CAPITOLO II:
FUOCO

/ The way i are – Timbaland, Keri Hilson and DOE /
Quando l’ho visto in quello stato, avvolto nell’accappatoio, appena uscito da una doccia che lo faceva fumare dal calore, ho sentito la gola seccarsi, l’acquolina in bocca, lo stomaco contorcersi ed un istinto irrefrenabile di infilarmi sotto l’asciugamano e accoccolarmi lì al caldo. Avrei tanto voluto farlo e più lo fissavo più il cuore andava in fretta ed il respiro diventava irregolare. Ho cercato di trattenermi e non sono riuscito a muovermi, ma quando mi ha attirato in casa e si è aperto l’accappatoio invitandomi a fare esattamente quello che avevo intensamente desiderato, il cervello mi si è spento.
È successo di nuovo e sempre per colpa sua.
Ogni volta che ho a che fare con lui in certe situazioni il mio cervello si spegne.
Faccio di tutto per rimanere in me ma non ci riesco.
Ho boccheggiato e mi sono bloccato, quindi sono riuscito solo a rifiutare e ad andare spedito verso la fonte di calore maggiore che arrivava dal salotto. Un caminetto acceso.
Fantastico, non avrei potuto chiedere di meglio.
Non avrei mai detto che Morgan fosse tipo da caminetto ma congelato com’ero non ho sindacato né fatto nessuna osservazione. Ho solo apprezzato.
Molto.
Pensavo mi bastasse togliermi giacca, guanti e sciarpa però lui non era d’accordo ed in realtà non aveva tutti i torti. Se fossi rimasto vestito mi sarei ammalato, prima di riuscire ad asciugarmi tutto.
Però poteva esprimersi meglio, cavoli!
Mi ha fatto venire un altro infarto e di nuovo il cervello mi si è spento!
Come faccio a farne a meno?
È possibile agire senza ragionare?
Non l’ho mai fatto, non so cosa succede se mi metto a non usare più la mia testa.
Che razza di effetto deve farmi?
Fortunatamente è tornato subito con vestiti e asciugamano indicandomi il bagno. Credevo di dover spogliarmi davanti a lui!
Ho temuto il peggio!
Bè, non mi dispiacerebbe ma il mio problema è questo contrasto sulla mia volontà. Da un lato lo voglio come non mai grazie ai miei ormoni impazziti per lui, dall’altro ho paura di non tornare più in me e come prima.
Non ci ho messo molto a sistemarmi e vestirmi. La sua tuta mi sta larga ma mi scalda abbastanza, quindi mi piace starci dentro.
Ma la verità è che mi piace perché è la sua e penso che finirò per tenermela anche senza più utilizzarla.
Quando esco titubante dal bagno sicuro, mi guardo intorno rendendomi conto che non ho nemmeno osservato che tipo di appartamento ha… ma nemmeno ora riesco a farlo poiché temo di vederlo ancora in accappatoio che mi invita a stringermi ancora sotto di lui.
Mi rendo conto, mentre cammino di soppiatto nel corridoio cercandolo, che ho di nuovo sospeso le mie funzioni corporee e il cuore quasi mi esce dal petto, mentre l’aria sembra un optional per i miei polmoni! Che tensione… e solo perché sono a casa sua, cosa che voglio e non voglio allo stesso tempo!
Dovrò mettermi d’accordo altrimenti non so come posso finire!
Però è proprio a questo punto che delle note ritmate sconosciute mi arrivano agli orecchi distraendo la mia ricerca e le mie elucubrazioni mentali.
Ha messo su della musica e quella che ascolta lui a me proprio non piace. O meglio, non piaceva prima che lui non finisse per sedurmi proprio con quella!
Da quando è riuscito a farmi finire dritto nelle sue braccia grazie anche a quelle canzoni così ritmate e fuori dal mio genere classico, quando ne sento una finisco per eccitarmi automaticamente ricordandomi Morgan, quanto sexy era quella sera e quanto lo è sempre.
Che sia o no musica che mi piace non conta.
Conta che mi ricordi lui, l’unico che riesce ad eccitarmi solo immaginandolo nudo e che mi fa degli effetti devastanti senza nemmeno toccarmi!
Sono proprio partito per lui… la mia resistenza ormai è agli sgoccioli… cervello mio, per stanotte andrai a farti un giro da un'altra parte e mi lascerai in pace, mi sa. Però poi torna, eh? Non lasciarmi per sempre…
Dopo la musica che comincia a farmi rabbrividire, mi raggiunge il piacevolissimo profumo di cioccolata calda e questa è la seconda cosa che me lo ricorda e che quindi finisce per eccitarmi solo annusando. Pensa se la mangio che razza di voglie mi vengono!
È per questo che ultimamente non la tocco nemmeno con un dito!
Finalmente raggiungo la cucina e lo guardo dalla porta, senza entrare o fare rumore. Non lo interrompo ma lo osservo mentre versa della cioccolata calda appena fatta in due tazze in ceramica.
È quasi dello stesso colore della sua pelle.
Inghiotto a vuoto quando noto che pure vestito mi provoca certi effetti incontrollabili!
Bè, a mia difesa posso dire che uno come lui vestito con larghi pantaloni in stoffa leggera ed una canottiera bianca attillata non è certo la visione più casta di questo mondo!
Va bene che il caminetto emana molto calore ma lui esagera… deve per forza stare così poco vestito?
- Eccoti lì… - Dice senza alzare lo sguardo da quel che fa. Allora mi ha sentito. Bè, non ho fatto rumore… ha un radar? Di solito è così… - Ho fatto un po’ di cioccolata per scaldarti. Hai cenato? – Sa che ogni tanto salto i pasti e non è solo la mia magrezza ad indicare la mia irregolarità nel cibo. Lui, semplicemente, è l’unico che sa tutto di me.
Hotch sa gran parte ed anche JJ, gli altri sanno metà. Ma Morgan sa tutto.
- No, stavo andando a farlo ma l’auto mi ha piantato in asso… - Mi giustifico cercando di tornare in me per quanto mi è possibile con lui che sventola davanti a me il suo corpo simile al David del Michelangelo.
Non muovo un passo sperando per lo meno di riavvicinarmi alla fonte di calore e con mia somma gioia è così dal momento che è lui che mi viene incontro indicandomi di andare nella sala.
Rimango sospeso quando entro e vedo come ha sistemato un tavolino basso e due cuscinoni giganti davanti al caminetto!
Non pensavo che avesse pensato a tutto in così poco tempo.
E la musica, e la cioccolata, e i cuscini per terra, e il fuoco… e lui vestito così… non fa mistero di ciò che vuole, eh?
Ha le idee ben chiare e non si affanna per mascherarle, questo mi è sempre piaciuto in lui.
- Vieni, visto che ti devi asciugare e scaldare ci mettiamo qua. Io lo faccio spesso quando ho freddo. Mi piace stare seduto a terra davanti al fuoco… - Sembra che voglia dire altro e continuare con dei ricordi legati a questo suo insolito rito, ma si ferma cercando di capire se sia il momento adatto o meno.
Si accomoda in uno dei due cuscini ed appoggia le tazze sul piccolo tavolino basso poco più indietro rispetto a dove ci sistemiamo. Lo raggiungo dopo breve sospeso in qualcosa di indefinito. Non so dire se sono in me o meno ma si sta creando un atmosfera davvero piacevole e suggestiva.
Mi siedo tirandomi i piedi sotto di me e allungo le mani verso il fuoco caldo mentre sospiro sollevato. È davvero una manna…
- Devo dire che è un’ottima idea… avevo davvero freddo. – Rispondo con un tono di voce meno agitato di prima. Mi sto rilassando, non so come sia possibile ma è così. Me ne rendo conto ora mentre il mio sguardo assorto si perde fra le fiamme che scoppiettano sui legni.
Il calore mi investe dolcemente avvolgendomi mentre restituisce sensibilità alla mia pelle raffreddata dalla neve. Finalmente non tremo più e rilasso le spalle che erano rimaste tese fino ad ora.
Lui mi osserva con un espressione che sa di dolce, come se guardasse una creatura a lui davvero molto cara che dopo molto riesce a stare bene.
Guardo di sottecchi il suo viso che non si perde un solo movimento di me. Mi sento davvero come la persona più importante per lui, come se ci tenesse più a me che a sé.
Come se pur di farmi sentire a suo agio e curarmi sacrificasse i suoi desideri.
E so che è così.
So che non mi ha ancora toccato per farmi calmare anche se è ciò che avrebbe voluto fare da molto.
Lo so bene e gliene sono grato.
È per questo che alzo lo sguardo del tutto e giro la testa verso di lui, ricambiando i suoi occhi che mi accarezzano con estrema dolcezza. Ha una luce che non gli avevo mai notato e improvvisamente il calore che mi invade non viene solo dal fuoco ma anche dall’emozione che mi provoca questo suo nuovo modo di fare.
Esprime tutto il suo sentimento e mi arriva diretto senza la minima incertezza.
Ora… ora potrei anche lasciarmi andare… ora si… ora sono pronto.
Ora lo voglio anche io più di qualunque altra cosa.
Vieni e prendimi. “

Mi perdo a scrutarlo a questa poca distanza che ci separa, davanti al fuoco che ci scalda e che è riuscito a rilassarlo. Ma forse sono stato io e la mia pazienza. Non so. Però penso di stare guardandolo da un po’ con una strana espressione che non ho mai avuto.
Mi sembra di guardare una perla preziosa. Non mi è mai successo con nessuno, sono stordito ed inebriato da questa nuova sensazione.
Sono sentimenti e gli arrivano tutti diretti emozionandolo. Li sente poiché finalmente è a suo agio e tranquillo e mi ricambia con uno sguardo diverso da prima. Inizialmente è gratitudine ma ora è sicurezza e fermezza.
Sta bene ed ha deciso.
Ora è arrivato il momento.
Posso prendermelo.
Il sorriso che accenno si accentua ma non è malizioso od ironico assolutamente.
È solo di felicità.
- Come ti senti? – Glielo chiedo pur sapendo la risposta, ma voglio sentirgliela dire. Voglio sentire la sua voce che mi parla tranquilla e serena insieme ai suoi occhi che mi fissano con quel suo modo caratteristico e diverso.
Unico.
Lui lo capisce quindi risponde pacato e sicuro, senza nemmeno un ombra di supponenza o superiorità come tende ad essere normalmente:
- Ora bene. – Basta questo.
Così finalmente mi allungo placido verso di lui e schiudendo le labbra le poso sulle sue che presto sono perfettamente e docilmente incastrate con le mie più carnose. Sembra che lo inglobi ma più delicato che mai gli lascio tempo e spazio per ricambiare da sé e abbandonarsi ad un bacio che nasce da parte di entrambi, nello stesso momento.
Scivolo con la mano sul suo collo, sotto ai capelli bagnati, e col pollice gli accarezzo leggero la guancia, quindi apriamo ulteriormente le bocche e lasciamo libero accesso alle lingue che si cercano e si trovano accarezzandosi grate del regalo che abbiamo loro concesso.
Sembra come di tornare a respirare davvero solo ora e mentre lo bacio e ci fondiamo ulteriormente in questo modo languido, lo sento diverso. Il bacio ma anche lui stesso.
È tutto diverso.
Io per primo.
Lo è perché da parte mia ora c’è amore e da parte sua resa, voglia di lasciarsi andare, di darsi completamente a me.
Sarà dura prima che lui si renda conto che quello che prova si chiama amore, ma io so aspettare e sono molto bravo ad indirizzarlo nella giusta direzione. Proprio come ora!
Sarebbe facile andare oltre, stenderlo e coprirlo col mio corpo, ma io amo i preliminare anche se non sembra. Tutti i preliminari, di qualunque tipo.
Anche questi.
E con la mente in una direzione precisa, mi stacco dalle sue labbra lasciandolo contrariato ed ancora proteso verso di me. Si chiede che diavolo mi sia preso ma quando vede che prendo la tazza della cioccolata non più troppo calda e gliela la porgo prendendomi la mia, capisce cosa voglio fare e arrossisce.
Non lo credevo così sveglio in questo senso!
Questa volta il sorriso che incurva le mie labbra è di malizia piena e lui afferra ciò che gli do cominciando a fissarla come se fosse un libro da imparare a memoria oltre che studiare!
- Beviamo o si raffredda ed è un peccato… - Quanti sensi ci possono stare in una sola semplicissima frase?
Le canzoni azzeccate che si susseguono sembrano fatte per questo momento di seduzione che parte con un semplice sorso di cioccolata liquida. Il sapore dolce mi invade la bocca scaldandomela e poi scende giù lungo la gola secca che chiede ben altro. Anche lui allora beve senza proferire parola. È qua che mi rendo conto di aver vinto sul suo cervello poiché non parla e se quando è nervoso non parla significa solo che il suo cervello si è spento.
Ho vinto.
Ora posso far di lui ciò che voglio poiché il primo a volerlo con tutto sé stesso, seppur timidamente ed impacciato, è proprio lui!
Socchiude gli occhi assaporando il gusto che inevitabilmente gli fa venir ancor più voglia di me.
Ti ricorda la mia pelle, vero?
Vuoi sapere se ho lo stesso sapore?
Posso accontentarti però devo mostrarti come si fa ad assaggiare…
Senza dire niente e mantenendo una strana luce indecifrabile nella mia espressione rivolta solo a lui e a ciò che voglio fargli (tante cose in realtà), intingo un dito nella cioccolata e lo porto alla sua guancia sporcandolo con una striscia che parte dallo zigomo e finisce fino all’angolo della bocca schiusa di cui ho ancora il sapore.
Appoggio la tazza davanti al caminetto e mi protendo per quella breve distanza che ci separa raggiungendo con il viso il suo, con la lingua parto dalla parte superiore della striscia scura leccando lentamente e con gusto fino all’angolo, poi senza staccarmi intingo di nuovo il dito e gli sporco anche le labbra, quindi proseguo il mio viaggio di degustazione sulla parte superiore e poi quella inferiore. Mi separo di un soffio, continuiamo a guardarci, lui è rosso e accaldato, ha gli occhi liquidi e carichi di eccitazione, il respiro è corto e sicuramente il suo corpo pieno di accelerazioni. Metto la mano sulla sua e gli alzo la tazza facendolo bere, infine svelto prima che possa inghiottire la sostituisco con le mie labbra e aprendogliele con sicurezza infilo la lingua fino a raggiungere il liquido dolce che si passa anche in me. Lo lasciamo quindi andare da solo in fondo alla nostra gola fino a che non ce n’è più e senza rendercene conto stiamo entrambi cercando di leccare ogni traccia di questo cibo afrodisiaco. Cerchiamo di non lasciarne nemmeno un po’, poi quando sembra non ce ne sia più ci separiamo. Lui apre stralunato gli occhi non capendo perché continuo ad interromperlo ma ancora una volta lo guido verso il passo successivo in modo che non si penta di nulla e non abbia rimpianti.
Gli piacerà da matti, lo so.
Gli prendo allora di nuovo la sua mano e gliela infilo nella tazza che tiene ancora avendola completamente dimenticata, gli sposto il dito sporco di questo denso liquido scuro sul mio viso macchiandomi labbra e mento, così mi porgo a lui che, senza ragionare più, andando finalmente solo ad istinto e arrossendo ancora di più se possibile, cerca impacciato di fare la stessa cosa che prima ho fatto a lui.
Non saprebbe da dove iniziare ma io si e mi prenderò cura di lui anche in questo modo, indicandogli il modo e la via cosicché poi possa fare lui da solo senza sentirsi in difetto o inferiore. Lo metterò a suo agio in ogni modo io so lui desidera ed ha bisogno.
Mentre mi lecca lieve il mento risalendo sulle labbra carnose, trattiene il respiro come me e lo sento chiaramente emozionarsi ed eccitarsi ancora di più. Gli piace. È esattamente quello che voleva assaggiare. La mia pelle, le mie labbra, sanno di cioccolata, vero? Proprio come quella che ti stai gustando.
Ho un piccolo ed impercettibile guizzo di malizia. Mi piace da morire come si muove sul mio viso e senza che io faccia nulla si separa come ho fatto io prima, mi porta la tazza alla bocca e mi fa bere, quindi la posa subito vicino alla mia e preme la sua bocca in modo da non far uscire nemmeno un goccio. Eccolo qua ad infilarsi con la lingua e ad assaporare la cioccolata che viene presto bevuta da noi. Continuiamo a cercare ancora il suo sapore fondendoci fra noi, muovendo la testa per avere sempre un miglior accesso, più profondo possibile. Quando le mie mani sono andate sul suo viso e poi fra i suoi capelli ancora umidi ma non proprio strafondi come prima?
Il fuoco continua a scaldarlo e non so se sia così bollente per quello o per ciò che stiamo facendo, forse entrambi.
È come accingermi a possedere l’innocenza che si appresta a crescere a sua volta per godere dei piaceri degli adulti. Dei peccatori.
La purezza sarà in me.
Questo pensiero mi dà alla testa e sentendo le sue mani appoggiarsi leggere sulle mie spalle mi si avvicina spostando le gambe per stare separato da me il meno possibile.
È qua che decido che è ora di andare avanti e senza staccare le nostre bocche che continuano ad unirsi con desiderio sempre crescente, gli tiro giù la cerniera della maglia che è mia, sotto ha una altra maglietta a maniche corte, leggera e bianca. Quanto gli dona questo abbigliamento… l’idea che indossi i miei vestiti mi accende assurdamente di più. Non so più come funziona la mia mente ma lo voglio in ogni modo possibile; allora con lui che trattiene di netto il respiro, dopo avergli fatto scivolare giù la felpa, mi stacco dalla sua bocca e prendendo i lembi della maglietta gliela alzo sfilandogliela dalle braccia che alza, i capelli gli si spettinano ulteriormente intorno al viso, qualche ciocca ricade sugli occhi. È così inconsapevolmente sensuale in questa ingenuità inviolata.
La sua pelle è molto chiara ed è decisamente magro, non ha un gran corpo atletico eppure mi fa gola… mi sembra di avere davanti del latte. O meglio. Della panna. Buonissima ed invitante panna montata fresca da assaggiare per intero.
Inghiotto assetato e afferro i lembi dell’indumento leggero che indosso io, quindi me lo sfilo a mia volta e lo faccio cadere poco distante insieme a quello che già gli ho tolto. Lui assorbe imbarazzato e pieno di desiderio quel che il mio corpo diametralmente opposto al suo gli mostra.
Pelle scura, muscoli, tatuaggi… siamo il giorno e la notte, latte e cioccolata… fuoco e neve…
Non posso fare a meno di lui, ora. È pronto. Mi sta dicendo con un muto messaggio di andare e prenderlo ed io ora non ne ho solo gola ma lo voglio come non ho mai voluto nessuno fra quelli con cui ho fatto sesso. E questo perché semplicemente non è sesso ed ora capisco limpidamente la differenza abissale.
È tutto ciò che desidero.
Non c’è altro a questo mondo che vorrei qua, ora, con me.
Quindi riprendo possesso della sua bocca divorandolo con maggiore trasporto, le mani con esperienza l’accarezzano sulla pelle scoperta non più fredda e bagnata e lasciandoci cullare dalle fiamme che davanti a noi assistono avvolgendoci sensuali, lo spingo deciso e delicato al contempo. Lo stendo con la schiena a terra, piega le gambe ed io mi appoggio sopra di lui coprendolo col mio corpo. Continuo a baciarlo come se non volessi altro che le sue labbra, la sua lingua. Poi quando le sue dita leggere ed impacciate esplorano il mio collo scendendo dolcemente sulle mie spalle e poi sulla schiena, non riesco a fermarmi e sempre più acceso esco dalla sua bocca baciando e succhiando la pelle che si presenta sul mio cammino. La mascella, l’orecchio, il collo che mi espone pulsando come un matto… scendendo ancora gli tiro giù con sole due dita i pantaloni. È qua che con mia somma gioia e stupore mi accorgo che non ha messo i mie boxer, evidentemente troppo grandi per lui.
Mi separo dal suo petto e con un sorriso eloquente che dice tutto, lui arrossisce ancora non trovando parole per spiegarsi.
Quanto è bello quando non sa cosa dire… la sensazione mi inebria accompagnata da quella di averlo finalmente completamente nudo sotto di me.
Il lupo è affamato e l’agnello tutto da gustare… ma me lo divorerò con calma, non voglio perdermi nemmeno un piccolo sapore.
Mi occupo allora dei suoi capezzoli e mentre ne succhio uno, tormento l’altro con le dita. Diventano subito duri ed eccitati, è così che mi sposto in mezzo alle sue gamba armeggiando con ciò che ancora indosso. Non faccio molta fatica a liberarmi di ogni abito che mi impediva ancora di sentirlo totalmente. Una volta nudo al suo stesso modo alzo la testa, lo guardo con attenzione e quasi sfida quindi appoggio il mio bacino sul suo. Le nostre parti intime si toccano e vedendo come apre la bocca senza emettere respiri o suoni, boccheggiando letteralmente, inizio a muovermi su di lui strofinandomi. Il calore aumenta e si morde il labbro inferiore.
Oh, questo posso farlo io…
Così detto fatto mi chino reggendomi sulle braccia, lecco il mento e poi ciò che morde, infine lo prendo coi miei denti leggero. Inizio mordicchiando a mia volta mentre non smetto di muovermi contro di lui e il suo membro che si eccita di attimo in attimo sempre più. Allora con l’aumento del ritmo e della sua reazione, inizio a succhiare sentendolo mugulare dal piacere.
Non potrei chiedere di meglio, davvero.
I lamenti rochi che escono dalla sua gola mi danno il via per lasciare il suo labbro inferiore e scendere giù lasciando sul mio cammino una scia di baci umidi. Allora sostituisco il mio bacino con la bocca. Tenendolo con due dita, mentre l’altra mano mi regge, lecco la punta, quindi prendendo confidenza scendo sulla lunghezza e quando sono soddisfatto l’avvolgo del tutto cominciando a succhiare con decisione fino a completare quasi del tutto l’opera. Lo sento contorcersi sotto di me e spingere contro la mia bocca, gli piace e me lo fa capire ancora meglio con i gemiti che gli escono sempre più udibili.
Non hai mai provato nulla di simile, vero?
Bè, mio caro, sta arrivando il momento.
Continuando a dargli piacere con la mia bocca, sposto le dita sotto dirette alla sua apertura ancora inviolata. Gli farò male e sarà shockante, lo so, ma gli piacerà lo stesso perché saremo più insieme di prima. Sarà un atto mentalmente e spiritualmente appagante, unico ed inimitabile. Non potrà mai avere questo in nessun altro modo. Il suo cervello non sarà mai in grado di dargli ciò che ora gli sto per dare io.
Così inizio a prepararlo con le dita, quando sento che si irrigidisce lascio il suo membro, gli alzo una gamba piegandogliela con decisione ma delicatezza al contempo e aiutandomi con la saliva continuo a stimolargli l’apertura. Piccolo, lasciati andare o poi sarà ancor peggio.
Lasciami fare.
Apriti a me.
Permettimi di prenderti fino in fondo.
Lo vuoi, vero?
Lo sento chiaramente.
Lo desideri anche se ne hai un po’ paura. Non sai cosa sto per fare e come sarà, il tuo cervello è svanito, non ti viene in aiuto, sei solo nelle mie mani, ti fidi e non puoi che affidarti a me. Io mi prenderò cura di te, tu lo sai. Lasciami fare.
Lasciami prenderti e darmi a te.
Lascia andare questa fusione. Lascia.
Voglio venire e prenderti. Ti prego.
Ti amo, non ti lascerò mai. “

/Sex on fire – Kings of leon
E’ semplicemente sconvolgente tutto questo.
Lui e la sua bocca su di me, le sue mani che mi toccano e carezzano in profondità, la sua lingua che mi prende e mi avvolge in ogni angolo del mio corpo. Non risparmia nulla.
Non mi fa fare nulla, non vuole che mi preoccupi di niente.
Vuole curarmi e coccolarmi a dovere senza farmi mancare niente.
Senza agitarmi per il pensiero di fare qualcosa che non ho idea da dove inizi.
Mi ha fatto fare quel che tanto desideravo, assaggiare la cioccolata sulla sua pelle, ed ora mi sta trasportando lentamente in un altro mondo completamente nuovo, pieno di piaceri impagabili ed immensi. Uno dopo l’altro.
Eccitato fino all’inverosimile non capisco più niente, in breve, e la mia mente non mi aiuta, è sparita, non c’è più. Non so più chi sono ma tutto l’immenso sapere è come finito. So che non è possibile e che appena mi calmo e torno in me anche la mia testa sarà come sempre, però ora non riesco proprio a pensare.
È fantastico.
Mi fa gemere in modo incontrollato, cercarlo con le mani per premerlo contro di me in modo che non si stacchi, che non smetta. Mi fa desiderare di più e quando sento che sto per raggiungere ogni limite mai nemmeno sfiorato lontanamente, si occupa di una parte di me ancora inviolata che presto sarà solo sua. Vado un attimo nel pallone e mi irrigidisco. Cosa succede?
Cosa fa?
Lo so, anzi, lo saprei se il mio cervello non mi avesse abbandonato ma proprio non mi viene nulla in mente.
So solo che lo fa per me.
Che andrà tutto bene.
Che è il passo successivo a questo rapporto profondo e completo.
Stiamo facendo… l’amore?
È questo che si dice?
Lo stiamo facendo.
È la mia prima volta.
Che sia con un uomo non ha importanza, forse mi sento addirittura più tranquillo. A parte che è con lui, con Morgan, e non potrei chiedere di meglio come prima volta, ma lasciarmi fare così completamente mi rilassa. Se dovessi fare qualcosa mi bloccherei di sicuro.
Ora lui sa che per adesso sono solo completamente nelle sue mani e non chiede altro. Mi gestisce come meglio sa e quando completa la preparazione sono di nuovo interiormente proteso verso di lui ad accoglierlo.
Lo voglio.
Mi fido.
Non potrei voler altri che lui.
È l’unica persona giusta sulla faccia della Terra.
Lui sa cosa fare con me e su di me.
Sa e mi trasmette tutti i sentimenti che spero, un giorno, di riuscire a decifrare anche in me.
Lui è tutto l’opposto di me. Vorrei essere come lui, è vero, però so anche che se lo fossi non saremmo così compatibili e magari non staremmo mai insieme, quindi mi va bene così come siamo.
È semplicemente perfetto.
Combaciamo in ogni dettaglio, sia caratteriale che fisico che profondo.
Come se io fossi la neve e lui il fuoco.
Ora che sono così caldo, e non solo per il caminetto, non sono più in grado di connettere.
Pulso e batto come non mai, non riesco a stare fermo e confuso ma inebriato di lui e di tutto quel che mi ha fatto e dato, si alza coprendomi di nuovo col suo corpo forte e sicuro. Mi sento bene quando mi avvolge così.
Non desidero altro che lui entri, ora.
- Ti farà male… - Sussurra con voce roca piena di desiderio mentre avvicina le labbra alle mie, mi lascia un piccolo bacio e mi fissa penetrante e premuroso. È disposto a lasciar perdere se io non voglio, lo farebbe per me nonostante lo stato eccitato in cui si trova.
Ma non voglio.
Sono io che l’ho eccitato così, io la causa del suo desiderio, del suo meraviglioso stato. Lo voglio con tutto me stesso, ora. Non so spiegarmelo, non so bene come sia possibile e cosa mi sia successo però quel che prova mi arriva come un treno ed è così puro e pieno che non può essere male ma solo bello. Bello e perfetto.
Lo voglio.
Voglio averlo in me.
Ora più che mai.
Perché nessuno mi fa l’effetto devastante e sconvolgente che mi fa lui.
Nessuno.
- Vieni… prendimi… - Lo sussurro con un filo di voce senza la forza di dire altro di più connesso e sensato… non so cosa pensi anche se normalmente lo capirei, però credo che gli sia piaciuta la mia risposta e baciandomi dolcemente, fondendo per un attimo le labbra con le mie senza approfondire oltre il bacio, mi alza entrambe le gambe premendole fra noi due, non si stacca da me e dal mio viso, continua a guardarmi per non perdersi nulla di me ed ecco che lo fa.
Entra.
Viene e mi prende.
Lo sento entrare lentamente e come se mi squarciasse il respiro mi si toglie, istintivamente porto le dita sulla sua schiena, quindi pianto le unghie e tiro verso le spalle. Non so se lo graffio ma non riesco a controllarmi. È devastante.
Va oltre ogni aspettativa.
Non respiro e stringo gli occhi che si bagnano.
Cosa sono?
Lacrime di dolore?
Lui aspetta senza muoversi, poi me le bacia e trasmettendomi ancora una volta tutto quello che prova, mi permette di respirare di nuovo. Schiudo gli occhi e allora mi riempie il viso di piccoli baci. Non pensavo nascondesse una tale dolcezza e premura. È davvero come la cioccolata… non potevo chiedere di meglio.
Allora smetto di graffiarlo e circondo il suo collo con le braccia, attirandolo a me per quando possibile. È qua che riprende a muoversi lentamente.
Inizialmente non provo davvero piacere ma solo dolore, però l’idea che invece a lui piaccia e che sia per me mi fa stare bene. Così mi concentro solo su di lui e sul suo bellissimo viso che pieno di godimento è ancora più sexy del solito. Tutti i suoi muscoli guizzano nei movimenti che fa sempre più veloci, allora finisco per gemere ad alta voce senza capire più nulla. Vengo catapultato altrove ma non sono solo. Sono con lui. Va bene. Non sono solo. Qualunque cosa purché sia con lui.
Il dolore non va mai via, lui aumenta il ritmo e le spinte sono sempre più veloci, intense e profonde, ma non è davvero solo male. È anche bello. È bello che io e lui siamo così uniti, così fusi, così insieme ed anche quando sfuggiamo dalla realtà rimaniamo un'unica cosa. Lo sento come non l’avevo mai sentito.
È… davvero dentro di me.
Così dentro che… bè, questa volta le lacrime fugaci che scendono dai miei occhi non sono di dolore ma di commozione.
Non sono più solo con una mente mostruosa che mi isola dal mondo. Ora sono nel mondo e sono con l’unica persona che mi capisce davvero profondamente. Non devo spiegarmi, chiedere o parlare. Non mi serve.
Ed anche se ora non è poi così piacevole quel che stiamo facendo è così prezioso che mi piace.
Mi piace da matti.
E allora succede.
Lui non si controlla più e con movimenti sempre più frenetici che sembrano non avere mai fine, mi porta con sé in alto. Davvero in alto. In cima ad una montagna altissima. L’aria è pura e fresca, il paesaggio mozzafiato ed anche se siamo stanchi e sudati ci piace.
Ci piace infinitamente.
Non vorremmo che essere qua.
Così la cima è nostra e la conquistiamo insieme.
Non so come si chiami questo che provo ora, non sono pratico di capire i miei sentimenti e darci un nome, ma so che è bellissimo e che con te presto lo capirò. Quindi non lasciarmi. Non lasciarmi mai.
Rimani sempre con me.”

Semplicemente meraviglioso.
Il fuoco scalda i nostri corpi ulteriormente accaldati e sudati, la pelle chiara e scura imperlata di sudore che sembra ancora un'unica cosa. Combaciano tutte le linee dei nostri corpi stanchi ma appagati.
Il piacere ha invaso ogni particella che ci compone e con la soddisfazione che scorre in noi, respiriamo appena regolari dopo molto che ci abbiamo messo a riprenderci e capire dove eravamo.
Stesi davanti al caminetto dove il fuoco arde e crea un atmosfera suggestiva, lui sta sopra di me senza preoccuparsi della sua nudità, io lo tengo stretto e gli carezzo lieve la schiena liscia. È abbandonato e non pensa a nulla, siamo ancora solo io e lui.
Non ci sono parole per descrivere questo momento di grazia completa.
Ci siamo dati, presi e avuti, fusi. Siamo stati un'unica cosa ed anche se ora siamo usciti l’uno dall’altro, in questo abbraccio siamo ancora una cosa sola. E lo saremo anche quando usciremo da qui, anche quando non staremo fisicamente insieme.
Ormai lo saremo ancora e ancora.
Per sempre o almeno finché questo sentimento sconvolgente e forte che ci lega, esiste.
Non pensavo che un giorno, finito di fare sesso (l’amore) con qualcuno, mi sarei sentito così appagato, completo e felice.
Non voglio altro.
Ho tutto.
- Sai… da piccolo avevo un caminetto. – Inizio quindi dicendo quel che prima avrei voluto dirgli. Lui non muove un muscolo, sfinito, ma mi ascolta e fa un cenno con il viso spostando gli occhi che sento su di me. Non mi vede bene ma mi sembra che mi guardi diretto come lui di solito fa. Entrandomi dentro a modo suo. – E’ strano perché non vivevo in un gran posto ma il caminetto c’era e mi rifugiavo là davanti ogni volta che mi sentivo male, che mi succedeva qualcosa di brutto o che mi sentivo freddo e vuoto dentro. – Mi apro a lui e mentre gli racconto questo insignificante episodio della mia vita, lui respira appena per non interrompermi e ascoltarmi attentamente. – Mi è stato di conforto, a modo suo, così quando sono venuto a vivere per conto mio ho voluto un caminetto aperto che riscaldasse come faceva quello della mia infanzia. Mi piace… riscalda bene, non trovi? – Termino riferendomi non certo all’ambiente. Lo sa.
Dopo un lungo attimo di silenzio in cui pensa e riflette sulle mie parole, parla anche lui senza alzare la testa, rimanendo appoggiato sul mio petto, all’altezza del cuore che batte regolare.
- Io non ce l’ho mai avuto ma mi sarebbe piaciuto. Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato scaldarsi davanti ad uno di questi nei momenti bui di solitudine e freddo. Non me ne sono mai fatto fare uno, però. Non so perché. Però hai ragione… - Si sospende un attimo, cerca le parole, cosa che non ha mai fatto perché le ha sempre avute pronte, e conclude con un tono ancora leggero e confidenziale, innocente in un certo senso: - … riscalda davvero bene. – Anche lui si è riferito a ciò che intendevo io. Al calore interiore, alla luce che ogni tanto si perde nei momenti difficili di sconforto. Entrambi ne abbiamo avuti ma ora siamo qua davanti ad un caminetto illuminato dal fuoco a scaldarci e a rigenerarci.
Ora sarà ricordo di un momento bellissimo e puro, pieno di sentimenti che mai in vita mia avrei pensato di provare.
Siamo qua, insieme, e non potrei chiedere altro.
È tutto perfetto.
Sono riuscito a vincere la sua mente.
Ti ho preso, piccolo mio!”

FINE