre più
pietoso(sia riguardo all'aspetto che all'umore) è stato
solamente il suo capitano, appunto Schneider, avevano appena instaurato
un buon rapporto di amicizia e si capivano al volo, nessuno giudicava
l'altro e se avevano bisogno di qualche aiuto se lo davano senza farsi
domande o richiedere nulla in cambio, non parlavano dei propri problemi
ma erano comunque consapevoli di averne e quali fossero, non si
compativano; il ragazzo biondo dagli occhi azzurri e freddi, infatti,
aveva problemi con la famiglia, così nei momenti neri veniva
anche lui a giocare lì a calcio come Genzo, il calcio non li
tradiva mai, era sempre lì a loro disposizione per aiutarli,
era l'unica cosa che funzionava; quella volta l'aveva trovato che
tirava rabbioso e con forza in porta, percepiva la sua furia
incontrollata che esplodeva allo stesso modo della palla mentre entrava
in rete alzando una lunga scia di fango e pioggia al suo passaggio.
Genzo doveva essere lì da un bel po' di tempo infatti aveva
una bruttissima cera e nell'esatto istante in cui l'amico gli si era
avvicinato, gli era caduto fra le braccia privo di sensi e senza dire
mezza parola ne pensarci un attimo l'aveva subito portato a casa sua e
curato come poteva, ovviamente poi il moro aveva passato tutta la notte
a casa sua in quello stato delirante, Schneider gli era rimasto vicino
tutto il tempo in silenzio e serio, gli cambiava il panno bagnato dalla
fronte e gli asciugava il sudore dal volto, ascoltava ciò
che diceva imprecando contro Eva.
Il
mattino seguente il ragazzo tedesco non gli aveva chiesto nulla, aveva
accettato quello che si sentiva di dire Genzo ancora pieno di febbre,
era rimasto qualche giorno a casa sua e parlando a sprazzichi era
riuscito a raccontargli la sua storia perché anche se
Schneider non voleva sapere cosa l'aveva fatto stare così
male, lui sapeva di doverglielo, in un certo senso era servito per
esorcizzare ogni cosa, dopo quel periodo passato a casa sua
cambiò profondamente adottando la sua filosofia di vita, il
suo terribile sangue freddo e un autocontrollo leggendario per poi
diventare quello che era ora!
Di
tutta questa storia ne sono a conoscenza solamente lui.
E'
stato di grande aiuto, il capitano tedesco, gli è
dispiaciuto andarsene dalla Germania per tornare in Giappone, ma si
tengono in contatto tuttora. (ora non li separerei mai…ma mi
serviva così, qua!!! NdAka)
Nessuno
sa di questa particolare amicizia fra loro, a tutti sembra improbabile
che due così siano amici perciò preferiscono far
finta di nulla e sembrare i classici lupi solitari.
Ed
ora c'è lei, Arashi, ragazza tutta l'opposto di Eva che
sembra provare un certo debole per lui, con lui c'è stato un
mezzo bacio a fior di labbra e non saprebbe neanche spiegarne il motivo
visto che nessuno dei due dopo quell'episodio ne ha più
parlato. Certo, fra una cosa e l'altra sono diventati molto amici,
soprattutto grazie a Taro e Mikako, sa che gli sta estremamente
simpatica e che in questi momenti di tristezza la capisce, ma non sa se
è solo questo oppure è tutto più
profondo e complicato di come è ora.
Tsubasa
lo ha fatto riflettere molto con le sue parole, lui crede che Genzo
dovrebbe aprirsi di più con lei, lasciarsi andare come gli
chiedono gli ormoni, ma la ragione lo frena eccome, è stato
troppo scottato in passato e non vuole ricaderci.
Il
pensiero gli vola inevitabilmente a Schneider in Germania...cosa
farebbe al suo posto? Sa bene che non gli consiglierebbe nulla, non
è il tipo, ma immedesimandosi in lui che farebbe?
Ci
andrebbe coi piedi di piombo, ma questa è una sfida e se lo
conosce bene lui le sfide non le rifiuta mai, di qualunque tipo siano
non si tira mai indietro. Non scapperebbe mai e poi mai.
Si,
farebbe così, magari renderebbe la vita impossibile alla
pretendente in questione ma non lascerebbe cadere tutto così!
Un
sorriso enigmatico, uno dei suoi, gli si dipinge sul volto all'immagine
fiera e fredda dell'amico in Germania ma viene subito cancellato da un
urlo di rabbia della bionda distesa nel letto sul disfatto andante.;
lui la guarda e incapace di fare altro le prende una mano stringendola
dolcemente a quel tocco Arashi si calma, sembra cambiare completamente
tono, forse nel suo incubo è comparso qualcuno in grado di
aiutarla, a confermare ciò la ragazza sussurra flebilmente:
-
Oh, sei tu...sei arrivato...ti prego rimani...non andartene...non
lasciarmi sola anche tu...Genzo...-
Un
tuffo al cuore lo prende…possibile che si senta
già così legata a lui?
In
quel momento lei alza l'altra mano a mezz'aria e come se cercasse
qualcosa o qualcuno spalanca gli occhi ma sono strani....assenti,
vacui, sembrano senza pupilla e sono di un verde chiaro incredibile,
sono impressionanti.
Il
ragazzo si rende conto che sta ancora dormendo, ha gli occhi aperti ma
non vede nulla, o meglio vede quello che succede nel suo sogno.
-
Non allontanarti...-
Poi
si mette seduta, è sempre in questo stato di semi -
incoscienza, non riesce a svegliarsi e continua a parlare sempre
più piano:
-
Non andartene...almeno tu...-
A
queste parole Genzo afferra anche l'altra mano, poi sussurra in modo
non suo:
-
Sono qui, stai tranquilla...non vado via...-
E
lei come se l'avesse sentito veramente lo abbraccia debolmente
accennando ad un piccolo sorriso sereno:
-
Ti ho trovato.-
Mormora
infatti a fior di labbra e come se fosse finito anche il suo incubo si
lascia cadere stancamente sul letto richiudendo gli occhi senza
lasciare la mano.
Guardandola
dormire finalmente tranquilla e con un dolce sorriso sulle labbra a
Genzo arriva come un flash chiaro, nitido e semplice, è un
piccolo ma forte pensiero che lo attraversa in un istante per rimanere
insinuato nella sua testa finché non lo dice a voce, come a
volerlo ammettere a se stesso:
-
Mi sono innamorato di Arashi...-
Una
strana sensazione si fa largo dentro di lui, una sensazione che gli
crea un grande bisogno di toccarla, con due dita la sfiora scostandole
alcune ciocche della frangia appiccicate alla fronte e alle guance, poi
con un sorriso appena accennato si prepara ad accogliere la sfida
lanciata a livello inconscio da lei in questo modo insolito.
-
Dormi piccola...io non me ne vado.-
Termina
posandogli un lieve bacio sulla fronte..
La
mattina dopo nella stanza immersa nei caldi colori dell'alba, si
affacciano silenziosamente Tsubasa e Taro venuti a controllare che fine
avevano fatto i due ragazzi durante la notte e li trovano entrambi
addormentati con delle dolci espressioni dipinte sul volto.
Genzo
seduto nella poltroncina vicino al letto ha la testa adagiata sulle
braccia incrociate a loro volta sul materasso; una mano tiene quella di
Arashi e un sorriso soddisfatto appare sulle facce dei due amici che
lentamente si girano ed escono senza avere il coraggio di svegliarli.
Mentre
tornano in camera Taro dice in tono scherzoso a Tsubasa:
-
E tutto questo è successo solo a causa di voci maligne!-
Tsubasa
ribatte prontamente:
-
Già, non c'è più religione in questo
mondo!-
E
ridacchiando fra di loro continuano a camminare con gli animi
decisamente più leggeri.
Inutile
dire che Arashi e Mikako hanno fatto subito pace!