CAPITOLO IV:

FESTA PER LUIS

 

PARTE I:

Discorsi fra uomini

 

/Right round - Flo rida/

Il locale che era stato affittato per la festa di benvenuto a Luis, era uno di quelli che normalmente usavano per quel genere di cose. Un disco pub molto grande che forniva alla società l’intera disponibilità sia per la musica che per il servizio.

Naturalmente solo chi aveva un invito specifico o un pass particolare poteva entrare, altri erano rigorosamente tenuti fuori.

Molte delle loro feste esclusive si tenevano a quel modo.

Presenti tutti i membri della squadra e della società, lo staff tecnico e chiunque avesse a che fare con loro, qindi amici e familiari e qualche persona speciale eccezionale.

Fosse stato per Luis ne avrebbe volentieri fatto a meno, ma c’era da dire che quel Ricardo ci sarebbe stato, quindi non poteva certo mancare: un’occasione perfetta per arrivare a lui e al suo delizioso fondoschiena!

Per la serata, lo spagnolo, indossava i suoi fedeli jeans che gli fasciavano a dovere il sedere e scivolavano più morbidi sulle gambe, con una maglietta a maniche corte nera, semplice ma attillata il necessario per rivelare il fisico in forma. I capelli erano sistemati con un po’ di cera in modo far stare il taglio alla moda nella maniera giusta.

Nell’insieme un bel vedere, non lo si poteva negare, anche se, come ormai già appurato, era solo un tipo, come quasi ognuno di loro.

La musica movimentata che andava per la maggiore in quel periodo, si susseguiva a tutto volume creando nell’ampio spazio dalle luci basse e colorate, un’atmosfera che favoriva una certa allegria e voglia di ballare. Anche l’alcool e il cibo venivano distribuiti in abbondanza da gente di servizio che si muoveva spigliata fra la folla per lo più in piedi.

Quando arrivò, la festa era già cominciata ed erano quasi tutti arrivati, la prima cosa che fece fu cercare con gli occhi chiari quel grazioso brasiliano che l’aveva colpito quel pomeriggio. Di lui oltre al nome e ad ogni dettaglio fisico, ricordava anche la sua voce dall’inclinazione dolce e gentile e le parole che altri avevano sprecato per lui.

L’avevano definito la mascotte della squadra, il Bambino d’Oro, il fiore all’occhiello… naturalmente sarebbe stato interessante vederlo giocare, doveva essere un piccolo portento, ma più di tutti sarebbe stato interessante vederlo nel suo letto e sotto la doccia!

Avendo le idee chiare non perdeva tempo in preamboli inutili.

Voleva qualcuno: se lo prendeva. Dopo, se ne aveva ancora voglia, cosa rara, se lo teneva altrimenti lo mollava!

Semplice la vita, per lui.

Non trovandolo, si avvicinò all’altro a cui avrebbe rivolto la parola non solo per la serata ma per tutta la sua permanenza in quella squadra: il capitano Fabio.

Intravisto fra la folla a parlare con altre persone non identificate nell’immediato, l'aveva subito riconosciuto anche per l'abbigliamento alla moda e firmato: aveva un certo buon gusto, tuttavia sarebbe stato notevole pure con uno straccetto addosso. Luis apprezzò il suo bell'aspetto e avvicinandosi a passo spedito per chiedergli dove fosse Riky, lo vide sorridere accattivante in una maniera decisamente sexy.

"Non è comunque una tortura stare con lui... a patto che non sia con qualche altro seccatore!" Pensò al volo il giovane prima di vedere la persona con cui Fabio parlava.

- Ehi! - Lo chiamò brusco senza nemmeno salutarlo o aggiungere un gesto amichevole. - Hai visto Ricardo? - Quando il capitano si girò e lo vide, non registrò la domanda ma si illuminò di sorpresa vedendo che finalmente era arrivato, seppure con ritardo; quindi spontaneo e con faccia tosta disse:

- Oh, sei arrivato! Pensavo disertassi! - Come a dire che l’aveva già inquadrato cosa non molto difficile con uno che grugniva e che creava contatti fisici solo per picchiare qualcuno o per fare sesso!

- Si, bè, ho avuto la tentazione ma… - al momento di aggiungere che il suo interesse per il Bambino d’Oro aveva avuto la meglio, la voce gli morì in gola per colpa della presenza accanto a loro che li fissava interessato con una strana espressione in volto.

Era l’allenatore José Veloso ed era evidente che nell'esatto istante in cui aveva visto Luis gli era saltata in testa una delle sue idee imprevedibili e preoccupanti!

Istintivamente si zittì e non se ne spiegò minimamente il motivo, tuttavia ascoltando il proprio istinto gli fece un vago cenno di saluto che lasciò stupefatto sé stesso per primo. Decisamente non era abituato a ragionare e appunto per questo lasciava che il proprio corpo agisse da solo, non se ne era quasi mai pentito. Lo squadrò veloce constatando che l'uomo senza età gliene stava chiaramente per fare una visto che era oltremodo raggiante nella versione più professionale di sé, quindi pronto a reagire a qualunque provocazione, lo vide ricambiare il saluto e prendendo al volo un calice di prosecco da un vassoio passante, lo porse al giovane che lo prese spaesato, quindi gli ammiccò e si diresse deciso alla consolle del DJ. Questo cominciò a preoccuparlo di più, sempre per istinto!

Quando prese in mano il microfono e sentì la musica spegnersi momentaneamente, Luis si avvicinò ulteriormente a Fabio e gli chiese con visibile preoccupazione nella voce:

- Che diavolo fa, ora? - L’altro guardando il loro imprevedibile mister girarsi verso di loro e quindi richiamare l’attenzione di tutta quella folla spropositata, disse stringendosi nelle spalle:

- Non ne ho idea… - ed era vero, visto che ogni volta capire che intenzioni avesse quello era un’impresa! - ma lo stai per scoprire! -

- Buonasera a tutti! - Disse José parlando un discreto italiano col suo delizioso accento brasiliano, simile a quello di Luis: - Vorrei solo annunciare l’arrivo del protagonista della serata, Luis Santiago. El Niño è fra noi e siccome si è fatto attendere, dovrà trovare un modo per farsi perdonare! Che la festa continui! -

- Bè, si è limitato! - Disse ridacchiando Fabio, conosceva José abbastanza da sapere che con un microfono in mano poteva essere tremendo!

- Limitato?! - Esclamò Luis seccato notando con piacere che non tornava da loro e la musica riprendeva ad assordare tutti. - Come diavolo gli è saltato in mente di chiamarmi El Niño? Proprio io! - Si lamentò sul piede di guerra col nervoso che aumentava paurosamente, si chiese anche se non avesse un libro personale peggiore di quello nero dove poter mettere quell’uomo che faceva proprio quello che odiava di più: dargli soprannomi, specie idioti!

- Il piccolo? - Fece Fabio divertito senza però ridere apertamente, sapeva che sarebbe stato peggio, però la propria natura ironica era così difficile da tenere a bada!

El Niño oltre a tradursi generalmente come ‘il piccolo‘ o anche ‘il carino‘, indicava una persona graziosa e tenera, una sorta di mascotte… qualcosa più indicato per Riky, insomma!

Se proprio avrebbe dovuto avere un soprannome, non sarebbe potuto di certo essere quello, si disse Luis con una immaginaria nube nera tempestosa sopra la testa.

Il ragazzo dai castani capelli rasati corti e vestito alla moda, gli batté amichevole sulla spalla:

- Dubito che qualcun altro si azzarderà a chiamarti così! Chiunque lo vede che è un appellativo adatto più a Riky, che a te! È lui la mascotte della squadra! - Non fu una cosa volontaria, quella di distrarlo spostando la conversazione sull’unico che gli piaceva, ma lo fece e fu una mossa vincente poiché dimenticandosi di tutto il biondo cambiò radicalmente espressione e come se nulla fosse stato, chiese sempre con l’interesse di prima:

- Come mai lo è? –

- Come perché? È il cocco di tutti… è impossibile odiarlo o che non piaccia! Avercela con lui è come sparare sulla croce rossa! –

- In effetti… - Gli sfuggì a mezza voce mentre cercava di figurarsi quello che Niño lo era davvero!

Un sorrisetto malizioso di chi si pregustava un dolce invitante, si formò sulle sue labbra sottili, cosa che all’altro non sfuggì capendo al volo che l’impressione che aveva avuto quel pomeriggio era giusta.

- A proposito, lo cercavi? - Chiese con il secondo treno.

- Sì, ma lo troverò da solo… - Aggiunse in fretta conscio che da lì in poi sarebbe stato meglio cavarsela da solo: era arrivato quel Francesco accompagnato da una strana creatura femminile…

Come un felino si dileguò fra la folla confondendosi in un attimo con tutti gli altri!

La creatura strana e femminile era Sofia, naturalmente, motivo del ritardo di Francesco che, con marcato scetticismo, una volta davanti all’amico disse:

- Come diavolo gli è saltato in mente di chiamarlo El Niño? Quello al massimo potrebbe essere El Stronzo! - Uscita estremamente da Francesco che fece ridere sia Fabio che Sofia. Seppure il nuovo attaccante non avesse ancora fatto nulla di specifico per inimicarsi il fantasista della squadra, lo aveva inquadrato male sin dall’inizio. - Non mi piace! – Aggiunse poi come se non bastasse.

- Ma va’! Non si era mica capito! – Lo schernì il compagno beandosi ancora delle risate divertite della ragazza conciata in modo più eccentrico del solito, con svariati piccoli cocom in testa, acconciature dei suoi lunghi capelli castano chiaro. Il vestito era composto da una gonna corta alla marinaretta, parigine blu elettrico e una camicetta senza maniche con vari voilant e sbuffi sui toni dell’azzurro. Non era malaccio, nell’insieme, ma solo perché lei era Sofia e conciata normale non sarebbe stata più sé stessa!

In quello si avvicinò silenzioso anche il tanto ricercato Riky che, affiancati, disse con la sua solita spontaneità deliziosa:

- Interessante, El Niño… - lo sguardo sincero era rivolto verso Luis che si aggirava fra la folla evitando qualunque contatto possibile. Ovviamente la sua uscita fu talmente insolita da essere accolta dagli ascoltatori nel silenzio più assoluto.

- Sei l’unico… - Asserì Fabio con un misto fra il riso e lo stupito: era sempre il primo a riprendersi dagli shock.

- A far che? – Chiese ingenuamente il moro guardando l’amico che con ironia crescente rispondeva:

- A considerare El Niño interessante! – Ormai quello sarebbe stato il suo soprannome, obiettivo raggiunto dall’allenatore matto!

Il più piccolo sgranò gli occhi neri con sorpresa evidente e, quasi mortificato, disse come cadesse dalle nuvole:

- Perché, a voi non piace? – Cosa inaudita per lui, vista la buonissima impressione che quel bel ragazzo gli aveva fatto!

- Noi lo vediamo per quel che è… un altro piantagrane! – Non gli ci era voluto molto per capire di quale categoria fosse e Riky ci rimase male esclamando un semplice:

- Oh… -

- Io lo vedo solo come un rompicoglioni! – Sbottò spontaneo Francesco passandosi infastidito una mano fra i corti capelli biondo scuro più mossi del solito.

- Senti da che pulpito! – La risposta era stata altrettanto spontanea, da parte di Fabio, così come il calcio negli stinchi dell’altro!

Solite scene che fra i due erano all’ordine del giorno… ma pur assistendole spesso, sia Sofia che Riky non riuscivano mai a non ridere di gusto.

- Comunque ti cercava. - Disse Fabio a Ricardo ricordandoselo solo in un secondo momento.

- Chi? -

- El Niño! - Decisamente per Luis ormai era finita… quando voleva, José sapeva essere davvero fastidioso e lui lo voleva sempre!

Il brasiliano si illuminò di stupore, quindi guardando l’amico per capire se lo prendesse in giro, cosa frequente, chiese:

- Davvero cercava me? -

- Mi ha sorpreso… uno come quello pensavo non sarebbe nemmeno venuto alla serata in suo onore. Poi ho capito perché l’ha fatto! - Spiegò con malizia donando al suo bel viso sensuale di natura, una luce irresistibile.

- Per me?! - Il piccolo però non poteva crederci; non aveva consapevolezza di sé, per cui che uno come Luis che odiava tutti cercasse proprio lui, lo lasciava stranito. Del resto anche gli altri ne erano sorpresi.

Fabio lo cinse divertito dandogli un pizzicotto amichevole sulla guancia, quindi con un ghigno sempre carico di malizia che gli donava, disse:

- Non sottovalutarti, chico! Tutti ti amano! - Riky sorrise di circostanza, non era sicuro che fosse serio… Fabio fra tutti era quello che scherzava di più, quando aveva quell’espressione, poi, era certo che non diceva sul serio però il dubbio che pensasse davvero quel che diceva, lo attanagliava immancabilmente.

- Vado a cercarlo… - Mormorò titubante ancora incerto su chi lo stava prendendo in giro, avendo infatti solo un vago sentore che qualcuno si prendesse comunque gioco di lui!

- Bravo, rabboniscilo così poi Francesco evita di prenderlo a calci! - Aggiunse Fabio spettinandogli simpaticamente i capelli mossi che gli incorniciavano il visetto grazioso.

Sparito lui i due amici che qualcuno avrebbe soprannominato ‘dementi’, commentarono fra loro guardando in sua direzione:

- Finiranno insieme! -

- E’ scontato! -

- Si capisce subito che El Niño è interessato a lui… -

- …e Riky ne è affascinato! -

- Peccato che non mi sembra tipo da avere tanti riguardi per chi si porta a letto… -

- Ma il Chico rimane nei cuori di tutti! Vedrai che a fregarlo è proprio il piccoletto! -

Durante il loro discorso serrato e convinto, Sofia aveva già cominciato a perdersi nella ricerca di Gabriele. Fortunatamente i due erano distratti da Luis e Riky, quindi non subì terzi gradi su chi cercasse tanto insistentemente; alla fine non trovandolo si decise ad allontanarsi con discrezione senza far scoprire i suoi veri scopi. Se Francesco avrebbe saputo delle sue mire, sarebbe stata la fine per il povero Gabriele!

- Ragazzi, vado a cercare Nicole e le altre! - Nicole era la massaggiatrice della squadra, nonché fisioterapista e amica di Sofia insieme ad altre ragazze.

Con un cenno allegro si dileguò quasi saltellando, facendo così muovere graziosamente la sua gonna effettivamente corta, cosa che non sfuggì agli occhi attenti e sornioni di Fabio che la seguì finché poté, soffermandosi sul suo sedere a mandolino e sulle gambe in bella mostra coperte solo da quelle calze che arrivavano a metà coscia. Sarebbe sembrata una bambina se non fosse stato per il suo corpo adulto. Certo non aveva un seno abbondante, ma aveva altri punti di forza e sapeva come tenersi.

La bella bocca carnosa e ben disegnata di Fabio si piegò in un sorrisetto malizioso involontario e senza poterne fare a meno, l’immaginò vestita più trasgressiva e con un trucco pesante: visione per niente malvagia!

- Ehi, non mi piace come la guardi! È mia sorella! - Grugnì subito Francesco che non gli era sfuggito quello sguardo sospettoso.

- Lo so che è tua sorella… lo è da un bel po’! E poi come la guardo? – Rispose Fabio girandosi con un aria di chi cadeva dalle nuvole.

- Come se fosse una palla da calcio! – L’altro fu subito pronto e sempre più brusco iniziò un serratissimo botta e risposta con quello che faceva il finto tonto:

- Ma io le tratto benissimo! –

- Le prendi a calci! –

- Ma sono anche ciò che in campo ritengo più prezioso, quella a cui tutti puntano e che ognuno vorrebbe per sé, per utilizzarla nel modo migliore! –

- Appunto, per infilarla in rete! – I due si guardarono attentamente, uno in cagnesco e l’altro con furbizia, infine capendo dove volevano entrambi andare a parere visto come si conoscevano bene, Fabio piegò la testa di lato e con il suo solito sorrisetto ironico ammise:

- Effettivamente vista così… -

- Ma non è una palla da infilare, è mia sorella… e non la infilerai da nessuna parte, chiaro? – Asserì minaccioso Francesco.

- Perché? Dici che se ne accorge? – Fece a quel punto spontaneo l’altro tornando a cercare Sofia con lo sguardo malizioso.

- No, è troppo tonta e appunto per questo poi sarei io a trattare te come una palla su un calcio di punizione! – Il fantasista non avrebbe mai mollato!

- Così spietato? – Si preoccupò allora il capitano tornando a fissarlo sperando di impietosirlo.

- Se vuoi anche peggio! – I suoi calci di punizione erano famosi per essere tremendamente potenti!

- No, preferisco rimanere intatto! –

- Ecco, bravo… così alla squadra non mancherà mai il suo capitano! –

Fabio a quel punto lasciò un attimo di silenzio durante il quale sorseggiarono la birra, pensò brevemente al suo amico ed osservandolo con acutezza, cercò un modo per farlo almeno un po’ vacillare, cosa molto difficile anche per lui.

- Sei troppo protettivo verso di lei… deve vivere le sue esperienze anche se le faranno male. –

- Perché non ti fai prendere a calci, allora? Vivi le tue esperienze anche se fanno male! – Peccato che non scherzava mica tanto…

- Non sono masochista! –

- E perché, lei pensi che lo sia? –

- Devi farlo decidere a lei! – Però lui era convinto di avere ragione… Francesco doveva lasciare che la sorella vivesse da sola le sue storie.

- L’unica cosa che mi sono sempre ripromesso è di evitarle tutte le lacrime possibili. Se le lascio fare la masochista poi piange! – A quel punto il capitano non avrebbe più insistito… quando tirava fuori la carta del loro passato triste e sofferto, non poteva ribattere. Sapeva quanto era già stata male, sensibile com’era, non poteva sindacare molto sulla protettività del fratello.

- Bè, è un ragionamento che fila… ma chi ti dice che io la farò piangere? – Però ancora un piccolo tentativo valeva la pena farlo.

- Trattare una ragazza come tratti una palla da calcio non è il massimo, sai? – Però il numero dieci lo conosceva troppo bene, sapeva come trattava le ragazze e finché lo faceva con gente X non gli importava, ma quando nel suo mirino c’era sua sorella, le cose cambiavano.

- Nessuna palla si è mai lamentata! – Decise allora di mandarla sul ridere, cosa di cui Francesco ne fu grato.

- Ma le ragazze sì! –

- Dettagli! –

Dopo di quello l’amico gli diede un pugno amichevole sulla spalla, poi lasciando un altro attimo di silenzio nel quale sorseggiarono, concluse minaccioso circondandogli le spalle col braccio, stringendo la presa con forza:

- Tu fa quello che ti pare, ma ricorda solo una cosa, mentre lo fai… Sofia è mia sorella! –

Fabio allora deglutì istintivamente pensando che quella frase fu la più efficace di tutte, incredibilmente convincete, poi sospirò e con faccia tosta ribatté cercando di sdrammatizzare:

- Difficile dimenticarlo! – Ed era vero.

- Buon per te! – Così conclusero il loro dialogo riguardo Sofia, un dialogo che Francesco sperò di non dover più avere col suo migliore amico.