CAPITOLO 15:
SING FOR ABSOLUTION
/Mimi/
È il buio quello che mi
avvolge quando apro gli occhi. Un buio pressoché totale,
richiudo così gli occhi e cerco di far mente locale. Non
è facile, ho una confusione mentale non indifferente dovuta
al fatto che ultimamente svengo troppo spesso… che razza di
periodo! Tutti questi sbalzi di salute, di umore e di dimensione non
giovano a me e al bambino…
Oh mio Dio, un momento…
ecco il punto! Il mio bambino!
Mi metto a sedere di scatto e la
testa mi gira ma ignoro il fatto, ora solo una cosa mi preme ed
è ciò che chiamo a gran voce, preoccupata
esattamente come (o più) di poco fa in ospedale!
- JESSY! JESSY, PER
L’AMOR DEL CIELO, DOVE SEI? -
Poi in effetti realizzo che
è appena nato e non può parlare. Non vorrei che
questo postaccio influisse negativamente sul suo carattere o peggio me
lo facesse crescere prima del tempo giusto, voglio godermi i suoi
progressi, a parte quando metterà su i primi dentini che mi
farà le notti in bianco… ecco, se quelli vogliono
crescere subito per me va bene, ma il resto, per favore, che rimanga
com’è!
Se l’essere stati
smolecolarizzati durante il trasferimento me lo ha fatto diventare
brutto e deforme?
Il nodo in gola mi opprime le
corde vocali, vorrei piangere, sento che le lacrime premono ma devo
farmi forza, sono una mamma e se il mio piccolo mi sente
così agitata poi sta male anche lui, me l’ha detto
Sora… oh, come vorrei lei fosse qui… ma anche un
altro del gruppo mi va bene… però nemmeno con
tutte le mie forze riesco a parlare o gridare, sono troppo spossata.
Calma, devo stare calma. Dove mai potrà essere il mio
piccolo? Se almeno ci fosse… no, non agitarti, Mimi. Non lo
farò. Rimarrò in me…
- IZZYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!
DANNAZIONE, VIENI SUBITO QUAAAAAA! DOVE SEIIIIIIII! TI VOGLIOOOOO HO
PAURAAAAAA! -
Ehm, ce l’ho messa
tutta, la buona volontà c’era, su…
arrossendo per la figuraccia che ho fatto con me stessa, comincio a
camminare alla cieca.
Ecco, inizio a vedere qualcosa,
sono delle luci intermittenti come quelle dei computers…
come quelle di quel posto dell’altra volta. Mi illumino,
magari Jassy è lì!
Arrivo in quello spazio strano
circondato da fili elettrici, mi infilo abilmente e vedo
quell’ombra dell’altra volta, è davanti
agli schermi sospesi nel nulla, sono accesi e sembra stia guardando
qualcosa ma lo sento irritato, ringhia qualcosa fra sé e
sé ed onestamente non voglio nemmeno sapere di cosa si
tratta.
- Dov’è
Jessy? Il mio piccolo! -
E' meglio specificare che Jassy
è mio figlio, non mi sembra molto sveglio, una testa
meccanica come la sua non comprenderà mai sentimenti
d’amore e legami. Ma non dovrebbe nemmeno concepire quelli
negativi, allora!
Chi cavolo è questo
essere? Bisogna spiegargli chi è in modo che stia al suo
posto e non invada il territorio di competenza altrui.
Lui si gira e quel che mi mostra
mi fa sospendere il fiato mentre il cuore manca un battito. Inglobato
al centro di sé stesso sta dormendo mio figlio. È
così piccolo che si perde in
quell’enormità di cui lui invece è
composto… qualcosa non quadra.
Lui è MR
elettricità, è tutto fatto di fili elettrici che
se li tocchi danno la scossa, perché lui non è
fatto della stessa sostanza?
Cos’è in
realtà, lui?
Stringo gli occhi cercando di
controllare il mio battito accelerato.
- Di nuovo tu! Cosa vuoi? Il patto
è concluso! -
E ora che gli dico? Arriveranno
Tai e gli altri, no? Devo prendere tempo, parlarci… si, ma
io non sono un mostro d’astuzia, mi impappino spesso con le
parole, specie in queste situazioni allarmanti. Come vorrei che Izzy
fosse qui!
- Ecco… non
l’ho fatto apposto, lo stringevo e quando l’hai
preso per sbaglio hai preso anche me, ma visto che sono qua che ne dici
di assumermi come tata? Baderò io a lui, a momenti
comincerà a crescere e se non mangia piangerà
come un matto, ha bisogno del latte materno e se fa cacca e
pipì puzzerà in maniera
insopportabile… e poi scusa, che te ne fai di un bambino
così piccolo qua? Gli altri li mettevi in quella
gabbia… -
Lui mi fissa, o per lo meno sento
che lo fa visto che non ha faccia, però ci scommetterei che
se l’avesse mostrerebbe dell’esasperato odio
incondizionato perché parlo molto.
- Lo so che parlo tanto, me lo
dicono in molti, è solo che se sono nervosa lo faccio ancor
di più, devi scusarmi, sai, ma sono stanca, impaurita,
stressata e agitata. Ho dovuto partorire prima del tempo, da sola,
senza nemmeno mio marito a fianco, con l’altra mia figlia
rapita, con la consapevolezza che mio marito era in
pericolo… ed ora mi porti via anche
l’altro… come posso stare tranquilla e zitta? -
- NON LO SO MA VEDI DI RIUSCIRCI O
TI DO' UNA SCARICA E TI ZITTISCO IO! -
Alza la voce! Lui è
seccato ed alza la sua vociona cavernosa: ecco, ha svegliato il mio
piccolo.
- Guarda che hai fatto, genio!
L’hai svegliato! Sarai pure super tecnologico ma
l’intelligenza per certe cose si sono dimenticati di fartela,
sai? Se tieni un bambino in braccio, non puoi urlare che si spaventa e
se questo succede piange… 3, 2, 1… -
Nemmeno finito di contare che il
pianto acuto del neonato invade questo postaccio tetro e scuro, lui
sospira spazientito e nel farlo si alzano dei fili
tutt’intorno che fanno quel rumore di corto circuito.
Spalanco gli occhi e mi precipito da lui per evitare che faccia quello
che penso:
- Ehi, mica vorrai dargli la
scossa per farlo stare zitto? -
- Non a lui, a te! -
Mi fermo quindi davanti a lui e
noto che in effetti quei fili minacciosi mi stanno tutti in giro.
Tossisco a disagio mentre le urla melodiose del mio piccino ci spaccano
i timpani, sempre che lui ne abbia.
- Oh… tu scherzi, vero?
Se invece di farlo mi dai mio figlio lo zittisco io e tutto torna allo
splendido mortorio di prima! -
Ringhia ancora ed io sorrido di circostanza, sembra
una scena comica invece che drammatica.
A mettermi in salvo
c’è una luce rossa che lampeggia sul suo adorato
monitor gigante, si gira di scatto ma viene fastidiosamente distratto
da Jessy che non smette di urlare, così esasperato lo
disingloba allungandolo verso di me, io cautamente faccio un altro
passo verso di lui e con mille attenzioni a non toccare quella cosa di
ombra che per quanto ne so potrebbe essere gelatina, lo prendo, poi lui
si gira e si immerge nel suo schermo.
Io sospiro e lo stringo.
È così piccino, come si fa a voler rapire un
cosino simile? Separarlo dalla sua mamma… oh, mi piange il
cuore all’idea che avrei dovuto farne a meno, separarmi da
lui. Già l’ho avuto in maniera anomala, ovvero
saltando un paio di mesi di gravidanza, e da sola, senza nessuno che mi
filmasse!
Lo stringo al petto e gli copro la
testolina quasi pelata con la mia mano, è così
piccola che sta tutta sotto il mio palmo. Il cuore mi si allarga
sentendolo fra le mie braccia, al sicuro; anche se io a mia volta non
lo sono almeno mio figlio lo è. Ora può accadere
la fine del mondo, non mi interessa… un momento: e Miho e
Izzy? No, aspetta 'fine', salva prima il resto della mia famiglia!
Lo vedo mangiarsi la mano con gli
occhietti chiusi così capisco che ha fame, allora mi siedo
nell’angolo più distante a lui e tiro fuori un
seno per dargli da mangiare. Eccolo così che succhia
avidamente il suo adorato latte.
Che sensazione incredibile, penso
che tutti nella vita dovrebbero diventare mamme almeno una volta.
Lo auguro perfino a questo gigante!
A proposito di lui…
cosa gli prende? Lo vedo iroso, cioè più di
sempre. Tutti i suoi fili elettrici si agitano intorno e ringhia
qualche imprecazione, non vorrei chiederglielo ma la
curiosità supera ogni senso del dovere:
- Ehi? Che succede?
Perché sei arrabbiato? -
- Mentre monitoravo le nuove
nascite del mondo qualcuno ha portato via i bambini che avevo rapito. -
Ho un istintivo moto
d’esultanza... allora ce l’hanno fatta, si!
- E... dove sono? -
Cautamente continuo ad indagare e
lui sempre più irritato risponde:
- Al sicuro dove io per ora non
posso arrivare… in un luogo isolato da qualsiasi forma
d’elettricità e di corrente! -
Mi viene quasi da
piangere… Miho è sana e salva e non la
prenderà più, sia ringraziato il cielo. Ora manco
solo io… eheh… una sciocchezza!
Certo, io e lui!
Non possiamo vivere senza
elettricità. È da fare qualcosa, no?
/Matt/
Grazie al computer di Izzy
arriviamo al nucleo di questa dimensione ed è avvicinandoci
che sentiamo le urla definibili come isteriche di Mimi. Anche lei
è qui e se urla così significa che sta bene ma
che non è con suo figlio, il che in effetti è
allarmante.
Abbiamo salvato tutti i bambini ma
non abbiamo visto di lei e del suo, avremmo dovuto avvertirla in
qualche modo di tenersi lontana ed isolata, l’abbiamo fatto
coi bambini e non con lei.
Sbuffo nervoso, abbiamo
già un gran daffare contro questa essenza informe, come
facciamo a gestire anche Mimi? Guardo Izzy mentre alza gli occhi in
direzione delle urla e con un pizzico d’agitazione (questo
ragazzo l’ho visto agitato solo a causa della moglie e dei
figli, è incredibile come certe persone cambino a causa di
altre!) nella voce, dice:
- E' là da lui, la
direzione è quella indicata dalla mappa… allora
ha preso Jessy! -
Senza pensarci due volte comincia
a correre senza accorgersi che prima di lui lo stava già
facendo uno a caso: Tai!
Sospiro lasciando cadere
pesantemente le mani lungo i fianchi… che personaggi!
- Forza, seguiamoli! -
Dico ai rimanenti.
In poco tempo arriviamo dove sono
Mimi, il figlio e quell’ombra. È davanti ad uno
schermo gigante sospeso nel vuoto che lo guarda e un sacco di fili
elettrici gli girano intorno, si è innervosito…
anzi, diciamo pure arrabbiato. Ottimo!
Come lo gestiamo uno che solo
toccandoci può darci la scossa e farci trapassare?
Su questi pensieri un tantino
disfattisti la voce di Mimi mi riporta al di qua della barricata. Izzy
si è precipitato da lei abbracciandola, è molto
contento di vederla e finalmente sono rilassati, per quanto in una
situazione del genere sia possibile. Eccoli sistemati quei due. La
circondano tutti ignorando quell’ombra presa dalle sue ire
funeste, guardano il bambino e danno le proprie
felicitazioni… ma è il momento, questo?
- Non vorrei interrompere un
momento tanto sereno ma abbiamo un compito da terminare… -
Tutti mi guardano un po’
contrariati ma fortunatamente Sora mi dà ragione e
lentamente anche gli altri dietro di lei. Si alzano facendo da barriera
a Mimi e al piccolo, ok, mi sta bene… basta che tirino fuori
anche un’idea.
- Tai, che si fa? -
Kari lo chiede al fratello per
abitudine ma l’avrei fatto anche io. Tai lo fissa con
attenzione ed una smorfia di disgusto gli si forma.
- Che pessimo gusto
d’arredo, che ha! -
Un gocciolone cala sulle nostre
teste così tirandogli un calcio alla caviglia lo aggredisco
a voce:
- Senti, vedi di fare un
po’ la persona seria, se ti riesce! Dobbiamo trovare il modo
di sistemarlo! -
Tai mi si rivolta contro:
- Lo so anche io, sai ,cosa credi!
Ma non c’è nulla di male ad alleggerire la
situazione! -
- No, non è che tu
l’alleggerisci… la prendi con leggerezza,
è diverso! -
- Ma non farmi ridere…
dove sta la differenza? Sempre di leggero si tratta! -
Sto per rispondergli ancora quando
Sora si mette in mezzo e con aria ferma ci zittisce, proprio come hai
vecchi tempi. Certe cose non cambiano mai!
- Ragazzi, è strano...
noi siamo qua ma lui sembra nemmeno calcolarci… -
E' TK a notarlo, mentre anche Mimi
si alza stringendo il piccolo.
- Già, come se nei suoi
piani noi non esistessimo, non gli facciamo né caldo
né freddo! -
Puntualizza Kari. Io mi unisco a
loro e vedo che a Tai spuntano altri punti interrogativi.
- Io invece ho notato
un’altra cosa. È strano. Lui l’altra
volta ha detto di essere scienza e tecnologia, quindi di
elettricità, in un certo senso. Ma quando sono arrivata
teneva in sé Jessy e dormiva tranquillo, non dà
scosse, è un ammasso senza sostanza di qualcosa di
indefinito… non è proprio elettricità,
tanto meno progresso. -
Osservazione interessante.
- Tanto più che non
può arrivare ai bambini se non sono in un luogo dove sta
dell’elettricità o un macchinario che funziona a
corrente. -
Continua Sora.
- Infatti… quando ha
preso me e il bambino, poco fa, è successo che un
macchinario lì nella mia stanza è andato in corto
ed una scarica elettrica ha invaso la camera, poi è venuto
il conseguente blackout e noi siamo stati risucchiati! -
Spiega Mimi.
- Quindi lui ha bisogno della
corrente elettrica... -
Mormoro io immerso in mille pezzi
di puzzle che si stanno ricomponendo.
- Quindi lui DOVREBBE essere fatto
di corrente elettrica ma in realtà non è
così. È solo il suo mondo ad essere fatto
così, lui è altro! -
Riassume in modo semplicistico Tai
che finalmente sembra essere tornato in sé e nel suo ruolo,
chissà quanto durerà!
- Probabilmente nemmeno lui
è cosciente di questo, non sa cos’è in
realtà, sa solo che esiste e che invece non vorrebbe! -
Ipotesi acuta di Joe.
Allora Izzy si intromette dopo
aver studiato attentamente la situazione e parte con la sua teoria:
- Penso che le cose stiano
così: questa è la dimensione
dell’elettricità che è ciò
che ha permesso agli uomini di evolversi e progredire, creare scienza,
tecnologia e quant’altro. Lui quindi crede di essere
l’incarnazione di queste cose perché è
ciò che vede che sta facendo deteriorare il mondo, nessuno
gli ha spiegato chi è ma se lui fosse
l’incarnazione della causa della tecnologia sarebbe fatto
d’elettricità come tutto questo mondo! Invece
è inconsistente e sembra fatto… come
di… -
- Sentimenti! Teneva Jessy
facendolo dormire come se gli dispiacesse lasciarlo a terra
poiché è piccolissimo! -
Irrompe Mimi.
- Inoltre non faceva del male ai
bambini! -
Osserva Sora.
- Esatto… potrebbe
essere fatto di sentimenti, quelli sono inconsistenti… -
- Ma perché non li
dimostra maggiormente? Il suo avere dei sentimenti si limita a piccoli
dettagli quasi irrilevanti. Uno che è fatto SOLO di
sentimenti non si limiterebbe a non far del male a dei bambini. -
Smonta tutti Joe…
è la sua mania, non è cambiato molto!
- Ehi, mica vero! Tenete conto
che, da quanto ha detto a Mimi l’altra volta, vuole
distruggere il futuro nel presente. Perché questo? -
Faccio riflettere gli altri con
quest’idea che mi si forma in testa, a seguirla è
mio fratello che sembra illuminarsi arrivandoci:
- Perché vuole impedire
la distruzione del mondo che deriverà dalla tecnologia! Dal
suo punto di vista vuole salvarlo! -
- E c’è anche
il fatto che cerca la propria pace. Se gli uomini non esistessero
più non esisterebbe più la tecnologia, quindi lui
potrebbe stare in pace… -
Prosegue Kari con una luce nello
sguardo, quella che non riesce a spegnere mai.
- Ma così lui si
dissolverebbe! Questo non lo sa… -
Izzy cerca di continuare il suo
discorso ma viene interrotto da Tai:
- Si ma a noi non importa! Quello
che ci interessa è sapere che eliminando lui il mondo non
smette di esistere, perché lui non è
elettricità, quindi tecnologia, quindi progresso e tutto il
resto! -
- Si, genio, però non
possiamo lasciare che attui il suo piano! -
Lo spengo immediatamente con la
pazienza che di nuovo svanisce:
- Eh? -
Sora sospira e con la calma che la
caratterizza gli spiega:
- Ascolta… finora
abbiamo capito che lui vorrebbe eliminare
l’umanità dal mondo, senza ucciderli,
semplicemente togliendoli dalla Terra e dalle loro vite. Lo farebbe per
poter evitare la fine del mondo, per permettere al mondo di esistere
come ai tempi primordiali quando c’era solo pace. Lui in
questo modo si dissolverebbe, non vivrebbe in pace. Non esisterebbe
più poiché niente sentimenti, niente
‘lui’!
Va bene che a noi farebbe comodo,
ma non possiamo aspettare che lui attui il suo piano, perché
i bambini sarebbero tutti intrappolati qua e gli uomini adulti
sarebbero tutti morti di vecchiaia. Capisci perché comunque
dobbiamo evitare che lui riesca ad attuare il suo piano? -
Ok, è contorto per lui
che di solito pensa all’azione, però spero che ora
abbia capito!
- Ma si… in un certo
senso avevo capito qualcosa, su… -
Cerca di aggiustare il tiro per
poi chiedere a Izzy:
- E allora che si fa? -
- E allora io non so…
bisogna vedere la sua prossima mossa, ora che gli abbiamo
momentaneamente impedito di attuare il suo piano cosa farà?
Si chiederà di cosa è veramente fatto lui o
troverà un altro modo? Magari diventerà drastico
e ucciderà tutti…che ne sappiamo! -
In effetti non è molto
semplice, ok, per nulla!
/Kari/
- Fermi ragazzi! -
Esclamo mentre una lampadina si
accende nella mia testa. Tutti si girano verso di me che cerco di far
prendere forma definita alla mia idea.
- Ascoltate… abbiamo
detto che è fatto di sentimenti. Di chi? -
- Bè, degli
umani… è collegato a quel mondo. -
- Esatto! Niente umani niente
sentimenti e quindi niente ‘lui’! -
- Eh, si, ma… -
- Aspettate… vi siete
chiesti come mai non li dimostra del tutto? -
- Perché ne ha
troppi… sono troppo intensi e contrastanti, per cui si
annullano a vicenda senza dare sfogo in modo definito. Ecco
perché lui non si rende conto di cosa è fatto
realmente! -
- Esatto! Penso anche io sia
così, più che sentimenti generici credo possiamo
circoscriverli in quelli che riguardano il progresso e la tecnologia.
Ma sempre di sentimenti si tratta. In mezzo ce ne sono comunque di
positivi come il voler migliorare la medicina per salvare vite umane...
non tutti i sentimenti di quel settore sono negativi. Quindi lui non
è del tutto negativo. Ha solo un caos universale dentro di
sé e non ne capisce la causa! -
- Ma certo… hai
ragione. L’unica cosa sensata da fare è far leva
su quei sentimenti positivi… -
Conclude Mimi. Probabilmente ci
aveva pensato per un attimo anche lei prima, quando era sola ed ha
visto che l’essere teneva in braccio il suo piccolo e lui non
piangeva, ma poi l’agitazione gli ha fatto dimenticare
quest’idea.
Sorride materna e accarezzo il
piccolo Jessy, poi guardo gli altri soffermandomi su Tai serio:
- Dobbiamo solo parlargli,
spiegargli come stanno le cose e far luce su quel caos di sentimenti di
cui è fatto. Capirà da solo la giusta strada. -
Mio fratello a sua volta ribatte,
dopo essersi ripetuto le mie parole:
- Quindi solo parlare…
senza azione, trappole, pugni e cose simili? -
- Si! -
- Oh… -
Sembra proprio deluso, si
aspettava chissà cosa. Mi fa ridere di gusto e
così anche gli altri allentano la tensione grati di aver
trovato una via fattibile da percorrere. Far luce a qualcuno che
viaggia nel buio non è facile ma l’ho fatto molte
volte. Possiamo riuscirci e come direbbe TK: dobbiamo solo crederci!
Dopo esserci guardati con aria
risoluta e decisa, ci avviciniamo a quell’ombra circondata da
lampi elettronici, lo guardiamo e penso che come me tutti stiano
cercando le parole più adatte per iniziare il discorso.
Prego solo che non sia Tai a paralre per primo, anzi, che non parli
proprio, impulsivo com’è rovinerebbe tutto!
- Ehi, tu! -
Eccolo che parte con tono
accusatore e per nulla amichevole, Matt fa presto a mettergli la mano
sulla bocca e zittirlo, in una sorta di abbraccio lo tiene fermo per
controllarlo così continua lui al posto di
quell’impulsivo:
- Ciao, come va? -
Sorride come a scusarsi e sperare,
nello stesso tempo, di non farlo arrabbiare. L’ombra sembra
puntare la sua attenzione su di noi, come se ci studiasse si sofferma
su Mimi riconoscendola poi con voce cavernosa e furiosa dice:
- Voi! Siete stati voi!
È colpa vostra! Io vi ho graziati non calcolandovi e voi mi
ricompensate così? -
Bè, dal suo punto di
vista ha ragione…
- Ce l'hanno sempre detto tutti
che è colpa nostra se il loro piano fallisce, lieti di
esserci riusciti anche con te! -
Tai aveva morso la mano di Matt
per parlare ancora, Matt così gli dà un calcio
negli stinchi e si accascia dolorante distribuendo insulti!
- Cosa volete? -
- Parlare! -
Si fa avanti TK provando a calmare
i bollenti spiriti. Ha un aria serena, sembra non aver paura e penso
che questo lo colpirà. Lui sembra interessato
così chiede con una leggera calma in più rispetto
a prima:
- Di cosa? -
E' confuso, lo sento.
Perché sente che le nostre intenzioni non sono cattive e
vede che non abbiamo paura. Percepisce i nostri sentimenti e li
confronta con la parte che ha in sé stesso. È
confuso, molto. Questo è il momento, TK lo capisce
così continua:
- Volevamo ringraziarti per non
aver fatto del male ai bambini… -
Lui si stranisce, non si sarebbe
mai aspettato una cosa simile ed in effetti nemmeno io, ma TK ha avuto
una grande idea. Vediamo che fa se siamo gentili con lui.
- Non ho mai avuto intenzione di
far loro del male. -
- L’abbiamo capito. Come
abbiamo capito chi sei. -
- L’ho già
detto a lei - Indica Mimi e lei fa un sorriso di circostanza
aggiungendo:
- Eh, ormai noi siamo amici, vero?
-
Penso lo dica scherzando per
sdrammatizzare un po’ ma forse un po’ ne
è anche convinta…conoscendola potrebbe essere
così!
- Amici? Che significa? -
- Io penso che tu lo
sappia… -
TK riparte all’attacco,
adoro quando fa quello sguardo. L’essere spaesato risponde
vago:
- Io… no…
sono solo l’incarnazione del progresso… -
- Questo è quello che
pensi tu! -
Tai si è di nuovo
liberato di Matt che penso subito gli darà un colpo in testa
per addormentarlo. Non capisco perché abbia tutta questa
ostilità nei suoi confronti… forse è
solo per principio. A volte è incomprensibile!
Io non ce l’ho con lui,
è un tipo onesto, in fondo. Si è creato e nessuno
gli ha spiegato chi fosse, il suo ruolo e cose simili e considerando il
caos cosmico che ha dentro di sé, è da ammirare.
La sua intenzione è di tutto rispetto… non il
modo con cui intendeva arrivarci, però!
- Che vuoi dire? -
Ringhia innervosendosi di nuovo,
così questa volta decido di parlare io con gentilezza:
- No, calmati… lui non
sa esprimersi civilmente. Voleva dire che in realtà sei
sempre stato solo e nessuno ti ha spiegato chi sei realmente e quale
ruolo hai all’interno di questo universo. -
- Sono sempre stato solo, chi
doveva spiegarmi cosa? -
Bè, anche lui ha
ragione…
- Noi siamo qui per aiutarti a
capire chi sei in realtà. -
- E come potete saperlo, voi? -
Il fondo di nervosismo
c’è sempre, pronto ad accusarci o farci fuori. Non
lo farebbe mai.
A questo punto interviene Izzy che
con la sua aria adulta ed intelligente ha più leva:
- Perché noi siamo
coloro che ti hanno creato! -
Questo è un colpo di
genio che solo lui avrebbe potuto avere, tutti lo fissiamo pieni
d’ammirazione mentre Matt fa di tutto per impedira a Tai di
sgamarlo. In un certo senso, però, potrebbe essere
vero… anche noi abbiamo sentimenti che formano una parte di
lui. Soprattutto Izzy, devo dire: ha l’aria dello scienziato,
penso possa crederci!
- Voi…? -
Si ferma cominciando a farsi
più piccolo, non capiamo che gli succeda, forse è
pieno di sgomento e la confusione lo schiaccia più di prima.
- Si! -
Il silenzio cala e tutti si
chiedono come continuerà ma abbiamo fiducia, penso che
andrà tutto bene. Anzi, ne sono sicura.
- Tu non sei
l’incarnazione del progresso, sei fatto dei sentimenti umani
derivati dal progresso. Se fossi solo progresso saresti come questa
dimensione, pieno d’elettricità. In
realtà sei innocuo. -
Boccheggia, fa fatica a crederci,
dopo aver passato un eternità a credere di essere qualcosa a
causa del luogo circostante, è ovvio che non è
facile credere ad altro.
- No… non è
vero. Io… sono solo stanco di tutto questo autodistruggersi.
Il mondo morirà presto ed io voglio solo la pace. -
- Lo vedi? Provi
sentimenti… anche il non aver fatto del male ai bambini
l’ha dimostrato. Tu sei fatto di sentimenti e il caos che
provi deriva da essi. Ce ne sono così tanti e
così in contrasto fra loro che spesso si annullano, hanno
l’unico potere di confonderti. Fin’ora ci sono
riusciti… -
Cala un altro pesante silenzio e
mentre a me comincia a dispiacere per lui, lui stesso si fa sempre
più piccolo. Mi sembra di sentire quel che prova, come se
fosse umano… ma del resto i sentimenti di cui è
fatto sono umani quindi anche lui lo è.
- Allora non voglio provarli, sono
cattivi… devo eliminarli, mi fanno star male. La
confusione… è… -
Izzy qui si ferma senza saper come
rimediare ed è proprio a questo punto che lo schermo acceso
si spegne. La corrente è sparita dal mondo. Momentaneamente
sparita.
Lui si gira e comincia ad
agitarsi, prova ad ordinare ai fili di darne ancora ma non succede
nulla, come se fosse impotente perché in realtà
lui non è ciò che pensava. Se lo fosse stato ora
potrebbe riuscire a fare quel che vorrebbe. Si sta rendendo veramente
conto che è impotente perché non è chi
credeva d’essere, sta male e a me viene da piangere per lui.
Oh se potessi esprimere del sincero dispiacere e farglielo capire,
farglielo arrivare. Mi faccio avanti e con gli occhi lucidi permetto al
mio corpo avvolto da un alone luminoso di fargli luce. In fondo
è ciò di cui sono fatta.
- Non temere, non devi avere
paura. Gli uomini si stanno difendendo da te perché ti
credono cattivo, non sanno in realtà chi sei, non sanno che
sei buono, che sei una loro vittima… non sanno che tu
chiedevi solo della pace… -
Mi sforzo di sorridere per non
sembrare troppo malinconica ma pensando al suo fato mi si stringe il
cuore. Tutti sospendono il fiato. Tutti.
Lui sposta la sua attenzione su di
me, sento che mi sta guardando e mi sembra di vedere più
distinta la sua forma e il suo immenso timore, la sua sofferenza.
Prende forma ai miei occhi. Ha la forma della bontà.
- Io…
buono…? Volevo fermare il loro futuro… -
- Ma volevi farlo per salvare la
Terra e vivere in pace, per l’assoluzione. -
- Si, è
vero… io volevo questo ma ora… ora cosa posso
fare? Ora cosa VOGLIO? -
- Non temere, tu lo sai in
realtà… non tutti i tuoi sentimenti sono negativi
e brutti, ci sono anche quelli buoni, scovali in te, io ti
darò la luce per trovarli, per trovare la tua
strada… -
Allargo le braccia e mi faccio
avvolgere, era diventato molto piccolo e la paura se lo stava mangiando
ma adesso mentre si fa aiutare da me sento il suo sollievo, sento che
gli sto trasmettendo la luce e lui non si sente circondato di buio. Ora
sta meglio. Ed anche io.
/Tai/
Sono stato più o meno
passivo a guardare tutta la scena, non credo che possa veramente
possedere l’intelligenza necessaria per poter farsi da parte.
Uno che voleva distruggere l’umanità per salvare
la Terra ed ottenere la propria pace, non penso che possa rinunciare
tanto facilmente al suo progetto…
Ok, bene. Ora sa chi è,
sa che non è solo cattivo, però non è
nemmeno solo buono. Sarò un po’ rigido
d’idee ma la mia diffidenza spesso ci ha salvato la vita!
Mi libero da Matt e finalmente non
mi torna addosso, pensa che starò buono. Per ora guardiamo.
Mia sorella è sempre
stata troppo fiduciosa nel prossimo, ha tante qualità ma a
volte alcune possono anche essere viste come difetti.
Dopo lunghi istanti sembrano
separarsi e quella ‘cosa’ ringrazia Kari,
è contento, ora ha visto sé stesso e come stanno
le cose ma ha ancora un dubbio e questa volta nessuno mi
zittirà perché so già cosa sta per
dire.
- Però non credo che
sia giusto salvare tutti gli uomini. Non se lo meritano. Loro
continueranno ad utilizzare male questo ‘potere’
che hanno nelle loro mani, la tecnologia continuerà il suo
progresso e il mondo morirà ugualmente…
è triste. Perché voi li state aiutando?
Perché bisogna lasciar passivamente che facciano? -
Visto? Lo sapevo! Ora chi lo
convince? In realtà non ha molto torto… in
realtà cosa gli si può dire?
Che io, e penso come me tutti
quanti, amo vivere? Che non importa come sarà
purchè si possa? Che per capire perché lasciare
le cose così bisognerebbe diventare umani come noi e vivere
come facciamo noi? Non potrà mai farlo…
però qualcosa voglio dirglielo perché mi ha
stufato tutto questo suo vittimismo, mi ha stufato lui!
A noi nessuno ci ha detto che
siamo esseri umani quando siamo nati, semplicemente abbiamo vissuto
seguendo i nostri genitori e quando ci siamo separati da loro abbiamo
continuato secondo il nostro buon senso. Ci siamo fatti un sacco di
domande e ad alcune abbiamo dato risposta mentre ad altre no,
però siamo sempre andati avanti lo stesso senza far del male
agli innocenti. Anche se non sempre si meritavano di essere salvati,
l’abbiamo sempre fatto perché avevamo fiducia nel
futuro e nel fatto che non saranno mai tutti
‘cattivi’!
Ed ora tutti a compatirlo, ad
essere gentili con lui e balle varie… solo perché
poteva farci tutti fuori? Solo perché non ha mai avuto
nessuno con cui stare? Perché? Ha i sentimenti umani ed una
coscienza per capire che vuole la pace e la bontà ma non
quella che gli fa capire che si sbaglia sterminando
l’umanità? Che stupidaggine!
È tutto troppo facile e
buonista.
Non mi piace per questo ed ora mi
sentirà!
- Ehi, parla l’uomo
vissuto! -
Esordisco in questo modo ed ho il
mio classico tono battagliero, tutti mi guardano e Matt fa cenno di
farmi tacere, io l’allontano e mi avvicino a
‘lui’.
Immagino che se avesse gli occhi
mi fisserebbe sorpreso ma non li ha e indovina un po’? Non li
ha perché non è un uomo!
- Tu hai i sentimenti degli uomini
riguardo al progresso, ma è tutto lì. Non hai
quelli per la vita stessa, non SEI un uomo e per questo non capirai mai
PERCHE’ lasciarli vivere. Perché se non hai mai
vissuto non sai perché bisogna continuare a salvare gli
esseri umani! -
- Tai… -
Kari pronuncia il mio nome con
aria flebile, come a chiedermi il favore di non continuare.
Perché? Lo sto ferendo? Bene, così magari capisce
che deve stare al suo posto!
- Ascoltami bene, massa informe!
Senza gli uomini tu non esisteresti e non proveresti ora queste belle
cose grazie a Kari. Gli uomini che tanto accusi devi ringraziarli
invece che sopprimerli. Ti piace, ora, stare qui con noi, vero? Bene,
ma sappi di chi è il merito! -
- Però non gli si
può dare torto… io sono un uomo di scienza, sto
studiando tanto per poter fare qualcosa di buono e utile per
l’umanità, un umanità che non sempre si
merita di essere salvata, che spesso distrugge… -
Joe prova a farmi capire il suo
punto di vista, non è agguerrito come me ma ce la mette
tutta.
- …e che spesso salva
come fai tu! Ci sono tante ragioni per lasciarli morire, anzi, per
ucciderli proprio, ma ce ne sono altrettante anche per lasciarli vivere
e salvarli! Il mondo è bello di natura ma a volte lo diventa
ancor di più se c’è qualcuno che lo sa
valorizzare. Sono il primo ad infuriarmi con le teste di cazzo che lo
rovinano e lo sporcano, che fanno le guerre e ammazzano innocenti, ma
quando si è onesti lo si deve essere fino in fondo! Non si
può fare di tutta l’erba un fascio, ci sono tanti
ottimi elementi che migliorano la Terra in cui viviamo; siccome non si
può selezionare i buoni e i cattivi allora si deve convivere
e lasciare che le cose facciano il loro corso! -
Dopo la sfuriata in cui ho parlato
molto veloce gridando, sento gli sguardi di tutti addosso e Matt non ha
più provato a fermarmi, è rimasto indietro
spostando spesso lo sguardo verso il basso. So che lui mi aveva capito
e so che la pensa come me. Lo so. Avrò troppa fiducia nel
mondo e nelle persone ma crederci è l’unica cosa
che ci è rimasta, che possiamo veramente fare.
- Noi non siamo in grado di
condannare nessuno… se non è bello portare ad un
eccessivo progresso il mondo, non lo è nemmeno far sparire
da esso tutti i bambini solo per salvarlo! L’unica vera
innocenza di tutta l’umanità sono loro e tu
avresti punito proprio loro, condannandoli ad
un’eternità in questa dimensione del cavolo! Chi
è più condannabile fra i due? Lo capisci o vuoi
un disegno? -
Volevo calmarmi, pensavo di
esserci riuscito ma il silenzio quasi mortale che
c’è mi ha mandato di nuovo il sangue alla testa,
non so se ci riesco a fermarmi così roteo gli occhi verso i
miei amici che non mi guardano più, forse si sentono un
po’ in colpa anche loro, chissà.
Infine i miei occhi irosi si
posano sul piccolo che stringe Mimi… no, penso che in linea
di massima fossero tutti d’accordo con me solo che non
avessero il coraggio di esprimerlo in maniera così chiara,
senza indorargli la pillola. Torno a girarmi finalmente calmo:
- Ci sono state molte occasioni in
cui gli uomini si sono trovati in pericolo a causa di qualche digimon
malvagio che veniva nel mondo reale… sono sempre stati
salvati. Quando è capitato a me l’ho fatto
pensando ad una cosa. Sai a cosa? Che se non lo facessi non sentirei
più ridere di felicità sincera nessuno, adulto o
bambino che sia. Io per come sono fatto non sopporterei di non sentire
più risate, preferire morire piuttosto che vivere in un
posto cupo dove nessuno ride. Quello sarebbe triste e brutto.
Finchè c’è solo una persona che lo fa,
che è felice, che si diverte per motivi innocenti e giusti,
allora vale la pena aiutare tutti quanti! Penso a questo! -
Ecco di nuovo quel fastidioso
silenzio. Mi secca aver fatto la parte del sentimentale, penso di
esserlo stato questa volta. Sbuffo. È che volevo solo
più azione e movimento… non si è
scatenato nessun finimondo, in fondo, abbiamo fatto tutto ragionando e
parlando. Vabbè che comunque senza i digimon noi avremmo
potuto far poco, dovrei essere contento di come sono andate le cose.
Eddai, lo sono, solo che questo
personaggio mi aveva proprio irritato. Ora ho la netta sensazione che
abbia capito, anche se sta in silenzio senza spiccicare parola.
Pazienza.
Mi volto mormorando un basso:
- Voglio andarmene di qua! -
E continuano a guardarmi; cavolo,
mi sa che dovrò farmi pagare!
L’unico che mi segue
è Matt, bene, sapevo che l’avrei avuto del tutto
dalla mia, gli altri sono solo sbigottiti, non hanno nulla contro di me
solo che non si aspettavano che fossi capace di dire cose simili.
Comunque è esattamente quello che penso.
- Aspetta! -
Eccolo lì…
mi mancava il suo vocione cavernoso. Mi fermo mantenendo le spalle, lui
continua:
- Volevo solo dirti…
grazie… -
Di nuovo silenzio, sento che
sorridono in quel modo per me imbarazzante, lo stesso che sto facendo
io: un sorriso compiaciuto ma anche sornione. Sapevo che ce
l’avrei fatta, ci volevo io.
- C’è poco da
fare, senza di me che fareste? -
Liquido così la
faccenda e tutti mi si fanno intorno spintonandomi e ridendo,
ovviamente fra questi non c’è Matt che, invece, mi
viene davanti, mi lascia i suoi occhi azzurri e quel sorriso per cui ho
sempre fatto in modo che il mondo non finisse mai.
Ho lasciato la mia impronta anche
questa volta!
- Ora che farai? -
Chiede Mimi al
‘coso’, sta sorridendo ed è un
po’ malinconica, conoscendola si era affezionata e le
dispiace lasciarlo… se potesse se lo porterebbe dietro.
Ricordo quando a Digiworld da bambini si è separata dal
gruppo, Joe è andato con lei per proteggerla ma so che ad un
certo punto si sono separati anche loro. Bè, lei nonostante
fosse sola è arrivata da me al momento giusto, quando ci
servivano rinforzi, e con lei c’erano una marea di digimon
fra vecchi e nuovi… mai visti tanti digimon seguire una sola
persona. Lei è così, si fa coinvolgere e cattura
tutti ma riesce a portarli sempre con sé perché
il suo è un cuore grande. Sorrido sentendola fare
conversazione con quello che era nostro nemico e ha tentato di portarle
via i figli:
- Ora? Osserverò gli
uomini per provare a capirli un po’ meglio. Non
c’è rimasto nulla da nascondere, non
rimarrà più nessuno con cui confidarsi, ma
l’ho fatto abbastanza con voi ora… mi sta bene. La
verità rimane dentro di me, ora che starò di
nuovo solo. Non morirò mai ma non ho più bisogno
di cercare l’assoluzione. Non mi sento più
peccatore per il progresso e gli uomini, non ci sono anime da
assolvere, in questa dimensione. C’è solo
l’esistenza di milioni di persone strane da non perdersi. -
Così non rimane che
salutarlo, lo fanno tutti e anche se non pensavo di farlo,
all’ultimo mi giro e gli regalo il mio sorriso da schiaffi,
quello di quando ‘una ne faccio e cento ne penso’!
- Stammi bene! -
E' buffo da dire ad uno che ho
accusato di non essere umano, ma adoro essere buffo per cui va tutto
bene.
Ora non ci rimane che riprendere
la nostra vita da dove era stata interrotta e ridonare al mondo
l’elettricità.
Che il progresso vada avanti!