Fra
Le Braccia Di Un Angelo
PROLOGO:
ATTESA
/ Because of
you – Skunk Anansie /
Non era facile.
Non era per niente facile…
Aspettare
cosa?
Un
miracolo?
E da
parte di chi, che ormai sopra di loro non c’era più nessuno di
attivo?
L’unico
in grado di curare era proprio colui che doveva essere guarito.
Chiuso nel Cold
Sleep, un posto più simile ad una bara che ad un letto curativo rigenerante,
stava Raphael ormai da molto tempo.
Troppo.
Senza reali e sostanziali
miglioramenti.
Aspettarlo.
Gli aveva fatto promettere, in un certo modo, di aspettarlo per
riprendere il loro ‘litigio’ e lui gli aveva anche detto che nonostante la sua
impazienza si sarebbe sfogato sugli altri intanto, ma per uno che non era mai
stato capace di attendere davvero nessuno, era chiedergli troppo.
Aveva passato una
vita senza suo fratello cercando di cancellarlo dal suo cuore, convincendosi di
odiarlo e basta, amandolo come non mai in realtà, e quando finalmente aveva
avuto un chiarimento con lui e fatto una sorta di pace, per i loro canoni,
l’altro essere che contava di più nell’universo per lui era caduto in coma senza
nessuna garanzia di risveglio certo!
Non morto.
Non vivo.
Certo, gli angeli non potevano morire…
Al massimo la
loro essenza corporea poteva esaurirsi diventando inutilizzabile, morta per gli
umani, ma quella spirituale continuava ad esistere in eterno viaggiando di corpo
in corpo, spostandosi senza spegnersi mai.
Il corpo di Raphael non era ‘morto’. Ma
nemmeno ‘vivo’.
Era stato allora, giorno dopo giorno, che Mikael aveva cominciato a
pensare.
Pensare
come poche volte nella sua esistenza aveva fatto così seriamente.
E pensando si era
ormai quasi convinto che il suo destino, se mai esistesse, era quello di
rimanere solo a soffrire per l’abbandono altrui.
Non aveva riflettuto solo su
questo.
Il
piccolo ma grande angelo, durante tutte quelle ore isolato con un umore sempre
più nero, si era cominciato a chiedere per quale razza di motivo dovesse stare
lì davvero solo quando c’era di certo almeno una possibilità, per lui, di non
esserlo.
Perché?
Raphael non si svegliava e per quel che ormai sembrava, non l’avrebbe
nemmeno mai fatto.
Raphael l’aveva abbandonato, tradito per salvare una donna. Non aveva
pensato a lui quando si era trovato nel momento critico. Aveva pensato ad
un’altra sacrificandosi per lei, lasciandolo solo. Solo.
In realtà aveva cominciato ad elaborare
la situazione sempre peggio, rendendosi conto che la verità era
una.
Raphael
aveva scelto Barbiel e non lui.
E questo era tutto ciò che rimaneva.
La certezza di
essere stato messo da parte di nuovo da qualcuno che per lui contava molto, la
probabilità sempre più concreta del suo non risveglio e il suo egoismo che gli
aveva chiesto di aspettarlo!
Come poteva chiederglielo?
Sapeva bene che non era capace
di farlo, che non aveva pazienza, che da solo senza chi voleva bene diventava
matto nel senso più vero del termine, che non sapeva stare davvero solo poiché
finiva per bruciare e divorarsi, che lì nel Paradiso non aveva altri per cui
vivere e che non gli importava veramente di nessun’altro ad eccezione di suo
fratello e di Raphael…
E comunque il tormento peggiore era rappresentato dalla sua convinzione
che anche se quel maniaco sessuale si fosse svegliato davvero, non sarebbe stato
per lui ma per colei che aveva salvato, colei per cui aveva praticamente dato la
vita.
Forse,
però, Mikael era rimasto semplicemente troppo tempo solo.
Aveva passato la sua vita a
rincorrere chi amava vedendo solo le sue spalle, il suo tradimento e la sua
indifferenza. Poi era arrivato un altro a salvarlo dalla follia del dolore,
l’aveva salvato entrandogli dentro completamente, diventando l’unica ragione per
cui tornava in Paradiso. Quando finalmente aveva ritrovato suo fratello che per
lui probabilmente contava più di sé stesso, aveva perso colui che era stato la
sua sola ragione di vita per molti anni.
Però la verità era che aveva vissuto
sempre per metà, senza una parte di sé.
Ed ora continuava così.
Una metà ritrovata e l’altra
lontana anni luce.
Solo che i ruoli si erano invertiti.
Per quanto sarebbe dovuto andare avanti
in quel modo?
Ad
aspettare i miracoli, che chi amava tornasse da lui, che gli facesse magari un
cenno, che gli desse una ragione di vita.
Quanto?
E perché, poi?
L’aveva abbandonato, lasciato, tradito
anche lui, in un certo senso.
La verità era stata solo
questa.
Di volta
in volta, da solo, sempre più circondato dalle sue tenebre personali che aveva
creduto di aver sconfitto ma che in realtà facevano fortemente parte di lui a
causa del suo gemello principe delle tenebre, si era convinto di queste cose
sprofondando nel buio, perdendosi, non trovano più un motivo per star
lì.
Spegnendo la
sua stessa passione.
Esagerando come era sua natura fare per ogni cosa.
Lentamente non
aveva più risposto alle chiamate di Uriel e Rasil per ristabilire il Cielo e
proteggere il confine dai demoni, come era suo compito, lentamente aveva smesso
di sfogare i suoi bassi istinti feroci e tormentati su quelle creature
orripilanti che meritavano la morte.
Lentamente non era più andato da Raphael
per vedere se apriva i suoi dannatissimi occhi, non era nemmeno più tornato
dalla sua legione che aspettava solo i suoi ordini.
Lentamente non si era più trovato in
giro.
E nella sua
mente, tutto ciò che si era creato, era stata una risposta.
La risposta ad una chiamata che
per lui era normale, che aveva sempre avuto vista l’altra sua
metà.
La risposta
all’amore per una creatura oscura che assurdamente non aveva mai smesso di
cercare e che finalmente gli aveva parlato con dolcezza.
Lucifero.
Se lui era l’unico con cui avrebbe voluto
stare ancora cancellando quei fasulli ricordi del loro passato e lì non c’era
più niente e nessuno a trattenerlo se non una delusione e l’ennesimo abbandono
da parte di chi amava, perché non andarci?
Ma forse tutto quello che Mikael cercava
era solo un po’ di felicità.
Quella che dalla nascita gli era stata
negata.