CAPITOLO 17:
BELLO
/solo
un bacio e sono vivo
un
bacio e sono pronto a morire
perchè
sei così bello
solo
una carezza e sono infuocato
una
carezza e sto piangendo
perchè
sei così bello
solo
un sorriso e divento selvaggio
un
sorriso e sono pronto a morire
perchè
sei così bello/
-
HIM -
Le
note di Sex, una canzone di Alexander, si espandevano nell'aria fra
le mura della camera. Era una canzone particolarmente sensuale in cui
lui cantava con una voce erotica da paura ispirando solo una gran
voglia di sesso.
Le
pareti della stanza ospitavano esclusivamente poster del più
o
meno famoso cantante che mischiava il genere rock a quello rap. Erano
tutte immagini del ragazzo in pose piuttosto sexy. Accanto allo
stereo professionale con le casse altrettanto gr|ヘdi
negli angoli della camera, c'erano i due album che aveva fatto il
protagonista di quelle foto.
Steso
sul letto eccolo lì, stava l'ossessionato da questo cantante
che brutto certo non era.
Gli
occhi azzurri semi chiusi, i lineamenti classici ed affascinanti del
volto rilassati, totalmente immerso nella voce di Alexander. Il
fisico dai muscoli da sportivo faceva sfoggio di sé dal
momento che era coperto solo da dei boxer stretti e neri.
Le
mani grandi erano come ipnotizzate da quella musica che sensuale gli
faceva muovere le dita sul suo petto tormentandosi i capezzoli che si
indurirono facilmente. Si leccò le labbra e le mani scesero.
Quella
voce così bassa e roca, chiara... penetrante... essere
lì
davanti a lui mentre sussurrava quelle parole erotiche con quegli
occhi argentati da gatto, le labbra che invitavano all'assaggio...
farsi baciare da esse, passarsele sul corpo umido ed eccitato di
desiderio.
Un
bacio e morirebbe.
Se
quelle mani lo toccassero, lo accarezzassero... una volta sola... non
erano molto curate per i pugni numerosi che aveva dato e dava ancora,
ma erano dita sottili e affusolate. Chissà che temperatura
aveva... certo la sua in quel momento era alta. Piangerebbe per poter
sentire quelle mani sfiorarlo al posto delle sue che erano arrivate
all'altezza dell'inguine.
Si
morse il labbro e quando lento e languido iniziò un
massaggio
d'autoerotismo di sfogo, premette il capo sul materasso ove i capelli
biondi e lisci si sparsero sul lenzuolo disfatto.
E
se gli sorridesse... a lui, non a un gruppo di fan, non ad uno
qualunque bensì a lui... oh, se lo facesse... morirebbe ma
sarebbe in paradiso.
Perché
lui era così bello e da quella volta che l'aveva incontrato
di
persona, il primo giorno di scuola di Alexis, non era più
riuscito a toglierselo dalla testa, prima gli piaceva come cantante,
ma poi... poi era diventato la sua ossessione.
Si
liberò in un sospiro con le note e la voce che sfumavano
lasciando un breve silenzio e il posto ad un'altra musica ritmata e
forte.
Sospirò
rimanendo con quella sensazione di piacere puro e poi uno sguardo
triste. Non sarebbe mai potuto accadere.
-
Steven caro... c'è un tuo amico... dice che è
venuto a
prenderti, dovevate andare in un posto insieme. -
Si
alzò di colpo, guardò l'ora e con aria piena di
panico
cominciò a imprecare.
"Cazzo,
l'avevo scordato!"
Pensò,
si trattenne... l'ultima cosa che voleva era che sua mamma lo
scoprisse.
Alla
velocità della luce e saltellando, i muscoli delle gambe
guizzavano che erano una meraviglia, si vestì dopo una
veloce
sciaquata andando da una parte all'altra della camera.
-
Merda merda merda! -
Borbottò
fra sé e sé, a bassa voce.
Spense
poi lo stereo e si fermò davanti al poster appeso sulla
porta.
-
Oddio... non pensavo che il momento arrivasse di già...
siamo
al dunque. Penso che morirò! Lo vedo proprio dopo essermi
fatto una sega pensando a lui! Porca puttana! Spero di non fare una
figura di merda... devo ricordarmi di essere un uomo tutto d'un
pezzo, un autentico stronzo !-
Detto
ciò uscì chiudendo a chiave la porta portandosela
dietro, sua madre non sarebbe MAI entrata lì dentro!
Scese
le scale e trovò ad aspettarlo Alexis vestita come suo
solito
da teppista di strada che si guardava in cagnesco con la madre
vestita perfettamente, senza un capello fuori posto, femminile al
massimo.
Gli
sfuggì un ghigno. Chiuderle nella stessa stanza da sole
sarebbe stato comico. Un giorno l'avrebbe fatto!
-
Alex... scusa, mi stavo vestendo... -
Decise
di tagliare corto senza presentazioni o altre parole inutili di una
recitazione che a volte gli pesava.
Diede
un bacio a sua madre sulla fronte affettuosamente e in tono educato
disse:
-
Noi andiamo, non so quando torno, in caso se faccio tardi ti avverto.
-
Detto
ciò uscirono. Appena fuori Alexis sbottò di getto
come
uno scaricatore di porto:
-
Porco cane, ma quella è una jena... nobile, ma jena! Come
fai
a viverci? Sembrava che con quella sua nuvola di profumo venisse da
una camera a gas! Oh, non per offesa, eh? Ma è l'essere
più
assurdo che io abbia incontrato, sembrava volesse annullarmi con quei
suoi occhi truccatissimi... br! -
Si
era anche trattenuta in fin dei conti.
Steven
sorrise scotendo il capo. Ormai aveva imparato a conoscerla e lo
faceva ridere. Già, erano uguali ma non di carattere, la
loro
situazione lo era. Per il resto erano comunque diversi.
Fra
un brontolio e l'altro proseguirono per la loro strada a piedi, dopo
aver scoperto che abitavano vicini.
La
porta del bagno della camera era semi aperta, sapeva di essere solo
in casa. Il getto della doccia puntato sul suo corpo nudo che
rilassato si lasciava bagnare dalle gocce d'acqua bollente. Il vapore
che si era creato avvolgeva la stanza sui toni dell'azzurro. Le scie
trasparenti una dietro l'altra appiattirono velocemente i capelli
alla testa facendoli finire sulla fronte, scendendo ai lati del viso.
La piccola cascata poi proseguiva dal mento colando per il petto e
per gli addominali scolpiti, lasciando all'immaginazione quel nulla
di assolutamente eccitante.
Le
strade delle gocce continuavano poi sull'inguine mentre le mani
carezzavano la pelle bagnata, quando anche le gambe si avvolsero in
quell'abbraccio seducente aprì le labbra disegnate da un
fumettista omosessuale e bevve quell'acqua che gli donava una calma
assoluta.
L'argento
dietro le palpebre chiuse vedevano qualcosa di assolutamente
piacevole come le sensazioni che quel momento gli donavano.
Non
della sua vita, la sua vita non contava bei momenti.
Vedeva
una persona.
L'unica
cosa bella dopo la musica, per lui.
Una
ragazza travestita da ragazzo con lunghi capelli neri setosi, occhi
azzurri e aggressivi.
Quando
il sapone scese lasciandolo alla mercè dell'acqua, chiuse il
rubinetto.
Si
avvolse nell'asciugamano coprendo solo la vita e le cosce,
lasciò
che le goccioline percorressero il corpo cadendo a terra in piccole
pozzanghere, si mise un altro intorno al collo per i capelli che
passò distrattamente ed uscì preferendo
asciugarsi
lentamente. Camminò così per la casa andando in
cucina
a mangiare qualcosa e fu lì che la porta di casa si
aprì
e Alexis insieme ad un altro ragazzo entrarono.
-
Porca troia... -
Disse
a denti stretti.
-
Alex, siamo a casa... vieni, ti presento un amico! -
Si
soffocò con la sua stessa saliva sentendo l'ammissione
sull'amico... quel diavolo che si faceva amici? Divertente!
No,
altro che divertente... sbirciò di nascosto senza farsi
vedere. Era un ragazzo di quelli alti muscolosi, balestrati, di
sicuro il capitano di qualche squadra come football... si certo, era
bello, quello per cui tutti perdevano la testa!
Tornò
in cucina e si passò le mani fra i capelli bagnati
disordinandoli ancor di più.
Divertente
un accidente... che ci faceva con quello?
Strinse
gli occhi e un profondo fastidio lo divorò all'istante.
Quello
cosa voleva da Alexis? Perché era lì?
Perché era
'suo amico'?
-
Alex, dove cazzo sei? -
Si
fece più spazientita, di sicuro era seccata di dover far
aspettare il suo 'amico'!
Ebbene
ora gli avrebbe fatto fare una figura di merda, giusto per marcare il
territorio!
Uscì
e con una delle sue facce toste ed altamente sensuali andò
davanti ai ragazzi.
-
Eccoti, ma dove... -
La
voce le morì in gola quando lo vide così...
così...
come definirlo?
Divino?
Da
ergastolo?
Dimenticò
subito di essere con Steven e il tatto finì sotto i
tacchi...
nonostante sapesse che al biondo piacesse Alexander, ora l'aveva
scordato e si era imbambolata a guardarlo. Eh si... quando la
bellezza sfilava davanti ai suoi occhi che poteva farci?
-
Alex... che c'è? Mi vedi sempre così... ormai non
dovresti rimanere imbambolato a guardarmi mezzo nudo, come io non lo
faccio con te. Insomma, conviviamo da parecchio e abbiamo visto
*molto* l'uno dell'altro... giusto? -
La
gelosia di Alexander lo portava ad essere ancora più stronzo
del solito.
Alexis
fece di tutto per mascherare il rossore e lo insultò:
-
Idiota, smettila di fare il figo... non mi sembri mica
granché,
sai? Sei solo una bestia montata che non conosce i propri limiti! Se
svelerei i tuoi segreti ti farei perdere la faccia, essere inutile!
Zecca! -
Steven
assistette allo scambio di gentilezze ma più che ascoltare
udì
la voce sensuale che dal vivo rendeva molto di più. Sarebbe
morto sentendolo pronunciare il suo nome... vedendo quegli occhi
così
felini su di lui... e se gli avesse sorriso?
Era
bravo a domare le sue emozioni, non si fece sopraffare e attese
mangiandoselo con gli occhi. Il corpo languidamente nudo avvolto solo
da un asciugamano ridicolo alla vita ed uno intorno al collo,
così
seducente in ogni particella e dettaglio, qualche cicatrice sui
muscoli che si vedevano così bene. Gli parve di essere in
uno
dei suoi sogni erotici. E ce lo aveva davanti. Vero, lì per
lui. Ok, non per lui, ma era lì in carne e ossa.
Lo
vedeva con i suoi occhi e non attraverso foto. Si morse il labbro.
Cazzo, che fisico che aveva… e le gocce della doccia che
scendevano
ancora da sotto l'asciugamano. Cosa avrebbe dato per... fu interrotto
sul punto più pericoloso dalla voce di Alexis che lo
chiamava
per presentarlo:
-
Steven, questo è Alexander, ti ho parlato di lui, no? Pezzo
di
idiota, questo è Steven, il mio compagno di classe e amico. -
Trattenne
il respiro. Il per lui famoso cantante, l'uomo dei suoi sogni
(erotici) era lì davanti a lui e lui lo guardava con quegli
occhi da gatto sornione. Gli tese la mano freddamente nel suo stile
e...
-
Ciao... scusa se sono impresentabile ma non sapevo che veniste... -
Impresentabile?
Il suo cervello registrò per primo questo. Era molto
più
di quanto avesse osato sperare e la voce... non aveva mai immaginato
che dal vivo, da vicino, fosse così sexy. Fece la parte che
faceva sempre, il ragazzo tutto d'un pezzo, il classico giovane tutto
sport e divertimento.
-
Ciao, scusa tu di essere capitato così. -
Riuscì
a dire.
Continuò
a mangiarselo con gli occhi soddisfatto della visione, pregando che
non si cambiasse, poi disinserì il cervello
poiché da
lì a quando finì in camera con Alexis non si
ricordò
nulla.
Suscitò
inconsciamente parecchio la gelosia del suo idolo, ma era tutto un
equivoco.
A
lui sembrò di passare un pomeriggio da sogno.
-
Ehi, potresti anche svegliarti, ora, sai? -
Seccata
di vederlo in estasi, Alexis destò malamente Steven da quel
mondo incantato fatto di fiorellini, bollicine, cuoricini e stelline!
Il
biondo la guardò sbattendo le palpebre completamente
disorientato.
-
Eh? -
Grugnì
l'altro:
-
Se vuoi ti lascio solo per farti una sega mentre pensi a lui! -
Lui
ancora sovra pensiero rispose distratto:
-
Ah, no... già fatto, grazie... -
Gli
occhi azzurri di lei si sgranarono schifati e si allontanò
istintivamente da lui, indecisa se dargli un colpo in testa oppure
buttarlo fuori di casa!
Non
dovette scegliere, ad interromperli venne Alexander che
entrò
senza bussare in maniera alquanto maleducata.
Senza
dire nulla si sedette a cavalcioni in una sedia e si mise a fissare i
due con aria sorniona e indifferente ma allo stesso tempo fastidiosa.
Una gran faccia tosta.
Si
era rivestito e i capelli pettinati all'indietro liberavano il bel
volto dai lineamenti selvatici.
-
Alex... cosa c'è? -
Chiese
ignorando il colpo che venne al povero Steven alle prese coi suoi
istinti.
-
Niente, perché? Mi annoiavo... non posso stare qui? -
Sempre
indifferente, come se nulla fosse. Pensava solo che ora li avrebbe
fregati!
Lo
squadrò di rimando da capo a piedi gelidamente facendo
innervosire Steven che era combattuto sullo svenire oppure darsi un
pizzicotto per svegliarsi.
Alexis
aveva un po' le mani legate, non poteva certo dire che era venuto qua
unicamente per vedere il suo idolo. Seccata della faccenda si chiese
che cazzo avesse da comportarsi in quel modo stupido, quindi
sbuffò
e lo tagliò a fettine con lo sguardo.
-
Se non sbaglio tu sei quello con cui ha fatto a botte Alex un sacco
di volte... -
Intavolò
un discorso nel quale l'impugnatura del coltello sembrava avercela
lui.
-
Si ma alla fine sono cambiate un po' di cose... -
E
magari era da ammettere la verità, anche... detta
così
era facile capire male!
Alexander
infatti avrebbe voluto seguire l'impulso di prenderlo a pugni ma poi
si trattenne cercando altre parole per ammazzarlo. Avrebbe fatto di
tutto affinché non si mettessero insieme!
Non
aveva minimamente notato gli occhi semi sognanti di Steven,
altrimenti questo non l'avrebbe mai detto:
-
Cambiate in che senso? Il discorso mi interessa, sai... sono molto
legato alla piccola peste e i suoi amici sono anche i miei. -
Se
avesse saputo... se solo avesse saputo... Alexis, dopo un primo
momento di arrabbiatura si stava rotolando mentalmente dalle risate.
Aveva il vago sospetto che fosse geloso ma non poteva far altro che
assistere alle frecciate e quindi alle figuracce dell'intelligentone!
Il
biondo dall’aria perfetta ed impeccabile provò ad
arrampicarsi sugli specchi senza perdere di vista un centimetro di
pelle dell'altro. Era troppo preso dal suo amore sviscerale per
rendersi conto che quelli erano attacchi contro di lui!
-
Cambiate in molti sensi. Ci siamo... come dire? Scoperti. Ecco.
Abbiamo trovato più punti in comune del previsto !-
Era
un circolo buffo.
Alexander
non sapeva che Steven sapeva che Alexis era una ragazza. Steven non
lo sapeva nemmeno lui se Alexander sapesse il segreto. Alexis invece
sapeva tutto, ovviamente, e si stava solo divertendo come una sadica!
Fra le cose che Alexander ignorava c’era un'altra cosa
essenziale:
cioè che Steven era gay e che in realtà amasse
proprio
lui e non lei!
Comica...
da film demenziale, quasi!
Come
tutta la loro vita, probabilmente...
Il
giovane era serio e cercava parole non molto compromettenti, ma come
poteva immaginare che se avesse usato le parole giuste sarebbe stato
meglio?
-
Ah... scoperti, eh? Ma lo posso capire... all'inizio anche io e lui
ci detestavamo poi è successo più o meno quello
che è
successo a voi, ci siamo scoperti e avvicinati. Ora siamo molto
affiatati, direi inseparabili... abbiamo sviluppato un rapporto
esclusivo che farebbe invidia a molti. -
Fu
lì che la mora non si trattenne più. Quello era
troppo.
Una
risata si levò poco carina e sguaiata dietro di loro. La
protagonista della faccenda era piegata in due dal ridere mentre i
due ragazzi la fissavano straniti senza capire:
-
Che c'è da ridere? -
-
AH AH AH AH! SI SI SI... .BELLA QUESTA! PROPRIO IL MASSIMO! DAI
CONTINUA CHE MI INTERESSA... E POI ORA COSA SIAMO DI PRECISO? AH AH
AH! -
Si,
era la conferma che quello stupido era geloso!
La
cosa le fece molto piacere ma non ebbe tempo di imprimersi bene quel
momento nella mente visto che le veniva troppo da ridere per
l'assurdità complessiva di tutto.
Alexander
quindi si alzò e insieme anche Steven che cominciava a non
capirci nulla ed anzi si chiedeva perché il suo cuccioletto
bello fosse così strano. Quale incantesimo mai gravava su
quel
principe azzurro? Il suo cervello era troppo immerso nel sentire il
profumo del suo bello, guardare ogni dettaglio del suo volto, captare
ogni più piccolo attimo da imprimersi nella memoria dei
secoli.
-
Cosa siamo adesso? - Il tono più piatto di una tavola di
surf,
più piatto ancora del seno della ragazza. - Non mi sembrava
il
caso di rivelarlo così in pubblico... non volevo mica
rovinarvi la serata. -
Si
vide sparire Alexis e riapparire stesa a terra che rotolava tenendosi
la pancia e le risate più storiche della sua vita
assordarono
tutti lasciandoli allibiti.
Effettivamente
era la prima volta che rideva così, ma si capiva che era una
presa in giro e non perché era felice per qualcosa come di
solito succedeva quando si rideva. Il moro infastidito puntò
le lame lunari nella sagoma sul pavimento e senza capire un emerito
nulla mormorò un:
-
Idiota! -
Tagliente
come un taglia carte, poi uscì dalla stanza sbattendo la
porta.
Una
volta soli lei continuò la sua scenetta a lungo mentre il
biondo rimase sognante a guardare l'uscio dove lui era sparito.
La
cena fu altamente comica, ovviamente.
Prima
di tutti si erano seduti lei e Steven vicini sullo stesso lato del
tavolo. Poi in ritardo arrivò Alexander che dopo uno sguardo
gelido ai due si piazzò esattamente in mezzo ai due
separandoli risultando appiccicati in tre su un lato solo.
Nessuno
si spostò visto che tutti avevano i loro motivi buoni.
Lei
per il cantante, il cantante per lei e l'amico per il cantante a sua
volta!
Difficile
da spiegare, in realtà solo molto divertente.
Spiattellati
l'uno contro l'altro mangiarono cercando di mantenere una calma e una
pacatezza che non avevano mai posseduto.
-
Steven, dimmi... cosa hai intenzione di fare una volta fuori dalla
scuola? -
Steven
all'udire il suo nome pronunciato proprio da lui andò in
delirio ma resistette stoicamente da grande attore quale era ed
ingoiò il boccone senza soffocarsi.
-
Io? Penso di continuare l'attività dei miei genitori, hanno
una multinazionale... siccome sono l'unico maschio di famiglia fra i
tre figli, devo continuare l'eredità dei miei. -
Disse
la cosa seriamente come se fosse vera... in realtà ci teneva
solo a fare una gran bella figura. Bè, in realtà
era
proprio così, i suoi la multinazionale ce
l’avevano ma lui
non era né l’unico maschio né
intenzionato ad
ereditare tutto!
-
Mm... una multinazionale? Non male come occupazione del tempo libero.
Io intendevo se avevi sogni da realizzare... sai, come me che poi
sono riuscito a realizzarli. -
Odiosamente
antipatico!
-
Ah, io ho un idea per entrambi... avreste un gran successo a
Hollywood come attori! Ve lo assicuro! -
Se
lo fece sfuggire Alexis che ricevette sguardi omicida da entrambi.
Durante
il resto della cena, il bel geloso si impegnò a disturbare
il
più possibile Steven come ad esempio versargli l'acqua
addosso, fumargli in faccia, mettergli cose piccanti nel piatto
mentre non se ne accorgeva... cose tipiche dei bambini piccoli.
Il
preso di mira non si accorse mai di questi mezzucci per deviarlo
dalla retta via, li considerava graziose attenzioni anche
perché
seppure non fumasse, il fumo non lo infastidiva, sfoggiare il suo
vigoroso petto nudo per far asciugare la maglietta era un punto a suo
favore e sul cibo piccante... beh, ci andava piuttosto d'accordo.
Ogni
cosa quello tentasse, lui finiva per adorarlo ancora di più.
Non
riuscì per nulla a mettergli i bastoni fra le ruote e a
trovarlo in fallo, tanto meno ad imbarazzarlo.
Quando
se ne fu andato, dopo cena, dopo numerose figure di merda da parte
del geloso Alexander che però non erano parse tali
all'adoratore, Alexis non ebbe scelta innanzi ad una specie di
scenata di gelosia:
-
Ohilà cretino... ma sai quanto sei stato idiota, vero?
Quello
era gay ed è innamorato di te! -
Sapeva
che forse non sarebbe stato carino dirglielo e sapeva anche di non
aver avuto tatto, ma non aveva avuto scelta altrimenti la sua
convivenza sarebbe stata un inferno invece che splendida come
sembrava in quel periodo.
Alexander
non si riprese più dallo shock per un paio di settimane.