AMBIENTAZIONE: dopo la prima puntata della
quarta stagione, periodo di tempo imprecisato, qualche giorno dopo, Colby si è
ripreso e tutto è tornato alla normalità (ammesso che nel telefilm torni davvero
tutto alla normalità… non ho cercato spoiler quindi non so!)
NOTE: mi sono interrogata molto sul pairing ma poi ho
deciso che erano abbastanza adulti per non menarsela troppo col sesso! Questa
mia affermazione la capirete meglio leggendo… oppure la capirà subito chi mi
conosce! Comunque ormai questa coppia mi è entrata dentro e non mi si stacca
finché non esaurisco tutto ciò che mi vortica nella testolina, così faccio
quello che so fare meglio: scrivo e scrivo e scrivo… sul ‘come’ lo lascio dire a
voi! Buona lettura. Baci Akane
DEDICHE: a Taila perché le piace tanto Numb3rs e a
Parsifal che è stata la prima a pensarla subito come me anche se ancora non
sapeva come la pensavo!
RINGRAZIAMENTI: a tutti quelli che leggeranno e
commenteranno!
PERDONARSI
/Apologize – One Repulic &
Timbaland/
“I giorni sono passati ed io mi sono rimesso
completamente da tutte quelle sostanze e dalla morte. Ho superato il coma ed ora
sto bene, direi che fisicamente ci sono. Ho una buona ripresa o come marine
sarei stato un fallito.
Poi
onestamente ne ho passate di peggiori.
Sospiro mentre mi giro e rigiro nel letto di casa
mia.
Non sono ancora tornato a
lavoro, hanno voluto darmi ancora qualche giorno ed io mi sono sentito di
prenderlo ma non perché non mi sentissi in forze oppure per vergogna verso tutti
quelli del dipartimento che mi hanno visto come un traditore. E nemmeno per
coloro che ho pugnalato.
O meglio non
per tutti.
Ho accettato questi giorni
in più perché voglio capire un attimo come comportarmi con Don, cosa devo
dirgli, cosa devo fare….
Lo so, lo so
bene cosa voglio, cosa spero, cosa sogno e cosa desidero ardentemente, ma non
posso andare da lui e fare come farei in una condizione normale, ovvero baciarlo
e dirgli di mettersi con me e basta. Dopo tutto quello che è successo ci sono
altre parole da dire, altre cose da fare.
Vorrei essere diretto come sempre, andare subito al
sodo e smetterla con tutte queste menate mentali che non sono da me e non ho mai
fatto, ma non ci arrivo.
La ragione
mi dice che devo fare anche qualcos’altro.
Lui se lo aspetta, è il minimo, è normale.
Ed io stesso sento il bisogno di
dirgli altro oltre a quel ‘grazie’.
Lui e la sua stretta mi tornano in mente, quando mi
sono svegliato mi teneva la mano, è stato lui a riportarmi di qua. Poi il suo
sorriso dolce, quel sorriso tenero che non gli ho mai visto in viso. Lui non sa
quanto dà ma in realtà è tantissimo e pensa che non sia mai abbastanza.
Si sente sempre in difetto e strafa.
Un po’ mi somiglia anche se siamo
diversi. Anche io ho preferito proteggerli, proteggerlo, non dicendogli nulla
della mia missione. Ho preferito fare tutto da solo e rischiare di morire in
nome di una giustizia sbagliata. Ho rischiato tanto ma per loro. Inizialmente
era solo per il Paese, poi li ho conosciuti. Sono diventati la mia famiglia,
David è come un fratello, Charlie un cugino e Megan come una specie di mamma o
di zia. Però lui, Don, è diventato sempre più importante tanto che non sono
riuscito a coinvolgerlo per paura che gli facessero del male.
Ora però mi trovo a doverlo affrontare.
Lui e le sue ferite inflitte da me.
Non posso tornare semplicemente a lavoro e
dire ‘ehilà, come butta? È da un po’ che non ci si vede, ci sono novità?’. Si,
che prima è sembrato li tradissi poi sono risultato l’eroe solitario!
Gli devo qualcosa, dopo tutto questo.
Ma non a tutti, a lui.
Non è solo il mio capo, è Don… la persona che amo e
l’ho capito giorno dopo giorno, quando il momento di essere scoperto si
avvicinava.
In prigione è stato
lampante e quando stavo per morire… bè, è stata l’unica mia salvezza.
Un grazie non sarà mai sufficiente ma da
qualche parte devo cominciare, per scusarmi.
Scusarmi anche se le mie azioni erano giustificate.
Allora smetto di rigirarmi nel letto
come un idiota e mi tiro su a sedere, faccio volare le lenzuola e mi alzo
infilandomi al volo un paio di jeans e una felpa leggera senza maniche col
cappuccio. La tengo slacciata fregandomene della canottiera bianca attillata che
si vede sotto. Potevo andare solo con quella ma la mia decenza ha dei limiti.
Non sono più un fuggiasco e poi ormai attirerei di più l’attenzione a quel modo…
Anche se così non cambia molto… lo
specchio rimanda di sfuggita la mia immagine coi capelli sgualciti, un ombra di
barba trascurata, le braccia muscolose in piena mostra insieme al petto non
molto coperto da questo abbigliamento distratto.
Non mi fermo comunque e prendendo al volo le chiavi
della macchina mi fiondo in strada da lui.
È notte, dormirà di sicuro, ma devo parlargli ora, non
ce la faccio più.
Non ho ben chiaro
cosa dirgli e da cosa inizierò, nemmeno come lo dirò, però devo farlo o non
dormo più.
Lo amo e bisogna chiarire
due o tre cose.”
“Suonano alla
porta con insistenza e prima di decidermi a svegliarmi ed alzarmi, ci passano un
paio di minuti di casino. È qualche pazzo che non vuole proprio mollare!
Ma che palle, chi diavolo è?
All’ennesimo ‘DRIIN’ mi alzo di scatto e con
fastidio ho l’istinto di prendere la pistola per andare ad aprire ma la ripongo
giù nel cassetto, non è il caso visto l’umore che ho di recente che è peggiorato
di gran lunga!
Così ringhiando
qualcosa fra me e me vado ad aprire così come sono, in tenuta da notte, ovvero
pantaloni di pigiama leggerissimi e basta.
Sono un po’ una contraddizione perché ho i pantaloni
lunghi e sopra nulla… come minimo dovrei dormire in mutande, ma non sindaco sul
mio abbigliamento, non ci ragiono mai sopra.
Ad ogni modo stralunato e scarmigliato come sono apro
e proprio mentre sto per coprire di insulti colui che mi sta davanti, la voce mi
muore in gola insieme al respiro e a qualche battito.
Eccolo qua Colby!
Penso che lo stavo anche sognando…
Rimango inebetito senza emettere alcun suono, quindi
inghiotto a vuoto e appoggiato allo stipite ed alla porta, coprendo l’ingresso,
lo squadro da capo a piedi dimenticandomi di dire qualcosa.
Ma come è venuto?
Già quella volta da fuggiasco mi ha fatto quasi morire
in canottiera bianca… la stessa (o una uguale) che porta ora sotto quella felpa
senza maniche completamente slacciata. Ma quanto gli dona questo
abbigliamento!
Non l’avevo mai visto
cos’ì informale prima di tutto quel casino… a lavoro veniva sempre con abiti
distinti e ben coperto… chi lo immaginava che avesse un corpo simile? Certo che
si capiva, ma vederlo così… bè, è tutta un'altra cosa!
Non ho mai notato certe cose, ho sempre pensato di
essere etero, però ora mezzo addormentato come sono mi trovo a pensarlo: così
sta proprio bene!
Mi sento proprio un
idiota!
- Scusa per l’ora… - E la sua
voce non mi aiuta di certo. Parla piano per non svegliare i vicini, come se con
tutto il casino di prima non si fossero già svegliati, e il suo timbro
dannatamente sexy di natura, molto caldo, mi fa rabbrividire.
Sembra che mi abbia fatto una proposta
indecente!
L’altra volta, quando
scappava, non ho avuto tempo di pensare certe cose ma ora ce l’ho.
Non si rende conto di cosa mi
combina?
- Ma avevo bisogno di
parlarti, non ce la facevo più. –
Quindi continuiamo a guardarci diretti negli occhi,
ognuno perso in qualcosa… io nel suo corpo e lui sul mio, probabilmente, a
giudicare dai raggi X che mi sta facendo.
Ma porco mondo, siamo adulti e vaccinati con tante
esperienze alle spalle… possibile che ci manchi questa e che ora non sappiamo
cosa fare?
Siamo così impreparati,
come colti in contropiede.
Non
avevamo mai pensato di trovarci così attratti l’uno dall’altro ma ora che in un
modo un po’ brutale ed insolito ce ne siamo resi conto, che dobbiamo fare con
tutti questi ormoni adolescenziali che girano?
Quando qualcuno mi piace sono abituato a non girarci
troppo intorno e vado subito all’attacco, non faccio né il timido né
l’imbranato.
Anzi, tendo a fare
quello per nulla romantico e sentimentale!
- Posso entrare? – Si trova così a chiedermi vedendo
che non mi faccio da parte. È qua che mi rendo conto di aver tenuto la bocca
leggermente aperta da quando me lo sono trovato davanti in queste vesti mai
viste!
Vorrei dire qualcosa ma il mio
corpo agisce prima che me ne renda conto e mi sono fatto da parte. Colby entra
interrompendo il contatto visivo, dunque chiudo la porta e mi passo la mano sul
viso, poi sui capelli spettinati ed infine dietro al collo.
Bè, in fondo è lui che deve parlare, non io… sentiamo
cosa ha da dirmi.
E poi… torno a
fissarlo sfacciato, come mio solito.
Già, non ho mai perso tempo a fare ragionamenti di
alcun tipo, è inutile iniziare ora, no?
Non ne sono proprio capace, quelli li fa Charlie, io
mi limito all’azione ed ancora prima che me ne renda conto e che ci abbia
pensato, sono già ad agire.
Non devo
preoccuparmi poi molto.
Gli indico di
sedersi sul divano.
- Vuoi bere
qualcosa? È un po’ tardi ma un caffè… - Lui rifiuta con un cenno della testa e
si siede sul divano, così io rimango in piedi appoggiato al davanzale della
finestra, a pochi metri da lui.
Ci
guardiamo di nuovo negli occhi e nessuno dei due ha paura di farlo nonostante
tutto.
E questo tutto comprende un
sacco di cose, davvero.
- Don… -
Inizia con quel suo tono sfumato e vellutato che mi fa rabbrividire. Così mezzo
nudo lo noterà? Non me ne importa molto.
Stringo lo sguardo facendo un attenzione maniacale
alle sue parole. Siamo arrivati al punto, finalmente.
Dopo quella volta non ci siamo più parlati, non
seriamente.
Si appoggia sulle
ginocchia e congiunge le mani cercando in sé delle parole che faticano ad
uscire, quindi dopo una breve valutazione su cosa e come debba parlarmi, decide
di andare ad istinto, come ha sempre fatto. Dritto alla meta, senza girarci
troppo intorno. Con le solite maniere spicce e brusche.
- Mi dispiace davvero per averti taciuto tutto. Voglio
chiederti perdono per averti tagliato fuori da una cosa così importante. Tu eri
il mio capo, sei sempre stato l’unico di cui mi sia fidato davvero fino in
fondo, ti ho affidato la mia vita un sacco di volte e ho solo saputo pugnalarti
a quel modo. So che sei stato molto male per causa mia, che ti ho deluso ed ho
sbagliato anche se ero giustificato. Ma l’ho fatto per proteggere tutti e te per
primo. Era una cosa troppo pericolosa, un minimo errore e non solo io sarei
finito male, ma anche tutti quelli che sapevano ogni cosa. Vorrei aver potuto
coinvolgerti ma non volevo assolutamente che ti succedesse qualcosa. Alla fine
ho dovuto farlo lo stesso, non sapevo proprio come fare, però… ecco, io non so
semplicemente come dirti che mi dispiace. Puoi perdonarmi per tutto? –
Anche se in realtà non mi ha tradito
davvero ed ha salvato tutti quanti, lui si sente male e pensa che io gli debba
perdonare qualcosa.
Ma come… come
può?
Che ragionamenti ha fatto per
arrivare a questa conclusione?
Ha un
carattere molto severo con tutti e sé stesso per primo, lo so bene, è esigente
al massimo, ma questo… questo non dovrebbe nemmeno passargli per l’anticamera
del cervello…
Incrocio le braccia al
petto, poi con nervoso e confusione crescente le sciolgo, quindi esprimo questa
contrarietà anche con un’espressione interrogativa.
Ho capito bene?
- Ma cosa dici… tu… tu non hai nulla da farti
perdonare. – Dico bruscamente. Siamo noi che ti dobbiamo molto.
Lui mi guarda smarrito non capendo cosa io stia
dicendo, così ferma ogni movimento e per un istante dimentichiamo ogni
attrazione fisica per concentrarci unicamente su noi due e su ciò che stiamo
dicendo.
Ma soprattutto su ciò che
proviamo.
Ora dovrò fare una cosa che
non ho mai fatto in vita mia con nessuno, forse nemmeno con la mia famiglia, non
così a fondo.
Mi sto per scoprire,
per mettere a nudo, però sono stufo davvero. Non sono capace di perdere tempo in
chiacchiere che girano troppo attorno ad un unico nodo.
Ed il nodo è questo.
- Colby, quando eri in prigione sei diventato la mia
ossessione: qualcosa non mi convinceva. Non l’ho capito finché non ti ho
risentito per telefono e poi ti ho rivisto alla stazione. Sono innamorato di te.
Ecco cos’era quel campanello di allarme che non mi ha permesso di credere a
fondo al tuo tradimento. Io sentivo che non potevi avermi davvero tradito. – Sto
un attimo zitto. Ho detto qualcosa che normalmente non dico a nessuna donna,
figurarsi ad un uomo. Ammetto che il cuore mi sta battendo un po’ troppo in
fretta e che il sangue mi pompa un po’ troppo veloce atrofizzandomi ogni
muscolo. Non capisco molto bene ciò che sento fisicamente, so solo che vado a
fuoco e che vorrei facesse qualcosa. Però la cosa principale è che mi sento un
perfetto idiota.
Però non potevamo
continuare a girarci intorno.
Alla
fine ha rischiato la vita per tutti. Vuol dire che anche lui provava qualcosa
per noi.
Sta in silenzio e schiude la
bocca completamente stupito della mia confessione insolita. Ho ammesso un
sentimento non da poco e con un apparente semplicità pazzesca. Ma questo è il
mio modo, mi sembra stupido fare il prezioso se so bene quello che penso.
Anche se parlare dei miei sentimenti è
difficile e nuovo, per me.
Allora
dopo aver trattenuto il fiato per un po’ decido di parlare io per primo, di
nuovo:
- Tu sei libero di schifarti
di me, ora, ma la verità è questa. E poi sono io ad avere la colpa di qualcosa,
qua dentro. Nonostante il mio sentimento per te non sono stato capace di capirti
e ti ho dato in pasto a dei pescicani. Ne ho di colpe, eccome. Sono io quello da
biasimare. Non ti ho saputo proteggere. Ero il tuo capo, oltre che quello
innamorato di te. – anche se l’ho capito solo dopo.
Certo l’amore non è un sentimento che nasce così di
botto. Questo è poco ma sicuro. Ci si accorge improvvisamente ma c’è da molto
prima!
Solo che ora vorrei che
facesse qualcosa, che mi venisse incontro, mi dicesse… che ne so, qualcosa. Mi
sento davvero uno stupido con tutte queste emozioni!
Alla fine è lui a muoversi proprio come ho
sperato.
Noto una luce particolare
nei sui occhi dal taglio insolito, i suoi lineamenti da shockati mutano in un
lampo in… cos’è questa cosa? Serenità?
Si alza dal divano e mi viene lentamente davanti, così
io mi trovo a non respirare per l’ennesima volta e a sentirmi sempre più
imbecille. Scioglie le mie braccia nuovamente incrociate sul petto, il contatto
con le sue mani sulla mia pelle accaldata mi fa rabbrividire ancora e mi
piace.
Oh se mi piace.
Questa è la conferma che è tutto vero ciò
che provo per lui.
Abbiamo pochissimi
centimetri che separano i nostri corpi che ora, semplicemente, si
sfiorano.
Non smettiamo di guardarci
diretti e tutti i sensi accelerano facendomi impazzire.
- Allora non abbiamo nulla da perdonarci, perché in
amore non esiste un parola simile. Provo esattamente la stessa cosa per te, da
tempo ormai. –
Qua sconnetto
completamente il cervello, un cervello abituato a sconnettersi, in realtà, per
lasciar spazio all’istinto.
Non
lascia più nulla fra noi. Proprio come è anche nel suo stile, e non solo nel
mio, va dritto al sodo posando le labbra sulle mie con una certa sicurezza senza
perdere altro tempo.
Prima che me ne
renda conto chiudo gli occhi e apro la bocca assecondando questo bacio inatteso
ma sperato.
Proprio come immaginavo
siamo sulla stessa lunghezza d’onda, il mio corpo non attendeva altro, non sono
affatto impreparato.
Così senza
muovere un muscolo gli vado subito incontro con la lingua, trovatolo iniziamo la
lotta per la supremazia, una lotta sensuale che non ha molta voglia di trovare
presto una conclusione. Muoviamo le teste per trovare una posizione migliore ed
i nostri corpi si avvicinano senza consultarci, in un attimo siamo attaccati
l’uno contro l’altro e ci avvolgiamo con le braccia, le mani che vagano sui
corpi e poi risalgono sui visi, ce li teniamo stretti per paura che possiamo
scappare, quindi i nostri bacini pericolosamente a contatto ci fondono quei
pochi neuroni che rimanevano attivi.
Forse non ho mai avuto certi istinti verso gli uomini
e forse non sono nemmeno davvero omosessuale, ma tutto ciò che è certo è che lui
ha quel qualcosa che altre donne non avevano e non erano riuscite ad accendermi,
visto che non desidero altro che finire a letto con lui e la cosa non mi
spaventa minimamente.
Credo che
questo possa definirsi ‘persona giusta’. Quando la trovi e la prendi in tempo
tutto di te si annulla e agisci come mai pensavi di poter fare, scoprendo nuovi
lati di te che eri sicuro di non possedere.
Però è assolutamente meraviglioso.
Nuovo, insolito e giusto.
Già so che non me ne pentirò affatto.
E mentre lo bacio abbandonandomi a lui e a tutti i
sentimenti, le emozioni e le sensazioni che mi fa provare, mi accorgo che la
leggerezza che sento è anche dovuto al fatto che mi sento perdonato da lui per
non averlo capito e sostenuto prima.
Adesso tutto può finalmente andare a posto ed io avrò
quella parte che mi è sempre mancata. “
“Sentirlo.
La sua lingua sulla mia che mi accarezza svelto e
languido in un vortice che mi toglie il fiato, io che lo assecondo e cerco di
condurre senza capire in realtà chi è a farlo.
Il suo corpo contro il mio, io che lo premo a mia
volta, i bacini a contatto che man mano che sentono le nostre virilità si
eccitano sempre più spingendoci a strofinarci lentamente e sensualmente. Non ci
ragioniamo su, andiamo ad istinto e sensazione. Assecondiamo i nostri desideri e
prima che ce ne rendiamo conto ci troviamo abbracciati a cercare maggiore
contatto coi nostri corpi.
Quando mi
ha aperto in quelle condizioni ho avuto un irrefrenabile istinto di mandare
tutti i miei discorsi al diavolo e di baciarlo subito, ma un minimo di scuse
gliele dovevo.
Ora che ci siamo
perdonati a vicenda e che non dovremo più farlo, mi sento libero, leggero,
rinato.
Prima non pensavo di
meritarmi questo paradiso, ma ora mi trovo semplicemente a ringraziare per
avermelo offerto.
Le mie mani
scendono sensuali dal suo viso e percorrono il collo, le spalle, le braccia e
poi si infilano sui fianchi, quindi eccomi sulla schiena. Ha molte cicatrici
sulla pelle non completamente liscia ma morbida e profumata. Un po’ come il mio
corpo.
Ci somigliamo molto anche se
siamo sicuramente diversi.
Però sento
una compatibilità fuori dal comune.
Troppo uguale non va bene ma nemmeno troppo
diverso.
Serve una via di
mezzo.
Quello crea la
perfezione.
Mi piace toccarlo,
accarezzarlo con maggiore intensità e sfacciataggine, non so essere delicato o
andare per gradi, vorrei avere già tutto e subito ed anche se mi rendo conto che
forse è presto, non riesco proprio a controllarmi.
Voglio di più e ben presto stiamo andando
oltre.
Già, STIAMO dato che anche le
sue mani sono scese e mi hanno fatto cadere via la felpa ed ora si stanno
occupando della mia canottiera. Non si impegna molto per togliermela, penso che
gli piaccia parecchio. Ci gioca un po’ finendo sulle mie spalle e sulle mie
braccia, poi risale sul petto e si infila sotto la stoffa, dalla vita. Mi
accarezza deciso e languido gli addominali poi arriva sui capezzoli e me li
tormenta. Sembra che esplori un qualcosa che ha solo osservato od immaginato e
che finalmente può toccare con mano.
Non so quanto sia esperto in questo settore,
sicuramente siamo sullo stesso livello e mi va bene così. Sarà un gioco diverso
e meraviglioso.
Un condurre e uno
scoprire.
Quindi durante il bacio ci
troviamo a staccarci brevemente, senza separarci poi molto, per dirigerci
febbrilmente verso la sua camera adiacente al soggiorno.
Finiamo sul letto e prima di adagiarci sopra e tornare
a baciarci, appoggiamo le fronti l’una sull’altra, guardiamo in basso e le
nostre mani lavorano allo stesso modo sui pantaloni altrui che in breve
finiscono a terra, ai nostri piedi, insieme alla biancheria intima.
È così che ci mettiamo sul materasso in
ginocchio riprendendo a baciarci con maggiore foga e trasporto. Le mani
continuano febbrili e istintive a viaggiare piene sui nostri corpi tesi ed
eccitati, quindi finalmente finiamo sulle nostre parti intime che iniziano
presto a reagire ai nostri tocchi decisi e quasi assetati. Non siamo molto
delicati e sembra una lotta per la supremazia, ma la cosa è terribilmente
eccitante, così mentre il piacere comincia a moltiplicarsi, mettendogli la mano
dietro alla nuca, scendo con la bocca sul suo orecchio, glielo lecco un po’ e
poi scendo subito sotto, sul collo, cercando il punto in cui la giugulare batte.
Comincio a succhiare quel punto invitante, lui scosta la testa di lato per darmi
un migliore accesso e non avrebbe dovuto farlo.
Sicuramente presto mi sposterà ma per il momento avrò
io la meglio, quindi senza pensarci su meglio lo spingo steso di schiena ed io
comincio a percorrere il suo corpo invitante con la bocca e la lingua, lascio
scie umide ovunque passo e infine sostituisco la mano con le labbra che assetate
iniziano il lavoro sul suo inguine.
Con la lingua e la bocca che si occupa di questa parte
del suo corpo che mi offre senza vergogna, con la mano vado all’altra che sta
subito sotto però è dopo un paio di gesti che lui si oppone a quest’idea di
passività e da bravo capo che è si alza interrompendo tutto, girando me sulla
schiena sotto di lui. Sapevo che sarebbe finita così, ci ho provato ma in fondo
Don rimane Don.
Con un sorrisino
malizioso accetto le sue labbra sul mio corpo e senza più alcun pensiero per la
testa, mi trovo a gemere di piacere sotto la sua lingua e le sue mani che mi
danno piacere come nessuno.
Passa
lungo tempo sulle mie parti basse, specie per prepararmi alla penetrazione.
Non so se COSI’ l’ha già fatto o
meno, ma mi sembra proprio che abbia una certa esperienza.
Sa che basta bagnarmi, eccitarmi e prepararmi bene per
un piacere maggiore dopo. Tutto sta in questa fase… ed io non posso far altro
che lasciarmi completamente andare a lui e a tutto quello che mi strofina
contro. Torniamo a baciarci, a succhiarci le labbra e le lingue, a godere e a
carezzarci in profondità, così poi quando mi alza le gambe sulle sue spalle
forti, rimanendo con la schiena su per un miglior accesso, io afferro con le
mani il lenzuolo sotto di me mentre scivola dentro con lentezza e
delicatezza.
Ci ha messo forza e
decisione, passione e trasporto fino ad ora, istinto, foga, voglia, desiderio,
eccitazione.
Eppure ora si sospende e
cambia completamente lasciandomi il tempo che mi serve per non spingerlo fuori a
calci.
Certo, è una sensazione
inizialmente lacerante ma poi… ma poi lui cerca le mie mani chinandosi di più su
di me, spinge le gambe fra noi due e l’accesso gli diventa più comodo, così
quando mi succhia il mento e poi il labbro inferiore, io finisco per sospirare e
mugulare di piacere senza rendermene conto.
Ho solo mille brividi che mi attraversano. Impossibile
dire la loro natura, un po’ belli, un po’ brutti ma tutti sicuramente unici per
l’atto che si sta consumando fra noi.
Dopo quello che ci è successo, quando ho creduto di
non rivederlo più, di marcire in prigione e poi di morire comunque con lui che
mi credeva un traditore. Tutto l’inferno che ho passato, queste nostre
sofferenze reciproche. Ora, ritrovarci qua, l’uno nell’altro, avvinghiati e
immersi in questi sentimenti sconvolgenti, improvvisi ma grandi e potenti, è
tutto devastante.
Devastante e
magnifico.
Potrei accorgermi di
essere ancora in coma e di vivere un illusione ma anche se fosse farei di tutto
per risvegliarmi e attuare questo bellissimo sogno.
Ma quando lui continua a muoversi in me entrando ed
uscendo, prendendo un ritmo crescente con le sue spinte sicure e delicate
insieme e il dolore aumenta insieme a questo vago caos piacevole, le lacrime mi
escono dagli occhi che stringo forte.
È tutto vero.
È lui ed è in me che mi sta amando completamente. Io e
lui e basta.
Ed il nostro perdono
sancito con questo gesto profondo e vero.
Non si può mai dire dove si può finire, cosa si può
arrivare a fare e a provare. Non finchè non ci si trova in mezzo.
L’unica cosa certa è che non puoi sapere
nulla prima che non ti trovi dentro in prima persona a qualcosa.
E quando ci sei, solo allora, solo quando ti
lasci andare e vivi a pieno quel che ti arriva, quando ci godi, quando lo
desideri, quando lo chiami, quando gemi, quando non te ne frega di nulla se non
di ciò che fai e dell’altro… quando sei lì allora avrai raggiunto il paradiso
capendo che solo passando dall’inferno, puoi arrivarci ed avere un orgasmo
simile.
Sia a letto che nella vita di
tutti i giorni.
E questo mio rapporto
con Don, ora, è diventato questo.
Un
orgasmo continuo.
So che sarà così,
non mi serve venire ora insieme a lui per capirlo.
Non pensavo davvero di poter pretendere tanto… sono
davvero felice.
Felice come non lo
sono mai stato.
E la perfezione ci
avvolge insieme al suo abbraccio e al culmine che raggiungiamo.
Va bene così.
Solo questo.
Non voglio altro.
Lui.
Noi.”
FINE