CAPITOLO 20:

VITE A CONFRONTO

 

/Sweet child ‘o mine – Guns ‘n Roses/

 

Il tramonto non illuminava ancora la scuola ed il giardino che la circondava, poiché era estate le giornate si allungavano e il sole rimaneva alto e luminoso fin oltre all’ora regolare del tramonto. Tutti i campi sportivi si stavano svuotando lentamente lasciando finalmente il silenzio che viste le vacanze estive, doveva esserci in quel luogo così odiato dagli studenti.

Tuttavia poco durò quel fantomatico silenzio poiché fu presto interrotto, almeno subito fuori dall’edificio, precisamente al parcheggio delle auto, biciclette e motorini, dove il gruppo di cui si parlava in precedenza, si riuniva per salutarsi e decidere le prossime vittime!

La telecamera immaginaria, dopo aver inquadrato dall’alto tutto il territorio scolastico, cominciava lentamente a stringere su un angolo preciso arrivando così su 9 giovani che amichevolmente starnazzavano interrompendo la quiete generale. La mossa successiva, dopo aver mostrato tre coppie che a modo proprio stavano insieme ed altri tre ragazzi che stavano singolarmente in compagnia agli altri, la famosa telecamera immaginaria stringeva facendo i primi piani, partendo dai piedi e risalendo sul corpo per arrivare così ai visi, dei giovani, prendendoli uno per uno.

C’era la bella rossa Kimberly vestita succinta come al solito in compagnia del bellissimo e desiderato ragazzo Andrea, alto, biondo, alternativo e divino!

Adrian la riccia bionda imbronciata per qualche motivo vestita alla texana con un Marco come sempre moro, spettinato, lividi ed abiti straccioni che a sua volta piantava il muso alla bionda.

Un altro biondo riccio rispondeva al nome di Thomas ed era vestito nel solito modo buffo e colorato, abbracciava stretto la fidanzata Viky che impeccabile fra abiti e capelli del solito taglio corto non faceva una piega.

Rimanevano Robert anch’egli in perenne arrabbiatura col mondo intero, ramato e senza leggi di natura per i capelli, abiti attillati che gli donavano al corpo ben modellato, Alessandro da rapper ma dal colore predominante che era il giallo, i capelli neri lunghi ed un sorriso eterno ed infine il castano Jonny, abiti semplici, bellezza matura nonché molto distinto.

Giunti qua, finalmente le voci potevano iniziare a distinguersi più chiaramente.

- Domani facciamo così, allora!-

Asserì convinto Tom guardando gli amici che annuivano vaghi. Gli sembrò strano non sentire la solita voce della gemella contraddirlo, eppure a parlare non fu lei ma la fidanzata che teneva gelosamente abbracciata da dietro:

- Ma Tom, sei sicuro? Mi dispiace che nessuno venga a vederti…-

Lui si era incantato per l’ennesima volta a guardarla sorridendo limpido e rapito. Lei era veramente bella come un angelo, nei suoi pensieri la chiamava così, come la prima volta che l’aveva vista. Adorava tutto di lei e la vedeva come una creatura fragile da proteggere, stravedeva per lei e l’amava come aveva fatto con poche persone. Alcune sono come lei per posa, lei lo era veramente ecco perché gente schietta e sadica come Kim non capiva come riuscisse ad essere così gentile e mite, lei comportamenti simili non li concepiva e l’egocentrismo le impediva di ammettere che qualcuno potesse averne di natura e non fossero finti. Dipendeva però solo dal fatto che erano diametralmente diverse, la rossa non era cattiva, solo i suoi difetti erano ben radicati e visibili…del resto nessuno è perfetto, anche Viky nonostante l’apparenza perfetta mostrava lati imperfetti come la fragilità e l’insicurezza. Voleva bene a tutti e non voleva far rimanere male nessuno, ma allo stesso tempo non sapeva sempre come fare per riuscirci. Non capiva che non poteva far contenti tutti e che la sofferenza spesso è necessaria.

Non lo capiva ma ci sarebbe riuscita presto!

- No, tranquilla, la mia partita non è così importante, mentre la tua gara si!-

Lo disse con un tono totalmente diverso da quello usato poco prima, sembrava tutt’altra persona. Tom si beò ancora un attimo del suo bel viso poi accarezzandole la schiena come se immaginasse di avere le sue ali fra le dita, l’avvicinò ulteriormente posandole un bacio sulle labbra.

Nell’istante in cui lui si baciava con lei, la voce allegra e non più seccata di sua sorella Adrian, si inserì decisa:

- No! Io e Marco veniamo a vedere te e la tua partita di baseball!-

- Credo sia troppo impegnato per rispondere!-

Asserì la rossa divertita, fu contraddetta da Tom che aspettandoselo interruppe il bacio come se non si fosse distratto affatto, poi inferocito rispose:

- No e poi no! La gara di Vy è più importante! La mia partita finisce a metà della sua gara, se io sono solo con la moto corro ed in un lampo arrivo da lei e la vedo, ma con voi fra i piedi che mi intralciate perdo solo tempo!-

Schietto e sincero come lui era sempre, lasciò l’altra senza parole, a bocca aperta a fissarlo stordita: le dava ordini! Lui le dava ordini! Il peggio era che non poteva ribattere perché in fondo aveva ragione! Assurdo!

Così rassegnata Adrian aveva di nuovo piantato il muso incrociando le braccia, scenetta divertente e normale per loro, Marco dimentico del motivo per cui aveva appena dibattuto con la stessa ora arrabbiata, con un ghignetto da gatto selvatico, le si era avvicinato accarezzandole la testa, dicendole con fare paterno:

- Su, dai, non prendertela…-

Inevitabile l’occhiataccia fulminante e il morso al braccio!

Così si era beccata un ‘bestia’ dal moroso che aveva deciso lasciarla stare. Marco la conosceva e la scena si ripeteva ogni santo giorno…lui non poteva certo trattarla come un cagnolino o peggio, una bambina, e rimanere impunito! Lei già intrattabile di natura era come invitata a mangiarselo!

Andrea ridacchiò sadicamente mentre Ale liberò la sua risata cristallina sinceramente divertito dalla scena, Roby aveva alzato gli occhi al cielo mentre Jo aveva accennato ad un fugace sorriso. Kim invece incuriosita si era avvicinata all’amica e seria aveva detto:

- Ma dai, allora ascoltava…e come faceva a fare due cose bene entrambe? Almeno credo che baci bene…-

- Se vuoi provare io non ti fermo!-

Rispose Andrea con la sua solita aria sicura, sembrava la sapesse proprio lunga, a Kim piaceva quel lato del fidanzato, così avvicinandosi come una gattina sinuosa gli si era strusciata addosso guardandola provocante:

- Sicuro di non essere geloso?-

Lui non si fece mettere sotto e senza smentirsi alzò le spalle e accentuando il sorriso furbo, aggiunse:

- No, anzi, quasi quasi lo provo anche io!-

Rimasero tutti interdetti ad ascoltarlo, non per la provocazione in sé ma perché lo conoscevano e sapevano tutti che ne era veramente capace di farlo! Ecco perché Tom si decise ad andarsene, salutò Viky, si mise il casco e borbottando un veloce:

- Fatelo senza di me!-

Si era girato a cercare la sorella preparando la moto. Gli altri risero, chi di solito rideva, mentre Adry fu trovata ancora in disparte col broncio sulle labbra … non aveva gradito l’imposizione!

Tom lasciò perdere le successive battutine che derivarono dalla situazione creata da Kim ed Andrea per prendere il casco ed infilarlo alla testa della gemella che non lo guardava arrabbiata. Non era seria ma spesso ci si chiedeva quanti anni avesse.

Mettendole il casco il fratello le battè sulla plastica con le nocche, poi l’ammonì:

- Smettila di fare la bambina! Sembri più piccola dei nostri fratelli!-

Non ne fu toccata lei che decidendo di ignorarlo e far finta non esistesse, chiuse gli occhi e montò in sella dietro al fratello, senza nemmeno posare la mani intorno alla sua vita e salutare nessuno, lo fece Tom per lei, si godette la sgommata della moto di una cilindrata maggiore a quella che lui poteva permettersi, e continuando a pensare fuoco e fiamme, lasciò trasportarsi dal vento che in un istante arrivò forte e pungente nonostante il casco e l’estate.

Gli amici guardarono i due gemelli andarsene veloci come una corrente d’aria calda e sospendendo le solite battute pensarono che nonostante i ‘capi’ involontari fossero Andrea e Kim, i due gemelli erano comunque parte dell’anima di quel gruppo carismatico.

Del resto tutti, nessuno escluso, si notavano all’istante!

 

/Rock this party – Bob Sinclar/

 

Il rombo della moto indicò a coloro che stavano in casa che i gemelli erano arrivati, quindi si vide alla velocità della luce tanti lampi veloci precipitarsi ai lati alla porta d’ingresso, appiattiti al pavimento. Tante luci malefiche albergavano nei loro occhi che si dividevano fra grigi e azzurri, mentre le mani del maggiore, Francesco, correva a tappare la piccola bocca dell’ultimo arrivo di famiglia, Nicole che voleva ridere.

Thomas e Adrian erano tranquilli, le loro menti malate stavano già tramando qualcosa per sorprendere le canaglie casinare che, sicuramente ammassati nella stanza dei giochi, non li avevano sentito arrivare.

Ogni giorno era così … i due entravano e, macchinando qualche scherzo, li torturavano.

Non avrebbero mai immaginato che quella volta le cose sarebbero state diverse, merito per una volta della mente di famiglia, Samanta!

 Costei era coetanea di Angel, il fratello minore di Kimberly le cui famiglie erano unite da un profondo legame d’amicizia da sempre. Angel e Samanta erano fidanzati da sempre e tutti sostenevano che nulla li avrebbe separati … ma questa non è la loro storia!

Aprirono la porta ed entrarono spediti buttando come di consueto i rispettivi borsoni lateralmente a loro, ovvero proprio sopra i predatori che, encomiabili, non mossero un muscolo.

Fu veloce tuttavia il seguito: sia Adry che Tom si sentirono afferrare con forza le caviglie e strattonare come forsennati fino, grazie anche alla sorpresa per lui e al solletico per lei, non caddero stesi a terra…il fotogramma successivo li vide sommersi dalle 4 canaglie che facevano solletico a tutto andare, senza permettere alle prede di respirare o reagire!

Fu una scena esilarante da vedere, non molto da vivere, in effetti!

Urla si levarono a tutto andare mentre gambe e braccia si muovevano veloci in gesti ampi per cercare di liberarsi…ottenendo così solo maggior confusione visto che urtavano i mobili del soggiorno facendoli cadere fino a romperli!

Non ci fu verso di ottenere una tregua, poterono solo subire, del resto unire menti e forza era una cosa di per sé intelligente ed anche se l’avevano scoperto solo ora poco importava se non il risultato attuale!

Squadra folle in vantaggio rispetto alla squadra sadica!

(Sq folle erano i 4 minori, mentre i sadici i 2 gemelli…)

Rimasero a lottare a lungo trasformando la sala in un campo di battaglia finchè non si udì un fischio acuto potente che li obbligò a tapparsi gli orecchi e a fermarsi immediatamente: era arrivata la loro madre ed ora erano dolori!

Solo Daniele si azzardò a commentare spontaneamente impavido:

- Puoi fischiare più forte? L’altro orecchio ci sente ancora bene…-

Ricevette solo un’occhiata fulminante, poi quel che fece la donna piccoletta e forzuta dal fare militaresco più somigliante ed un uomo che ad una donna per i modi e la personalità, fu guardare tutto il caos creato ed i figli ingarbugliati a terra che torturavano e venivano torturati…era una scena normale se non fosse che di norma la si faceva nella stanza dei giochi, l’unica che aveva il permesso di essere lasciata in confusione!

Tutti inghiottirono a vuoto, perfino i maggiori, in un istante cominciarono a temere per la loro vita al che naturalmente trovarono subito la difesa perfetta, Thomas prese al volo la piccola Nicole, il punto debole della donna-despota e gliela porse nascondendosi dietro il corpicino della bimba di poco più di ormai quasi 5 anni, la piccola dai vispi occhi azzurri non fece una piega, si limitò ad alzare le braccia tendendole verso la madre che livida di rabbia li guardava tutti. I presenti cominciarono a pregare affinché si impietosisse ma ci fu un lungo momento di silenzio, nessuno si muoveva ed osava fiatare, tutti gli occhi puntati sulla madre in attesa che decidesse se ucciderli oppure lasciar perdere. Non avevano idea del verdetto pur loro la conoscessero bene, lei era un tipo strano quindi tutto era possibile…anche che li diseredasse!

Sembrò proprio interminabile il tempo in attesa ma terminò e con esso si vide la donna prendere in braccio la piccola Nicole, baciarla e sorriderle con grande amore, la videro rilassarsi e cambiare espressione e tutti sospirarono in contemporanea credendo di averla scampata, non osarono pronunciare parola, si alzarono da terra lentamente senza osare sfidare il fato, sembrava averla scampata…ma proprio mentre lei stava andando pacifica in cucina si sentì la sua voce dire in tono dolce, senza guardarli in volto poiché aveva in braccio la prediletta Nicole:

- Siete tutti in punizione per una settimana, nessuno esce di casa se non per andare alle attività sportive e musicali, niente tv, playstation, sky, game boy e cibi take away. Dovrete leggere tutti i libri che con la vostra lotta avete fatto cadere dalla libreria e farmi una relazione! Ora andiamo a preparare la cena, cari!-

Le espressioni dei ragazzi e delle ragazze si fece di pura sofferenza, come la tipica espressione di Homer Simpson quando veniva beccato e diceva:

- Do!- per dire ‘no’.

Quella donna faceva paura, passava dall’ira più spaventosa alla dolcezza più disarmante in un battito di ciglia…ma a cambiare era solo l’esteriorità e la voce poiché la cattiveria rimaneva tale visto che le punizioni cerano sempre, la differenza però era che in effetti era più doloroso sentirsi sgridati in quel modo che sembrava fare complimenti invece che sputare punizioni!

I 6 si girarono insieme guardando i libri a terra che coi loro calci avevano fatto cadere dalla libreria del soggiorno e le lacrime gli si affacciarono, sofferenti dissero supplichevoli:

- Ma mamma, saranno almeno 50!-

Lei non si scompose e mantenendo un tono calmo disse:

- Buona lettura cari!-

Sospirarono insieme capendo che non avrebbero cavato un ragno dal buco, successivamente tutti guardarono il genio di famiglia, Samanta la quale riusciva egregiamente in tutto…lei riusciva a leggere un libro ogni 2 ore se si metteva d’impegno!

- Eh no, cari, leggete anche voi!-

Sbottò inferocendosi.

- Ti ricordo che l’idea è stata tua!-

Ribattè Francesco, il quasi sedicenne che aveva un sacco di impegni con le ragazze di turno della settimana.

- Ma tu mi hai ascoltato, quindi sei colpevole quanto me!-

- Io devo vedermi con 3 ragazze questa settimana…se non ci vado penseranno che le tradisco!-

- Ed hanno ragione, anche se nello specifico caso saresti innocente perché non le eviti per tradirle ma solo per punizione. Tu di fatto le tradisci quindi non c’è nulla di male se lo pensano e ti mollano!-

- Ma io non sono fidanzato con loro, ci esco e basta…-

- Guarda me, io ho da sempre solo Angel e non ho mai avuto problemi di alcuna sorta…sa che quando non lo vedo è solo perché sono in punizione!-

- Ma se ci sei a scuola insieme, lo vedi comunque…bè, ora è a parte perché sono le vacanze estive ma di norma lo vedi sempre!-

- Già, sono fortunata…il prossimo anno che andremo alle medie abbiamo chiesto di stare nella stessa classe! Saranno tre anni perfetti!-

- Sei svenevole!-

- E tu vomitevole! Se Angel mi tradisse come fai tu l’ammazzerei!-

- Sei sicura che non lo fa?-

- Certo! Io lo sento nella pancia!-

- Sei già incinta?-

- E tu sei già scemo?-

Nel battibecco intervenne Thomas che divertito li aveva ascoltati, con un ghigno disse:

- Guardate che non ne ricavate un ragno dal buco…siete in punizione e dovete leggere tutti, chi è più veloce leggera per forza di cose di più, l’importante è smaltire! Riguardo ai fidanzati…bè, la frittata è fatta, inutile discuterci su chi è più furbo o fortunato!-

Francesco e Samanta lo guardarono seccati per il semplicismo che aveva messo nel liquidarli, in fondo aveva ragione quindi gli chiesero incuriositi:

- E tu come fai con Vy e la tua band? Hai prove quasi ogni giorno…-

Tom non si perse d’animo ed iniziando a riordinare insieme agli altri rispose:

- Vy la vedo prima e dopo gli allenamenti, capirà, tanto lei capisce sempre…per le prove ormai hanno deciso di stabilirsi regolarmente nel nostro garage visto che è l’unico modo per beccarmi…quindi non ho problemi!-

- Oh, ma la punizione non include il non vedere nessuno?-

Chiesero gli altri due insieme drizzando le antennine:

- Non l’ha mai detto…basta non chiederle conferma, ciò che non dice non si può sottintendere…-

Fece un sorrisino furbo che piacque molto ai due interlocutori, aveva perfettamente ragione!

- Allora il problema è risolto, basta far venire qua loro…-

- Si, tanto la mamma è via a lavoro e rimarrà papà a controllarci, con lui possiamo fare quel che vogliamo…è fattibile!-

Thomas rise di gusto sentendoli progettare la settimana, erano due persone così divertenti, prese insieme, che erano meglio del cinema: sicuramente avrebbero combinato qualcos’altro che avrebbe allungato la loro punizione!

- Tom guarda che vado a farla io la doccia se non ti sbrighi!-

Asserì improvvisamente Adrian passandogli dietro per salire le scale, in quell’istante la sua espressione divenne da diavolo e come se gli spuntassero le corna scattò veloce dietro di lei, afferrandola per i capelli la strattonò facendola cadere all’indietro per poi gridare:

- Eh no! Oggi tocca a me, a cuccia!-

Adrian in un momento si trovò a terra con il gemello che saliva come una scheggia al posto suo, shockata e dolorante senza capire cosa fosse successo.

- Ma…sei un animale! Io stavo solo andando in camera, Diavolaccio!-

Ebbene però si era ripresa subito ed iniziando i mille rimbrotti aveva ripreso a salire.

Il giovane ricciuto rimase solo e tranquillo per pochi istanti, di fatto.

Ebbe il tempo di trascinarsi lo stereo portatile in bagno, scegliere il cd da ascoltare, accendere a tutto volume, riscaldare l’ambiente con una stufa, aprire l’acqua ed entrare nel box della doccia. Esattamente solo questo poiché subito irruppero nella stanza(aveva la fobia delle porte chiuse a chiave per cui non le serrava mai) quattro elementi casinari che urlanti e contenti cominciarono a parlare col compagno aggiornandolo su varie novità musicali: ebbene si erano i membri della sua band!

Tom alzò gli occhi al cielo mentre l’acqua iniziava a colargli addosso lavandolo, coi capelli che si appiattivano al capo e sul volto.

- La pace è finita!-

Una persona normale si sarebbe asciugato e sarebbe uscito dal bagno per parlare con loro….Tom non era normale. Ecco perché li salutò e continuò a lavarsi davanti a loro mentre il vetro del box si appannava per il vapore.

Non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla sua sacrosanta doccia, per una volta che la faceva prima della gemella!

I membri del suo gruppo erano dei tipi eccentrici e fuori dal comune, del resto non poteva far parte di qualcosa di normale!

Il gruppo si chiamava Pèa, il nome di un enzima del sangue, una trovata di Thomas.

V’era Thomas chitarrista e seconda voce, pazzo fuori controllo ma lunatico ed eccentrico; Michael accattivante cantante energetico e sensuale, donnaiolo, il bello del gruppo e più popolare; Stiz, ovvero Stefano, bassista, divertente capro espiatorio, il pagliaccio di turno che viveva in simbiosi con l’altro chitarrista, Ed, Edward, leder del gruppo con la testa sulle spalle e baby sitter di Stiz; l’ultimo membro del gruppo era Fede, Federico, batterista dalla personalità multipla!

- Posso fare la doccia con te?-

Disse Michael avvicinandosi al box dov’era Tom, costui era il più bello del gruppo e risaputo che andava sia con uomini che con donne indistintamente, senza problema alcuno, spesso ci provava col biondo ricciuto, un po’ per scherzo ed un po’ perché ci sarebbe stato volentieri.

Come reagiva il corteggiato? Ridendo accettava di buon gusto il gioco: anche in quest’occasione infatti aprì la porta scorrevole ed afferrandolo per la canottiera nera l’attirò a sé sotto la doccia con lui richiudendosi dentro con lui, fino a scambiarsi un profondo bacio completo con lui!

Era anche Thomas un tipo così: pazzo e fuori dal comune che non si faceva problemi di sesso se si trattava di gioco e scherzi: per lui ogni cosa era lecita e le risate degli amici valsero più di mille film comici!

- Finocchi, andate in un privè!-

Aveva quindi accusato Stiz accentuando la risata, lui meno di tutti aveva problemi a vedere due uomini baciarsi: in quanto membro del gruppo doveva essere fuori dagli schemi e considerando il rapporto ambiguo che aveva con Ed sicuramente si capiva subito il senso con cui diceva le cose…tuttavia non lo faceva apposta, non attivava il cervello di natura, se l’avesse fatto avrebbe immaginato, conoscendo i due sotto la doccia, come sarebbe finita. Ma non lo fece per cui si beccò la lavata e con lui tutti gli altri ancora asciutti!

Alla fine a ridere furono Michael e Thomas che stava senza problemi nudo davanti ai suoi amici di sempre!

Avrebbe riso di meno quando sua mamma avrebbe visto il macello che avevano lasciato!

La vita di Thomas era così: un caos completo, una follia continua, un divertimento ininterrotto…e lui era esattamente come la sua vita, caotica, folle e divertente!

 

/Sleeping in your hand – Elisa/

 

Entrando nell’appartamento bicamere di media ampiezza, la prima cosa che si vedeva era una graziosa entrata con un ripiano che copriva il termosifone, appese ed appoggiate sopra vi erano mille statuine ritraenti angeli, era la stessa cosa che si poteva vedere continuando ad esplorare il resto della casa.

Era un posto molto semplice ed essenziale ma con buon gusto sicuramente femminile, ordinato e pulito. La prima cosa che saltava agli occhi erano le molti immagini e soprammobili a forma di angeli o di ali, la seconda era l’ordine che regnava sintomo o di pochi membri in famiglia o di membri comunque puntigliosi e rigorosi.

La terza era il silenzio completo che trasmetteva un velo di malinconia, lo stesso che ebbe Viky guardandosi intorno per vedere se il fratello era arrivato. Notò le scarpe nella scarpiera, quando mise via le sue per prendersi le pantofole così capì che doveva esserci. Lo capì solo da quello poiché non v’era rumore alcuno che indicasse la sua presenza.

Del resto Erik era un tipo completamente silenzioso, parlava ancor meno di lei.

Decise di andare a salutarlo prima di iniziare le pulizie giornaliere di casa, così percorse il corridoio giungendo alla camera del fratello maggiore chino sui libri.

L’osservò con attenzione prima di interromperlo, era un ragazzo di 27 anni alto e spigoloso dalla bellezza femminea e delicata, anche i suoi capelli biondi che sfioravano le spalle addolcivano la sua immagine, era un bel ragazzo e le somigliava tanto, si capiva che erano parenti.

- Ciao, sono tornata…-

Salutò così Erik che di sorpresa si girò guardandola, appena la vide sorrise dolcemente alzandosi fino a raggiungerla:

- Ciao piccola…-

Disse chinandosi a baciarle la guancia morbida, lei sorrise col suo fare tenero, poi chiese:

- Come è andata, oggi?-

Lui tornò a sedersi alla scrivania dove una luce illuminava il libro che stava studiando.

- Tutto bene, come sempre…tu?-

- Anche io…-

Parlava piano come non volesse disturbare nessuno, come temesse di rovinare l’atmosfera tranquilla che c’era sempre in casa e lui faceva altrettanto. Erik lavorava per mantenere la casa e permetterle di finire gli studi, tuttavia non rinunciava alla propria cultura poiché pur non avendo tempo di sostenere esami e seguire corsi universitari come avrebbe voluto, studiava per conto suo argomenti anche molto complicati, era un tipo intelligente che adorava la cultura, era sicuro che quando anche lei avrebbe cominciato a guadagnare dei soldi lavorando, dopo gli studi, le cose sarebbero andate meglio anche per lui, nel frattempo teneva duro, non aveva scelta, ma lo faceva volentieri, solo per lei.

Viky era tutto quel che Erik aveva e viceversa.

La bionda scoccò un ultimo sorriso per poi congedarsi, si diresse in camera sua, depositò la propria borsa e prima d’ogni altra cosa si fermò davanti ad una foto appoggiata sul comodino, ritraeva i genitori mancati anni prima, lei era ancora piccola ma grazie alla considerevole differenza d’età fra lei e il fratello, lui aveva potuto tenerla con sé legalmente ottenendone l’affidamento. Non avevano altri parenti vicini disposti ad aiutarli, per cui avevano dovuto vedersela da soli.

L’unico inconveniente era stata la campana di vetro sotto cui l’aveva fatta crescere Erik, per paura che anche lei fragile com’era si spezzasse. Se anche lei se ne sarebbe andata ne sarebbe morto di dolore, ce l’aveva sempre messa tutta per lui e fino a quel momento tutto era andato per il meglio. Grazie al sostegno da qualche anno a quella parte di Tom, il suo secondo angelo custode(il primo era il fratello), non aveva avuto bisogno di nulla, non aveva mai chiesto niente e mai l’avrebbe fatto.

- Ciao…-

Mormorò con un sorriso triste ma affettuoso, poi uscì dalla camera iniziando le faccende di casa.

La sua vita non era stata facile ma da quando aveva incontrato Tom si era alleggerita molto, lui non l’aiutava concretamente in casa ma moralmente, le dava tutto l’amore che le serviva, la faceva sentire completamente desiderata e la sua allegria la tirava sempre su, le faceva dimenticare la malinconia costante che le si affacciava in quella casa.

Prima di lui c’era stato Jo, suo vicino di casa ed amico d’infanzia, quando lei aveva avuto bisogno di uscire e svagarsi o di piangere lontana dal fratello per non impensierirlo, lui c’era sempre stato. In effetti anche lui era uno dei suoi angeli custodi.

Era molto importante per lei quel ragazzo così discreto, introverso ma maturo e attento, non era mai riuscita a nascondergli nulla, avevano un bel rapporto e sempre grazie a lui aveva conosciuto Tom che l’aveva corteggiata in quel modo simpatico innamorandosi di lei a prima vista. Se lei ora poteva dire di essere felice lo doveva sicuramente gran parte a Jo che le aveva dato Tom. Con Tom le cose erano cambiate e la serenità interiore le aveva permesso di aprirsi maggiormente agli altri ma aveva sempre il difetto radicato in lei di non aprire il suo cuore agli altri, chiunque persino Tom, sui propri dubbi e sulle incertezze.

E con un carattere simile ed esperienza del genere erano cose normali.

Aveva fatto molti passi in avanti rispetto a com’era originariamente, ma ne aveva ancora molti altri da fare.

Era come se Vy per non far soffrire chi amava si tenesse tutto dentro, dubbi ed incertezze fino a star male, fino ad esplodere e a non riuscire più a trattenere nulla…fino a farsi fraintendere dagli altri.

Viveva in un continuo sonno adagiata fra forti mani protettive, erano mani di tre uomini per lei diversamente importanti: suo fratello Erik, il suo migliore amico d’infanzia Jonny e il suo fidanzato Thomas.

La sua vita era triste e malinconica, vivere perennemente protetti da qualcun oche la ritiene fragile come cristallo non era facile per nessuno, men che meno per qualcuno che fragile lo era veramente, per qualcuno che appena i suoi genitori erano morti in un incidente stradale insieme, lei aveva tentato di raggiungerli.

Nessuno sapeva certe cose di lei, nessuno aveva la pallida idea degli scheletri oscuri che teneva nel suo armadio. Nessuno.

Per questo veniva spesso criticata e fraintesa, per questo non riusciva ad eliminare quei suoi difetti che sarebbero stati la sua rovina.

Come un cane che si morde la coda.

 

/All i want is you – U2/

 

Dopo aver accompagnato e salutato Viky, Jo entrò nel suo appartamento affianco a quello della bionda e ad accoglierlo giunse la voce caotica e squillante della giovane madre trentatreenne. Salutò col suo tono pacato e semplice dirigendosi alla camera per mettere giù le sue cose, nel frattempo la madre prese a parlare a macchinetta facendogli un resoconto dettagliato di tutta la sua giornata, illustrandogli le novità che per lei erano essenziali ed aggiungendoci idee personali con commenti coloriti e divertenti.

Jo diplomaticamente non si era fermato ad ascoltarla nei dettagli ma non l’aveva nemmeno mandata a quel paese come ogni figlio normalmente avrebbe fatto: la pazienza di quel ragazzo con elementi come Tom e Andrea derivava proprio dal fatto che era cresciuto con una donna logorroica, divertente e folle come lei!

Nel qual caso non si poteva dire ‘tale madre tale figlio’ poiché non era affatto così!

Il padre li aveva abbandonati quando lui era nato e lei l’aveva tirato su da sola nonostante i 16 anni, però erano diventati la luce e l’ombra, l’uno l’esatto opposto dell’altra ma si amavano ed andavano più che d’accordo per questo.

Quando si incontrarono per puro caso, solo perché le rispettive faccende li avevano condotti nello stesso punto, lei fu felice di potergli saltare al collo salutandolo affettuosamente, fino ad assordarlo e riempirlo di baci.

- Ciao tesoro, come stai?-

Finalmente si fermò per chiedergli la cosa più sensata e lui sorridendo spontaneo aveva risposto:

- Tutto bene, come sempre!-

Non le chiese se a lei andasse bene poiché aveva passato tutta l’ora a dirgli come era andata, per cui se ne guardò attentamente…sicuramente nel lungo monologo aveva anche detto cosa si sarebbe mangiato e conoscendola lo si poteva capire anche senza ascoltarla: cibo cinese da asporto!

In quell’istante, appena realizzava ciò, il campanello suonò e la donna dai capelli neri cominciò a correre a destra e a sinistra alla disperata ricerca della sua borsa e del portafogli, al suo passaggio metteva per aria qualcosa riducendo il piccolo appartamento in un cumulo di macerie, Jo non ci fece caso, come non lo fece a tutti gli urli iper agitati che chiedevano l’oggetto tanto ricercato, come se fosse vivo ed animato. Lui semplicemente andò ad aprire, prese la cena e pagò coi suoi soldi senza crearsi problema alcuno, quando la porta si richiuse si diresse in cucina e come se lei non esistesse la lasciò sfogare preparando la tavola.

Quando lei si rese conto che era già tutto sistemato smise di correre e col fiatone andò da lui guardandolo malissimo, fintamente arrabbiata:

- Ma che figlio degenere…potevi anche fermarmi prima!-

Lui alzò gli occhi dorati sugli stessi della madre per poi ammiccarle deliziosamente:

- Chi riesce a fermarti?-

Lei ribattè veloce:

- Tu sei l’unico che ci riesce!-

- Quando ho voglia!-

- Anche quando non ce l’hai!-

- Ora non ti ho fermato!-

- Non ci hai provato!-

- Non pensavo di riuscirci!-

- Ma ci riesci sempre!-

- Oggi credevo di no!-

- Non ti andava!-

- Come ti pare!-

- è diverso, sai?-

- Va bene, mamma…sempre come preferisci!-

- Preferisco che non mi tratti da scema!-

Così il ‘botta e risposta’ serrato e veloce si fermò con lui che aveva esaurito le cose circa sensate da dire, non avendo intenzione di iniziare con quelle insensate, come faceva lei, si era zittito porgendole una vaschetta in alluminio contenente del riso al curry, non la guardò nemmeno, non si preoccupò di vedere se il suo stratagemma avrebbe funzionato, sapeva che così sarebbe stato…ed infatti lei lo prese gelosamente e sorridendo radiosa le aveva dato un bacio sulla fronte sedendosi con lui, iniziando quindi a mangiare voracemente, poco decentemente.

“Certo che so come fermarti, infatti l’ho appena fatto…solo che a volte mi piace farti scatenare per vedere fino a che punto arrivi!”

In fondo la loro diversità era apparente, qualcosa in comune ce l’avevano come un certo lato sadico che in lei era più evidente mentre in lui più sottile e nascosto. Non mostrava mai questi suoi lati, non per ipocrisia ma perché riteneva che fossero piccoli divertimenti che non serviva condividere con nessuno.

Alla fine il diplomatico e maturo era lui, ed era un mistero come una così infantile e pazza avesse cresciuto uno così serio e giudizioso, era come se fosse lui il padre ed in effetti così facevano.

Cominciarono a mangiare e lei riprese a parlare, nemmeno questa volta l’ascoltò ripensando alla giornata ed a Viky, a quel punto una nota di malinconia e dispiacere attraversò il suo bel viso.

Lui adorava Viky, avrebbe dato la vita per lei, l’amore che nutriva per quella ragazza che aveva conosciuto sin da piccola in ogni momento della sua crescita era molto grande e puro ma aveva perso il treno e non c’era speranza di ritorno, lui lo sapeva.

Quando si stava per decidere a farsi avanti con lei aveva conosciuto Tom, trasferitosi in città con la casinista famiglia da poco, il suo carattere aperto l’aveva portato a farsi conoscere da tutti e con lui in special modo aveva instaurato inspiegabilmente un rapporto speciale. Arrivato lui, però, era svanita la speranza di poter mettersi con lei poiché aveva espresso immediatamente l’amore per Viky. Ricordava chiaramente il modo in cui era rimasto incantato da lei la prima volta che l’aveva vista uscire dall’appartamento di fronte al suo, l’aveva chiamata ‘angelo’ ed anche in seguito aveva continuato a chiamarla così facendogli una testa gigantesca su quanto fosse bella e divina. Aveva iniziato subito a corteggiarla e le cose gli erano sfuggite di mano, impossibilitato a fermare un sentimento così crescente ed impetuoso. Aveva capito subito che insieme sarebbero stati molto bene e che avrebbero fatto bene ad entrambi, erano persone diverse Vy e Tom, si completavano e quando lei aveva ceduto alla sua corte serrata si erano visti subito i risultati positivi che lui in anni di vicinanza non era stato in grado di darle, per cui aveva semplicemente accettato ogni cosa.

Inoltre avercela con Tom sarebbe stato impossibile, l’amicizia fra loro due si era rafforzata giorno dopo giorno diventando solida ed indispensabile per entrambi, era stato sempre lui ad introdurlo nel suo gruppo che al tempo consisteva in lui, Andrea, Robert ed Alessandro. Kimberly si era trasferita anch’essa con la sua famiglia, amica fedele di quella dei gemelli, in città nello stesso periodo, per cui come Tom aveva conosciuto Jo e quindi il resto del gruppo, sia Adry che Kim erano entrate con lui in quella manica di folli.

Una vita, la sua, da intermediario diplomatico e maturo.