CAPITOLO IV:
CACCIA AL TESORO
Non era un isola invernale,
né estiva quindi a temperatura si stava bene.
Il sole cominciò a
levarsi in cielo proprio mentre la ricerca della ciurma di Cappello di
Paglia più il collaboratore esterno, era iniziata. In
realtà nonostante in gioco ci fossero delle vite, non
sembravano avere una grande fretta od urgenza di trovare subito i loro
ricercati nemici (ad eccezione di Yoel naturalmente), per loro era
più una scampagnata, o per lo meno per alcuni di loro. Come
se fosse una semplice avventura da prendere con una certa calma, senza
affrettarsi o preoccuparsi troppo. Fino a che non fossero stati
emotivamente coinvolti l’avrebbero presa così, era
normale.
Certo, erano esaltati
dall’idea di trovare un tesoro e magari gente valida con cui
confrontarsi, di fare qualcosa di alternativo, insomma, ma non si
sentivano ancora seriamente coinvolti.
Rimaneva ancora un passatempo e
Rufy stesso non aveva ancora interamente capito perché Yoel
dovesse per forza collaborare con loro.
Al mattino c’era ancora
silenzio in giro per l’isola, anche se i primi lavoratori
uscivano dalle case cominciando flemmaticamente a darsi da fare. Era un
paesino piuttosto vasto e l’isola stessa, tutto sommato, non
era affatto piccola.
C’era un altro paese a
ridosso dell’altra scogliera, ogni tanto Yoel c’era
stata ma non aveva mai avuto molta familiarità con loro
anche se era tutta gente in gamba.
Lei e la sua banda erano
considerati i più pericolosi dell’isola e tutto
sommato ognuno sapeva che erano buoni e che non dovevano temerli.
La calma placida di
quell’isola, a quell’ora presto del mattino, fu
interrotta niente meno che da rimbrotti scontenti e contrariati di tre
individui che, camminando spediti per una zona qualunque senza far caso
all’ambiente, sembravano semplicemente aver ripreso il
discorso interrotto in precedenza, qualcosa che andava avanti da molto.
- Dì la
verità, non sei contento di stare con me! – Si
stava lamentando uno con voce acuta di natura.
- No, non è
così! Sei solo stressante ogni tanto! – Rispose
esasperato l’altro.
- Ogni tanto?! –
Domandò senza capire il primo.
- Tipo ora! – Fece secco
il secondo.
- E comunque non hai diritto di
scegliere con chi stare! – Si aggiunse un terzo sgarbatamente
spazientito diretto al secondo.
- Nessuno ha chiesto il tuo
parere, riccolo! – L’ammonì su un tono
non migliore l’interlocutore.
- Alga marina! –
- Ricciolo! –
- Alga marina! –
- Ricciolo! –
E così cominciarono
come dei bambini ad insultarsi ripetendosi quegli appellativi che
infastidivano tanto entrambi. Ovviamente il loro compagno non
potè non inserirsi continuando a seguire i propri pensieri,
come al solito imperterrito:
- Zoro non mi vuoi beneeee? –
Proseguirono a lungo in quella
maniera, urlando sempre più fino quasi a pestarsi,
dimenticandosi completamente l’obiettivo di quella ricerca,
fino a che con dei lividi ciascuno non si stufarono di gridare come
degli infantili e si piantarono il muso senza spiccicare parola per un
po’. Ripresero a camminare senza ancora far caso a nulla di
quel che li circondava, ognuno preso dai propri malumori.
Probabilmente erano i tre
più testardi e spesso puerili della ciurma, anche se pure
gli altri non scherzavano di certo.
Dopo un lungo momento di silenzio
imbronciato, fu Sanji a romperlo decidendosi con un grande sforzo di
chiedere ciò per cui si era unito a loro.
Non era facile e il doverlo fare
lo aveva innervosito più del solito. Già
normalmente quello spadaccino lo faceva uscire facilmente dai gangheri,
ma quel giorno per lui era particolarmente difficile.
Rifletté con attenzione
sul modo in cui introdurre il discorso e se fosse effettivamente una
buona idea parlarne con loro, si rispose però che erano gli
unici che in fondo potevano dargli una mano per il problema che pensava
di avere. Sempre che si trattasse di un problema.
Prima di tutto avrebbe dovuto
accertarsi della cosa.
Parlò prendendola alla
larga.
- Sentite, avrei una cosa
personale da chiedervi… - Iniziò serio e freddo
come tendeva ad essere quasi sempre. Zoro ebbe l’istinto di
dirgli di arrangiarsi ma non disse nulla aspettando di vedere se fosse
una cosa veramente seria oppure una delle sue solite snervanti uscite.
Rufy, invece, chiese subito curioso di cosa si trattasse, avendo
già dimenticato i precedenti battibecchi. Quindi il biondo,
accendendosi l’ennesima sigaretta, continuò
sforzandosi di mascherare l’imbarazzo che comunque era
normale sorgesse per l’argomento che affrontava: - Come vi
siete accorti dei vostri sentimenti? –
“Sempre che Rufy se ne sia
mai accorto! Ogni tanto mi chiedo se è cosciente di tutto
ciò che fa, che dice e che esterna… è
praticamente un esplosione di emozioni e sentimenti che non trattiene
mai, ma lui lo sa? Sa cosa prova o si limita a buttarlo fuori?
“
Si chiese dopo la sua domanda.
Guardava avanti a sé il paesaggio privo di case ed
abitazioni, erano finiti fuori dal bosco, presso delle colline rocciose
coperte di un po’ d’erba. Se non fossero stati
così immersi nella loro chiacchierata avrebbero pensato che
quello sarebbe stato un buon posto per nascondersi.
I due ragazzi si stupirono del
quesito e colui che lo esternò subito, tanto per cambiare,
fu proprio Rufy!
- Wow! Questa non è una
domanda da te! Perché vuoi saperlo? – Oltre ad
essere diretto e sfacciato era anche curioso, ovvio.
Sanji si strinse nelle spalle
rimanendo vago. Entrambi lo stavano fissando interrogativi, cosa che lo
infastidiva, ma si costrinse ad aspettare una risposta e rimanere
calmo.
Capendo che era una cosa realmente
seria, Zoro decise di trattarlo in egual modo, quindi con altrettanta
serietà rispose distogliendo lo sguardo verso il cielo ormai
azzurro per ricordare i momenti in cui aveva capito, in passato, di
provare qualcosa di più dell’amicizia per Rufy.
- Mah… non
saprei… è stato un processo lento e lungo, non
una cosa fulminea e veloce. Lentamente, stando con lui, conoscendolo
meglio, vivendoci insieme, salvandoci la vita a vicenda, seguendolo in
ogni cosa, capendolo profondamente, entrandogli dentro…
bè, mi sono reso conto che il suo mondo era fantastico e che
mi sarebbe piaciuto farne parte in modo totale. – Le sue
parole furono molto belle considerando da chi provenivano e per Rufy
furono l’ennesima dichiarazione. Zoro non ne faceva molte e
quando le diceva se le godeva andando al settimo cielo. Istintivamente,
con un sorriso radioso e a suo modo dolce, quasi infantile tutto
sommato ma adulto allo stesso tempo, gli si strinse accanto senza
toccarlo chiaramente. Sapeva che lui non era sempre per certe
manifestazioni d’affetto in pubblico, anche se spesso non
riusciva a trattenersi e gliele dava comunque anche contro la sua
volontà.
Sanji stesso fu colpito da quelle
sue parole, non normali per lui. Parole che gli fecero capire meglio
quel processo che cominciava a tormentarlo a causa di Yoel. Eppure non
gli rispondeva al suo reale quesito.
- Tu Rufy? – Fece quindi
in direzione del capitano. Questi continuando a sorridere contento
dimostrando una volta di più i suoi sentimenti puri e
disarmanti dei quali mai si sarebbe vergognato, rispose senza doverci
pensare per nulla:
- E’ facile:
è stato un colpo di fulmine! Appena l’ho visto
legato alla croce, la prima volta, ho capito subito che era speciale e
mi sono detto che sarebbe stato mio! Così è
stato! – Poi aggiunse: - Però l’ho
capito tempo dopo, improvvisamente, come se mi avessero dato una botta
troppo forte in testa. Forse è stato un processo lento anche
per me ma me ne sono accorto in un colpo, quando dopo
l’ennesima volta in cui aveva rischiato la vita ho desiderato
darla al suo posto pur di farlo riprendere. Quella volta a Thriller
Bark, ricordi? –
Ricordava bene eccome. Erano stati
avvenimenti particolarmente duri per tutti, sul finale, e solo lui
sapeva che cosa aveva combinato realmente Zoro. Non aveva voluto farlo
sapere a nessuno e nemmeno Rufy ne era a conoscenza. Sanji sorrise
comprendendo come stessero le cose fra loro.
Avrebbero dato la vita a vicenda.
Era davvero amore. Senza saperlo avrebbero fatto la stessa cosa
l’uno per l’altro.
Quel modo di vivere il loro
rapporto, quei sentimenti forti che li univano, erano davvero puri e
veri.
Chissà se lui ne
avrebbe mai davvero provati per qualcuno.
“Allora è
meglio così, che sia stato Zoro, quella volta, a
sacrificarsi per Rufy davanti ad Orso Bartholomew…”
Pensò dimenticandosi
per un attimo dei suoi dilemmi.
- Ma perché lo vuoi
sapere? – Chiese Zoro improvviso riportandolo alla
realtà.
Sanji strinse la sigaretta fra le
dita, ormai era quasi finita, quindi guardando in basso sul sentiero di
terriccio che stavano percorrendo con passo tranquillo, si decise a
dirlo.
Doveva farlo e basta, esprimere i
suoi dubbi atroci davanti a tutti.
- Yoel mi provoca gli stessi
istinti che mi provocano le donne! –
Silenzio.
Zoro e Rufy si fermarono per non
inciampare e sgranando gli occhi lo guardarono allontanarsi e dar loro
la schiena.
Avevano sentito bene?
Sanji che era attratto da un uomo?
- Ma è un ragazzo!
– Sbottò spontaneo Rufy con un certo
sconvolgimento naturale. Persino lui sapeva che Sanji provava un amore
sviscerale solo per le donne.
Fino a quel momento, per lo meno.
- Davvero? Te ne sei accorto?
– Sbottò nervoso girandosi verso di loro che lo
fissavano ancora come se fosse un marziano.
- Si e tu? – Chiese
quindi di rimando il moro provocando le ire del cuoco che voltandosi
riprese la sua marcia sbuffando fumo a tutto andare:
- Oh, al diavolo! Non avrei mai
dovuto parlarne con voi! Tanto più che non mi siete stati
d’aiuto! –
Anche se non era proprio
così.
Rufy, in realtà, era
stato illuminante. L’aveva sempre saputo che Zoro sarebbe
stato speciale per lui, infatti l’aveva voluto con
sé seguendo il suo solito istinto, ma se ne era accorto
improvvisamente, in un momento particolare, non gradualmente come Zoro.
Forse anche a lui capitava una
cosa simile. Una sorta di colpo di fulmine, insomma. Del resto
l’amore era imprevedibile e lo sapeva. Anche se…
bè, in realtà non era mai stato davvero
innamorato. Lui amava le donne in generale, le venerava e avrebbe dato
la vita per loro, secondo l’istruzione che aveva ricevuto, ma
non si era mai realmente innamorato.
Poteva essere gay, in
realtà, e provare solo semplice istinto protettivo verso
creature più fragili degli uomini...
Poteva essere così?
Sentì di essere seguito
insieme al loro sguardo pungente e stupito che continuava a
punzecchiarlo sulla schiena, quindi si girò nuovamente di
scatto come per colpirli con un calcio ciascuno ma si fermò
guardando Rufy abbracciare Zoro giocando a farsi proteggere da lui. Lo
faceva spesso e senza vergogna.
Dunque era così.
Non serviva nascondersi,
dilaniarsi dai dubbi e credere di essere anormali. In realtà
cos’era più giusto, più consono,
più in natura?
A guardare quei due sembravano
loro, quelli sulla retta via.
Li invidiò cambiando di
nuovo repentinamente umore, per cui abbassò la gamba e
riprese il cammino borbottando solo un laconico:
- Andiamo che non abbiamo ancora
trovato nulla! – E nemmeno cercato!
Zoro e Rufy quindi lo seguirono
affiancandolo, dimenticando presto la rivelazione sconvolgente,
trovandola subito normale e ordinaria.
“Non per nulla sto bene
con questa manica di pazzi…”
Pensò Sanji buttando il
mozzicone ormai finito e scuotendo la testa in segno di resa.
Era inutile tormentarsi nei dubbi,
qualunque cosa fosse l’unica era arrendersi e seguire
ciò che si sentiva di fare, anche se gli sembrava strana e
non da lui.
Se il risultato era la
felicità che provavano a stare insieme quei due accanto a
lui, valeva proprio la pena provarci…
Distante da lì,
giù in paese...
- Mi è venuta in mente
una cosa... - Disse improvvisamente Yoel con aria pensierosa dopo aver
ricordato in un flash un particolare del suo passato che sarebbe potuto
servire. Nami la guardò subito ansiosa di conoscere il
dettaglio con la speranza che potesse essere utile.
- Dimmi! - Non pensava
più al fatto che Yoel volesse ucciderla, quindi era alquanto
rilassata mentre cercava di trovare il punto da cui partire in quella
ricerca alla ceca.
- Anni fa, quando io ero ancora
piccolo, vennero su quest'isola un gruppo di pirati che diedero fuoco a
tutto distruggendo ogni cosa. Anche la mia famiglia. - Mentre lo diceva
Yoel stessa si chiedeva perché glielo diceva con tanta
leggerezza, come se non fosse davvero importante e volesse sminuire il
suo dolore per quel giorno terribile. La navigatrice, tuttavia, colse
questo scudo nel raccontare quegli eventi e capì che in
realtà doveva essere stato molto doloroso. “Ecco
perché odia tanto i pirati... prima l'aveva accennato
infatti... ma cosa c'entra, ora?” Non la interruppe ed attese il
proseguo rimanendo seria ad osservarla lateralmente.
- Ebbene allora non ci feci caso
ma ora non penso sia solo una coincidenza. Quei pirati sono venuti qua
cercando a gran voce un tesoro a loro detta molto consistente. Nessuno
ne sapeva nulla, quindi non trovandolo fecero una strage e se ne
andarono. Se questo tesoro è così importante da
essere conosciuto da più persone, forse esiste realmente...
ed è proprio qua da qualche parte... -
“Lo sapevo io che ci
sarebbe stato utile!” Pensò con un brio in
più Nami dopo aver sentito il racconto che sarebbe stato
triste senza una conclusione così piena di speranza.
- Il fatto che non l'abbiano
trovato gioca a nostro favore! - Iniziò Nami concentrandosi
sul tesoro piuttosto che sulla vicenda, capendo che per Yoel sarebbe
stato imbarazzante e che sicuramente l'avrebbe insultata dicendo di non
ficcare il naso nei fatti suoi. - Sono venuti altri pirati a cercare la
stessa cosa, nel corso di questi anni? - Chiese poi rivolgendole lo
sguardo con più attenzione, facendo lavorare i suoi neuroni
sempre pronti a scattare nella giusta direzione.
La mora si grattò la
testa scompigliandosi ulteriormente i capelli mossi e più
corti sulla sommità del capo, quindi guardando il cielo
azzurro per ricordare, disse sinceramente:
- Bè, ne sono venuti
altri, si, solo che non li facevamo mai parlare... li facevamo andar
via prima o li uccidevamo... insomma, non avevano mai il tempo di dire
perché erano qui. È probabile che cercassero
questo fantomatico tesoro, in effetti... -
A Nami cadde un gocciolone sulla
testa in segno di sgomento. Perché si era imbattuta
nell'unica persona poco incline ai rapporti umani?
Possibile che nel suo gruppo non
ci fosse uno che ne capisse di più in grado di aiutarla... e
che fosse libero?
Si disse di essere alquanto
sfortunata ma non si arrese scuotendo il capo. Elaborando tutte le
poche informazioni recuperate cercò di buttare una tesi
plausibile, quindi la esternò circondandosi la vita con un
braccio e gesticolando con l'altro:
- Dunque... potrebbe trattarsi di
un tesoro antico dell'isola, una sorta di patrimonio culturale che ha
fatto notizia in qualche modo. Io non ne sapevo nulla ma evidentemente
è conosciuto da più di qualcuno. -
Yoel si strinse nelle spalle
dimenticando sempre più il suo rancore verso la ragazza che
la costringeva a collaborare, quindi fece:
- Io abito qua da venti anni ma
non mi è mai arrivata voce di nulla del genere;
probabilmente i vecchi di quest'isola ne sanno qualcosa. -
- Possono anche essere solo
leggende, ma in ognuna c'è un fondo di verità! -
Di nuovo lo scintillio dei suoi occhi tornò ad illuminare il
suo viso.
“Questa qua è
inquietante!”
Pensò Yoel lanciandole
uno sguardo poco ammirevole, decidendo di concentrarsi su quella pista
probabilmente utile.
- Forse però Nail
conosce questa storia del tesoro, lui sa tutto... se è
così, per salvare tutti gli altri glielo avrà
rivelato, anche perchè onestamente non penso gli importi
qualcosa dei soldi... - Rifletté ancora ad alta voce la
ragazza mentre si dirigeva all’abitazione di una delle
persone più anziane del villaggio. Sentendola, Nami
l'affiancò subito dandole una pacca sulla spalla che voleva
essere incoraggiante, poi sorridendo sicura disse:
- Visto che hai fatto bene a
collaborare con noi? Non te ne pentirai! -
- Io no e voi? - Questa domanda
trasmise i brividi gelidi giù per la spina dorsale alla
navigatrice che irrigidendosi la lasciò andare avanti da
sola per mantenere una certa distanza di sicurezza. Forse lasciare
Sanji con Zoro e Rufy era stata una cattiva idea!
Le ricerche si erano concluse con
un ottimo risultato e trovatisi quasi tutti davanti alla Thousand Sunny
ad aspettare gli altri per scambiarsi le informazioni ottenute, si
erano fermati a ridosso della scogliera a cui era ormeggiata la nave
della ciurma.
A mancare erano solo il trio
apocalittico: Sanji, Rufy e Zoro.
- Quelli si saranno persi! - Si
stava lamentando Usop cercando fra la boscaglia le loro figure che
ancora non si vedevano.
- Ma con loro è andato
Sanji, lui ha orientamento... non è come gli altri due! -
Rispose Franky conscio delle loro 'qualità'!
- Però non ci sono
ancora! - Ribatté di nuovo Usop.
- Magari hanno trovato il covo dei
pirati e si sono fermati a combattere... conoscete Rufy, no? Per non
parlare di Zoro! - Si inserì allarmato Chopper immaginando
già il peggio, cominciando a correre su e giù con
le mani sul cappello e gridando 'poveri loro' a tutto andare.
- Chopper, smettila, anche se
così fosse se la caveranno di sicuro! - Cercò di
calmarlo Nami con voce impaziente. Cominciavano tutti ad innervosirsi e
non andava bene, in fondo non c'era nulla da temere, per ora. No?
- Yohohohoh! Ragazzi, come siete
divertenti! Mi fate morire dal ridere! - Disse Brook ridendo e
rotolandosi a terra tenendosi la pancia con le braccia scheletriche
avvolte dai vestiti neri, quindi aggiunse fermandosi: - Ovvio, si fa
per dire... io sono già morto! Yohohoh! - Riprese quindi a
ridere in quel suo modo caratteristico che coinvolgeva a sua volta gli
ascoltatori.
- Ma come sei spassoso, Brook! -
Fecero poi in coretto Chopper, Usop e Franky sganasciandosi insieme al
musicista pirata.
- Branco di idioti... SMETTETELA!
- Ringhiò urlando Nami stufa di tutte quelle perdite di
tempo.
Ovviamente non fu ascoltata e
mentre loro facevano il consueto casino pieno di ilarità,
Yoel con una cinquantina di gocce sulla testa piene di sconcertazione,
si girò dando loro le spalle preferendo concentrarsi
sull'orizzonte marino piuttosto che continuare a guardare quel branco
di spostati dare spettacolo.
“Questi non sono pirati,
dannazione! Sono pagliacci! E dovrebbero aiutarmi a recuperare i miei
amici? È meglio fare da sola!”
Pensò infervorata e
seccata la mora incrociando le braccia al petto, distraendosi
volontariamente dal resto del mondo. Mosse anche qualche passo verso il
ciglio della scogliera, prendendo meglio la brezza che dal mare
soffiava fin lì. L'annusò a pieni polmoni e
ritrovando la calma, non fece in tempo a sentire l'urlo che da lontano
veniva sempre più vicino seguito da un 'attenti' che aveva
lo stesso processo.
Pace.
Quella cosa sconosciuta.
Il botto che si udì fu
inevitabile e deleterio, vista la velocità con cui, per far
prima, Rufy aveva agganciato Sanji e Zoro per lanciarsi in
modalità fionda in aria verso di loro.
Come al solito non
calcolò l'atterraggio e sperando in un anima pia che li
fermasse, notò che mentre tutti si erano prontamente
spostati, l'unico rimasto fermo preso alla sprovvista era stato il
nuovo arrivato.
Proprio così.
Il trio apocalittico si infranse
esattamente contro Yoel che... finì in mare in un tuffo a
panciata capace di sbaragliare chiunque.
Bè, loro tre si erano
fermati!
- Razza di idioti! Yoel ha
mangiato il Frutto del Diavolo! E poi è questo il modo di
lanciarsi? Teste di cavolfiore! - Li insultò Nami oltremodo
furiosa per essere una volta di più in mezzo a gente senza
speranza. - Ora qualcuno lo salv… -
Ma non servì terminare
la frase poiché prima ancora di capire dove fossero le
proprie gambe e a chi fossero allacciate le braccia, Sanji si era
tuffato giù dagli scogli per salvare quello che credeva un
ragazzo.
Ancora per poco.
Mentre tutti gli altri si
affacciavano incuriositi e Rufy rimaneva aggrappato a Zoro a modo di
koala, in acqua il giovane cuoco immerso immediatamente in
profondità, trovò subito Yoel e cingendo le
braccia intorno al suo petto la trascinò in superficie. Una
volta su tutti lo applaudirono, peccato che non sentì nulla,
troppo sconvolto nella realizzazione di una cosa ben più
grande.
Le sue mani stavano toccando
qualcosa di inequivocabile... certo piccolo rispetto a ciò a
cui era abituato, ma inequivocabile.
Che non sarebbe dovuto essere
lì!
- Ma questo è un... -
Non fece in tempo a dirlo
poiché uno schiaffo dalla notevole potenza si infranse con
il suo viso seguito da un ruggito:
- PORCO! -
- Ma tu sei una donna! -
Esclamò infine il biondo lasciandolo andare istintivamente
rischiando un secondo annegamento!