CAPITOLO VI:
LA BATTAGLIA FINALE
Il galeone pirata attraccato
nell'insenatura est dell'isola, era esattamente posto davanti ad un
ingresso sulle rocce che si poteva trovare solo con la bassa marea,
cosa che al momento era in atto.
Rimasero silenziosamente nascosti
sulla sommità degli scogli ad osservare dall'alto la
situazione e dopo breve constatarono che nella nave dalle notevoli
dimensioni, era rimasto un gruppo piuttosto sostanzioso di pirati a
guardia degli ostaggi che si trovavano proprio sul ponte principale,
legati tutti insieme con fucili e spade puntati alla gola.
Un altro numero, probabilmente la
cerchia dei più forti, si erano recati sicuramente nel
passaggio alla ricerca di quel fantomatico tesoro.
- Sono tutti? - Chiese Nami a Yoel
che affinando l'unico occhio che aveva cercava di assicurarsi proprio
di questo.
- Manca solo Nail. - Disse a denti
stretti elaborando la possibile strategia che il suo migliore amico
potesse aver attuato per proteggere tutto il gruppo.
- Nail? -
- Si, è un po' il capo,
diciamo... lui è la mente mentre io il braccio. Sicuramente
è là dentro a condurre quei bastardi a quel
tesoro del cavolo. Avrà fatto in modo di non far uccidere
gli altri ma quando troveranno quel che cercano non ci saranno speranze
per nessuno, ne sono certa. Dobbiamo sbrigarci. -
Secca, fredda e decisa, tutta un
altra cosa ancora. Una sorta di ulteriore trasformazione caratteriale.
Era il momento di scendere in
battaglia e solo una condizione era necessaria, in quei casi. La
lucidità più totale.
- La marea non rimarrà
bassa a lungo, abbiamo tutti una scadenza. Dobbiamo fare più
in fretta possibile! - Disse poi Nami controllando il livello
dell'acqua contro le rocce sottostanti.
- Ecco qual è il suo
piano! Io lo ammazzo, se non lo ammazza prima il mare! -
Esordì con un ringhio la mora stringendo i pugni sul terreno
contro cui era appiattita insieme agli altri. Quando chiesero
spiegazioni continuò sempre più rabbiosa, facendo
scemare via via sempre più la sua lucidità
battagliera. - Le tirerà per le lunghe in modo da far salire
la marea e affogare tutti quelli che si è portato dentro,
saranno sicuramente i più forti della ciurma. Ha intenzione
di sacrificarsi, lo stronzo! Non glielo permetto, dannazione! -
Con questo, senza aspettare un
minuto di più, con l'ira più nera che le montava
dentro divorandola fino a farle uscire il senno, si alzò
saltando giù dalla scogliera in un unico movimento
silenzioso e agile.
- No, aspetta! - Gridò
Sanji sporgendosi preoccupato ed incredulo insieme agli altri.
Fu tutto molto veloce.
La ragazza spericolata, impulsiva
e fuori di sé non badò al mare sotto,
né alla nave ed ai pirati che la videro cominciando a
spararle contro.
Solo una mano che mentre volava
verso il basso toccava la parete rocciosa ferendosi le dita, in seguito
una parola quasi latrata in concomitanza con la concentrazione per
poter usare il suo potere nel modo corretto.
- Mat-Mat roccia! -
Lo spettacolo iniziò
col suo corpo che, in caduta libera, diventava esattamente uguale ai
massi grigio-marrone lì presenti; parò facilmente
tutte le pallottole come se fossero sassolini di poco conto e arrivata
esattamente sopra all'apertura nella parete si aggrappò
piantando le dita in essa ed esercitando un movimento unico col corpo
rivestito di roccia, entrò nella grotta cominciando a
correre velocissima come un invasata senza sentire nulla, né
dolore, né sensazioni tattili, né fatica. Quel
tipo di materia era perfetta poiché non le trasmetteva
niente. Tutto ciò che provava era dato dal suo animo in
fiamme e dalla ragione che aveva perso la sua tipica fredda
lucidità da combattimento.
Mentre lei sparì
all'interno, all'esterno ci fu il caos più completo.
Mentre Rufy si
precipitò di seguito a lei senza pensarci un attimo, Nami
imprecando gridò al volo:
- Dobbiamo dividerci, qualcuno
rimarrà fuori ad occuparsi di quei pirati, gli altri
andranno dentro a vedersela con il resto! Forza, non c'è
tempo da perdere! -
Di tempo da perdere non ce ne era
davvero.
Nel giro di un istante su quella
cima non c'era più nessuno. Tutti spericolati allo stesso
modo di Yoel si erano buttati chi mirando alla grotta chi alla nave e
senza troppi ragionamenti si erano trovati divisi così:
Franky, Brook, Usop e Robin all'esterno sulla nave, Rufy, Zoro, Sanji,
Chopper e Nami dentro, dietro Yoel, alla ricerca degli altri.
Il primo gruppo, dopo essersi
presentati come la ciurma di Cappello di Paglia ed amici di Yoel, non
perse molto tempo in chiacchiere, anche se a Brook non sarebbe
dispiaciuto, mettendosi subito a combattere.
Il primo ad attaccare fu Franky e
tutti capirono che sarebbe bastato solo lui coi suoi tipici colpi
assurdi ma efficaci, la seconda a fare la sua mossa fu Robin che
immobilizzò i pirati slegando invece i prigionieri che,
storditi, faticavano a rendersi conto di Yoel ancora viva.
Dopo che questi furono liberi e
che Usop illustrò loro in modo dettagliato ma veloce la
situazione, questi emisero un urlo di gioia dando loro stessi il colpo
di grazia ai pirati di cui rimaneva comunque già poca cosa.
Decisamente quelli rimasti
là fuori erano i più scarsi.
- Si, ma con gli altri che sono
con Nail non c'è da scherzare... se la vedranno tutti
brutta... sono più di quelli che pensate e sono fortissimi.
Non so come ha fatto Nail ad attirarli tutti però non penso
che potranno farcela nemmeno se ci sono dieci come Yoel! -
Dissero con l'agitazione
nuovamente crescente nel cuore. Al solo ricordo di ciò che
avevano fatto a loro, erano infatti tutti fisicamente malconci,
esitarono con arie titubanti.
Non erano sicuri di farcela ma una
cosa era certa.
- Però là
dentro ci sono Yoel e Nail che si stanno sacrificando per noi, non
possiamo rimanere con le mani in mano! - Affermarono subito dopo con
una risolutezza nuova che fece sorridere i salvatori.
“Ne eravamo certi
dall'inizio, che ne sarebbe valsa la pena!”
Pensarono insieme i rimanenti
della ciurma di Rufy guardando gli acciaccati ragazzi più
giovani di loro esteriormente ma molto più adulti di quanto
non apparissero, che si dirigevano senza esitazione nell'apertura che
fra non molto sarebbe stata coperta dall'alta marea.
- E se morire è quello
che faremo, allora lo faremo. Ma con loro! – Quella fu
l'ultima frase che dissero prima di sparire nell'oscura entrata che si
estendeva nelle profondità dell'isola.
Quanto di più bello si
potrebbe udire da guerrieri che si accingono a combattere per
qualcun'altro e non per loro stessi.
Con un calore nel cuore che si
stupirono di provare, Franky, Brook, Usop e Robin andarono
immediatamente loro dietro lasciando i sconfitti legati per bene privi
di conoscenza.
Non sapeva assolutamente dove
andare, semplicemente correva e lo faceva come se dietro di
sé avesse un diavolo.
In realtà non era
nessun diavolo, solo Rufy che la stava raggiungendo mantenendo la
propria testa assolutamente vuota. Aveva solo capito che di mezzo c'era
qualcuno che intendeva sacrificarsi e che era ora di menar le mani.
Ma soprattutto che se non ci fosse
stato, quella simpatica ragazza sarebbe finita male poiché
per quanto forte fosse era sola.
“Ma ora non lo
è più! Nessuno deve combattere da solo!”
Fu l'unico pensiero coerente fra i
mille rivolti all'imminente battaglia.
Giunsero praticamente insieme a
quella che probabilmente era la fine della grotta: un enorme spiazzo
illuminato da torce, pieno di gente e di... nulla.
Assolutamente null'altro oltre a
quei pirati e a Nail.
Nessun tesoro, nessun denaro,
nessun oggetto di valore.
Allora aveva bluffato.
Nail li aveva solo condotti ad un
rifugio sotto la marea per prendere tempo e fregarli.
Aveva fatto ciò che
poteva con ciò che aveva: l'astuzia e l'ingegno.
E dopo?
E dopo cosa aveva pensato di fare?
Aspettare la sua fine?
Non ci volle un genio a capire che
Nail era il ragazzo dai capelli rossi tutto coperto di sangue,
raggomitolato in mezzo a quegli uomini che lo circondavano assistendo
inermi al massacro che il capitano stava facendo.
Il tempo si fermò di
nuovo e non per un lieto evento come poco prima.
Si fermò coi battiti di
Yoel a cui parve che il mondo intorno scomparisse.
Si fermò insieme al suo
respiro e ad ogni altra sensazione.
Bruciore.
Una vampata inaudita di calore
incandescente le partì dalle viscere espandendosi ad ogni
parte del corpo, persino in quelle che non c'erano più. Si
sentì come quella volta in cui aveva assistito alla morte
della sua famiglia, quando aveva tentato di farsi vendetta.
Quando aveva perso una parte del
suo cuore che a stento aveva cercato, in tutti quegli anni, di
recuperare.
Che solo grazie a Nail aveva fatto
rinascere, almeno parzialmente.
Si fermò e con lei Rufy
che osservò la scena ignobile con un aria talmente seria da
far venire i brividi.
Seria come quando guardava
qualcosa che lo rivoltava e che lo faceva arrabbiare davvero.
Come quando, di lì a
poco, si sarebbe scatenato.
Il viso coperto di sangue di quel
giovane che si copriva senza aver più forze di reagire,
sarebbe bastato a farlo partire se non sarebbe andata prima Yoel la
quale puntò direttamente al capitano, al responsabile di
quel massacro gratuito.
La vide scattare di nuovo e
tornare normale in corsa, vide i suoi capelli neri legati nella treccia
volare dietro di sé mentre brandiva la spada gridando con
quanto fiato e rabbia aveva dentro.
Gridare senza badare alla ferita
al fianco che le sanguinava di nuovo. Senza badare agli altri che le si
misero davanti per impedirle di arrivare al loro capitano.
Tutti si fermarono girandosi.
- LEVATEVI! - Latrò
colpendone due coi suoi fendenti di tutto rispetto.
Fu quando altri reagirono per
metterle i bastoni fra le ruote che Rufy intervenne allungando le
braccia, spingendoli via e balzando fra loro e Yoel.
- A voi ci penso io! -
Disse col suo consueto ghigno
sentendo che la ragazza nemmeno si era voltata.
Sentendo, però, solo
un: - Grazie! - al volo, spontaneo e... mai uscito dalle sue labbra
sempre imbronciate prima di allora!
Un ghigno di quelli misto fra la
felicità per il combattimento e quella per chi lo
circondava.
Era ora di scatenarsi!
Fu esattamente allora che
arrivarono Zoro, Nami, Sanji e Chopper.
Non ci volle nemmeno uno scambio
di sguardi, nemmeno un ordine, nemmeno mezza parola da parte di nessuno.
Si capirono al volo ed ognuno
prese il proprio posto.
Chopper corse a recuperare il
ragazzo ferito, Zoro e Sanji affiancarono Rufy nei combattimenti e...
Nami si mise a piangere costatando che non c'era nessun tesoro, in
realtà!
- Andrà bene? - Disse
Zoro rivolto a Rufy mentre con due spade estratte guardava in viso uno
ad uno i suoi avversari. Si era già messo la bandana sulla
testa e i tre orecchini al lobo tintinnavano appena. Piegato in
posizione d’attacco continuava la sua concentrazione.
- Si. Se la caverà alla
grande! - Disse il capitano sicuro di sé col sorriso di
prima ancora stampato sulle labbra.
- Ma probabilmente l'unico che
vale davvero qualcosa è quel tipo là! - Fece
Sanji accendendosi la sigaretta senza staccare gli occhi di dosso da
Yoel poco distante da loro che fronteggiava il capo dei loro nuovi
avversari.
- Spetta a lei! -
Ribadì il moro abbassandosi il cappello dietro la nuca in
modo da non perderlo per strada. Strinse i pugni facendo scricchiolare
le ossa per prepararle agli imminenti impatti.
- Così sia! -
Borbottò lugubre Zoro dando l'idea di essere ad un funerale
piuttosto che ad una delle tante divertenti battaglie.
- Io mi ricordo di te... - Disse
l'avversario di Yoel. - ...ti avevo ucciso! -
Tutto quello che ottenne fu solo
un ringhio in risposta.
La mora non era certo quel che si
diceva una gran conversatrice.
- E quelli dove li avevi nascosti?
– Continuò indicando Rufy e gli altri che avevano
ormai iniziato le ‘danze’ con una maestria
impressionate. Sembrava più che si allenassero!
Yoel ancora non disse nulla, non
intendeva parlare, non riteneva necessario spiegargli nulla, nemmeno
che di lì a poco sarebbe morto. Era ovvio, bastava guardarla
in viso, no?
Però una cosa si
sentì di dire mentre i propri sentimenti di ira pura
ingigantivano in lei senza scemare nemmeno di un grado.
- Hai commesso un errore. Nail
è prezioso per me, è quanto io abbia di maggior
valore a questo mondo. Ora tu me la pagherai per ciò che gli
hai fatto ma se muore preparati perché invocherai
l’inferno! – La sua voce bassa e lugubre, in
quell’attimo, parve addirittura più maschile di
quanto non lo fosse stata prima di rivelarsi per quel che era, una
ragazza. Le uscì da dentro e quasi tremò
poiché le urla non avrebbero comunque mai pareggiato il suo
reale stato d’animo.
L’uomo più
grande di lei di diversi anni decise che ne sarebbe valsa la pena
guardando il suo occhio nero come l’oscurità
abissale, in contrasto con l’altro di vetro tutto bianco.
Fissandola così anche la sua cicatrice che partiva dal viso
arrivando all’orecchio mancante alimentò
l’idea di minaccia e pericolo. Spaventosa era il termine
adatto.
Lei, la sua cicatrice, la sua
espressione e il suo tono di voce.
Ci credette alla promessa che gli
fece e gli piacque. Finalmente qualcosa che valesse tutta quella
perdita di tempo era arrivata.
- Sentiti onorata… -
iniziò non badando al fatto che quando l’aveva
vista la prima volta era apparsa come un ragazzo: - ti
prenderò sul serio! – Dopo di ciò si
tolse la casacca impugnando un’arma particolare mai vista
prima. Le braccia erano muscolose e piene di tatuaggi, appariva come un
uomo col suo fascino, un leggero filo di barba sul mento, i capelli
castano scuro mossi che gli circondavano il viso ghignante ed un
orecchino al lobo destro.
La cintura alla vita reggeva molte
altre armi fra cui diversi pugnali di differenti dimensioni e non poche
pistole. Tuttavia ciò che lui impugnò fu la sua
arma speciale. Un indefinito scambio di sguardi, un ammiccamento di
lui, un lampo negli occhi di lei e il combattimento ebbe inizio.
Il vento, confronto a lui, era
nulla.
Quell’uomo era
velocità allo stato puro.
La difficoltà non era
tanto quella di riuscire a ferirlo quanto quella di beccarlo.
Non potè muovere
nemmeno un passo poiché lui scomparve subito dalla sua vista
riapparendo una frazione di secondo dopo davanti a lei. Capì
che era lì dal colpo che ricevette in pieno stomaco.
Un pugno.
Solo un semplice pugno accanto
alla ferita ormai aperta.
- Merda! –
Imprecò Yoel a denti stretti tenendosi l’addome e
piegandosi in due. Si rialzò subito mettendo da parte il
proprio dolore, non era un avversario da poco però avrebbe
potuto sconfiggerlo facilmente trasformandosi anche lei in vento.
Già… e
rischiando di perdersi per sempre nell’aria senza
possibilità di riformarsi.
No, non era con la stessa arma che
si abbatteva l’avversario ma con qualcosa che lo superasse.
Doveva trovarlo, doveva
localizzarlo e colpirlo ma prima di tutto doveva per lo meno assumere
le sembianze di qualcosa di più robusto e affilato di
sé stessa.
Così senza rifletterci
oltre, nel tempo che intercorse fra un respiro e l’altro,
toccò con le mani la lama della propria spada che stringeva
ancora pronta per l’uso, quindi con la solita formula divenne
della stessa materia della lama: affilata e dura. Gli arti delle punte
acuminate che solo sfiorando l’avversario sarebbero state
deleterie.
“Ecco come ha ucciso
quegli uomini…” Pensarono Chopper e Nami
osservando la scena per poi ritornare ognuno al proprio compito. Ebbene
anche la navigatrice si era messa a dar del suo con la propria arma che
ormai utilizzava meglio di qualunque altra cosa. Con abilità
produceva tuoni, pioggia, vento e miraggi… qualunque cosa le
potesse essere utile contro quegli avversari non eccessivamente forti
ma nemmeno da sottovalutare, per lei.
Zoro, Rufy e Sanji non ebbero
molte difficoltà come avevano immaginato. Probabilmente il
vero divertimento sarebbe stato proprio col capitano ma era giusto che
se la vedesse lei e dopo l’ennesimo pugno di Rufy che non si
affannava nemmeno ad utilizzare troppo il suo potere di gomma, si
fermò ad osservare meglio la scena dell’unico
combattimento degno di nota.
Così anche Sanji con
l’ultimo calcio e Zoro con l’ultimo affondo.
Anche Nami ben presto li
affiancò mantenendo il suo bastone speciale già
pronto per l’uso.
Concentrati nel capire quando
sarebbero dovuti inserirsi.
- Non dovete intervenire. Lui
è mio. – Disse emettendo una voce metallica per
l’aspetto che aveva assunto.
Vederla combattere era bello,
effettivamente. Era padrona di un agilità non da poco e a
seconda di ciò che assumeva era più o meno forte.
Non combatteva solo con l’istinto ma anche con la furbizia.
Il suo cervello lavorava in continuazione e probabilmente lo utilizzava
tanto solo per quello. Nel senso che lo stratega di turno per qualunque
altra cosa era Nail e non lei.
Però per le lotta la
regina era Yoel.
Le volte successive che venne
colpita con altri pugni o calci non furono sentiti vista la materia in
cui era, ma quando utilizzò quella sua arma strana ne rimase
tramortita. Come essere colpita da una piccola bomba. Le era andata
bene ma se quei colpi fossero stati in grado di frantumarla allora
sarebbe morta.
Non doveva perdere tempo, non
poteva lasciare che lui prendesse così il sopravvento
dettando il ritmo.
“Maledizione. È
troppo veloce. Se cerco di trovarlo non ce la farò di certo.
Devo percepirlo. Qual è la materia più sensibile
per le percezioni?” Si chiese mutando parzialmente il
proprio corpo mentre rimaneva ferma ad incassare i colpi che le
arrivavano. Rimase con un braccio e le gambe di spada mentre il resto
attese la trasformazione successiva. Era una tecnica che richiedeva
molta concentrazione ma un lampo le attraversò la mente con
l’idea giusta e con esso tornò la
lucidità necessaria per affrontare quell’incontro
iniziato con troppo impeto.
Lui continuava a muoversi
attendendo la sua mossa, curioso di vedere che cosa si sarebbe
inventata, quindi come gli altri rimase esterrefatto davanti alla sua
seconda trasformazione della sola mano rimanente.
Capelli.
Fili sottili e scuri.
Alzò il braccio davanti a sé e smettendo di
guardarsi intorno si concentrò unicamente sui filamenti che
si allungavano dal suo polso. Era cosciente che in quel momento
appariva più come un mostro che altro, ma non le importava.
Non le importava affatto poiché Nail era quasi stato ucciso
e questo non poteva rimanere impunito.
- Come può aiutarti,
questo? Anche se mi localizzi… - La sua voce
arrivò lontano facendole capire che era ancora in movimento,
non gli rispose, non sorrise, rimase seria e concentrata come se il
resto non esistesse.
Solo quando i capelli davanti ai
suoi occhi smisero di spostarsi tenuemente ed ebbero un guizzo deciso
che li sollevò del tutto, lei disse risoluta in
contemporanea ad un suo gesto.
- Sei finito. – Era solo
una questione di tempismo. Percepire i suoi movimenti chiudendo gli
occhi era possibile ma non avrebbe capito l’esatto momento in
cui alzare il braccio per infilzarlo.
Utilizzare qualcosa di
più sensibile e visibile allo stesso tempo era stato un
macchinismo degno di un artista.
Ma come solo una combattente
letale quale lei era, affondò velocissima e priva di
scrupoli la lama del suo braccio nel ventre del suo avversario che
finalmente si fermò apparendole esattamente conficcato nella
sua lama.
Rimasero immobili così
per un istante, istante in cui la mano di capelli tornò
normale e a poco a poco anche le sue gambe mentre lui cercava il fiato
che non gli tornava più, come pure la forza di gridare e
muoversi.
Non fu lui a sciogliersi. Fu lei
ad estrarre l’arto di spada dal suo corpo che sanguinante
l’aveva sporcata.
Non prima delle sue parole.
Fredde, spietate, taglienti, piene
di disprezzo e di odio. Un odio, questa volta, non sprecato.
- Sono andata subito al sodo solo
perché Nail è vivo. Altrimenti non te la saresti
cavata così in fretta. –
Gli lasciò da quella
vicinanza solo un ultimo sguardo che sembrò tagliente quanto
la lama che allontanò da lui che tornò di carne e
pelle coperta, però, di sangue. Proprio come
l’avevano vista la prima volta.
Poi lui cadde a terra svenuto.
- Decisamente… non
aveva bisogno di aiuto! – Disse Zoro ironico. Aveva intuito
chi in realtà fosse ma non aveva immaginato di assistere ad
una cosa simile.
- Fantastica… - Fece
eco Sanji lasciando cadere inebetito la sigaretta a terra mentre il suo
occhio diventava a forma di cuore.
- Grande! Sapevo che era in gamba!
– Affermò invece Rufy con un gran sorriso mentre
alzava le braccia in alto in segno di vittoria, come faceva di
consueto, rilassando tutti che sorrisero a loro volta.
Quel giorno si erano comunque
arricchiti tutti e a convincerli fu l’abbraccio pieno di
strasporto che Yoel, con le lacrime agli occhi, fece a Nail sveglio e
curato da Chopper.
Una scena, quella, che li
ricompensò più di qualunque somma di denaro.
- Allora anche lei è
umana! – La voce di Usop alle loro spalle li fece voltare. I
quattro rimanenti erano arrivati solo in quel momento, giusto per quel
finale talmente perfetto da non aver bisogno di commenti o spiegazioni.
- Molto più di quanto
sembrasse! – Disse Nami con un sorriso tenero guardando come
gli altri del loro gruppo li circondavano felici di averli ritrovati
entrambi vivi.
- Bè, tutto
è bene quel che finisce bene! - Concluse con una certa
allegria Brook senza tirar fuori, stranamente, nessuna battuta
raggelante sulle proprie ossa o sul suo stato di non vivo.
- Bene un corno! –
Ringhiò dunque improvvisamente la navigatrice infervorandosi
come se le avessero schiacciato il bottone sbagliato.
- Perché? –
Chiese Franky grattandosi il capo senza capire a ciò che
alludesse.
- Vedi forse un tesoro, qui?
– Sbottò lei allargando le braccia sul vuoto
circostante ad eccezione dei corpi privi di conoscenza degli altri
pirati. I fumi le uscivano degli orecchi!
- E’ vero… -
Dissero in coro alcuni accorgendosi solo in quel momento
dell’assenza del loro adorato tesoro.
- Deve essere stato disperso in
mare molto tempo fa con le alte maree che hanno sommerso questa grotta.
– Disse Robin andando con facilità
all’unica logica conclusione che molti altri cercatori di
quel tesoro, prima di lei, avrebbero dovuto saper trarre.
- Già… hanno
sempre cercato nel luogo sbagliato! – Sentenziò
Sanji guardando la bocca della caverna che cominciava a bagnarsi
lentamente di acqua.
- Dovevano cercare in mare!
– Capì finalmente Rufy con un paio di treni di
ritardo. Il suo tono entusiasta di questa cosa che evidentemente era
buffa, fece sorridere anche gli altri come spesso accadeva.
Solo lui riusciva a far notare a
tutti dei nuovi lati che normalmente nessuno calcolava. Era una sua
qualità.
- L’unico ad essersi
arricchito è il mare, in tutta questa storia! –
Continuò Zoro togliendosi la bandana dalla testa e legandola
al bicipite.
- Che buffo! Il mare
l’ha fatta a tutti! È così che si fa!
Grande! – Concluse Rufy ridendo di gusto mentre si avviava
verso l’uscita seguito da tutti gli altri. Sembrava davvero
divertito da quella situazione e questo rimise il buon umore a
tutti… tranne che a Nami, la quale lo ritrovò con
l’intelligente Robin:
- In compenso la loro nave
è piena di oro! – Mai più avviso fu
più gradito, per la giovane, che senza attendere un secondo
di più investì tutti i suoi compagni uscendo per
prima con l’obiettivo di prendersi tutto ciò che
di valore c’era su quel galeone là fuori.
In fondo era giusto
così: ognuno doveva avere la sua parte di
felicità!