È
notte inoltrata e si sono tutti ritirati nelle proprie camere, in tutta
la villa c’è un silenzio quasi innaturale ma
questo non sembra infastidire Mikael e Raphael ancora svegli. Nelle
pareti della loro stanza del tutto al buio, si riflettono le flebili
luci delle candele del rosso, esse disegnano molteplici arabeschi
affascinanti mentre dalla finestra aperta entrano i mille rumori
notturni che aiutano un atmosfera suggestiva.
Mikael
è una creatura strana, conoscendolo di primo impatto, ma
anche andando più in profondità, sembra una
persona priva di tatto, insensibile, rude e grezza, certamente un
immagine lontana dall’uomo che ama l’arte ed ogni
sera accende candele per la stanza buia. In realtà si tratta
di una persona strana ed estremamente artistica, ha passioni forti che
ama dimostrare a modo suo: queste sue passioni si riducono a tutto
ciò che è sadico, duro, forte, bruciante,
assordante come il fuoco, il sangue, il metallo, il genere vampiresco,
le catastrofi naturali, la morte e tutte cose su questo genere.
Ma
tornando alla stanza non c’è un filo di vento e
nemmeno il caldo è eccessivo, l’atmosfera
irlandese, seppure estiva, non è famosa per il caldo
soffocante, questa sera si sta bene, sa di magia.
I
due ragazzi sono seduti a terra, uno di fronte all’altro con
le schiene appoggiate nei rispettivi letti sistemati parallelamente
nella stanza, le famose candele danno dei colori caldi alla loro pelle.
Stanno
ricordando lo scherzo fatto solo pochi giorni prima a Mikako e Raphael
dice calmo:
-
L’idea del vampiro è stata geniale e considerando
che viene da te mi stupisce non poco…io non ci avrei mai
pensato, hai improvvisato, no? Come ti è venuta?-
Mikael
non raccoglie la sottile frecciatina e contento per se e per
l’ammissione della buona idea, tira fuori dal comodino
lì accanto un libro intitolato ‘Intervista col
vampiro’, di Anne Rice. Ha un’aria profondamente
soddisfatta e con il medesimo tono risponde:
-
L’hai letto anche tu, no? Io leggo poco ma fra quel poco che
ho letto è uno dei miei libri preferiti! È
scritto bene e valorizza il mondo gotico dei vampiri come mai nessuno,
affascina…anche gli altri sono belli, specie Scelti dalle
tenebre dove il mio preferito, Lestat, si racconta, ma siccome
l’ho perso mi sono portato questo. Lestat è il
classico mio tipo, malvagio, duro, forte, odioso, indomabile, pieno di
odio e amore allo stesso tempo.-
Finisce
che ne parla con fare più rapito di come ha iniziato il
discorso, ma le candele aiutano ed è come se il biondo lo
incitasse a continuare, con quello sguardo attento alle sue labbra e
alla luce che brilla nei suoi occhi verdi.
Ci
sono poche cose che prendono veramente Mikael, ma per queste lui si
trasforma e diventa irriconoscibile.
-
Immaginavo che ti piacesse lui, ti assomiglia sotto alcuni
aspetti…quel tipo di malvagità apparente che in
realtà è tutta personale, non si tratta di
malvagità o pericolosità, ma solo di un modo di
vedere e approciarsi al mondo.-
Lasciò
un attimo di sospensione fra questa frase e il resto:
-
Io preferisco Louis: profondo, dilaniato fra bene e male, pieno di
rispetto per la vita e di amore, l’unica cosa che odia
è se stesso e il suo essere vampiro. Un personaggio molto
triste e intrigante. -
Rimangono
un attimo in silenzio, Mikael riflette sul fatto di assomigliare un
po’ a Lestat e prova ad immaginare se anche Raphael somiglia
a Louis…a lui non sembra affatto profondo e
riflessivo…quel donnaiolo incallito ha amore solo per il
sesso! Anche se non è solo così. A volte,
raramente e solo quando serve veramente, sa tirare fuori quel suo lato
penetrante, serio e intimo.
Così
viene distratto da queste riflessioni che tiene per se:
-
Quel è il punto che ti piace di più? A me
questo…-
Per
Raphael è strano conversare di libri e letteratura con lui,
normalmente lo fa con Mikako, ma considerando il genere e
l’argomento, i vampiri, è tutto giustificato.
Prende il libro dalle mani dell’altro e inizia a sfogliarlo,
scorre veloce le righe con gli occhi ed infine trova la parte che
cercava, con voce sfumata inizia a leggere il punto:
-
‘Si’ Mormorai: ‘Questo è il
male supremo, che noi possiamo giungere persino ad amarci, tu ed io. E
chi altro ci offrirebbe una briciola di amore, una briciola di
compassione o misericordia? Chi altro, conoscendoci come ci conosciamo,
potrebbe fare qualcosa di diversa dal distruggerci? Eppure noi possiamo
amarci. -
Un
pezzo molto intenso e significativo, più che altro delle
parole scelte sicuramente non a caso, che illustrano un modo di pensare
che calzerebbe a pennello per altre certe persone, come se rispondesse
a delle domande che si sono posti loro stessi prima di quel momento. Raphael
alza gli occhi dal libro puntandoli sull’amico, la sua
espressione è molto pensierosa e non si capisce cosa gli
passi per la mente. Di norma è un libro aperto ma in certi
momenti è come se si chiudesse per non far capire ad anima
viva gli importanti sviluppi dei suoi ragionamenti. Lì
è un mistero.
Infine
senza cambiare aria, prende il libro a sua volta e ne cerca
un’altra parte con movimenti lenti:
-
è bella anche l’introduzione, l’hai mai
letta? Più che altro è una visione completa del
mondo che tanto mi affascina.-
Senza
attendere oltre apre la copertina e cerca le righe giuste, e con lo
stesso tono usato allo scherzo con Mikako, basso e penetrante, legge:
-
Il vampiro ci racconta le angosce e le perversità cui
è costretto per un eternità pesante, calato su di
lui dopo un solo lunghissimo morso e della quale mai più
potrà liberarsi. Una condanna ad essere ogni notte
carnefice, a cercare le proprie vittime al buio, ad essere compagno
solo del terrore e del sangue.-
Non
alza lo sguardo, rimangono entrambi in silenzio a riflettere sulla
triste e angosciante esistenza dei vampiri, come sarebbe essere come
loro, poi Mikael riprende a sfogliare il libro e continua a parlare con
quel tono che s di uno che sta capendo qualcosa mentre parla di altro
che centra relativamente. Forse c’è qualcosa
nell’aria:
-
Mi è piaciuto molto anche quando Lestat ha trasformato Louis
in vampiro. In particolare questo: “ ‘Ascolta,
tieni gli occhi bene aperti’ Mi sussurrò Lestat
con le labbra contro il mio collo, ricordo che il movimento delle sue
labbra mi fece rizzare i peli in tutto il corpo, trasmettendomi una
scossa paragonabile ad un orgasmo.-
Continua
a scrutare le righe appena lette sperando di scoprire
un’altra ragione per non alzare gli occhi su quelli di
Raphael che sanno lo stanno fissando impunemente, ma non vi trova
più alcun interesse.
Sta
scattando qualcosa nell’altro che lo guarda, non gli basta
più fissarlo ed osservarlo, Mikael, al momento
così serio e concentrato per qualcosa che gli piace molto,
un ambiente, una vita, uno stile che lo caratterizzano dalla punta dei
capelli a quella dei piedi, gli appare sensuale e seducente.
Irresistibile.
Si
avvicina lentamente e circondandogli le gambe e la vita con le sue, si
incastra magistralmente a lui, come se gli si fosse seduto sopra.
Mikael non capisce ma qualcosa gli impedisce di muoversi, forse il suo
stesso istinto che ha sempre ascoltato. O forse il fatto che lui non
scapperebbe mai da nulla, specie da Raphael, per cui lo lascia fare,
non c’è sicuramente pericolo, finchè
non gli fa male non ha motivo per chiedergli cosa fa o cosa vuole.
Si
guardano negli occhi senza fare espressioni particolari, hanno entrambi
un solenne mistero nello sguardo e nei volti. Il biondo alza una mano e
scostandogli la frangia dalla fronte e dalla faccia, gli tocca
delicatamente il naso, gli sfiora la bocca, va sulla guancia, sul collo
e sulla nuca. Il rosso è immobile, prova i primi istinti di
piacere e ancora il vuoto nella mente alla domanda:
“Anche se gli dicessi di
smettere, che scusa gli direi? In effetti non fa nulla di male, mi
piace quello che fa…anche se non so cosa
sia…ma…”
Molta
confusione e nel dubbio rimane fermo e in silenzio. Sentendosi
afferrare dolcemente i capelli dietro pensa che il tutto stia giungendo
ad una sua fine e con rammarico ma curiosità non vede
l’ora di assistere alla mossa successiva.
Nota
il colore delle iridi del compagno sopra di lui, cambiare
impercettibilmente, sotto la luce fioca delle candele, e diventare da
azzurri a blu, sa che probabilmente anche i suoi fanno la stessa
cosa…da verde chiaro ora saranno sicuramente verde smeraldo.
Raphael
avvicina il viso al suo lento ed impercettibile, ma inesorabile
finchè non arriva alle sue labbra morbide, calde ed
invitanti.
Le
accarezza con le sue, come il tocco di due ali leggere, continua la
magia con la punta della lingua finchè la bocca stessa che
sta carezzando, non si schiude lasciandogli libero accesso,
così completa il viaggio scivolando in essa sensuale e
languido.
Velluto,
è questo che sente appena si toccano, gli sembra di vedere
la sua anima: velluto rosso vivo. Medesima sensazione per Mikael che
è come se vedesse il velluto blu oltremare
dell’animo dell’altro.
Danzano
entrambe le loro lingue mescolando quelle sensazioni e quelle immagini
che si sovrappongono veloci insieme al pensiero di come muoversi, cosa
fare…e poi cosa importa, basta non smettere
poiché è bello e non fa male a nessuno.
Ancora
un motivo per finire non c’è.
Quando
Raphael cresce il proprio desiderio e l’idea di
‘mangiarselo’ lo invade, vorrebbe di
più, quando la voglia si soddisfa questa si ingigantisce e
vorrebbe decisamente ancora, insaziabile follia. Lui così
scende sul collo assaggiando quella parte, succhiando un po’
sulla giugulare. Si muove da esperto, lui, le sue mani immerse nei
rossi capelli che spostano da un lato il capo del ragazzo sotto di lui,
la sua lingua che gioca con la pelle accaldata che incontra sul suo
cammino, la sensualità di cui è padrone.
Tutto
il contrario dell’inesperienza anche se non totale, di Mikael
che sta fermo e si lascia fare, un po’ in trance, del tutto
in confusione, senza capire più nulla, dove sia, cosa stia
facendo, se sia veramente ora di smetterla e perché. Gli
occhi semi aperti, le labbra ancora dischiuse, il respiro corto e il
piacere crescente. I
suoi istinti che si risvegliano.
I
suoi istinti, per la prima volta, da domare.
“Ok,
non so perché bloccarlo, ma non so nemmeno perché
lasciarlo andare avanti…che senso ha tutto questo?
È solo desiderio fisico? È in astinenza da troppo
tempo ed ora si sfoga con me? Cosa vuole lui, da me…ed io?
Cosa voglio? Cosa penso di fare?”
In
un attimo torna in se e il controllo si impadronisce di lui,
bruscamente e incupito di molto lo respinge staccandolo dal suo collo,
subito una sensazione nostalgica, di nudità, dispiacere e
contrarietà, ma va avanti:
-
No, io non…ho sonno…si, ho sonno, vado a
letto…-
Balbetta
qualcosa del genere ancora profondamente scosso, la fronte corrugata e
i punti di domanda in testa che aumentano.
Raphael
rimane un attimo male, stralunato lo fissa come a chiedersi se fa sul
serio, l’eccitazione fra le sue gambe cominciava a farsi
sentire e strofinandosi il viso con le mani fatica a tornare in se,
vorrebbe circa violentarlo.
Eppure
con un angolo del suo cervello, quello non invaso dagli ormoni
impazziti, lo capisce:
“Non è ancora
pronto…ma io non ce la facevo più ad
aspettare…”
Cos’
pensando non proferisce parola, lo lascia libero ed ancora tutti e due
ansanti si posizionano nel proprio letto, il biondo si toglie la
canottiera rimanendo a torso nudo a dormire, si stende e lo vede
voltarsi subito dall’altra parte, dopo aver chiuse le candele
veloce.
Quella
notte Mikael non avrebbe chiuso occhio.
Povero
Raphael, proprio di uno così doveva innamorarsi?
Ce
la farà a far capire a Mikael quelle due cosette
trascurabili che ancora gli sfuggono?
Lo
vedremo le prossime volte, ora andiamo da qualcuno che di questi
problemi non ha affatto…anzi!