CAPITOLO V:
SUL SENTIERO DI GUERRA

La frase l’avevano udita tutti e nessuno aveva avuto dubbi su ciò che Sanji aveva detto. Solo che ugualmente credettero di aver sentito male.
Yoel… una donna?
- Cosa?! – Dissero tutti insieme all’unisono all’infuori di Robin che raramente si dimostrava stupita a tal punto.
Sanji ovviamente non li calcolò e non ripeté, quindi affannandosi a recuperarla nuovamente dopo lo schiaffo ricevuto in risposta al suo involontario palpeggiamento al seno, cercò di domare qualunque altro istinto per nuotare verso la parete rocciosa. Rufy, esortato da qualcuno che si svegliò prima degli altri, allungò le braccia e li afferrò tirandoli su, quindi una volta a terra accanto a loro tutti in perfetto silenzio li guardarono senza saper esattamente cosa dire e fare.
Erano entrambi bagnati fradici ed i vestiti attaccati ai loro corpi come anche i capelli scompigliati che incorniciavano i loro volti.
Respirare.
Sanji doveva respirare.
Si sentiva affannato ma non per la nuotata appena fatta, non nel modo in cui lo era Yoel che a gattoni si teneva una mano sul petto per cercare di calmare il proprio cuore che per un attimo aveva rischiato di schizzarle via.
Non ci pensava.
Non ci pensava minimamente al fatto che tener nascosto il particolare del sesso, quando tutti la credevano un lui invece che una lei, poteva essere motivo di stordimento.
Il cuoco si tirò su a sedere tenendo le gambe piegate una contro il petto ed una giù lateralmente, le mani sul terreno che si imbrattarono, il ciuffo biondo più sul viso del solito.
Ci fu un istante in cui rimase in silenzio senza trovare la cosa da dire fra le mille che gli passarono per la testa.
In quell’attimo, mentre cercava la reazione migliore insieme alle parole, gli passarono per la mente tutte le sue paranoie sulla propria sessualità e sul fatto di essere gay.
Quello che per lui era stato un piccolo inferno, dopo tutto, poiché adorava le donne da sempre.
Per uno come lui mettersi in discussione a quel modo credendo di stare innamorandosi di un uomo era terribile.
Però in un modo o nell’altro, con fatica, era stato disposto ad accettarlo.
Ci aveva creduto e non era stato facile. Si era addirittura dovuto confidare con Zoro e Rufy. Cose inaudite!
E lei invece… era una donna…
Dopo quel momento di considerazioni sul proprio stato d’animo presente e passato, finalmente scattò tendendosi verso di lei che ancora non lo degnava di uno sguardo. La sua espressione fu rabbiosa, sconvolta e delusa allo stesso tempo. Un misto che non sapeva bene cosa far prevalere.
- MA TU SEI UNA DONNA! – Alla fine non aveva trovato nulla di meglio da dire, ripetendo quello che aveva detto in acqua e che era già ampiamente ovvio, ormai.
Ancora il silenzio intorno a loro.
Toccò quindi a Yoel parlare e girandosi a guardarlo, sciogliendosi la treccia ormai disfatta, dimostrò involontariamente quanto effettivamente lo fosse.
Le onde nere dai riflessi rossi passarono sul davanti circondandole il volto dove goccioline correvano finendo nei vestiti strafondi. L’occhio di vetro sulla parte martoriata dove anche l’orecchio mancava, in quel momento, parve assumere un inclinazione ancor più fredda del solito.
- Si e allora? – Gelida come ancora non l’avevano vista e sentita. Non sulla difensiva e nemmeno aggressiva. Solo dannatamente fredda.
- Come ‘e allora’… - Disse Sanji abbassando il tono per lo stupore. – Non ti sembra di doverci delle spiegazioni? Parli di te al maschile, ti vesti da ragazzo, quando noi ti diamo del ‘lui’ non ci correggi… cosa pensavi di fare, prenderti gioco di noi? E dopo di questo non pensi nemmeno di doverci delle spiegazioni? –
Questa volta si stava alterando di nuovo ma ancora cercava di non urlare come prima. Però dentro di sé la rabbia montava. Avrebbe voluto metterle le mani addosso anche se dall’altra parte si sentiva solo più bloccato a causa del fatto che era proprio una donna.
Yoel si mise l’elastico al polso e si alzò in piedi come nulla fosse, quindi con le mani ai fianchi ed un aria decisa di chi sembrava sfidare il mondo a farle trovare qualcosa che non andava in quel che faceva, disse:
- Preferisco comportarmi e farmi passare per un ragazzo ma se qualcuno scopre la mia vera natura non ne faccio una questione di stato. Sono una donna, e allora? Rimango sempre io. Sono affari miei il perché lo faccio. Non devo spiegazioni a nessuno, tanto meno ad una banda di pirati spostati che mi sfrutta per trovare il suo cavolo di tesoro! – Concluse con una maggiore marcatura di disprezzo. Continuava a detestarli e primo fra tutti Zoro.
Dopo di questo non li lasciò ribattere, si girò dando le spalle a lui ancora a terra, quindi rivolta verso Nami disse ancora dura:
- Ho bisogno di cambiarmi ma perdiamo troppo tempo a tornare in città, se qualcuno mi presta qualcosa ci dedichiamo subito alle nostre rispettive missioni che, per puro culo, coincidono! – Il modo di parlare era sempre sprezzante e mascolino, come i suoi modi generici e i suoi atteggiamenti, per non parlare delle sue espressioni… era normale rimanerne ingannati. Certo come ragazzo aveva dei tratti femminili, ok, però non era assurdo scambiarla per un lui.
La navigatrice fu la prima a riscuotersi grazie alla parola ‘tesoro’. Aveva ragione. Maschio o femmina non aveva importanza, contava solo che li aiutasse a trovare il loro bottino. Dando un ultimo sguardo a Sanji seduto che la fissava incredulo e confuso annuì dicendo di seguirla sulla nave poiché le avrebbe dato qualcosa di asciutto.
Guardandola allontanarsi e salire sulla Thousand Sunny, tutti si resero conto che se quei lunghissimi capelli ondulati fossero stati sciolti da subito, non sarebbero sorti equivoci.
Quando se ne andarono e gli altri rimasero inebetiti a pensare a quanto appena appreso, molti concordarono col fatto che per quanto strano fosse, alla fin fine non contava molto di che sesso era. Li stava aiutando comunque molto.
Tutti arrivarono a quella conclusione tranne Sanji che rimanendo fermo in quella posizione non pensò nemmeno di accendersi una sigaretta per calmarsi.
In effetti non era agitato ma semplicemente scosso.
Gli altri non avrebbero capito da cosa derivasse quel suo stato d’animo, solo Zoro e Rufy che, infatti, rimanendo seri, non dissero nulla al contrario degli altri che cominciarono a riderci su.
Le loro battute furono solo un contorno fastidioso e per una volta Rufy non si unì a loro alimentando la cagnara, rimase accanto a Zoro ad osservare il suo cuoco che immerso in un altro mondo cercava di capire come prenderla da ora in poi.
Fu Zoro a parlare per tagliare corto la situazione. Era da lui; in fondo poche cose erano degne di essere portate per le lunghe, la maggior parte delle volte si doveva saper tagliare corto.
- Meglio così, no? – Disse solamente. Logico, diretto, semplice e a suo modo brutale.
Gli altri non li sentirono mentre il volto del capitano rimaneva concentrato su quello del biondo per cercare di capire come fosse il caso di prenderla.
Sanji alzò il viso sullo spadaccino, quindi puntò i suoi occhi penetranti in quelli altrettanto penetranti di Zoro e in una lotta di sguardi alla pari, alla fine fu Rufy a concludere tutto con un largo sorriso distensivo e sincero, felice.
- Tutto è bene quel che finisce bene, no? – Già, in fondo era vero, si disse Sanji guardando anche lui. L’aveva presa male perché aveva passato dei brutti quarti d’ora, ma a conti fatti lui rimaneva quello che aveva sempre pensato di essere e non doveva riconsiderarsi da cima a fondo. Yoel era una donna e così tutto andava a posto.
Fu quel suo sorriso a dargli la giusta prospettiva e visione della cosa.
Era proprio così.
Non c’era più bisogno di allarmarsi. L’aveva tenuto nascosto ed anche se aveva i suoi motivi sarebbe stato meglio non farlo, ma ormai era andata ed era contento fosse una ‘lei’.
Sospirando infilò la mano nella giacca quindi estraendo il pacchetto di sigarette si rese conto di averle completamente bagnate.
Imprecando per questo si alzò e con un ghigno dei suoi che voleva essere un ringraziamento, a modo suo, disse:
- Vado a prendermi le sigarette! – Non servì aggiungere nulla, Zoro e Rufy capirono che tutto era andato a posto, quindi con la medesima espressione lo guardarono salire a sua volta sulla Thousand Sunny.
Certo il mondo era bello perché vario!

Si incrociarono sul ponte entrambi pronti per riprendere la loro missione o caccia al tesoro che dir si voleva.
Sanji si fermò immediatamente e guardandola come se la vedesse per la prima volta, rimase senza fiato con la mano nel gesto di mettersi una sigaretta asciutta fra le labbra schiuse.
Yoel coi vestiti di Nami sembrava finalmente una ragazza ed anche se non aveva le sue stesse curve, infatti gli abiti le stavano larghi, si dimostrava decisamente piacevole da guardare.
Si era rifatta la treccia coi capelli lunghi mentre quelli corti sulla sommità del capo erano quasi del tutto asciutti e spettinati. Indossava dei pantaloni stile militare che la ‘sua’ Nami metteva ogni tanto in alternativa alle meravigliose gonne corte, sopra una canottiera scura che non le stava troppo attillata ma nemmeno larga come i vestiti che le avevano visto addosso fino a quel momento. La metteva fin troppo in mostra a partire dal petto decisamente piatto confronto a quello della navigatrice. Non ci si sentiva molto a suo agio ma quel giorno era effettivamente più caldo del solito nonostante fossero su un isola della mezza stagione. Oltretutto davanti a lei si prospettavano dei momenti più che movimentati, stare comoda e leggera era più saggio.
Inoltre… bè, era ciò che le aveva dato, non aveva fatto troppo la preziosa.
Tutte le sue armi le aveva addosso ben pronte per l’uso come sempre.
Una striscia di addome era appena scoperto da cui si intravide sul fianco il medicamento per la ferita del giorno prima.
Non pensò di dover dire nulla, Yoel, per cui ignorandolo completamente ricredendosi sulla circa buona impressione che gli aveva fatto la prima volta che lo aveva visto, tirò dritta per scendere dalla nave.
Non era il momento di perdersi in ciance inutili e nemmeno in spiegazioni insulse. Non ne doveva a nessuno di loro, erano solo dei pirati che la costringevano a collaborare.
Anche se… bè, doveva riconoscerlo… da sola non sarebbe andata lontano ancora per molto.
La lesione le faceva di nuovo male visto che l’effetto dell’antidolorifico di Chopper era ormai finito.
- Come va? – Disse Sanji raggiungendola in fretta per aiutarla a scendere la scaletta. Non ci aveva messo poi molto a decidere, in fondo… vederla in versione femminile gli era bastato eccome.
Yoel era una donna ed andava trattata come tale.
Per sua fortuna!
La mora si fermò a cavalcioni sul parapetto per osservarlo con un sopracciglio alzato e sempre un aria di difesa ben stampata addosso.
- Che? – Chiese quindi brusca. Lui non demorse e proseguì porgendole una mano per aiutarla.
- La ferita al fianco… l’effetto dell’antidolorifico sarà andato via ormai… dovresti riposarti o… -
- Sto bene, non ti interessa come sto! Ce la faccio! E tieni le mani a posto! – Lo interruppe secca e sgarbata lei. Decisamente una scuola di buone maniere non le sarebbe guastata!
Detto ciò non lo degnò più di nulla iniziando a scendere per conto suo, stringendo i denti e trattenendo le smorfie di dolore per le fitte ad ogni movimento. Fare finta di nulla sarebbe stato decisamente duro.

- E’ un isola presa spesso d’assalto dai pirati. C’è stato un gruppo in particolare che pur di trovare il tesoro che doveva essere qua da qualche parte, ha distrutto tutto senza successo. Successivamente ne sono arrivati altri solo che il gruppo di Yoel li cacciava sempre subito senza farli parlare, si suppone avessero tutti lo stesso intento. Quindi siamo andati a parlare coi vecchi del villaggio riguardo a qualche tesoro o patrimonio di valore, qualcosa che possa valere e aver fatto notizia in qualche modo. Ed abbiamo trovato qualcosa di interessante. – Nami a quel punto si sospese osservando uno ad uno le espressioni dei loro compagni e trovò in Robin una consapevolezza di chi chiaramente sapeva di cosa parlasse, quindi le chiese se avesse scoperto anche lei qualcosa e la mora con compostezza e imperturbabilità annuì prendendo la parola.
- Si, nella biblioteca ho trovato qualcosa circa la storia di questo posto e penso possa riguardare ciò che in molti hanno cercato e qualcuno forse ha ormai trovato. Quest’isola, molti anni fa, fu spettatrice e tomba di una ciurma molto famosa di pirati. A quell’epoca erano ricercati da tutti poiché si diceva che fossero quelli più arricchiti. Certo non erano al pari di Gold Roger ma ugualmente ben messi. Ricercati da tutti, marina e altri pirati stessi, approdarono qua consapevoli che la loro fine ormai era vicina, contesi da troppe persone. Non si sa di preciso con quale intenzione vennero ma si sa che quando furono trovati da un altro gruppo di pirati agguerriti e molto forti, questi li uccisero tutti senza lasciarne nemmeno uno vivo ma non trovarono mai il loro tesoro, né sulla nave né in nessun posto su quest’isola. Eppure da qui essi non salparono mai. L’ipotesi è che il tesoro si trovi ancora qua ben nascosto da qualche parte. In molti hanno provato a trovarlo ma nessuno ebbe successo e si sparse la voce che si trattava solo di una leggenda senza nessun fondamento. –
Quando anche lei terminò di raccontare ciò di cui era venuta a conoscenza, gli altri la stavano ascoltando e guardando con tanto d’occhi, tutti presi da quella storia intrisa d’avventura e… pirateria!
Ci misero poco, i soliti, ad esaltarsi come matti all’idea di avere a che fare con una vicenda simile, in pochissimo tempo la maggior parte della ciurma stava saltellando felice di aver trovato un indizio simile così utile.
Non erano lì a vuoto ad inseguire un niente e a perdere tempo.
Non avrebbero potuto chiedere di meglio.
Certo, perché non passava nemmeno per l’anticamera del cervello che potesse trattarsi comunque solo di racconti privi di verità, non esisteva assolutamente che fosse così.
Loro se lo sentivano che era tutto vero.
Come si sentivano ogni volta che stavano intraprendendo un avventura terribilmente bella e divertente!
- Lo sapevo io che un tesoro c’era! Grandioso! –
- Vi immaginate quanto oro ci sarà? Diventeremo ricchissimi… -
- Ora non rimane che trovare il posto e prenderci tutto il tesoro! –
- E salvare i miei amici! – La voce secca e brusca di Yoel arrivò ad interrompere le loro esultanze troppo ottimiste a e riportarli sulla Terra.
- Certo, e a salvare i tuoi amici. Sta tranquilla, sei in buone mani! Tutti temono il grande Usop! Lascia fare a me! - Rispose il nasuto cercando di tornare serio e professionale, come se fosse possibile…
- Non sei molto credibile, sai? – Fece quindi Franky con un ghigno divertito.
- E perché mai? – Chiese il moro ricciuto.
- Perché si tratta di salvarli combattendo contro gente sicuramente forte, visto che ha catturato tutti loro che non credo siano degli sprovveduti se hanno sconfitto sempre un sacco di altri pirati, in questi anni. – La riflessione del cyborg non era per nulla campata per aria ed anche se per loro normalmente non era un problema combattere contro gente forte, il fatto è che lo era di certo per Usop, proprio colui che aveva parlato per primo!
- Vuoi dire che ho paura o che non sono capace di sconfiggere gente forte? – Disse quindi di rimando l’amico con aria battagliera e sicura di sé mentre le gambe non riuscivano a smettere di tremare all’idea che ormai gli si era insinuata in testa.
A questo chi non riuscì a rimanere serio scoppiò a ridere disteso e rilassato, per nulla teso circa la situazione che stavano per affrontare.
- Insomma, voi la prendete come un gioco! Secondo me state andando tutti a farvi ammazzare! Ma peggio per voi, non vi farò da balia, io vado là con i miei obiettivi nei quali voi non rientrate di certo! Ognuno per sé, una volta laggiù! – Irruppe nuovamente Yoel selvaticamente mentre gesticolava infervorata ed infastidita dall’atteggiamento rilassato che tutti quelli avevano. – E poi… dove diavolo è, questo cavolo di tesoro? Non è che lo sappiamo ancora! Se nessuno in tutti questi secoli lo ha trovato come possiamo pensare di riuscirci noi solo perché decidiamo di trovarlo? Avete forse un radar? – Ecco, forse qualcuno così ci voleva nel gruppo. Che a forza di urla e puntate di piedi riportava tutti alla dura realtà ogni volta che qualcuno partiva per la tangente.
- Un radar no, ma un posto dove cercare si! – La voce laconica e seria di Zoro giunse a sovrastare quelle concitate di tutti, quindi Yoel girò lo sguardo dal raggio assassino sullo spadaccino. Tagliente era dir poco. Sembrava volesse distruggerlo con il solo occhio sano che aveva.
Come aveva osato proprio lui rivolgerle la parola?
Sapeva quanto lo detestasse… glielo aveva detto, no?
E lui osava addirittura parlarle.
Voleva forse morire?
Zoro non se ne curò.
- Cosa vuoi dire? – Chiese Nami non capendo ciò che lui intendesse.
- Semplice, prima di venire qua abbiamo trovato un passaggio segreto aperto nella scogliera a est di quest’isola, proprio davanti ad una nave pirata. Non ci siamo fatti avanti, abbiamo preferito dirvelo. –
Silenzio.
Ancora silenzio.
Elaborare il fatto che avevano trovato ciò che cercavano e che glielo stavano dicendo solo ora, non era una cosa facile visto che era passato un sacco di tempo da quando erano arrivati. Avevano anche atteso che tutte le storielle terminassero, che si facessero supposizioni, discorsi vari… che ci si bagnasse, ci si asciugasse, ci si riprendesse… avevano aspettato forse un po’ troppo!
- E… - Iniziò Nami con un filo di voce mentre una strana aura aleggiava intorno a lei improvvisamente. Una aura nera spaventosa come il suo sguardo. - … COSA DIAVOLO ASPETTAVATE A DIRCELO, IDIOTI!? –
- Bè, - Esordì Zoro, ancora più logico di prima, senza scomporsi minimamente: - vi vedevamo così lanciati a raccontare che ci sembrava scortese interrompervi. – Come se lui conoscesse davvero la parola ‘scortese’!
La verità è che non c’era una vera risposta. Loro erano semplicemente fatti così.
Senza speranza.
Non pensavano affatto, agivano e basta. Lui e Rufy per lo meno.
Sanji tendeva a riflettere ed anche molto bene peccato che il fatto di Yoel l’avesse completamente sbattuto fuori rotta!
- RAZZA DI IMBECILLI PATENTATI! CHISSA’ DOVE SARANNO ADESSO! – Urlò ancora Nami cominciando questa volta a picchiarli con la sua arma.
Non si poteva sperare in qualche azione sensata da parte loro, per una volta?
No, macchè… se fossero stati sensati non sarebbero stati più loro!
A Nami avrebbe tanto voluto unirsi anche Yoel, questa volta, ma si trattenne poiché se avesse iniziato a pestarli probabilmente li avrebbe uccisi ed invece, purtroppo, le servivano vivi.

Perché lo fanno? È solo per uno stupido tesoro? Rischiano la vita contro altra gente sicuramente forte solo per arricchirsi e basta? E’ stupido! Oltre ad essere delle bestie, i pirati, sono anche stupidi?
Perchè? Io proprio non lo capisco... e poi... Zoro... Zoro, primo fra tutti, non riesco a capirlo. Pensavo che stando con lui l'avrei compreso ma non è così. Ha smesso di dare la caccia ai pirati, a dei delinquenti, per diventare uno di loro. Come è possibile? Perchè l'ha fatto?
È qualcosa che mi tormenta da un sacco di tempo. Smettere di seguire la giusta via per sporcarsi di delitti e di cattiverie gratuite.
Non lo capirò mai. “
Yoel camminando insieme agli altri membri della ciurma, rimase leggermente indietro per poter fare liberamente qualche smorfia di dolore ed osservare Zoro, il fulcro dei suoi quesiti.
Il fianco le doleva e non poco ma l'idea di dover assolutamente andare avanti per una causa più importante della sua salute, non la faceva desistere. Preferiva distrarsi pensando ai pirati e a quello strano gruppo che l'aveva affiancata in quella disperata impresa.
E prima di tutto l'aveva salvata. Perchè?
Da che aveva a che fare coi pirati, non aveva mai visto in loro gentilezze simili.
Voler affiancarla a tutti i costi per trovare quella banda di assassini e ladri non era sensato davvero. Alla fin fine avrebbero sicuramente trovato comunque il loro dannatissimo tesoro da soli, senza di lei.
Era come se... come se in realtà volessero aiutarla e assicurarsi che non si facesse ammazzare.
Perchè mai?
Era davvero così?
Sospirò senza rendersene conto e probabilmente il suo fiato fu emesso con una vaga nota di insofferenza per la lesione curata da Chopper solo la notte precedente.
A girarsi fu proprio Zoro con un aria serafica ed una punta interrogativa. Non chiese nulla consapevole del suo odio nei propri confronti, ma non gli ci volle molto per capire che stava male e che si tratteneva unicamente grazie alla sua forza di volontà.
Gli bastò quello sguardo per capire che le piaceva, quella ragazza.
Le piaceva come persona.
La volontà è tutto per dei guerrieri e lei lo è a tutti gli effetti, basta uno sguardo per capirlo. Rufy e gli altri l'hanno compreso subito, ecco perché hanno voluto aiutarla. Io non me ne ero reso conto ma mi sono fidato, come sempre, ed ho fatto bene oppure oggi un guerriero valido sarebbe morto ingiustamente. Sarebbe stato un vero spreco. Basta uno sguardo per riconoscere una persona valida.”
Le considerazioni fulminee di Zoro arrivarono mentre senza dirle nulla prese Chopper per le corna buttandolo malamente dietro di tutti, esattamente davanti a lei.
- Dalle qualcosa. - Senza dire altro, solo questo, laconico ed incisivo. Yoel si fermò e sgranando gli occhi piena di sorpresa capì che solo con uno sguardo, lui, aveva compreso il suo reale stato.
E' come l'avevo sempre idealizzato quando lo adoravo. In lui c'è molto di più di quanto non appaia. Ma non è il solo. Tutti loro sono così!”
- Non serve, sto bene... - Borbottò con un certo imbarazzo, il primo da quando si erano incontrati.
- No, mia cara Yoel... non devi sforzarti e stare nel dolore... fatti curare... - Si inserì subito Sanji con aria preoccupata fiondandosi da lei e fermando l'avanzata di tutti. La mora non lo fulminò come aveva fatto in continuazione in quelle ore, bensì cominciò a mordicchiarsi il labbro mentre sentiva le guance andarle a fuoco. Solo ora apriva gli occhi e li vedeva per quel che erano. Persone che rischiavano la vita per qualcosa di ben più grande ed importante che uno stupido tesoro. Lo facevano per dei valori che lei, ancora, non riusciva ad inquadrare ma che sapeva c'erano.
- Voi non siete normali... - Mormorò a fior di labbra seguendo quei suoi pensieri che la spaesavano e la spiazzavano.
- Te ne sei accorta? - Fece bruscamente Zoro guardandola di nuovo sempre col suo sguardo penetrante e serio.
- Dai, fatti dare un'occhiata, starò pochissimo! - Disse Chopper sorridendo nel suo consueto modo molto dolce e coinvolgente. Yoel lo fissò e dopo un minuto abbondante di opposizione, sospirò arrendendosi: quelli non erano pirati da odiare, per quanto si fosse sforzata fino a quel momento.
Si sentiva come se avesse solamente sprecato il proprio odio.
Aveva perso forze preziose a fare una cosa sciocca ed inutile.
Non poteva fare di tutte le erbe un fascio, evidentemente non tutti i pirati erano uguali oppure non si era mai presa la briga di capirli davvero, però una cosa era certa.
Era arrivato il momento di girare pagina.
Tuttavia una cosa avrebbe voluto saperla lo stesso... perché Zoro si era unito a quella ciurma di pirati?
- No, guarda, non serve che mi medichi ora, dammi solo un antidolorifico e riprendiamo la marcia. Per favore! - Il tono con cui lo disse apparve, per la prima volta in vita sua, probabilmente, gentile e femminile.
Il tempo sembrò fermarsi per un istante mentre tutti si girarono istantaneamente a guardare il suo sguardo gentile e quel sorriso di gratitudine.
Era così diversa da quando l'avevano conosciuta.
Dopo l'intontimento per quel suo nuovo atteggiamento tutti reagirono allo stesso modo, con un sorriso di risposta che dimostrava tutta la loro contentezza.
Ancora una volta avevano fatto la cosa giusta scegliendo di aiutarla.
Non avevano certo avuto mai dubbi a proposito, il loro istinto non poteva mica sbagliare!
- Forza allora... SBRIGHIAMOCI CHE ABBIAMO DEI FARABUTTI DA PUNIRE! -
La voce squillante di Rufy prese il comando riportando tutti alla realtà, più combattivi e decisi di prima.
La risposta fu un 'si' comune di tutti mentre il cuore di Yoel, dopo tanto tempo, ebbe un sussulto di commozione.
Allora gli angeli esistono e possono assumere l'identità di chiunque, persino di pirati!”
Qualunque nome gli si volesse dare, erano semplicemente loro stessi.
Unici per questo.