*Anche qua non ho trovato nessuno dei midi che volevo, quindi ne ho messo un altro che potrebbe starci abbastanza bene lo stesso... sig... ç__ç *
FUORI DAGLI SCHEMI

/Untouched – The Veronicas/
E perché diavolo avevano litigato?
Sia Morgan che Reid se lo chiesero giunti in quella situazione.
Lì, in un disco pub affollato, pieno di gente che ballava e si strusciava addosso a chiunque, altri che offrivano da bere anche senza motivo, la musica piena di ritmo a tutto volume, un caldo soffocante.
Uno nella parte opposta rispetto all’altro, separati da una pista intera e da un sacco di individui, chi scatenato chi in ‘calore’, che ballavano senza sosta.
Le luci colorate si accendevano e spegnevano ad intermittenza e nei pezzi più forti c'era solo quella bianca fleshante.
Perché diavolo avevano litigato?
Se lo chiesero per l’ennesima volta senza trovare risposta.
Avevano un vago ricordo mentre i rispettivi occhi non si staccavano l’uno dall’altro con un certo astio ben vivo in entrambi.
Non se lo ricordavano di preciso, tutto quel rumore e quel caldo impediva ad entrambi di pensare coerentemente, specie Reid.
Si erano trovati lì nello stesso momento come se si fossero dati appuntamento, cosa che non era affatto successa!
La litigata era nata come al solito per una sciocchezza, poi era degenerata.
Si ricordarono le motivazioni quando entrambi furono avvicinati da delle ragazze.
E lì, come un flash, in concomitanza con l’inizio di quella nuova canzone stimolante, con una certa carica erotica e un gran ritmo, se ne ricordarono entrambi e la rabbia montò di nuovo in loro cancellando anche solo ogni vago sentore di pace.
L’accusa mossa a Reid era che era troppo rigido e trattenuto nei rapporti interpersonali mentre quella verso Morgan l’esatto opposto, ovvero che era troppo disinibito!
Il problema di Reid, secondo il suo moroso, era che non si lasciava mai andare con nessuno, specie con lui; stava troppo sulle sue, controllato, timido, trattenuto, impalato e non accettava nulla che andasse troppo fuori dagli schemi.
Quello di Morgan invece era che lo faceva troppo. Così disinibito, così accaldato, così disinvolto con chiunque tanto da accettare ogni corteggiatrice…
Una sorta di gelosia da parte di entrambi, solo che quella di Morgan andava interpretata. Era una gelosia verso la sua intelligenza sopra la media e si poteva definire voglia di avere anche la parte selvaggia del suo ragazzo.
Si erano messi insieme da un po’, dopo altrettanto tempo erano riusciti a fare l’amore e nonostante il biondino si fosse sciolto in quel senso, non lo faceva completamente, sempre troppo teso per lasciarsi andare decentemente. Troppo spesso si era rifiutato nonostante Morgan lo eccitasse molto. Non sapeva dirne il motivo ma quando si era trovato a parlarne con lui erano finiti per litigare poiché, naturalmente, per difendersi l’aveva attaccato dicendo di avere solo quello in testa e di non saper contenere i suoi bollenti spiriti.
Poi la discussione era degenerata e ognuno a modo proprio aveva finito per esagerare andandosene sbattendo la porta.
La sera infine era arrivata incombente e con l’insana voglia di far vedere all’altro chi aveva ragione, si erano trovati per caso nello stesso locale intenzionati uno a rifiutare tutte le avances e l’altro ad accettarle ed anzi attirarle di proposito!
Puro orgoglio, probabilmente.
Del resto entrambi erano dei bambini troppo cresciuti.
Anche Reid... non era mai cresciuto davvero, solo il suo cervello si era riempito di nozioni su nozioni!
Così ora eccoli lì alle prese con una violenza non indifferente su sé stessi.
Per Morgan abituato da sempre ad avere tutte le donne che voleva senza fare assolutamente nulla, nemmeno corteggiarle, era molto complicato porsi in modo da non attirarle a sé. Come si comportava, di norma, per piacere così tanto?
Analizzarsi non era facile e ci aveva messo troppo poco tempo e troppa birra.
All’arrivo di due ragazze che tentarono di abbordarlo per farlo ballare con loro, del tutto disposte a fare un po’ di sano ed innocente sesso a tre, il bel moro dall’aria terribilmente sexy, vestito come al solito attillato in modo da evidenziare il corpo divino che si trovava, dovette far appello a tutto il suo controllo per mandarle via. Era da molto che Reid lo mandava in bianco ed era risaputo da tutti che lui era bisessuale. Non era da molto che aveva smesso di andare con le donne per consacrarsi al suo ragazzo che si concedeva così poco. Per uno così dipendente da certe cose era davvero difficile.
Cominciò a sudare freddo guardando le scollature in evidenza, erano ben corazzate ed anche di viso erano piuttosto belle. Quegli abitini corti, poi… e come si muovevano cercando di invogliarlo a venire in pista…
No.
Morgan doveva resistere.
Non era malato di sesso, ormai era grande, era innamorato. Doveva dimostrargli che sapeva fare a meno del sesso e della corte di chiunque, che il suo smisurato orgoglio poteva fare a meno di essere adulato.
Così mordendosi il labbro e sforzandosi di controllare la sua espressione, girò lo sguardo bevendo un altro sorso della birra che aveva in mano e con l’altra fece chiaro segno di non voler ballare. Non mollarono facilmente quindi si trovò a tentare con la strada dell’indifferenza. Su cosa poteva concentrarsi per distrarsi?
Ma certo!
Reid doveva aver visto la sua forza d’animo ed il suo controllo nell’unico settore in cui aveva sempre ceduto subito, anche a lavoro. Era dall’altra parte della sala ma sicuramente…
Quando però i suoi occhi scuri si posarono sulla sua testa bionda preferita, si pietrificò costatando che, come lui, voleva dimostrargli che aveva torto e che sapeva sciogliersi molto bene!
Del resto era bastato vestirsi con una camicia mezza slacciata e tenuta fuori dai jeans. Quell’aria da perfettino del secolo scorso era stata spazzata via in fretta ed anzi a dar gran sfoggio di sé era uno Spencer davvero diverso.
Uno Spencer che si vedeva comunque lontano un miglio la sua difficoltà nell’interpretare quel ruolo.
Era un profiler molto in gamba pronto a sceneggiare diversi ruoli a seconda della situazione, però quello decisamente era complicato per lui.
Un sorrisetto si formò sulle sue labbra carnose mentre l’osservava parlare fintamente amichevole con altre due ragazze che gli avevano chiesto di ballare.
Sicuramente si stava chiedendo perché volessero provarci con lui in due visto che lui era uno!
A questo il sorriso malizioso si accentuò ulteriormente, attirando però una terza pretendente che credeva di poter vincere sulle altre due.
Qua le cose cominciavano a complicarsi e proprio mentre il suo desiderio di occuparsi solo del suo uomo diventava unico nel suo animo, la difficoltà per lui di sfuggire a loro aumentò.
Sembravano seriamente intenzionate a non mollarlo. Lui non voleva ballare con loro? E loro ballavano lo stesso con lui. Lì. A bordo pista.
Tanto la musica c’era e le luci intermittenti che alimentavano l’atmosfera calda, pure.
Che problema c’era?
Fu esattamente quando le loro mani cominciarono a viaggiare sul suo bel corpo scolpito che Morgan si mosse di scatto come fosse stato punto da un insetto davvero fastidioso e sgusciando via da loro si mosse fra la folla, immergendosi nella pista.
Nel medesimo istante anche gli occhi di Reid si alzarono in tutto il loro terrore, riuscì solo a capire quello mentre veniva trascinato dalle due ragazze dirette verso uno dei privè a disposizione per clienti vip o ricchi.
Fu lì che il moro si pietrificò in mezzo alla pedana puntando uno sguardo assassino nella direzione in cui il suo ragazzo era sparito.
Che diavolo stava combinando, quello?
Il gioco poteva finire, avevano capito il messaggio entrambi. Basta, no?
Ma mentre si diceva questo sul piede di guerra, una vocina nella sua testa gli fece vedere tutto sotto la giusta luce.
Quella e il resto della birra che si scolò tutto d’un fiato.
Quello si è messo nei guai e non sa come tirarsene fuori! Non avrà nemmeno capito le loro intenzioni! Sarà meglio andare a salvarlo prima che le capisca e vada nel panico. Sempre che non ci sia già!”
Pensò allora mollando la bottiglia vuota su un vassoio volante e fiondandosi verso quel famoso privè deciso a fare per l’ennesima volta il principe poco azzurro che salva la sua dolce metà!
E’ assurdo chiedergli di comportarsi diversamente da ciò che è. Devo essere io ad adeguarmi ai suoi tempi. Fa fatica per ciò che riguarda il sesso e il lasciarsi fisicamente andare. Va bene. Con calma l’aiuto anche in questo ma non tutto in una volta. Si è buttato nella fossa dei leoni senza una protezione, incoscientemente, pensando chissà a cosa!
Voleva darmi una lezione ed ora?
Ora cosa pensa di fare?”
Non era più arrabbiato con lui se non con sé stesso.
Ora sarebbe andato di là e avrebbe detto che poteva bastare così e che aveva capito di aver esagerato.
Quando infine ignorando il sacrosanto segnale di ‘occupato’, lui entrò ugualmente con metodi poco ortodossi, non riuscì a trattenere uno scoppio di risa.
Lo sguardo pieno di speranza che Reid gli rivolse dal divano con una che gli stava togliendo la camicia e l’altra slacciando i jeans, fu tutto un programma.
Non riuscì proprio ad evitare di ridere vedendo l’esatta immagine che gli era balenata in testa prima di entrare.
Quando le due ragazze interrotte si alzarono stizzite dicendo che era occupato, si ricredettero subito posando i loro sguardi da gatte in calore su quell’esemplare raro di ragazzo che era entrato.
Un regalo dal cielo?
Lo pensarono mentre mutarono le loro espressioni seccate in sorrisi languidi compiaciuti, quindi si avvicinarono e appiattendosi contro di lui iniziarono ad accarezzarlo in modo poco casto e decisamente troppo spinto in parti del corpo private, sussurrando se volesse invece unirsi a loro che era ben accetto.
Morgan ebbe l’insano istinto di accettare l’invito, cattiva abitudine di un tempo, ma un’occhiata ad un sconvolto Reid lo fece tornare in sé e con decisione le allontanò da sé girando su sé stesso mettendosi proprio fra loro ed il suo moroso ancora seduto nel divano scarmigliato e sullo spoglio andante.
- No, guardate, c’è un equivoco. – Cominciò deciso con una voce che faticava a rimanere seria.
- Equivoco? – Chiesero tornando alla carica mordicchiandogli i lobi.
- Si. Io sono qua solo per lui. – Qua le due si fermarono irrigidendosi, quindi lo guardarono per capire se fosse serio e vedendo quella luce finalmente sicura e convinta, dissero:
- Lui? –
- Vuoi dire che siete gay? – Non ci credevano molto o forse non volevano credere che due persone così appetibili stessero insieme… sarebbe stato uno spreco…
Morgan colse la palla al balzo e deliziato dall’idea di poter mostrare davvero quale fosse il suo territorio, dicendo: - Volete una dimostrazione? – si voltò raggiungendo il biondo senza aspettare risposta, quindi impedendogli di reagire ed opporsi, seduto accanto a lui, con una mano appoggiato al sedile posò l’altra sulla sua guancia, gliela girò verso di lui e veloce e sicuro mise le labbra sulle sue ancora schiuse in uno stato di shock ed incredulità totali.
Quando furono unite le aprì conducendo il gioco, infilando la lingua nella sua bocca cercando quella dell’altro. Una volta trovato, dimentico di tutto, con gli occhi chiusi e completamente immerso nel bacio, intrecciò le loro lingue in un gioco erotico che desiderava fare da tanto, specie dopo la litigata di quel giorno.
Reid fece più fatica a rispondere al bacio e chiudere gli occhi, rimase rigido ancora a cercare di capire che fosse successo, ma quando notò l’assenza delle altre due indesiderate ospiti, si rilassò con un sospiro di sollievo, staccando la bocca e posando la fronte sulla sua.
Richiuse gli occhi respirando con più calma, sentiva quelli del compagno puntati contro e li sentiva molto maliziosi e soddisfatti. Anzi. Divertiti. Gli era piaciuta la scena?
- Grazie… - Riuscì solo a dire nonostante normalmente avesse sempre mille parole pronte ad uscire. L’agitazione era ancora viva in lui e l’adrenalina gli impediva di calmarsi del tutto.
Quell’ambiente l’aveva comunque surriscaldato di suo e la situazione a cui era appena scampato l’aveva portato su di giri sia per il senso di pericolo, (un senso tutto suo visto che fare sesso con due donne di norma non veniva certo visto come un pericolo…) che per la dimostrazione di Morgan senza esitazione alcuna.
Gli era piaciuto essere indicato come una proprietà privata nonostante fossero due uomini. Gli era piaciuto molto l’intervento di Morgan e forse poteva apprezzarlo così in mezzo a quel caos che aveva dentro anche per quella birra che aveva bevuto in fretta prima di entrare lì dentro.
Un sorriso in risposta.
Eppure non era solo quello.
C’era da dire che gran parte del merito oltre alla birra, alle luci, al caldo e alla musica, l’aveva il suo ragazzo che, più sexy di sempre, traboccava di desiderio.
- Che ne dici di sdebitarti? – Disse con un tono suadente l’altro scivolando con una mano sulla camicia scesa a metà lungo le braccia. Continuò lentamente a far cadere l’indumento leggero sfiorando la sua pelle chiara che si coprì di brividi immediatamente.
- Si ma… non dovremo parlare? – Chiese vago e distratto Reid aggrottando la fronte e socchiudendo gli occhi senza capire di nuovo che stesse per succedere. La sua mente voleva dirgli mille cose e lui voleva ascoltarla ma ancor più voleva soddisfare quelle piacevoli sensazioni che i tocchi accennati di Morgan gli stavano dando.
- Ah si? E di cosa? – Chiese malizioso con voce sempre più bassa e carezzevole mentre le sue dita erano arrivate ai suoi polsi e riuscivano a togliergli del tutto la camicia di dosso.
- Io… - Tentò di fare appello a tutto il suo controllo per tornare dal suo cervello, ma proprio non ci riuscì, specie quando Morgan cominciò ad accarezzarlo sul resto del torace. I fianchi, la schiena e poi davanti sui pettorali, sui capezzoli. Si indurirono in fretta dandogli l’imput per muoversi a sua volta e aggrapparsi alla sua maglia, alla vita.
Era ancora così vestito.
No, decisamente non ragionò e si dimenticò di parlare, di rispondere e di dar retta alla sua testa. Si limitò a tirargli su l’indumento attillato facendogli alzare anche le braccia. Si staccò per un momento e potè sfilarglielo del tutto facendolo cadere a terra.
Ormai erano lì, no?

/Flo-Rida – Right round/
La musica faceva loro da colonna sonora e le luci basse creavano quell’atmosfera così calda…
Perché andarsene?
Perché staccarsi?
Perché parlare?
A quel punto Morgan riprese fra le mani il viso di un Reid a torso nudo e avvicinandosi fino quasi a baciarlo di nuovo, disse con un sorriso accattivante e sensuale:
- Non dovevamo parlare? –
La confusione del compagno fu totale e lo accese del tutto, se ancora una parte di sé era spenta…
- No… possiamo anche farlo dopo… - Rispose allora con voce tremante ed eccitata piena di bisogno di baciarlo.
Bisogno che soddisfò da sé posando le labbra sulle sue divorandogliele come prima, preso alla sprovvista, non era riuscito a fare. E lì, solo lì, viaggiando con le dita sui suoi muscoli scolpiti capì cosa aveva inteso Morgan durante il litigio.
Lasciarsi andare.
Lasciar condurre il desiderio.
Non opporre resistenza.
E come poteva porla?
Se lo chiese sentendolo armeggiare coi pantaloni già aperti e in men che non si dica lo sentì infilarsi e massaggiargli il suo sesso come solo lui sapeva fare. Facendogli dimenticare anche quel piccolo barlume di lucidità che poteva possedere ancora.
Chiuse gli occhi del tutto e portandosi in avanti verso di lui circondò il suo collo con le braccia e premendo maggiormente la bocca sulla sua approfondì ancora un bacio di per sé già erotico, cominciando a succhiargli prima il labbro e poi la lingua, chiedendosi con l’anticamera del cervello se fosse davvero lui che faceva certe cose.
Non gli arrivò mai una risposta, specie perché dopo trovò sé stesso a fare cose ben più audaci come slacciargli a sua volta i jeans troppo stretti.
Quando Morgan sentì Reid già eccitato, si interruppe volendo preservare per dopo il maggior divertimento, si lasciò trasportare dalla sua vena d’esperienza e d’eccitazione mescolata al ritmo della discoteca là fuori, quindi si alzò in piedi mettendosi esattamente davanti a lui a gambe divaricate. Il giovane sgranò sorpreso gli occhi contrariato dall’interruzione ma solo per un istante. Quando lo vide così capì cosa aveva intenzione di fare.
Portarlo alla follia!
E i suoi occhi divennero liquidi soffermandosi sui suoi tatuaggi che gli trasmisero una vampata di calore, non pensava potessero piacergli ogni volta di più. Il respiro cominciò ad accorciarsi e i battiti a salirgli prorompenti in gola. Era tutto così accelerato ed incontrollato. Ogni sua parte pulsava e andava in crescendo. I sensi accentuati al massimo.
Anche un semplice soffio lo percepiva come una carezza profonda.
A quel punto il moro cominciò a muovere il bacino sensuale ed erotico a ritmo della musica, quindi si portò le mani alla cintola dei jeans slacciati, infilò tutte le dita che aderivano perfettamente sulla propria pelle e roteando a dovere i fianchi fece cadere i pantaloni che rivelarono delle gambe in perfetta sintonia col resto del corpo atletico dove i muscoli guizzavano ad ogni suo movimento.
Allora risalì con le mani senza staccarsi da sé stesso e infilò questa volta solo i pollici sotto l’elastico dei boxer neri attillati in tessuto morbido e fine. Non smise di muoversi a dovere in modo non evidente ed esagerato ma perfetto. Perfetto per far riempire gli occhi desiderosi di Reid ed eccitarlo solo così.
Fece diverse finte sul togliersi anche quell’ultima parte che gli rimaneva addosso, arrivò ad abbassarseli fino all’indecenza facendo intravedere le sue parti intime che chiedevano solo di essere liberate, poi però con un lampo di malizia decise di farlo partecipare e staccando le mani da sé le posò sulla testa bionda del suo compagno assetato, l’accarezzò spettinandolo appena arrivando quindi sul suo viso accaldato e poi sul suo mento, lo tenne alzandoglielo verso il suo, a quel punto si abbassò e mordicchiò appena il suo labbro inferiore sussurrandogli basso e seducente:
- Toglili tu. –
A Reid sembrò l’invito più indecente degli ultimi tempi.
Arrossì ma il desiderio di farlo era davvero grande e quando Morgan si rialzò mollandolo, cominciando invece ad accarezzarsi il petto languidamente, fece una cosa che non aveva mai pensato di aver desiderato fare nemmeno nei suoi sogni più arditi ed audaci.
Insieme alle mani sull’elastico del sedere, avvicinò anche il viso al bacino appoggiando le labbra sul suo sesso, attraverso la sottile stoffa abbassata quasi del tutto.
E se fino a quel momento era stato Morgan a far impazzire Reid, lì fu esattamente il contrario.
Vedere un Reid così istintivo, acceso ed eccitato che faceva le cose più impensate senza nessun suggerimento, gli fece capire due cose: una che il cervello umano era sempre più un mistero con tutte le voglie nascoste che spinge a realizzare in modi imprevedibili; due che Reid doveva desiderarlo davvero tanto per arrivare a quel punto.
Quando lambì il suo membro non ancora libero del tutto, non poté fare a meno di eccitarsi ulteriormente e sospirare di piacere mettendo le dita fra i suoi capelli per indicargli di non smettere. Reid non ci pensava nemmeno e nel pieno del suo irragionato esperimento trovò le proprie mani esplorargli anche la parte posteriore con un certo interesse.
Il suo fondoschiena era davvero qualcosa di unico…
Dopo un paio di giochi di assaggi, il ragazzo si decise ad abbassargli del tutto i boxer aiutandosi coi denti. Una volta tornato lì riprese il lavoro di poco prima con la lingua, circondando tutta la sua eccitazione con le labbra e partendo timidamente andò, via via che Morgan reagiva, sempre più deciso e veloce portandolo ben presto in uno stato pietoso incontrollabile se non per la voglia di ricambiare ed occuparsi del suo corpo.
Con un breve lampo di lucidità, quindi, si riprese le redini del gioco e l’alzò deciso davanti a sé riprendendo possesso della sua bocca, a quel punto abbassò le mani sui jeans ancora su e infilandole sotto ben presto scesero. Reid aveva sempre meno forze e lucidità, si aggrappava a lui ed alle sue spalle per non andare giù sentendosi le ginocchia molli. Quando però fu Morgan ad abbassarsi lasciando una scia umida con la lingua sul suo passaggio ed in seguito a strofinarsi contro il suo inguine, a Reid non andò più ossigeno al cervello. La testa gli girò pericolosamente e barcollando si tenne alle sue spalle. Morgan ebbe pietà e glieli tolse in fretta rialzandosi ma premendo il proprio bacino nudo contro il suo, abbracciandolo e stringendolo a sé, impossessandosi dei suoi glutei, capì che forse quello era anche ‘peggio’!
Le unghie di Reid si aggrappavano alla sua pelle scura e umida e tentando di non cadere faceva leva sulla sua forza.
Lo sentiva stringerlo, reggerlo, gestirlo come più gli pareva. Gli si muoveva contro ballando in quel suo modo divino e seducente, portandolo con sé in quei giri che seguivano ancora quella musica dannatamente adatta a quel momento.
Si poteva impazzire di piacere?
Se lo chiese, il giovane che cercava la sua bocca come a prendere una boccata d’aria. Non capiva. Non capiva più nulla e nonostante dovesse essere sconvolgente, gli piaceva.
Gli piaceva da matti.
Avrebbe potuto fargli qualunque cosa.
Quando le sue dita andarono a stimolargli l’apertura dietro mentre gli faceva attorcigliare la gamba intorno alla sua, lo sentì cedere completamente come gli avessero tagliato i fili e con un sorriso malizioso ed ironico gli concesse di tornare sul divano. Lo fece stendere e lo sistemò meglio, quindi continuò a stimolare a dovere l’apertura continuando il lavoro di prima. Nel farlo, però, lasciò scappare la lingua sul sesso che eccitato sembrava potergli scoppiare da un momento all’altro.
Oh, non era ancora il momento…
Sarebbero venuti insieme.
Quando finalmente decise che poteva essere pronto si tirò su usando le braccia e ricoprendolo col suo corpo forte e caldo, fuse le bocche un ultima volta prima di andare fino in fondo. Lo baciò come dicendogli di tranquillizzarsi, di fidarsi ancora, di lasciarlo fare.
Non era la prima volta che facevano l’amore e Reid di volta in volta era sempre più rilassato e pronto, godeva sempre di più e anche quella volta sarebbe riuscito a raggiungere livelli sempre più alti.
Gli piacque l’idea e mangiandoselo con lo sguardo rovente e pieno di desiderio, si alzò portandoselo dietro, lo fece appoggiare con le mani sullo schienale e piegandolo lo prese per i fianchi rimanendo in piedi dietro di lui, aderendo completamente i corpi, baciandogli sommessamente il collo, l’orecchio, la spalla…
Fu dunque lì, sorreggendolo del tutto poiché ormai non riusciva più a stare in piedi, che entrò in lui.
Vi scivolò dentro facilmente grazie al livello di eccitazione in cui si trovava il suo ragazzo, quindi cominciò a muoversi poco dopo. Dapprima lentamente e poi sempre più svelto, dando spinte col bacino che crescevano d’intensità e decisione, arcuando la schiena contro di lui, tendendo tutti i muscoli del corpo che guizzavano con le sue spinte, gemendo insieme, sospirando, abbandonando la testa all’indietro e l’espressione in una di piacere completo, come se assistesse al paradiso.
Sapeva che per Reid era lo stesso.
Lo sentiva rilassarsi e tendersi, inarcarsi, cercare a sua volte le spinte, volendolo ancora di più, chiamandolo e lasciandosi andare come non era mai successo.
Lo sentiva in lui.
Fuso.
Una cosa sola.
Allora Morgan volle completare quell’unione scendendo con le mani sul suo sesso ancora libero e cominciando a stimolarlo negli esatti movimenti dei loro corpi, acquistarono un ritmo totalizzante che esplose d’intensità unito a tutto il resto che c’era ma al tempo stesso era svanito.
Caos.
Piacere.
Eccitazione.
Desiderio.
Voglia.
Fusione.
Sensazioni.
Emozioni.
Possessione.
Sentimenti.
Amore.
Perché sentirsi, aversi, darsi e prendersi a quel modo, fondendosi in maniera totalizzante diventando un unico insieme diverso nell’aspetto ma uguale nell’interno, non poteva che definirsi così.
Amore.
Perfezione.
E raggiunsero l’apice insieme, venendo senza riserve, con gemiti forti e lunghi, scaricandosi, scuotendosi dal profondo, tremando e sconvolgendosi una volta di più per il piacere immenso raggiunto insieme.
Fu un tempo davvero indefinito quello che ci impiegarono a riattivare un minimo loro stessi e le loro menti spente del tutto. Quando tornarono un po’ in sé si trovarono abbracciati l’uno sull’altro, stesi nel divano e non più in piedi piegati l’uno dentro l’altro.
Reid completamente appoggiato sopra il compagno, con la testa sul petto ad ascoltare i suoi battiti irregolari che tentavano di riprendersi e calmarsi. Tutte le pulsazioni che avvenivano in lui, ogni movimento che il suo corpo o i suoi muscoli compivano. Tutto.
Ascoltando come trovandosi in un sogno.
Era bello.
Era bello tornare lentamente in sé, riappropriandosi di tutto ciò che si era perso per unirsi e gridare dal piacere.
Si erano lasciati entrambi andare completamente e senza riserve e l’avevano fatto addirittura in un posto completamente fuori dall’ambiente naturale di Reid.
Però si sentiva bene.
Oh se si sentiva bene.
Lì, accoccolato contro il proprio uomo, colui che l’aveva sempre protetto, in ogni modo un uomo potesse proteggere qualcuno.
Non avrebbe voluto stare in altri posti che quello.
Abbracciato a colui che amava, contro il suo corpo sudato e vivo che accoglieva il suo nelle stesse condizioni, sfinito e appagato.
Poteva concludere in un unico modo, rendendosi conto che quella volta delle parole da dire c’erano ed erano appropriate per quell’istante.
Fece fatica a trovare il fiato per dirle ma ci riuscì e in un sussurro eccole:
- Avevi ragione. Farlo lasciandosi completamente andare, perdendo addirittura la testa, uscendo dagli schemi, smettendo di controllarsi, facendo l’impensato, agendo d’impulso… è diverso… da quel che facevo prima. È diverso ed è davvero completo così. Grazie per non avermi lasciato perdere. –
Morgan si sentì riscaldato nonostante freddo non ne facesse e fosse ancora sudato. Si sentì riscaldato nell’animo e sorridendo dolce come solo lui riusciva a fare in certi momenti, alzò la testa per guardarlo, stringendo la presa intorno alle sue spalle, poi aggiunse:
- Non avrei mai potuto. E sono contento che tu l’abbia capito. Forse il metodo andrebbe rivisto ma ne è valsa la pena! –
Reid allora ricambiò il sorriso sentendosi completamente in pace e pieno di sensazioni che non aveva mai creduto di poter provare un giorno.
- Si. –
- Si cosa? Al metodo che va rivisto oppure che ne è valsa la pena? – Chiese curioso.
- Ad entrambi! – Rispose ridacchiando imitato dal compagno che rafforzò la presa circondandolo anche con l’altro braccio fino a tirarlo su appena il necessario per averlo sul suo viso.
Fu fra le risa distese e divertite di entrambi che si rivedevano la serata appena trascorsa, che le loro labbra si incontrarono ancora questa volta leggere e le une sulle altre dissero: - Sono felice. – nello stesso momento e modo.
Sorprendentemente.

FINE