CAPITOLO 14:
INVOLONTARIO


/Ci sarò il più presto possibile
Ma sono occupato a riaggiustare i pezzi della vita che avevo prima

Prima di te/

- Muse -


Dopo il concerto, quando tornarono a casa alla solita vita quasi normale (in realtà una situazione simile non ha nulla di normale), era chiaro come il sole che il rapporto fra Alex e Alex era notevolmente cambiato. Migliorato. Da quasi estranei che si mal sopportavano a amici in piena regola legati da qualcosa di particolare.
La vita scolastica di Alexis era ripresa più irrequieta che mai, ogni giorno ne combinava una e il preside era sempre costretto a chiamare il suo tutore Alexander che doveva interrompere le registrazioni per andare da lei.
Il più delle volte si pestava col biondino del primo giorno e ovviamente per tutte le grane che la 'dolce' fanciulla combinava, i due coinquilini finivano per litigare smettendo comunque subito e tornando come prima.
Finivano per parlare di tutto o quasi, facevano ogni cosa insieme, viaggi, uscite, giocate a street basket...
Erano diventati un bel duo affiatato, nonostante i due caratteracci, e sapere i sentimenti che provavano aveva giovato notevolmente. Non era una situazione insostenibile, non sarebbero più riusciti a stare lontani fra loro.
Fu per questo nuovo rapporto che sembrava sincero e disinteressato che quando lui scoprì il segreto di lei, si sentì quasi morire per la seconda volta nella sua vita.
Era sera piuttosto tardi e Alexander era appena tornato a casa dallo studio, aveva finito di registrare per quel giorno.
Piuttosto stanco andò a fare una doccia rinfrescante senza salutare nessuno. Quando fu 'lavato e profumato' indossò solo i pantaloni del pigiama blu notte larghi e leggeri che gli scivolavano lungo le gambe muscolose, rimase a torso nudo mostrando un fisico non indifferente bagnato dalle gocce dei capelli bagnati che gli stavano spettinati sul capo e sulla fronte.
Si limitò poi a girare per casa alla ricerca di un anima viva, col pacchetto di sigarette in mano pronte per l'uso.
Vide l'ora e nel tardi che era si disse che Alexis non poteva essere già a letto, l'aspettava sempre per fare una doppia sfida alla play station.
Decise di andare a trovarlo nella sua camera per buttarlo fuori affinché gli facesse un po' di compagnia; lui doveva ancora cenare, fra l'altro.
Entrò in camera sua dopo aver bussato e ottenuto il silenzio. La luce era accesa, quindi era sveglio, era semplicemente in bagno a farsi una doccia. Il bagno che dava nella sua stanza era minuscolo: comprendeva solo box doccia, lavandino e water tutti attaccati fra loro.
Diede una breve occhiata intorno a sé notando il casino che regnava sovrano; dopo aver passato in rassegna i dettagli, gli occhi felini tornarono involontariamente sulla porta del bagno semichiusa.
Un classico. Inutile raccontare cosa doveva vedersi, cosa doveva succedere. Certo, prima o poi sarebbe dovuto accadere, ma scoprire una cosa simile in quel modo banale, troppo diretto, era una mazzata enorme per uno che non aveva mai sospettato qualcosa del genere.
Banale e sciocco, un errore stupido, una deviazione fastidiosa.
Fatto fu che successe e basta.
Da scazzato e divertito a incredulo ed esterrefatto; il suo sguardo mutò immediatamente continuando il suo cambiamento in modo repentino e pericoloso.
La tenda della doccia era quasi del tutto aperta e l'acqua scendeva liscia su quel corpo piccolo e minuto dalla pelle piena di cicatrici. I lunghi capelli neri si appiattivano alla schiena bagnandosi sotto il peso dell'acqua, erano senz'altro affascinanti da vedere, proprio una cascata nera che arrivava al fondoschiena sodo a mandorla; i fianchi dalle curve morbide, la vita stretta, le cosce sottili e lunghe e quel seno non proprio prosperoso, anzi piuttosto piccolo, ma sicuramente e innegabilmente evidente.
Alex creduto da lui da sempre un ragazzino era in realtà una donna... e anche molto più bella di come lo vedeva ogni giorno conciato in quel modo. Non poteva crederci.
Non ci ragionò su.
Si trovò d'impulso in bagno ad aprire la tenda e a sgranare gli occhi, non poteva essere.
Dai, che scherzo terribile, di cattivo gusto…
Scherzo?!
Bastardata bella e buona!
Assurdo e sciocco!
No.
Incredibile... lui era... lui aveva... lui... non poteva avergli fatto quello.
Mille sensazioni e considerazioni lo investirono violente in quella frazione di secondo.
Una scena da premio oscar, sembravano entrambi attori di un film.
Eppure no, eppure era vita, la loro realtà. Neppure la grazia di star facendo un brutto sogno.
Lui non avrebbe mai voluto entrare e spiare e vedere e sapere... sapere in quel modo una cosa così importante ed essenziale...
Lei non avrebbe mai voluto che lui lo sapesse così, scoprendolo da solo, essersi fatta vedere nella sua totale e profonda debolezza, il suo più grande limite.
Entrambi non avrebbero mai voluto assistere a tutto quello che stavano vedendo in quel momento.
Ogni convinzione, credenza, sicurezza, certezza... tutto era caduto, per un secondo, in lui. Tutto. Assurdamente.
"Io... io... mi sono messo in discussione totalmente per lui: la mia sessualità, il mio essere... ho tirato fuori il mio passato credendo, illudendomi che lui potesse essere veramente. Sono caduto in crisi profonda per lui, ho passato momenti terribili oltre che belli, ho dovuto accettare di essere una persona totalmente diversa da quello che ero sempre stato. Ho messo in discussione ogni credenza, ideale. Ho accettato di poter essere gay, innamorato di lui, passando prima per l'inferno che è la mia anima, un anima che ho dovuto riscoprire a forza solo per lui... ed ora... ora vedo che... ora scopro da solo che in realtà mi ha sempre nascosto la cosa più importante ed essenziale di tutte, che avrebbe potuto cambiare ogni cosa. Sarebbe stato tutto diverso per me, fra noi, ma non solo. Ha tradito ciò che con tanta fatica avevo iniziato a dargli, a tirar fuori... la mia fiducia.
Non è un dettaglio trascurabile che lui è donna. Questo cambia tutto, porca troia... tutto!"
E Alexander non ci vide più.
Prese a dare calci alla porta e agli oggetti della camera di Alexis, spaccando e buttando giù ogni cosa, col volto dall'espressione irriconoscibile, pericolosissimo in quel momento. Iniziò ad urlare alla ragazza che aveva davanti in accappatoio e bagnata che invece avrebbe voluto prendere a pugni.
- TU... TU... COSA CAZZO SEI! COSA HAI FATTO! CHI CREDI CHE IO SIA? PORCA PUTTANA! CHI?! MA GUARDATI! SEI UNA DONNA E ME L'HAI TENUTO NASCOSTO FINO AD ORA! MA HAI LA Più PALLIDA IDEA DI COSA HO DOVUTO PASSARE? E COSA CREDI CHE SIAMO? PENSI SI TRATTI COSI' UNA FOTTUTISSIMA AMICIZIA E LA STUPIDISSIMA FIDUCIA CHE UN POVERO PEZZO DI MERDA COME ME RIESCE A DARE PER LA PRIMA VOLTA A QUALCUNO? COSA DOVREI FARE IO ORA? QUESTO CAMBIA TUTTO... TU NON CAPISCI, NON PUOI CAPIRE COSA HAI FATTO! CHI CAZZO SONO, EH? UN IDIOTA DA SFRUTTARE? DA RIGIRARSI? DA PRENDERE PER IL CULO PER PASSARE IL TEMPO? EH? CHI? -
Era spaventoso, letteralmente.
Irriconoscibile, furibondo, nero.
Cosa fare? Cosa fare per farlo tornare in se prima che la uccidesse?
Era solo un grosso equivoco involontario. Ora lo sapeva che aveva sbagliato tutto e totalmente, lui aveva ragione ma ora come rimediare? Che fare per non perderlo?
Aveva paura... Alexis nella sua vita, a questo punto, tornava ad avere paura come in passato ne aveva avuta molte volte. Di un uomo, più forte, più grande, più minaccioso... poteva picchiarla e mandarla in ospedale in un colpo solo, avrebbe retto se perfino lui le avesse messo le mani addosso? E sarebbe stato capace di farlo veramente?
Per un attimo cadde in panico mentre guardava immobile la scena della furia ceca e terribile scatenarsi davanti a sé.
Cosa poteva fare lei?
In fondo finiva sempre così, tutto andava a cadere lì, lei era solo una maledetta donna inutile e pressoché indifesa, contro un uomo rabbioso e pericoloso ci avrebbe potuto solo rimettere come era sempre stato prima.
Doveva reagire. Questa volta doveva.
Il tunnel che le si riapriva di nuovo doveva ignorarlo, questa volta doveva farcela, era essenziale.