AMBIENTAZIONE: dopo la puntata 10 della prima serie, quando Tony dopo aver passato tutta la giornata a cercare di convincere Gibbs a riprenderlo di nuovo in casa come sei mesi prima perché ha l’impianto elettrico rotto ed è inverno, e Gibbs dopo aver detto di no perché la volta precedente è stata un disastro, è proprio lui che dice che la sua porta è sempre aperta. Ebbene si tratta del seguito di quella puntata e quindi delle mie precedenti fanfic che sono ‘Il mio Dicembre’, ‘Fuori controllo’ e ‘Convivenza’. La saga che riunisce queste brevi fanfic collegate fra loro si chiama ‘Convivenze deleterie’.
NOTE: bè, l’avevo promessa da tempo ed è arrivata. Penso che sarete tutti contenti. Avevo voglia di farla e l’ho fatta. Tanto so che ci metterò un soffio a fare il secondo e ultimo capitolo (sempre che non me ne esca improvvisamente un terzo. Lo sapete, sono imprevedibile!). Spero che risponda alle aspettative di chi l’aspettava ma se così non fosse A: chiedo di aspettare almeno il secondo capitolo per decidere e B: pazienza, l’importante è che soddisfi me! ^_-. Ad ogni modo buona lettura a tutti. Baci Akane
PS: ora con le nuove serie me ne vengono così tante di idee per fanfic su sti due… aspettatevene nuove!
DEDICHE: a Taila, Parsifal, Yukino e chiunque ami le fic su Gibbs e Tony! ^____^
RINGRAZIAMENTI: a chiunque leggerà, seguirà e commenterà la storia!

LASCIARSI ANDARE
CAPITOLO I:
PROVOCAZIONE

/The way i are – Timbaland/

Quando entro con la macchina nel vialetto di casa mia il sorrisetto ambiguo che a volte increspa le mie labbra, quello più indecifrabile che ho, mi affiora sul viso e penso di avere una luce strana negli occhi.
Sapevo di trovare la sua macchina davanti casa mia!
Parcheggio la mia al solito posto e senza degnare oltre la sua già ricoperta da qualche fiocco di neve, scendo camminando nel bianco che ormai ricopre tutto il mondo circostante.
Non riesco a spegnere questo sorrisetto malizioso.
Come lo sapevo che sarebbe venuto qua!
Vado a colpo sicuro ad aprire la porta di casa senza chiavi, so che lui è già entrato ed infatti è così.
Guardo dentro togliendomi la giacca imbiancata, i fiocchi sui miei capelli si sciolgono lasciandomeli bagnati e qualche goccia scende fastidiosa sul mio viso ancora con quell’aria che la dice lunga su quel che troverà addentrandosi in casa propria.
So bene dov'è e in che stato è.
Lo so fin troppo bene.
Lui è Tony, non mi sorprenderà mai davvero fino in fondo!
Mi compiaccio della decenza di essersi tolto le scarpe tutte sporche e bagnate, quindi noto con disappunto che si è impossessato delle mie ciabatte. Questa è una cosa che mi va meno bene ma non si può aver tutto.
Credo che dopo questa lunga e difficile giornata di lavoro dove tutti ne siamo usciti provati, specie Kate, io possa concedermi niente meno che il regalo che mi è stato concesso quest’oggi.
Mentre salgo a colpo sicuro le scale dirigendomi senza il minimo dubbio verso il bagno, raddrizzo la testa cercando di fare più attenzione ai miei pensieri.
Ma possibile che mi metta a fare certe considerazioni proprio io?
Tony un regalo?
Semmai una disgrazia!
Da quando ho cominciato a considerarlo un regalo?
Io e lui ci eravamo lasciati ancora prima di metterci insieme perché non eravamo in grado di vivere quella cosa che c’era con distacco e professionalità!
Non devo essere contento che lui stia di nuovo qua con me!
E chissà per quanto tempo sarà; lui ha detto un mese ma io lo conosco e so bene di cosa si tratta. I suoi ‘giorni’ diventano ‘mesi’!
Ha dei ritmi e modi di vivere assurdi ed anche se i miei non sono tanto meglio so bene come finiremo anche se non voglio perché l’altra volta ho interrotto tutto molto presto.
Bè, ormai gli ho detto che poteva e comunque sarebbe venuto da me lo stesso… del resto ha il boiler rotto, non poteva congelare in casa per un mese in pieno inverno e Kate non l’avrebbe mai ospitato. Gli altri… bè, impensabile, lo capisco!
Scrollo le spalle smettendo di fissare la porta del bagno chiusa e la apro con decisione.
Tanto ormai siamo in ballo.
Vediamo come andranno le cose.
Non serve deciderlo a priori, lascerò fare al mio istinto.
Magari non scatta la stessa cosa della volta scorsa, chi lo può dire!
Appena varco la soglia i miei occhi puntano dritti dritti al box della doccia.
Mi sa che ho parlato troppo presto!
Ma dannazione, ora mi vuole spiegare perché la fa con i vetri aperti e non chiusi?
A parte il lago che mi sta facendo a terra, così è un invito a chiunque entra per… oh, insomma, dopo quel che c’è stato fra noi sarebbe idiota aver problemi ad ammetterlo ora.
Saltargli addosso.
È questo che vien voglia di fare guardando Tony nudo sotto la doccia che lava via la schiuma con languore. Guarda come si sofferma sulla sua parte intima spostando con tutta calma lo sguardo che langue su di me.
Ricambia il mio che non si toglie nemmeno per idea dalla visione in mezzo all’acqua e alla nebbia della condensa del caldo, quindi le sue labbra ben disegnate hanno la fantastica trovata di piegarsi in un sorriso che dovrebbe essere di saluto e sorpresa ma che invece risulta solo malizioso al cento per cento.
Come se non si capiscono le sue intenzioni e cosa pensa!
Per me sei un libro aperto!
- Serviti pure, eh? – Borbotto con ironia contento con me stesso visto che funziono ancora nonostante tutto!
Lui non si scompone e mostrando una sfacciataggine che penso tiri fuori solo con chi vuole sedurre, e quindi non certo a lavoro, risponde usando un timbro di voce basso e carezzevole. Sembra scherzoso ma non lo è. Per nulla. Però ingannerebbe facilmente uno che non lo conosce bene.
- Anche tu! – Già, peccato che io mi riferivo alla doccia e lui invece al suo corpo!
Mentre lo guardo così con quell’espressione che mi invita a mangiarmelo, i flash improvvisi arrivano facendomi rivedere tutte le scene della nostra precedente convivenza, quando siamo finiti a letto insieme pregiudicando la nostra capacità lavorativa!
Stavamo uscendo di testa.
Lui mi faceva uscire di testa e non era mai successo con nessun altro, dannazione.
Mai.
Sospiro pesantemente facendo finta di essere seccato, in realtà sto combattendo l’eccitazione che mi ha invaso fra quei ricordi a luci rosse e questa visione, altrettanto da luci rosse.
Non ha decenza sto ragazzo!
Stringo le labbra in segno di contrarietà quindi prima di avere l’istinto di saltargli addosso mi giro e lo lascio solo a finire di lavarsi.
Tanto sapevo che era a farsi la doccia e che mi avrebbe provocato, sin da quando mi ha chiesto di venire a stare qua per questo mese lo sapevo. Cosa pensavo di fare ora venendo a vederlo in bagno?
Guardarlo e poi?
Mi fermo sul corridoio dopo aver richiuso la porta dietro di me, poi mi passo una mano fra i capelli corti che ricadono lisci al loro posto, ora sono umidi. Sarà davvero dura.
Non resistergli o viceversa, sempre che lui intenda resistere a me. Sarà dura capire che diavolo voglio davvero.
L’altra volta pensavo fosse la cosa migliore limitarci ad un rapporto professionale ma ho fatto di tutto per evitare certi contatti e approfondimenti intimi, in questi sei mesi. Ora però cosa penso di fare?
Mi sta provocando.
Sta di nuovo giocando col fuoco.
Sembra che l’esperienza dell’altra volta se la sia dimenticata ampiamente.
Ma cos’ha in testa, cemento armato?
Segatura?
Non capisce nulla!
Se l’altra volta abbiamo deciso di non continuare ad andare a letto insieme c’era un motivo buono e fondato.
Ora?
Ha già dimenticato tutto?
È più immaturo di quel che pensavo, altro che cresciuto!
Scuoto la testa e prima che esca mi decido ad allontanarmi.
Non devo comunque preoccuparmi.
Sono io che ho il coltello dalla parte del manico. Gestisco io la cosa.
Tutto quel che accadrà non sarà certo contro la mia volontà. Non esiste forza al mondo che possa farmi fare qualcosa che non voglio ed io non voglio che la situazione mi sfugga di mano come la volta scorsa, quando io e lui abbiamo intrapreso quella dannosa relazione di sesso. Non ci penso proprio!
Andrà tutto come voglio.
Già.
Ma cos’è che voglio davvero?”

Lui non sarà convinto ma io si e questo basta.
È passato abbastanza tempo, ormai, sono cresciuto e maturato, sono in grado di intraprendere una relazione e non rimetterci la mia prestanza lavorativa.
Sono in grado di fare bene tutte e due le cose.
Gli sono stato lontano abbastanza. Per sei mesi mi sono limitato ad un rapporto serio e professionale profondamente contenuto. Ora basta.
Non mi piace che non riconosca in me i miei meriti. Sono speciale e lo sappiamo tutti e due.
Per lui lo sono.
Lo sono perché gli piaceva far sesso con me, perché ha ceduto alle mie provocazioni tanto da perdere la connessione con la realtà e da aver bisogno di interrompere la relazione sessuale con me.
Ora siamo grandi ed è ora che riconosca di nuovo i miei meriti.
Ho pensato abbastanza in questi mesi separato in quel senso da lui.
Averlo solo come capo non fa per me, io voglio di più e cercare di compiacerlo e far bene il mio lavoro somigliandogli il più possibile non mi basta più.
Voglio altro.
Voglio di più.
Voglio tutto.
E lo voglio solo da lui.
Il mio punto di riferimento da quando l’ho conosciuto.
Il mio centro.
Il mio obiettivo.
Il mio esempio.
Il mio tutto.
Lo voglio e basta.
Non mi basta essere il suo erede, il suo primo agente, colui su cui conta di più, quello che lo compiace maggiormente a lavoro. Non mi basta avere certe attenzioni strane che non riserva ad altri come la severità maggiore o gli scappellotti sulla testa. Non mi bastano quelle manifestazioni alla Gibbs.
Voglio altro.
Voglio anche quello che aveva iniziato a darmi quella volta.
Ed oltre.
Ciò che non è riuscito a superare.
Voglio stare con lui in ogni campo della sua vita.
Far parte di lui e non solo a lavoro o nel letto.
Anche dentro di sé.
Internamente.
Animamene.
Intimamente.
Lo voglio come non ho mai voluto nessuno in vita mia e non è un caso di ego e narcisismo. Non è un capriccio o un bisogno di attenzione.
È che lo desidero e non ci sono altri che io voglia così intensamente e completamente.
Nemmeno le donne che per quanto io ne abbia avute non mi hanno mai fatto dire ‘mi fermo con lei’. Non sono mai riuscito a non cambiarne una a notte. È così.
Il sesso conta tanto nella mia vita, corteggiare, tenermi attivo in quel campo.
Però è tutto fisico e passatempo.
Io voglio altro e lo voglio solo da lui.
Da quando l’ho provato non esiste altro.
Così ora che penso di essere pronto a non partire di testa come l’altra volta ma di rimanere in me a lavoro, è ora di attaccare e prendermi ciò che voglio.
Io so che se lo provoco a dovere lui cede.
Lo so perché è ciò che vuole anche lui.
Lui ama chi lo provoca.
Quindi sorrido sicuro di me ed esco dalla doccia avvolgendomi appena con un asciugamano alla vita, mi lascio bagnato e le gocce corrono sul mio corpo nudo, i capelli castani si attaccano alla fronte ed alla testa scendendo disordinati. Mi do una breve occhiata allo specchio e senza esitare esco dal bagno dirigendomi sicuro verso la sua camera. So bene dove mi sistemerà ma io come posso esserne sicuro?
È pur sempre casa sua, no?
Apro la porta sfacciato come mio solito senza bussare, proprio come ha fatto lui prima.
A lavoro mi dimostro più rispettoso e timoroso ma qua è diverso.
Devo sedurlo, in fondo.
Non gli piacciono le persone troppe insicure!
Quando apro lo vedo in biancheria intima che armeggia coi pantaloni di una delle solite tute che usa in casa. Bè, non è mica una visione malvagia!
Mi fermo con la bocca aperta pronta per parlare e mi dimentico di dire quel che mi ero preparato, quindi come se fosse naturale piego la testa di lato, mi metto comodo come fossi al cinema e mi godo ciò che ho a qualche metro da me.
Gibbs mezzo nudo!
Ha un gran bel fisico tutto sommato. Si vede che è un ex marine e che in un corpo a corpo con lui ti stende con una sola mossa. Non è tutto muscoli come certi modelli che si vedono in giro, non ha il fisico del secolo però è giusto ed è più che piacevole da guardare.
E guarda il fondoschiena.
Così si vede meglio.
Piego involontariamente gli angoli delle labbra che intanto ho chiuso. Non dimostro malizia ma qualcosa di più mentre me lo mangio apertamente con gli occhi illuminati da un desiderio che non mi preoccupo di nascondere.
Coi vestiti che indossa di solito non si nota il suo fisico e nemmeno il suo sedere, però è davvero un bel vedere, lo ammetto.
Dovrei fargli una lezione di moda e sarebbe preso di mira già da troppe donne!
No, meglio che rimanga com’è, ho più chance così!
Lui si ferma e smette di armeggiare coi pantaloni della tuta, non pensa più che vestirsi in fretta sia una buona idea così mi guarda alzando le sopracciglia in segno interrogativo. Sembra naturale.
- Che c’è? – Non è molto paziente ma nemmeno agitato. È quella via di mezzo indefinibile. Non so proprio decifrarlo quando fa così. Che sguardo è quello?
Mi sta squadrando da capo a piedi ma sembra che io sia vestito ed invece sono in uno stato che so, eccome se lo so, apprezza molto.
Andiamo, sbilanciati un po’!
- Prendo la solita camera, vero? – Chiedo dunque dopo qualche istante in cui mi impongo di tornare al mio piano diabolico.
In realtà non so se farmi vedere così ha funzionato. In linea teorica si ma lui è molto bravo a controllarsi e non mostra il minimo segno di ciò che pensa o prova.
Si sbilanciasse una volta buona!
Di che razza di persona dovevo perdere la testa!
Si stringe nelle spalle tirando brevemente i muscoli che rilassa di nuovo. Il movimento catalizza la mia attenzione e di nuovo per un istante mi dimentico delle mie intenzioni assorbendo ogni suo più insignificante dettaglio.
- Quella che vuoi, ormai fai come se fosse casa tua! – A questa risposta il cervello mi si riattiva improvviso ma è la parte demente e colgo al volo l’occasione. Il sorrisino malizioso si riaccende e muovendo qualche passo dentro la stanza mi avvicino di più a lui lasciando che le ultime goccia che corrono sul mio corpo, catturino finalmente il suo sguardo. I suoi occhi azzurro mare si posano languidi sui miei capezzoli e solo questo me li fa indurire.
Basta così poco?
Non ci penso oltre e parto con quel che mi è saltato pericoloso alla mente.
Suadente e provocante rispondo:
- Posso dormire anche qua, allora? – Bè, il riferimento alle ultime notti che ho dormito qua in camera sua è chiaro e cristallino.
Le ultime notti avevo dormito nel suo lett con lui… o dovunque decidessimo di fare sesso!
Bè, per una volta penso di aver detto la cosa più giusta che potessi dire, visto come l’azzurro diventa più tendente al blu. Con l’intensità che non ho mai visto in nessuno mi fa partire da dentro un ondata di calore che mi asciuga immediatamente e stranamente; questa volta sono io a sentirmi in imbarazzo. Non so proprio come e perché ma è così.
Che mi ha fatto?
Cos’è stata questa cosa?
Forse il fatto che impercettibilmente si sia eccitato anche lui ricordando tutto e capendo quanto io lo voglia ancora. Mi sto offrendo su un piatto d’argento in modo incondizionato e lo sa.
Cosa rispondi?
Cosa significa questo modo di guardarmi?
Mi stai facendo sentire gelatina!
I brividi mi percorrono.
Si può desiderare tanto intensamente una persona?
È pazzesco.
Lo voglio come non mai.
Ti prego, fa qualcosa o lo farò io e so che preferisci essere tu a condurre il gioco e a prendere ogni iniziativa. O così o nulla.
Allora fa tu qualcosa prima che io muoia.
Non ce la faccio più. “


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