Nemmeno
per questa ho trovato il suo midi, mi spiace... a proposito. La
putata da cui è tratta questa fic è la prima della nuova
serie andata in onda su Canale 5 giorni fa.
IL SOLITO
/ In the waiting line –
Zero 7 /
Era
lì da un po' ad osservarlo, appena arrivato aveva avuto
l'istinto di interromperlo subito ma poi aveva deciso che poteva anche
perdere un po' di tempo a scrutarlo per bene. Era da un po' che non lo
vedeva.
Ok, osservare
Chase non era mai una perdita di tempo ma House aveva una visione tutta
sua delle cose!
Notò
così un po' di barba leggera sul mento e i capelli biondi
più lunghi del suo solito, leggermente ondulati e quindi non
perfettamente sistemati come sempre. Piacevolmente sorpreso
constatò che aveva cominciato a lasciarsi un po' andare,
finalmente... anche se la sua aria da aristocratico snob la manteneva
eccome!
Meglio
così, si disse con una luce enigmatica nel viso.
Quando chiuse
l'armadietto degli spogliatoi in cui erano loro due soli, Chase si
accorse di lui ma rimase composto, non mostrò molto stupore.
Certo era abituato alle sue 'visite', anche se in quegli ultimi giorni
non era riuscito a venire frequentemente. Non si salutarono nemmeno e
House andò subito al sodo chiedendogli di operare il suo
paziente, porgendogli quindi la cartella clinica. L'altro la prese, la
guardò velocemente, poi come se già sapesse di
che si trattava la richiuse rispondendogli che non poteva.
In breve si
intavolò un incalzante dibattito sul fatto che nessuno
avrebbe fatto un operazione simile così rischiosa senza che
fosse necessario. Esprimendo con altezzosa calma tipici suoi il proprio
parere, ovvero che non era da lui volere una cosa simile visto che la
sua diagnosi l'aveva fatta e che il paziente non sarebbe morto pur
rimanendo in quelle condizioni, il biondo si avviò
placidamente al lavandino davanti allo specchio a muro. Depose tutto
sul ripiano e prima di girarsi lanciò una breve occhiata
curiosa al riflesso di House dietro di lui che lo fissava penetrante a
qualche metro di distanza.
Sentendolo
tergiversare senza dargli una risposta soddisfacente, Chase si
voltò, si appoggiò al lavandino con la sua solita
eleganza e posando gli occhi azzurri in quelli del medesimo colore
dell'altro che erano uguali ma diversi, chiese con fermezza e senza
timore:
- Non
è da te. Perché vuoi che sia operato? -
Diretto e
preciso. House fu momentaneamente indeciso se rispondergli seriamente o
meno ma poi decise di fare come sempre, parlare senza riflettere!
Tanto era lui,
non c'erano problemi...
Così
iniziò e prima di rendersene conto gli stava praticamente
facendo capire che lasciando il paziente com'era sarebbe diventato
sostanzialmente come lui. Non usò esattamente termini chiari
e diretti, anzi, lo fece a modo suo, ma con meno ironia del solito. Il
giovane capì subito il discorso, capì che voleva
evitare di creare un altro sé stesso.
Un altro
infelice.
Così
accettò la giustificazione che si era comunque stupito di
sentire e con una serietà piena di rispetto disse che
avrebbe cercato di convincere il suo superiore.
A questo
l'uomo più grande si illuminò di ironia e il
giovane prima ancora di sentirlo parlare già sapeva che era
tornato quello di sempre. Infatti a confermare questa certezza lo
sentì dire con la sua solita malizia:
- Ma tu sai
come convincere le persone! -
Questa
allusione poco velata e molto chiara fu accolta dal biondo con un
sorrisetto altrettanto ironico che al destinatario piacque di buon
grado, quindi approfittando del fatto che si fosse voltato per
riprendere tutto con quella di andarsene, si avvicinò a lui
e appoggiando il bastone al muro lo afferrò per il fianchi
con decisione.
Il sorrisetto
di prima che non si era ancora spento denotò che Chase se lo
era aspettato e che ci aveva quasi sperato!
Non si oppose
colpito anche dal fatto che House non volesse un altro sé
stesso in giro, lo vedeva come un segno d'altruismo considerando il
tipo che era!
Sapeva bene
come fosse fatto e quanto infelice fosse in realtà, quanto
insoddisfatto di sé stesso e della sua vita. Per questo
tormentava gli altri e si comportava in quel modo spesso maligno. Lo
sapeva ma d'altro canto non poteva fare nulla per lui. Ne era
consapevole. E oltre tutto non voleva nemmeno!
La
verità era che House non si meritava affatto alcun aiuto,
dopo tutto quel che combinava agli altri, a lui e a Wilson per primi...
poteva avere mille motivazioni dal suo punto di vista ma non erano
certo giustificazioni valide!
Chase sapeva
bene quanto quell'uomo fosse bastardo e come fosse capace di stupire
aiutando gli altri a modo suo.
Sentì
la sua bocca posarsi sul suo collo liscio, nonostante la barba pungente
fu piacevole il contatto, come sempre. Piegò la testa di
lato porgendogli quella piccola parte di sé, era caldo.
Sapeva che gli piaceva baciarlo lì, passarci le labbra e
leccarlo, assaggiarlo come solo lui sapeva fare. E gli piaceva anche a
lui.
Dannatamente.
Non riusciva a
farne a meno, a respingerlo. Era conscio di essere altri che un amante
occasionale, stava con Wilson.
Era per questo
che lui era con Cameron. Per non stare solo nelle sue assenze, per
avere qualcuno da cui tornare sempre, che lo accogliesse e lo
aspettasse, che fosse lì per lui. Una stabilità,
una colonna, qualcosa di certo e solo suo su cui contare.
In fondo erano
più simili di quanto non apparisse. Anche se una differenza
sostanziale c'era eccome.
House amava
Wilson e considerava Chase come un piacevole passatempo per impedire
alla noia e alla normalità di impadronirsi della sua vita.
Chase invece i
sentimenti che provava erano per House, mentre era Cameron che usava.
Non era una
gran brava persona, non era fiero di sé stesso, si disse
girandosi verso il compagno dandogli libero accesso alla sua bella
bocca ben disegnata che gli piaceva molto.
Però
aveva imparato ad accettarsi senza essere ipocrita.
Quando l'altro
finalmente si staccò dal suo collo per risalire alle labbra
schiuse, se ne appropriò con prepotenza e
sensualità al contempo. Premette aprendole, quindi senza
perdere tempo infilò la lingua cercando e trovando presto la
sua che gli venne incontro iniziando una piccola lotta erotica.
Così
mentre il bacio proseguiva diventando via via sempre più
profondo, un pensiero malizioso attraversò la mente di
House: “Eh
si, sa decisamente come convincere le persone... anche se bisogna dire
che l'ha imparato da me! Almeno
su questo posso ammettere che è un buon allievo... ma ho
ancora molto da insegnargli!”
Senza il
minimo problema per il posto aperto a tutti, infilò la mano
sotto la camicia del giovane che aveva tirato fuori dai pantaloni. Era
ancora così ordinato... aveva ancora così tanto
da disfare!
Arrivato alla
sua pelle liscia e calda risalì con le dita lungo la vita
per poi visitare brevemente la sua schiena dove ad ogni tocco esperto i
muscoli si tendevano. Non era molto forte Chase, ma sentire questi suoi
guizzi di piacere gli indicava quanto volesse ancora.
Mentre
divorava le sue labbra, le proprie furono increspate da un ghigno
appena accennato ma pieno di malizia. Era un buon modo per ammazzare il
tempo, considerando che Wilson non gli parlava e ce l'aveva con lui a
morte!
Dopo la
schiena scivolò sul davanti, arrivando ad alzargli la
camicia ormai completamente disordinata solo per tormentargli i
capezzoli già eccitati.
Eccitati come
un'altra sua parte che premeva contro il proprio bacino.
Sentì
il desiderio di Chase salire vertiginosamente grazie al trattamento che
gli stava riservando.
Era contento
di essere lui la causa di tanta voglia e godimento, il suo ego
gigantesco si sfamava abbondantemente in momenti simili, ma ora era
arrivato il momento di sbrigarsi e dargli quella famosa lezione.
Non sapeva
perchè, ma a volte gli andava di fare certe cose che da un
lato erano anche contro sé stesso... aveva una lista di
priorità diversa dagli altri, tutta sua.
Fu
così che senza il minimo preavviso House si
staccò dall'altro mormorando solamente un vago e roco
'grazie' indecifrabile. Se ne andò così di punto
in bianco lasciandolo inebetito in quelle condizioni, pieno di voglia
insoddisfatta ma solo stimolata.
- Il solito
bastardo... - Mormorò scuotendo la testa. Nonostante si
sentisse fisicamente male per essere stato mollato a quel punto,
l'ombra di uno strano ed inspiegabile sorriso solcò le sue
labbra guardando la direzione in cui era sparito, accingendosi a
calmare il suo desiderio.