CAPITOLO XIV:
PROGETTAZIONE MALIGNA!
 
Nella settimana seguente ogni mattina fa da spettatrice di risvegli sempre più fantasiosi da parte della cara fanciulla Mikako. Lei che si sveglia presto poi finisce per annoiarsi e con se sveglia anche i suoi amici. Ovviamente ci mette tutta la sua genialità, per non essere banale e non andare solo a dire: ‘sveglia, andiamo al mare!!!!’
Sembra veramente contenta quando, ad esempio, li bagna con la pistola ad acqua, oppure quando va con i coperchi delle pentole(o peggio ancora i piatti della batteria di Mikael…eh si, ce n’è una anche lì in quella villa….regalo di qualche compleanno), o magari quando va con una delle sue sonate di Beethoven sui loro orecchi, a tutto volume…il massimo lo raggiunge scagliando sul loro stomaco la palla da basket!!!!
Appurato che così non si può continuare, per il bene degli oggetti che vengono tirati dietro alla rossa ogni santa volta, le ‘vittime’ decidono che è ora di smetterla.
E passi il risveglio astruso…ma sono in vacanza…..e all’alba delle 10 loro vorrebbero ancora dormire per 2 ore!
Così presto detto, facile da immaginare quel che fanno: dopo una riunione lampo degli stralunati addormentati, salta subito fuori la parola ‘lezione’ seguita da ‘scherzo’!
Solite cose, no? Uno scherzo così capisce che deve smetterla…bene…se loro fossero persone normali non ci si darebbe troppo peso a questa decisione. Siccome loro NON sono persone NORMALI, c’è da mettersi comodi coi pop-corn e attendere ciò che delle menti malvagie architetteranno per la dolce principessa.
Perché? Semplice…quando devono fare uno scherzo(cosa che accade piuttosto spesso)lo fanno alla perfezione, curato nei minimi dettagli, ogni singolo particolare.
E si può star certi che sarà qualcosa di grandioso!!!!
Ha inizio prima di tutto la fase della progettazione!
Si trovano attualmente al parco pubblico di quel luogo di mare, che comprende oltre ad un prato con panchine, alberi, fontane e bagni pubblici, anche i campi da pallavolo, basket e calcio, in mezzo ad una vasta distesa verde.
Normalmente è difficile che Mikael e Raphael si mettano a giocare a basket o calcio con gli altri, per cui non è nulla di strano se ora stanno in una panchina a parlare per i fatti loro…parlare…certo….il termine adatto è architettare, lo scherzo.
Se ne stanno da bravi là e parlottano fitto. Anzi, Raphael idea, Mikael dice solo si e no e da dettagli brevi, concisi ma sadici….proprio il suo tocco, in tutto il piano, lo si noterà alla grande!
Mentre loro sono là immersi e non calcolati, sul campo da basket si consuma una partita di basket, tanto per cambiare, fra i soliti.
- Mikako non è una tipa paurosa che si spaventa facilmente, per cui è inutile farle qualcosa di banale e solito, bisogna pensarci bene. A lei servono curati anche i dettagli, che li nota subito. Essendo tutti d’accordo, a parte Taro che finirà nello scherzo anche lui, verrà certamente qualcosa di ben fatto. -
Raphael in fase professionale parla serio al compagno. In tutta risposta il rosso fa con una punta fondamentale di sadismo:
- insceniamo il suo assassinio!-
sospiro.
- perché sei sempre il solito?-
- e ma è una grande idea! Pensaci, se la facciamo bene si caga sotto! E poi tu pensi ai dettagli…cioè quelle cose che vengono prima della scena, che ne so, minacce o cose simili….sei tu bravo in queste cose, io do l’idea fondamentale, che è quella più importante! Avanti, dai!-
come se si trattasse di un bambino piccolo da accontentare, Raphael lo zittisce con un:
- e va bene, basta che stai buono, fammi pensare…-
Rimanendo in silenzio il suo cervello comincia a mettere in moto, spinto da Mikael, su quella strada. Un assassinio o qualcosa del genere. L’assassiono sarebbe sicuramente Mikael…anche se più che un killer quello sembra un vampiro…e perché no? Fondere le due cose, tanto lei ci crede ai vampiri.
Prima di tutto luogo: l’ideale sarebbe qualche viua malfamata ma lei non ci va nemmeno sotto tortura, pulita e perfetta com’è ci manda gli altri, se ne sta alla larga. L’unico posto possibile è la villa.
Quando: di sera o comunque notte, ma prima che vada a dormire.
Personaggi: Mikael il vampiro/assassino, Raphael al caso la terrebbe ferma, il complice. Gli altri dovranno tutti sparire rapendo Taro. Mikako la vittima, Taro il rapito.
Svolgimento: stasera quando torneranno faranno in modo di sparire tutti, toglieranno la corrente alla casa e quando i due fidanzati entreranno si accorgeranno di essere soli. Lì al buio completo Genzo, poiché di Akane non ci si può fidare, rapisce Taro. Arrivano poi Raphael che la immoblizza e Mikael, con altre voci la minacceranno e la spaventeranno con qualche finta tortura. Infine fa finta di ucciderla.
Dettagli: il prima, per spaventarla e prepararla. Durante tutto il pomeriggio riceverà chiamate anonime e strani messaggi da un numero sconosciuto(sono pieni di risorse).
A quanto pare ogni cosa sembra incastrarsi alla perfezione.
L’assassionio non è originalissima, lo ammette, ma a Mikael piace e poi farebbe effetto alla rossa. Inutile far finta che ad uno di loro succeda qualcosa, non ci cascherebbe, metterla davanti ai fatti compiuti, direttamente su di lei.
Andrà benissimo.
E volendo essere sadici, qualcosa di così macabro e diabolico va alla perfezione!
- ce l’ho!-
Sbotta di scatto trionfante Raphael, al che Mikael risponde svelto:
- cosa? La stupidità? Quella ce l’aveva anche prima!-
uno sguardo tagliente e poi la risposta come se l’altro non avesse detto nulla.
- il piano!-
 
 
Abbiamo detto che i soliti sono a giocare a basket, ma chi sono i soliti? Arashi, Mikako, Akane e Hitonari…alla domanda, quindi, dove sono Taro e Genzo, è altrettanto ovvio: a giocare a calcio!
Nel campetto accanto a quello di cemento, vi è quello interessato dai due giapponesi occupato, però, da altri giovani che fanno una partita fra loro.
Al bordo stanno proprio Genzo e Taro che parlano fra loro guardandoli assorti.
- Chiediamo se possiamo unirci a loro, no?-
sta infatti dicendo Taro.
Genzo serio e brusco risponde:
- si, chiediglielo!-
l’altro stupito lo guarda e indaga innocentemente:
- perché, tu sei timido?-
con un gesto stizzito e la voce seccata ribatte:
- non dire scemenze…pensi che capiscano il giapponese o il tedesco?-
l’amico alza un sopracciglio e ovvio fa:
- no ma…sono inglesi dopo tutto, no? Cioè…conosceranno certamente l’inglese…-
sempre più acido Genzo continua:
- bene, allora vai tu, no?-
Taro non demorde e senza mutare la sua gentilezza perenne continua:
- si, io non ho problemi, ma mi pare che li abbia tu…se non vuoi giocare con loro non siamo obbligati…-
Al che il portiere sbuffa e si arrende esasperato prima di ucciderlo:
- e va bene, non so bene l’inglese, conosco solo giapponese e tedesco, ok? Vacci, ora!-
dopo la figura che ha fatto Taro si mette, sempre gentilmente, eh?, a ridere…
- potevi evitarlo! Quante ne conosci tu che sei così rilassato?-
si difende.
- io? Fammi pensare…bè, giapponese, francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco. Mi sto orientando su lingue un po’ più difficile e inusuali come il russo, l’aramaico, l’arabo…-
Due occhi neri e scettici lo guardano.
- che c’è?-
e un calcio di rimando lo fa finire sul campo.
- ma va’ a chiedere se possiamo giocare anche noi, va’! quello è un mostro, altro che!-
 
I due ragazzi della nazionale giapponese non sono conosciuti in quella spiaggetta irlandese, per cui chiaramente sottovalutati, viene concesso ad entrambi di coprire il ruolo per il quale sono nati. Centro campo e porta.
Infine fortuna che Genzo non capisce l’inglese o l’irlandese, poiché se solo lo capisse, sarebbero veramente guai…sentire le offese che gli rifilano credendoli schiappe, non sarebbe cosa da poco per lui.
Ma è una grande rivincita quella che si prendono.
Taro appena entrato approfitta subito e ruba palla all’istante inscenando un dribbling che non passa inosservato, arriva infine davanti alla porta ed invece di tirare col portiere davanti sceglie un passaggio ad un compagno effettuanto senza nemmeno uno scambio di sguardi. Perfetta la palla arriva ai piedi dell’altro che l’unica cosa che deve fare è darle un colpetto e insaccarla in rete.
Il primo a distinguersi è lui, quindi.
Al contrario di Taro che gioca col perenne sorriso sulle labbra apparendo uno stupidotto qualunque, confondendo per cui l’avversario, ma non di volontà, Genzo appare pericoloso già da subito con quella sua aria lugubre e nemmeno l’ombra di un sorriso per la concentrazione…aggiungendoci poi il fisico muscoloso e atletico si ha un immagine completa di un atleta esperto. Niente caos in nessuno.
Solo che l’essere Giapponese lo identifica come un buono a nulla, agli occhi di inesperti.
Arrivano davanti a lui tirando una bordata media. Non deve nemmeno sforzarsi, a prima vista pare sulla sua stessa direzione, si limita a pararla con mano ferme. Solo Taro in realtà se ne è reso conto. Non è che la palla fosse stata tirata nella sua direzione, ma si è spostato lui veloce ed impercettibile facendo si di non dover saltare o fare mosse di paro complicate.
Taro va dall’amico, quindi a fargli i consueti complimenti.
- Genzo, tu forse non hai capito, ma prima hanno detto che potevamo giocare perché tanto sarebbe stato come non averci…ed è tutto il tempo che borbottano cose simili…-
A queste parole l’interessato drizza le orecchie e se prima non sorrideva, ora fa proprio paura.
- bene, facciamogliela vedere!-
le labbra di Taro si incurvano in un espressione determinata e poco rassicurante per gli altri. Tipica di chi si appresa a dare la solita lezione a qualcuno.
Il passaggio va subito a lui e parte un azione individuale da premio oscar. Lo fa spesso.
Genzo lo osserva serio.
Taro è il classico angioletto che anche se ti infligge una lezione memorabile, tu non te ne rendi conto. Sarebbe uno che ucciderebbe col demente, col sorriso gentile sulle labbra, senza far sentire dolore a nessuno.
Da che si è vivi a che si è morti.
Nessun dolore.
E anche ora. Magari è arrabbiato per il pregiudizio ricevuto, ma si è limitato a mostrare i fatti. Quei ragazzi si sbagliavano e l’avrebbero constatato sulla loro pelle.
È un tipo così, che anche se magari si infuria non lo dimostra mai. Da che lo conosce non ha mai detto una parolaccia.
E lo conosce da molto.
L’azione ha esito vincente e gli altri rimangono sempre più sbalorditi. Cominciano a chiedersi chi in realtà siano.
È un sorriso enigmatico, di quelli obliqui, che si dipinge sulle labbra dell’altro moro, in porta.
Il Super Great Goal Keeper spera solo che il tiratore sia bravo. Freme dalla voglia di esibirsi in qualcosa di grandioso ma sa benissimo che a meno che Taro non vada agli avversari o non appaia Karl o Tubasa, questo sarà impossibile!
- vieni…-
Ci sono momenti in cui si cambia e altri in cui si torna quelli di sempre, bambini perenni. Genzo era un attaccabrighe intransigente, vanitoso, viziato, superbo, acido e violento…un caratteraccio impossibile smussato da amici come Tsubasa, Taro…e più in avanti anche da Karl Hainz< Schneider…anche se la loro amicizia, materia di leggenda, ha dell’approfondimento.
Ora Genzo è tutta una altra persona, sempre chiusa e tenebrosa in linea di massima, ma con lati così sadici che vengono risvegliati da momenti simili, dove gliele tirano fuori. È così che ci si riduce ad essere un po’ come un tempo. Per lui in specifico solo un bambino che provocava chiunque e adorava vincere in modo schiacciante!
Di fatto da bravo membro dei Derwnet, anche lui detesta vincere.
E con quella parata mitica che pare facilissima, mette a tacere qualsiasi voce e impressione sbagliata.
Un muro umano.
Non fisicamente enorme, ma fisicamente impenetrabile.
Genzo non avrebbe fatto passare nemmeno un goal.
Ovviamente.
 E tanti lui ne avrebbe parati, tanto Taro ne avrebbe fatti o fatti fare!
Una coppia ottima, anche se imparagonabile alla solita giapponese.
A fine partita si battono il cinque e affermano:
- troppo facile!-
che Taro si preoccupa di tradurre, casualmente, agli altri ormai sfiniti e arresi.
 
Per Arashi, Mikako, Akane e Hitonari le cose sono più tranquille dal momento che non devono gareggiare con nessuno.
Sono solo loro che giocano a basket usando metà campo, in un 2 contro 2, Copia d’oro contro Coppia d’oro: Akane e Hitonari contro Mikako e Arashi.
E per loro la differenza di sesso non conta niente, sono cresciuti imparando a giocare insieme e hanno tutti e 4 la stessa capacità e bravura. Quando giocano 2 contro 2 come ora non riescono mai a vincere, il risultato è sempre pari; per non parlare di quando giocano tutti e 4 insieme contro altri. Sono praticamente imbattibili. Rimangono tutti a guardarli a bocca aperta, come quando Mikael e Raphael cantano insieme oppure quando giocano insieme Genzo, Taro e Tsubasa.
Questi ragazzi hanno qualcosa di speciale, diverso e unico rispetto ad altri. Non è solo bravura, stile, modo di fare, sono proprio loro che sono magici, sprigionano un energia pazzesca, calamita pura. Sono carismatici.
Vale la pena seguirli e averci a che fare. Quando ci sono l’attenzione non può che essere loro.
E nel campo a fine pomeriggio sul tramonto che sfoggia i suoi colori infuocati, a chiudere questa riflessione arriva un botto che risuona in tutto il parco, un dunk micidiale partito dalle mani di Akane, accompagnato dal suo urlo di battaglia:
- EVVAIII!!!-