CAPITOLO I:
SFIDA INTERESSANTE

/Forever – Papa Roach/
Un'unica cosa.
Indissolubile.
Inseparabile.
La cosa più forte che c'è.
Il legame, il sentimento, la loro stessa essenza.
Non erano più due individui, ma uno solo.
Le labbra di Rufy si accostarono all'orecchio di un Zoro ancora addormentato, steso nel letto coperto solo con un lenzuolo leggero. La luce dall'esterno filtrava appena poiché la loro camera era sotto coperta, si vedevano quindi in penombra.
Era già mattina ed il capitano ne aveva le scatole piene di dormire!
Ma non decise di svegliare il proprio compagno solo per noia, bensì anche perché aveva voglia di un po' di coccole. Al mattino appena aperti gli occhi, ancora prima di riattivarsi, prendeva le sue energie da Zoro quindi puntualmente lo svegliava così.
Era un rito che adoravano e che faceva partire meglio la giornata.
Schiuse le labbra e percorse le linee dell'orecchio del ragazzo con la punta della lingua soffermandosi poi sul lobo, lambendolo del tutto e succhiando. Dopo questo trattamento cominciò a scendere sul collo per assaggiare il resto del suo corpo che sapeva ancora di letto.
Aveva un sonno pesante, sapeva che nemmeno stargli completamente sopra a gattoni l'avrebbe ridestato. Poteva fargli tutto quel che voleva.
Godendosi a pieno il sapore del suo ragazzo, apprezzò una volta di più che dormisse nudo. Del resto si addormentavano ogni sera dopo aver fatto l'amore e la mattina appena svegli, spesso da cosa nasceva cosa.
Arrivato ai capezzoli che avvolse con le labbra, si mise a succhiarli lasciando che il lenzuolo lo ricoprisse del tutto nascondendolo. Non ci fece caso e rimase lì tutto coperto, sopra il suo compagno a bearsi dei piaceri che il suo corpo gli dava.
Dopo nessuna risposta da parte sua decise di tentare qualcosa di più spinto, impossibile da ignorare!
Così avrebbe aperto gli occhi e avrebbe continuato a fargli lui le coccole!
Gli piaceva quando l'abbracciava carezzandogli la schiena con ancora gli occhi mezzi chiusi, con la mente addormentata che cercava a fatica di capire dove fosse. Era come un peluches in quei momenti, un orsacchiotto coccoloso tutto per sé.
Arrivò dunque al suo inguine rilassato e aiutandosi con le mani si occupò di rivitalizzare quella parte che ancora non reagiva.
Tanto la mattina aveva sempre lo stesso l'erezione, era normale aiutarla a sfogarsi!
Con un pizzico di biricchinaggine nello sguardo da eterno monello che spesso lo rendeva infantile, Rufy cominciò a leccare il membro del compagno che non tardò ad eccitarsi ancor prima di ottenere certi comandi dal cervello ancora nel mondo dei sogni.
Per poco.
Aveva ancora il sapore del sesso che avevano fatto la notte precedente.
Era bello, gli piaceva quell'odore... l'aveva anche lui. Erano uguali finché poi non si lavavano e tutto riprendeva a scorrere normale.
Fu dopo che si era occupato abbondantemente della sua parte intima che, sul punto di farlo arrivare all'apice del piacere, si sentì avvinghiare da due mani forti che immersero le dita fra i capelli neri spettinati fin quasi ad abbracciarlo.
Zoro si era svegliato ed aveva apprezzato il trattamento!
Con un sorriso gioioso e sornione al tempo stesso, accolse il suo orgasmo pensando già alla doccia che li aspettava di lì a poco.
Lasciò che le scosse terminassero e che i muscoli tesi con cui lo teneva contro di sé, si rilassassero e quindi che si ridistendesse sfinito ancor prima di alzarsi.
Le labbra erano ancora incurvate in quel modo felino ed infantile al tempo stesso, quando riemerse dal lenzuolo coprendo Zoro col suo corpo. Appoggiò la testa lateralmente sul palmo ed il gomito a sua volta piegato sul cuscino, accanto al volto stralunato del compagno tutto arruffato.
Quando aveva quell'aria da sonno era terribilmente sexy.
Cioè più del solito.
Se Rufy ricordava un gatto monello, Zoro era una pantera insonnolita dagli artigli momentaneamente ritirati.
Una coppia davvero unica nell'insieme.
- Buongiorno! - Disse quindi Rufy contento come se avesse appena vinto una battaglia importante. Zoro non riuscì a contemplare a fondo il suo viso dai lineamenti selvatici e delicati al contempo, non capiva ancora bene cosa era successo anche se sforzandosi poteva arrivarci. Rufy, al contrario, si divorò con sguardo vivo il suo viso dai tratti induriti e decisi.
Aveva ancora le pieghe del cuscino sulla guancia, era delizioso!
- Mmm. - Mugugnò l'altro cercando di impedire ai propri occhi di richiudersi.
Svegliarsi con un orgasmo provocato dalle labbra ormai esperte del proprio fidanzato era decisamente piacevole!
Sfregando i piedi contro i polpacci fermi dello spadaccino sotto di sé, prese la sua mano e se la mise sulla nuca con un chiaro messaggio. Lo faceva spesso: lo spingeva a coccolarlo.
Zoro come un automa, capendo ancora poco di chi fosse, dove e cosa facesse, l'assecondò senza accorgersene, cominciando ad accarezzargli distrattamente dolce i capelli, scendendo poi sulla schiena ampia attraversata da diverse cicatrici come anche la sua.
- Hai dormito bene? - Era una domanda superflua, lui dormiva sempre bene, specie addormentandosi abbracciato al suo fidanzato, ma a Rufy piaceva fargliela sempre.
- Mm-m! - Rispose ancora con una specie di 'sì' mugugnato. Il moro sorrise questa volta divertito dallo stato catatonico di Zoro, quindi alzò il dito e lo posò sui suoi occhi che si chiudevano pesantemente per poi riaprirsi in fretta.
- Hai ancora sonno? - Domanda retorica. Il dito percorse leggero i lineamenti decisi e affascinanti del suo viso, gli zigomi alti, il naso dritto, la bocca chiusa solitamente piegata in qualche broncio seccato, il mento pronunciato... risalì la mascella ed arrivò ai tre orecchini al lobo. Gli piaceva toccargli e giocherellare con essi.
- Io ho fame; che dici, ci laviamo e poi andiamo a fare colazione? - La sua mano distratta ancora gli trasmetteva mille brividi ma l'idea della doccia l'allettava di più e poi il suo stomaco reclamava cibo!
- Mmm... - Ovviamente le parole erano ancora lontane anni luce dalla sua bocca!
Fu lì che la risata cristallina e rumorosa di Rufy si liberò come di rito portando nella stanza una luce diversa da quella del sole. A quello Zoro riuscì ad aprire meglio gli occhi verde mare che richiamava il colore dei suoi corti capelli spettinati, quindi mosse pigramente anche l'altro braccio e circondandolo debolmente, lo strinse a sé per dargli il suo buongiorno personale.
Le labbra si unirono e le lingue si fusero per il primo bacio della giornata.


- Stiamo arrivando all'isola Tsujimura! Prepariamoci ad attraccare! - Disse Nami scendendo dalla postazione di vedetta.
Nel giro di breve tutta la ciurma si mosse sapendo già cosa doveva fare ad eccezione di Zoro che si fermò drizzando le orecchie attento.
- Tsujimura? Della famiglia Tsujimura? - Chiese alla ragazza dai capelli arancione che osservava ancora l'orizzonte dove si vedeva già distintamente l'isola di loro destinazione.
- Si, la nobile famiglia che è instaurata lì da secoli dà il nome anche al posto. - Ma a rispondergli fu Robin giunta dopo aver preso il suo zaino. L'archeologa ne sapeva come sempre di più su molte cose.
Zoro ricambiò dunque il suo sguardo dove gli occhi azzurri spiccavano come al solito. Non erano più freddi e distanti come prima delle vicende a Einas Lobby. Ora era diversa. Presente. Viva.
Era piacevole stare con lei, davvero.
- I possessori di Kurenai e della famosa tecnica Tsujimura? - Chiese allora incredulo per essere sicuro di star parlando della stessa famiglia. Incuriositi si raccolsero lì intorno anche Rufy, che si era buttato dall'albero maestro su cui aveva allacciato la vela principale chiusa, Chopper e Brook. Gli altri tesero comunque gli orecchi per ascoltare il discorso che sembrava farsi interessante.
- Proprio loro. Li conosci? - Chiese allora Robin con la sua solita gentilezza immaginando la risposta.
- E' difficile che qualche spadaccino non li conosca! Non pensavo di avere la fortuna di approdarci! - Disse allora pensieroso rispolverando dalla mente tutto quel che sapeva su quella gente.
- Chi sono? - Chiese allora fremente come una scimmia il capitano che sperava già di annusare aria di avventura!
Se avesse saputo come sarebbero andate le cose, certamente l'avventura in quel posto non l'avrebbe nemmeno sperata!
- Sono dei nobili che possiedono una katana unica e famosissima, Kurenai, ed una tecnica di spada altrettanto unica. Tutti gli spadaccini desiderano vedere Kurenai e imparare quella tecnica. Non si sa perché ma pare che solo gli Tsujimura possano farla e non so nemmeno in cosa consista questa tecnica. - La spiegazione fu più esauriente che poté, non ne sapeva più di così nemmeno lui.
- Allora dobbiamo assolutamente andare a trovarli, questi tizi! Che ne dici? - Fece allora Rufy contento per il suo compagno, sapendo che per lui era un ottima occasione per fare qualcosa che gli piaceva!
- In realtà non so nulla di più su di loro. Né perché Kurenai sia così fantastica ed unica. Non so nemmeno se gli Tsujimura siano ancora vivi ed insegnino! -
- Bè, intanto possiamo chiedere in paese, no? - Fece allora Brook interessato anche lui al discorso. Anche lui, in fondo, era uno spadaccino anche se un po' diverso da quelli comuni.
A quel punto, chi deciso a sapere di più sugli Tsujimura e chi semplicemente a fare due passi sulla terraferma, buttarono l'ancora nel porto non molto pieno.
Eppure delle strane sensazioni cominciavano a farsi strada in loro. Specie in Rufy ed in Zoro. Come se qualcosa non dovesse andare.
Loro malgrado misero tutto da parte per dedicarsi a qualcosa che si prospettava davvero interessante!

Il paese del porto era abitato da una media discreta di persone ma non c'era molta confusione. I soliti lavoratori, pochi turisti e molte persone tranquille. Nessuno ce l’aveva coi pirati, sembrava un isola come le altre. La guardarono dunque con più attenzione: notarono che tutti i vari paesi erano solamente lungo la costa, ai piedi della collina che centrale partiva da essi e si alzava al centro mostrando in cima un fastoso ed ampio castello dai muri bianchi coperti di edera. Si capiva essere vecchio ma ristrutturato abbastanza di recente, negli anni, per renderlo funzionale ai nuovi tempi ed ai nuovi bisogno di chi ci abitava.
Sulla collina piena di alberi, sentieri e verde non v'era nemmeno una casa.
Era un isola strutturata in modo un po' strano.
Sulla nave a sorvegliarla insieme ai numerosi tesori accumulati, erano rimasti Franky ed Usop per sistemarla un po'. A terra Sanji andò a cercare negozi di alimentari per fare rifornimenti sul cibo, mentre Chopper andò a rifornirsi per le medicine e le cure. Zoro, Rufy, Robin, Nami e Brook, invece, si diressero in qualche osteria portuale decisi a trovare qualche informazione in più sui Tsujimura.
Chi per curiosità, chi per reale interesse.
Quando dopo aver chiesto da bere cominciarono a fare qualche domanda sulla famosa nobile famiglia, furono tutti lieti di rispondere, come se essi fossero l'orgoglio dell'isola.
Trovarono un'ottima accoglienza e cordialità e quasi a far festa per aver trovato uno spadaccino che avrebbe sicuramente tentato di impadronirsi della tecnica di famiglia, si radunarono lì attorno dando tutte le informazioni possibili.
- Certo che ci sono ancora! Sono su quel castello, in cima alla collina. È tutta loro proprietà. Attaccata al castello c'è la palestra dove la signorina Silver insegna. -
- Silver? -
- Si, l'attuale capofamiglia ed unico membro degli Tsujimura, per lo meno che si sappia. –
A questo punto si inserì un altro uomo che parlando della ragazza gli si illuminarono gli occhi diventando quasi famelico.
- L'incantevole Silver Tsujimura è soprannominata la Tigre d'Argento! È talmente forte che nonostante la sua giovane età è imbattuta. Molti spadaccini hanno tentato di batterla per prenderle Kurenai, ma nessuno ci è mai riuscito! –
A dargli man forte un altro uomo con più astio nella voce:
- Però se pensi di diventare suo allievo per imparare la sua tecnica sei un ingenuo! Accetta difficilmente allievi e lo fa dopo averli sottoposto ad un esame dettagliato, combattendo con loro. Nessuno la può battere ma se si riesce a far breccia nel suo interesse allora puoi diventare suo allievo! E credimi, non è facile! -
- Cosa? - Chiese allora Zoro sempre più incuriosito da questo discorso.
- Destare il suo interesse, diventare suo allievo! - Rispose dunque sempre più seccato ed astioso lo sconosciuto. Lì intervenne quello che invece sembrava ammirarla profondamente:
- Si, ma non solo! I suoi allievi spesso mollano subito perché non riesco a starle dietro! A lei, alla sua forza, ai suoi ritmi, alla sua severità... e poi... - A quel punto la voce calò d'intensità e lo sguardo si spense impercettibilmente diventando strano. Se avessero dovuto definirlo non ne sarebbero stati in grado ma quando egli concluse la frase, Zoro e gli altri vennero istintivamente attraversati da delle scosse insolite. - ...dicono che mette i brividi. -
Ci fu un attimo di silenzio, poi Zoro chiese sempre più serio.
- Perché? - Potevano esserci molti motivi per cui una persona metteva i brividi. Anche lui li metteva quando si apprestava a combattere contro qualcuno seriamente.
- Probabilmente è per la maledizione che verte sulla sua famiglia. Deriva dalla sua katana, Kurenai. Si dice che porti alla follia chiunque la possieda e la utilizzi a lungo. Tutti i membri della famiglia, nel corso dei secoli, sono impazziti e morti privi di spirito. - Questo fu come ascoltare una fiaba derivata da un incubo. Si chiesero quanto di tutto quello fosse vero e come mai la sensazione che avevano mentre ascoltavano faceva accapponare loro la pelle.
- Kurenai assorbe lo spirito di chi l'utilizza e quando finisce, questo impazzisce. Non ci si può liberare di Kurenai e comunque è davvero incredibile, come spada. Questo secondo le voci di chi l'ha vista. -
- Non si sa bene in cosa consista la tecnica definitiva ma si sa solo che è prestigiosa e letale. Le poche persone che hanno avuto il privilegio di riceverla in combattimento, ovviamente tramite Kurenai e le mani dell'esperta maestra di spada Silver, la Tigre d'Argento, ha perso lui stesso la ragione. Quelle che lascia non sono tanto ferite fisiche quanto spirituali. -
Quando quel discorso terminò non ci fu più il coraggio di fare nessun'altra domanda. Tutti in silenzio religioso ripensavano a quanto appreso e ascoltavano quelle sgradevoli sensazioni che riguardavano quella strana storia.
Che fosse vero o meno una cosa lo era certamente e per Zoro era insindacabile.
Quella maestra di spada aspettava un degno avversario.
- Intendi tentare di entrare fra i suoi allievi? - Chiese dunque uno degli uomini che avevano risposto alle loro domande, riprese colore ed entusiasmo come dimenticando le cose lugubri che aveva poi detto.
Fu lì, però, che i brividi lo percorsero nuovamente. Guardando Zoro negli occhi e vedendo la sua serietà sconcertante e profonda. Come se le lame fossero anche nello sguardo penetrante. Infine lo disse:
- No, intendo batterla. - Il silenzio tornò a calare intorno a lui, tutti avevano ascoltato ed esterrefatti credettero di aver semplicemente capito male. Non poteva che essere così.
Quindi gli chiesero:
- Cioè vuoi dire che vuoi batterti con lei... -
- No. - Fece allora Zoro di nuovo deciso come prima, dando a tutti la schiena per uscire dal locale stringendo le sue tre spade. - Intendo proprio batterla! -
Eppure per la prima volta Rufy sentì nettamente una sensazione contrastante, come di disaccordo con le intenzioni del suo compagno. Per la prima volta.
Nonostante questo non avrebbe detto nulla, semplicemente l'avrebbe sostenuto ed accompagnato. Come sempre.