CAPITOLO
VI:
CONFIDENZIALMENTE
PARTE SECONDA
“ Questo
era il suo modo per dire che stava male ma non le andava di parlarne.
Eppure perché stava male?
Forse il punto era
questo. Non sapeva di preciso il motivo, sapeva solo che qualcosa in
quell’ultimo periodo non era più girato nel verso
giusto. Forse da quando avevano smesso di vedersi e di sostenersi in
quel loro speciale rapporto esclusivo. “
/This is the
life – Amy Macdonald/
- 1 –
Dopo
aver rotto il ghiaccio, Astrid era più disponibile ad
accettare i vari inviti dei suoi amici, coloro che per un po’
aveva smesso di vedere.
Quella
sera, come molte altre ormai, avevano deciso di fare qualcosa e nello
specifico un aperitivo a casa di Francesco e dei suoi coinquilini.
Per
Astrid era un mistero su chi fossero… non sapeva nemmeno che
fosse andato a vivere per conto suo!
Si
era fatta spiegare la strada e con la cartina in mano scaricata da
internet vi era arrivata abbastanza facilmente, molto incuriosita.
Era
passato un po’ da quando lei e Michele avevano preso a
scriversi e quindi a fare amicizia ma sembrava non essere ormai un
segreto il loro sorprendente avvicinamento, visto che
nell’ampio giro di amici che avevano ormai non si parlava
d’altro. Ovviamente come in ogni pettegolezzo che si
rispetti, gli unici ad esserne all’oscuro erano i due diretti
interessati che di fatto non facevano nulla di male. Non si
comportavano in modo generalmente strano, il punto è che era
insolito per loro due che erano personaggi molto singolari e diversi
dalla massa. Sostanzialmente non si potevano considerare
‘normali’, quindi anche un minimo gesto di
‘normalità’ come chiacchierare spesso
insieme veniva notato ed era oggetto di profonda curiosità.
Il
tutto era alimentato dalle voci, messe in giro da chissà
chi, che sottolineavano i loro numeri di cellulare scambiati, i
messaggi che si scrivevano e tutti gli incontri
‘casuali’ per i locali.
Eppure
non era tutto qua.
Le
voci non erano solo quelle su loro due ma bensì in mezzo
c’era stato messo anche Davide, sorprendentemente.
Senza
fare nulla se non osservare costantemente ed in modo evidente Astrid
che conversava tranquillamente con Michele, si era trovato a fare la
punta di un triangolo che vedeva protagonisti anche gli altri due sopra
citati.
Che
fosse così lampante il suo interesse verso la bionda?
In
fondo non le parlava, non si rapportava con lei, si limitava a spuntare
dove era lei come un fantasma, per ascoltare i suoi discorsi, oppure a
squadrarla in maniera profonda e penetrante nell’ombra. Ombra
per modo di dire visto che a quanto pareva lo avevano notato
già tutti tranne i due diretti interessati!
In
poche parole era nato, e si stava approfondendo, uno strano ed assurdo
triangolo quando ancora non c’era nulla di plateale, certo e
ben sviluppato.
Se
all’inizio della storia le cose erano così, per la
fine come sarebbero state?
Del
resto sembrava proprio che Astrid fosse facilmente soggetta a
pettegolezzi e voci sulla sua vita sentimentale. Solo qualche anno
prima, quando era arrivata in quell’insolito gruppo, tutti
avevano ricamato sul suo bel rapporto con Stefano rovinando molto di
quel che erano e che sarebbero potuti diventare.
Lei
e le voci non andavano molto d’accordo eppure probabilmente
destava così tanto interesse negli altri che nemmeno se ne
accorgeva.
Certo
era strana e molto riservata sulla sua vita privata, però
anche lei aveva diritto alla sua privacy!
Forse
sarebbe stato meglio che non se ne accorgesse… supposizione
con la quale Stefano non si trovò affatto
d’accordo quando sentì le curiosità che
giravano fra i suoi amici.
Era
da molto che non usciva con loro anche lui poiché era stato
molto impegnato con la tesi che aveva dato da poco, quindi aveva finito
per perderli un po’ di vista ma soprattutto per perdere la
situazione di mano.
Ma
quella sera aveva deciso che era stato abbastanza lontano da tutti loro
e che la sua protetta aveva bisogno di una mano.
Della
sua!
Era
da molto che non la vedeva, più di quanto non vedesse gli
altri, sperava proprio che ci fosse e dai discorsi di Davide sapeva che
sarebbe venuta, ultimamente aveva ripreso a farsi viva quindi era
andato a colpo sicuro.
Arrivata
Astrid da Francesco vide che molti erano già lì,
fra cui anche Davide e Matteo, quel ragazzo simpatico con cui stava
volentieri. Michele invece doveva ancora arrivare ma lei si
avvicinò ad alcune ragazze con cui aveva un rapporto
piuttosto buono dicendo solo un generico ‘ciao’ a
tutti, senza andare da uno ad uno a fare imbarazzanti baci guancia a
guancia come molti di loro facevano quando arrivavano ed andavano via.
La
casa era indipendente e a due piani, piuttosto grande, con un ampio
giardino circondato dalle siepi per creare un po’ di privacy.
Era anche in un quartiere molto tranquillo, decisamente un bel
posticino. Così bello che era evidente che lì,
Francesco, non ci abitava da solo!
Così
introdusse il discorso con casualità, senza una vera e
propria curiosità, solo per conversare e amalgamarsi meglio
al gruppo (le ci voleva un po’ per lasciarsi
andare…):
-
Ma chi abita qua con Francesco? –
Una
delle ragazze rispose subito stupendosi che lei ancora non lo sapesse:
-
La casa è del nonno di Francesco che non
c’è più, così lui ha pensato
di venirci con alcuni del gruppo. Sono Matteo, Davide… - La
lista continuò fino al numero 6 indicando che erano davvero
un bel po’ a convivere, ma lei ovviamente si fermò
al nome di Davide, non immaginando che un orso come lui sarebbe stato
disponibile a venire a vivere con altre 5 persone che non erano della
sua famiglia!
Quella
piccola e comune informazione la colpì più di
quanto non pensò mentre una strana vocina fastidiosa le
diceva:
“E
così ora sai dov’è la tana
dell’orso!”
Anche
se il lupo era un animale più azzeccato per lui…
nonostante il suo cambiamento innegabile certi lati caratteriali erano
rimasti intatti!
Lei
non l’avrebbe ammesso tanto facilmente perché non
sarebbe stato da lei, ma Davide, quel nuovo Davide sia esteriore che
interiore, volente o nolente la colpiva e la stuzzicava molto. Era come
se prima dell’Africa ci fosse ma per lei non esistesse ed
ora, dopo quell’esperienza particolarmente toccante, fosse
diventato un uomo degno di nota. Eppure queste ‘note
degne’ erano ancora nascoste, si sapeva solo che
c’erano e che dovevano essere molto belle.
Però
lei non era uno Stefano che si impicciava dei fatti degli altri e che
per non annoiarsi rompeva loro le scatole con quella di
‘scoprirli’ e mostrare a tutti il loro bellissimo
lato interiore.
Lei
era una di quelle che non insisteva su nulla e che se una porta non si
apriva nel giro di poco tempo, lei girava al largo.
Con
lei il detto ‘Cogli l’attimo’ era una
sacrosanta verità, una sorta di guida per chiunque volesse
approcciarsi a lei.
Motto
che Michele seguiva da quando era nato!
Le
cose che lo volessero o no si sarebbero presto messe in un certo modo
se Davide non si sarebbe sbrigato a cogliere quel famoso attimo con
lei, finché era in tempo e non particolarmente interessata a
qualcuno.
Però
ne sarebbe stato in grado?
- 2 –
Quando
anche Michele arrivò Astrid si distrasse dai suoi pensieri
su Davide e sul fatto che non le sembrava tipo da convivenze simili,
quindi istintivamente si staccò dal gruppetto con cui stava
monosillabando e si diresse verso il moro dall’altezza
incredibile. Per l’occasione si era tagliato i ciuffi
centrali che di solito tirava su col gel a modo di specie di creste, li
aveva tutti rasati abbastanza corti, taglio semplicissimo che metteva
in risalto come sempre la cicatrice circolare sul lato della testa e la
punta dell’orecchio che non c’era. Per quella sera
indossava dei soliti pantaloni giganteschi dal cavallo bassissimo e una
felpa anch’essa molto ampia col cappuccio. Tutto sui toni del
blu e del grigio. Astrid in un istante, avvicinandosi a lui, lo
squadrò notando ogni dettaglio cosa che fece anche lui con
lei mentre l’osservava avvicinarglisi con apparente
tranquillità. La ragazza indossava dei jeans bianchi che le
fasciavano bene le gambe ed il fondoschiena, quindi sopra una maglia un
po’ più comoda, rossa, dallo scollo a V che
permetteva all’occhio di ogni maschietto di cadervi dentro
per sbirciare il suo generoso decoltè!
I
capelli erano liberamente sciolti sulle spalle e le stavano
particolarmente bene, con le lunghezze ondulate.
Si
perse qualche respiro nel vederla arrivare, rimase ancora interiormente
inebetito a ricevere il suo sorriso una volta davanti a lui e quando lo
salutò diventando oggetto di grande interesse da parte di
ogni presente, si riscosse rispondendo con un altro sorriso gentile che
sorprese tutti. Sorpresi sia del sorriso che del fatto che lei
continuasse ad avvicinarlo di sua iniziativa e non scappasse.
Sapeva
di non essere il più bello in quel gruppo, eppure a lei non
sembrava importare minimamente.
Per
quello gli piaceva.
Era
diversa da molte che invece puntavano sull’aspetto esteriore.
Davide
stesso, fra i suoi amici, era probabilmente il più bello.
Dopo che era tornato dall’Africa così diverso si
stupiva che lei non puntasse a lui, non avendo idea del rapporto che
avevano i due già in precedenza, ovvero un amicizia non
approfondita. Conoscendosi da tempo e non essendosi mai trovati
interessanti, considerarsi ora improvvisamente li disorientava di certo.
Eppure
lei preferiva non solo chi aveva sostanza, bensì chi non la
faceva aspettare secoli e si faceva avanti. Detestava coloro che le
facevano fare il primo passo.
In
breve intavolarono una conversazione come tante sul più ed
il meno, nulla di particolare, giusto per parlare un po’.
Come avevano passato la settimana, come stavano, cosa avevano
fatto… e mentre loro due procedevano a gonfie vele nella
loro conoscenza che veniva naturale e da sé, oltre ad un
sacco di altri occhi incuriositi e morbosi, su di loro
c’erano anche un paio in particolare, uno azzurro mare, due
occhi davvero belli e penetranti che però non si sarebbero
mai sognati di intervenire in alcun modo.
Davide
maneggiando le bibite con distrazione, rallentava i movimento
osservandoli sfacciatamente senza perdersi un movimento, un espressione
o una sillaba. Fregandosene altamente del fatto che tutti lo notassero
tranne i diretti ‘spiati’.
La
serata iniziò bene e proseguì sempre meglio,
erano tutti in giardino e si stava molto bene, la primavera era
inoltrata e nonostante indossassero le maniche lunghe, si stava bene
senza la giacca.
Astrid
stava bevendo e parlando ancora con Michele, o meglio lui parlava e al
momento lei ascoltava sorseggiando l’aperitivo che consisteva
in uno spriz aperol. Però se avesse immaginato avrebbe
certamente evitato di girare gli occhi proprio in quel momento.
Già,
poiché quasi non si soffocò quando il suo sguardo
distratto si posò sulla figura entrata da poco, appena
dietro di loro.
Stefano
era lì!
Staccò
subito il bicchiere dalla bocca e sputando ciò che stava
bevendo, cominciò a tossire piegata in due, tenendosi il
petto e cercando di tornare in vita dopo quel colpo improvviso ricevuto.
Michele
si fermò come molti altri lì intorno e alzando le
sopracciglia stupito aveva preso a darle alcune piccole pacche sulla
schiena per farla riprendere.
-
Ehi, che succede? – Disse non spiegandosi come poteva esserle
andato di traverso in quel modo il bere.
Ovviamente
non fu sentito poiché dopo una fatica notevole per
riprendersi, poco prima di rialzarsi, la voce squillante ed ironica di
Stefano aveva detto:
-
Gas, non emozionarti così per me! – Quando il suo
viso fu visibile, era rosso come un pomodoro e gli occhi sembravano
quelli di un assassina, iniettati di sangue con le lacrime che vi
uscivano rigando le guance morbide. Una visione d’insieme
molto buffa e apprezzata!
Le
risate si levarono quando lei istintivamente incazzata rispose con un
dito medio, l’unica cosa che riuscì a fare visto
che la voce al momento era sparita soffocata dalla tosse.
-
Mi sei mancata anche tu! – Rispose Stefano pronto con un
ghigno accentuato mentre le si avvicinava poggiando la mano sulla
spalla, in segno di marcatura di territorio.
-
Va a cagare! – Disse sempre senza pensarci, con un filo di
voce rauca, tossicchiando ancora un po’.
-
Quando ho lo stimolo… - Rispose prontamente lui, proprio
come ai vecchi tempi.
Oh,
quanto erano mancate a tutti le loro scenette divertenti e
spontanee… a loro per primi.
Non
si vedevano da molto e per ciò che erano diventati era stata
dura, proprio quando si erano abituati a fare a meno l’uno
dell’altro lui era rispuntato magicamente dal nulla facendole
venire letteralmente un colpo.
Era
sempre un gran bel ragazzo, lo pensò fugacemente mentre
prendeva il bicchiere d’acqua che le venne proposto da
qualcuno che ebbe pietà di lei, quindi bevendo piano senza
staccargli gli occhi di dosso si concesse l’osservazione fra
sé e sé.
Era
bello prima e lo era rimasto ancora. Quel fascino un po’ da
tenebroso che non gli si addiceva per nulla dal momento che lui, di
tenebroso, aveva solo l’ironia tagliente!
Occhi
dal colore indefinito, magnetici ed attenti, bel fisico, il sedere
migliore che esistesse al mondo… già, proprio
come lo ricordava.
E
quel dannato senso dell’umorismo fastidioso ma indispensabile
per rilassarsi.
In
un attimo era di nuovo al centro dell’attenzione (cosa che
era anche prima ma senza rendersene conto…) ma profondamente
rilassata. Dimentica di tutto e di tutti stava benissimo e si rese
conto di quanto le fosse mancato lui come amico.
Amico
e basta.
Ma
un amico prezioso.
L’unico
che in fondo la capiva davvero.
Il
loro rincontro non se lo perse nessuno, pochi sapevano quanto fossero
stati legati in passato e quei pochi si chiedevano cosa sarebbe
successo ora che a quanto pare erano tornati tutti e due nel gruppo.
Ora che sia Davide che Michele erano interessati a lei e
lei… bè, lei?
Lei
a chi era interessata?
Fra
i due litiganti il terzo gode, che poi sarebbe anche colui col quale
era più legata?
Oppure
aveva bisogno di cose nuove?
O
magari di approfondire quelle vecchie?
Ecco,
capire quel che voleva e pensava lei era sempre complicato, rimase un
mistero anche quella sera mentre circondati da un sacco di persone che
li ascoltavano e volevano partecipare alle loro scenette comiche
spontanee, cercavano di trovare un po’ di intimità
per parlare seriamente, cosa che un tempo riuscivano a fare solo fra di
loro.
Michele
si eclissò repentinamente cambiando radicalmente umore, non
conoscendo questo apparentemente famoso Stefano né il loro
precedente legame, mentre Davide nell’ombra era e
nell’ombra rimase senza smettere di fissarla. Lui dalla sua
aveva che era cosciente di tutto ciò che era stato fra loro
due e quindi era tranquillo in quel senso. Anzi, a onor del vero era
ancora più contento ora che Michele, a causa di Stefano, si
era fatto da parte.
Forse
la serata si sarebbe potuta voltare a suo favore e come un fantasma,
cosa che ultimamente accadeva spesso, si avvicinò a loro
inserendosi nelle battute ironiche dei due nuovi protagonisti
carismatici, tirato dentro specialmente dal suo amico.
Quel
lato di Astrid in molti non l’avevano ancora visto ed i pochi
che lo conoscevano, erano contenti di rivederlo.
- 3 –
Quando
finalmente Stefano ed Astrid riuscirono ad essere lasciati un
po’ in pace, si appartarono seduti tranquilli sulla sedia a
dondolo posta sotto alcuni alberi, in una zona quieta del giardino
pieno di gente. Non si sapeva come ma erano riusciti a defilarsi e,
ancor più sorprendente, nessuno li cercava o li spiava,
nemmeno Davide.
“Me
ne vado per un po’ e poi me la ritrovo non solo completamente
diversa ma soprattutto in mezzo ad una situazione complicata di cui
lei, sicuramente tonta com’è, non si è
nemmeno accorta!
Però
non immaginavo quanto Davide avesse ragione… è
cambiata molto e sicuramente in meglio. È dimagrita, i
capelli le si sono allungati ed ora le stanno molto bene, il viso
è più curato, veste in modo più
femminile… è proprio un'altra, anche se
sostanzialmente rimane lei.
Però
si stava per chiudere, anzi, si era di nuovo chiusa. Non posso
lasciarla sola un attimo che subito cade nei vecchi vizi.
Perché fa così fatica a lasciarsi andare?
Non
si accorge di quello che può avere…
Si
è inselvatichita di nuovo.
Era
così spenta. Certo, sorrideva e conversava con quel ragazzo,
cosa che prima non avrebbe mai fatto nemmeno sotto tortura,
però non so… quando c’ero ancora ero
riuscito a farle uscire quella luce fantastica, splendeva in
continuazione, era al centro ed era attiva. Adesso sembra che
l’ostrica si stesse per richiudere intorno a lei.
Ma
che le è successo?”
Si
perse un attimo a pensare Stefano fissando lo sguardo prima nel vuoto e
poi nelle sue mani che nervosamente stringevano il bicchiere. Con lui
non era più così nervosa da secoli…
“Ho
fatto proprio male a sparire in questo modo…”
Anche
se comunque a sparire dal giro era stata anche lei e non solo lui.
-
Che ti succede, Gas? – Fece quindi lui posando lo sguardo
penetrante su quello di lei che lo evadeva con abilità.
-
Uhm? Nulla, perchè? – Disse facendo finta di
nulla. Avrebbe convinto chiunque ma lui non era chiunque!
-
Si, certo... ti fai chiamare ‘Gas’ e dici di non
avere nulla... sono forse scemo? – Fece allora lui senza
nessuno scherzo nella frase.
-
Vuoi che ti rispondo? – Colse la palla al volo la bionda
utilizzando la sua famosa ironia truce.
-
Ecco, ora comincio a riconoscerti! – Esclamò
contento Stefano, una contentezza sempre controllata naturalmente.
-
Bene, sono contenta per te! – Ironizzò ancora lei
sperando di essere lasciata in pace.
-
Allora? – Ma lui non avrebbe mollato e lei lo
sapeva…
-
Cosa? - … ma ci provò lo stesso.
-
Non rispondi alla mia domanda? – Incalzò lui
insistente con l’apparenza di chi scherzava con quel suo modo
caratteristico di fare. Solo chi lo conosceva bene sapeva cogliere in
quella conversazione un lato completamente serio. Lui voleva sapere.
-
Quale? – Da qui si intavolò presto un veloce botta
e risposta molto serrato in cui ognuno dei due utilizzava quel tono e
con testardaggine non mollava.
-
Come ti va questo periodo... -
-
Era diversa... -
-
Pensavo non l’avessi nemmeno sentita... -
-
Mah, vagamente si... -
-
Sei distratta, Gas, non è da te... hai forse la GAStrite?
– Le concesse il moro notando che ancora non mollava. Sapeva
che era un osso duro ma di solito nei loro unici momenti confidenziali
si lasciava facilmente andare.
-
Che ridere! – Borbottò lei lugubre.
-
Non sembri convinta! – Tormentò ancora lui.
-
Vuoi che mi spanci? – Sparò tagliente e spontanea.
-
Perchè, ti fa male? Hai la gastrite veramente? –
Però lui non si smentiva mai, quello era il suo modo di fare
e a lei andava meglio di gran lunga così. Anche se sapeva
che la parte seria sarebbe comunque arrivata, che lo volesse o no.
Stefano era una specie di mastino!
-
Si, me la fai venire tu! – Ringhiò la dolce
fanciulla continuando ad evitare il suo sguardo che invece la colpiva
diretto.
-
Dai, ti ascolto, confidati con Padre Stefano! –
Tentò con ancora un tono di scherzo imitando la voce di un
prete.
-
Brrr... mi fai accapponare la pelle... tu prete e il mondo che si
capovolge! – Rispose lei pronta sperando che non smettesse di
fare l’idiota.
-
Mia cara pecorella, dimmi... quando ti sei confessata
l’ultima volta? – L’avrebbe accontentata
ancora un po’…
-
Con te secoli fa! -
-
Astrid, con me puoi parlare anche a voce, non solo per sms...
– Fece quindi tornando serio riferendosi ai messaggi che lei
ogni tanto gli mandava in risposta ai suoi ‘come
va’ periodici. Non erano rari i ‘di
merda’ e simili. Solo che non approfondiva mai e lui la
lasciava in pace. Però ora era venuto lì apposta
per lei, per assicurarsi che stesse bene e riportarla sulla giusta via.
Aveva bisogno di qualche dritta e la cosa era lampante.
-
Oh, certo... lo so... ma mi conosci, a voce faccio fatica...
– Si rilassò un po’ nonostante tutto,
grazie al nome con cui l’aveva chiamata per fargli capire
quanto ci tenesse a lei e a farla confidare con lui. Avrebbe sorriso se
poi non sarebbe nato del fastidioso imbarazzo, quindi non fece nulla.
-
Dipende da cosa devi dire, se si tratta di insultare ti viene meglio!
– L’aiutò con un altro po’ di
ironia che, di nuovo, fu molto apprezzata.
-
Già... – Ma la testa era altrove…
-
Perché dicevi che sei di nuovo nella merda? – E
lui la riportò lì.
-
Beh... in realtà forse ho un po’ esagerato
però diciamo che ho passato momenti migliori! –
Questo era il suo modo per dire che stava male ma non le andava di
parlarne. Eppure perché stava male?
Forse
il punto era questo. Non sapeva di preciso il motivo, sapeva solo che
qualcosa in quell’ultimo periodo non era più
girato nel verso giusto. Forse da quando avevano smesso di vedersi e di
sostenersi in quel loro speciale rapporto esclusivo.
-
E’ ancora così difficile parlare perfino con me?
Dopo tutto quello che siamo riusciti a dirci? –
Incalzò allora Stefano con una serietà tipica
solo sua e solo nei momenti intimi con lei. Lei e Davide erano gli
unici, probabilmente, ad averlo visto così.
-
La parte più dura ce la siamo detti per lettera, Stefano, e
l’ho fatto ben sapendo che di persona mi è molto
difficile... – Rispose pronta e secca Astrid alzando
finalmente gli occhi verdi sui suoi che lì, in penombra, non
si vedevano bene ma mettevano comunque in soggezione. Non li
riabbassò nonostante il nervoso che crebbe. Così
vicini non lo erano da molto. Le era mancato davvero.
-
Le dici sempre per lettera le cose importanti? – Chiese
diretto, non le mandava mai a dire le cose. Provocava senza il minimo
problema.
-
No... ne ho dette di cose, anche gravi e pesanti, sempre in faccia...
solo che se posso evito! – Ma lei non si fece trovare
impreparata, né si infastidì.
-
Immagina di non poter evitare! – Proruppe allora lui con un
tono che non ammetteva repliche.
-
Ma perché te la prendi a cuore? Non l’hai mai
fatto apertamente, mi stupisci Stefano! – Però a
quel punto la leggera punta di esasperazione si cominciò a
sentire, nelle risposte della ragazza.
-
Non lo so, mi annoio e mi andava di tormentarti un po’!
– Disse quindi per sdrammatizzare.
-
Che gentile, non dovevi disturbarti, veramente! – Fece eco
lei allo stesso modo.
-
Lo faccio col cuore! -
-
Si... quello di pietra! -
-
Non sono cattivo, mi disegnano così! –
Scimmiottò il moro ormai non più serio.
-
Si, ok... posso andare, ora, PADRE?! – Marcò
sull’ultima parola indicando quanto non ne potesse
più, nonostante parlare con Stefano non le dispiacesse di
certo.
-
No! – Ma lui non era soddisfatto.
-
Oh, Stefano, che c’è? – Questa volta
l’esasperazione era ben chiara.
-
Te l’ho detto... dopo quel brutto periodo in cui mi hai
spaventato dicendo che non sapevi se ce l’avresti fatta,
quello in cui sei sparita dalla circolazione per molto, sono sempre
all’erta! – Decise di scoprirsi un po’
per permetterle di fare altrettanto. Sapeva che con lei era
l’unica.
-
Oh... no, questo non me lo avevi mai detto... – Rimase senza
parole a quest’affermazione sincera e disarmante. E
arrossì violentemente distogliendo di nuovo lo sguardo dal
suo che improvvisamente le parve troppo pesante ed insostenibile, come
non mai.
-
Ah no? – Fece lui colto in flagrante. Silenzio. - Astrid,
seriamente, devo preoccuparmi? Sono un tipo diretto, lo sai... se posso
evito di ferire le persone, o meglio le ferisco con l’arma
che fa meno male, un po’ forse come fai tu, però
quando serve e non ho scelta uso la più brutta. –
Decise poi di tagliare corto poiché sapeva che di
lì a poco la selvatica fanciulla sarebbe scappata a gambe
levate.
-
Sputa il rospo, non temere, sarò forte! –
Mormorò la bionda sapendo che a quel punto lui aveva due o
tre cose da dirgli e che tutto quel battibecco era solo per giungere a
quel punto…
-
Dopo quello che è successo fra di noi ho cercato di
allentare un po’ per non dar più modo di pensare
sbagliato a nessuno, però non volevo sparire, ci tenevo a
te, te l’ho sempre detto e fatto capire. Non hai mai mostrato
cedimenti particolari se non quando poi sei sparita dicendomi solo che
passavi un momento molto brutto, eri in una situazione difficile e non
sapevi come uscirne. A mia volta ho potuto far poco per te
perché non ero messo meglio di te, ero alle strette con un
paio di cosette... quando mi sono ripreso ho visto che anche tu ce
l’avevi fatta e non serviva più il mio aiuto, ne
sono stato felice, sei forte, sapevo che sarebbe andato tutto bene ma
ugualmente mi sono preoccupato. Ora se ti ricapita qualcosa del genere,
però, sappi che io ci sono e non voglio fare la parte del
falso amico che nel momento del bisogno si defila! – Si
riferiva a qualcosa che non aveva confidato a nessuno, solo a lui e
nemmeno interamente. Quando non si era più fatta viva per
quel periodo era sì per molti nuovi impegni ma soprattutto
per un momento difficile che aveva passato a causa delle molte
delusioni, specie in campo sentimentale. E poi ne erano successe molte
altre tutte in una volta, così era sparita. Eppure solo a
lui si era sentita di dire sinceramente che non ce la faceva
più. Aveva solo buttato il sasso, poi aveva ritirato la mano
non dicendo nulla di nulla, nessuna spiegazione. Niente. Era solo
sparita.
-
Stefano... non mi aspettavo tutto questo da te! Scusa se te lo dico ma
a te riesco a dire solo quello che penso, ormai... me le tiri fuori a
forza! Non credevo veramente fossi una persona simile... uno che veglia
e tiene così agli amici... sono veramente stupita!
Bè, comunque grazie per tutto, veramente! – Disse
allora lei con sincero e profondo stupore, dimenticandosi di tutto
ciò che la circondava e tornando a guardarlo diretta negli
occhi, ricambiata dal suo sguardo vicino e magnetico. Però
dire a cosa pensava interiormente era ancora troppo difficile. Nessuno
ci sarebbe mai riuscito.
-
Sono lieto di scoprire che mi apprezzi anche se non lo dimostri nemmeno
sotto tortura! Siccome so che tipo sei ti chiedo di rispondere alla mia
domanda. Come va? – La ricompensò con una piccola
battuta, poi tornò alla carica.
-
Io... non va tanto male, dai... non so che voci girano questa volta,
ormai non le ascolto più... hai sentito qualcosa, che me lo
chiedi? – Domandò allora incuriosita, capendo che
qualcosa doveva essergli giunto all’orecchio visto tutto
quello stressare.
-
In realtà gira voce su un triangolo fra te, Davide e
Michele! – Alla fine lo disse così come era, senza
problema alcuno.
-
Triangolo? – Chiese sorpresa lei corrugando la fronte.
-
Già... -
-
Oddio... no, cioè... io e Michele... e si, anche Davide,
siamo persone riservate. Nel caso specifico dico io e Michele
perché ci stiamo frequentando un po’ ma non
abbiamo ritenuto necessario, ed opportuno, spiattellarlo ai quattro
venti. Siamo ancora in fase di studio, in realtà, quindi non
è che sia scontato che le cose debbano finire bene.
Davide... non so perché l’hanno messo in mezzo
onestamente! Ma perché eri preoccupato per me? -
-
La tua luce si sta spegnendo! – Al momento di doverlo dire si
sentì come sempre libero di essere sincero e senza vergogna.
-
Luce? -
-
Quella che a fatica ho portato fuori dal tuo guscio. –
Mormorò quindi facendo rabbrividire la ragazza.
-
Continui a stupirmi... quasi quasi mi innamoro di nuovo di te!
– Fu diretta anche lei, una sorta di attacco, se lo si voleva
vedere così.
-
Non serve che ti difendi, non voglio accusarti o metterti in
difficoltà. Sono sincero, lo sai. Non voglio che nessuno ti
riporti al tuo antico marciume! -
-
Questa potevi risparmiarla, scemo! – Sbottò
spintonandolo in realtà contenta di come sapeva
sdrammatizzare.
-
Si, ma il senso è giusto... lo capisci o ti devo fare una
lezione universitaria? Ora che sono dottore posso farlo! -
-
Sei dottore in scemologia? – Lei non poteva essere da meno,
ovviamente.
-
La finiremo mai? – Chiese lui senza mutare il suo tono
ironico.
-
Io spero di no! -
-
Ma si, perché smettere, non facciamo mica nulla di male, in
fondo! E se così fosse sarebbe divertente. -
-
Ora lo capisco... – Esordì a quel punto con una
serietà che nacque da lei.
-
Cosa? – Si incuriosì Stefano scambiando i ruoli.
-
Perché ho perso la testa per te! – Non le parve
fuori luogo o stupido, nemmeno imbarazzante. Le uscì
naturale.
-
Anche io capisco perché ho fatto di tutto per tirare fuori
la vera Gastrid! – Cosa che successe anche a lui.
-
Si, ma non serve che ce lo riveliamo! – Mise le mani avanti
Astrid. - Dimmi una cosa, però... – Chiese poi
incuriosita.
-
Si? -
-
Tu che conosci bene Davide... perché è stato
messo in mezzo a me e Michele? – “Beata
ingenuità…”
pensò lui.
-
Non ti ha parlato? -
-
Eh? -
-
Non ti sei nemmeno accorta di nulla? -
-
Di cosa dovevo accorgermi? -
-
Non posso dirtelo io, mi ucciderebbe... – Ma non ne era
davvero convinto.
-
Preferisci lo faccia io? – Lo minacciò quindi lei
incuriosita e seccata dal non sapere qualcosa che capiva la riguardava.
-
Preferisco essere lasciato in pace! – Ci provò ma
non fu efficace visto che aveva più voglia di dirglielo che
di tacere.
-
Te la sei cercata tu, sai? – Però se lui era uno
che non mollava finché non otteneva quel che voleva, lei era
uguale, in quel senso. La risposta di Stefano arrivò
semplice e diretta, così come lui sapeva essere in ogni
istante. E sapendolo, forse, avrebbe evitato col senno del poi.
-
Si, ne ho il sospetto... Davide prova qualcosa per te, ora pondera da
sola! – Tutto quel che lei riuscì a dire fu solo
un istintivo e pronto:
-
Oh... - morto in gola, mentre lui dopo averle scoccato un occhiata
penetrante in cui si era impresso a fuoco ogni suo lineamento ed
inclinazione, si alzò e se ne andò tornando ai
suoi vecchi amici.
Lei
rimase lì inebetita a guardare la figura alta e slanciata di
Stefano muoversi con tranquillità fra gli altri dopo aver
sparato un proiettile simile.
Ed
ora che avrebbe dovuto fare, di preciso?
Saperlo
non avrebbe guastato!
Lo
shock non si tolse dal suo viso a lungo.