NOTE: Qua Zoro e Rufy
non stanno ancora insieme, è una fic che fa parte di una saga e la fic
viene prima di Voglio il tuo profuma. La fic in questione non
sembrerebbe essenzialmente yaoi poiché a fatti non ci sono momenti che
possono essere riconosciuti come tali e loro due per ora non stanno
insieme, eppure per me lo è perché quello che riprendo dal manga sono
momenti che fanno da esempio per esprimere un concetto che invece è
profondamente yaoi e che dipinge ulteriormente il rapporto bellissimo
di Zoro e Rufy. E comunque rappresenta un tassello per i sentimenti di
Rufy verso Zoro.
Bè, è una fic
breve e parla Rufy poco prima di battersi con Crocodile la prima volta,
ricordando qual è la sua certezza tramite due momenti specifici vissuti
poco prima. Aggiunto un momento mancante nella scena del bagno alle
terme di palazzo, a fine battaglia.
Buona lettura.
Baci Akane
CERTEZZA
C’è un nano
secondo per decidere cosa fare e non si tratta solo di buttarsi alla
cieca come faccio di solito quando sono coinvolto solo io.
In questi
momenti, e ne capitano molti devo dire, non sono decisioni qualunque
quelle che devo prendere, bensì sono di quelle importanti. Essenziali.
Da queste si basa il futuro di tutta la mia ciurma.
Parlo di queste
decisioni, sono quelle più veloci da dover prendere.
Di solito
sembra che non ci penso ed infatti noto che tutti non capiscono e
discutono le mie ‘trovate’. A me non importa.
Non importa
perché so che c’è almeno uno che mi capisce sempre ed anche se non è
d‘acccordo mi ascolta lo stesso e non si opporrà mai a qualunque ordine
io dia.
Però quando
l’acqua ha cominciato a sommergerci tutti ed ho capito che senza i miei
uomini sarei stato perso, mi sono anche reso conto che Smoker non aveva
nessuno e che sarebbe morto.
È stato il solo
pensiero che ho avuto.
E il momento
dopo, conscio che nessuno se non Zoro mi avrebbe esaudito nonostante
sicuramente non sarebbe stata una mossa da lui, gliel’ho chiesto
diretto e con urgenza.
Perché, mi ha
chiesto? Meglio se muore, no? È un nostro nemico, vuole catturarci…
Bè, è vero,
però non era giusto che morisse in quel modo.
Nessuno che
mangia il frutto del diavolo deve morire annegato e soprattutto nessuno
deve morire da solo.
Nella prigione
avrebbe potuto farci a pezzi lo stesso, volendo, eppure non ha alzato
un dito.
Però non ho
avuto certo il tempo di spiegargli tutto questo, l’acqua riempiva il
buco in cui eravamo ed io sapevo che qualcun altro mi avrebbe portato
in salvo quando saremmo stati sommersi, ma nessuno si sarebbe
preoccupato di Smoker.
Gli ho solo
chiesto di farlo.
Lui non si è
opposto, l’ha semplicemente fatto.
È questo che
amo di lui, oltre alle altre cose.
So che spesso
le mie decisioni sono a loro incomprensibili perché faccio dei giri
mentali anomali o forse solo più veloci dei loro, normalmente non perdo
mai tempo a spiegarmi e il primo a capirmi è Zoro che fa quello che
chiedo oppure illumina gli altri.
Non è
semplicemente un fatto di sapere di poter contare su di lui. So di
poterlo fare anche sugli altri, ma loro sono diversi, spesso usano i
loro ragionamenti e perdono tempo a cercare di capirmi. Poi ci
riescono, certo, però a volte è essenziale che semplicemente mi seguano
senza pensarci, come fa Zoro. Lui si affida totalmente e ciecamente a
me e alle mie decisioni, sa che anche se non sembrano, poi hanno un
senso.
A volte, poi,
so di fare delle richieste difficili da attuare.
Come quando mi
sono sostituito a Bibi, nell’uncino di Crocodile, e sono stato portato
via dal suo lungo braccio di sabbia.
Volevano
inseguirmi e liberarmi.
Io li ho
guardati tutti mentre si agitavano cercando di manovrare quell’enorme
granchio che li trasportava, ed ho capito in un istante che l’unico che
mi avrebbe capito e ascoltato sarebbe stato Zoro, come sempre.
Lui non discute
mai le mie richieste o i miei ordini e lo fa perché li capisce, li
condivide o perché semplicemente si fida.
Certo, anche
gli altri mi affidano le loro vite e mi seguono sempre e comunque, mi
chiedono aiuto quando non ce la fanno e mi permettono di entrare nelle
loro vite. Però con Zoro è diverso.
Quando ho detto
di non seguirmi che mi sarei battuto con Crocodile e poi ci saremmo
rivisti ad Alubarna, ho visto tutti opporsi e dirmi di non fare
l’idiota. Non l’avrebbero mai fatto, ecco perché ho subito guardato
Zoro negli occhi e l’ho chiesto a lui.
Lui mi ha
sorriso sicuro capendo che aveva ragione e che era giusto così, quindi
mi ha detto di ritrovarci ad Alubarna ed in seguito ha preso il comando
della situazione ordinando a tutti di muoversi e non inseguirmi.
Non volevano ma
alla fine non hanno avuto scelta, grazie a lui.
Capisco che per
loro lasciarmi indietro è inammissibile, però devono capire che a volte
ci sono cose che si devono fare a qualunque costo, anche se non ci
piace, e che per quanto doloroso sia bisogna farlo ed affrontare quella
cosa in quel modo.
Il più delle
volte in quei momenti non c’è tempo per dare spiegazioni, non arrivi,
non puoi… hai solo bisogno di qualcuno che ti capisca o per lo meno che
si fidi ciecamente di te in qualunque caso, anche in quelli più
terribili.
Seguire
l’ordine di separarci non penso sia stato facile per lui, ma lo scambio
di sguardi che ci siamo dati è stata una promessa ed io la manterrò a
costo della mia vita.
Perché lo devo
rivedere e ringraziare di avermi accontentato ancora una volta, ora
come prima con Smoker.
Zoro è la mia
certezza, so di poter contare su tutta la ciurma, ma lui è l’unico che
nei miei atteggiamenti più incomprensibili, assurdi e da ‘stupido’, mi
comprende e non mi contrasta. Per me è importante.
Ecco perché ora
sto qua davanti a Crocodile con questa certezza nello sguardo.
Che se non sarà
ora sarà dopo, ma io lo sconfiggerò in un modo o nell’altro.
Assolutamente.
Perché ad
Alubarna Zoro e gli altri mi aspettano.
È quando siamo
tutti insieme nelle terme del palazzo di Re Cobra e Bibi a riposarci e
divertirci insieme, che ho finalmente il tempo di fare ciò che
all’inizio di tutto il casino di giorni fa, mi ero ripromesso di fare.
Quasi da non
crederci che si sia risolto tutto ed anche quando mi sono risvegliato e
mi hanno curato e rimpinzato per bene, c’è stato del caos, un altro
tipo di caos… caos di gioia. Tutti che venivano a ringraziarci, i
festeggiamenti, il riprenderci, il confrontarci nelle nostre imprese…
Però ora è
davvero tutto passato è c’è questo momento di pace e tranquillità. Ho
fatto confusione insieme agli altri fino ad ora, mi diverto a fare il
matto, è un modo come un altro per sfogare tutto l’eccesso che
sovrabbonda in me.
Fare
semplicemente quello che mi passa per la testa nel momento in cui lo
concepisco mi piace ed è più forte di me, a volte faccio le cose prima
degli altri e salto interi livelli sembrando forse sciocco, altre
magari sono più lento e devono spiegarmi due volte le cose… e poi
comunque non le registro. Mi basta che li capiscano loro i dettagli,
una volta che so dove devo arrivare io e cosa devo fare, il resto non
conta.
A poca distanza
gli altri fanno il loro consueto casino e non ci calcolano, quindi io
vedo Zoro in disparte come suo solito e ridendo mi avvicino tuffandomi
nella sua vasca con l’idromassaggio.
Le bollicine mi
solleticano tutto e sento la mia pelle di gomma frullare in modo molto
divertente!
Lui è
appoggiato con la schiena e la testa all’indietro, un asciugamano sulla
faccia che si bagna quando mi fiondo davanti a lui, gli spruzzi lo
fanno destare e capisco che stava dormendo. Lo sapevo… rido prendendolo
in giro, quindi borbotta:
- Che diavolo
vuoi? - Quando viene svegliato è sempre sgarbato, rido ancora più forte
e lo dico con la consueta leggerezza apparente con cui dico le cose
importanti. Sembra che non ci pensi, che non contino per me davvero ma
nessuno sa quanto invece siano essenziali, o non le direi. Non dico mai
nulla che io non pensi fermamente. È solo che quando le dico mi sento
leggero e quindi anche il mio tono, forse, sembra tale.
- Niente, solo
ringraziarti. - Alza un sopracciglio preso alla sprovvista, quindi in
un attimo capisce che dalla modalità demente sono passato a quella
seria, anche se continuo a sorridere più o meno come prima.
È uno dei pochi
che capisce i miei cambiamenti ed i toni con cui dico le cose.
- Per cosa? -
Chiede senza essere più spazientito, mi osserva con attenzione e mi
pare che l’acqua si sia scaldata ulteriormente, anche se non fuma più
di prima.
- Per avermi
accontentato prima di separarci. Sapevo di poter contare su di te. - è
talmente facile ai miei occhi che anche doverlo spiegare mi sembra
strano.
- Puoi contare
su tutti. - Risponde sempre serio e calmo, scendendo con gli occhi
sulle cicatrici di questa ultima battaglia che ancora non si sono
rimarginate del tutto. Io guardo le sue istintivamente, come sono
profonde alcune.
- Lo so ma con
te è diverso. Ti ho chiesto le cose più difficili. -
- Salvare
Smoker più che difficile è stato snervante… - Sa perfettamente a cosa
mi riferisco, lo sapevo. Sorrido di più e lo spruzzo amichevolmente,
lui non si scompone.
- Però non
volevi di certo farlo! - Io so che lui sa. Sa che mi rendo conto di
queste cose, specie se si tratta di fargli fare qualcosa di pesante.
Però voglio che sappia che gliene sono grato, non tutti farebbero tutto
ad occhi chiusi, contro la loro stessa volontà.
- No di certo,
ma me lo avevi chiesto… - Logica inoppugnabile. Come sempre di poche
parole. Se glielo chiedeva Sanji o Nami o chiunque altro non l’avrebbe
mai fatto…
- E poi di non
avermi seguito quando mi ha preso Crocodile… so che avresti voluto fare
come gli altri e cercare di aiutarmi, di riprendermi… grazie di non
averlo fatto. - Ora ho solo un vago sorriso sulle labbra, mi sono fatto
più serio continuando a fissare i suoi occhi penetranti che mi studiano
cercando forse di capire cosa io pensi.
Ebbene a nulla,
solo a te e a ciò che hai fatto per me.
- Quello è
stato difficile… - Lo ammette finalmente. Un’ondata mi investe, parte
da dentro e non so che cosa sia, però mi dispiace. Lo sapevo che era
così ma sentirglielo dire è brutto. Smetto di sorridere e forse non
riesco a trattenere il dispiacere. E perché dovrei? Non nascondo mai
nulla, non ne vedo il motivo. Se lo provo non me ne devo vergognare.
Lui però rimane
impassibile e vorrei che anche lui facesse un po’ vedere cosa prova. Mi
sta forse accusando di qualcosa?
- Mi dispiace,
ma solo tu potevi farlo lo stesso. - Mormoro sperando che per quello
non ce l’abbia con me, quella volta ha sorriso sicuro, non pensavo che
se la fosse presa con me.
Dopo avermi
studiato per bene e messo in subbuglio ancora di più, mi tira in faccia
il panno che aveva prima sul viso, questo mi stupisce e quando me lo
tolgo lui finalmente sorride come prima, sicuro, con quella certezza
che spesso ha solo lui e che io adoro. A volte è come se fosse il mio
sostentamento.
- Non devi
dispiacerti, sono onorato di essere l’unico in qualcosa. - Che razza di
motivazione è?
Però è da lui…
il suo ego gode sempre di ottima salute, in effetti!
Torno a
ridacchiare e gli ritiro il panno che prende al volo, quindi concludo:
- Grazie. -
È bello quando
sorride, mi ci perdo un attimo, non risponde ma quella sua espressione
mi basta e mentre penso che non ho più niente da dirgli, capisco che
starei ancora un po’ qua con lui, però al tempo stesso lo stare fermo
senza fare niente è come una specie di tortura ed anche se vorrei
soffermarmi, alla fine l’impulso di unirmi al casino nella vasca più
grande, è più forte e senza ragionarci mi ci fiondo.
Portandomelo
dietro contro la sua volontà!
Bè, se voglio
fare casino e stare comunque con lui, la soluzione è solo una, del
resto!
I suoi lamenti
e le minacce mi fanno ridere di gusto e a rispondergli sono gli altri
che cercano di sommergerlo per farlo smettere di sbraitare. Io
naturalmente li aiuto.
Questi sono i
momenti per cui combatterò per sempre.
Non smetterò
mai, a qualunque costo.
Le mie certezze
non devono mai subire cambiamenti.
Sono troppo
preziosi per me.
FINE