CAPITOLO
20:
VITE
A CONFRONTO
/Sweet
child ‘o mine – Guns ‘n Roses/
Il
tramonto non illuminava ancora la scuola ed il giardino che la
circondava, poiché era estate le giornate si allungavano e
il sole rimaneva alto e luminoso fin oltre all’ora regolare
del tramonto. Tutti i campi sportivi si stavano svuotando lentamente
lasciando finalmente il silenzio che viste le vacanze estive, doveva
esserci in quel luogo così odiato dagli studenti.
Tuttavia
poco durò quel fantomatico silenzio poiché fu
presto interrotto, almeno subito fuori dall’edificio,
precisamente al parcheggio delle auto, biciclette e motorini, dove il
gruppo di cui si parlava in precedenza, si riuniva per salutarsi e
decidere le prossime vittime!
La
telecamera immaginaria, dopo aver inquadrato dall’alto tutto
il territorio scolastico, cominciava lentamente a stringere su un
angolo preciso arrivando così su 9 giovani che
amichevolmente starnazzavano interrompendo la quiete generale. La mossa
successiva, dopo aver mostrato tre coppie che a modo proprio stavano
insieme ed altri tre ragazzi che stavano singolarmente in compagnia
agli altri, la famosa telecamera immaginaria stringeva facendo i primi
piani, partendo dai piedi e risalendo sul corpo per arrivare
così ai visi, dei giovani, prendendoli uno per uno.
C’era
la bella rossa Kimberly vestita succinta come al solito in compagnia
del bellissimo e desiderato ragazzo Andrea, alto, biondo, alternativo e
divino!
Adrian
la riccia bionda imbronciata per qualche motivo vestita alla texana con
un Marco come sempre moro, spettinato, lividi ed abiti straccioni che a
sua volta piantava il muso alla bionda.
Un
altro biondo riccio rispondeva al nome di Thomas ed era vestito nel
solito modo buffo e colorato, abbracciava stretto la fidanzata Viky che
impeccabile fra abiti e capelli del solito taglio corto non faceva una
piega.
Rimanevano
Robert anch’egli in perenne arrabbiatura col mondo intero,
ramato e senza leggi di natura per i capelli, abiti attillati che gli
donavano al corpo ben modellato, Alessandro da rapper ma dal colore
predominante che era il giallo, i capelli neri lunghi ed un sorriso
eterno ed infine il castano Jonny, abiti semplici, bellezza matura
nonché molto distinto.
Giunti
qua, finalmente le voci potevano iniziare a distinguersi più
chiaramente.
-
Domani facciamo così, allora!-
Asserì
convinto Tom guardando gli amici che annuivano vaghi. Gli
sembrò strano non sentire la solita voce della gemella
contraddirlo, eppure a parlare non fu lei ma la fidanzata che teneva
gelosamente abbracciata da dietro:
-
Ma Tom, sei sicuro? Mi dispiace che nessuno venga a vederti…-
Lui
si era incantato per l’ennesima volta a guardarla sorridendo
limpido e rapito. Lei era veramente bella come un angelo, nei suoi
pensieri la chiamava così, come la prima volta che
l’aveva vista. Adorava tutto di lei e la vedeva come una
creatura fragile da proteggere, stravedeva per lei e l’amava
come aveva fatto con poche persone. Alcune sono come lei per posa, lei
lo era veramente ecco perché gente schietta e sadica come
Kim non capiva come riuscisse ad essere così gentile e mite,
lei comportamenti simili non li concepiva e l’egocentrismo le
impediva di ammettere che qualcuno potesse averne di natura e non
fossero finti. Dipendeva però solo dal fatto che erano
diametralmente diverse, la rossa non era cattiva, solo i suoi difetti
erano ben radicati e visibili…del resto nessuno è
perfetto, anche Viky nonostante l’apparenza perfetta mostrava
lati imperfetti come la fragilità e l’insicurezza.
Voleva bene a tutti e non voleva far rimanere male nessuno, ma allo
stesso tempo non sapeva sempre come fare per riuscirci. Non capiva che
non poteva far contenti tutti e che la sofferenza spesso è
necessaria.
Non
lo capiva ma ci sarebbe riuscita presto!
-
No, tranquilla, la mia partita non è così
importante, mentre la tua gara si!-
Lo
disse con un tono totalmente diverso da quello usato poco prima,
sembrava tutt’altra persona. Tom si beò ancora un
attimo del suo bel viso poi accarezzandole la schiena come se
immaginasse di avere le sue ali fra le dita,
l’avvicinò ulteriormente posandole un bacio sulle
labbra.
Nell’istante
in cui lui si baciava con lei, la voce allegra e non più
seccata di sua sorella Adrian, si inserì decisa:
-
No! Io e Marco veniamo a vedere te e la tua partita di baseball!-
-
Credo sia troppo impegnato per rispondere!-
Asserì
la rossa divertita, fu contraddetta da Tom che aspettandoselo
interruppe il bacio come se non si fosse distratto affatto, poi
inferocito rispose:
-
No e poi no! La gara di Vy è più importante! La
mia partita finisce a metà della sua gara, se io sono solo
con la moto corro ed in un lampo arrivo da lei e la vedo, ma con voi
fra i piedi che mi intralciate perdo solo tempo!-
Schietto
e sincero come lui era sempre, lasciò l’altra
senza parole, a bocca aperta a fissarlo stordita: le dava ordini! Lui
le dava ordini! Il peggio era che non poteva ribattere
perché in fondo aveva ragione! Assurdo!
Così
rassegnata Adrian aveva di nuovo piantato il muso incrociando le
braccia, scenetta divertente e normale per loro, Marco dimentico del
motivo per cui aveva appena dibattuto con la stessa ora arrabbiata, con
un ghignetto da gatto selvatico, le si era avvicinato accarezzandole la
testa, dicendole con fare paterno:
-
Su, dai, non prendertela…-
Inevitabile
l’occhiataccia fulminante e il morso al braccio!
Così
si era beccata un ‘bestia’ dal moroso che aveva
deciso lasciarla stare. Marco la conosceva e la scena si ripeteva ogni
santo giorno…lui non poteva certo trattarla come un
cagnolino o peggio, una bambina, e rimanere impunito! Lei
già intrattabile di natura era come invitata a mangiarselo!
Andrea
ridacchiò sadicamente mentre Ale liberò la sua
risata cristallina sinceramente divertito dalla scena, Roby aveva
alzato gli occhi al cielo mentre Jo aveva accennato ad un fugace
sorriso. Kim invece incuriosita si era avvicinata all’amica e
seria aveva detto:
-
Ma dai, allora ascoltava…e come faceva a fare due cose bene
entrambe? Almeno credo che baci bene…-
-
Se vuoi provare io non ti fermo!-
Rispose
Andrea con la sua solita aria sicura, sembrava la sapesse proprio
lunga, a Kim piaceva quel lato del fidanzato, così
avvicinandosi come una gattina sinuosa gli si era strusciata addosso
guardandola provocante:
-
Sicuro di non essere geloso?-
Lui
non si fece mettere sotto e senza smentirsi alzò le spalle e
accentuando il sorriso furbo, aggiunse:
-
No, anzi, quasi quasi lo provo anche io!-
Rimasero
tutti interdetti ad ascoltarlo, non per la provocazione in
sé ma perché lo conoscevano e sapevano tutti che
ne era veramente capace di farlo! Ecco perché Tom si decise
ad andarsene, salutò Viky, si mise il casco e borbottando un
veloce:
-
Fatelo senza di me!-
Si
era girato a cercare la sorella preparando la moto. Gli altri risero,
chi di solito rideva, mentre Adry fu trovata ancora in disparte col
broncio sulle labbra … non aveva gradito
l’imposizione!
Tom
lasciò perdere le successive battutine che derivarono dalla
situazione creata da Kim ed Andrea per prendere il casco ed infilarlo
alla testa della gemella che non lo guardava arrabbiata. Non era seria
ma spesso ci si chiedeva quanti anni avesse.
Mettendole
il casco il fratello le battè sulla plastica con le nocche,
poi l’ammonì:
-
Smettila di fare la bambina! Sembri più piccola dei nostri
fratelli!-
Non
ne fu toccata lei che decidendo di ignorarlo e far finta non esistesse,
chiuse gli occhi e montò in sella dietro al fratello, senza
nemmeno posare la mani intorno alla sua vita e salutare nessuno, lo
fece Tom per lei, si godette la sgommata della moto di una cilindrata
maggiore a quella che lui poteva permettersi, e continuando a pensare
fuoco e fiamme, lasciò trasportarsi dal vento che in un
istante arrivò forte e pungente nonostante il casco e
l’estate.
Gli
amici guardarono i due gemelli andarsene veloci come una corrente
d’aria calda e sospendendo le solite battute pensarono che
nonostante i ‘capi’ involontari fossero Andrea e
Kim, i due gemelli erano comunque parte dell’anima di quel
gruppo carismatico.
Del
resto tutti, nessuno escluso, si notavano all’istante!
/Rock
this party – Bob Sinclar/
Il
rombo della moto indicò a coloro che stavano in casa che i
gemelli erano arrivati, quindi si vide alla velocità della
luce tanti lampi veloci precipitarsi ai lati alla porta
d’ingresso, appiattiti al pavimento. Tante luci malefiche
albergavano nei loro occhi che si dividevano fra grigi e azzurri,
mentre le mani del maggiore, Francesco, correva a tappare la piccola
bocca dell’ultimo arrivo di famiglia, Nicole che voleva
ridere.
Thomas
e Adrian erano tranquilli, le loro menti malate stavano già
tramando qualcosa per sorprendere le canaglie casinare che, sicuramente
ammassati nella stanza dei giochi, non li avevano sentito arrivare.
Ogni
giorno era così … i due entravano e, macchinando
qualche scherzo, li torturavano.
Non
avrebbero mai immaginato che quella volta le cose sarebbero state
diverse, merito per una volta della mente di famiglia, Samanta!
Costei era coetanea di
Angel, il fratello minore di Kimberly le cui famiglie erano unite da un
profondo legame d’amicizia da sempre. Angel e Samanta erano
fidanzati da sempre e tutti sostenevano che nulla li avrebbe separati
… ma questa non è la loro storia!
Aprirono
la porta ed entrarono spediti buttando come di consueto i rispettivi
borsoni lateralmente a loro, ovvero proprio sopra i predatori che,
encomiabili, non mossero un muscolo.
Fu
veloce tuttavia il seguito: sia Adry che Tom si sentirono afferrare con
forza le caviglie e strattonare come forsennati fino, grazie anche alla
sorpresa per lui e al solletico per lei, non caddero stesi a
terra…il fotogramma successivo li vide sommersi dalle 4
canaglie che facevano solletico a tutto andare, senza permettere alle
prede di respirare o reagire!
Fu
una scena esilarante da vedere, non molto da vivere, in effetti!
Urla
si levarono a tutto andare mentre gambe e braccia si muovevano veloci
in gesti ampi per cercare di liberarsi…ottenendo
così solo maggior confusione visto che urtavano i mobili del
soggiorno facendoli cadere fino a romperli!
Non
ci fu verso di ottenere una tregua, poterono solo subire, del resto
unire menti e forza era una cosa di per sé intelligente ed
anche se l’avevano scoperto solo ora poco importava se non il
risultato attuale!
Squadra
folle in vantaggio rispetto alla squadra sadica!
(Sq
folle erano i 4 minori, mentre i sadici i 2 gemelli…)
Rimasero
a lottare a lungo trasformando la sala in un campo di battaglia
finchè non si udì un fischio acuto potente che li
obbligò a tapparsi gli orecchi e a fermarsi immediatamente:
era arrivata la loro madre ed ora erano dolori!
Solo
Daniele si azzardò a commentare spontaneamente impavido:
-
Puoi fischiare più forte? L’altro orecchio ci
sente ancora bene…-
Ricevette
solo un’occhiata fulminante, poi quel che fece la donna
piccoletta e forzuta dal fare militaresco più somigliante ed
un uomo che ad una donna per i modi e la personalità, fu
guardare tutto il caos creato ed i figli ingarbugliati a terra che
torturavano e venivano torturati…era una scena normale se
non fosse che di norma la si faceva nella stanza dei giochi,
l’unica che aveva il permesso di essere lasciata in
confusione!
Tutti
inghiottirono a vuoto, perfino i maggiori, in un istante cominciarono a
temere per la loro vita al che naturalmente trovarono subito la difesa
perfetta, Thomas prese al volo la piccola Nicole, il punto debole della
donna-despota e gliela porse nascondendosi dietro il corpicino della
bimba di poco più di ormai quasi 5 anni, la piccola dai
vispi occhi azzurri non fece una piega, si limitò ad alzare
le braccia tendendole verso la madre che livida di rabbia li guardava
tutti. I presenti cominciarono a pregare affinché si
impietosisse ma ci fu un lungo momento di silenzio, nessuno si muoveva
ed osava fiatare, tutti gli occhi puntati sulla madre in attesa che
decidesse se ucciderli oppure lasciar perdere. Non avevano idea del
verdetto pur loro la conoscessero bene, lei era un tipo strano quindi
tutto era possibile…anche che li diseredasse!
Sembrò
proprio interminabile il tempo in attesa ma terminò e con
esso si vide la donna prendere in braccio la piccola Nicole, baciarla e
sorriderle con grande amore, la videro rilassarsi e cambiare
espressione e tutti sospirarono in contemporanea credendo di averla
scampata, non osarono pronunciare parola, si alzarono da terra
lentamente senza osare sfidare il fato, sembrava averla
scampata…ma proprio mentre lei stava andando pacifica in
cucina si sentì la sua voce dire in tono dolce, senza
guardarli in volto poiché aveva in braccio la prediletta
Nicole:
-
Siete tutti in punizione per una settimana, nessuno esce di casa se non
per andare alle attività sportive e musicali, niente tv,
playstation, sky, game boy e cibi take away. Dovrete leggere tutti i
libri che con la vostra lotta avete fatto cadere dalla libreria e farmi
una relazione! Ora andiamo a preparare la cena, cari!-
Le
espressioni dei ragazzi e delle ragazze si fece di pura sofferenza,
come la tipica espressione di Homer Simpson quando veniva beccato e
diceva:
-
Do!- per dire ‘no’.
Quella
donna faceva paura, passava dall’ira più
spaventosa alla dolcezza più disarmante in un battito di
ciglia…ma a cambiare era solo
l’esteriorità e la voce poiché la
cattiveria rimaneva tale visto che le punizioni cerano sempre, la
differenza però era che in effetti era più
doloroso sentirsi sgridati in quel modo che sembrava fare complimenti
invece che sputare punizioni!
I
6 si girarono insieme guardando i libri a terra che coi loro calci
avevano fatto cadere dalla libreria del soggiorno e le lacrime gli si
affacciarono, sofferenti dissero supplichevoli:
-
Ma mamma, saranno almeno 50!-
Lei
non si scompose e mantenendo un tono calmo disse:
-
Buona lettura cari!-
Sospirarono
insieme capendo che non avrebbero cavato un ragno dal buco,
successivamente tutti guardarono il genio di famiglia, Samanta la quale
riusciva egregiamente in tutto…lei riusciva a leggere un
libro ogni 2 ore se si metteva d’impegno!
-
Eh no, cari, leggete anche voi!-
Sbottò
inferocendosi.
-
Ti ricordo che l’idea è stata tua!-
Ribattè
Francesco, il quasi sedicenne che aveva un sacco di impegni con le
ragazze di turno della settimana.
-
Ma tu mi hai ascoltato, quindi sei colpevole quanto me!-
-
Io devo vedermi con 3 ragazze questa settimana…se non ci
vado penseranno che le tradisco!-
-
Ed hanno ragione, anche se nello specifico caso saresti innocente
perché non le eviti per tradirle ma solo per punizione. Tu
di fatto le tradisci quindi non c’è nulla di male
se lo pensano e ti mollano!-
-
Ma io non sono fidanzato con loro, ci esco e basta…-
-
Guarda me, io ho da sempre solo Angel e non ho mai avuto problemi di
alcuna sorta…sa che quando non lo vedo è solo
perché sono in punizione!-
-
Ma se ci sei a scuola insieme, lo vedi
comunque…bè, ora è a parte
perché sono le vacanze estive ma di norma lo vedi sempre!-
-
Già, sono fortunata…il prossimo anno che andremo
alle medie abbiamo chiesto di stare nella stessa classe! Saranno tre
anni perfetti!-
-
Sei svenevole!-
-
E tu vomitevole! Se Angel mi tradisse come fai tu
l’ammazzerei!-
-
Sei sicura che non lo fa?-
-
Certo! Io lo sento nella pancia!-
-
Sei già incinta?-
-
E tu sei già scemo?-
Nel
battibecco intervenne Thomas che divertito li aveva ascoltati, con un
ghigno disse:
-
Guardate che non ne ricavate un ragno dal buco…siete in
punizione e dovete leggere tutti, chi è più
veloce leggera per forza di cose di più,
l’importante è smaltire! Riguardo ai
fidanzati…bè, la frittata è fatta,
inutile discuterci su chi è più furbo o
fortunato!-
Francesco
e Samanta lo guardarono seccati per il semplicismo che aveva messo nel
liquidarli, in fondo aveva ragione quindi gli chiesero incuriositi:
-
E tu come fai con Vy e la tua band? Hai prove quasi ogni
giorno…-
Tom
non si perse d’animo ed iniziando a riordinare insieme agli
altri rispose:
-
Vy la vedo prima e dopo gli allenamenti, capirà, tanto lei
capisce sempre…per le prove ormai hanno deciso di stabilirsi
regolarmente nel nostro garage visto che è l’unico
modo per beccarmi…quindi non ho problemi!-
-
Oh, ma la punizione non include il non vedere nessuno?-
Chiesero
gli altri due insieme drizzando le antennine:
-
Non l’ha mai detto…basta non chiederle conferma,
ciò che non dice non si può
sottintendere…-
Fece
un sorrisino furbo che piacque molto ai due interlocutori, aveva
perfettamente ragione!
-
Allora il problema è risolto, basta far venire qua
loro…-
-
Si, tanto la mamma è via a lavoro e rimarrà
papà a controllarci, con lui possiamo fare quel che
vogliamo…è fattibile!-
Thomas
rise di gusto sentendoli progettare la settimana, erano due persone
così divertenti, prese insieme, che erano meglio del cinema:
sicuramente avrebbero combinato qualcos’altro che avrebbe
allungato la loro punizione!
-
Tom guarda che vado a farla io la doccia se non ti sbrighi!-
Asserì
improvvisamente Adrian passandogli dietro per salire le scale, in
quell’istante la sua espressione divenne da diavolo e come se
gli spuntassero le corna scattò veloce dietro di lei,
afferrandola per i capelli la strattonò facendola cadere
all’indietro per poi gridare:
-
Eh no! Oggi tocca a me, a cuccia!-
Adrian
in un momento si trovò a terra con il gemello che saliva
come una scheggia al posto suo, shockata e dolorante senza capire cosa
fosse successo.
-
Ma…sei un animale! Io stavo solo andando in camera,
Diavolaccio!-
Ebbene
però si era ripresa subito ed iniziando i mille rimbrotti
aveva ripreso a salire.
Il
giovane ricciuto rimase solo e tranquillo per pochi istanti, di fatto.
Ebbe
il tempo di trascinarsi lo stereo portatile in bagno, scegliere il cd
da ascoltare, accendere a tutto volume, riscaldare l’ambiente
con una stufa, aprire l’acqua ed entrare nel box della
doccia. Esattamente solo questo poiché subito irruppero
nella stanza(aveva la fobia delle porte chiuse a chiave per cui non le
serrava mai) quattro elementi casinari che urlanti e contenti
cominciarono a parlare col compagno aggiornandolo su varie
novità musicali: ebbene si erano i membri della sua band!
Tom
alzò gli occhi al cielo mentre l’acqua iniziava a
colargli addosso lavandolo, coi capelli che si appiattivano al capo e
sul volto.
-
La pace è finita!-
Una
persona normale si sarebbe asciugato e sarebbe uscito dal bagno per
parlare con loro….Tom non era normale. Ecco
perché li salutò e continuò a lavarsi
davanti a loro mentre il vetro del box si appannava per il vapore.
Non
avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla sua sacrosanta doccia, per
una volta che la faceva prima della gemella!
I
membri del suo gruppo erano dei tipi eccentrici e fuori dal comune, del
resto non poteva far parte di qualcosa di normale!
Il
gruppo si chiamava Pèa, il nome di un enzima del sangue, una
trovata di Thomas.
V’era
Thomas chitarrista e seconda voce, pazzo fuori controllo ma lunatico ed
eccentrico; Michael accattivante cantante energetico e sensuale,
donnaiolo, il bello del gruppo e più popolare; Stiz, ovvero
Stefano, bassista, divertente capro espiatorio, il pagliaccio di turno
che viveva in simbiosi con l’altro chitarrista, Ed, Edward,
leder del gruppo con la testa sulle spalle e baby sitter di Stiz;
l’ultimo membro del gruppo era Fede, Federico, batterista
dalla personalità multipla!
-
Posso fare la doccia con te?-
Disse
Michael avvicinandosi al box dov’era Tom, costui era il
più bello del gruppo e risaputo che andava sia con uomini
che con donne indistintamente, senza problema alcuno, spesso ci provava
col biondo ricciuto, un po’ per scherzo ed un po’
perché ci sarebbe stato volentieri.
Come
reagiva il corteggiato? Ridendo accettava di buon gusto il gioco: anche
in quest’occasione infatti aprì la porta
scorrevole ed afferrandolo per la canottiera nera
l’attirò a sé sotto la doccia con lui
richiudendosi dentro con lui, fino a scambiarsi un profondo bacio
completo con lui!
Era
anche Thomas un tipo così: pazzo e fuori dal comune che non
si faceva problemi di sesso se si trattava di gioco e scherzi: per lui
ogni cosa era lecita e le risate degli amici valsero più di
mille film comici!
-
Finocchi, andate in un privè!-
Aveva
quindi accusato Stiz accentuando la risata, lui meno di tutti aveva
problemi a vedere due uomini baciarsi: in quanto membro del gruppo
doveva essere fuori dagli schemi e considerando il rapporto ambiguo che
aveva con Ed sicuramente si capiva subito il senso con cui diceva le
cose…tuttavia non lo faceva apposta, non attivava il
cervello di natura, se l’avesse fatto avrebbe immaginato,
conoscendo i due sotto la doccia, come sarebbe finita. Ma non lo fece
per cui si beccò la lavata e con lui tutti gli altri ancora
asciutti!
Alla
fine a ridere furono Michael e Thomas che stava senza problemi nudo
davanti ai suoi amici di sempre!
Avrebbe
riso di meno quando sua mamma avrebbe visto il macello che avevano
lasciato!
La
vita di Thomas era così: un caos completo, una follia
continua, un divertimento ininterrotto…e lui era esattamente
come la sua vita, caotica, folle e divertente!
/Sleeping
in your hand – Elisa/
Entrando
nell’appartamento bicamere di media ampiezza, la prima cosa
che si vedeva era una graziosa entrata con un ripiano che copriva il
termosifone, appese ed appoggiate sopra vi erano mille statuine
ritraenti angeli, era la stessa cosa che si poteva vedere continuando
ad esplorare il resto della casa.
Era
un posto molto semplice ed essenziale ma con buon gusto sicuramente
femminile, ordinato e pulito. La prima cosa che saltava agli occhi
erano le molti immagini e soprammobili a forma di angeli o di ali, la
seconda era l’ordine che regnava sintomo o di pochi membri in
famiglia o di membri comunque puntigliosi e rigorosi.
La
terza era il silenzio completo che trasmetteva un velo di malinconia,
lo stesso che ebbe Viky guardandosi intorno per vedere se il fratello
era arrivato. Notò le scarpe nella scarpiera, quando mise
via le sue per prendersi le pantofole così capì
che doveva esserci. Lo capì solo da quello poiché
non v’era rumore alcuno che indicasse la sua presenza.
Del
resto Erik era un tipo completamente silenzioso, parlava ancor meno di
lei.
Decise
di andare a salutarlo prima di iniziare le pulizie giornaliere di casa,
così percorse il corridoio giungendo alla camera del
fratello maggiore chino sui libri.
L’osservò
con attenzione prima di interromperlo, era un ragazzo di 27 anni alto e
spigoloso dalla bellezza femminea e delicata, anche i suoi capelli
biondi che sfioravano le spalle addolcivano la sua immagine, era un bel
ragazzo e le somigliava tanto, si capiva che erano parenti.
-
Ciao, sono tornata…-
Salutò
così Erik che di sorpresa si girò guardandola,
appena la vide sorrise dolcemente alzandosi fino a raggiungerla:
-
Ciao piccola…-
Disse
chinandosi a baciarle la guancia morbida, lei sorrise col suo fare
tenero, poi chiese:
-
Come è andata, oggi?-
Lui
tornò a sedersi alla scrivania dove una luce illuminava il
libro che stava studiando.
-
Tutto bene, come sempre…tu?-
-
Anche io…-
Parlava
piano come non volesse disturbare nessuno, come temesse di rovinare
l’atmosfera tranquilla che c’era sempre in casa e
lui faceva altrettanto. Erik lavorava per mantenere la casa e
permetterle di finire gli studi, tuttavia non rinunciava alla propria
cultura poiché pur non avendo tempo di sostenere esami e
seguire corsi universitari come avrebbe voluto, studiava per conto suo
argomenti anche molto complicati, era un tipo intelligente che adorava
la cultura, era sicuro che quando anche lei avrebbe cominciato a
guadagnare dei soldi lavorando, dopo gli studi, le cose sarebbero
andate meglio anche per lui, nel frattempo teneva duro, non aveva
scelta, ma lo faceva volentieri, solo per lei.
Viky
era tutto quel che Erik aveva e viceversa.
La
bionda scoccò un ultimo sorriso per poi congedarsi, si
diresse in camera sua, depositò la propria borsa e prima
d’ogni altra cosa si fermò davanti ad una foto
appoggiata sul comodino, ritraeva i genitori mancati anni prima, lei
era ancora piccola ma grazie alla considerevole differenza
d’età fra lei e il fratello, lui aveva potuto
tenerla con sé legalmente ottenendone
l’affidamento. Non avevano altri parenti vicini disposti ad
aiutarli, per cui avevano dovuto vedersela da soli.
L’unico
inconveniente era stata la campana di vetro sotto cui l’aveva
fatta crescere Erik, per paura che anche lei fragile com’era
si spezzasse. Se anche lei se ne sarebbe andata ne sarebbe morto di
dolore, ce l’aveva sempre messa tutta per lui e fino a quel
momento tutto era andato per il meglio. Grazie al sostegno da qualche
anno a quella parte di Tom, il suo secondo angelo custode(il primo era
il fratello), non aveva avuto bisogno di nulla, non aveva mai chiesto
niente e mai l’avrebbe fatto.
-
Ciao…-
Mormorò
con un sorriso triste ma affettuoso, poi uscì dalla camera
iniziando le faccende di casa.
La
sua vita non era stata facile ma da quando aveva incontrato Tom si era
alleggerita molto, lui non l’aiutava concretamente in casa ma
moralmente, le dava tutto l’amore che le serviva, la faceva
sentire completamente desiderata e la sua allegria la tirava sempre su,
le faceva dimenticare la malinconia costante che le si affacciava in
quella casa.
Prima
di lui c’era stato Jo, suo vicino di casa ed amico
d’infanzia, quando lei aveva avuto bisogno di uscire e
svagarsi o di piangere lontana dal fratello per non impensierirlo, lui
c’era sempre stato. In effetti anche lui era uno dei suoi
angeli custodi.
Era
molto importante per lei quel ragazzo così discreto,
introverso ma maturo e attento, non era mai riuscita a nascondergli
nulla, avevano un bel rapporto e sempre grazie a lui aveva conosciuto
Tom che l’aveva corteggiata in quel modo simpatico
innamorandosi di lei a prima vista. Se lei ora poteva dire di essere
felice lo doveva sicuramente gran parte a Jo che le aveva dato Tom. Con
Tom le cose erano cambiate e la serenità interiore le aveva
permesso di aprirsi maggiormente agli altri ma aveva sempre il difetto
radicato in lei di non aprire il suo cuore agli altri, chiunque persino
Tom, sui propri dubbi e sulle incertezze.
E
con un carattere simile ed esperienza del genere erano cose normali.
Aveva
fatto molti passi in avanti rispetto a com’era
originariamente, ma ne aveva ancora molti altri da fare.
Era
come se Vy per non far soffrire chi amava si tenesse tutto dentro,
dubbi ed incertezze fino a star male, fino ad esplodere e a non
riuscire più a trattenere nulla…fino a farsi
fraintendere dagli altri.
Viveva
in un continuo sonno adagiata fra forti mani protettive, erano mani di
tre uomini per lei diversamente importanti: suo fratello Erik, il suo
migliore amico d’infanzia Jonny e il suo fidanzato Thomas.
La
sua vita era triste e malinconica, vivere perennemente protetti da
qualcun oche la ritiene fragile come cristallo non era facile per
nessuno, men che meno per qualcuno che fragile lo era veramente, per
qualcuno che appena i suoi genitori erano morti in un incidente
stradale insieme, lei aveva tentato di raggiungerli.
Nessuno
sapeva certe cose di lei, nessuno aveva la pallida idea degli scheletri
oscuri che teneva nel suo armadio. Nessuno.
Per
questo veniva spesso criticata e fraintesa, per questo non riusciva ad
eliminare quei suoi difetti che sarebbero stati la sua rovina.
Come
un cane che si morde la coda.
/All i want is
you – U2/
Dopo
aver accompagnato e salutato Viky, Jo entrò nel suo
appartamento affianco a quello della bionda e ad accoglierlo giunse la
voce caotica e squillante della giovane madre trentatreenne.
Salutò col suo tono pacato e semplice dirigendosi alla
camera per mettere giù le sue cose, nel frattempo la madre
prese a parlare a macchinetta facendogli un resoconto dettagliato di
tutta la sua giornata, illustrandogli le novità che per lei
erano essenziali ed aggiungendoci idee personali con commenti coloriti
e divertenti.
Jo
diplomaticamente non si era fermato ad ascoltarla nei dettagli ma non
l’aveva nemmeno mandata a quel paese come ogni figlio
normalmente avrebbe fatto: la pazienza di quel ragazzo con elementi
come Tom e Andrea derivava proprio dal fatto che era cresciuto con una
donna logorroica, divertente e folle come lei!
Nel
qual caso non si poteva dire ‘tale madre tale
figlio’ poiché non era affatto così!
Il
padre li aveva abbandonati quando lui era nato e lei l’aveva
tirato su da sola nonostante i 16 anni, però erano diventati
la luce e l’ombra, l’uno l’esatto opposto
dell’altra ma si amavano ed andavano più che
d’accordo per questo.
Quando
si incontrarono per puro caso, solo perché le rispettive
faccende li avevano condotti nello stesso punto, lei fu felice di
potergli saltare al collo salutandolo affettuosamente, fino ad
assordarlo e riempirlo di baci.
-
Ciao tesoro, come stai?-
Finalmente
si fermò per chiedergli la cosa più sensata e lui
sorridendo spontaneo aveva risposto:
-
Tutto bene, come sempre!-
Non
le chiese se a lei andasse bene poiché aveva passato tutta
l’ora a dirgli come era andata, per cui se ne
guardò attentamente…sicuramente nel lungo
monologo aveva anche detto cosa si sarebbe mangiato e conoscendola lo
si poteva capire anche senza ascoltarla: cibo cinese da asporto!
In
quell’istante, appena realizzava ciò, il
campanello suonò e la donna dai capelli neri
cominciò a correre a destra e a sinistra alla disperata
ricerca della sua borsa e del portafogli, al suo passaggio metteva per
aria qualcosa riducendo il piccolo appartamento in un cumulo di
macerie, Jo non ci fece caso, come non lo fece a tutti gli urli iper
agitati che chiedevano l’oggetto tanto ricercato, come se
fosse vivo ed animato. Lui semplicemente andò ad aprire,
prese la cena e pagò coi suoi soldi senza crearsi problema
alcuno, quando la porta si richiuse si diresse in cucina e come se lei
non esistesse la lasciò sfogare preparando la tavola.
Quando
lei si rese conto che era già tutto sistemato smise di
correre e col fiatone andò da lui guardandolo malissimo,
fintamente arrabbiata:
-
Ma che figlio degenere…potevi anche fermarmi prima!-
Lui
alzò gli occhi dorati sugli stessi della madre per poi
ammiccarle deliziosamente:
-
Chi riesce a fermarti?-
Lei
ribattè veloce:
-
Tu sei l’unico che ci riesce!-
-
Quando ho voglia!-
-
Anche quando non ce l’hai!-
-
Ora non ti ho fermato!-
-
Non ci hai provato!-
-
Non pensavo di riuscirci!-
-
Ma ci riesci sempre!-
-
Oggi credevo di no!-
-
Non ti andava!-
-
Come ti pare!-
-
è diverso, sai?-
-
Va bene, mamma…sempre come preferisci!-
-
Preferisco che non mi tratti da scema!-
Così
il ‘botta e risposta’ serrato e veloce si
fermò con lui che aveva esaurito le cose circa sensate da
dire, non avendo intenzione di iniziare con quelle insensate, come
faceva lei, si era zittito porgendole una vaschetta in alluminio
contenente del riso al curry, non la guardò nemmeno, non si
preoccupò di vedere se il suo stratagemma avrebbe
funzionato, sapeva che così sarebbe stato…ed
infatti lei lo prese gelosamente e sorridendo radiosa le aveva dato un
bacio sulla fronte sedendosi con lui, iniziando quindi a mangiare
voracemente, poco decentemente.
“Certo
che so come fermarti, infatti l’ho appena
fatto…solo che a volte mi piace farti scatenare per vedere
fino a che punto arrivi!”
In
fondo la loro diversità era apparente, qualcosa in comune ce
l’avevano come un certo lato sadico che in lei era
più evidente mentre in lui più sottile e
nascosto. Non mostrava mai questi suoi lati, non per ipocrisia ma
perché riteneva che fossero piccoli divertimenti che non
serviva condividere con nessuno.
Alla
fine il diplomatico e maturo era lui, ed era un mistero come una
così infantile e pazza avesse cresciuto uno così
serio e giudizioso, era come se fosse lui il padre ed in effetti
così facevano.
Cominciarono
a mangiare e lei riprese a parlare, nemmeno questa volta
l’ascoltò ripensando alla giornata ed a Viky, a
quel punto una nota di malinconia e dispiacere attraversò il
suo bel viso.
Lui
adorava Viky, avrebbe dato la vita per lei, l’amore che
nutriva per quella ragazza che aveva conosciuto sin da piccola in ogni
momento della sua crescita era molto grande e puro ma aveva perso il
treno e non c’era speranza di ritorno, lui lo sapeva.
Quando
si stava per decidere a farsi avanti con lei aveva conosciuto Tom,
trasferitosi in città con la casinista famiglia da poco, il
suo carattere aperto l’aveva portato a farsi conoscere da
tutti e con lui in special modo aveva instaurato inspiegabilmente un
rapporto speciale. Arrivato lui, però, era svanita la
speranza di poter mettersi con lei poiché aveva espresso
immediatamente l’amore per Viky. Ricordava chiaramente il
modo in cui era rimasto incantato da lei la prima volta che
l’aveva vista uscire dall’appartamento di fronte al
suo, l’aveva chiamata ‘angelo’ ed anche
in seguito aveva continuato a chiamarla così facendogli una
testa gigantesca su quanto fosse bella e divina. Aveva iniziato subito
a corteggiarla e le cose gli erano sfuggite di mano, impossibilitato a
fermare un sentimento così crescente ed impetuoso. Aveva
capito subito che insieme sarebbero stati molto bene e che avrebbero
fatto bene ad entrambi, erano persone diverse Vy e Tom, si completavano
e quando lei aveva ceduto alla sua corte serrata si erano visti subito
i risultati positivi che lui in anni di vicinanza non era stato in
grado di darle, per cui aveva semplicemente accettato ogni cosa.
Inoltre
avercela con Tom sarebbe stato impossibile, l’amicizia fra
loro due si era rafforzata giorno dopo giorno diventando solida ed
indispensabile per entrambi, era stato sempre lui ad introdurlo nel suo
gruppo che al tempo consisteva in lui, Andrea, Robert ed Alessandro.
Kimberly si era trasferita anch’essa con la sua famiglia,
amica fedele di quella dei gemelli, in città nello stesso
periodo, per cui come Tom aveva conosciuto Jo e quindi il resto del
gruppo, sia Adry che Kim erano entrate con lui in quella manica di
folli.
Una
vita, la sua, da intermediario diplomatico e maturo.