CAPITOLO VI:
LA BATTAGLIA FINALE

Il galeone pirata attraccato nell'insenatura est dell'isola, era esattamente posto davanti ad un ingresso sulle rocce che si poteva trovare solo con la bassa marea, cosa che al momento era in atto.
Rimasero silenziosamente nascosti sulla sommità degli scogli ad osservare dall'alto la situazione e dopo breve constatarono che nella nave dalle notevoli dimensioni, era rimasto un gruppo piuttosto sostanzioso di pirati a guardia degli ostaggi che si trovavano proprio sul ponte principale, legati tutti insieme con fucili e spade puntati alla gola.
Un altro numero, probabilmente la cerchia dei più forti, si erano recati sicuramente nel passaggio alla ricerca di quel fantomatico tesoro.
- Sono tutti? - Chiese Nami a Yoel che affinando l'unico occhio che aveva cercava di assicurarsi proprio di questo.
- Manca solo Nail. - Disse a denti stretti elaborando la possibile strategia che il suo migliore amico potesse aver attuato per proteggere tutto il gruppo.
- Nail? -
- Si, è un po' il capo, diciamo... lui è la mente mentre io il braccio. Sicuramente è là dentro a condurre quei bastardi a quel tesoro del cavolo. Avrà fatto in modo di non far uccidere gli altri ma quando troveranno quel che cercano non ci saranno speranze per nessuno, ne sono certa. Dobbiamo sbrigarci. -
Secca, fredda e decisa, tutta un altra cosa ancora. Una sorta di ulteriore trasformazione caratteriale.
Era il momento di scendere in battaglia e solo una condizione era necessaria, in quei casi. La lucidità più totale.
- La marea non rimarrà bassa a lungo, abbiamo tutti una scadenza. Dobbiamo fare più in fretta possibile! - Disse poi Nami controllando il livello dell'acqua contro le rocce sottostanti.
- Ecco qual è il suo piano! Io lo ammazzo, se non lo ammazza prima il mare! - Esordì con un ringhio la mora stringendo i pugni sul terreno contro cui era appiattita insieme agli altri. Quando chiesero spiegazioni continuò sempre più rabbiosa, facendo scemare via via sempre più la sua lucidità battagliera. - Le tirerà per le lunghe in modo da far salire la marea e affogare tutti quelli che si è portato dentro, saranno sicuramente i più forti della ciurma. Ha intenzione di sacrificarsi, lo stronzo! Non glielo permetto, dannazione! -
Con questo, senza aspettare un minuto di più, con l'ira più nera che le montava dentro divorandola fino a farle uscire il senno, si alzò saltando giù dalla scogliera in un unico movimento silenzioso e agile.
- No, aspetta! - Gridò Sanji sporgendosi preoccupato ed incredulo insieme agli altri.
Fu tutto molto veloce.
La ragazza spericolata, impulsiva e fuori di sé non badò al mare sotto, né alla nave ed ai pirati che la videro cominciando a spararle contro.
Solo una mano che mentre volava verso il basso toccava la parete rocciosa ferendosi le dita, in seguito una parola quasi latrata in concomitanza con la concentrazione per poter usare il suo potere nel modo corretto.
- Mat-Mat roccia! -
Lo spettacolo iniziò col suo corpo che, in caduta libera, diventava esattamente uguale ai massi grigio-marrone lì presenti; parò facilmente tutte le pallottole come se fossero sassolini di poco conto e arrivata esattamente sopra all'apertura nella parete si aggrappò piantando le dita in essa ed esercitando un movimento unico col corpo rivestito di roccia, entrò nella grotta cominciando a correre velocissima come un invasata senza sentire nulla, né dolore, né sensazioni tattili, né fatica. Quel tipo di materia era perfetta poiché non le trasmetteva niente. Tutto ciò che provava era dato dal suo animo in fiamme e dalla ragione che aveva perso la sua tipica fredda lucidità da combattimento.
Mentre lei sparì all'interno, all'esterno ci fu il caos più completo.
Mentre Rufy si precipitò di seguito a lei senza pensarci un attimo, Nami imprecando gridò al volo:
- Dobbiamo dividerci, qualcuno rimarrà fuori ad occuparsi di quei pirati, gli altri andranno dentro a vedersela con il resto! Forza, non c'è tempo da perdere! -
Di tempo da perdere non ce ne era davvero.
Nel giro di un istante su quella cima non c'era più nessuno. Tutti spericolati allo stesso modo di Yoel si erano buttati chi mirando alla grotta chi alla nave e senza troppi ragionamenti si erano trovati divisi così: Franky, Brook, Usop e Robin all'esterno sulla nave, Rufy, Zoro, Sanji, Chopper e Nami dentro, dietro Yoel, alla ricerca degli altri.

Il primo gruppo, dopo essersi presentati come la ciurma di Cappello di Paglia ed amici di Yoel, non perse molto tempo in chiacchiere, anche se a Brook non sarebbe dispiaciuto, mettendosi subito a combattere.
Il primo ad attaccare fu Franky e tutti capirono che sarebbe bastato solo lui coi suoi tipici colpi assurdi ma efficaci, la seconda a fare la sua mossa fu Robin che immobilizzò i pirati slegando invece i prigionieri che, storditi, faticavano a rendersi conto di Yoel ancora viva.
Dopo che questi furono liberi e che Usop illustrò loro in modo dettagliato ma veloce la situazione, questi emisero un urlo di gioia dando loro stessi il colpo di grazia ai pirati di cui rimaneva comunque già poca cosa.
Decisamente quelli rimasti là fuori erano i più scarsi.
- Si, ma con gli altri che sono con Nail non c'è da scherzare... se la vedranno tutti brutta... sono più di quelli che pensate e sono fortissimi. Non so come ha fatto Nail ad attirarli tutti però non penso che potranno farcela nemmeno se ci sono dieci come Yoel! -
Dissero con l'agitazione nuovamente crescente nel cuore. Al solo ricordo di ciò che avevano fatto a loro, erano infatti tutti fisicamente malconci, esitarono con arie titubanti.
Non erano sicuri di farcela ma una cosa era certa.
- Però là dentro ci sono Yoel e Nail che si stanno sacrificando per noi, non possiamo rimanere con le mani in mano! - Affermarono subito dopo con una risolutezza nuova che fece sorridere i salvatori.
Ne eravamo certi dall'inizio, che ne sarebbe valsa la pena!”
Pensarono insieme i rimanenti della ciurma di Rufy guardando gli acciaccati ragazzi più giovani di loro esteriormente ma molto più adulti di quanto non apparissero, che si dirigevano senza esitazione nell'apertura che fra non molto sarebbe stata coperta dall'alta marea.
- E se morire è quello che faremo, allora lo faremo. Ma con loro! – Quella fu l'ultima frase che dissero prima di sparire nell'oscura entrata che si estendeva nelle profondità dell'isola.
Quanto di più bello si potrebbe udire da guerrieri che si accingono a combattere per qualcun'altro e non per loro stessi.
Con un calore nel cuore che si stupirono di provare, Franky, Brook, Usop e Robin andarono immediatamente loro dietro lasciando i sconfitti legati per bene privi di conoscenza.

Non sapeva assolutamente dove andare, semplicemente correva e lo faceva come se dietro di sé avesse un diavolo.
In realtà non era nessun diavolo, solo Rufy che la stava raggiungendo mantenendo la propria testa assolutamente vuota. Aveva solo capito che di mezzo c'era qualcuno che intendeva sacrificarsi e che era ora di menar le mani.
Ma soprattutto che se non ci fosse stato, quella simpatica ragazza sarebbe finita male poiché per quanto forte fosse era sola.
Ma ora non lo è più! Nessuno deve combattere da solo!”
Fu l'unico pensiero coerente fra i mille rivolti all'imminente battaglia.
Giunsero praticamente insieme a quella che probabilmente era la fine della grotta: un enorme spiazzo illuminato da torce, pieno di gente e di... nulla.
Assolutamente null'altro oltre a quei pirati e a Nail.
Nessun tesoro, nessun denaro, nessun oggetto di valore.
Allora aveva bluffato.
Nail li aveva solo condotti ad un rifugio sotto la marea per prendere tempo e fregarli.
Aveva fatto ciò che poteva con ciò che aveva: l'astuzia e l'ingegno.
E dopo?
E dopo cosa aveva pensato di fare?
Aspettare la sua fine?
Non ci volle un genio a capire che Nail era il ragazzo dai capelli rossi tutto coperto di sangue, raggomitolato in mezzo a quegli uomini che lo circondavano assistendo inermi al massacro che il capitano stava facendo.
Il tempo si fermò di nuovo e non per un lieto evento come poco prima.
Si fermò coi battiti di Yoel a cui parve che il mondo intorno scomparisse.
Si fermò insieme al suo respiro e ad ogni altra sensazione.
Bruciore.
Una vampata inaudita di calore incandescente le partì dalle viscere espandendosi ad ogni parte del corpo, persino in quelle che non c'erano più. Si sentì come quella volta in cui aveva assistito alla morte della sua famiglia, quando aveva tentato di farsi vendetta.
Quando aveva perso una parte del suo cuore che a stento aveva cercato, in tutti quegli anni, di recuperare.
Che solo grazie a Nail aveva fatto rinascere, almeno parzialmente.
Si fermò e con lei Rufy che osservò la scena ignobile con un aria talmente seria da far venire i brividi.
Seria come quando guardava qualcosa che lo rivoltava e che lo faceva arrabbiare davvero.
Come quando, di lì a poco, si sarebbe scatenato.
Il viso coperto di sangue di quel giovane che si copriva senza aver più forze di reagire, sarebbe bastato a farlo partire se non sarebbe andata prima Yoel la quale puntò direttamente al capitano, al responsabile di quel massacro gratuito.
La vide scattare di nuovo e tornare normale in corsa, vide i suoi capelli neri legati nella treccia volare dietro di sé mentre brandiva la spada gridando con quanto fiato e rabbia aveva dentro.
Gridare senza badare alla ferita al fianco che le sanguinava di nuovo. Senza badare agli altri che le si misero davanti per impedirle di arrivare al loro capitano.
Tutti si fermarono girandosi.
- LEVATEVI! - Latrò colpendone due coi suoi fendenti di tutto rispetto.
Fu quando altri reagirono per metterle i bastoni fra le ruote che Rufy intervenne allungando le braccia, spingendoli via e balzando fra loro e Yoel.
- A voi ci penso io! -
Disse col suo consueto ghigno sentendo che la ragazza nemmeno si era voltata.
Sentendo, però, solo un: - Grazie! - al volo, spontaneo e... mai uscito dalle sue labbra sempre imbronciate prima di allora!
Un ghigno di quelli misto fra la felicità per il combattimento e quella per chi lo circondava.
Era ora di scatenarsi!
Fu esattamente allora che arrivarono Zoro, Nami, Sanji e Chopper.
Non ci volle nemmeno uno scambio di sguardi, nemmeno un ordine, nemmeno mezza parola da parte di nessuno.
Si capirono al volo ed ognuno prese il proprio posto.
Chopper corse a recuperare il ragazzo ferito, Zoro e Sanji affiancarono Rufy nei combattimenti e... Nami si mise a piangere costatando che non c'era nessun tesoro, in realtà!
- Andrà bene? - Disse Zoro rivolto a Rufy mentre con due spade estratte guardava in viso uno ad uno i suoi avversari. Si era già messo la bandana sulla testa e i tre orecchini al lobo tintinnavano appena. Piegato in posizione d’attacco continuava la sua concentrazione.
- Si. Se la caverà alla grande! - Disse il capitano sicuro di sé col sorriso di prima ancora stampato sulle labbra.
- Ma probabilmente l'unico che vale davvero qualcosa è quel tipo là! - Fece Sanji accendendosi la sigaretta senza staccare gli occhi di dosso da Yoel poco distante da loro che fronteggiava il capo dei loro nuovi avversari.
- Spetta a lei! - Ribadì il moro abbassandosi il cappello dietro la nuca in modo da non perderlo per strada. Strinse i pugni facendo scricchiolare le ossa per prepararle agli imminenti impatti.
- Così sia! - Borbottò lugubre Zoro dando l'idea di essere ad un funerale piuttosto che ad una delle tante divertenti battaglie.

- Io mi ricordo di te... - Disse l'avversario di Yoel. - ...ti avevo ucciso! -
Tutto quello che ottenne fu solo un ringhio in risposta.
La mora non era certo quel che si diceva una gran conversatrice.
- E quelli dove li avevi nascosti? – Continuò indicando Rufy e gli altri che avevano ormai iniziato le ‘danze’ con una maestria impressionate. Sembrava più che si allenassero!
Yoel ancora non disse nulla, non intendeva parlare, non riteneva necessario spiegargli nulla, nemmeno che di lì a poco sarebbe morto. Era ovvio, bastava guardarla in viso, no?
Però una cosa si sentì di dire mentre i propri sentimenti di ira pura ingigantivano in lei senza scemare nemmeno di un grado.
- Hai commesso un errore. Nail è prezioso per me, è quanto io abbia di maggior valore a questo mondo. Ora tu me la pagherai per ciò che gli hai fatto ma se muore preparati perché invocherai l’inferno! – La sua voce bassa e lugubre, in quell’attimo, parve addirittura più maschile di quanto non lo fosse stata prima di rivelarsi per quel che era, una ragazza. Le uscì da dentro e quasi tremò poiché le urla non avrebbero comunque mai pareggiato il suo reale stato d’animo.
L’uomo più grande di lei di diversi anni decise che ne sarebbe valsa la pena guardando il suo occhio nero come l’oscurità abissale, in contrasto con l’altro di vetro tutto bianco. Fissandola così anche la sua cicatrice che partiva dal viso arrivando all’orecchio mancante alimentò l’idea di minaccia e pericolo. Spaventosa era il termine adatto.
Lei, la sua cicatrice, la sua espressione e il suo tono di voce.
Ci credette alla promessa che gli fece e gli piacque. Finalmente qualcosa che valesse tutta quella perdita di tempo era arrivata.
- Sentiti onorata… - iniziò non badando al fatto che quando l’aveva vista la prima volta era apparsa come un ragazzo: - ti prenderò sul serio! – Dopo di ciò si tolse la casacca impugnando un’arma particolare mai vista prima. Le braccia erano muscolose e piene di tatuaggi, appariva come un uomo col suo fascino, un leggero filo di barba sul mento, i capelli castano scuro mossi che gli circondavano il viso ghignante ed un orecchino al lobo destro.
La cintura alla vita reggeva molte altre armi fra cui diversi pugnali di differenti dimensioni e non poche pistole. Tuttavia ciò che lui impugnò fu la sua arma speciale. Un indefinito scambio di sguardi, un ammiccamento di lui, un lampo negli occhi di lei e il combattimento ebbe inizio.
Il vento, confronto a lui, era nulla.
Quell’uomo era velocità allo stato puro.
La difficoltà non era tanto quella di riuscire a ferirlo quanto quella di beccarlo.
Non potè muovere nemmeno un passo poiché lui scomparve subito dalla sua vista riapparendo una frazione di secondo dopo davanti a lei. Capì che era lì dal colpo che ricevette in pieno stomaco.
Un pugno.
Solo un semplice pugno accanto alla ferita ormai aperta.
- Merda! – Imprecò Yoel a denti stretti tenendosi l’addome e piegandosi in due. Si rialzò subito mettendo da parte il proprio dolore, non era un avversario da poco però avrebbe potuto sconfiggerlo facilmente trasformandosi anche lei in vento.
Già… e rischiando di perdersi per sempre nell’aria senza possibilità di riformarsi.
No, non era con la stessa arma che si abbatteva l’avversario ma con qualcosa che lo superasse.
Doveva trovarlo, doveva localizzarlo e colpirlo ma prima di tutto doveva per lo meno assumere le sembianze di qualcosa di più robusto e affilato di sé stessa.
Così senza rifletterci oltre, nel tempo che intercorse fra un respiro e l’altro, toccò con le mani la lama della propria spada che stringeva ancora pronta per l’uso, quindi con la solita formula divenne della stessa materia della lama: affilata e dura. Gli arti delle punte acuminate che solo sfiorando l’avversario sarebbero state deleterie.
Ecco come ha ucciso quegli uomini…” Pensarono Chopper e Nami osservando la scena per poi ritornare ognuno al proprio compito. Ebbene anche la navigatrice si era messa a dar del suo con la propria arma che ormai utilizzava meglio di qualunque altra cosa. Con abilità produceva tuoni, pioggia, vento e miraggi… qualunque cosa le potesse essere utile contro quegli avversari non eccessivamente forti ma nemmeno da sottovalutare, per lei.
Zoro, Rufy e Sanji non ebbero molte difficoltà come avevano immaginato. Probabilmente il vero divertimento sarebbe stato proprio col capitano ma era giusto che se la vedesse lei e dopo l’ennesimo pugno di Rufy che non si affannava nemmeno ad utilizzare troppo il suo potere di gomma, si fermò ad osservare meglio la scena dell’unico combattimento degno di nota.
Così anche Sanji con l’ultimo calcio e Zoro con l’ultimo affondo.
Anche Nami ben presto li affiancò mantenendo il suo bastone speciale già pronto per l’uso.
Concentrati nel capire quando sarebbero dovuti inserirsi.
- Non dovete intervenire. Lui è mio. – Disse emettendo una voce metallica per l’aspetto che aveva assunto.
Vederla combattere era bello, effettivamente. Era padrona di un agilità non da poco e a seconda di ciò che assumeva era più o meno forte. Non combatteva solo con l’istinto ma anche con la furbizia. Il suo cervello lavorava in continuazione e probabilmente lo utilizzava tanto solo per quello. Nel senso che lo stratega di turno per qualunque altra cosa era Nail e non lei.
Però per le lotta la regina era Yoel.
Le volte successive che venne colpita con altri pugni o calci non furono sentiti vista la materia in cui era, ma quando utilizzò quella sua arma strana ne rimase tramortita. Come essere colpita da una piccola bomba. Le era andata bene ma se quei colpi fossero stati in grado di frantumarla allora sarebbe morta.
Non doveva perdere tempo, non poteva lasciare che lui prendesse così il sopravvento dettando il ritmo.
Maledizione. È troppo veloce. Se cerco di trovarlo non ce la farò di certo. Devo percepirlo. Qual è la materia più sensibile per le percezioni?” Si chiese mutando parzialmente il proprio corpo mentre rimaneva ferma ad incassare i colpi che le arrivavano. Rimase con un braccio e le gambe di spada mentre il resto attese la trasformazione successiva. Era una tecnica che richiedeva molta concentrazione ma un lampo le attraversò la mente con l’idea giusta e con esso tornò la lucidità necessaria per affrontare quell’incontro iniziato con troppo impeto.
Lui continuava a muoversi attendendo la sua mossa, curioso di vedere che cosa si sarebbe inventata, quindi come gli altri rimase esterrefatto davanti alla sua seconda trasformazione della sola mano rimanente.
Capelli.
Fili sottili e scuri. Alzò il braccio davanti a sé e smettendo di guardarsi intorno si concentrò unicamente sui filamenti che si allungavano dal suo polso. Era cosciente che in quel momento appariva più come un mostro che altro, ma non le importava. Non le importava affatto poiché Nail era quasi stato ucciso e questo non poteva rimanere impunito.
- Come può aiutarti, questo? Anche se mi localizzi… - La sua voce arrivò lontano facendole capire che era ancora in movimento, non gli rispose, non sorrise, rimase seria e concentrata come se il resto non esistesse.
Solo quando i capelli davanti ai suoi occhi smisero di spostarsi tenuemente ed ebbero un guizzo deciso che li sollevò del tutto, lei disse risoluta in contemporanea ad un suo gesto.
- Sei finito. – Era solo una questione di tempismo. Percepire i suoi movimenti chiudendo gli occhi era possibile ma non avrebbe capito l’esatto momento in cui alzare il braccio per infilzarlo.
Utilizzare qualcosa di più sensibile e visibile allo stesso tempo era stato un macchinismo degno di un artista.
Ma come solo una combattente letale quale lei era, affondò velocissima e priva di scrupoli la lama del suo braccio nel ventre del suo avversario che finalmente si fermò apparendole esattamente conficcato nella sua lama.
Rimasero immobili così per un istante, istante in cui la mano di capelli tornò normale e a poco a poco anche le sue gambe mentre lui cercava il fiato che non gli tornava più, come pure la forza di gridare e muoversi.
Non fu lui a sciogliersi. Fu lei ad estrarre l’arto di spada dal suo corpo che sanguinante l’aveva sporcata.
Non prima delle sue parole.
Fredde, spietate, taglienti, piene di disprezzo e di odio. Un odio, questa volta, non sprecato.
- Sono andata subito al sodo solo perché Nail è vivo. Altrimenti non te la saresti cavata così in fretta. –
Gli lasciò da quella vicinanza solo un ultimo sguardo che sembrò tagliente quanto la lama che allontanò da lui che tornò di carne e pelle coperta, però, di sangue. Proprio come l’avevano vista la prima volta.
Poi lui cadde a terra svenuto.
- Decisamente… non aveva bisogno di aiuto! – Disse Zoro ironico. Aveva intuito chi in realtà fosse ma non aveva immaginato di assistere ad una cosa simile.
- Fantastica… - Fece eco Sanji lasciando cadere inebetito la sigaretta a terra mentre il suo occhio diventava a forma di cuore.
- Grande! Sapevo che era in gamba! – Affermò invece Rufy con un gran sorriso mentre alzava le braccia in alto in segno di vittoria, come faceva di consueto, rilassando tutti che sorrisero a loro volta.
Quel giorno si erano comunque arricchiti tutti e a convincerli fu l’abbraccio pieno di strasporto che Yoel, con le lacrime agli occhi, fece a Nail sveglio e curato da Chopper.
Una scena, quella, che li ricompensò più di qualunque somma di denaro.
- Allora anche lei è umana! – La voce di Usop alle loro spalle li fece voltare. I quattro rimanenti erano arrivati solo in quel momento, giusto per quel finale talmente perfetto da non aver bisogno di commenti o spiegazioni.
- Molto più di quanto sembrasse! – Disse Nami con un sorriso tenero guardando come gli altri del loro gruppo li circondavano felici di averli ritrovati entrambi vivi.
- Bè, tutto è bene quel che finisce bene! - Concluse con una certa allegria Brook senza tirar fuori, stranamente, nessuna battuta raggelante sulle proprie ossa o sul suo stato di non vivo.
- Bene un corno! – Ringhiò dunque improvvisamente la navigatrice infervorandosi come se le avessero schiacciato il bottone sbagliato.
- Perché? – Chiese Franky grattandosi il capo senza capire a ciò che alludesse.
- Vedi forse un tesoro, qui? – Sbottò lei allargando le braccia sul vuoto circostante ad eccezione dei corpi privi di conoscenza degli altri pirati. I fumi le uscivano degli orecchi!
- E’ vero… - Dissero in coro alcuni accorgendosi solo in quel momento dell’assenza del loro adorato tesoro.
- Deve essere stato disperso in mare molto tempo fa con le alte maree che hanno sommerso questa grotta. – Disse Robin andando con facilità all’unica logica conclusione che molti altri cercatori di quel tesoro, prima di lei, avrebbero dovuto saper trarre.
- Già… hanno sempre cercato nel luogo sbagliato! – Sentenziò Sanji guardando la bocca della caverna che cominciava a bagnarsi lentamente di acqua.
- Dovevano cercare in mare! – Capì finalmente Rufy con un paio di treni di ritardo. Il suo tono entusiasta di questa cosa che evidentemente era buffa, fece sorridere anche gli altri come spesso accadeva.
Solo lui riusciva a far notare a tutti dei nuovi lati che normalmente nessuno calcolava. Era una sua qualità.
- L’unico ad essersi arricchito è il mare, in tutta questa storia! – Continuò Zoro togliendosi la bandana dalla testa e legandola al bicipite.
- Che buffo! Il mare l’ha fatta a tutti! È così che si fa! Grande! – Concluse Rufy ridendo di gusto mentre si avviava verso l’uscita seguito da tutti gli altri. Sembrava davvero divertito da quella situazione e questo rimise il buon umore a tutti… tranne che a Nami, la quale lo ritrovò con l’intelligente Robin:
- In compenso la loro nave è piena di oro! – Mai più avviso fu più gradito, per la giovane, che senza attendere un secondo di più investì tutti i suoi compagni uscendo per prima con l’obiettivo di prendersi tutto ciò che di valore c’era su quel galeone là fuori.
In fondo era giusto così: ognuno doveva avere la sua parte di felicità!