CAPITOLO II:
IL PRIMO APPROFONDIMENTO

Ora, col senno di poi, lo comprese ma prima alla sola occhiata veloce non le era stato per nulla chiaro cosa l’avesse spinta a fissarlo con tanto interesse ed insistenza.“

/ Just lose it – Eminem /

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E così giunse finalmente la cena!
Dopo diverse disavventure per preparare il banchetto a base di ricette africane, i numerosi ragazzi invitati per dare il bentornato a Davide si sedettero felici e curiosi, nonché affamati, intorno alla lunga tavolata allestita prima per i preparativi e successivamente per mangiare.
C’era molta gente e solo in occasioni simili ci si poteva rendere conto di quante persone uno solo ne conoscesse… a parere di Astrid era un numero esagerato considerando che Davide non era Francesco che socializzava col mondo intero, almeno in apparenza.
Come cavolo fa ad avere tutti questi amici? Me lo aspetterei da Francesco ma non da lui… Però se i suoi sono così tanti non posso immaginare Francesco quanti ne abbia!
Mi vengono i brividi, penso che non andrò mai ad una festa in suo onore… non più per lo meno, visto che in passato l’ho fatto. Ero ancora piccola ed ingenua ed in effetti, ora che ci penso, è stata proprio una sua festa a decretare la mia rovina!
È là che ho conosciuto Stefano e che poi non mi ha più mollata, se non ricordo male. No?
Spero che anche questa serata abbia una sua fine o sarò io a finire per prima… al manicomio!”
No, in realtà la bionda non si stava annoiando, anzi, con suo sommo stupore si stava divertendo, oltretutto stava tranquillamente socializzando con un sacco di nuova gente, quindi non poteva lamentarsi. Erano tutti più o meno a posto, nessun ‘nuovo’ Stefano in vista!

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Quando si sedette anche lei, fu lieta di notare d’essere capitata accanto ad uno del suo vecchio gruppo, prima che questo si ampliasse perdendola di vista.
Si chiamava Matteo, era uno sullo stampo di Francesco, un tipo dall’aspetto normalissimo, basso e mingherlino con dei castani ricci indomabili sul capo. La conosceva bene ed era uno di quelli che da subito erano andati d’accordo con lei, ai tempi in cui aveva iniziato a frequentare il loro giro.
Matteo l’accolse con un gran sorriso e allegramente la salutò come faceva solo chi già la conosceva:
- Ehi, Gas! Come va? –
Sedendosi lei gli lanciò uno sguardo di fuoco ammonendolo scherzosamente sul fatto di chiamarla con quel nomignolo che le aveva inferto Stefano alla prima Pasquetta che avevano passato insieme, ormai diversi anni prima.
- Evita di chiamarmi così che se ancora qualcuno non mi conosce con quel soprannome non è una brutta cosa, sai? – Disse infatti facendo la finta arrabbiata. In realtà detestava ancora quel ‘Gastrid’ e derivati, ma ormai si era rassegnata al fatto che gli amici di quel gruppo la chiamassero ‘Gas’. Era un nome sciocco ed insensato se non si conosceva la storia, ma in fondo era sempre stato estremamente divertente farla arrabbiare!
Con un’amichevole pacca sulla schiena all’amica, Matteo replicò sempre col suo eterno pacifico sorriso sulle labbra e con un tono scherzoso ma molto pacato:
- Perché, non ti chiami così? –
- Si, bé, è probabile che qualcuno mi conosca solo con quel nomignolo… cavolo, non dirmi che non ti ricordi come mi chiamo! – Si sciolse subito in sua compagnia, aveva fatto un ‘ottimo lavoro’ quella serata considerando che aveva avuto molto a che fare con un sacco di gente sconosciuta. Ora poteva rilassarsi in compagnia di un vecchio amico che non vedeva da molto.
Quella Astrid era il capolavoro che era riuscito a tirar fuori Stefano anni addietro mettendo a rischio molte cose.
Prima non era nemmeno l’ombra di quella ragazza che con gli amici scherzava ed aveva sempre l’accattivante battuta pronta.
Era così che, in breve, riusciva a diventare protagonista senza nemmeno rendersene conto.
Continuarono amichevolmente a parlare ognuno a modo proprio, lui sempre coi suoi modi calmi ma giocosi, lei coi suoi fintamente seri e fintamente severi, in realtà solo molto acidi ed ironici.
Le persone sedute immediatamente intorno ai due rimasero subito catturati dai discorsi divertenti dei due capendo che lei, oltre ad essersi data un gran da fare per la preparazione (merito dell’impegno con cui Francesco e Davide l’avevano sempre coinvolta), era anche una molto simpatica, a suo modo.

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Quando anche il posto davanti a loro fu occupato Matteo si illuminò riconoscendo, ovviamente, il ragazzo che si era seduto con loro.
- Michele! Sei anche tu qui fra noi, stasera! –
Disse subito il giovane diretto proprio al Michele che a circa inizio serata Astrid aveva notato rimanendone catturata.
Accadde ancora, lo stupore nello sguardo della ragazza fu ben trattenuto ma il pensiero no:
Porca merda, ma guarda che caso! Proprio lui mi si piazza davanti! Bene, così posso conoscerlo un po’ meglio… per di più è una gran fortuna che Matteo lo conosca, così tramite lui sicuramente potrò conoscerlo un po’ meglio anche io!”
Realizzando questo, un breve sorriso spontaneo le affiorò sulle labbra mentre osservava l’alto ragazzo appostarsi fra loro e rispondere alle frasi amichevoli dell’amico. Guardandolo bene da vicino la sua impressione iniziale e veloce ne fu confermata: non era un bel ragazzo, nemmeno brutto ma certo non spiccava per l’aspetto. Era un tipo, questo si, però non aveva tratti somatici delicati o da bel tenebroso. Erano i più normali esistenti sulla faccia della terra. Di lui incuriosiva lo stile: quelle ciocche di capelli neri sulla sommità del capo tenute all’insù mentre il resto della testa era rasata corta, quella cicatrice circolare sul lato sinistro della testa e quella punta sempre di quell’orecchio che mancava. Sicuramente era stato soggetto di un brutto incidente. Incuriosiva e attirava anche lo stile, quegli ampi abiti larghi e la maglia di pelo bianco che addosso gli stava come fosse un grande orso polare. Era una persona veramente particolare e ad occhio lo si capiva.
Ora, col senno di poi, lo comprese ma prima alla sola occhiata veloce non le era stato per nulla chiaro cosa l’avesse spinta a fissarlo con tanto interesse ed insistenza.
- Gas, ti presento Michele, lo conosci già? – Riprendendola dalle proprie considerazioni mentre aveva ricominciato a fissarlo insistente, si scosse insultando mentalmente l’amico per il nome con cui l’aveva presentata.
Spero non abbia capito…”
Suo malgrado sorrise salutandolo, fu quando stava per rispondere che non lo conosceva che il moro aggrottando le sopracciglia chiese senza porsi problema alcuno:
- Come ti chiami? – Del resto era naturale… lei lanciò l’ennesima occhiataccia a Matteo e proprio mentre stava per rispondere presentandosi come si doveva, la voce monocorde e non molto alta di Davide giunse alle sue spalle:
- Gas, tieni! – Davide ed alcuni altri avevano iniziato il giro di consegna delle porzioni direttamente dalla pentola ai piatti delle persone e arrivato a lei che non lo guardava l’aveva chiamata. Non aveva fatto caso che la volta in cui prima l’aveva chiamata l’aveva fatto per nome e che ora, invece, forse per mettere in chiaro che lui la conosceva e conosceva il particolare simpatico e misterioso del soprannome, l’aveva nominata appunto con quest’ultimo. Lo fece e basta e lo fece evitando accuratamente lo sguardo di Michele, suo amico, che invece si chiedeva come mai la chiamassero a quel modo.
- Davide, anche tu ti ci metti? Cos’è, per solidarietà verso Stefano? – Irruppe fintamente seccata lei, tutti sapevano che non si arrabbiava di proposito, anche se sembrava veramente che lo fosse. Ormai chi la conosceva, la conosceva bene!
Astrid in realtà non era tanto infastidita dal soprannome quanto stupita del fatto che proprio Davide che normalmente le parlava poco e quelle poche volte usava il suo nome vero, l’aveva chiamata invece a quel modo!
- Ti chiami Gas? – Chiese quindi Michele mentre lei prendeva il piatto dalle mani del biondo cuoco della serata. A quella domanda si girò di scatto e guardandolo con occhi minacciosi disse spontaneamente incisiva:
- No, Astrid! – Non ammetteva repliche!
- Ma Gas per tutti! – Si intromise allora Matteo ridacchiando.
- Giusto! – Fece eco un’altra loro amica.
- BASTA! – Ammonì invece Astrid non propriamente furiosa ma comunque decisa e ben udita da tutti. Non era realmente seccata però sperava che prima o poi la smettessero di chiamarla Gas, ecco perché ogni tanto ricordava loro il suo vero nome, magari nel frattempo se lo scordavano…
Fu una scenetta che divertì anche chi non la conosceva ancora e Michele stesso ne fu colpito.
Anche lui l’aveva notata prima, era successo perché lei l’aveva subito guardato diretta così lui, sentitosi osservare al suo arrivo, aveva cercato il possessore di quello sguardo. Quando l’aveva vista era stato breve anche per lui il momento per poterla osservare ma gli era bastato per constatare che era una ragazza molto carina e che gli sarebbe piaciuto conoscerla.
Precisamente il suo pensiero era stato:
Ma chi è?”
Solo quello. Semplice e diretto, senza troppi giri di parole o paranoie varie. Tipico di un ragazzo.
Ora, per la seconda volta che poteva osservarla e studiarla un po’ meglio, aveva capito che oltre ad avere una buona apparenza, aveva anche una sostanza che spiccava.
Decisamente interessante… considerando anche che finalmente si era ricordato dove l’aveva già vista.
Ecco chi è!”
Si era infatti detto assistendo alla scena!
- Io ti ho già vista! – Esclamò infatti subito con un certo senso di vittoria nella voce, ma non troppo marcato. Aveva un tono comunque composta e penetrante.
Astrid si fermò subito dal maledire il mondo intero e cercando di domare ogni sua sensazione improvvisa, aveva di nuovo rivolto la sua attenzione al ragazzo. No, lei proprio non ricordava di averlo già visto in giro…
- Si? – Chiese quindi interessata a venire a capo del gran mistero.
Così Michele rispose rimanendo principalmente serio e calmo, ricordando la volta in cui l’aveva incontrata per la prima volta:
- Tu sei quella che al Gambrinus quella volta faceva tutto quel casino allucinante! – Il silenzio lì intorno calò e Matteo stesso non si sentì molto in dovere di intervenire.
Ok, la conosceva un po’ e sapeva che riusciva ad essere molto sciolta e dinamica, se voleva, ma così tanto no. Cercò quindi di immaginarsela a fare un gran casino allucinante ma non ottenne un buon risultato.
Astrid?
Bè, lei dal canto suo ammortizzò il colpo in pochissimo tempo riuscendo a far uscire uno spontaneo ed arrendevole:
- Ops! Mi hai beccato! – Che la fece sembrare una bambina piccola beccata a fare qualche pasticcio!
Fu qua che dunque chi li aveva ascoltati si mise a ridere divertito, contento di essere capitato accanto a qualcuno che facesse ridere!
E’ strana. Non è tutto qua. Da quando l’ho vista ha assunto almeno tre fasi diverse e scommetto che sono tutte autentiche… ma quel è quella principale?
C’è dell’altro. Una che è ora folle e casinara, ora silenziosa e musona, ora ironica e acida nascondo un’ulteriore parte, quella principale.
Sono curioso di conoscerla meglio, non me la devo far scappare!”
Fu questo invece il pensiero di Michele in risposta a quanto accaduto e la conferma avvenne in seguito, quando sempre Matteo parlando a Davide disse:
- C’è puzza di gas, non trovi? – La spinse istintivamente ad intervenire con una risata ironica e successivamente un commento altrettanto ironico:
- Ahahah! Divertente! Dev’essere la malattia dell’idiozia di Stefano! - Anche se non c’era lui ad usare quelle battute, c’era sempre qualcuno che le diceva ed il rispondere per le rime era solo un semplice riflesso incondizionato dovuto alle mille volte in cui aveva ribattuto a Stefano.
L’amico, invece, sentitosi addirittura spintonare per la propria innocente osservazione, si girò verso di lei e guardandola seriamente privo di colpa, disse:
- No, intendevo che c’è veramente puzza di gas! –
Male?
Certo, Astrid ci rimase non male, di più. Ci rimase di sasso lasciando uscire solo un imbarazzato e mortificato:
- Oh! – Con un filo di voce che però bastò a far ridere tutti.
Non lo faceva apposta ma quel gruppo aveva il potere di tirare fuori il peggio di lei, o meglio quello che lei considerava peggio e che la faceva sempre finire al centro dell’attenzione e che gli altri, invece, consideravano il meglio!
Che tipo!”
Fu la sola conclusione spiazzata sia di Davide che di Michele.
Già. Che tipo.
Ma specialmente che tipi che erano loro due, amici, ad interessarsi alla stessa ragazza senza nemmeno parlarsi e rendersene conto.
Il primo generico approfondimento aveva già portato alcuni frutti!