CAPITOLO
14:
TIME IS RUNNING OUT
/Izzy/
Ormai
si sono quasi tutti persi d’animo, si aspettavano che
tirassimo fuori chissà quale piano formidabile, ma cosa
pensano? Che abbiamo la bacchetta magica? Sono in pensiero per Mimi,
è rimasta in ospedale poiché ormai manca poco al
parto, vorrei stare con lei, continuare la mia vita… ma
dall’altra parte desidero aiutare mia figlia, se ha preso un
po’ da sua madre ora sarà in un mare di lacrime,
stretta al suo fedele amico Joji.
Io
non sono con lei, non posso far nulla per aiutarla, io…
vorrei poter fare un sacco di cose eppure nemmeno una è
nelle mie forze. Nemmeno una!
Tai
e Matt dirigono una discussione su cosa sia più utile fare e
proprio ora mi stanno interpellando, io li guardo spaesato e colto alla
sprovvista: cosa gli dico, ora? Se mi mostro perso d’animo e
agitato come reagiranno, loro?
A
volte il mio altruismo è seccante per me in primo luogo!
A
togliermi dall’impiccio sono delle voci, grida che chiamano
aiuto, ci hanno visto arrivare…sono voci di bambini. Mi
illumino come tutti gli altri, qualcuno dice:
-
Sono loro, li abbiamo trovati… - e ci precipitiamo
direttamente nella direzione della gabbia di fili elettrici. Potrei
sentirmi più sollevato ma non c’è male,
almeno posso vedere la mia piccola ed illudermi che finchè
Mimi starà nel mondo reale e non partorirà,
sarà al sicuro. Ora… ora devo salvare Miho. Prima
di ogni altra cosa, per egoismo o per amore o per entrambi.
Farò tutto ciò che posso per lei. Percorro di
corsa tutta l’ampia circonferenza della gabbia e con
attenzione cerco la piccola bambina dai capelli rosso scuro, mi fermo
quando la vedo in compagnia di un bambino dai capelli neri riflessi di
blu e gli occhiali. Ecco Joji, come immaginavo sta con lei e le
dà coraggio.
-
Papà! -
Mi
chiama a gran voce avvicinandosi, presto arrivano anche Joe e Sora per
Joji.
-
Papà, e mamma? -
Vorrei
toccarla, o come vorrei, ma noto che i suoi occhi non sono gonfi di
lacrime e il suo viso, anche se non sorride, è sollevato nel
vedermi. Non ha pianto, è stata coraggiosa.
-
La mamma sta bene, è in ospedale coi medici, forse
farà nascere il tuo fratellino, sai? -
-
Di già? -
Innocentemente
mi guarda chiedendomi coi suoi occhi neri come sia possibile, non ha
capito tutti i giri assurdi che il tempo e questo posto ha fatto fare a
sua madre.
-
Si, ma sta bene… -
Mi
sforzo di sorridere anche se si vede che non sono spontaneo, Joe e Sora
hanno più fortuna con loro figlio, presto si uniscono a noi
anche gli altri per parlarci ed esporci il loro piano. Mi interrompono
dalla mia contemplazione visiva mentre nell’animo continuo a
sentire qualcosa di preoccupante che cresce, non so decifrarla. Spero
che Mimi stia bene. Non può aver già partorito,
no?
-
Allora, dobbiamo farci aiutare da loro e unire i poteri dei digiwise,
per lo meno chi li ha... tenteremo di aprire un digi varco. -
Tai
espone l’idea in maniera un po’ confusa ma in
realtà nemmeno molto. Lo guardo come se lo vedessi per la
prima volta, fino ad ora mi sembra la cosa più sensata che
ho ascoltato. Un sospiro di sollievo, forse funziona ed almeno i
bambini saranno in salvo… forse… è
comunque l’unica speranza.
-
Sbrighiamoci, prima che si accorga che ci siamo… -
-
Aspettate, apro il portatile per attivare il processo di apertura del
varco! -
Lo
faccio mentre le ragazze spiegano agli altri bambini digi prescelti
cosa devono fare, tutti si stringono al centro e li sento mormorare
indistintamente diversi commenti, tiro fuori il mio e al momento di
dare l’ok qualcosa si attiva automaticamente nello schermo
del pc, si tratta della web cam, qualcuno mi sta chiamando tramite
chat.
-
Ma chi… -
Borbotto,
ho una fretta del diavolo, non posso crederci che qualcuno abbia un
tempismo simile ma a farmi dimenticare di ogni cosa è il
viso di Mimi che vedo nel video. Trattengo il fiato e attiro
l’attenzione dei miei amici che mi si stringono intorno. Ha
un aria a dir poco sconvolta ed è tutta sudata mentre le
lacrime le rigano il volto. Agitatissima dice:
-
Izzy! Izzy, è nato… è nato…
il piccolo Jessy! Lo stanno curando, ora me lo portano, lo
terrò con me senza staccarmene… se me lo
porterà via dovrà prendere anche me! Ho
paura… volevo ci fossi anche tu con me. Izzy… ti
prego, fate presto… non voglio che lo prenda. -
E'
molto agitata… già, è
l’unica cosa che realizzo, visto che perdo subito i sensi
sprofondando nel buio più assoluto!
/Sora/
Opporca!
Izzy
cade all’indietro dopo aver roteato gli occhi, viene preso al
volo da Matt che gli stava giusto dietro. Ma come si fa a svenire in un
momento così inopportuno? Bè, ma lo
capisco… è col secondo treno che realizzo a fondo
le parole di Mimi: ha partorito!
In
un certo senso sono zia, visto il legame che abbiamo sviluppato io e
lei. In un attimo le lacrime mi inondano gli occhi che subito si
appannano non facendomi vedere bene, mi porto la mano sulla bocca e
vedendo anche me fuori uso, Tai parla con Mimi mentre Matt si occupa di
Izzy insieme a Joe.
-
Sono felicissimo, Mimi! È bello? Che colore ha gli occhi? E
i capelli? Dai, dimmi a chi assomiglia! Ha pianto tanto appena nato? Io
non so cosa succede quando nascono i bambini, speravo di poterci
essere, sono curioso, dai racconta! È stato un parto
naturale o un taglio cesareo? -
Strabuzzo
gli occhi guardandolo in mezzo al fiume che mi scende… ma
che cavolo sta dicendo questo pazzo? È il momento?
-
Tai, smettila, scemo! Non è il momento… datti una
mossa e renditi utile! -
Lo
ammonisce seccato Matt da dietro, Mimi invece ignora le sue domande e
chiede cosa sia successo a Izzy e perché non lo vede
più, ora è il doppio preoccupata e se speravamo
che Tai potesse calmarla ci sbagliavamo. TK mi guarda
implorante… ha ragione, in fondo quello di calmarla era il
mio compito, solo io ci riuscivo!
Con
fare deciso spodesto il moro dal portatile e mi metto davanti alla
piccola web cam, lei mi vede e si illumina un po’ ma in
effetti è in un mare di lacrime così io cerco di
asciugare le mie.
-
Tesoro, sono contenta per te. Non vediamo tutti l’ora di
vederlo… però tu ora devi stare tranquilla, che
il piccolo sente se sei agitata e ci sta male. -
-
Izzy? -
-
Ehm… la notizia gliel’hai data in maniera
improvvisa, l’hai shockato ed è…
svenuto… ma si riprenderà presto, non pensarci! -
-
Sora, ho paura. -
La
voce le trema e non va avanti a parlare. Che le dico, ora? Posso
spiegarle che stiamo per rispedire i bambini in salvo.
Chissà, ci provo, questo magari la solleverà!
-
Non devi. Forse abbiamo trovato un modo per riportare lì i
bambini rapiti. Cercheremo di aprire un digivarco all’interno
della gabbia. Il problema sarà raggiungere Mr
Elettricità e sconfiggerlo… senza i digimon che
poteri abbiamo, noi? -
Ops,
dovevo tranquillizzarla ed invece forse ho peggiorato le cose. Lei ha
mostrato un aria più entusiasta sull’inizio per
poi spegnersi.
Cosa
posso fare per lei? È sempre stata una persona
così particolare, emotivamente instabile, facile alle
lacrime e all’agitazione… è che
è troppo sensibile. Da piccola si poteva dare la colpa al
fatto che fosse viziata, ma ora è cresciuta, non si tratta
più di quello, solo di sensibilità…
Sospiro
e sorrido un po’ stringendo le labbra.
-
Ora devo chiudere la comunicazione o non faremo in tempo. Sta serena,
su… ce la faremo! -
Detto
ciò lei mi dice un flebile e sconfortato
‘ciao’ e chiudiamo la comunicazione. Si sente sola
ed è preoccupata perché sua figlia è
rapita in questo mondo assurdo, suo marito non sa che pesci prendere, i
suoi amici seguono le orme di suo marito, lei ha partorito e avrebbe
voluto farlo con Izzy accanto, ha paura che le venga portato via anche
la sua nuova creatura, non sa che fare da laggiù…
io la capisco ma che posso farci? A volte è tutto
più grande di me, di tutti noi messi insieme, a volte non so
proprio cosa fare. Anche se salviamo i bambini dobbiamo convincere
questo mostro che... che… ma cosa possiamo dirgli?
Mi
passo una mano fra i capelli nervosa ed è su questo che Izzy
si sveglia!
/Joe/
Ma
che cavolo!
Basta
che loro mi dicano: ‘Joe, pensaci tu!’
Ma
perché? Solo perché sono un dottore? È
solo svenuto, non c’è nulla di grave, è
lo shock, non ci arrivano?
La
gente deve sfruttare fino in fondo il mio ruolo, il mio
lavoro… sono un medico? Bene, rivolgiamoci a lui in caso di
bisogno, e perché non anche in altri casi? Che ne
so… per cose più rilassanti, allegre,
leggere… no!
La
gente si rivolge a me, al di fuori del mio ambito lavorativo, solo per
darmi i loro guai da risolvere, cattive notizie e pressioni da
risollevare.
Chissà
se se ne rendono conto… magari preferivo parlare con Mimi e
congratularmi con lei, o spiegare la situazione ai bambini,
o…
-
Joe? Cosa dici? -
Mi
riscuoto alla chiamata di Matt che sostiene Izzy.
C’è un crescendo d’agitazione ed io ci
vado a braccetto.
-
Cosa dico su cosa? -
Sono
spaesato e lui spazientito mi fa notare che Izzy è svenuto e
che ci serve sveglio.
-
Lo so, sai? Lo vedo anche io! -
-
E allora fa’ qualcosa! -
Comincia
ad alzare la voce, la situazione è critica per tutti e ne
sente gli effetti perfino uno come Matt, ma a me non va’ di
essere trattato così:
-
Ma cosa vuoi che faccia? Non siamo in un ospedale, non ho nessun
attrezzo utile con me… è lo shock, si
riprenderà presto. Fagli aria, alzagli i piedi, vedrai che
si sveglia subito! -
Alzo
a mia volta la voce con nervosismo e come se non bastasse, oltre allo
sguardo freddo e contrariato proveniente da lui,
c’è anche Tai che si mette a fare una stupida
conversazione inutile con Mimi. Anche questo è motivo di
seccatura per Matt che lo ammonisce mentre chiede a Kari, qua vicino,
di far aria a Izzy così lui si alza tirandogli su le gambe.
Non c’è tempo per le sciocchezze eppure sembra che
Tai ne abbia eccome, non sente lo scorrere implacabile del tempo?
Tutta
questa pressione che ci manda il sangue al cervello e ci fa andare di
matto?
Forse
no perché lui matto lo è già di
natura!
Tai
si precipita da noi e guardando Matt come se fosse un mostro, comincia
a litigare con lui, urlano come facevano da bambini e a me il mal di
testa comincia ad aumentare. Ma quanto stress sono capaci di
trasmettere?
-
Joe, tieni tu le gambe di Izzy! -
Eh
già, tu devi litigare, no? Sospiro contrariato ma mio
malgrado non mi lamento a voce e faccio come dice. In fondo ho sempre
fatto come dicevano gli altri, ho questa mania di non prendere le
decisioni da solo, non le so prendere, solo quando sono in ospedale in
qualità di medico ci riesco. E quando sono a casa
c’è Sora e lei le decisioni le sa prendere
così bene, non serve che le prenda anche io.
Che
discorso assurdo!
Io
sono fatto così ma ho capito col tempo che ognuno ha una sua
utilità, non devo dimenticarmi di ciò che Sora mi
ha fatto capire in questo tempo insieme.
Anche
se però i minuti scorrono, l’adrenalina e il
sangue vanno troppo veloci, i bambini cominciano ad urlare impauriti,
Mimi piange dall’altra parte disperata, Sora alza la voce
sovrastando le grida di tutti per farsi sentire, Tai e Matt litigano
tanto per cambiare… come faccio io a non agitarmi a mia
volta? Freneticamente muovo le caviglie di Izzy che reggo per
facilitare la circolazione e senza accorgermene inizio a chiamarlo con
voce acuta e convulsiva!
Forse
il prossimo a sentirsi male sarò io… fortuna che
TK e Kari sono tranquilli, non sarebbe nella loro natura
agitarsi… Kari è qua ma TK?
Dov’è?
Lo trovo dietro a tutti noi che ci guarda, ha una aria…
bè, non so definirla, forse sta pensando di trovarsi in
mezzo a degli alieni.
Ti
prego, TK, fa’ qualcosa!
Il
risveglio di Izzy mi fa prendere fiato e ringraziare il cielo.
/TK/
-
Ehi, ragazzi, calma! Nessuno ha detto che sarebbe stato facile, ma
dobbiamo mettercela tutta, imboccarci le maniche ed agire in fretta ma
con sangue freddo! -
Li
ho visti un tantino partiti con la testa. In alcune situazioni sono il
primo a non capire nulla e perdere la ragione infuriandomi, ma quando
sono tutti nella mia stessa condizione finisco che mi trattengo e
riesco a gestire la situazione. Mi dico che se parto anche io che
succede poi?
Il
resto dei miei amici mi guardano zittendosi di colpo, Kari mi sorride
grata dell’ordine che ho riportato mentre Izzy si alza
barcollante chiedendosi se ha capito bene o era un sogno. Matt come al
solito non si è agitato ma Joe si, come è nel suo
DNA, Sora era troppo occupata a calmare Mimi (ma non sono sicuro ci sia
riuscita), alimentando solo un caos determinato per lo più
dalle urla di Tai che non era d’accordo con Matt per
chissà quale ragione. Ma noto che sono tutti tornato in loro
stessi, più o meno.
-
Allora, vogliamo agire? -
E'
come se i secondi accelerassero, andassero sempre più veloci
e il tempo sfuggisse, non c’è più
tempo, non si può attendere, i batticuori di tutti quanti
rivelano che potremmo anche morire di vecchiaia il minuto dopo e non
potremo fare nulla e solo perché è tutto
sballato.
L’adrenalina
scorre troppo in fretta e tutti subiamo la pressione, se sbagliamo ora
potremmo finire tutti chissà dove. Dobbiamo avere fede,
crederci perché senza avere fiducia totale in ciò
che facciamo, finiremmo male… finiremmo per fallire.
Il
tempo corre? E noi correremo con lui!
Esprimo
questo pensiero anche agli altri e finisco così di
tranquillizzarli, mi guardano più risoluti e sicuri per
ciò che stanno per fare, così parlo anche ai
bambini che cominciano a tremare pensando che non riusciremo mai a
salvarli!
-
Allora, bambini… abbiamo bisogno di voi e della vostra
speranza, della vostra fede! Dovete crederci mentre alzerete il braccio
col digiwise. Dovete credere ciecamente che dopo la luce che si
sprigionerà, il varco sarà per il mondo reale.
Dovete avere fiducia nella vostra salvezza. Mi capite? Se non ci
credete tutti in modo completo, potremmo fallire. Volete rimanere qui
per sempre? -
Dicono
subito un ‘no’ terrorizzato dall’idea di
rimanere lì, così quando chiedo se ci credono che
si salveranno, loro mi guardano coi loro grandi occhi innocenti e
dicono che credono in noi.
-
Dovete tutti fare una cosa, però. Quando arrivate nel mondo
reale dovete fare in modo, con qualunque metodo, di togliere quanta
più corrente elettrica potete. Deve avvenire un gigante
black out. Lo dico specie ai bambini più grandi. So che
potete farcela, sono tutti in allerta per ciò che sta
accadendo, vi aiuteranno! -
Questo
lo aggiunge Izzy che sembra essersi ripreso ed aver attivato il
cervello. Geniale, penso che nessuno in effetti ci avrebbe pensato,
fortuna che c’è!
Così
noi sette ci guardiamo e ci posizioniamo intorno alla gabbia di fili,
alziamo il digiwise, altrettanto fanno i bambini e quando Izzy
dà l’ok col portatile aperto, tutti gli oggetti
che teniamo in mano cominciano ad illuminarsi e a fare il consueto
ticchettio elettronico che da lento cresce fino a diventare un'unica
suoneria sempre più forte, chiudiamo gli occhi e la luce
diventa grande finchè non si unisce e colpisce
l’intera gabbia avvolgendola. Quando riapriamo a forza gli
occhi vediamo che proprio nel soffitto della rete elettrica si
è aperto un varco.
-
Forza, bambini, dovete andare… è la porta del
mondo reale. Noi sistemiamo qua la faccenda! Via! -
Tai
urla a tutti di muoversi e così cominciano a saltare dentro,
gli ultimi sono Miho e Joji che vorrebbero aspettare i genitori, ma con
un risoluto ‘andate ora!’ di Sora, saltano anche
loro.
Così
noi possiamo abbassare i bracci che cominciavano a pesare per la
pressione assurda di quella luce, e sospirare mentre il varco si
richiude.
Ce
la faremo anche noi.
Dobbiamo
crederci.
Dobbiamo
credere nel fatto che abbiamo noi le giuste armi per combattere quel
personaggio assurdo e che lo convinceremo.
-
Già… perché senza
elettricità difficilmente si vive, dobbiamo convincerlo e
fargli capire come stanno le cose. Dobbiamo. -
/Mimi/
È
una scarica di corrente elettrica quella che avvolge la mia stanza
d’ospedale, piena di macchinari che vanno a pieno ritmo.
È come un fulmine che colpisce la stanza, io stringo forte
il mio bambino al petto che comincia a piangere, poi
c’è il buio perché la luce
va’ via e una sensazione ormai familiare di risucchio mi fa
perdere nuovamente i sensi nel viaggio attraverso un varco, verso una
dimensione.
QUELLA
DANNATA DIMENSIONE.
Nessuno
mi porterà via il mio bambino.
Buio.