CAPITOLO
II:
APPENA
L’INIZIO
/You get what
you give – New Radicals/
-
Quello è un despota! – Si lamentò
contrariato Kazuma sedendosi stancamente sull’erba del
giardino del retro, quello davanti al dojo. La casa nuova in cui si
erano trasferiti solo la sera precedente era provvista di due entrate,
quella dell’abitazione vera e propria e quella del dojo.
Entrambe le parti che componevano la proprietà piuttosto
ampia e spaziosa erano ovviamente collegate anche se distintamente
separate. Kazuma e la sorella Kyoko al momento si erano rifugiati nella
parte opposta alla locazione del furgone, degli scatoloni da scaricare
e del padre che urlante imponeva a tutti un severissimo ritmo serrato
di lavori. Gli unici ad obbedirgli con un certo strano entusiasmo
insolito erano Toru e Katsuya. I due gemelli non se ne capacitavano e
ogni cinque minuti facevano in modo di dileguarsi per riposarsi,
stanchi ancora prima di iniziare i lavori più faticosi!
-
Già, dovrebbe fare il regista! – Asserì
con lo stesso tono Kyoko sciogliendosi i capelli lunghi arancione e
rifacendosi la coda alta prendendo quante più ciocche
poteva. Alcune erano scalate intorno al viso e le ricaddero
incorniciandoglielo in modo delizioso e spettinato.
“Regista…
regime dittatoriale… ah, è questo che
intendeva…”
-
Volevi dire il dittatore… - La corresse il fratello con un
espressione scettica. Solo lui poteva capirla!
A
volte si domandava quale fosse il suo livello di cultura nonostante
dovesse essere come il suo vista la stessa età ed
istruzione. Erano più le volte, però, che si
rendeva conto che così non era e se ne sconcertava
costatando il suo scarso grado di conoscenza anche lessicale!
-
Si, quella cosa lì! – Rispose sbrigativa la
sorella alzando le spalle. – Tanto tu mi capisci! –
Aggiunse quindi minimizzando la correzione con un gesto della mano. Lui
scosse la testa dove i capelli dello stesso colore mandarino erano
pieni di punte che andavano in ogni direzione ignorando la forza di
gravità!
Somigliava
molto al padre da giovane ma non del tutto, aveva naturalmente alcune
fattezze della madre anche se in prevalenza era tutto Kyo. I capelli
preferiva comunque lasciarli per aria, non se li pettinava nemmeno.
Allargando
le gambe lasciò perdere Kyoko e i suoi sbagli nel parlare,
quindi buttò la testa all’indietro e chiuse gli
occhi facendosi accarezzare da quella brezza leggera dei primi giorni
d’estate.
Era
stanco e sudato, le goccioline di sudore gli correvano sulla pelle
imperlata che brillava sotto il sole rendendolo inconsapevolmente
affascinante per la sua giovane età. Crescendo sarebbe
certamente diventato un uomo più che interessante, lo si
poteva vedere nel padre che nonostante il carattere difficile aveva
sempre avuto le sue corteggiatrici e non erano mai state un numero
indifferente!
Aveva
quella bellezza selvaggia grazie anche allo stile nel vestire,
nell’atteggiamento e nell’esprimersi. Sembrava una
persona inafferrabile ma questo non era altro che l’apparenza
poiché in sé scorrevano anche i geni pacifici e
dolci della madre che avevano fatto in lui un mix giusto ed intrigante.
Kazuma,
insomma, era tutta una persona da scoprire.
-
Sapevi che saremmo finiti vicini a Hiroyuki? – Chiese lei con
un entusiasmo tipico suo.
Kyoko
era molto simile a Kazuma ma non identica, la differenziavano i tratti
che aveva ereditato direttamente dalla nonna, ovvero la madre della
loro mamma. Il carattere, infatti, era tutto il suo, senza nemmeno una
minima differenza!
Anche
lei vestiva con abiti comodi e trasandati, piuttosto maschili in
realtà. Questo per una maggiore praticità.
-
No, ma sono contento. – Rispose lui continuando a far
ciondolare la testa all’indietro. Con le mani era appoggiato
sull’erba.
Kyoko
sorrise solare e si stese accanto a lui allargando le braccia e le
gambe, in segno di agio totale. I capelli legati le si sparsero sotto
di sé fra i fili verdi caldi come i raggi del sole che li
baciavano infondendo loro ricarica ed energia. Cercavano sempre il
sole, ci stavano incredibilmente bene sotto, al contrario detestavano
la pioggia.
-
Anche io! –
Gli
occhi arancione di Kyoko, aperti al contrario del gemello che li teneva
pigramente chiusi, si posarono sul cielo terso dritto sopra di
sé. Era davvero una bella giornata per cominciare una nuova
vita.
Chissà
quanti nuovi amici avrebbero conosciuto… alcuni dei loro
numerosi cugini li avevano già incontrati nel corso dei loro
quindici anni, ma non tutti e senza comunque poter instaurare un gran
rapporto, la lontananza non li aveva aiutati ma le loro simpatie per i
pochi che avevano già visto, c’erano eccome.
Hiroyuki
lo adoravano nonostante fosse completamente diverso da loro.
Si
levavano solo pochi mesi, Kyoko e Kazuma erano nati prima ma comunque
entro lo stesso anno.
-
Andremo nella stessa scuola, chissà se finiremo tutti in
classe insieme? Anche con Eiji, magari… sarebbe proprio
bello! – La parlantina della ragazza era famosa e non fece
sentire i passi nuovi che li raggiunsero lenti entrando dal cancello
semi aperto.
-
Quando andiamo a salutarlo? – Chiese poi sempre la fanciulla
che si ostinava a fare un monologo pur di non stare in silenzio.
Kazuma
non era un gran conversatore ma ci pensava ben lei a rimediare!
-
E’ presto e non abbiamo nemmeno finito di scaricare tutto il
furgone. A momenti viene papà a rimetterci ai lavori
forzati, figurati se combiniamo ad andare a salutarlo… -
Rispose l’altro solo per zittirla un po’ e godersi
il suo riposo prima di riprendere a sfacchinare.
La
sera precedente si erano solo preparati i letti per la notte scegliendo
ognuno una propria stanza, quindi avevano cenato e chiacchierato col
cugino Yuki notando gli sguardi terribili che il padre gli aveva
stranamente lanciato per tutta la serata.
Infine
erano andati a letto ed erano stati svegliati presto dal dittatore
sopra citato che di malumore già di prima mattina, non aveva
dato loro tregua nemmeno un istante.
Fortuna
che se la sapevano prendere da soli, la tregua!
-
Però io ho tutto il tempo per venire a farlo prima di voi!
– La voce calda e carezzevole e molto gentile si
levò facendo notare la sua silenziosa presenza dopo essere
stato diversi minuti ad osservarli pensieroso. Aveva concentrato la sua
attenzione in special modo sul ragazzo sentendo un moto incontrastato
di gioia, lo stesso che aveva provato quando quella mattina il padre
gli aveva detto che i nuovi vicini erano Kazuma e Kyoko Soma.
Quando
alzarono la testa e posarono lo sguardo diretto e penetrante sulla
persona che stava in piedi a qualche metro da loro, il vento si
levò intorno scostando i capelli ed i vestiti. Grazie ad
esso ed ai giochi del sole su di loro, entrambi rimasero incantati a
fissarsi.
Era
davvero da molto che non si vedevano e soprattutto i due ragazzi
rimasero profondamente colpiti dalla crescita che avevano
rispettivamente subito.
Erano
cambiati parecchio e sicuramente in meglio, senza ombra di dubbio.
-
Hiroyuki! – Lo chiamarono stupiti di vederlo lì.
Quell’aria
selvatica e sicura in Kazuma, poi, era nuovamente entrata dentro a
Hiroyuki. Non era proprio invidia ma bensì ammirazione. Era
così diretto in tutto ciò che faceva che sembrava
non avere il minimo problema in nessun settore.
Non
che lui ne avesse, certo, però quel modo di fare che tanto
desiderava non lo aveva.
Il
vento finalmente cessò e i capelli di Hiroyuki dal curioso
ed insolito color argento grazie ai raggi del sole che li illuminavano
mutando il normale castano cenere, lo stesso effetto che gli faceva la
luna, si posarono nuovamente disordinati intorno al viso delicato dai
bellissimi lineamenti delicati e femminei. Gli arrivavano a coprire il
collo e diverse ciocche stavano in contrasto fra loro finendo in ogni
direzione possibile ed opposta. Gli occhi grigi brillavano di una luce
piena di felicità che non lo caratterizzava ogni istante. I
vestiti disordinati si riducevano a dei jeans normalissimi e stretti e
ad una camicia bianco sporco leggera stropicciata tenuta fuori e mezza
slacciata che il vento aveva appena minacciato di aprire del tutto.
Sembrava che l’ordine fosse il suo nemico e conoscendolo si
sarebbe capito quanto fosse contraddittorio quel ragazzo meraviglioso
ma singolare.
-
Ciao! – Li salutò quindi muovendo appena qualche
passo nella loro direzione, lasciando poi fare il resto agli altri due.
Kyoko fu la prima a reagire e ad alzarsi, quindi correre svelta e
buttarsi letteralmente fra le sue braccia. Era tipico suo, quando una
persona gli piaceva a pelle diventava subito la sua più
grande amica e per lei amicizia significava anche esuberante affetto
fisico!
Era
difficile che desse fastidio il suo modo di fare, però
bisognava pregare di non starle sulle scatole. Era comunque difficile
che succedesse ma non impossibile. In quei casi era la fine per
l’individuo che era nella sua lista nera!
Hiroyuki
si trovò a ricambiare l’abbraccio un po’
spaesato, non si era aspettato una simile reazione dalla cugina di un
grado non ben definito. Sapeva che tipo di carattere aveva ma
l’avrebbe conosciuta davvero solo ora che sarebbero abitati
vicini.
Quando
sempre nell’abbraccio improvviso con lei, posò i
suoi occhi dall’aria sveglia e regale su quelli del ragazzo
finalmente in piedi dietro di loro, capì cosa significava
tutto quello.
Non
solo avrebbe avuto modo di approfondire e conoscere meglio la
sicuramente simpatica Kyoko, ma anche colui che in quel momento gli
appariva più intrigante di tutti. Kazuma.
Per
loro due di mondi diversi ma allo stesso tempo simili per alcuni
aspetti, legare ulteriormente sarebbe stata la cosa più
interessante capitatagli in assoluto.
Ne
furono certi in quell’istante di scambio di sguardi in cui
uno notò, come non avevano mai fatto prima, quanto belli
fossero i capelli di Hiroyuki che diventavano d’argento al
sole, mentre l’altro quanto suggestivi gli occhi da gatto
dalle iridi arancione di Kazuma.
Non
si abbracciarono né si strinsero la mano, si limitarono a
quel reciproco scambio di sguardi penetrante e assorto che
entrò immediatamente dentro all’altro facendogli
ricordare quanto avessero desiderato, ogni volta che in precedenza si
erano incontrati, di avere l’occasione di approfondire la
loro conoscenza ed il loro rapporto.
Ora
che finalmente ne avevano l’opportunità capirono,
rabbrividendo, che tutto quello era stato deciso da tempo da qualcuno o
qualcosa che loro ignoravano al contrario dei loro genitori che,
pensandoci bene, potevano capirlo perfettamente.
“Da
quanto ho aspettato questo momento…”
Furono
solo in grado di pensare i ragazzi senza proferire parola o muovere un
solo muscolo.
Quando
Kyoko si sciolse dal lungo ed entusiasta abbraccio poderoso,
notò subito la strana atmosfera che si era creata fra lui e
suo fratello. Anzi. Più che altro la sentì grazie
al particolare legame profondo che possedeva con lui, quindi sentendosi
limpidamente a disagio si girò sperando in un aiuto
provvidenziale che la togliesse da quella situazione improvvisamente
imbarazzante di terzo incomodo.
Non
se ne fece il minimo problema riguardo al fatto che fossero entrambi
due ragazzi e che la sensazione che aveva percepito dai loro sentimenti
non fosse comune. Le parve normale per il semplice fatto che la
provavano, nel momento in cui questo accadeva nulla era strano e
anormale ma perfettamente giusto.
Kyoko,
del resto, aveva un modo di prendere le cose e viverle che era
completamente personale e diverso da quello di tutti gli altri.
Somigliava un po’ al modo di fare di Eiji anche se non era
proprio uguale.
Grattandosi
il capo non ebbe bisogno di inventarsi nulla poiché prima
che qualcuno potesse dire o fare qualunque cosa, arrivò la
voce tuonante del padre a farli saltare come dei gatti randagi colti
sul fatto.
-
DANNATISSIMI FIGLI! ECCO DOVE ERAVATE! FILATE SUBITO A LAVORARE O VI
LASCIO SENZA CIBO PER TUTTO IL GIORNO! – La minaccia
arrivò da un Kyo inferocito che si aizzò
ulteriormente quando vide i suoi due primogeniti in compagnia proprio
del figlio di Yuki. Gli venne quasi un colpo vedendoli tutti insieme
con quell’aria amichevole e rilassata e non ci volle un genio
per capire che i figli erano completamente diversi dai genitori. Non
seppe, lì per lì, se questo fosse un bene o un
male ma lasciò perdere concentrandosi sulle lamentele dei
gemelli che furono cacciati a calci, letteralmente, di nuovo
dall’altra parte per scaricare il resto degli scatoloni dal
furgone.
Una
volta rimasto solo col ragazzo che si opponeva alle comuni leggi
dell’ordine che avevano sempre albergato e regnato in Yuki,
Kyo si sforzò di non aggredirlo per il semplice fatto che
fosse il figlio di una certa persona e rimanendo a guardarlo selvatico
per un po’, ricambiato da un tranquillo Hiroyuki che non
aveva ancora sfoderato nemmeno un centesimo del suo reale carattere
particolare e fuori dal comune. Alla fine si decise a parlare cercando
stoicamente di controllarsi. Con uno scarso risultato.
-
Sei solo, vero? Mica è qua anche tuo padre… -
Chiese guardingo.
Il
ragazzo si chiese quanti anni avesse quello che in teoria doveva essere
un uomo adulto e senza provare la minima soggezione rispose a testa
alta e sguardo sereno:
-
No. Posso aiutarvi? – Fece poi sviando il discorso che non
sapeva bene dove sarebbe potuto andare a finire. Kyo, nonostante gli
ricordasse innegabilmente Kazuma, gli metteva un po’ di
soggezione. Sembrava volesse sempre divorarlo e non capiva se era una
cosa positiva o negativa. Nel dubbio preferiva dileguarsi.
Col
suo gesto d’assenso si trovò un istante da solo.
Istante
che rimase tale poiché nonostante le spalle che dava
all’ingresso del cancello aperto e l’aria immobile,
lui sentì immediatamente una presenza che ormai non
l’avrebbe più colto impreparato. Non dopo la sera
precedente.
Lo
percepì chiaramente costatando che le sue
capacità di maestro di arti marziali erano ancora ben attive
come sempre.
Quando
si voltò di scatto aveva già
l’espressione di chi sapeva chi si sarebbe trovato davanti e
così fu.
I
suoi occhi da gatto avevano l’inclinazione seccata e strana
che riservava unicamente ad una persona specifica.
-
Che vuoi, stupido topo? – Disse sgarbato sentendosi
catapultare indietro nel tempo ad anni prima. La stessa sensazione ebbe
Yuki, per questo fu lieto di rispondere come di rito allo stesso modo:
-
E tu, stupido gatto, che problemi hai, ormai, con me? – Era
una domanda che non aveva più ritenuto opportuno porgli dopo
che tutto si era risolto. Si erano comunque visti di meno ed anche se
Toru l’aveva scelto per battezzare Kazuma, non aveva mai
sentito il motivo ed il bisogno di capire come lo considerasse e
perché. Non si era mai chiesto che pensasse di lui dopo che
le cose si erano sistemate, aveva solo percepito che tutto era cambiato
e migliorato ma il loro orgoglio gli aveva sempre impedito di parlare
onestamente come tutte le persone normali.
Del
resto non era facile parlare del loro rapporto, di cosa rappresentavano
ora l’uno per l’altro dopo la maledizione spezzata
e di ciò che provavano. Però ora che erano finiti
per abitare vicini chiarirlo era il minimo.
Nessuno
dei due si chiese il motivo, sapevano solo che era vero.
Era
davvero arrivato il momento.
Semplicemente.
Anche
se per carattere Kyo era ovviamente più riluttante a parlare
di sé e dei suoi sentimenti, specie con colui che si era
sempre sforzato di odiare fino ai diciassette anni!
E
dopo?
Dopo
che avevano smesso di sforzarsi di odiarsi ed avevano trovato la loro
pace?
Dopo
cosa erano diventati l’uno per l’altro?
Quale
era il loro rapporto?
Perché
avevano continuato a pizzicarsi nei pochi momenti in cui si erano
rivisti?
Perché
facevano finta che tutto fosse come ai vecchi tempi?
Per
abitudine?
Per
un rituale a cui entrambi, comunque, tenevano?
Perché?
Non
se lo erano mai detti ma forse era arrivato il momento di poter voltare
effettivamente pagina e crescere anche laddove mancava ancora il passo
decisivo.