CAPITOLO II:
RECIPROCHE CONOSCENZE

/ Sidedish friend – Rachel Yamagata /
La riunione ebbe luogo prima del previsto e Tony stesso si sorprese della collaborazione di Gibbs, era sicuro che non avrebbe mai rivolto la parola a nessuno di quei tre, accettare addirittura di vederli in una riunione di aggiornamento era davvero sensazionale!
Dopo qualche minuto erano tutti lì nella sala che avevano riservato ai consulenti dell’FBI a parlare del caso.
Portavoce fu ancora una volta Tony dal momento che era troppo pretendere che Gibbs si abbassasse a tanto.
Probabilmente vuole capire quanto siamo validi… è qui solo per questo, per sapere se possiamo servirgli davvero o meno. Il fatto che si conceda un istante per comprenderlo è positivo, onestamente non pensavo l’avrebbe fatto!”
Fu il pensiero di Reid mentre al contempo registrava per filo e per segno ogni parola che veniva emessa dalle affascinanti labbra del bell’agente dell’NCIS.
Il capo, infatti, era a braccia conserte, impettito, nell’angolino della stanza, proprio sulla porta pronto ad andarsene il prima possibile con un aria scura nel volto affascinante.
Hotchner e Morgan, dal canto loro, seppure notassero ogni singolo dettaglio, erano maggiormente concentrati sulle informazioni particolareggiate che forniva Tony. Il fatto che non facesse più dell’ironia pur lui fosse chiaramente tipo da farla sempre, denotava quanto seria fosse la faccenda.
Ziva e McGee stessi erano colpiti da questo particolare.
Colpiti, certo, ma umani in quanto nonostante fossero tesi per il caso il tempo per squadrare i nuovi collaboratori e apprezzarli lo trovarono!
Ziva, ovviamente, fu subito profondamente attratta da Morgan, cosa più che normale visto che si trattava esattamente del suo tipo ideale, McGee invece fu colpito da Reid, quel ragazzo giovane magrolino, sciupato ma con l’aria così diversa da tutti, doveva essere molto intelligente.
- E questo è quanto. Domande? – Concluse ancora apparentemente serio, congiungendo le mani e strofinandosele in segno di soddisfazione verso sé stesso. A questo punto Reid, che era abituato a fare mille cose insieme, una domanda la trovò quindi quando fece per aprire bocca col dito da saputello alzato, fu subito fermato di nuovo da Tony che con ironia velata batté una mano sulla spalla del collega: - Rivolgetele pure al McGenio, sarà preciso ed esauriente come una pettegola dalla parrucchiera! – Un paragone insolito che per una volta non tirò in ballo nessun film. Fu qui che i tre nuovi alzarono i sopraccigli interdetti, quindi guardarono McGee che con aria severa ammoniva l’amico con un’occhiataccia. Sembrava abituato. Però fra tutti ad intervenire per primo fu Reid che deviò la domanda che voleva fare su una più spontanea ed incuriosita:
- McGenio? – Naturale visto che di norma la parola ‘genio’ era affiancata a lui!
- Certo, lo capirete presto anche voi che lui è meglio di qualsiasi computer o enciclopedia! – Decisamente sconvolgente!
Ma guarda un po’! Qualcuno ha rubato il trono a Reid! Voglio proprio vedere che farà!”
Pensò divertito Morgan senza intervenire, studiando attentamente il collega che si sforzava di non fare alcuna espressione particolare.
- Stavi per dire? – Chiese McGee quindi per riportare tutto alla normalità prima di far stizzire Gibbs, cosa che mancava poco.
- Si… - Si riprese il biondino dalla pelle pallida e le solite occhiaie sotto gli occhi mettendosi le mani in tasca e smettendo di gesticolare come un professorino. – Potrei avere una mappa con tutte le località delle aggressioni evidenziate? – Già dal tono saccente di natura si capì subito che tipo doveva essere e a Tony non piacque già. Se era uno di quei ‘so-tutto-io’, non sarebbe potuto mai andare d’accordo con lui. Non come sarebbe sicuramente successo con quel magnifico ragazzo di colore!
- Certamente, te ne fornisco subito una. – Detto questo sparì fuori dalla stanza come un fulmine immaginando già cosa volesse fare con quella mappa.
- Posso chiedervi cosa ne pensate così di primo acchito? – Chiese quindi Tony notando che Gibbs e Ziva continuavano amabilmente a farsi i fatti loro, era inoltre sinceramente curioso di sapere se fossero stati utili o meno, come lavoravano insomma. Fu lì che Hotchner prese la parola cominciando a porre la prima più ovvia ipotesi che sarebbe stata presto da avvalorare. Non fu interrotto e tutti ammirarono il tono di comando e l’aria seriosa nonché estremamente sbrigativa con cui parlava. Tutti lo capirono con una sola occhiata. Quell’agente capo squadra era estremamente simile a Gibbs. Tanto simile che avrebbero probabilmente fatto scintille… e non proprio in senso buono!
Tony notò subito la tensione del suo uomo, dietro di sé; non gli piaceva che qualcuno tentasse di prendere il suo posto e non ci voleva un genio per capire che la tendenza di quel tipo fosse proprio quella.
Decise di allentare subito la pesantezza con una battuta solita ma fu preceduto da Reid che andò in sostegno del proprio capo sciorinando una serie di esempi di casi famosi ed analoghi per spiegare il tipo di SI con cui probabilmente avevano a che fare, seguì con delle statistiche ed una serie di altre parole da star mollate alla velocità di un missile.
Non solo Tony ma anche Ziva fece un espressione di completo stupore mentre nel frattempo McGee che era rientrato con la mappa dai punti evidenziati, non potè trattenere un sorriso d’ammirazione e di felicità. Sorriso che per fortuna non fu visto da Gibbs che non fece una piega sulla performance di Reid.
A reagire per primo fu naturalmente Tony il cui viso ormai viaggiava dallo stupito allp schifato allo spaventato, poi colse al volo l’opportunità di alleggerire la situazione tesa e nervosa con la sua solita ironia:
- Abbiamo un altro McGenio! Mi ricorda… - quando elencò una serie di protagonisti di diversi film che gli ricordarono quel giovane spaventosamente fuori dal comune, un ovvio scappellotto si infranse con la sua nuca e il silenzio cadde ad eccezione del suo: - Scusa capo. – sottile. O per lo meno in apparenza. Ad ogni modo l’indisciplinato agente tacque nell’immediato e senza ribellione alcuna sfoderò un viso contrito e pentito.
Il sorrisetto di Ziva non fu trattenuto in concomitanza alle espressioni incredule e prese alla sprovvista degli altri tre federali. Non avevano mai visto un capo squadra assumere metodi simili per disciplinare i propri agenti... quel tipo era davvero pericoloso! Al contrario di tutti McGee decise che era il momento di rimettere tutto a posto prima di qualche altro scoppio più grave.
- Eccoti la mappa… pensi di riuscire a ricavare qualcosa di utile servendoti delle tue statistiche? O magari pensavi di creare un algoritmo sulle possibili zone a rischio? –
- No, guarda, prima di tutto bisogna capire come il Soggetto Ignoto sceglie le vittime. Lavora su zone specifiche e quindi colpisce qualunque marine che passi, oppure studia un minimo l’obiettivo e dunque il luogo è casuale ogni volta ma significativo per le persone colpite? L’algoritmo lo posso fare comunque ma non è detto che sarà utile poiché magari l’SI non agisce su luoghi prestabiliti ma su persone prestabilite. Però tentare non nuoce. Da questa mappa si può notare come i crimini rimangano circoscritti all’interno di una zona specifica. Statisticamente, se parliamo di SI che… - Da qui proseguì all’infinito su teorie e spiegazioni varie a cui riuscì stare dietro solo lo stesso McGee che senza perdersi una sola parola fu anche in grado di intervenire con spunti interessanti e utili. Mentre loro, su un misto fra fastidio e stupore degli altri, si appartarono parlando e mettendosi subito al lavoro, Morgan decise di aver pietà dell’espressione esterrefatta e quasi schifata di Tony che si sentiva non solo tagliato fuori ma anche un pesce fuor d’acqua.
Mica saranno tutti così… io mi sparo!”
Pensò solamente avendo già bisogno di un colpo in testa per riprendersi dallo shock che quel tipo gli aveva causato.
- No, non siamo tutti così, lui è un eccezione ma non devi necessariamente lavorare con lui… -
Questa battuta distesa fu altamente gradita da Tony che gli si avvicinò impercettibilmente per allontanarsi dai due geni all’opera piegati sulla mappa stesa sul tavolo.
- Non sai che peso mi togli! – Disse spontaneo con liberazione e sollievo.
Morgan si concesse una piccola innocente risata che fu interrotta malamente dalla voce burbera di Gibbs che finalmente si espresse da dietro tutti:
- McGee, va con lui da Abby, lavorerete là su quella cosa lì! – Non capendo un acca di ciò che era ‘quella cosa lì’. Il sottoposto si alzò di scatto quasi spaventato, quindi riprendendosi subito notò il timore del biondino che aveva fatto istintivamente un passo indietro nella direzione sicura di Hotch, visto che Morgan preferiva stare vicino a Tony!
- Vieni con me. – Disse quindi con gentilezza porgendogli un sorriso rassicurante.
Lo capiva bene, sapeva come ci si sentiva a contatto con gente come Gibbs, Tony e Ziva… non sapeva a cosa era abituato di norma ma sembrava come un esemplare raro cresciuto in cattività al sicuro lontano da ogni pericolo. Ma forse era solo un impressione.
Però l’idea che fosse considerato un tesoro dai suoi compagni di squadra era lampante.
Quando furono soli in corridoio, nessuno aveva notato l’indurimento dello sguardo di Morgan nel vederli andarsene insieme così in sintonia, McGee fu libero di tranquillizzarlo amichevole:
- Non preoccuparti, non morde se gli stai a debita distanza ed indovini al volo i suoi desideri. Hai il cinquanta per cento di probabilità in più di sopravvivere se non sei DiNozzo. E non lo sei. Quindi sta tranquillo. –
Reid non seppe se sentirsi sollevato o meno, suo malgrado un sorrisino gli uscì spontaneo apprezzando le sue parole e la sua presenza. Erano simili, lo capiva subito, non era certamente abituato a lavorare con un altro del suo calibro, anche se ovviamente non erano proprio uguali.
- Buono a sapersi. Ce l’ha dura il tuo collega con lui mi sembra… - Intavolò il discorso con curiosità verso quell’individuo interessante che rispondeva al nome di Anthony DiNozzo.
- Si però è anche l’unico che ottiene dei risultati con lui. –
- Cioè? – Chiese sempre più interessato mentre entravano in ascensore.
- Bè… se il capo è nervoso è sta con DiNozzo, finisce che si sfoga brutalmente con lui, quindi dopo è più trattabile! – Reid ridacchiò capendo la fine ironia del ragazzo che lo imitò contento che qualcuno aveva capito e apprezzato il suo modo di scherzare.
- Vi fa comodo averlo in squadra, allora! –
- Già… è il miglior capro espiatorio! –
- Però ha l’aria di essere anche molto in gamba. –
- Chi? Tony o il capo? –
- Tutti e due ma io mi riferivo all’agente DiNozzo. – Dopo l’ironia si concessero un momento di serietà ed entrambi assunsero un aria posata.
- E’ vero, ma si monta facilmente la testa. – Altro piccolo ghignetto innocente che morì subito: - Comunque lui e il capo hanno veramente un rapporto molto stretto. Intromettersi fra quei due, in qualunque modo possibile, significa rischiare la vita. –
A questo punto Reid si sentì di fare una piccola analisi preliminare per quel po’ che aveva visto:
- Sembrano diversi eppure allo stesso tempo sono uguali. Sono due che si completano e per questo sono in simbiosi. Si capiscono al volo vero? Magari non sembra perché uno è troppo chiuso e riservato, l’altro maschera quel che lo riguarda intimamente. È così? –
L’espressione dell’altro fu di totale stupore mentre si perse a fissarlo come se fosse un alieno. Li aveva appena visti eppure aveva capito cose che a lui erano ancora nebulose. Fu lì, col tempo che gli parve fermarsi, che capì quanto quei tre sarebbero riusciti ad aiutarli.
E quanto avrebbero rivoluzionato le vite di qualcuno!
- Il Dottor Spencer Reid! – Si illuminò quindi improvvisamente dopo aver assistito esterrefatto a quella piccola analisi di quei due.
- Si? – Disse l’altro stranito non capendo quest’esclamazione insolita. Si erano già presentati…
- Ora ti ho collegato all’articolo che ho letto. Anzi, più di uno in realtà! Tu sei QUEL Spencer Reid! Non me ne ero reso conto, sapevo di conoscerti ma non capivo come! Sicuramente anche Abby ti conosce! –
- Abby? – Chiese per spostare la concentrazione su altro che non fosse la sua fama.
- Si, scusa… prima di uscire da questo ascensore devo parlarti di lei o ne rimani shockato, penso. –
- Oh, ne ho viste in vita mia, credimi… -
- Ad ogni modo lei è la nostra analista di laboratorio. È una persona molto intelligente e bravissima nel suo lavoro, ma è un po’ eccentrica e particolare… -
- Particolare? – Chissà perché a quella descrizione gli venne subito in mente Garcia.
- Si… bè, ora capirai di cosa parlo! – Decise di non rovinargli oltre la sorpresa e che l’aveva preparato abbastanza.
- Non sarà molto diversa dalla nostra informatica… - Disse a mezza voce riferendosi a Garcia proprio mentre varcava la soglia dell’ascensore.
Una volta uscito seguì il nuovo compagno immersi subito in una musica assordante e caotica metal. Lui l’avrebbe definita solo rumore ma magari sarebbe piaciuta anche a Morgan!
- Ma riesce a lavorare bene con questa musica assordante? –
Sempre che possa chiamarsi musica?”
- Oh si, tranquillo… lei lavora meglio così! –
Arrivati al centro del laboratorio della scienziata che stava lavorando china su alcune macchine canticchiando la canzone che andava a tutto volume, Reid si immobilizzò notando l’abbigliamento che già da dietro si vedeva perfettamente: stivali ad anfibio in pelle nera con mille fibbie che arrivavano fin sopra il ginocchio, calze rosse con tanti teschi, camice bianco (l'unica cosa normale) e dei codini neri. Da dietro questo vide ma bastò per un quadro completo nella mente del genietto.
- Abby… - la chiamò facendola voltare e mostrandola al profiler in tutto il suo gotico splendore: - ti presento il Dottor Spencer Reid. –
Quando lei puntò la sua attenzione su di lui illuminandosi improvvisamente, Reid alzò anche i sopraccigli capendo cosa intendesse McGee con ‘particolare’, soffermando gli occhi azzurri sgranati sulla gonna corta stile scozzese gotico e sulla maglia a rete che si intravedeva sotto il camice. Per il resto borchie, catene, ciondoli e ciafrusaglie varie evidenziati dal solito trucco nero.
- Spencer Reid? – Disse lei mollando di sana pianta tutto ciò che stava analizzando per fiondarsi entusiasta e di corsa da lui su quelle specie di trampoli in pelle che aveva al posto degli stivali. – Ma io ho letto tutto quello che ti riguardava! Ma tu pensa… che piacere conoscerti! Come mai è qui? Siamo in un momento difficile di grande stress lavorativo, se Gibbs mi becca ad alzare il muso dalle mie analisi mi spara con uno di quei fucili da cecchino che usava in guerra! Però che piacere conoscerti. Posso darti del tu? Sei più piccolo di me in fondo… - Il monologo proseguì ancora per un po’ alla velocità delal luce con entusiasmo crescente mentre gli stringeva la mano con vigore senza mollarlo per poi addirittura abbracciarlo con foga. – Scusa ma non posso evitare, sai mi sei estremamente simpatico con tutte le tue lauree e i tuoi neuroni così sapienti! – Il siparietto continuò con un rigidissimo Reid e una oltremodo felice Abby. Terminò con McGee che la strappò da lui riportandola all’ordine.
- Abby, devo chiamare Gibbs? – Provò a minacciarla lui allontanandola fisicamente dal ragazzo.
- Provaci ed io gli dico che non mi hai portato il caffè perché eri troppo preso da lui e così mi hai fatto lavorare male! Io senza caffè non posso lavorare, lo sai! –
- Se mi consente troppa caffeina non permette di lavorare comunque bene… bisogna limitarsi ad una dose adeguata e… - Si intromise Reid sentendosi subito a suo agio grazie al fatto che quella ragazza gli ricordava Garcia e McGee gli somigliava un po’.
- Caro, preferisco leggerti che averti qua di persona! Pazienza, nessuno è perfetto! – Rispose subito allegramente Abby con la sua solita spontaneità. Reid rimase inebetito alla risposta diretta, quindi la mora si voltò tornando a quel che stava facendo prima:
- Allora, quali novità McGee? Come mai lui è qui? Non credo proprio che Gibbs si sia abbassato a chiedere aiuto a qualcuno di esterno… - Il biondo rimase in parte ancora inebetito a fissarla mentre McGee si sistemava appendendo la mappa.
- Lui no ma il direttore si. Sono dei profiler, analizzano il profilo psicologico dei criminali. È solo un'altra strada che il Direttore vuole provare. –
- Gibbs sarà svisceralmente contrario… -
- Già ma al volere dei superiori anche lui ha dovuto straordinariamente piegarsi! –
Dopo di quello lei cominciò a parlare velocemente e seriamente del caso e di quel poco che aveva scoperto in più di prima, mentre McGee e Reid spiegarono a lei cosa tentavano di fare rendendola partecipe delle loro teorie. Tutte tesi a cui la scienziata riuscì tranquillamente a stare dietro.
Ben presto anche lei sulla scia di Tony prendendo ancor più confidenza con Reid iniziò a prenderlo bonariamente in giro in modo da non dare comunque fastidio, aiutandolo anzi a sentirsi a casa.

Nel frattempo nella sala lasciata da Reid e McGee con uno sguardo contrariato di Morgan, Hotchner chiese genericamente ai tre rimasti ulteriori delucidazioni:
- L’ideale sarebbe parlare con qualche testimone. – Andò dritto al sodo senza perdere tempo in teorie varie che erano già state ampiamente spiegate. Gibbs apprezzò la fretta e lasciò parlare Tony senza bisogno di fargli alcun cenno:
- Si, qualcuno c’è in realtà ma dicono di aver visto ben poco, non ci sono stati utili. –
- Vorrei comunque parlare con loro. – Disse educatamente ma risoluto. Non ammetteva repliche, aveva deciso e difficilmente si sarebbe piegato ad un rifiuto. Si capì subito quanto abituato fosse a prendere decisioni e comandare e al contrario a non sottostare a nessun altro.
- Ziva, accompagnalo. – Disse serafico Gibbs ancora con le braccia conserte nell’angolo ad osservare e ascoltare, pronto a prendere a scappellotti Tony o mordere qualcun'altro. Ziva annuì obbediente intrigata suo malgrado di passare del tempo con quell’uomo ugualmente interessante, anche se non fantastico e sexy quanto l’altro di colore. Aveva anche lui un suo fascino ed inoltre era forte. Molto forte. Lo capì al volo col suo istinto. Sicuramente non le era inferiore, cosa essenziale per far parte della sua lista bianca!
- Morgan, vittimologia… - Gli disse prima di uscire seguendo la mora dalla camminata impettita e decisa. Non gli disse di farsi aiutare da nessuno, già sapeva che avrebbe lavorato con DiNozzo e che quel Gibbs avrebbe fatto ancora il solitario per un po’, facendosi sapientemente aggiornare dal suo primo agente che delegava in continuazione a fare le sue veci.
Anche a lui era bastata un occhiata per inquadrare quel capo squadra.
Sarebbe stata dura ma solo all’inizio, poi si sarebbero abituati ed avrebbero messo in piedi un ottima collaborazione.
Lo sapeva.
Proprio come da lui previsto Gibbs, una volta soli, lanciò una sola occhiata al suo primo agente che lo ricambiava già sapendo perfettamente l’ordine che sarebbe arrivato di lì a poco, fu un breve scambio di sguardi molto significativo che diceva ‘controllalo’ ma anche ‘stai attento’ e ‘tienimi aggiornato’.
Però non solo.
Oh, non solo.
E quel ‘non solo’ a Morgan non sfuggì seppur fu solo un lampo impercettibile.
Poi l’uomo più grande prima di andarsene dalla stanza disse solo:
- Aiutalo. – Il resto era superfluo.
Tony già sapeva.
- Agli ordini capo! – Suo malgrado volle rispondergli con la sua perenne scanzonata allegria che a volte si spegneva mutando in rabbia o tristezza. Raramente in realtà poiché sapeva controllarsi molto bene davanti agli altri.
Una volta soli, Morgan e Tony si guardarono squadrandosi finalmente in libertà, come se il passatempo migliore, di lì in poi, sarebbe stato proprio mangiarsi a vicenda immaginandosi fuori dal lavoro!
- Bene! – Iniziò quindi l’agente dell’NCIS con decisione e un pizzico di entusiasmo nella voce dimostrando di non essere affatto scontento di essere con lui: - Siamo rimasti noi due. – Come se fosse stato necessario sottolinearlo. Il sorrisino però lo evidenziò ulteriormente e questo cominciò a stuzzicare Morgan come non mai, tanto che ricambiò lo stesso con uno identico. – Cosa ti serve? – Chiese quindi allargando le braccia come a dire ‘posso servirti io?’.
Morgan allora alzò un sopracciglio malizioso e apprezzando l’azzurrità velata dei suoi occhi indecifrabili che dicevano tutto e niente, capì che in lui c’era molto più di ciò che non apparisse.
- Informazioni! – Fece quindi tirando fuori il cellulare per chiamare Garcia ed iniziare la sua ricerca sulla vittimologia.
Eppure quell’affermazione, chissà come mai, suonò tanto come qualcosa di personale e non professionale.
Del resto doveva capire una cosa di cui aveva già avuto sentore in quell’ultimo scambio di sguardi.
Qualcosa che Tony avrebbe fatto bene ad appuntarsi a fuoco nella testa prima di fare qualunque altra cosa: lui stava con Gibbs e non solo, i due si amavano.
Prima di giocare con gli altri, come di norma faceva con le donne per sviare certe idee altrui, doveva ricordarsi anche che Morgan era un uomo e che Gibbs di norma già era geloso delle donne, figurarsi degli uomini cosa sarebbe stato!
E di quell’uomo poi…
Ma il loro motto innocente era:
Gli occhi li abbiamo per guardare... non facciamo niente di male ad apprezzare ciò che è bello. Tanto si tratta solo di deliziarsi della bella presenza di questa persona. Nulla di più.”
Ma questo lo sapevano solo loro, non certo gli altri che presto avrebbero pensato certe cose!