CAPITOLO
13:
VOICE OF SOUL
/Tai/
Che palle, che rottura, non ce la
faccio a starmene buono da solo in casa… ma
perché mai uno come me super socievole abita da solo? In
queste condizioni la solitudine è devastante per me, ho
bisogno di casino, di gente sempre intorno, di qualcuno che non mi
faccia mai sentire solo…
Dannazione, se me ne sto
così mi deprimo, guardo il buio della stanza, ascolto il
silenzio e me ne sto solo zitto!
Non ce la faccio proprio,
è più forte di me, devo fare qualcosa o distruggo
tutto.
È tutto troppo anche
per me, sono schiacciato dal mio ruolo e da me stesso, che diavolo
dovrei fare ora che sappiamo? Era meglio non sapere… sono
bravo a dare coraggio agli altri ma mi servirebbe un miracolo ora per
tirare tutti fuori da questo guaio.
Cazzo, me ne stavo così
bene per i fatti miei, accidenti a me e a quando ho aperto la
mail… chi ha mai detto che mi annoio se non mi ficco in
qualche guaio? Che mi diverto a nuotarci dentro? Che è la
mia linfa vitale questo rischio continuo?
Ah già… sono
stato io a dirlo!
Cambio posizione per
l’ennesima volta sul divano, chiudo la televisione e mi ficco
in bocca l’ultimo boccone di panino, almeno la fame non
riesce ad andarmi via. Mi alzo in fretta dal divano e sbuffando faccio
quello che faccio sempre in queste condizioni, esco e vado da lui.
È più forte di me, non gli chiedo mai nulla di
particolare, nessun consiglio, solo che mi piace stare in sua
compagnia, anche se non lo ammetterei facilmente. Non è che
mi dà coraggio ma mi calma, mi aiuta a pensare o
semplicemente ferma i miei pensieri, cosa non molto facile in certi
momenti.
Ora non so perché ci
vado, ne avrei così tanti di motivi che non so proprio quale
scegliere, ma tanto sono tutti ottimi!
Ho bisogno di stare con qualcuno e
siccome sono tutti fidanzati o sposati i miei amici, non posso far
altro che andare da lui scapolo come me, anche se immagino che le
avventure le abbia eccome!
Questi pensieri su di lui calmano
il flusso di caos e agitazione al mio cervello già caotico
di per sé senza bisogno di questo stress altisonante che mi
rimbomba nelle pareti del cranio, alla fine in un modo o
nell’altro mi è utile, no?
Faccio l’ultima curva
rimanendo in quarta, senza diminuire la velocità giro il
volante con la sinistra, con la destra spengo il cellulare
istintivamente, non mi spiego il gesto, potrebbe esserci qualche
notizia grave che devo sapere subito ma non voglio essere reperibile
per nessuno, non stanotte… anche l’inumano Tai ha
bisogno di staccare ogni tanto!
Poi la casa di Matt mi fa fare la
consueta frenata che lascia tutte le gomme sull’asfalto,
l’odore familiare mi fa arricciare il naso ma non importa
molto in realtà.
Cerco di tenere la testa occupata
per non pensare a quanto accaduto oggi, stasera e accadrà
domani, quando mi chiederanno tutti cosa faremo adesso. Non voglio
pensarci perché la risposta non la so.
Posso arrivare a pensare a
stanotte, cosa sarà… sarà una notte
come tutte quelle che passo con Matt. Tutto qua.
Salgo le scale e come mio solito
entro senza bussare, è il metodo segreto che conosco solo io
così per fargli una sorpresa o non scomodarlo,
così mi faccio da solo gli onori di casa!
Appena entro mi accoglie un
delizioso ambiente musicale dove la chitarra elettrica va ad un volume
accettabile vista l’ora, la canzone è tutto
sommato familiare anch’essa visto che la suona spesso,
è di una malinconia allucinante. Rimango paralizzato ed ogni
sproloquio mentale svanisce subito. Istintivamente rallento il passo e
lo guardo in silenzio, col mio migliore amico avrei voluto mostrarmi il
pagliaccio di sempre per un paio d’ore di spensieratezza, ma
questo manda a quel paese tutti i miei propositi.
Divento ermeticamente serio e la
tristezza della canzone si riflette sul momento in cui siamo, la
situazione e i nostri stati d’animo.
Tutto sommato ogni tanto mi
è capitato qualche CD dei Death fra le mani, l’ho
sempre scartato perché in effetti ne hanno fatte poche di
canzoni belle, quelle poche, però, sono proprio da
ascoltare. Una di queste è Voice of soul, un brano
interamente musicale per lo più giocato sulle chitarre
elettriche ed acustiche, qualcosa di molto serio che colpisce e come la
suona Matt non la fa nessuno. Potevano esserci parole ed avrebbero
rovinato tutto, per questo apprezzo canzoni simili nonostante a me
piacciano molto i testi; spesso in effetti non ci va inserito nulla,
solo un silenzio vocale che esprime molto più di quanto non
si sarebbe potuto fare aggiungendo chissà quale toccante
verso. Se la musica e basta, musica metal, anzi, molto havy direi,
riesce ad essere così incisiva e profonda e trasmette un
interno mondo di voci di anime, allora la canzone è a dir
poco riuscita!
Mi siedo a terra ai piedi del
divano, è il mio posto preferito, lo faccio spesso, mi sento
più me stesso qua; appoggio la schiena al sedile e guardando
avanti perso nel vuoto, penso a nulla perdendomi solo in questa melodia
molto triste che mi fa ricordare quei bambini che ci rimettono per
colpa di un nuovo folle fissato coi propri desideri. Alla fine di
questo si tratta, per quanto nobili possano essere le sue intenzioni.
Che stanchezza. Come si fa a far
smettere queste ruote che non si fermano mai? Pensi di riuscire a
sistemare ma poi una nuova riparte e tu ricominci da capo!
In uno stato d’animo
completamente nuovo o semplicemente sincero, non mostro più
l’ombra di nessun falso sorriso ma solo quel che ho dentro,
una serietà profonda e pesante.
Ora la sento tutta la pesantezza
che mi schiaccia, questa pressione. Devo essere un attimo sincero con
me stesso.
Tutti mi credono chissà
chi, capace di mille azioni grandiose, la verità
è che sono solo un incosciente impulsivo, ma quando
c’è poco da essere impulsivi ed incoscienti non
sono nessuno.
Eccomi schiacciato sotto questa
consapevolezza, impossibilitato a far altro se non lasciarmi andare in
questo posto che mi ha visto altre volte così; faccio
scivolare la testa all’indietro appoggiando la nuca nel
cuscino morbido dove i miei capelli castani si spargono comodi. Anche
Matt è appoggiato semi seduto sul bracciolo e suona la sua
adorata chitarra mentre come per miracolo posso notare la camicia che
ha indossato al posto delle solite maglie attillate a collo alto,
è adagiata sopra e lo squadro con sguardo vago e perso, la
sua immagine snella mi arriva al contrario e da
un’angolazione strana.
Vorrei saper vedere il mondo da
questo lato per sempre.
Perché?
Ma che ne so, forse riuscirei a
cambiare quando serve e non sarei dannatamente sempre lo stesso bambino
imbecille che conta solo sugli altri per risolvere tutto…
facendo per di più lo sborone!
So bene come sono, so le
aspettative degli altri, so anche che sono pieno di difetti ma non so
cambiare. Non voglio cambiare perché in fondo tutti si
aspettano questa da Tai e Tai non può deluderli!
Lo scruto ancora mentre queste
considerazioni mi fanno sentire una piccola merda.
Matt è più
brillante di me, è anche più bello.
Perché alla fine ho
insistito tanto per comandare su tutti? Ok che sono stati anche loro a
darmi il loro consenso però io ci godevo a dare ordini,
specie a lui, pur io avendo le mie brave crisi per questo ruolo.
Ero solo un bambino ma crescendo
non siamo stati capaci di cambiare.
Io non lo sono stato.
Sono rimasto sempre uguale e alla
pressione non reggo, mi dico che sono sbagliato e servirebbe essere
più come Matt, però rimango sempre
Tai… finché un fulmine dal cielo non mi colpisce
ed in qualche modo tutto si risolve.
Ecco cosa farò, come al
solito… aspetterò la manna dal cielo.
Qualcosa succederà
pure, no?
Se non la trovo io la soluzione,
come è probabile, arriverà da sola ed io
farò finta di averla scovata per primo, perché
sono bravo in questo!
Dannato Matt, è colpa
della sua canzone e quando canta è pure più figo
del solito, fortuna che si limita a suonare, ora… ha un aria
così sexy che se fossi gay me lo farei seduta stante!
Al pensiero alzo di colpo la testa
e mi viene quasi un colpo… cazzo, cosa mi sto dicendo?
Si, perché nessuno mi
impedisce di essere gay realmente. Certo, come se non ho avuto dubbi in
passato, sempre a causa di questo belloccio qua!
Forse sono ubriaco ed in effetti
sarebbe utile esserlo, perché l’aria malinconica
che ho ora si spiegherebbe facilmente ma non ho bisogno di fingere, con
lui non ne ho mai avuto e non inizierò ora.
La musica si ferma e Matt lascia
il silenzio senza sostituire la sua chitarra con
qualcos’altro, è pesante però. Il
silenzio, dico.
Ma non solo.
Anche questo momento.
Questo periodo.
Questo stato d’animo.
Questo ruolo.
Questo sentimento.
Ho bisogno di sentirmi leggerlo e
lui è l’unico che ha questo potere.
Appoggia la chitarra con cura
sull’apposito aggeggio accanto all’amplificatore
che spegne, poi si fa scivolare leggero, come di rito, accanto a me
anche lui per terra. Appoggia la schiena al divano ed evitiamo di
guardarci, non serve, conosciamo a memoria le nostre mimiche facciali
in ogni momento e situazione.
Stiamo zitti per un po’,
sapeva che sarei venuto infatti non ha chiuso a chiave e non era
nemmeno andato a dormire. Lo sapeva.
Casa sua è il mio
rifugio preferito.
Lui lo è.
Cavolo, stasera
c’è un atmosfera particolare.
Molto.
Troppo.
C’è qualcosa
nell’aria, stasera, che non so proprio più cosa
possa essere.
Così lo chiedo a
bruciapelo all’unica persona a cui posso pensare di
confidarlo senza vergogna ed esitazione.
- Matt, cosa devo fare io ora?
Cioè, domani quando vedremo gli altri per risolvere questa
cosa e mi chiederanno istintivamente: ‘cosa si
fa?’, io cosa risponderò? -
/Matt/
Qua però non posso non
guardarlo, sposto tutta la testa e la giro verso di lui, fisso i miei
occhi nei suoi castani, lo guardo per bene stupito e non nascondo lo
stupore che sto provando, cresce a dismisura mentre vedo la sua aria
convinta e seria di quel che dice.
Lui… uno come lui che
non solo soffre la pressione, ma addirittura chiede a me, ma dico,
PROPRIO ME, colui con cui si è sempre scontrato per il
ruolo, per avere ragione, per comandare e cose simili, insomma LUI
chiede a ME cosa fare?!
Ma è proprio messo
male, è impazzito… insomma, non avrei mai pensato
di assistere ad una scena simile, di sentirlo pronunciare quelle parole
a me, raramente gli è successo ma questa volta credo superi
tutte le altre!
Cosa dovrei fare?
Rido!
Ovvio che rido, la situazione
sarebbe seria e lo è stata fin’ora, anche quello
che ha detto e sta provando lo è ma io proprio non arrivo a
non ridere. Non è che ridacchio sommessamente, mi sganascio,
rido rumorosamente come penso mai ho fatto in vita mia. Rido di cuore e
di gusto perché è decisamente troppo buffo e
comico, non solo lui ma anche la situazione!
Grandioso!
Lui mi fissa a sua volta e non
capisce proprio cosa ci sia tanto da ridere in una situazione simile,
che di divertente e rilassante ha proprio poco. Lo posso
immaginare…lui finalmente voleva fare la parte della persona
seria e coscienziosa nonché preoccupata ed io gli rido in
faccia!
Semplicemente fantastico!
- Ma che c’è?
-
Mi chiede seccato, io rispondo
ridendo sempre più forte e quando lui esclama offeso:
- Insomma, Matt, io sono serio e
angosciato e tu ci ridi su? Ma sei proprio stronzo! -
A questo sbotto cerco di
controllarmi, così a fatica smetto di ridere ma poi quando
torno a guardarlo sempre con la sua solita aria imbronciata per essere
stato preso per il fondoschiena, riprendo inesorabile a ridere!
Già,
c’è poco da fare quando inizia così,
lui allora seccatissimo rimette la testa sul sedile, gonfia le guance e
guardando il soffitto incrocia le braccia sul petto… ricorda
troppo un bambino!
Sto così a ridere a
lungo, poi quando le energie se ne vanno decido di rispondergli e di
smettere, mi riprendo a fatica, in effetti, ma ce la faccio e questo
importa.
- Ma non ha senso che proprio tu
venga a chiedere a me consiglio su come comportarti… tanto
farai come hai sempre fatto, ovvero di testa tua! Perché sai
fare solo questo e così è sempre andato bene. Tu
che soffri la pressione… mi mancava la scenetta! Dai, su,
non guardarmi storto, lo sai che ho ragione. Uno come te non ha bisogno
di chiedere consigli a nessuno, azzecchi sempre perché non
ci pensi mai e vai dritto per la strada che ti sembra meglio in quel
momento. -
Mi sento molto loquace ma penso di
aver parlato abbastanza, così torno al mio silenzio e torno
a riporre i miei occhi azzurri su quelli scuri di lui che a sua volta
hanno ripreso a guardarmi stupito per le parole che gli ho tirato
fuori, forse un po’ imbarazzanti lo sono ma che ci potevo
fare? Mi ha chiesto il punto di vista ed io dovevo darglielo!
Lo scruto più
tranquillamente senza più rivedermi il Tai sotto pressione
che chiede consiglio, un immagine che mi farebbe di nuovo ridere, lo
scruto e vedo un uomo di nuovo serio colpito dalle mie parole che in un
certo senso gli hanno fatto un gran piacere. Tai è speciale
anche per questo, non si rende conto di esserlo, di essere
così come io l’ho dipinto. Anche se è
egocentrico, lo è in un modo che non contempla
l’ammissione che ho fatto io.
Forse nemmeno pensava che io a mia
volta pensassi queste cose, probabile in effetti, ma credo che in
realtà l’abbia sempre saputo, come ha sempre
saputo che quello che proviamo l’uno per l’altro
è troppo stretto, qualunque cosa sia, qualunque nome abbia.
È forte ed indistruttibile, profondo.
Riesco a vedere il vero Tai solo
io e succede non solo perché io so vederlo, ma
perché lui si mostra a me e non ha paura di snudarsi qua; lo
fa e basta perché sa che non lo traviserei, non lo caccerei
e nemmeno lo tratterei male. Sa come io lo tratto e cerca esattamente
questo e non lo vuole da uno qualunque, lo vuole da me.
Il nostro rapporto è
sempre stato un po’ conflittuale ma non è tanto
questo il punto quanto che in qualunque modo finivamo per parlare,
litigare o meno, poi tornavamo sempre l’uno
dall’altro, inseparabili ed indispensabili. Come quella
famosa nostra ultima battaglia da bambini su Digiworld. Quando io me ne
ero andato e la compagnia si era sfaldata, lui era stato attaccato dal
Digimon definitivo, sapeva che da solo non ce l’avrebbe fatta
e sapeva anche che io sarei arrivato da lui, non è scappato
ma mi ha aspettato combattendo rischiando la vita. L’ha fatto
per tenere duro e continuare insieme a me, come avevamo sempre fatto,
come era giusto che fosse.
Anche prima di allora, sulla
terra, abbiamo avuto un disperato bisogno l’uno
dell’altro, ci siamo cercati, trovati e presi senza
più lasciarci e nel momento cruciale, attendendo di venir
colpiti dalle frecce degli angeli digimon, nell’incognita di
cosa sarebbe successo, ci è bastato prenderci per mano e
sapere che saremmo semplicemente stati insieme. Solo questo. Avremmo
abbattuto anche quell’ostacolo, così è
stato.
Rituffandomi nei ricordi per
catturare di nuovo l’immagine di Tai e la sua essenza, mi
dimentico che eravamo rimasti in silenzio a fissarci studiando i nostri
volti e le nostre espressioni.
Si, lo dimentico e quando me ne
rendo conto scopro di aver appena catturato un nuovo tassello che
compone il mosaico del nostro rapporto.
Per me lui è importante
e non solo, voglio trascorrere la mia intera esistenza accanto a lui
perché è l’unico col quale potrei
sinceramente riuscirci, l’unico col quale non crollerei e se
succederebbe poi torneremmo insieme per affrontare le parti
più dure e difficili, perché la nostra forza
è la nostra unione e non c’è scampo.
Il nostro massimo
l’abbiamo sempre dato uniti e quando lo facevamo anche con
l’anima noi eravamo indistruttibili… era una
sensazione fantastica. Era qualcosa di incredibile che darei non so
cosa per ripeterlo.
È qua che mi rendo
conto che in realtà un modo per riprovare questo,
c’è.
Lo fisso ancora ed improvvisamente
non mi sembra assurdo unirci fisicamente, baciarlo… non mi
sembra così orrendo ed improponibile. Perché
è Tai e quindi va bene, vale la pena provarci per vedere se
risento di nuovo quella sensazione pazzesca di unione ed
imbattibilità.
Di amore.
Che serietà
incredibile, data soprattutto dal fatto che lui non dice più
nulla, forse riflette su quel che gli ho detto, sul momento difficile,
sul suo attimo di debolezza e confusione che lo rendono delizioso, o
magari riflette sulle stesse cose su cui sto riflettendo io.
Chissà.
- Pensi davvero quelle cose di me?
-
Forse il tempo è stato
interminabile anche per lui e non solo per me, forse il silenzio
cominciava ad imbarazzarlo e pesargli, forse il rossore che avverto
sulle sue guance è immaginazione… o forse ho
ragione. Anche lui ha la mia stessa opinione.
Però non potevo pensare
che stesse zitto per così tanto tempo!
Non sarebbe Tai se non parlasse
nel momento cruciale, uno anche piuttosto sentimentale!
Sorrido spontaneamente.
- Non mi aspettavo che questo da
te… -
Può intenderlo nel modo
che vuole ma sono certo mi chiederà spiegazione e
continuerà a parlare per l’imbarazzo crescente. Lo
capisce, lo percepisce, è nell’aria il cambiamento
e la mia intenzione di rivolere quella sensazione
d’unità e forza che nella mia vita ho avuto solo
ed unicamente con lui!
- Cioè?
Spiegati… sei tornato stitico di parole, figuriamoci!
Potresti tornare loquace come prima? Ti capivo un po’ meglio
anche se essendo sincero tu sei sempre stato ermetico e
criptico… a parte quando litigavamo… ma poi
sapevo che tornavi sempre da me ed io ti aspettavo per risolvere i
casini più grossi. Che coppia, eh? -
Continua a parlare a macchinetta
facendosi domande e rispondendosi da solo o magari senza nemmeno darmi
tempo di rispondere. È così però ora
che si è acceso, chi lo spegne? Lui lo si spegne solo con la
forza ma io adesso ho voglia di quello, ho sempre più voglia
di quello.
Sento che è
determinante, che devo provarci, che istintivamente è
giusto… dannato Tai, sta un po’ zitto!
Mi mordo il labbro chiedendomi
come fare e in un secondo capisco che c’è solo un
modo.
Gli metto una mano sulla bocca e
lo zittisco con un secco: - Silenzio un po’! -
Lui si irrigidisce
perché non se lo aspettava, così mi fissa con
tanto d’occhi, i suoi adorabili occhi sexy perché
profondi e penetranti. Lui non è bello ma sa avere fascino
inconsapevole. O forse così appare a me e basta, ma in ogni
caso chi se ne frega.
Approfitto ora che sta paralizzato
e soprattutto zitto; sussurro solo:
- Devo fare una cosa… -
Non troppo lentamente mi avvicino
allungandomi verso di lui, faccio scivolare via la mano posandola
intorno al suo collo e delicatamente lo attiro a me intrecciando le
dita alle ciocche della sua nuca spettinata. Trattiene il fiato senza
capire, o forse lo fa proprio perché ha capito.
Non respinge. Del resto non vado
poi così piano… voglio baciarlo e lo
farò!
Poso finalmente le mie labbra
sulle sue ancora aperte per parlare, stupito non si muove e forse non
ricorderà mai cosa sta provando, tuttavia basta che ricordo
io.
Si, avevo ragione.
Ecco qua la sensazione che sentivo
solo quando stavo in perfetta comunione con lui, quando la sintonia era
così alta da lasciarci spiazzati ma divinamente bene, ecco
qua la sensazione del secolo che posso provare solo con lui. Solo ed
esclusivamente con lui.
Accarezzo le sue labbra con le mie
poi esperto, dopo averlo assaggiato superficialmente ed avergli dato il
tempo per abituarsi, socchiudendo gli occhi giro la testa per aver
miglior accesso, metto l’altra mano al suo fianco e lui
rimane sempre immobile, imbambolato.
Lascia che io faccia.
Ed io faccio.
Passo la lingua
all’interno della sua bocca, lo cerco, lo trovo e quando lo
trovo prendo ancora più confidenza con lui e inizio una
specie di massaggio a senso unico, è troppo shockato per
reagire, lo sapevo…
Sto per mollare quando succede
qualcosa, qualcosa che in effetti mi stupisce, il suo solito scoppio
ritardato. Arriva con l’ultimo treno ma arriva.
Reagisce.
Approfondisce a sua volta,
accoglie la mia lingua aprendo di più le labbra, si allunga
anche lui verso di me e iniziando a giocare, anzi direi più
lottare come è nel suo stile, iniziamo a baciarci come si
deve; appena prendiamo il nostro ritmo incalzante che cresce sempre
più la cosa diventa esaltante nonché bella.
È splendido avere il
ritorno, la conferma, sapere che non avevi sbagliato pur il pensiero e
l’azzardo erano stato assurdi e pericolosi.
Qualcosa di fugace che mi girava
da un po’ nella testa, a cui finalmente ho dato retta.
Il desiderio di lui, di provare
quelle cose, era troppo forte.
Solo che ora ci baciamo, lui cerca
il mio corpo con le mani, attraverso i vestiti, rimane un po’
impacciato ma penso giochi molto il fatto che gli piace. Ci troviamo e
stiamo insieme nel senso che ora lo siamo. Siamo insieme profondamente,
intimamente… anima mente corpo.
Ora che l’ho assaggiato
e capito non mi separerò più da lui. Ora sono
completo, sono quel Matt che cercavo di diventare ma che non sono mai
riuscito ad essere del tutto.
Ora e solo ora.
/Tai/
Ecco cosa mi mancava.
Ecco cosa cercavo.
Ecco.
Tutto torna.
Tutto è da me.
Avevo solo bisogno di lui.
Solo.
Ma non come amico,
bensì come persona, come uomo, come la mia parte. Come
sentimento profondo ed importante, prezioso, completo, unico, unito.
Sono solo le nostre voci
dell’anima che finalmente si sono fatte sentire.
Ecco cosa mi mancava a diventare
la persona che cercavo di essere e che non riusciva a tornare.
Lui unito a me in questo modo.
Lui.
Matt.
Gli voglio bene e non come amico.
Lo desidero come persona.
Come il mio uomo.
Mio.