CAPITOLO III:
VITTIME E CARNEFICI

/Hedonism – Skunk Anansie/
Quando si riunirono tutti sulla Thousand Sunny, tutto ciò che poterono naturalmente fare per Rufy fu curare le sue ferite fisiche.
Nonostante il taglio di Zoro, non era stata un taglio profondo, per cui dopo che Chopper lo ebbe ricucito e fasciato, non fu in grado di fare altro per lui.
Solo dopo che furono tutti riuniti nell’infermeria dove si trovava steso il loro capitano con ancora un espressione shockata di chi non si capacitava di cosa fosse appena successo, le due ragazze poterono iniziare le spiegazioni.
C’era chi si era accomodato su un altro lettino disponibile, chi su qualche sedia, chi a terra, chi era rimasto nervosamente in piedi e chi appoggiato pazientemente alla parete.
Robin con un enorme quaderno preso dal castello Tsujimura, lo sfogliava velocemente facendo scorrere gli occhi azzurri con molta attenzione per non farsi sfuggire nemmeno un particolare.
Tutti avevano un espressione grave e tesa in viso, l’emergenza di sapere cosa fosse successo incombeva, si sapeva solo che era improvvisamente successo qualcosa a Zoro, che aveva colpito Rufy e che Nami aveva ordinato di ritirarsi lasciandolo là.
Quando il moro aveva smesso di urlare si era chiuso in un mutismo che aveva di gran lunga preoccupato tutti.
Di norma faceva sempre capire apertamente ciò che provava e pensava ma lì, dopo aver gridato come un pazzo, non gli era più uscito nulla. Solo il chiaro sconvolgimento di chi non poteva, oh no davvero, credere a ciò che aveva appena visto e provato.
No, non potevano bastargli i punti che ora gli chiudevano il petto costringendolo steso a guardare il soffitto.
Non era sufficiente.
Così Nami finalmente, con un profondo sospiro preoccupato, iniziò non sapendo davvero come…
- Quello è una specie di diario dell’attuale capofamiglia Tsujimura. Silver. La donna che abbiamo visto oggi là. – Fece così indicando con un cenno del capo il quaderno scritto quasi per intero ancora fra le lunghe dita affusolate di Robin. Tutti spostarono l’attenzione su di lei e su quell’oggetto che pareva improvvisamente essenziale. Così la rossa riprese grattandosi la nuca, il tono di chi stava per dire una cosa estremamente delicata di difficile comprensione: - Quello che abbiamo letto lassù al volo è una pagina dove parla del suo potere. Il suo frutto del diavolo è il Far-far e lei crede che le permette di tirare fuori il vero animo dalle persone, come se buttassero giù davvero la maschera diventando ciò che sono nel loro profondo. – Qua poi però si affrettò a specificare bloccandoli sul nascere: - Ma si sbaglia, non è quello che fa il frutto. Robin ne ha sentito parlare… -
- Quel frutto non fa altro che mutare l’animo di chi ne viene colpito trasformandolo nell’esatto opposto di quello in cui è. Se lui è buono diventa cattivo e se ama qualcuno, poi lo odia. – Lo disse semplice, lineare e diretta senza troppi fronzoli, staccando gli occhi dalle righe che continuava a divorare in fretta con un certo allarme, quindi la compagna riprese la parola come volesse scusarsi per l’accaduto nonostante non fosse colpa sua:
- Questa influenza avviene se lei, Silver, mescola in qualche modo i suoi fluidi corporei con quelli di qualcun altro, come ad esempio un bacio o col sangue stesso. – Il peso di quelle sole parole bastò per paralizzare completamente tutti i presenti. E lì, in quella stanza, improvvisamente non solo Rufy si trovò come catatonico ma anche tutti gli altri.
- Questo vuol dire che… - Azzardò Usop incredulo senza avere la forza di proseguire oltre.
- Si… - Disse allora Nami gravemente seria e cupa: - Zoro ora è contro di noi. Da compagno è diventato il nostro nemico. –
I brividi che percorsero tutti loro furono quasi rumorosi, anche se naturalmente non si udirono davvero.
Nessuno osò scambiarsi nemmeno uno sguardo, si limitarono a fissare interdetti e sconvolti il vuoto davanti a loro dimenticandosi per un momento il luogo in cui si trovavano.
- E non è tutto… - Proseguì allora la navigatrice con forza: - Non abbiamo idea di come si possa spezzare il suo potere. Né se si possa. – Quelle ultimissime parole lapidarie ebbero l’effetto di una cannonata a distanza ravvicinata. Rimasero paralizzanti ancora senza fiato a ripetersi con un eco insopportabile le sue parole.
- Ma un modo ci deve essere! – Grugnì allora Franky sul piede di guerra. Non era mai stato sotto al destino infame apparentemente incancellabile. L’aveva sempre combattuto. Sempre. Glielo avevano insegnato molte persone a lui care e non avrebbe certo smesso di farlo lì.
Anche Usop gli diede man forte nonostante il suo perenne pessimismo cosmico. Zoro non si poteva toccare come nessun’altro membro della ciurma. Era assurdo che le cose si fossero messe così e che non si potesse rimediare. Loro non lo sapevano ma qualcosa doveva esserci.
Doveva!
- Io ero lì e la scena è stata pazzesca… - Iniziò allora Brook appena un po’ ripreso dallo shock di quelle notizie. Gli altri girarono gli sguardi sullo scheletro avidi di sapere nei dettagli cosa diavolo fosse accaduto là dentro. Gli occhi di tutti parvero assumere un colorito accettabile: - Lui e quella donna stavano combattendo con le spade ad armi pari. Zoro con tutte le sue tre e lei con la sua katana leggendaria, Kurenai. Sembravano tenersi testa l’un l’altro con maestria. All’apparenza nessuno dei due avrebbe dovuto mai prevalere eppure mentre andavano avanti lui diventava sempre più stanco e debole mentre lei assolutamente no. Ad un certo punto lui ha detto di aver capito in cosa consisteva la sua tecnica speciale. Ha detto che chiunque combatte contro Kurenai a lungo finisce lentamente per trovarsi con lo spirito prosciugato dalla lama e che il colpo di grazia sarebbe consistito in quello. Nel toglierla completamente gettando la vittima nella follia. Probabilmente l’affondo finale sarebbe stato il colpo di grazia e proprio quando i due stavano per darselo, Silver improvvisamente è sembrata tornare in sé, ha mollato la spada e lo ha baciato. Dopo di che lui l’ha abbracciata e quando Rufy si è precipitato da lui, Zoro lo ha ferito a sangue freddo dicendo di andarsene. Ma quegli occhi… - Ricordandolo cominciò a tremare nonostante quella sensazione sulla pelle non poteva sentirla poiché fatto solo di ossa.
- Di Zoro? –
- No… cioè si, anche i suoi dopo la trasformazione. L’odio puro mentre guardava Rufy. Ma io intendevo quelli di lei durante il combattimento. Per tutto il tempo in cui ha tenuto quella maledetta spada lei è sembrata posseduta. Come il male personificato, quasi… l’aura che l’avvolgeva si era via via annerita ed un alone oscuro alla fine la circondava. Lei e quella dannata lama erano terrificanti… -
Ascoltarono attentamente il suo racconto dettagliato rabbrividendo a loro volta, cercarono di immaginare cosa doveva essere stato assistere ma ciò che potevano vedere di Silver e di Kurenai era lontano anni luce da quel che era stato nella realtà.
Poi come se non avesse mai smesso di riflettere, assorta ancora nei suoi pensieri, Nami disse cercando di capire qualcosa che non le tornava:
- Hai detto che quando l’ha mollata si è come svegliata e che per tutto il tempo in cui l’ha impugnata era come posseduta. – Brook annuì non capendo a cosa andasse a parare, quindi lo disse realizzandolo in quel momento davvero: - Forse il problema è quella spada. -
- Ma questo non ci dice come sciogliere Zoro dall’incantesimo del frutto del diavolo… - S’inserì Sanji detestando contraddire Nami. Eppure il pensiero di non poter fare nulla per lui e che capire come funzionasse quella spada micidiale non servisse in realtà a niente, lo innervosiva ulteriormente.
- No ma forse basta colpire Silver nel suo punto debole per riprenderci Zoro. – Rispose per lei Robin risalita dalle pagine che aveva concluso di leggere. Era seria e placida, non più preoccupata come prima. La calma fatta persona.
- Intendi che basta ucciderla? – Andò subito al sodo Franky come al solito per le maniere spicce.
- No. – Disse allora la mora con tranquillità ricambiando il suo sguardo diretta: - Semplicemente questo. Nella sua storia qui narrata c’è tutto quello che ci può servire per batterla ed ottenere ciò che vogliamo. –
Certo una nota di curiosità cominciò a levarsi da tutti ma più di quello c’era fretta. Una fretta terribile di apprendere il più possibile per poter sistemare presto le cose.
Allora semplicemente, aiutandosi con le prima pagine del diario che sfogliava mano a mano che la storia narrata proseguiva, spiegò ciò che aveva appena letto.
Una storia raccapricciante per chiunque:
- Silver non è figlia unica ed in effetti non è nemmeno la primogenita. Ha un fratello maggiore, Shin. Costui era l’erede della nobile famiglia Tsujimura e maestro di spada. Utilizzava alla perfezione la tecnica di famiglia con Kurenai, katana leggendaria tramandata di generazione in generazione a lui.
Shin viene descritto come un bambino prodigio in grado di utilizzare quella spada e quella tecnica alla perfezione già da bambino. Esercitandosi a lungo con essa egli cominciò lentamente a diventare sempre più strano fino a che, un giorno, non impazzì ed uccise i loro genitori davanti agli occhi di Silver. Lei non fu mai toccata e venne cresciuta da quel fratello folle che a tratti sembrava lucido ad altri invece un fidanzato estremamente geloso e ossessivo. Finì per diventare sua prigioniera, non gli permise più di uscire e di avere contatti con nessuno e mano a mano che cresceva gli insegnava l’arte della spada e assisteva alla sua continua follia che mutava e peggiorava di giorno in giorno.
Nel diario sono raccontati episodi raccapriccianti di ciò che lui arrivava a farle. Oltre a rinchiuderla in uno sgabuzzino per punirla di apparenti colpe gravissime che erano il tentare di uscire in giardino, arrivava ad abusare di lei e per non venir picchiata o uccisa in uno dei suoi scatti d’ira in cui spaccava tutto, l’assecondava sempre. Però purtroppo parla di particolari da far accapponare la pelle.
Si parla anche della piega che la mente di Silver ha preso convincendosi che in realtà tutti fingono e sono pieni di maschere e che solo quelli che sembrano a tutti pazzi come Shin, in realtà, sono sani e veri.
Io non penso che la sua mente sia davvero compromessa come quella di suo fratello poiché poi prosegue narrando di quando lui finalmente si ammala di una grave allergia alla luce che gli impedisce di uscire ed esporsi ad essa. Da quando gli è successo questo lei ha preso in mano la situazione e con quella di curarlo l’ha rinchiuso nelle segrete del castello. È così che è diventata capofamiglia ed ha ereditato la katana diventando maestra di spada. Si sono perse le notizie di Shin e tutti hanno creduto che fosse morto. In realtà è tenuto là sotto ed è vivo. Lei stessa va a trovarlo ogni giorno ma non riesco a capire cosa pensi realmente di lui. Se lo ami, lo odi, ne abbia paura o che…
Riguardo a Kurenai dice che l’ha studiata a fondo, lei e la sua storia, per non ritrovarsi risucchiata da essa, così ha capito che serve un enorme e profondo controllo completo su sé stessi e lo ottiene meditando ore ed ore. La utilizza il meno possibile ma non può evitarlo perché la spada esercita un richiamo su chi la eredita e fa star male chi non la sfodera entro un certo periodo. Lei fa molta fatica a tenere tutto sotto controllo e dice che ogni volta che la usa è sempre più difficile non lasciarsi andare del tutto. Si sente risucchiare da una volontà più forte e arriva a fare cose, anche nei suoi combattimenti, che normalmente non farebbe mai.
Tutto ciò confermano le voci che abbiamo sentito, quella katana la controlla e non so per quanto Silver potrà resistere prima di impazzire davvero lei stessa.
Conclude dicendo del frutto del diavolo che ha trovato che secondo ciò che ha scoperto dovrebbe possedere le qualità che le interessavano. L’ha mangiato ed è ancora convinta che tramite i baci e gli scambi dei fluidi corporei possa tirare fuori la vera indole altrui. –
Robin finalmente concluse il suo racconto avendo spiegato più o meno nel dettaglio tutto ciò che aveva letto velocemente, cercando qualcosa di utile per il suo compagno.
Le parole che aveva detto risuonavano nella stanza e nelle loro teste come proiettili che rimbalzavano in una stanza dalle pareti di ferro.
Verità impazzite che cercavano un foro d’uscita per dare sfogo al loro reale significato.
E la prima a metterle insieme dando una conclusione degna, fu naturalmente Nami che concentrata ripercorse svelta i fili che finalmente si erano uniti dando un quadro completo della situazione.
- Il punto debole di Silver è Shin, il fratello folle rinchiuso nel castello. Se lo tiene significa che lo ama e al tempo stesso lo teme. Un altro punto debole è Kurenai che la richiama decretando così sempre più la sua fine. – Qua si interruppe e alzando gli occhi sugli altri che la guardavano interrogativi e concentrati allo stesso modo per star dietro ai suoi ragionamenti, concluse decisa e con una strana luce: - Allora cosa succede se le togliamo Kurenai e la mettiamo davanti al fratello libero? –
Tutti ponderarono a lungo su questa ultima domanda chiedendosi a loro volta se ciò avrebbe portato da qualche parte di utile e solo Usop lo chiese dubbioso:
- Ma questo ci ridarà comunque Zoro? Il nostro amico e non il nostro nemico? –
Questa domanda fu della stessa potenza di quella di Nami.
L’attenzione si spostò da uno all’altro e sebbene Sanji la difese subito come di consueto (- Se lei dice che questo ci può aiutare allora lo faremo! -), molti rimasero scettici nonostante l’idea di un esperimento simile anche solo per colpire colei che aveva osato togliere un membro della loro ciurma così importante.
- Non lo so, però non abbiamo altro da fare che provare a sconfiggere su tutta la linea Silver e allontanarla da Zoro. –
A questo fu Chopper ad illuminarsi come se un campanello, alle parole della navigatrice, gli si fosse acceso nella mente di medico, quindi alzandosi di scatto finalmente parlò anch’egli fra il caos generale che si era un po’ scatenato:
- Potrebbe essere come con le medicine! Un farmaco per sortire il suo effetto va preso regolarmente o dopo un po’ svanisce e la malattia fa di nuovo il suo corso! Potrebbe essere così anche per quel potere… lui ne subisce l’effetto per un periodo di tempo limitato al termine del quale, se lei non torna a stregarlo di nuovo, per così dire, tutto può tornare come prima! –
E questa fu l’ipotesi meglio accolta su tutte che, nonostante fossero rimasti sconvolti dall’apprendere la storia cruda di quella ragazza, non avevano mai perso di vista il loro amico. Non poteva comunque fare quello che voleva. In ogni caso nulla la giustificava abbastanza.
Certo essere cresciuta da un pazzo che fa credere che siano i ‘normali’ quelli davvero pazzi e viceversa i pazzi quelli ‘normali’, non doveva essere stata una passeggiata, considerando tutte le cose che aveva dovuto sopportare.
Però capire a che livello fosse ora il suo animo, la sua mente ed i suoi sentimenti, fu quanto di più impossibile.
- Allora basta tenerli separati il necessario… - Esordì Franky con una nota di ottimismo nella voce.
- E ti pare facile? Quella ormai è un demonio… non sarà una passeggiata… - Lo demolì Usop col suo pessimismo.
- E’ vero… quella katana mi ha fatto rabbrividire. Basta che la sfoderi per paralizzare chi la guarda. Zoro ha dimostrato una forza d’animo fuori dal comune. – Alimentò Brook il panico.
Fu qua che questa volta Sanji prese in mano la situazione mettendo in campo la sua logica ed astuzia che non aveva nulla da invidiare a quella di Nami!
- Allora faremo così: mentre io tengo occupato Zoro combattendo con lui chiedendo a Silver il permesso in modo che non intervenga, voi di nascosto andate a cercare Shin, lo liberate e lo portate lì dove saremo. Sicuramente quando il tempo starà per scadere e dovrà avere di nuovo contatto con Zoro per influenzarlo ancora, suo fratello arriverà e si occuperà lui di lei e di quella maledetta spada. Allora Zoro si libererà dal potere del frutto e potremo andarcene lasciando a loro gli affari di famiglia. Ovviamente tutto questo di notte o Shin non può uscire vista questa presunta allergia alla luce del sole… -
Una volta tutti accordati su quello che sembrava il piano migliore e più sensato, si resero conto che ciò che era loro mancato non era tanto un permesso o un assenso quanto una reazione del loro capitano.
Rufy era rimasto lì fermo immobile con gli occhi fissi sopra di sé ad ascoltare tutto senza però dare cenni di comprensione, profondamente scosso dalla scena a cui aveva assistito poco prima.
Non aveva mosso un muscolo lì steso nel lettino col petto fasciato.
Quando però avevano concluso e dando per scontato che lui rimanesse lì a riposare e riprendersi, lo sentirono alzarsi seduto e chiamarli con un tono alto, fermo e deciso.
- Aspettate! – Quando si voltarono a guardarlo stupiti, lo videro con la testa bassa e il volto nascosto dai capelli ma si poteva percepire nettamente la sua tensione e serietà quasi mortale.
- Lo affronterò io. – All’incredulo ‘eh?’ retorico, lui aggiunse ancor più convinto, alzando gli occhi su di loro. – Zoro. Lo affronterò io. – Occhi più penetranti e decisi non li si vedevano così spesso.
Un secondo brivido li percorse tutti, poi Sanji prese la parola avanzando verso di lui contrariato:
- Ma Rufy, a parte la tua ferita tu sei troppo coinvolto. Non vi dovete ammazzare, è solo per tenerlo occupato staccato da Silver! –
In realtà avrebbe voluto dire che non era necessario che proprio lui che ci stava insieme e lo amava, lo affrontasse come un nemico trovandosi davanti di nuovo il suo odio.
Sapeva che doveva essere terribile per lui e non voleva fargli passare ancora un esperienza simile.
Non se lo meritava, lo sapeva.
E poi potrebbe anche…”
Ma non ebbe il coraggio di finire il pensiero:
- Non me ne importa! Sono io che devo combatterlo e affrontarlo! Io! –
- Ma tu sei quello che odia di più PROPRIO perché IN REALTà TI AMA più degli altri! – Alzò allora la voce il cuoco esasperato dalla sua ottusità e completamente contrario all’idea di far affrontare due che si amavano a quel modo.
Rufy si alzò di scatto e altrettanto iroso rispose tendendo tutti i muscoli del corpo, guardandolo fiammeggiante:
- appunto per questo devo combattere io con lui! dov’è quell’amore, ora? è adesso che deve venir fuori! adesso! – Fu qui che finalmente si capì il suo reale stato d’animo e tutto ciò su cui aveva rimuginato in continuazione per tutto il tempo.
Cose tipiche sue, in effetti. Tutti avrebbero dovuto immaginarlo ma solo Sanji aveva cercato di prevederlo.
Non era servito a nulla.
Però non poteva torturarsi a quel modo… non poteva…
- ma lui vorrà ucciderti! –
- e allora mi dovrà uccidere perché io non me ne vado da lì senza di lui! e tocca a me riportarlo indietro, a me! se mi ama non mi ucciderà, se non mi ama allora lo farà! ma morirò per mano sua! –
Il silenzio calò improvviso esattamente come quello che segue allo scoppio di una bomba.
Silenzio e null’altro innanzi allo scoppio furente di Rufy che non avrebbe mai accettato l’odio dell’uomo che amava.
E se odio doveva essere davvero, allora sarebbe stato così fino in fondo.
Ma non l’avrebbe mai abbandonato.
A costo di morire per mano sua.
Amare significava farlo con tutto sé stessi anche a costo della vita.
Finché non la rimetti significa che non si ha amato abbastanza.
E Rufy non amava a metà o solo fino ad un certo punto.
Rufy amava in modo totale ed incondizionato.
Il gelo che scese fu sintomo dello sconvolgimento generale che colpì tutti i membri della ciurma che avevano assistito al litigio e allo scoppio del loro capitano.
Nessuna forza al mondo avrebbe tenuto lontano Rufy da Zoro.
A costo della propria vita sarebbe piuttosto morto per mano del suo amore.