CAPITOLO
XVI:
VOLETE
LA BICICLETTA?
Pomeriggio.
Solito
posto in cui i nostri otto amici passano le loro ore ogni giorno.
Il
campetto di basket del parco pubblico di quel posto turistico pieno di
ville, a due passi dal mare, quest’oggi non è
occupato solo dai quattro maniaci di quello sport, ovvero Akane,
Hitonari, Arashi e Mikako, ci sono anche altri quattro che cercano di
farsi notare per la loro, a dire il vero, non molto spiccata, bravura.
Effettivamente
hanno visto immediatamente il talento di quegli stranieri dai
lineamenti eurasiatici, non passano inosservati nemmeno se stessero
seduti e zitti, figurarsi in un campetto di cemento con un canestro,
una palla di cuoio e…beh, e loro stessi!
Come
delle calamite attirano l’attenzione di molti ragazzi che se
ne stanno nei dintorni annoiati.
Compiono
qualche azione di riscaldamento senza far sul serio, giocano a rubarsi
goffamente la palla, enumerano dei falli non indifferenti,
s’insultano ridendo. Per quando Hitonari riderebbe,
ovviamente.
Quest’ultimo
si limita a schifare i calci e le prese del moro e della cugina bionda;
Mikako, la sorella, sembra più clemente, non molto per la
violenza. Lei si limita ad approfittare dei momenti di debolezza e
distrazione degli avversari, impegnati in qualche lotta poco pulita,
per impadronirsi dell’agognato oggetto e gettarlo nel cerchio!
Una
specie di rugby, in poche parole!
Stanno
divertendosi senza molta voglia di far sul serio, quando si accorgono
del baccano che Mikael fa a bordo campo. Manco a dirlo sta litigando,
ma questa volta non con Raphael, nemmeno con Genzo (ultimamente
è nata una sorta d’incompatibilità di
carattere, perciò quando può ,il moro, lo evita,
conoscendo sia se stesso sia il rosso). Ad infervorare il basso amico
sono proprio quei quattro che solo un istante prima, giocavano
nell’altra metà del campo.
Mikako
si nasconde il volto e si volta dall’altra parte, imbarazzata.
-
speriamo non venga qua sbraitando che siamo suoi amici e che
…-
Sta
dicendo questa frase sotto voce, udita solo dai tre lì
accanto che osservano a loro volta.
Non
fa nemmeno in tempo a finirla, che il casinaro fa per lei:
-
…vi faranno vedere ben loro, di cosa sono capaci! Quando
fanno sul serio nessuno compete con loro. Dovrete vergognarvi di voi
stessi, la smetterete di prendere per il culo, così!-
Ecco
così che quei quattro sconosciuti si rivolgono ai nostri.
Hitonari da’ uno sguardo interrogativo al gemello che
ricambia con una stretta di spalle, Mikako sprofonda ancor
più nell’imbarazzo, mentre Arashi e
Akane…beh, loro due cominciano a capire la situazione e in
tutta risposta, col ghigno sadico in faccia, si scaldano felici e
contenti di quanto sta per accadere.
Naturalmente
sarebbe superfluo spiegare i dettagli, su come Mikael abbia organizzato
una sfida a street basket ai suoi cugini e fratello/sorella.
In
un secondo la situazione muta ed è la seguente.
Hitonari
playmaker, Mikako seconda guardia, Akane e Arashi ala piccola e ala
grande.
È
adrenalina quel che passa nei loro corpi nel momento
dell’attesa.
Attendono
che la sfida inizi.
È
solo l’idea di fare una partitella di basket con gente che si
merita una batosta storica, a dar loro la carica giusta.
Akane
e Arashi sono talmente simili da non avere solo la stessa espressione
esaltata, ma anche gli stessi pensieri.
“Canestri,
schiacciate, lezione a quei maledetti, vittoria!”
Sono
molto sintetici anche nei pensieri, essenziali insomma!
Hitonari
ha una concentrazione evidente. Il suo volto rimane impassibilmente
disegnato da un artista rinascimentale, serio, riflette su quel che sta
per accadere.
Per
lui è solo basket.
Ciò
per cui vive…oltre che per Akane, ovviamente!
Dal
di fuori sembra che tutto gli stia indifferente, come se non vedesse
nulla, effettivamente ogni cosa gli scivola addosso.
Mikako
da parte sua è calma, ancora più calma di sempre,
dopo la crisi iniziale di maledizioni verso il cugino,
d’obbligo altrimenti non sarebbe Mikako, si è
rassegnata e dedicata alla concezione della partita.
La
sua calma storica è fredda.
Guardandoli
ora, forse, viene da chiedersi che razza d’affare abbiano
fatto a sfidarli…ma come si dice:
Hanno
voluto la bicicletta?
Pedalino!
A
fare d’arbitro è Genzo che con
l’espressione musona di sempre, è impossibile dire
di chi sia amico.
Lancia
la palla in aria, dando così inizio alla sfida.
A
contendersi la palla sono Akane ed un altro ragazzo piuttosto alto coi
biondi capelli a spazzola.
Saltano
contemporaneamente e il nostro moro vola letteralmente.
La
sensazione che prova ogni volta che i suoi piedi si staccano dal
terreno è di poter arrivare al cielo con uno scatto
ulteriore, allungare la mano e afferrare il paradiso…e
puntuali lo toccano, una specie. La palla è sua anche questa
volta.
Peccato
che per puro spirito vendicativo, infatti, aveva captato il litigio di
questi sfidanti con suo fratello Mikael, quando riesce ad avere la
sfera, invece di fermarla e passarla a qualche suo compagno, la
scaraventa con forza e molta mira, in faccia al contendente che cade a
terra dolorante.
Non
è un dolore indifferente quel che si prova con una pallonata
di basket in pieno volto.
Del
sangue gli esce dal naso ed uno sguardo nasce dai suoi occhi.
Uno
sguardo che non promette nulla di buono.
Espressioni
complici passano da lui ad Arashi ed in seguito anche verso i freddi
Hitonari e Mikako.
Di
rimando rimangono impassibile, eccezion fatta per la bionda pepe e
chili, che sembra non vederci più dalla voglia di lasciare
anche il suo zampino.
L’arbitro
serio e ligio al dovere, in altre parole Genzo, decreta la palla agli
avversari, così i nostri si mettono in difesa.
A
nulla è valso il:
-
Ops…mi è scivolata la mano!-
Di
Akane…anche perché non avendolo detto con
sentimento, nessuno ci ha creduto nemmeno per un secondo!
Ad
ogni modo, il gioco riprende in un clima un po’ strano.
Anche
se era gioco degli avversari, è subito intercettato da
Mikako che veloce passa disinvolta a Hitonari, in modo da dargli la
possibilità di impostare un azione d’attacco. I
ruoli si scambiano e quelli in difesa vanno facilmente in attacco.
Akane
e Arashi sono ai lati del canestro, fuori l’area piccola,
attendono solo un cenno del loro playmaker.
Tutti
molto concentrati, come se i pazzi esaltati di poco prima, fossero solo
ricordi, altre persone.
È
facile immaginare quel che accade.
Hitonari
fa un passaggio preciso ad Akane pur avendo guardato Arashi, lui lo
prende, abituato a queste cose, e senza farsi trovare impreparato
irrompe a canestro vittorioso col suo urlo di battaglia assordante:
-
EVVAIIII!!!-
Fratello
e sorella scimmie si battono il cinque, invece il fratello e la sorella
angelici si scambiano solo uno sguardo d’intesa.
È
solo l’inizio!
L’azione
prova ad essere padroneggiata dagli altri, ce la fanno quasi, a dire il
vero, stanno per tirare a canestro ma viene stoppato da Arashi.
La
ragazza ha un tipo di gioco molto felino, essendo una lei, riesce a
praticare un gioco molto raso terra ed atletico. Proprio da pantera.
La
palla sta per uscire dal campo, quando Hitonari la recupera senza
troppa fatica e con altrettanta naturalezza intraprende una magnifica
azione solitaria che va a segno.
Ovviamente.
Quando
lui parte così è difficile fermarlo.
È
uno dalle mille risorse, diverso da Akane solo istinto e arte. Lui
è pulito, essenziale, giusto. Qualunque ostacolo gli si
presenti, anche forte ed inaspettato, nell’affrontarlo,
riesce a trovare sempre sul momento una via d’uscita
vittoriosa, come se l’avesse pianificata, in
realtà solo buttata all’ultimo minuto.
Non
si sa mai se lui preveda veramente ogni istante tanto da non finire mai
impreparato, oppure sa ha uno spirito d’adattamento talmente
spiccato da confondere anche i membri della propria famiglia.
Probabilmente
è il più bravo fra i quattro.
Un
grande atleta e basterebbe lui da solo a spuntarla contro di loro.
Rivelandosi
completo non solo come tiratore, ma anche come playmaker, il suo vero
ruolo in quella partitella, Hitonari, dopo aver attirato su di se
l’attenzione dei giocatori in campo, e aver perciò
smarcato Akane, passa la palla al cugino veloce,
all’indietro, senza nemmeno uno scambio di sguardi.
Spiazza
tutti e il focoso amico, si limita ad un semplice terzo tempo comune.
Rendendosi
effettivamente conto, gli sfidanti, di non avere chance, prendono una
decisione saggia, da parte loro.
Che
avrebbero dovuto prendere all’inizio.
Saggia
per modo di dire, poiché si rivelerà ugualmente
inutile, anche se divertente.
Essendo
street sono permessi i giochi fallosi, perciò si concentrano
su quelli.
Con
forza e prepotenza eseguono diversi schemi comprendenti una difesa e
dei blocchi molto al limite.
Sembra
funzionare, all’inizio, poiché riescono a fare
qualche punto.
La
partita finalmente si fa più divertente e
l’adrenalina riprende a scorrere. Arashi e Akane paiono
più contenti di prima, avevano sperato che non fosse
così facile e noiosa, la vittoria, e sono stati accontentati!
È
un contrasto aereo fra Akane e uno degli altri.
La
palla sta per essere messa nel cerchio dal ragazzo, ma il moro non si
rassegna, tanto per cambiare, e il risultato per tanta ostinazione, la
paga cara.
Sono
quindi in volo l’uno davanti all’altro, Akane tiene
le spalle al canestro e mordendosi il labbro, i muscoli in tensione,
non pare abbia nessun’intenzione di mollare, per nessuna
ragione al mondo
Capendo
ancora una volta l’unico sistema per fermare quella specie di
carro armato, all’avversario basta poco, un’alzata
di ginocchio che colpisce l’addome, e questi perde
l’equilibrio sbilanciandosi. Piegandosi dal dolore perde di
vista la palla ritornando al ‘nemico’ la visuale
per tirare.
Lo
realizza cadendo.
Sente
l’aria che gli scivola, come se non lo sostenesse
più, come se non fosse più sua complice, e
l’idea che la colpa possa essere quello stronzo gli
dà alla testa.
-
bastardo!-
Stringendo
i denti ignora la caduta brutta che sta per fare, con uno strappo ai
muscoli della schiena, si tira su e con ogni forza, schiaccia via la
palla che finisce fra le mani di Mikako, da fuori area, pronta in
posizione.
Un
tiro da tre e la perfezione dell’arco della palla che disegna
nel cielo una linea immaginaria. Finisce nel canestro senza toccare il
tabellone, bruciando la retina.
Perfetta,
come il suo tempismo di posizione, come se da tutto il tempo avesse
atteso quello.
La
freddezza di raccogliere una palla come quella poteva averla solo lei o
al limite Hitonari.
Provvidenziale
e precisa.
La
sorpresa non sa cosa sia.
In
ogni azione lei è quella sempre pronta e perfetta, che
sembra non faccia altro che aspettare quel determinato passaggio.
Approfitta
delle situazioni di cui nessuno saprebbe approfittare.
Akane
cadendo, non riesce ad atterrare sui solidi piedi, leggermente piegati
per protendersi con tutti il corpo verso il pallone.
Nell’impatto
col cemento vi rovina sopra con tutto il ginocchio.
A
quest’ultimo l’azione fallosa non ha dato fastidio,
quanto in se il fatto di cadere per primo e perdere la
possibilità di fermare la sfera di cuoio fra le sue mani.
È
fatto così.
Nel
basket e in special modo nello street, è il primo a tirare
in ballo i giochi di forza, non è uno che sente o soffre il
dolore, nemmeno lo sente. Lo esaltano, queste cose e non capisce
più niente.
Questa
volta a fargli render conto di quanto accaduto, è il sangue
che si spande un po’ sul pezzo di jeans tagliati subito
sotto, che poi scivola lungo la gamba scoperta, sottili rivoletti sulla
pelle appena abbronzata.
È
un bruciore non indifferente.
L’esperta
di sbucciature, slogature e cadute, normalmente è Arashi, ma
anche lui non scherza! Ha sempre qualche cerotto addosso!
La
sensazione è veramente di fuoco, parte
dall’interno e tanti spilli da quel punto, spingono
prepotenti per uscire. E ci riescono, visto il sangue che fa sfoggio
vergognoso di se!
Tuttavia
dopo questo primo attimo d’effettiva ed oggettiva fitta, si
rialza e con un cenno a Genzo indica di far riprendere il gioco,
disinvolto e naturale, come fosse lui il capo!
-
Genzo ferma il gioco un attimo!-
Il
vero capitano si fa sentire e con tono di comando che non ammette
repliche, si dirige sostenuto dal compagno che lo fissa interrogativo.
Si
inginocchia per guardare meglio la ferita, ignorando interamente le
domande con lo sguardo del ferito.
Una
notevole sbucciatura all’altezza del ginocchio, guardandola
Hitonari ha un borbottio sottile riguardo alle imbranataggini altrui.
-
ma che fai?-
Sbotta
Akane.
-
non vedi che ti esce sangue? Hai macchiato anche i
pantaloni…-
Ha
un aria indifferente mentre lo dice, anche se in realtà,
poiché l’ha detto, significa che gli importa.
Così
facendo mette la mano dietro il ginocchio e gli alza poco gentilmente
la gamba per fargli guardare la sua stessa ferita.
Una
smorfia compare nei volti d’alcuni presenti, schifati dallo
spettacolo non molto artistico e piacevole.
Il
moro pare non vederlo nemmeno, semplicistico dice:
-
e bè?-
-
che fratello tonto mi tocca avere!-
La
frecciatina arriva dall’immancabile sorella, seccata per
l’interruzione del gioco nel momento più vivo
dell’incontro!
-
che sorella rompipalle, mi tocca avere!-
Sgarbatamente
offeso l’altro.
Mentre
i due si scambiano marinerie, e gli altri quattro avversari riprendono
fiato rallegrandosi per la ferita di quel tipo, sicuramente ora saranno
meno combattivi, Hitonari esercita un veloce impacco con un fazzoletto
e dell’acqua, in mancanza di altro non ha scelta.
Nel
farlo Akane si interrompe dall’insultare Arashi, e riprende
con Hitonari. Rivela un curioso color rosso acceso in volto,
imbarazzato ribatte lamentandosi:
-
oh, per favore…non è nulla…riprendiamo
il gioco!-
A
senso unico!
Di
risposta, il biondo fa ancora più forte per farlo gridare.
-
sei uno stronzo!-
Poggia
il fondoschiena a terra e guarda il fidanzato e la sua aria
imperturbabile.
-
stasera ti faccio vedere io il dolore!-
Lo
dice con una tale convinzione e naturalezza che sentono tutti,
capiscono e appunto per questo il pallido playmaker, diventa
anch’esso color peperone!
-
Eh, già….Io non vorrei essere nei tuoi panni,
Hitonari!-
Mormora
Mikako serena e angelica mentre gli altri scoppiano a ridere. Mikael e
Raphael sono per i fatti loro, invece Taro è venuto a dare
un occhiata. Genzo era già lì e paziente aspetta
che si diano una mossa.
Hitonari
finisce il lavoro e ignorando le continue frecciatine, per questo sta
maledendo il compagno, chiede con gran controllo di se, ammirato per
questo da tutti:
-
Puoi continuare?-
-
Certo, che domande!-
Così
dicendo prende la sua sfilata disinvolta…poco! Zoppicando
vistosamente tiene rigido il ginocchio e tesi i muscoli della coscia e
del polpaccio.
- Non ne sono
convinto…-
In
questo modo è costretto a rispondere camminando:
-
E smettila, ahi, non vedi, ahi, che posso, ahi, correre, ahi, e
saltare? Ahiahiahi!-
Esibendosi
in una dimostrazione su uno sgorbio di salto!
-
AHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!-
Risata
sguaiata da parte d’Arashi e di…eh
si…anche da parte degli altri quattro avversari che hanno
seguito la scena interessati!
Se
magari c’era stato solo un barlume di volontà di
sospendere la partita, nei fratelli Derwent, ora è sparito
totalmente!
Il
fuoco si accende sia nella bionda sia nel moro, la ferita bella che
dimenticata, uno spirito combattivo pari a mille sale vorticosamente.
Hitonari
e Mikako non hanno proprio voce in capitolo, anche perché
effettivamente infastiditi pure essi dal comportamento di quegli
impiccioni!
Ecco
la focosa ragazza scattare verso il gruppetto odiato che aspetta,
guardarli dritta negli occhi, uno ad uno, mani ai fianchi, bocca
imbronciata, fronte corrugata.
-
Ehi, pezzi di merda! Vediamo di fare sul serio ora!-
Detto
ciò incisiva, si volta e con un ordine perentorio ai suoi
compagni:
-
IN POSIZIONE! -
Si
piazza nella parte del campo di sua competenza, un cenno a Genzo che la
guarda con la bellezza di un sopracciglio alzato, incuriosito su cosa
combineranno ora, e quegli occhi, ora grigio cupo, che non si staccano
dalla palla fra le mani del fidanzato.
Un
profondo fastidio l’ha invasa, come del resto tutti e quattro.
Difficile
ora, raffreddarla.
Impossibile
normalmente, figurarsi in quei momenti.
Questione
di principio, degli stupidi sconosciuti minorati ed in minoranza di
bravura, non possono ridere di loro in quel modo.
Non
si possono permettere di giudicarli dei pagliacci, cosa avvenuta
implicitamente con quella risata, e passarla liscia.
Non
si conoscono, che senso ha prenderli in giro così?
Non
potevano limitarsi ad una sfida di street basket?
La
gente, a colte, è proprio ignorante ed idiota!
Risvegliare
quell’aura pericolosa che riposa in essi, è
l’azione più sconsiderata da fare, ed ora
è successo.
Doppiamente:
Hanno
voluto la bicicletta?
Pedalino
più forte di prima, poiché il vento della
tempesta che sta arrivando, sarà devastante!
La
sfida riprende con il possesso di palla agli altri, che leggermente
nervosi per lo strano cambiamento d’atteggiamento, provano
con un semplice attacco combinato.
Troppo
poco per loro che lo fermano come niente.
Questa
volta, per evitare i falli e le scorrettezze più pericolose,
Mikako e Hitonari, esercitano una serie di passaggi fra di loro molto
veloci, di smarcature vicendevoli, lo scopo è di
disorientare gli avversari, mossa più che riuscita.
Distraendo anche coloro che si occupavano d’Akane e Arashi,
il biondo, al momento adatto, effettua il passaggio decisivo
inaspettato verso la cugina, volendo evitare di proposito il compagno
ferito che si limita nei movimenti, senza accorgersene.
Arashi
non si fa grossi problemi e con pochi palleggi si trova in un volo
aereo verso il canestro, spettacolare scena se non si fosse prato
davanti all’ultimo momento, incoscientemente, uno dei rivali,
togliendole la visuale.
Notando
anche l’arrivo di una gomitata ‘casuale’
è costretta con ottimi riflessi, ad abbassarsi di scatto e
scendere giù mantenendo la palla in mano.
Quel
che le brucia maggiormente è non essere riuscita a portare a
termine l’azione.
Con
aria molto arrabbiata, fronteggia sempre il ragazzo che l’ha
contrastata.
Si
scambiano uno sguardo in cagnesco, per poi riprendere l’uno
contro uno.
-
Vieni…vedi cosa sono capace di fare!-
La
furia di nome Arashi si abbatte su di lui, col bacino molto basso,
comincia una palleggio quasi impercettibile per la velocità
e la poca elevazione fra terreno e mano.
Lui
prova a contrastarla ma notando la sua testardaggine nonché
effettivamente bravura, si trova costretto ad esercitare ancora forza
su di lei.
Cosa
non gradita da Genzo che la guarda.
Deve
fare appello ad una gran forza di volontà, che non gli
manca, per non intervenire.
Sono
al limite del regolare, per una sfida del genere.
Guardarla
giocare con tanta rabbia e aggressività, gli fa uno strano
effetto.
Lo
fa ogni volta che gli avversari non le piacciono, tira così
fuori il peggio di se, dando però il meglio atleticamente
parlando.
Di
nuovo una gomitata.
Di
nuovo i riflessi che la fanno abbassare di colpo, trovandosi con una
mano sul cemento in mezzo alle gambe aperte e piegate, per non cadere,
continua il palleggio basso, e procedendo quasi strisciando, avanza
superando il braccio teso.
I
capelli ricci le vanno sul viso, la coda è quasi del tutto
disfatta, dovrebbe passare, ma la serratezza della marcatura altrui,
non le permette alcuna visuale.
All’ultimo
momento riesce a vedere il calcio che cerca di falciarla
così dal basso si alza con uno scatto di reni, esegue un
salto comunque basso, corpo piegata, le ginocchia toccano quasi le
spalle, per la strana posizione adottata.
Come
una piccola scimmia da circo, mantiene il possesso di palla.
Lo
supera definitivamente, ma prima di farsi contrastare da qualcun altro,
tocca terra solo con un piede, si fa perno e con una mano esegue il
tiro finale, che finisce finalmente dentro!
Un
punto agognato.
Avrebbe
potuto molte volte lasciar stare, in fin dei conti era solo un singolo
scontro, o magari cercare di passare, invece di superarlo.
Ma
la testardaggine regnava gigante in lei.
Il
principio le ordinava di non mollare, di dar a
quell’energumeno una lezione.
E
così è stato.
La
soddisfazione più profonda s’insinua in lei, che
riceve applausi e complimenti da Mikako, un piccolo piccolo da Akane ed
un cenno d’assenso da parte di Hitonari.
Giocata
eccezionale!
Il
turno successivo è d’Akane.
Hitonri
e Mikako adottano lo stesso sistema precedente. Per smarrire gli altri,
fanno passaggi fra di loro, trovandosi a meraviglia, con una grazia ed
un eleganza senza pari.
L’attenzione
poi è puntata inevitabilmente su Akane che insiste a
chiamare la palla, Mikako lo accontenta, poiché Hitonari non
gliel’avrebbe mai passata.
Correndo
il sangue è tornato a sgorgare dalla sbucciatura, lui
ovviamente, pare nemmeno accorgersene.
La
palla fra le mani e la possibilità di avere il mondo in se,
con pochi gesti, poche giocate.
Una
sicurezza inaudita e l’istinto che urla di lasciarlo fare.
Lui
puntualmente lo fa, si affida a quella parte spericolata di se stesso
che lo spinge ad azioni assurde e vincenti.
Senza
evitare uno scontro diretto con il suo marcatore, gli da’
molto filo da torcere, senza usare metodi complicati per tenergli
testa, un semplice palleggio esterno, esclusione dall’area
del pallone, grazie al suo corpo, e la forza tipica maschile di chi non
cede all’insistenza altrui.
Al
momento di saltare, flette come sempre sul ginocchio, ma questi con una
fitta maggiore, gli cede e non gli permette di spiccare il volo.
Rimane
a terra e finisce per perdere il controllo di palla.
Con
un ringhio di rabbia si morde il labbro, sentendo solo ora
l’effettivo dolore.
-
AL DIAVOLO!-
Hitonari
riprende in mano la situazione, gli altri hanno vita breve e
l’azione si conclude col successo singolare del biondo, che
non si lascia sfuggire l’occasione di segnare.
Seccato,
Akane, fissa male il suo rivale, la palla, Hitonari e il ginocchio che
sanguina ulteriormente.
Un
leggero tremolio naturale alla gamba, che non ammetterebbe nemmeno
sotto tortura fargli male.
Stringe
le mani ai fianchi con rabbia e fastidio.
-
Guarda che se non arrivi non devi continuare…bastiamo anche
in tre a finire la sfida!-
È
il fidanzato, appunto, a dire ciò, con poca gentilezza, ma
nemmeno sgarbatezza. Una via di mezzo fra come l’avrebbero
detto Arashi e Mikako.
Egli
sembra arrossire un po’, ma poi probabilmente
quell’imbarazzo, prende il posto della ribellione.
-
non dire sciocchezze! Continuo! Manco fossi ad una partita regolare! -
Come
se invece in una partita regolare, sarebbe uscito!
Con
scetticismo si riprende il gioco. Con fatica e i soliti falli, riescono
a fare un canestro.
L’azione
successiva è di Hitonari che con un’occhiata
veloce, come fa sempre, giudica la scelta migliore per procedere.
Opterebbe
per Arashi già in posizione, il passaggio è
diretto a lei. Peccato che è intercettato
dal…fratello!
Il
testardo ribelle nonché idiota (quest’inulto
è di Hitonari) Akane, ha deciso di dire la sua e fare come
vuole, ancora una volta.
Questa
volta, anche se la ferita brucia e il sangue continua a pulsare ed
uscire imbrattandogli la gamba, sembra che sia solo di bellezza, come
se non esistesse, in realtà, qualcosa che dovrebbe
limitargli i movimenti.
Non
dello stesso avviso è lo sforzo che il ginocchio sta
compiendo.
Ma
il proprietario non vuole essere da meno degli altri, e lo mette a
tacere.
Effettivamente
la caduta che ha fatto era piuttosto dura, non solo una semplice
sbucciatura, ma anche la botta vera e propria all’osso, fa
risentire così le condizioni dell’arto inferiore.
Se fosse stata solo una piccola banale caduta, non ci sarebbero tante
cerimonie.
Eppure
il nervosismo per non essere libero nei movimenti, come vorrebbe, sale.
È
un bell’azione solitaria, quella che intraprende.
Al
momento adatto salta ignorando il dolore, tira e la palla disegna uno
dei suoi archi perfetti, arriva dritta al ferro che la fa
rimbalzare…ma non cadere fuori, spinta dalla mano pronta
d’Arashi, che immaginava sarebbe successo!
-
Sei proprio uno scemo! Non devi sforzarti inutilmente, e nemmeno
dimostrare niente a nessuno! Ti fai una dormita, oggi, e domani torni
al tuo splendore! Non vedi che non arrivi nemmeno a saltare come si
deve?-
Il
rimprovero privo di tatto della sorella, è doveroso e
giusto, ma da fastidio al ragazzo che vorrebbe squartarla viva.
Mentre
finiscono di insultarsi, la partita procede.
Non
ha limiti e col calore giornaliero, le magliette s’incollano
al corpo madido di sudore.
Akane,
megalomane, si toglie la maglietta rimanendo a torso nudo, la pelle
imperlata ed abbronzata, quei muscoli che si sono formati grazie agli
allenamenti.
Fra
il sangue sul ginocchio, i jeans sfilati a metà gamba, e
quel torace nudo, col sole che batte su di lui,
c’è poco da non rimanerne attratti!
Hitonari
è meno scaldinoso, si tiene l’indumento che si
attacca perfettamente a se.
Anche
le due ragazze, tutto sommato, sono un bello spettacolo, con le
canottiere già fine che fungono da seconda pelle, madide di
sudore che sembrano aver fatto una doccia in quel momento: fanno un
figurone!
Si
arriva, così, alla scena finale.
Hanno
fatto una bella sfida, tutto sommato.
I
rivali hanno segnato un po’ in modo poco pulito, i nostri non
hanno avuto bisogno di falli per fare i loro punti, schemi ed azioni
spettacolari.
Solo
Akane non è molto contento di se.
È
riuscito a segnare, qualche volta, ma senza saltare, tiri semplici.
Azioni
forzate e un dolore sempre più acuto che lo tormenta
innervosendolo molto.
Intestarditosi
di voler fare una delle sue schiacciate, fa di tutto per liberarsi e
farsi passare.
Uno
scambio di sguardi fra lui e Hitonari, in possesso di palla attualmente.
Il
biondo sa cosa vuole, ma non è d’accordo, sarebbe
uno spreco.
Eppure
la determinazione e il fuoco di quello sguardo, tipico di quando
desidera tantissimo una cosa che forse non può avere, e
allora sarebbe un vero dispiacere per lui, gli fanno prendere una
veloce decisione inaspettata, in fin dei conti.
“E
va bene…tanto ì l’ultima!”
Uno
sguardo anche a Genzo che dopo quel momento avrebbe decretato la fine
dell’incontro, il cui tempo era stato deciso
all’inizio.
Akane
riceve il passaggio ovviamente perfetto, un altro con Arashi che
l’aiuta a smarcarsi, una flessione sul ginocchio, morso al
labbro, smorfia di dolore, fronte corrugata, sforzo e salto.
Salta
e nel pensiero, mentre vede l’altro entrare a difendere
davanti a lui, solo il canestro, la palla…e sente di nuovo
il vento sostenerlo, andare in suo aiuto, essergli complice.
Lo
trasporta in alto…anche se il male alla gamba è
espanto come una fiammata intensa, anche se potrebbe perdere
quell’equilibrio aereo perfetto. Anche se
potrebbe sbagliare, questa volta, alla fine di una partita
simile, di aver sforzato il ginocchio troppo, di aver
esagerato…stanco e sfinito…alla fine di tutto,
non sbaglia, e il canestro è inevitabile, si attacca al
ferro e la palla scivola giù, col tempo che riprende a
correre, dopo essersi fermato a guardare quell’azione di quel
ribelle curioso!
Dondola
un po’ e il suo mitico:
-
EVVAIIII!!!!-
Per
la spinta sul salto, sul punto segnato e sulla sua vittoria personale.
Ce
l’ha fatta!
L’incoscienza,
comunque, è il forte degli avversari, che dopo essere stati
sconfitti a quel modo accusano anche Genzo di essere stato dalla loro
parte, per chissà quale motivo!
Il
moro non fa in tempo ad arrabbiarsi e ribattere, che la furia bionda
scatenata, si abbatte su uno di loro a caso, dando un calcione ai bassi
fondi, che rimarrà nei suoi ricordi in eterno!
-
STRONZO PEZZO DI MERDA! STA ATTENTO A COME PARLI AL MIO RAGAZZO!-
Non
solo questo rivela un certo segreto che era meglio
nascondere…ma fa finire ugualmente la giornata in rissa!
Succo
della situazione?
Quando
si ha a che fare con veri stupidi, è inutile tentare di
deviare il colpo…a volte bisogna proprio darsele di santa
ragione, per far capire come stanno le cose!
Comica
è stata la loro espressione quando hanno appreso che i
quattro con cui hanno giocato e perso, quei Derwent, sono anche i
Derwent più o meno famosi nel mondo del basket giapponese,
che giocano nelle Nazionali Giovanili del loro Paese.