CAPITOLO III:
SULLA STRADA GIUSTA

/ One way or another - Blondie /
- Pronto, qui è il castello della regina suprema, chi è l'umile creatura che richiede i miei preziosi servigi? – La voce allegra e sicura, nonché decisamente convinta di quel che diceva, si levò nella stanza dove erano rimasti solo Tony e Morgan, fece sorridere il secondo mentre invece l’altro rimase inebetito e senza parole, con un sopracciglio alzato ad ascoltare quella frase così insolita.
- Ciao bambina, voglio che mi cerchi tutto quello che trovi sulle vittime di questo caso, ti dico i nomi. – Mentre lui le dettava i nomi dei marine morti leggendoli dalle cartelle che aveva sparso sul tavolo, Tony l’osservava sbalordito costatando che creature pazzesche ne esistevano ancora e che probabilmente questa informatica valeva la pena conoscerla, almeno tanto quanto Abby!
- Ti richiamo appena ho completato il mio capolavoro, mio bel principe tenebroso! – Rispose quindi poi la voce femminile di prima con veemenza chiudendo subito la conversazione.
Sembrava proprio una tipica telefonata fra i due che al primo colpo si capiva fossero molto amici ma nulla di più.
Tony, quindi, si riprese abbastanza in fretta dalla scoperta che esistevano persone che scherzavano così anche sul lavoro e desiderando ardentemente di poter lavorare con loro ed averli come colleghi, disse con un sorrisetto ironico:
- E’ possibile conoscerla? – Morgan sorrise divertito, compiaciuto di essere entrato insieme a Garcia nelle sue grazie, quindi rispose pronto:
- E’ impegnata ma penso che sarà più che felice di vederti. –
- E' impegnata con te? – Fece la domanda già sapendo la risposta, ma voleva vedere come gli avrebbe detto di no.
- No, col re, io sono solo il principe. Un principe libero come l’aria! – Già, proprio una gran bella risposta se anche lui fosse stato altrettanto libero!
Gli dispiacque un bel po’ ma suo malgrado era più che contento che il suo re fosse Gibbs, non avrebbe comunque desiderato altro anche se gli piaceva scherzare così con gli altri o le altre. Non faceva mai seriamente, solo con Gibbs.
- Voglio farti conoscere la nostra analista di laboratorio, Abby. –
- Cerchi di accasarmi di già? – Fece con ironia dimenticando per un momento i molti documenti raccolti davanti a sé e sparsi sul tavolo, inerenti al caso che doveva studiare. Scherzare con Tony era decisamente più piacevole!
Forse non era una grande idea farli lavorare insieme. Decisamente.
- Oh no, sei troppo normale per lei! Ma se vai d’accordo con la tua informatica non puoi non conoscere la nostra analista. – Morgan alzò un sopracciglio incuriosito da quell’affermazione, cominciando ad immaginarsi di chi si potesse mai trattare.
- ‘Troppo normale’? – Chiese quindi.
- Quando la vedrai capirai… vieni, intanto che aspetti le informazioni portiamo un caffè ad Abby, poi ci metteremo a lavoro seriamente. Non puoi non conoscere Abby dopo aver parlato con la ‘regina’. – Concluse sorridendo sardonico riferendosi a Garcia. Già si pregustava la scena dell’incontro, non vedeva l’ora di vedere la sua espressione. Sicuramente le sarebbe piaciuta.
Se Gibbs lo beccava a portarlo da Abby per puro divertimento l’avrebbe strozzato come minimo, ma al momento era sicuramente volato da qualche parte a seguire le indagini a modo suo, sui limiti dell'illegalità. Stargli accanto in quei momenti era peggio.
Dopo di quello sarebbe tornato più serio che mai, lo giurava!
Nel tragitto i due parlarono mantenendo quell’ironia che contraddistingueva entrambi con la differenza che Morgan quando parlava anche in quel modo poco serio, non si faceva problemi a mostrarsi per quel che era dicendo qualcosa che lo riguardava e quindi scoprendosi, mentre Tony, di sé stesso, ridendo e scherzando, finiva per non dire proprio nulla.
Questo il profiler lo comprese subito e cominciando già a farsi un idea precisa del tipo che era e di come poteva fare per vedere il vero Tony, si sentì in breve così ben disposto nei suoi confronti da avere un insolita ed inspiegabile ‘sete’ di Reid.
Reid così diverso da quel tipo che ora gli stava a fianco. Le ante dell’ascensore si aprirono facendoli entrare nell’antro della Signora della Notte per la quale prima erano passati a prenderle un caffè con la cannuccia.
Morgan era cosciente dei suoi sentimenti per il ‘cervellone’, era costui che li ignorava, probabilmente, ma con la compagnia di Tony sicuramente sarebbe riuscito a smuovergli qualcosa. Questo, probabilmente, fu il collegamento.
Ma la musica lo interruppe, musica punk abbassata per gentile concessione degli ospiti che aveva con lei in laboratorio per l’occasione.
- Di norma è molto più alta… - Disse Tony riferendosi alla musica.
- Ah si? E si concentra bene con quel chiasso? –
- Oh, non sai quanto in realtà… -
- Significa che ora sta lavorando male perché è bassa? –
- Spero per lei di no, altrimenti Gibbs la brucia sulla forca! –
Il dialogo serrato e divertito dei due uomini dalla bellezza diversa ma per entrambi piuttosto evidente, fu interrotto dal loro arrivo nell’antro.
- Abby… ti presento Morgan. – Sapeva che McGee le aveva già spiegato tutto. Quando arrivarono nella stanza anche gli altri due smisero di lavorare sulla mappa e sulle loro lavagne per guardarli, si chiesero come mai fossero venuti anche loro, che avessero qualcosa?
Non fecero comunque in tempo a chiederlo che lo capirono da soli.
Tony aveva voluto mostrare il ‘capolavoro’ che rispondeva al nome di Abby, a Morgan.
E questi dopo un primo momento di stordimento per il suo look estremamente dark, prima che lei parlasse intenta a prendere in mano il caffè che il compagno le porgeva e a radiografare il dio dalla pelle scura appena entrato, parlò riprendendosi presto:
- Ti dona davvero molto! – Non aveva problemi a fare apprezzamenti laddove sapeva bene di poterli fare. Il sorriso di Abby si allargò radioso e felice di aver ricevuto un complimento da quella meravigliosa creatura che la fissava ammirato, quindi si strinsero le mani e lei finalmente parlò:
- Tony, ma che bel regalo… è il mio compleanno? Gli manca un mazzo di rose nero e poi è perfetto… tesoro, ho un po’ di lavoro ma mi sbrigo in fretta e poi andiamo a giocare con qualcuno dei miei accessori… sai, i regali non si rifiutano… - Lo disse con estrema convinzione, mostrando una sfacciataggine illimitata ed una parlantina senza precedenti.
Era simile a Garcia ma perché erano entrambe eccentriche e di un altro pianeta, sicuramente sarebbero andate molto d’accordo.
- Se vuoi mentre aspetto vado a prendere le rose… - Fu la risposta sullo stesso piano di Morgan, pronto. C’era da aspettarselo che ci sarebbe stato al gioco, per nulla imbarazzato sull’avances ricevuta. Reid scosse il viso contrariato mentre dentro di sé si faceva strada quel fastidio nel vederlo non solo ancora con quell’agente, DiNozzo, ma anche che stava alla corte di quella pazza fuori dal comune!
- Oh, sarebbe meraviglioso! – Disse dunque lei accentuando il suo sorriso compiaciuto. Magari tutto quello si sarebbe anche potuto trasformare in realtà, perché no!
- Penso che mi hai giudicato ‘troppo normale’, sai? – Fece quindi Morgan rivolgendosi a Tony ed al discorso di poco prima che solo loro due potevano conoscere, Tony rise divertito:
- Eh già, mi sa che ti ho sottovalutato! – “Del resto come biasimare Abby?”
- Bè, non sei tu il profiler… - lo giustificò il nuovo amico. Ormai sembravano conoscersi da secoli, vista l’intesa e come scherzavano insieme. McGee non fece fatica a crederci e nemmeno Abby che ancora era persa dietro ai muscoli perfetti di quel perfetto individuo che le stava davanti, ma Reid non solo se ne sorprese ma se ne indispettì stringendo le labbra in un segno ancor più contrariato di prima. Non gli piaceva per niente il loro affiatamento.
A parte che così sembravano lavorare poco, ma soprattutto erano più simili a due che stavano insieme.
E che male c’è? Se anche si butta pure sugli uomini oltre che sulle donne a te che te ne frega?”
Si disse da solo il biondo senza avere la forza di staccare gli occhi dalla scena che a qualche metro da lui si consumava.
Non gli piaceva.
Non sapeva definirlo meglio, per una volta, poiché riguardava lui ed una parte che si ostinava ad ignorare e a far tacere, nascondendo ben bene.
Quando Morgan si accorse di lui e del suo sguardo, decise di dedicargli tutta la sua attenzione almeno per capire se il suo ‘piano’ improvvisato poteva funzionare.
- Allora, genietto, come procede la vostra operazione? – Si avvicinò quindi ai due geni della situazione lasciando Tony a riattivare Abby ancora persa in un mondo sicuramente poco casto.
Reid un po’ si rincuorò di averlo di nuovo per sé ma si rese conto che lì di intimità non ce n’era affatto e che presto il suo compagno sarebbe scappato di nuovo con un altro uomo.
Si rese decisamente conto di quel pensiero poco sensato e molto diverso dai suoi soliti, ma non poté farci nulla se non cercare di mascherare con l’esposizione di tutto quello a cui in qualche minuto di lavoro erano arrivati.
- Bene, a breve dovremo avere qualcosa su una possibile zona o a rischio o per lo meno dove lui o loro potrebbero avere la base. –
- Lui o loro? – Chiese Morgan colpito dalla sua illuminazione fatta quasi per caso, dimenticando presto i suoi intenti sentimentali, proprio come Reid aveva sperato.
- Si, non sappiamo ancora con sicurezza che si tratti sempre di uno, potrebbero anche essere in tanti, magari è un organizzazione o sono solo due. In ogni caso non bisogna escludere nulla. –
- Hai ragione… bisogna capire anche se le vittime erano collegate in qualche modo. Ora dovrebbe chiamarmi Garcia per farmi sapere qualcosa. –
- Garcia? – Chiese quindi McGee alzando la testa dalla lavagna su cui scriveva dati e calcoli in base alle indicazioni evidenziate da entrambi sulla mappa appesa lì accanto.
- La nostra informatica, è una maga col computer, trova qualunque cosa… - il giovane non fece in tempo a dire che quel lavoro era capace di farlo anche lui ed infatti l’aveva già fatto trovando assolutamente nulla, che Tony lo precedette dall’altra parte della stanza, affiancato da Abby. Tutti a due li raggiunsero.
- Come il nostro McGenio. Anche lui è un mago del computer e purtroppo quella magia non è riuscito a farla poiché non c’è assolutamente nulla che li accomuna, nemmeno uno scontrino o le mutande che indossavano! Erano solo tutti marine e nemmeno delle stesse squadre! – Anche lui era finalmente tornato serio e quando lui lo era si poteva star sicuri che finalmente si poteva parlare del caso in santa pace, senza interruzioni o perdite di tempo.
- Già, purtroppo è così… - Affermò McGee dispiaciuto.
In quel momento suonò il telefono di Morgan.
- Dimmi bambina. – Rispose come al solito quando sapeva che si trattava di Garcia, guardato stranito da chi ancora non sapeva del suo rapporto con questa donna.
- Ma quanti anni ha? – Chiese quindi Abby incuriosita ed ingenua, senza staccare gli occhi di dosso da quella visione che stava ancora in mezzo a loro.
- Garcia? Mah… avrà… -
- Non puoi dire l’età di una signora! – L’ammonì subito Tony stupito che non avesse capito quale sarebbe dovuta essere la vera risposta. – Lui ha questo rapporto con lei, ma è grande, in realtà. – Spiegò per lui Tony, attirandosi le antipatie del biondo che, lanciandogli uno sguardo glaciale, si girò verso la lavagna tornando al lavoro per non avere la tentazione di ricoprirlo di frasi poco carine e troppo dotte per essere comprese e motivo di offesa per il destinatario.
E poi a Morgan piace, non va bene che lo tratto male!” Si disse fra sé e sé cercando di concentrarsi sui numeri lasciati in sospeso dal nuovo amico con cui si trovava decisamente meglio.
- Per essere un genio non è molto sveglio… - Rincarò poco intelligentemente la dose. Tormentare i geni era l’attività preferita di Tony e questo non sarebbe mai cambiato di sicuro.
Certo Reid era abituato a Morgan ma con lui c’era un certo rapporto, uno scambio paritario di… di cosa si poteva parlare?
Cosa si scambiavano, oltre a certe battute e alle loro confidenze?
Cos’era quello che permetteva a Morgan di prendersi certe libertà con lui che ad altri non concedeva nemmeno sotto tortura?
Non seppe rispondersi quindi preferì far finta di non aver sentito, ignorando Tony e provocandogli così un maggior fastidio piuttosto che se avesse risposto qualcosa!
- Può collegarsi in una videochiamata dal vostro computer? –
Chiese Morgan interrompendo per tutti la conversazione poco seria.
- Certamente! Le do le coordinate. – Dopo alcuni istanti, nello schermo gigante del laboratorio appariva il viso che era tutto un programma circondato da ciocche rosa di Garcia. Aveva degli occhiali dalla forma buffa ed appariscente, ovviamente rosa, e in mano stringeva una penna del medesimo colore con un pompom peloso sul tappo. Il silenzio calò nella stanza.
Tony aveva immaginato una ‘cosa’ del genere, Reid nemmeno si girò arrabbiato per causa di Tony, McGee mostrò senza timore lo stupore e l’incredulità più completa mentre Abby rimase abbagliata, come avesse avuto un'altra fantastica visione.
Quella ragazza sembrava davvero in gamba!
Già le piaceva!
Siccome la videocamera di Abby ricambiò l’immagine con la loro, anche Garcia poté vederli.
Su Tony si trovò ad avere certi naturali istinti, su McGee capì subito che tipo fosse al primo sguardo e su Abby fu amore anche da parte sua. Certo avevano stili completamente diversi ma entrambe traboccavano di personalità e di eccentricità, qualcosa di essenziale per entrare nelle loro rispettive grazie.
- Ehi, sei forte! – Dissero all’unisono le due non smettendo di guardarsi!
- Angelo, avevi ragione, sembrano tutti fantastici! Come vorrei conoscervi di persona! Ma lei… lei è… oh, non ho parole davvero! – Non trovò il modo per definire Abby ma si fece benissimo capire anche così.
- Anche io vorrei conoscerti di persona! Possibile che tu non possa venire qua? Trovo la mia anima gemella ed è a distanza di uno schermo? – Fece la mora saltellando sul posto capricciosa come una bambina.
- Guarda che abitate nella stessa città, ci mettete un attimo ad uscire insieme… - Rispose Tony riportandola alla realtà non facendo caso al termine usato, cosa a cui invece fece caso McGee visto che allarmato e svelto disse:
- ‘Anima gemella’? Abby ma lei è… - Al che l’amica si girò svelta come un fulmine verso di lui e senza fargli dire l’ovvietà del secolo l’ammonì subito inferocita:
- E' una donna, è allora? Hai pregiudizi sulla sessualità? – La risposta non poteva che essere per la sopravvivenza, quindi cauto fece alzando le braccia in avanti:
- No, no, per carità. E chi li ha! – Seppur tutti più o meno ridacchiarono alla risposta, alcuni non poterono fare anche a meno di pensare questo:
Sollevato che la pensiate così… “
Questi furono Morgan, Tony e Reid, il quale si sconvolse di nuovo per la direzione che i propri pensieri avevano ripreso ad assumere. Qualcosa di decisamente incomprensibile.
- Va bene ragazze, vi ho concesso di vedervi perché volevo vedere la vostra reazione, ma bisogna davvero tornare al lavoro. E anche di buona lena. – Prese in mano la situazione Morgan, diventando serio un po’ prima degli altri.
- Già, o Gibbs trova un nuovo modo doloroso per farmi fuori. Voi siete al sicuro visto che se la prende sempre e comunque con me, però non trovo carino vedermi ogni volta la vita scorrermi davanti per colpa sua! Rivedermi vestito da marinaretto è qualcosa che mi dà il voltastomaco! – Si lamentò, ovviamente, Tony.
- E di chi è il merito? – Chiese McGee continuando a lavorare sulla sua pista con Reid che non si era girato per nulla.
- Ah, non lo so proprio, non riesco nemmeno ad immaginarlo… -
- Oh, povero caro… - Fece allora Garcia rivolta proprio a lui che si lamentava con un aria da finta vittima. – Buona fortuna, tesoro! – Concluse con un occhiolino d’intesa divertita dal suo temperamento scherzoso nonostante la situazione. – A più tardi, angeli! – Salutò anche gli altri ed in seguito chiuse la videochiamata imitata da un’Abby dispiaciuta per aver potuto approfondire così poco quella conoscenza che sicuramente sarebbe stata parte del suo patrimonio culturale!
- Sarà meglio che torniamo tutti al lavoro, ragazzi… - Disse sconsolata tirando su una considerevole sorsata di caffè.
Eppure lì sembrava ci fosse così poco da lavorare…
- Andiamo anche noi. – Dissero Tony e Morgan insieme provocando il fastidio, tanto per cambiare, di Reid che anche se riusciva a fare tante cose insieme era sempre poco piacevole provare certi sentimenti mentre cercava di concentrarsi su una cosa così importante.
Lanciando solo uno sguardo molto penetrante al giovane intento a non ricambiarlo nemmeno per sbaglio, Morgan fu l’ultimo a lasciare il laboratorio nella speranza di capire quanto in là potesse spingersi per farlo ingelosire e fargli capire i suoi sentimenti.
Una vera impresa, come tutta quella indagine, a quanto pareva!

Gli agenti della squadra erano di nuovo quasi tutti intorno alla scrivania di Gibbs, questa volta, per scambiarsi i risultati delle rispettive varie indagini. A parlare erano stati Morgan e Hotchner i quali avevano esposto le loro idee in maniera piuttosto dettagliata, specificando che la parte importante di Reid sarebbe arrivata a momenti. Lui e McGee infatti mancavano ancora all'appello per lavorare sulla mappa e su una probabile zona da setacciare in cui speravano di trovare qualcosa di utile come la base dell'assassino.
Quindi fu Hotch con aria seria e professionale a fare il punto della situazione, in piedi davanti alla scrivania di Gibbs, attorniato dagli altri che l'ascoltavano attenti capendo che forse non era poi tanto male aver chiesto a loro:
- Presumendo, per il momento, che l'SI sia uno solo, il genere di uomo che cerchiamo non è uno che agisce per vendette personali verso persone specifiche. Probabilmente è un ex marine lui stesso rimasto schockato da un fatto del suo passato che l'ha segnato e fatto soffrire molto, tanto da portarlo a riversare su tutta la categoria dei marine il suo odio e i suoi rimorsi. È abbastanza lucido da non lasciare tracce di sé e quindi in quel senso sa cosa fa, ma non altrettanto da capire che i marine non hanno colpa della tragedia che gli è capitata, da cui non si è ripreso.
Dobbiamo cercare un uomo bianco dai 45 anni in su, ex marine che ha chiesto congedo diverso tempo fa in seguito ad un brutto incidente che ha coinvolto la sua famiglia, probabilmente, o comunque persone a cui lui teneva molto per colpa di una missione in cui era stato mandato. Essendo un ex marine avrà anche una certa prestanza fisica, è molto forte fisicamente ed in combattimento decisivo. Ora farà un lavoro rispettabile e in apparenza non susciterà nessun sospetto, però probabilmente il suo carattere chiuso gli ha impedito di esternare in maniera normale e sana il suo dolore e quindi ora è scoppiato in questo modo. Sicuramente è molto difficile averci a che fare nonché estremamente pericoloso, non si fermerà finché non verrà ucciso, difficilmente questo genere di SI si convince a desistere. -
Avrebbe continuato a lungo a parlare di questo SI che probabilmente era quello che cercavano loro, peccato che fu interrotto dalle espressioni esterefatte e shockate di Tony, Ziva e Mcgee. Gibbs al contrario era ancora impenetrabile nella sua aria perennemente seccata ed impaziente. Come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.
Quello era il profilo preciso di Gibbs e tutti i suoi uomini, lui stesso compreso, se ne resero conto.
- Che c'è? Conoscete qualcuno che corrisponde al profilo? - Chiese Morgan capendo subito di cosa poteva trattarsi. Né Ziva né McGee osarono proferire parola guardandosi fra loro e poi rivolgendo il loro sguardo teso sul loro capo che non li ricambiò ma rimase immobile a fissare l'altro capo, questi ancora non smetteva di guardarlo a sua volta diretto allo stesso modo. Come se avesse capito che potesse trattarsi proprio di lui, una sorta di intuizione.
A decidere di parlare per tutti fu Tony ma non lo fece davanti a Gibbs e a tutti gli altri, capì la cosa migliore da fare e semplicemente con sicurezza e coraggio la fece ma non in nome di primo agente del suo capo, bensì in nome di fidanzato di Gibbs.
- Scusate, posso parlarvi un attimo? - Gibbs capì subito cosa voleva fare e non lo interruppe con uno sguardo di fuoco, gliene fu grato, dentro di sé, di sbrogliare lui quella situazione pesante.
Li guardò allontanarsi in un angolo dell'ufficio e parlare, sapeva bene che gli stava dicendo di lui e del suo passato, così come sapeva che persone come lui, al mondo, purtroppo ce ne erano fin troppe. Se avevano ragione e il killer era come dicevano, era davvero triste e doloroso. Anche lui sarebbe potuto finire in quel modo se non fosse stato salvato.
Ce l'aveva fatta però non tutti avevano la fortuna di trovare le persone giuste.
- Credo che a questo punto, prima che lo scopriate da soli facendo un pandemonio, sia giusto dirvi che Gibbs corrisponde perfettamente al profilo tranne che per il fatto che non è l'uomo che cerchiamo. Gibbs è un ex marine, quando è andato in missione lasciando la sua famiglia, moglie e figlia, al ritorno le ha trovate uccise. Ha lasciato la marina fino a cercare vendetta, ma è stato aiutato e salvato da Mike Franks che poi ha fatto di lui l'agente dell'NCIS che è ora. Anche il suo carattere come avrete capito è molto difficile e non si convincrebbe mai a parole, l'unico modo per fermarlo sarebbe certamente abbatterlo, cosa non facile comunque, ma non è lui poiché il suo rancore ormai, in seguito a vari eventi, è stato stanato. Quello, ormai, è semplicemente il suo carattere, non è dovuto a nessun assassinio! -
Disse Tony seriamente, decidendo di spiegare alla meglio ogni cosa onde evitare spiacevoli equivoci. Farlo davanti agli altri sarebbe stato imbarazzante e pesante, così era meglio ma comunque capirono entrambi che il legame di quest'uomo con Gibbs era davvero superiore a quello fra tutti gli altri. Non si dissero altro, non approfondirono mentalmente quella consapevolezza che avevano appena appreso, solo rimasero colpiti una voltadi più da quell'uomo. Anche lui come molti aveva i suoi fantasmi e non era roba da poco.
- E come avrete capito è particolarmente suscettibile quando si parla di certe cose, come la sua storia. - Questo risultò come un consiglio.
- Bene, ci dispiace per ciò che gli è accaduto ed apprezziamo la chiarezza, noi non possiamo che fidarci di voi sulla parola, cercheremo qualcun altro corrispondente al suo stesso profilo. - Disse quindi sempre serio e composto Hotch mentre Morgan capiva chiaramente che Tony e Gibbs stavano semplicemente insieme, rassegnato e contento allo stesso tempo. “Che coppia...” Pensò infatti senza riuscire a definirli.
- Ammesso che sia quello giusto. - Fece allora Tony seguendo una delle sue illuminazioni apparentemente stupide ed insensate.
- Che vuoi dire? - Chiese il moro intuendo che invece poteva essere qualcosa di utile.
- Si è parlato della probabilità che siano in più di uno. Immagino che se sono in due il profilo cambia e se sono in più muta ulteriormente. -
- Bè, si. Potremo stendere un profilo per ognuno dei casi... -
- Si, ma non intendevo questo... - Fece Tony corrugando la fronte, cercando di seguire quel pensiero che gli era arrivato mettendo insieme i vari discorsi fatti in precedenza, specie con Morgan. Quindi senza completare la frase, si girò tornando veloce dagli altri che li aspettavano per proseguire l'indagine con nuove direttive. Giunto davanti a Gibbs lo guardò illuminato e serio allo stesso tempo, era in una di quelle fasi in cui faceva capire a tutti come mai lavorasse lì, quindi non fu interrotto.
- Capo... pensavo... -
- E' positivo... - Fece lui sorprendendo tutti per l'ironia che concesse solo al suo primo agente che, senza sorprendersi al contrario degli altri, continuò allo steso modo di prima senza scomporsi:
- Trovi? - Al suo silenzio eloquente continuò: - Questo è quello che sarebbe nel caso se fosse uno, se fossero in due cambia ancora e se fossero in più sarebbe ulteriormente diversa la faccenda. Cambia a seconda del numero delle persone implicate in questi omicidi. -
- E quindi? - Chiese Gibbs curioso di vedere dove volesse andare a parare, sperando non tirasse fuori nessun film.
Tony appoggiò le mani alla scrivania davanti a lui, quindi continuò più incisivo:
- Quindi: e se questo caso non fosse ciò che sembra? Noi ci siamo basati su quel che abbiamo visto e trovato, seguendo le prove trovate... -
- Come facciamo per risolvere tutti gli altri casi... - Si inserì Ziva specificando implicitamente che forse stava per dire una cazzata. Tony non si fermò, si rialzò e voltandosi anche verso gli altri che lo ascoltavano allargò le braccia cominciando a gesticolare con le mani, preso dalla sua teoria che prendeva forma mentre la esponeva.
- Ma se abbiamo la visione sbagliata? Cioè sembra un serial killer che uccide marine perché psicologicamente sconvolto da un fatto del passato che l'ha fatto impazzire a lungo andare. Ma indagando su questa scia non abbiamo ancora trovato nulla di concreto se non altri cadaveri. E se non fosse un caso di omicidi di marine? -
- E cos'altro ti sembrano, quelli, se non marine morti? - Disse quindi Gibbs alzandosi dalla sedia e fronteggiandolo più seccato che mai, cominciava a pensare che la vicinanza di quei profiler gli avessero fuso il cervello.
Ma fu lì che intervenne Reid che, ascoltato tutto il discorso, si decise a farsi sentire profondamente stupito di trovarsi in accordo con quello che stava dicendo quel ragazzo mal giudicato e mal sopportato fino a quel momento.
Possibile che fosse d'accordo con lui e che avesse detto, per una volta, una cosa giusta?
- Una copertura. - Tutti si voltarono sentendo la sua voce dal tono sicuro e saccente, come suo solito. Con lui c'era anche McGee che reggeva diverse carte che appoggiò sulla propria scrivania. Quindi il giovane professore dai mille dottorati continuò facendosi avanti ed avvicinandosi a Tony fino ad arrivargli davanti. Non lo guardò comunque ma scambiò diversi sguardi con tutti quelli che gli stavano intorno, continuando ad elaborare quell'idea: - Se fosse un organizzazione non avrebbe interesse personale riguardo ai marine, punterebbe ad una azione di terrorismo e quello che sta succedendo non rispecchia affato il profilo. Se sono davvero ben organizzati, per fare quel che davvero puntano a realizzare, di ben più pericoloso per tutti e non solo per i marine, cercherebbero di distrarre la popolazione con qualcosa di diverso da quello che in realtà è. -
A quel punto intrvenne Morgan capendo il loro ragionamento, dando miglior forma e voce in modo che la capissero tutti:
- Cioè potrebbe essere un organizzazione che sta puntando a qualcosa di più grande e più grave servendosi di una copertura di un ipotetico SI che uccide marine per apparenti ed evidenti motivi personali di vendetta. - Ecco, coì era decisamente più chiaro.
- Abbiamo completamente sbagliato direzione delle indagini, cercavamo una persona e non un organizzazione. - Fece allora Ziva cominciando a pensare allo stesso modo, sentendosi per questo un idiota.
- In questo caso le modalità di ricerca e i sistemi sono completamente diversi... bisogna cambiare del tutto direzione. - Asserì allora Hotchner abituato a prendere il comando della situazione, si fermò capendo che questo spettava solo a Gibbs, a capo dell'indagine, quindi lo guardò che ancora silenzioso cominciava a prendere in considerazione anche queta ipotesi, del resto doveva fare qualcosa o sarebbero sopraggiunti altri morti.
Solo che l'idea di qualcuno che usava i marine uccidendoli solo per una stupida copertura per qualcosa di più pericoloso, era ben peggiore, forse. Persone orribili che usavano le vite umane come oggetti, come scudi, per i propri porci comodi. Qualcosa di insopportabile, per lui.
- Suggerimenti? - Chiese quindi allargando le braccia, usando ancora una voce molto bassa e penetrante, a stento controllata come il suo sguardo furente. La mascella contratta insieme ai suoi muscoli.
- A questo proposito si. Io e il Dottor Reid abbiamo trovato un possibile posto dove potrebbe trovarsi la loro base. -
Dopo aver indicato velocemente come e dove, Gibbs aprì con gesti sbrigativi e veloci il cassetto imitato dai suoi della squadra, quindi prese la pistola e il distintivo, poi tenendo le chiavi dell'auto per sé per guidare più veloce, disse come un ordine:
- Tony e Ziva con me. - Poi passò davanti ad Hotchner, si fermò un istante e con uno sguardo diretto che mostrò tutta la pericolosità di quell'uomo che stava per esplodere, aggiunse: - Se volete potete venire. - Fu una grande concessione da parte sua, considerato tutto. Una specie di ringraziamento per l'aiuto che avevano fornito, non poco in effetti. Sperando che tutto quello li avesse portati da qualche parte di utile e non fosse solo una perdita di tempo.
Sperandolo con tutto sé stesso.
- Va bene. Morgan, con me, tu Reid continua a lavorare con lui su possibili altre zone. - Ed anche loro li seguirono in ascensore pronti all'azione, una azione che tutti sperarono decisiva ed importante.
Non avrebbero mai immaginato, invece, che quello sarebbe servito ad incrociare le loro strade con qualcun'altro ancora.