CAPITOLO V:
SUL SENTIERO DI GUERRA
La frase l’avevano udita
tutti e nessuno aveva avuto dubbi su ciò che Sanji aveva
detto. Solo che ugualmente credettero di aver sentito male.
Yoel… una donna?
- Cosa?! – Dissero tutti
insieme all’unisono all’infuori di Robin che
raramente si dimostrava stupita a tal punto.
Sanji ovviamente non li
calcolò e non ripeté, quindi affannandosi a
recuperarla nuovamente dopo lo schiaffo ricevuto in risposta al suo
involontario palpeggiamento al seno, cercò di domare
qualunque altro istinto per nuotare verso la parete rocciosa. Rufy,
esortato da qualcuno che si svegliò prima degli altri,
allungò le braccia e li afferrò tirandoli su,
quindi una volta a terra accanto a loro tutti in perfetto silenzio li
guardarono senza saper esattamente cosa dire e fare.
Erano entrambi bagnati fradici ed
i vestiti attaccati ai loro corpi come anche i capelli scompigliati che
incorniciavano i loro volti.
Respirare.
Sanji doveva respirare.
Si sentiva affannato ma non per la
nuotata appena fatta, non nel modo in cui lo era Yoel che a gattoni si
teneva una mano sul petto per cercare di calmare il proprio cuore che
per un attimo aveva rischiato di schizzarle via.
Non ci pensava.
Non ci pensava minimamente al
fatto che tener nascosto il particolare del sesso, quando tutti la
credevano un lui invece che una lei, poteva essere motivo di
stordimento.
Il cuoco si tirò su a
sedere tenendo le gambe piegate una contro il petto ed una
giù lateralmente, le mani sul terreno che si imbrattarono,
il ciuffo biondo più sul viso del solito.
Ci fu un istante in cui rimase in
silenzio senza trovare la cosa da dire fra le mille che gli passarono
per la testa.
In quell’attimo, mentre
cercava la reazione migliore insieme alle parole, gli passarono per la
mente tutte le sue paranoie sulla propria sessualità e sul
fatto di essere gay.
Quello che per lui era stato un
piccolo inferno, dopo tutto, poiché adorava le donne da
sempre.
Per uno come lui mettersi in
discussione a quel modo credendo di stare innamorandosi di un uomo era
terribile.
Però in un modo o
nell’altro, con fatica, era stato disposto ad accettarlo.
Ci aveva creduto e non era stato
facile. Si era addirittura dovuto confidare con Zoro e Rufy. Cose
inaudite!
E lei invece… era una
donna…
Dopo quel momento di
considerazioni sul proprio stato d’animo presente e passato,
finalmente scattò tendendosi verso di lei che ancora non lo
degnava di uno sguardo. La sua espressione fu rabbiosa, sconvolta e
delusa allo stesso tempo. Un misto che non sapeva bene cosa far
prevalere.
- MA TU SEI UNA DONNA! –
Alla fine non aveva trovato nulla di meglio da dire, ripetendo quello
che aveva detto in acqua e che era già ampiamente ovvio,
ormai.
Ancora il silenzio intorno a loro.
Toccò quindi a Yoel
parlare e girandosi a guardarlo, sciogliendosi la treccia ormai
disfatta, dimostrò involontariamente quanto effettivamente
lo fosse.
Le onde nere dai riflessi rossi
passarono sul davanti circondandole il volto dove goccioline correvano
finendo nei vestiti strafondi. L’occhio di vetro sulla parte
martoriata dove anche l’orecchio mancava, in quel momento,
parve assumere un inclinazione ancor più fredda del solito.
- Si e allora? – Gelida
come ancora non l’avevano vista e sentita. Non sulla
difensiva e nemmeno aggressiva. Solo dannatamente fredda.
- Come ‘e
allora’… - Disse Sanji abbassando il tono per lo
stupore. – Non ti sembra di doverci delle spiegazioni? Parli
di te al maschile, ti vesti da ragazzo, quando noi ti diamo del
‘lui’ non ci correggi… cosa pensavi di
fare, prenderti gioco di noi? E dopo di questo non pensi nemmeno di
doverci delle spiegazioni? –
Questa volta si stava alterando di
nuovo ma ancora cercava di non urlare come prima. Però
dentro di sé la rabbia montava. Avrebbe voluto metterle le
mani addosso anche se dall’altra parte si sentiva solo
più bloccato a causa del fatto che era proprio una donna.
Yoel si mise l’elastico
al polso e si alzò in piedi come nulla fosse, quindi con le
mani ai fianchi ed un aria decisa di chi sembrava sfidare il mondo a
farle trovare qualcosa che non andava in quel che faceva, disse:
- Preferisco comportarmi e farmi
passare per un ragazzo ma se qualcuno scopre la mia vera natura non ne
faccio una questione di stato. Sono una donna, e allora? Rimango sempre
io. Sono affari miei il perché lo faccio. Non devo
spiegazioni a nessuno, tanto meno ad una banda di pirati spostati che
mi sfrutta per trovare il suo cavolo di tesoro! – Concluse
con una maggiore marcatura di disprezzo. Continuava a detestarli e
primo fra tutti Zoro.
Dopo di questo non li
lasciò ribattere, si girò dando le spalle a lui
ancora a terra, quindi rivolta verso Nami disse ancora dura:
- Ho bisogno di cambiarmi ma
perdiamo troppo tempo a tornare in città, se qualcuno mi
presta qualcosa ci dedichiamo subito alle nostre rispettive missioni
che, per puro culo, coincidono! – Il modo di parlare era
sempre sprezzante e mascolino, come i suoi modi generici e i suoi
atteggiamenti, per non parlare delle sue espressioni… era
normale rimanerne ingannati. Certo come ragazzo aveva dei tratti
femminili, ok, però non era assurdo scambiarla per un lui.
La navigatrice fu la prima a
riscuotersi grazie alla parola ‘tesoro’. Aveva
ragione. Maschio o femmina non aveva importanza, contava solo che li
aiutasse a trovare il loro bottino. Dando un ultimo sguardo a Sanji
seduto che la fissava incredulo e confuso annuì dicendo di
seguirla sulla nave poiché le avrebbe dato qualcosa di
asciutto.
Guardandola allontanarsi e salire
sulla Thousand Sunny, tutti si resero conto che se quei lunghissimi
capelli ondulati fossero stati sciolti da subito, non sarebbero sorti
equivoci.
Quando se ne andarono e gli altri
rimasero inebetiti a pensare a quanto appena appreso, molti
concordarono col fatto che per quanto strano fosse, alla fin fine non
contava molto di che sesso era. Li stava aiutando comunque molto.
Tutti arrivarono a quella
conclusione tranne Sanji che rimanendo fermo in quella posizione non
pensò nemmeno di accendersi una sigaretta per calmarsi.
In effetti non era agitato ma
semplicemente scosso.
Gli altri non avrebbero capito da
cosa derivasse quel suo stato d’animo, solo Zoro e Rufy che,
infatti, rimanendo seri, non dissero nulla al contrario degli altri che
cominciarono a riderci su.
Le loro battute furono solo un
contorno fastidioso e per una volta Rufy non si unì a loro
alimentando la cagnara, rimase accanto a Zoro ad osservare il suo cuoco
che immerso in un altro mondo cercava di capire come prenderla da ora
in poi.
Fu Zoro a parlare per tagliare
corto la situazione. Era da lui; in fondo poche cose erano degne di
essere portate per le lunghe, la maggior parte delle volte si doveva
saper tagliare corto.
- Meglio così, no?
– Disse solamente. Logico, diretto, semplice e a suo modo
brutale.
Gli altri non li sentirono mentre
il volto del capitano rimaneva concentrato su quello del biondo per
cercare di capire come fosse il caso di prenderla.
Sanji alzò il viso
sullo spadaccino, quindi puntò i suoi occhi penetranti in
quelli altrettanto penetranti di Zoro e in una lotta di sguardi alla
pari, alla fine fu Rufy a concludere tutto con un largo sorriso
distensivo e sincero, felice.
- Tutto è bene quel che
finisce bene, no? – Già, in fondo era vero, si
disse Sanji guardando anche lui. L’aveva presa male
perché aveva passato dei brutti quarti d’ora, ma a
conti fatti lui rimaneva quello che aveva sempre pensato di essere e
non doveva riconsiderarsi da cima a fondo. Yoel era una donna e
così tutto andava a posto.
Fu quel suo sorriso a dargli la
giusta prospettiva e visione della cosa.
Era proprio così.
Non c’era più
bisogno di allarmarsi. L’aveva tenuto nascosto ed anche se
aveva i suoi motivi sarebbe stato meglio non farlo, ma ormai era andata
ed era contento fosse una ‘lei’.
Sospirando infilò la
mano nella giacca quindi estraendo il pacchetto di sigarette si rese
conto di averle completamente bagnate.
Imprecando per questo si
alzò e con un ghigno dei suoi che voleva essere un
ringraziamento, a modo suo, disse:
- Vado a prendermi le sigarette!
– Non servì aggiungere nulla, Zoro e Rufy capirono
che tutto era andato a posto, quindi con la medesima espressione lo
guardarono salire a sua volta sulla Thousand Sunny.
Certo il mondo era bello
perché vario!
Si incrociarono sul ponte entrambi
pronti per riprendere la loro missione o caccia al tesoro che dir si
voleva.
Sanji si fermò
immediatamente e guardandola come se la vedesse per la prima volta,
rimase senza fiato con la mano nel gesto di mettersi una sigaretta
asciutta fra le labbra schiuse.
Yoel coi vestiti di Nami sembrava
finalmente una ragazza ed anche se non aveva le sue stesse curve,
infatti gli abiti le stavano larghi, si dimostrava decisamente
piacevole da guardare.
Si era rifatta la treccia coi
capelli lunghi mentre quelli corti sulla sommità del capo
erano quasi del tutto asciutti e spettinati. Indossava dei pantaloni
stile militare che la ‘sua’ Nami metteva ogni tanto
in alternativa alle meravigliose gonne corte, sopra una canottiera
scura che non le stava troppo attillata ma nemmeno larga come i vestiti
che le avevano visto addosso fino a quel momento. La metteva fin troppo
in mostra a partire dal petto decisamente piatto confronto a quello
della navigatrice. Non ci si sentiva molto a suo agio ma quel giorno
era effettivamente più caldo del solito nonostante fossero
su un isola della mezza stagione. Oltretutto davanti a lei si
prospettavano dei momenti più che movimentati, stare comoda
e leggera era più saggio.
Inoltre… bè,
era ciò che le aveva dato, non aveva fatto troppo la
preziosa.
Tutte le sue armi le aveva addosso
ben pronte per l’uso come sempre.
Una striscia di addome era appena
scoperto da cui si intravide sul fianco il medicamento per la ferita
del giorno prima.
Non pensò di dover dire
nulla, Yoel, per cui ignorandolo completamente ricredendosi sulla circa
buona impressione che gli aveva fatto la prima volta che lo aveva
visto, tirò dritta per scendere dalla nave.
Non era il momento di perdersi in
ciance inutili e nemmeno in spiegazioni insulse. Non ne doveva a
nessuno di loro, erano solo dei pirati che la costringevano a
collaborare.
Anche se…
bè, doveva riconoscerlo… da sola non sarebbe
andata lontano ancora per molto.
La lesione le faceva di nuovo male
visto che l’effetto dell’antidolorifico di Chopper
era ormai finito.
- Come va? – Disse Sanji
raggiungendola in fretta per aiutarla a scendere la scaletta. Non ci
aveva messo poi molto a decidere, in fondo… vederla in
versione femminile gli era bastato eccome.
Yoel era una donna ed andava
trattata come tale.
Per sua fortuna!
La mora si fermò a
cavalcioni sul parapetto per osservarlo con un sopracciglio alzato e
sempre un aria di difesa ben stampata addosso.
- Che? – Chiese quindi
brusca. Lui non demorse e proseguì porgendole una mano per
aiutarla.
- La ferita al fianco…
l’effetto dell’antidolorifico sarà
andato via ormai… dovresti riposarti o… -
- Sto bene, non ti interessa come
sto! Ce la faccio! E tieni le mani a posto! – Lo interruppe
secca e sgarbata lei. Decisamente una scuola di buone maniere non le
sarebbe guastata!
Detto ciò non lo
degnò più di nulla iniziando a scendere per conto
suo, stringendo i denti e trattenendo le smorfie di dolore per le fitte
ad ogni movimento. Fare finta di nulla sarebbe stato decisamente duro.
- E’ un isola presa
spesso d’assalto dai pirati. C’è stato
un gruppo in particolare che pur di trovare il tesoro che doveva essere
qua da qualche parte, ha distrutto tutto senza successo.
Successivamente ne sono arrivati altri solo che il gruppo di Yoel li
cacciava sempre subito senza farli parlare, si suppone avessero tutti
lo stesso intento. Quindi siamo andati a parlare coi vecchi del
villaggio riguardo a qualche tesoro o patrimonio di valore, qualcosa
che possa valere e aver fatto notizia in qualche modo. Ed abbiamo
trovato qualcosa di interessante. – Nami a quel punto si
sospese osservando uno ad uno le espressioni dei loro compagni e
trovò in Robin una consapevolezza di chi chiaramente sapeva
di cosa parlasse, quindi le chiese se avesse scoperto anche lei
qualcosa e la mora con compostezza e imperturbabilità
annuì prendendo la parola.
- Si, nella biblioteca ho trovato
qualcosa circa la storia di questo posto e penso possa riguardare
ciò che in molti hanno cercato e qualcuno forse ha ormai
trovato. Quest’isola, molti anni fa, fu spettatrice e tomba
di una ciurma molto famosa di pirati. A quell’epoca erano
ricercati da tutti poiché si diceva che fossero quelli
più arricchiti. Certo non erano al pari di Gold Roger ma
ugualmente ben messi. Ricercati da tutti, marina e altri pirati stessi,
approdarono qua consapevoli che la loro fine ormai era vicina, contesi
da troppe persone. Non si sa di preciso con quale intenzione vennero ma
si sa che quando furono trovati da un altro gruppo di pirati agguerriti
e molto forti, questi li uccisero tutti senza lasciarne nemmeno uno
vivo ma non trovarono mai il loro tesoro, né sulla nave
né in nessun posto su quest’isola. Eppure da qui
essi non salparono mai. L’ipotesi è che il tesoro
si trovi ancora qua ben nascosto da qualche parte. In molti hanno
provato a trovarlo ma nessuno ebbe successo e si sparse la voce che si
trattava solo di una leggenda senza nessun fondamento. –
Quando anche lei
terminò di raccontare ciò di cui era venuta a
conoscenza, gli altri la stavano ascoltando e guardando con tanto
d’occhi, tutti presi da quella storia intrisa
d’avventura e… pirateria!
Ci misero poco, i soliti, ad
esaltarsi come matti all’idea di avere a che fare con una
vicenda simile, in pochissimo tempo la maggior parte della ciurma stava
saltellando felice di aver trovato un indizio simile così
utile.
Non erano lì a vuoto ad
inseguire un niente e a perdere tempo.
Non avrebbero potuto chiedere di
meglio.
Certo, perché non
passava nemmeno per l’anticamera del cervello che potesse
trattarsi comunque solo di racconti privi di verità, non
esisteva assolutamente che fosse così.
Loro se lo sentivano che era tutto
vero.
Come si sentivano ogni volta che
stavano intraprendendo un avventura terribilmente bella e divertente!
- Lo sapevo io che un tesoro
c’era! Grandioso! –
- Vi immaginate quanto oro ci
sarà? Diventeremo ricchissimi… -
- Ora non rimane che trovare il
posto e prenderci tutto il tesoro! –
- E salvare i miei amici!
– La voce secca e brusca di Yoel arrivò ad
interrompere le loro esultanze troppo ottimiste a e riportarli sulla
Terra.
- Certo, e a salvare i tuoi amici.
Sta tranquilla, sei in buone mani! Tutti temono il grande Usop! Lascia
fare a me! - Rispose il nasuto cercando di tornare serio e
professionale, come se fosse possibile…
- Non sei molto credibile, sai?
– Fece quindi Franky con un ghigno divertito.
- E perché mai?
– Chiese il moro ricciuto.
- Perché si tratta di
salvarli combattendo contro gente sicuramente forte, visto che ha
catturato tutti loro che non credo siano degli sprovveduti se hanno
sconfitto sempre un sacco di altri pirati, in questi anni. –
La riflessione del cyborg non era per nulla campata per aria ed anche
se per loro normalmente non era un problema combattere contro gente
forte, il fatto è che lo era di certo per Usop, proprio
colui che aveva parlato per primo!
- Vuoi dire che ho paura o che non
sono capace di sconfiggere gente forte? – Disse quindi di
rimando l’amico con aria battagliera e sicura di
sé mentre le gambe non riuscivano a smettere di tremare
all’idea che ormai gli si era insinuata in testa.
A questo chi non riuscì
a rimanere serio scoppiò a ridere disteso e rilassato, per
nulla teso circa la situazione che stavano per affrontare.
- Insomma, voi la prendete come un
gioco! Secondo me state andando tutti a farvi ammazzare! Ma peggio per
voi, non vi farò da balia, io vado là con i miei
obiettivi nei quali voi non rientrate di certo! Ognuno per
sé, una volta laggiù! – Irruppe
nuovamente Yoel selvaticamente mentre gesticolava infervorata ed
infastidita dall’atteggiamento rilassato che tutti quelli
avevano. – E poi… dove diavolo è,
questo cavolo di tesoro? Non è che lo sappiamo ancora! Se
nessuno in tutti questi secoli lo ha trovato come possiamo pensare di
riuscirci noi solo perché decidiamo di trovarlo? Avete forse
un radar? – Ecco, forse qualcuno così ci voleva
nel gruppo. Che a forza di urla e puntate di piedi riportava tutti alla
dura realtà ogni volta che qualcuno partiva per la tangente.
- Un radar no, ma un posto dove
cercare si! – La voce laconica e seria di Zoro giunse a
sovrastare quelle concitate di tutti, quindi Yoel girò lo
sguardo dal raggio assassino sullo spadaccino. Tagliente era dir poco.
Sembrava volesse distruggerlo con il solo occhio sano che aveva.
Come aveva osato proprio lui
rivolgerle la parola?
Sapeva quanto lo
detestasse… glielo aveva detto, no?
E lui osava addirittura parlarle.
Voleva forse morire?
Zoro non se ne curò.
- Cosa vuoi dire? –
Chiese Nami non capendo ciò che lui intendesse.
- Semplice, prima di venire qua
abbiamo trovato un passaggio segreto aperto nella scogliera a est di
quest’isola, proprio davanti ad una nave pirata. Non ci siamo
fatti avanti, abbiamo preferito dirvelo. –
Silenzio.
Ancora silenzio.
Elaborare il fatto che avevano
trovato ciò che cercavano e che glielo stavano dicendo solo
ora, non era una cosa facile visto che era passato un sacco di tempo da
quando erano arrivati. Avevano anche atteso che tutte le storielle
terminassero, che si facessero supposizioni, discorsi vari…
che ci si bagnasse, ci si asciugasse, ci si riprendesse…
avevano aspettato forse un po’ troppo!
- E… -
Iniziò Nami con un filo di voce mentre una strana aura
aleggiava intorno a lei improvvisamente. Una aura nera spaventosa come
il suo sguardo. - … COSA DIAVOLO ASPETTAVATE A DIRCELO,
IDIOTI!? –
- Bè, -
Esordì Zoro, ancora più logico di prima, senza
scomporsi minimamente: - vi vedevamo così lanciati a
raccontare che ci sembrava scortese interrompervi. – Come se
lui conoscesse davvero la parola ‘scortese’!
La verità è
che non c’era una vera risposta. Loro erano semplicemente
fatti così.
Senza speranza.
Non pensavano affatto, agivano e
basta. Lui e Rufy per lo meno.
Sanji tendeva a riflettere ed
anche molto bene peccato che il fatto di Yoel l’avesse
completamente sbattuto fuori rotta!
- RAZZA DI IMBECILLI PATENTATI!
CHISSA’ DOVE SARANNO ADESSO! – Urlò
ancora Nami cominciando questa volta a picchiarli con la sua arma.
Non si poteva sperare in qualche
azione sensata da parte loro, per una volta?
No, macchè…
se fossero stati sensati non sarebbero stati più loro!
A Nami avrebbe tanto voluto unirsi
anche Yoel, questa volta, ma si trattenne poiché se avesse
iniziato a pestarli probabilmente li avrebbe uccisi ed invece,
purtroppo, le servivano vivi.
“Perché lo
fanno? È solo per uno stupido tesoro? Rischiano la vita
contro altra gente sicuramente forte solo per arricchirsi e basta?
E’ stupido! Oltre ad essere delle bestie, i pirati, sono
anche stupidi?
Perchè? Io
proprio non lo capisco... e poi... Zoro... Zoro, primo fra tutti, non
riesco a capirlo. Pensavo che stando con lui l'avrei compreso ma non
è così. Ha smesso di dare la caccia ai pirati, a
dei delinquenti, per diventare uno di loro. Come è
possibile? Perchè l'ha fatto?
È qualcosa che
mi tormenta da un sacco di tempo. Smettere di seguire la giusta via per
sporcarsi di delitti e di cattiverie gratuite.
Non lo capirò
mai. “
Yoel camminando insieme agli altri
membri della ciurma, rimase leggermente indietro per poter fare
liberamente qualche smorfia di dolore ed osservare Zoro, il fulcro dei
suoi quesiti.
Il fianco le doleva e non poco ma
l'idea di dover assolutamente andare avanti per una causa
più importante della sua salute, non la faceva desistere.
Preferiva distrarsi pensando ai pirati e a quello strano gruppo che
l'aveva affiancata in quella disperata impresa.
E prima di tutto l'aveva salvata.
Perchè?
Da che aveva a che fare coi
pirati, non aveva mai visto in loro gentilezze simili.
Voler affiancarla a tutti i costi
per trovare quella banda di assassini e ladri non era sensato davvero.
Alla fin fine avrebbero sicuramente trovato comunque il loro
dannatissimo tesoro da soli, senza di lei.
Era come se... come se in
realtà volessero aiutarla e assicurarsi che non si facesse
ammazzare.
Perchè mai?
Era davvero così?
Sospirò senza
rendersene conto e probabilmente il suo fiato fu emesso con una vaga
nota di insofferenza per la lesione curata da Chopper solo la notte
precedente.
A girarsi fu proprio Zoro con un
aria serafica ed una punta interrogativa. Non chiese nulla consapevole
del suo odio nei propri confronti, ma non gli ci volle molto per capire
che stava male e che si tratteneva unicamente grazie alla sua forza di
volontà.
Gli bastò quello
sguardo per capire che le piaceva, quella ragazza.
Le piaceva come persona.
“La volontà
è tutto per dei guerrieri e lei lo è a tutti gli
effetti, basta uno sguardo per capirlo. Rufy e gli altri l'hanno
compreso subito, ecco perché hanno voluto aiutarla. Io non
me ne ero reso conto ma mi sono fidato, come sempre, ed ho fatto bene
oppure oggi un guerriero valido sarebbe morto ingiustamente. Sarebbe
stato un vero spreco. Basta uno sguardo per riconoscere una persona
valida.”
Le considerazioni fulminee di Zoro
arrivarono mentre senza dirle nulla prese Chopper per le corna
buttandolo malamente dietro di tutti, esattamente davanti a lei.
- Dalle qualcosa. - Senza dire
altro, solo questo, laconico ed incisivo. Yoel si fermò e
sgranando gli occhi piena di sorpresa capì che solo con uno
sguardo, lui, aveva compreso il suo reale stato.
“E' come l'avevo sempre
idealizzato quando lo adoravo. In lui c'è molto di
più di quanto non appaia. Ma non è il solo. Tutti
loro sono così!”
- Non serve, sto bene... -
Borbottò con un certo imbarazzo, il primo da quando si erano
incontrati.
- No, mia cara Yoel... non devi
sforzarti e stare nel dolore... fatti curare... - Si inserì
subito Sanji con aria preoccupata fiondandosi da lei e fermando
l'avanzata di tutti. La mora non lo fulminò come aveva fatto
in continuazione in quelle ore, bensì cominciò a
mordicchiarsi il labbro mentre sentiva le guance andarle a fuoco. Solo
ora apriva gli occhi e li vedeva per quel che erano. Persone che
rischiavano la vita per qualcosa di ben più grande ed
importante che uno stupido tesoro. Lo facevano per dei valori che lei,
ancora, non riusciva ad inquadrare ma che sapeva c'erano.
- Voi non siete normali... -
Mormorò a fior di labbra seguendo quei suoi pensieri che la
spaesavano e la spiazzavano.
- Te ne sei accorta? - Fece
bruscamente Zoro guardandola di nuovo sempre col suo sguardo penetrante
e serio.
- Dai, fatti dare un'occhiata,
starò pochissimo! - Disse Chopper sorridendo nel suo
consueto modo molto dolce e coinvolgente. Yoel lo fissò e
dopo un minuto abbondante di opposizione, sospirò
arrendendosi: quelli non erano pirati da odiare, per quanto si fosse
sforzata fino a quel momento.
Si sentiva come se avesse
solamente sprecato il proprio odio.
Aveva perso forze preziose a fare
una cosa sciocca ed inutile.
Non poteva fare di tutte le erbe
un fascio, evidentemente non tutti i pirati erano uguali oppure non si
era mai presa la briga di capirli davvero, però una cosa era
certa.
Era arrivato il momento di girare
pagina.
Tuttavia una cosa avrebbe voluto
saperla lo stesso... perché Zoro si era unito a quella
ciurma di pirati?
- No, guarda, non serve che mi
medichi ora, dammi solo un antidolorifico e riprendiamo la marcia. Per
favore! - Il tono con cui lo disse apparve, per la prima volta in vita
sua, probabilmente, gentile e femminile.
Il tempo sembrò
fermarsi per un istante mentre tutti si girarono istantaneamente a
guardare il suo sguardo gentile e quel sorriso di gratitudine.
Era così diversa da
quando l'avevano conosciuta.
Dopo l'intontimento per quel suo
nuovo atteggiamento tutti reagirono allo stesso modo, con un sorriso di
risposta che dimostrava tutta la loro contentezza.
Ancora una volta avevano fatto la
cosa giusta scegliendo di aiutarla.
Non avevano certo avuto mai dubbi
a proposito, il loro istinto non poteva mica sbagliare!
- Forza allora... SBRIGHIAMOCI CHE
ABBIAMO DEI FARABUTTI DA PUNIRE! -
La voce squillante di Rufy prese
il comando riportando tutti alla realtà, più
combattivi e decisi di prima.
La risposta fu un 'si' comune di
tutti mentre il cuore di Yoel, dopo tanto tempo, ebbe un sussulto di
commozione.
“Allora gli angeli
esistono e possono assumere l'identità di chiunque, persino
di pirati!”
Qualunque nome gli si volesse
dare, erano semplicemente loro stessi.
Unici per questo.