EPILOGO:
PACE

“Possiamo essere così strani
possiamo essere così selvaggi
anche quando amiamo
anche quando mentiamo
sii cosciente del mio amore
sii cosciente del mio amore, amore“

/Sleeping in your hand - Elisa/
“Varco per primo la soglia di casa seguito subito dopo da Tony che chiude la porta dietro di sé.
Rimango fermo all’ingresso a guardare l’ambiente circostante identico a come l’avevo lasciato ormai da un po’ di tempo.
Sarà perché ho passato gli ultimi giorni in prigione per permettere a Leon ed Allison di risolvere le faccende burocratiche, il mandato d’arresto era vero ma alla fine sono riusciti a far cadere le accuse molto abilmente, ma casa mia non mi è mai sembrata più bella di così.
Minimale, senza grandi arredi, uno stile un po’ retrò con qualche tocco di moderno dato da Tony.
Non ha cambiato niente nella mia assenza.
Prendo dei profondi respiri e sento il solito odore di legno, un po’ di polvere, il suo profumo che si spruzza a quintali in bagno e che ogni santa mattina esce spandendosi in tutta la casa.
Cose che non mi erano mai mancate e che non darò più per scontato.
Accenno ad un piccolo sorriso mentre sospiro e la rilassatezza mi avvolge.
Ora che sono qua è davvero tutto finito.
In prigione non era certo la stessa cosa.
Ora so come Tony si è sentito in quei giorni in cui è stato messo dentro ingiustamente… ma non ci tenevo a saperlo, onestamente.
- Allora, che effetto fa essere di nuovo a casa? - Me lo chiede con la sua consueta allegria e sentirlo così disteso mi ridona quella verve che mi caratterizzava, quindi alzando le spalle fingo indifferenza e riprendo a muovermi per casa poggiando le mie cose come niente fosse:
- Come sempre… - Ma sa che non lo dico sul serio e che mi piace terribilmente, ora, esserci.
Con lui.
Lo sento sghignazzare in quel suo modo fastidioso e impunemente addirittura aggiunge:
- Sembri Robert De Niro in… - Appena comincia lo fulmino immediatamente con lo sguardo e lui è lieto di non proseguire, forse non sapeva nemmeno che film fosse, era giusto per darmi fastidio come hai vecchi tempi!
Mantiene il suo ghigno divertito ed io dopo averlo fissato malamente ricambio sul finale, poco prima di salire le scale per andare in camera.
Prima di tutto un bagno rilassante, non ho voglia di altro.
Credo di non dedicarmi semplicemente a me stesso da troppo, anche se potendo scegliere preferisco sempre attivarmi in qualche modo.
Forse è da troppo che mi strapazzo, magari sto invecchiando anche io!
Quando entro in bagno dopo che sono passato a prendere il ricambio, mi ritrovo Tony che ha già cominciato a preparare la vasca, con malizia mi guarda e mi scocca una di quelle occhiate che non hanno bisogno di parole. Non è che ne abbiamo avuto bisogno poi molto, in realtà.
Scuoto la testa, è proprio il solito… può crescere, ma il carattere di base rimarrà sempre quello. No, lo dico perché è lampante quale sia la sua intenzione, visto che si sta disinvoltamente spogliando a sua volta.
La mia idea era quella di rilassarmi da solo però dopo tutto anche con lui va bene, è che poi magari non mi rilasso molto!
Osservo l’acqua calda che fuma dalla vasca nuova, spicca nel bagno visto che è diversa e recente ma ho dovuto necessariamente cambiarla visti gli allagamenti precedenti perché non conteneva due uomini insieme… in realtà ha fatto tutto lui senza dirmi nulla. Un giorno sono tornato e mi pare fosse il mio compleanno. Uno normale fa un orologio o qualche altro oggetto inutile di poco conto. No, lui mi ha fatto una vasca nuova per due, di quelle grandi con l’idromassaggio dove se vuoi ci puoi comodamente nuotare!
Ha detto che aveva puntato a quelle ad incasso nel pavimento, ma poi all’idea di bucarmelo ha capito che poi io avrei bucato lui ed ha evitato.
Gliene sono stato grato.
Però devo ammettere che da allora ho iniziato a fare più bagni invece che docce veloci.
E comunque abbiamo saputo come sfruttarla a pieno!
È il primo ad entrare e accomodarsi mentre chiacchiera allegramente elencando le doti di questo bagno agli oli essenziali che impuzzano tutta la stanza. Lui dice che sono profumati e fanno bene alle stanche membra, ma per me poteva evitare e basta, non mi piacciono i profumi!
Acqua e sapone è più che sufficiente!
Mi sorride sornione invitandomi ad entrare come fossi io l’ospite di casa. Lo guardo allibito, riesce sempre a superarsi, non è mai banale!
- Fai pure, eh? - Gli dico seccato. Non solo mi ruba l’idea del bagno, ma ci entra pure per primo facendomi passare per l’intruso.
Se non fossi più stanco che altro lo prenderei già a scappellotti, ma in privato tendo a non farlo mai.
- Ma grazie, che gentile… - Dice allora ridacchiando mentre io stesso alla fine entro davanti a lui.
Mi posiziono al suo lato opposto e come sono dentro l’acqua calda e profumata che mi avvolge comincia a tremare e fare le bolle, ha acceso l’idromassaggio. Si fa scivolare più in sotto piegando le gambe che si toccano con le mie, appoggia la testa all’indietro e chiude gli occhi lasciando la propria espressione nella rilassatezza più totale.
Per un momento lo invidio, ha una capacità di ripresa non da molti, ma vedendolo in un tale godimento mi metto io stesso a mio agio e scuotendo la testa per l’ennesima volta, lo imito.
Mi sembra così strano stare così immerso in una vasca a fare un bel niente. Non è da me, lo faccio poco, preferisco lavorare e non fermarmi.
Però anche se è strano è bello, lo devo ammettere.
Forse lo è perché sono con lui e perché ero stato lontano da tutto questo per troppo.
Mentre ad occhi chiusi mi lascio massaggiare dall’acqua, semplicemente la tensione si scioglie in essa facendomi rendere conto che probabilmente questa volta ne ho passate troppe.
Da quanto era iniziato questo incubo? Forse da quando ho ucciso Pedro Hernandez Ramosa, dall’epoca non si è mai concluso se non in questi giorni.
Avevo finto di svegliarmi e dimenticare, ricominciare, avevo lasciato andare mia moglie e mia figlia, avevo iniziato l’opera di risveglio ma ci sono davvero riuscito solo ora.
Ora con Tony.
Se questa volta non ci fosse stato lui non so come me la sarei cavata, penso che sarei diventato un assassino ricercato e basta, non sarei certo potuto tornare qua, immergermi in una vasca esageratamente comoda e costosa poco da me e lasciarmi andare come comunque poche volte ho fatto.
Non so quanto rimango così a sentire la tensione che si scioglie e mi abbandona, ma quando le bolle smettono di massaggiarmi, sento la sua voce che mi sussurra da vicino:
- Ti sei addormentato? - Dopo che faccio un cenno muovendo il viso atrofizzato, sento l’acqua che strizzata dalla spugna mi scivola sul viso e sui capelli.
Ho la bocca impastata e la testa pesante come le palpebre che riapro a fatica.
- Immagino di sì… - Borbotto piacevolmente allietato da lui che mi sciacqua una volta avvicinatosi.
Lo vedo sorridere comprensivo e deliziato dalla visione di me docile e insonnolito.
- Sembri un pulcino! - Osa dire… questo ragazzo è troppo sfacciato, sta prendendo troppo piede da quando mi ha tirato fuori dai guai… penso che dovrò ridimensionarlo o finirà anche per pensare di poter essere lui l’attivo a letto, fra noi… dovrebbe aver voglia di morire, per fare una cosa simile, ma è bene che glielo ricordi, non si sa mai!
Eppure sebbene il mio sguardo debba essere truce, dal sorriso che raddolcisce penso che invece sia di gratitudine e mentre mi rendo conto che non controllo più le mie espressioni facciali, semplicemente lo lascio fare.
Ha la decenza di non seccarmi coi suoi mille discorsi quindi ammetto che non è poi tanto fastidioso, anzi.
Inschiuma la spugna che poi mi passa addosso e mentre ancora comodamente appoggiato alzo un sopracciglio scettico, lui risponde senza lasciarmelo chiedere:
- Sta pure rilassato, ci penso io questa volta! - Normalmente non facciamo cose tanto melense, ognuno si lava da sé a meno che non siamo improntati a fare altro, ma da come siamo ora non penso sia quello l’obiettivo, anche se prima dalla sua faccia maniaca mi era parso di sì.
Alzo le spalle impercettibilmente e richiudo gli occhi che mi pesa lasciare aperti, lo sento passare la spugna sul mio corpo e poi ad esso sostituire la mano, sebbene raggiunga anche le mie parti intime non si sofferma a strofinarle e non reagisco anche se mi piace. Sempre con quelle mi risciacqua esattamente come si fa coi bambini e benché con una parte lontano di me ricordo di quando lo facevo con Kelly da neonata, ora più che uno di quei cosini, mi sento un animaletto selvatico appena preso in casa dopo che è stato strapazzato dal mondo.
All’idea di essere un cane randagio che lui sta ripulendo e addomesticando, mi viene da sorridere e penso che sia un ghigno che pigramente si forma sulla mia bocca. Dopo essersi occupato anche della mia testa, mi chiede cosa io abbia e realizzando a malincuore che ha finito di lavarmi, ammetto che era bello anche se non glielo farò più rifare, in risposta lo prendo mentre si sta rimettendo al suo posto come prima. Senza aprire gli occhi e alzare la testa lo giro con decisione e quasi brutalmente me lo posiziono contro, fra le mie gambe, gli appoggio la schiena al mio torace e lo circondo da dietro con le mie braccia.
Ora mi sento meglio.
L’aria soddisfatta ce l’ho tutta e non serve che mi esprima a parole.
Lo sento ridere.
- Meglio, così? - Dice per me arrendendosi all’essere la mia coperta personale.
- Decisamente sì! - Rispondo con voce roca senza la minima intenzione di cambiare posizione od uscire da qua dentro.
Dopo essermi fatto accudire da lui in modo normalmente imbarazzante, dopo avermi fatto sentire un cagnolino bisognoso di cure e affetto, dopo aver fatto di me la sua bambola prediletta, il minimo è che ora lui faccia la mia.
Non lo mollerò e non mi muoverò per un bel po’, anche se l’acqua verrà fredda.
È come se fossi io fra le sue mani, anche se lo sto stringendo io a me.
Non c’è il desiderio di fare altro, è come se fossi già in lui e forse è più esatto dire che per questa volta è lui che è entrato in me.
Ha davvero lavato via tutto quello che rimaneva, ogni incubo è finito e la pace finalmente mi invade così completamente da lasciarmi spiazzato. Ma non vorrei altro che questo.
Combattere una vita alla ricerca di qualcosa di indefinito ed alla fine trovarla.
Trovarla semplicemente.
Capire cosa si cercava solo dopo averla trovata ma non avere dubbi che si trattasse di quella che ora hai fra le mani.
È uno di quei momenti che terrò con me e fermerò per un po’, non lo lascerò andare facilmente.
È la perfezione.
Non voglio altro.
Sto finalmente bene.
Ma questa volta davvero, in ogni angolo di me.
Gli direi che lo amo e lo ringrazierei ma è superfluo, sarebbe di troppo.
Va bene così.
Addormentato fra le sue mani.”

“Non so perché ho voluto farlo, era forse un completare l’opera iniziata giorni fa, in Messico.
Là l’ho salvato di certo ma non avevo finito.
Tiri fuori una persona dai guai in modo definitivo ma metti fine a tutto quando la curi e le restituisci la pace.
O gliela dai proprio.
Non so se Gibbs avesse effettivamente pace prima di ora, ma dopo averlo visto dormire davanti a me e dopo che si è lasciato lavare e accudire come un bambino, direi che è ora che ce l’abbia veramente, quella autentica e completa.
Lo scruto mentre lo risciacquo con le mie mani e capisco che questa serenità sul suo viso stanco dagli occhi chiusi e la testa all’indietro, è totale. Non nasconde ombre, finalmente il suo viso è illuminato.
E magari lo è anche in virtù del fatto che alla fine hanno salvato suo padre, o perché hanno sotterrato Alejandro Ramosa e Paloma è in arresto per qualche miracolo del direttore e di quel diavolo d’avvocato che si è innamorato del mio uomo.
Mi spiace per lei, devo dire che ha dei buoni gusti, ma non ci sono dubbi su di chi lui sia.
Cioè, da chi si lascerebbe fare una cosa simile se non da chi ama?
Non serve che me lo dica, sarebbe imbarazzante, come un gesto di gratitudine che non voglio. Non lo faccio perché mi ringrazi e mi dica che mi ama, lo so già.
Voglio solo che si lasci fare, che mi permetta di concludere la mia opera, che si faccia curare e coccolare da me.
Dopo che ho finito con la testa, lo vedo ghignare con una certa soddisfazione profonda, quindi incuriosito gli chiedo cosa gli prenda mentre scivolo all’indietro per riposizionarmi all’altra estremità come prima, ma sentendomi allontanare mi afferra per le mani senza muovere la testa o aprire gli occhi, quasi con pigrizia ma sicurezza mi gira e mi volta, quindi con la sensazione che il cagnolino randagio che ho raccolto e sistemato ora mi stia ringraziando, mi lascio sistemare contro di lui, fra le sue gambe. Appoggio comodamente la schiena al suo petto e sento le sue braccia forti ma rilassate avvolgermi da dietro, gli poso le mani sulle sue allacciate sotto il mio mento e poso la nuca sulla sua spalla, scivolando meglio contro di lui.
- Meglio così? - Chiedo con un misto fra il divertito e il soddisfatto.
Lui allo stesso modo risponde:
- Decisamente sì! - Da qui in poi non serviranno altre parole, lo sappiamo entrambi e chiudendo gli occhi torno a rilassarmi mentre il suo petto si alza e si abbassa regolare ed i suoi battiti dettano un ritmo calmo e quasi dolce.
Sta bene, non è mai stato meglio, è in beatitudine totale e senza doverlo guardare o sentirglielo dire, lo so.
È uno di quei momenti da fermare e possedere il più possibile, qualcosa che rimarrà.
Qualcosa che sta sancendo la fine di un lungo incubo e l’inizio di quello che può semplicemente essere un bel sogno.
Ed io ne sono uno dei protagonisti, questa volta, non ne faccio solo parte.
Vorrei dirgli mille cose, aggiornarlo su mille fatti, parlare di continuo di un sacco di cose che mi passano per la testa, ma so che è perfetto così e che certe cose non le posso rovinare perfino io.
Faccio una certa fatica a starmene zitto, ma pensando che sapevo di aver fatto un affare con questa vasca gigantesca, gli faccio da coperta mentre lo sento scivolare nel sonno di nuovo.
Veglierò io e questa volta da bravo, senza disturbarlo più.
Dormirà fra le mie mani come mai ha dormito in vita sua.
Anche se poi ci prenderemo una bronchite da panico!”

FINE