CAPITOLO
V:
L’INIZIO DEL
RITIRO
/Apocalypse
please - Muse/
-
Imbecille patentato! Come diavolo puoi sbagliare strada?! Sei pagato
per portarci a destinazione, non per farti un giro turistico su
un’autostrada! Katia, ha trovato il tuo numero negli ovetti kinder?
Mica la nostra massima aspirazione è passare il tempo su una corriera!
Porco diavolo, come si fa?! - Dopo di questo, una serie di vaghe
imprecazioni in brasiliano si levarono per tutto il pullman, urla
sgraziate ed inferocite di un José che definire nero, era sminuire il
colorito del suo umore.
Come inizio era
pessimo ma il seguito si prospettava anche peggio!
Tutti i
presenti lo pensarono.
- E fosse la
prima sfuriata che fa… - Sussurrò Fabio a Francesco, seduti negli
ultimi sedili insieme a Gabriele e Ricardo.
- Bè, la prima
è stata grandiosa, volevo baciarlo ma poi mi avrebbe divorato
letteralmente! - Rispose ghignando Francesco facendo correre gli occhi
verde mare dal taglio leggermente felino sulla testa bionda poco più in
su di Luis.
- Povero El
Niño! Non si meritava tutte quelle grida brutali solo per qualche
minuto di ritardo! - Lo difese Ricardo nonostante il loro precedente
screzio poche sere prima, alla festa in onore del nuovo arrivato. I due
che avevano già espresso la loro, lo guardarono come fosse un
extraterrestre, ma rispose Gabriele con la sua solita calma placida:
- Il ritardo in
sé non è stato nulla, il guaio l’ha combinato nel momento in cui non ha
pensato di scusarsi con la bestia! - Che lui chiamasse il mister ‘la
bestia’ era insolito ma quando lo si sentiva gridare come un matto sin
dal primo mattino, era inevitabile.
Il moretto ci
pensò e non poté ribattere, in effetti era vero: arrivare tardi e non
scusarsi con il generale non era certo una mossa intelligente. Inoltre
era stato chiaro che José non aspettasse che una sua piccola mossa
falsa per gridargli dietro, tutti capirono che Luis sarebbe
stato la sua mira, una sorta di missione.
Anche in
quell’occasione gli insulti non si erano sprecati ed aveva finito per
lasciare ammutolito un ringhiante Luis che si era limitato a salire
sulla corriera.
Poco dopo,
notando che l’autista aveva disgraziatamente sbagliato autostrada,
l’aveva quasi fatto uscire di strada per tutte le urla che gli aveva
tirato. Non le aveva accompagnate con dei calci solo perché l’uomo
stava guidando e rischiavano di uscire tutti di strada.
Dopo aver
mortificato quel poveraccio che aveva avuto la sventura di essere stato
ingaggiato dalla società per portare la squadra e lo staff in sede di
ritiro per un mese, José si occupò di Katia al telefono, ripetendole
più o meno tutte le lamentele che aveva già ampiamente espresso a tutto
il mondo.
Dall’altro capo
non si era sentito nemmeno mezza sillaba e tutti attribuirono quel
silenzio di risposta non alla paura che la bionda avrebbe potuto avere
- cosa impossibile-, ma bensì alla totale indifferenza. L’ira di José
non la toccò minimamente!
- Si è alzato
col piede storto… - Commentò Fabio sempre sotto voce con un aria un po’
intimidita, immaginando cosa avrebbe aspettato loro una volta arrivati.
- Si alza
sempre col piede storto! - Grugnì l’amico pensando alla stessa cosa.
- Ma poi si
raddrizza come niente! - Riky cercò di tirarli su e difendere allo
stesso tempo il mister che a lui piaceva incondizionatamente, anche se
a volte doveva ammettere che lo spaventava.
- O peggiora! -
Fece ancora più lugubre Francesco facendo rabbrividire l’altro che non
replicò più.
- E’ vero!
Ricorda Riky… non c’è MAI limite al peggio di José Veloso! - Diede man
forte Fabio vedendo com’era impallidito il loro amico all’idea di avere
a che fare con quell’orco per un mese di fila, notte e giorno!
- ZITTI VOI O
VI FACCIO FARE LA STRADA CHE RIMANE CORRENDO LEGATI DIETRO A QUESTO
CATORCIO! - Manco a dirlo, le urla isteriche questa volta erano proprio
per loro che avevano osato nominare il suo nome invano.
Seguirono un
paio di minuti di silenzio mortale dove non si sentivano nemmeno i
respiri… e vedere una ventina di uomini giovani ed in forze, tutti
intimoriti e zittiti da uno che non era nemmeno poi così alto, era
davvero comico!
Dopo quel che
si potrebbe definire una breve riflessione, gli incoscienti appena
ammoniti, gli unici che non avrebbero mai avuto paura di José per più
di due minuti di fila, tornarono a mormorare a fior di labbra:
- Secondo te
quanto dura il secondo allenatore, quest’anno? -
- Per me alla
fine del ritiro lo caccia! -
- O se ne va
lui piangendo! -
- FABIO!
FRANCESCO! - Bastò urlare i loro nomi e questa volta rimasero buoni per
ben cinque minuti interi… al termine dei quali cominciarono a parlare
in codice per non venire capiti dal mostro di media statura e
corporatura che impauriva chiunque fosse vivo!
E pensare che a
volte sapeva essere spassoso e metteva la vita persino ad un morto…
come poteva avere certi cambiamenti drastici?
“Quello
è uno psicopatico!”
Fu infine il
pensiero di Luis mentre fissava fuori dal finestrino con un’immensa
voglia di fumare.
Di secondi
allenatori la società ne aveva cambiati ben due in un solo anno
calcistico: uno l’aveva proprio cacciato José (anche se in teoria non
avrebbe potuto farlo ma lui era convinto di poter tutto) con l’accusa
di incompetenza, mentre l’altro se ne era andato da solo… piangendo!
Erano tutti
piuttosto giovani e poco di carattere per uno come il ‘generale’ (uno
dei tanti soprannomi che gli davano), quindi erano tutti certi che
quello che avevano reclutato questa volta avrebbe fatto presto la fine
di uno degli altri due!
La luna
mostruosamente storta di José non permise a nessuno di sedersi vicino a
lui che rimase solo di proposito nei primi sedili a braccia conserte,
volto imbronciato e cupo ed occhi verde nocciola che perforavano dritto
davanti a sé. L’aria che diede fu davvero quella di una bestia feroce
pronta ad assalire il primo che avesse respirato in sua presenza!
Subito dietro
stavano il secondo allenatore, un uomo sulla trentina del tutto
anonimo, e uno dei preparatori atletici, i due parlavano cordialmente
l’uno con l’altro come andassero a fare una vacanza piacevole. Certo
dietro a José non potevano esprimere il reale terrore che avevano per
lui!
Nell’altra fila
c’erano gli altri preparatori e membri dello staff, mentre seduta da
sola c’era l’unica donna, la massaggiatrice e fisioterapista della
squadra, Nicole.
La mora dai
capelli raccolti in una lunga treccia e gli occhi più neri di un’onice,
fissava imperturbabile fuori dal finestrino senza esprimere una sola
parola, nessuno aveva osato sedersi vicino a quella che tutti
definivano con seria convinzione una strega. Solo Katia, Sofia e Luce
l’avrebbero fatto, ma lì non c’erano quindi avrebbe di certo passato un
mese in perfetta solitudine.
All’idea di
farsi massaggiare da lei, i giocatori erano più che terrorizzati e fra
quello e l’allenatore orco, non sapevano decisamente chi scegliere:
quale male era il meno peggio?
Del resto
l’idea che potesse maledirli o colpirli con qualche onda mentale solo
leggendo loro nel pensiero, era un forte repellente che li teneva
lontani. D’altro canto José era una mina, la facevi esplodere senza
rendertene conto, solo che dopo ti ritrovavi senza arti e pieno di
ferite - metaforicamente parlando.
- Come sono le
camere? Farà scegliere a noi? - La domanda speranzosa del ragazzo più
piccolo del club, fece sorridere sornioni gli altri tre seduti con lui:
- Chi, il
mister? Sei matto? -
- Avrà scelto
lui dei gruppi assolutamente ingiusti solo per torturarci! -
- Dai, magari
con chi gli sta simpatico sarà buono… - Lo soccorse Gabriele vedendo
quell’espressione così impaurita all’idea di capitare con chissà chi.
Certo gli andavano tutti bene, ma c’era quel certo nuovo giocatore da
cui preferiva stare lontano il più possibile… provocava in lui istinti
che nessuno riusciva a tirargli fuori e non era una cosa normale, ecco
perché ne era spaventato.
- Io gli
piaccio? - Chiese con un vocino sottile dubbioso che così potesse
essere… Fabio lo guardò schernendolo mentre si tratteneva dal ridere
rumorosamente:
- Riky, ti pare
possibile che tu non piaccia a qualcuno? - Fu la risposta spontanea che
fece risollevare il moretto facendolo sorridere apertamente. La sua
espressione di natura gentile rischiarò gli amici che erano consapevoli
di poter affrontare un ritiro infernale solo col sorriso di un angelo
sempre pronto… che quell’angelo fosse Ricardo non c’era bisogno di
dirlo. A volte quando lo guardavano dopo aver sentito urlare ed
imprecare il mister, erano sicuri di vederlo con un aureola e due ali
addosso, tanto era grande la differenza, e subito si sentivano meglio!
Luis non molto
lontano da lì sentì inevitabilmente i loro discorsi per lo più
demenziali e ciò che catturò fra tutto furono le frasi riguardanti la
giovane mascotte. Com’era possibile che fosse così amato e ben
considerato da tutti mentre invece con lui si era rivelato astioso?
Il rifiuto di
quella sera l’aveva lasciato profondamente di cattivo umore e dopo
quella volta non si erano più rivisti, fino ad ora momento in cui
avevano comunque continuato ad ignorarsi.
Sentire quelle
belle frasi su Ricardo e vederlo reagire in quel modo nei suoi
confronti, lo spaesava come non gli era mai accaduto, l’immagine che
gli altri avevano di lui non era uguale a quella che invece si era
fatto lui e con l’ego che si ritrovava era certo che a sbagliarsi erano
proprio gli altri e che fossero solo un branco di idioti!
Però non si
perse una sola parola riguardante il bel ‘Bambino d’Oro’!
Sarebbe stato
uno strazio stare in quella squadra, Luis sbuffando rumorosamente
concluse così indurendo la sua espressione selvatica.
Giunti
finalmente al luogo del ritiro, nell’albergo che li avrebbe ospitati
vicino al campo da calcio, dei posti piuttosto isolati dal resto del
mondo, José richiamò l’attenzione di tutti con un solo fischio fatto
con le dita, un acuto trillo li zittì radunandoli tutti intorno a sé
che a momenti nemmeno si vedeva vista la differenza d’altezza e di
stazza.
Tirando fuori
un foglio spiegazzato e senza mutare la sua aria truce che ormai era
una paresi facciale, iniziò brusco e sbrigativo:
- Ci sono
camere da due e da tre, ho fatto io i gruppi in base ai miei capricci,
quindi non accetto lamentele visto che non siamo all’asilo nido. Ora vi
chiamo, venite qua e vi prendete un programma del ritiro, passate al
banco a prendere la vostra chiave, poi potete raggiungere le vostre
camere e sistemarvi. Ci rivediamo per la cena, non voglio ritardi che
altrimenti saltate il pasto! Domani mattina si comincia presto, quindi
nessun’uscita, a riposarvi che vi voglio in perfetta forma per
cominciare la tortura! - Che lui stesso ammettesse che quel ritiro
sarebbe stato una tortura, non rincuorò nessuno ma loro malgrado si
videro bene dal lamentarsi mentre Luis si limitava a fissarlo più male
che mai per capire se fosse serio o meno. Non riusciva ancora a capirlo!
Dopo breve
cominciò ad elencare i gruppi da tre e le coppie che senza fiatare si
diressero dal secondo allenatore a prendere il programma con gli orari,
in seguito al banco della hall a prendere la chiave ed infine
all’ascensore per sparire alla svelta e cominciare a lamentarsi in
santa pace.
Rimasti solo in
cinque, questi si guardarono con un’espressione che era tutta un
programma… certo, considerando che erano Luis, Fabio, Francesco,
Ricardo e Gabriele… a quest’ultimo sarebbe più o meno andato bene
tutto, ma agli altri decisamente no… l’idea di finire con un certo
spagnolo antipatico non garbava a nessuno, sentimento ampiamente
ricambiato.
Trattennero il
fiato tanto che sperarono fortemente in un atto di clemenza, ma non ci
fu verso, quando José senza pietà li sistemò, due nello specifico
ebbero la tentazione di spararsi:
- Francesco tu
sei con Fabio e Gabriele perché sono gli unici che riescono a tenerti
buono, mentre Luis: ti faccio fare la cura zuccherosa e ti metto con
Riky… se non ti rabbonisce lui restano davvero solo le cattive ed io
onestamente spero che non ci riesca, così potrò darci dentro io, con
te! - Il ghigno che il brasiliano - teoricamente adulto - sfoderò, fece
rabbrividire tanto Ricardo quanto Luis che fu certo di non essersi mai
sentito così in presenza di anima viva, per di più davanti ad uno più
basso di lui!
- Cosa? -
L’esclamazione non poté trattenerla e mentre tutti furono certi di
sentire il mister urlare di nuovo come un ossesso, lo videro
sorprendentemente avvicinarsi sempre con quel ghigno malefico, quindi a
pochi centimetri dal suo viso, guardandolo dal basso, poi disse
solamente:
- Non vedo
l’ora che tu faccia qualcosa di stupido… e sono certo che lo farai
subito! -
Luis aveva
davvero pane per i suoi denti!
Poco prima di
varcare la soglia della loro camera, Riky lanciò uno sguardo di muta
richiesta d’aiuto ai tre amici che si accingevano ad entrare nella
propria stanza, quella accanto. Fabio, Francesco e Gabriele
ricambiarono con delle espressioni di solidarietà, era ovvio che
nessuno volesse avere a che fare con Luis, ma ormai era nella squadra e
qualcuno doveva comunque sorbirselo…
- Dai, siamo
vicini… basta un fischio e arriviamo subito a salvarti! - Disse
Francesco apertamente fregandosene che lo spagnolo sentisse.
Quest’ultimo infatti gli lanciò un’occhiataccia eloquente e aprendo la
porta ringhiò basso:
- Pensa a
salvare te stesso! - Anche lui lo disse sperando di essere sentito e fu
appunto accontentato, dal momento che il numero dieci non aveva
aspettato altro che poter mettergli le mani addosso o per lo meno
dirgliene quattro. La mente scollegata nell’esatto istante in cui aveva
aperto bocca, nessun’ammonizione precedente di José lo placava per cui
scattando come una molla arrivò davanti a Luis, senza toccarlo ma
sfiorandolo con tutto il corpo lo fissò feroce negli occhi, ricambiato
con la medesima espressione, quindi mormorò a denti stretti:
- Ripetilo! -
Sperava proprio che lo insultasse e lo provocasse ancora, giusto per
avere una scusa in più per poter strozzarlo con le sue mani; anche lui
fu accontentato:
- Se non la
smetti di rompermi il cazzo avrai tu bisogno di aiuto! - Lo disse più
chiaramente ed utilizzando un italiano quasi perfetto, cosa che stupì
tutti i presenti accorsi subito in mezzo ai due per separarli. Se lo
erano aspettato quindi non furono impreparati, ma gli sguardi di
stupore erano per la parlata di Luis…
- Lo conosci
bene l’italiano, allora! - Dalle poche sillabe che erano uscite dalla
sua bocca da quando l’avevano conosciuto, non avevano avuto modo di
constatarlo e a dirlo distraendo tutti era stato Fabio mentre prendeva
per un braccio l’amico, trascinandolo via.
Luis alzò le
spalle con noncuranza, quindi lasciando che i suoi occhi azzurri
venissero attraversati da scintille di provocazione pura e un vago
ammiccamento in direzione dell’infervorato Francesco, entrò nella
propria stanza senza dire più nulla, seguito da uno sconsolato Ricardo
che non sapeva nemmeno cosa fare: chiedere aiuto ai suoi amici voleva
dire alimentare un fuoco già acceso che a lungo andare avrebbe portato
a dei guai non trascurabili, ma cavarsela da solo sarebbe stato
l’inferno!
Si fece forza
ricordando le parole dei suoi genitori che gli inculcavano sin da
piccolo… non bisognava mai giudicare nessuno dalle apparenze, anzi,
spesso con un po’ di amichevole gentilezza si poteva ottenere molto di
più che coi pregiudizi!
Non è che lui
avesse un pregiudizio su Luis, semplicemente aveva capito che non era
una persona conforme ai suoi gusti. Era sempre amico di tutti ma quelli
approfittatori, superficiali e ingrati non li sopportava. Era
consapevole che non andava bene, però non poteva farci niente.
Sospirò
varcando la soglia, si sarebbe sforzato di andare d’accordo anche con
lui.
Chiusa la porta
di quella che gli appariva come una prigione, rimase irrimediabilmente
solo con il lupo nella sua tana già con un forte imbarazzo ben
incorporato, tossicchiò e provò a far finta di nulla, cosa in cui non
era molto bravo, e si avviò al letto libero, quello vicino al muro. Vi
posò il borsone sopra, quindi si stiracchiò e si guardò intorno
costatando che la camera non era affatto male. Il tempo di lasciar
correre gli occhi neri e grandi su tutta la superficie che lo
circondava che l’odore di fumo gli arrivò al naso facendoglielo
arricciare in una maniera deliziosa.
Cercando la
fonte, vide Luis fuori nel terrazzo appoggiato sulla ringhiera a fumare
e in quello inarcò le sopracciglia folte chiedendosi se non fosse
impazzito. Istintivamente e senza pensarci un solo attimo, lo raggiunse
fuori e gli disse con aria sinceramente impensierita:
- Ma non puoi
fumare! Ti fa male e se ti becca il mister sono guai! - E solo chi era
con lui già da un anno poteva sapere quanto vera fosse quella seconda
affermazione… se il mister l’avrebbe di nuovo beccato a fumare
sarebbero stati dolori!
Luis con
stupore si girò a guardarlo e abbozzando un mezzo sorriso sornione,
disse:
- Ti preoccupi
per me? - Dopo il rifiuto non ci aveva più pensato scartandolo in un
attimo, ma a quell’uscita sincera non poté tornare a sentire
l’interesse che si era acceso quando l’aveva visto la prima volta.
Dopo tutto
quella sua ingenuità era il suo fascino, no? Per un faccino così
grazioso poteva anche passare sopra a certe cose!
Riky in quel
momento si rese conto di aver fatto qualcosa che forse non avrebbe
dovuto, ma non capendo su due piedi cosa fosse si limitò a rispondere
con circospezione:
- Bè sì… come
per tutti i miei compagni… - Lo spagnolo rimase un attimo a fissarlo
assorto cercando di capire fin dove arrivasse la sua onestà e dove
giungesse la malizia, ma non capendolo ancora decise che l’avrebbe come
minimo studiato un po’. Non poteva certo violentarlo, visto che ci
doveva giocare insieme almeno per un anno intero… però spingerlo con
furbizia fra le sue braccia sì!
E lui in quello
era bravo!
Si avvicinò
ancora un po’ e trovandosi a pochi centimetri da lui, lo scrutò con
intensa insistenza indugiando sulle belle labbra carnose che invitavano
allo stupro, quindi accentuò il sorrisetto ironico e carezzandogli con
un dito il viso morbido e liscio, lo sentì rabbrividire, infine
aggiunse suadente:
- Sicuro che è
come per tutti loro? -
Il più giovane
si trovò a trattenere il fiato e a chiedersi se per caso non ci stesse
provando con lui o se fosse solo una vaga impressione presuntuosa.
Nell’incertezza
decise di non pensare male e annuì con vigore cercando di scacciare
quei piccoli brividi piacevoli.
Se non faceva
lo spaccone antipatico non era male la sua presenza… ammaliato da lui,
cercò nella mente un argomento valido di conversazione che non fosse
imbarazzante, quindi guardò l’ora spezzando il magico momento iniziando
a parlare con l’agitazione nella voce gentile di natura:
- Abbiamo una
mezz’oretta prima della cena, direi di sistemare le nostre cose negli
armadi e poi di andare… se arriviamo tardi il mister ci scuoia. - Anche
questo, solo chi aveva già fatto dei ritiri con lui poteva sapere
quanto fosse vero!
Appena spezzato
l’incantesimo, se ne pentì subito ma non se ne spiegò il motivo per cui
non gli rimase che notare la contrarietà negli occhi chiari del
compagno davanti, stranamente in silenzio per un paio di secondi al
termine dei quali la sua risposta arrivò più maliziosa di prima:
- In mezz’ora
c’è un’altra cosa che si può fare ed è decisamente più piacevole! -
- E sarebbe? -
La sensazione di aver appena ricevuto una proposta indecente arrivò al
moro con il secondo treno, ma non volle crederci… d’altronde perché mai
un ragazzo dovrebbe fargli una proposta indecente? Se fosse gay
potrebbe capirlo, ma di sicuro non era quello. Non doveva essere
presuntuoso e credersi al centro degli interessi di uno così
complicato.
Luis rimase
profondamente interdetto e piegando la testa di lato, alzando un
sopracciglio interrogativo, chiese spontaneo:
- Ma sei serio?
- Non aveva colto la minima ironia nella sua voce, per questo l’aveva
chiesto… o era l’attore più bravo del mondo, oppure era davvero
fortemente ingenuo ad un livello mai visto prima.
- Sì, perché? -
Questa risposta davvero molto candida gli diede il risultato di quello
che era il quadro di Ricardo.
E gli piacque
come poche cose in quegli ultimi anni gli erano piaciute!
“Implorerai
di farti scopare da me!”
Questa specie
di giuramento lo fece a sé stesso con una tale convinzione da far
sentire nuovamente a disagio il giovane che, grattandosi la nuca con
fare incerto, distolse lo sguardo dal suo troppo provocante ed
ammaliante, quindi si girò ed entrò senza aspettare risposte strane ed
illeggibili!
Quel tipo era
davvero strano… ne avrebbe parlato con Fabio e gli altri, magari
l’avrebbero illuminato!
Quando
arrivarono in mensa insieme entrambi con un aria piuttosto serena e
tranquilla, tutti si zittirono e ci fu un silenzio impressionante.
Riky e Luis si
guardarono intorno cercando di capirne il motivo e sebbene il secondo
ci arrivò subito, il primo ovviamente no e vedendo Fabio, Francesco e
Gabriele seduti come sempre insieme, si avviò al loro tavolo dicendo
con gentilezza che se voleva poteva venire con lui. Sapeva che
Francesco l’avrebbe ammazzato, ma non poteva essere cafone e lasciarlo
intenzionalmente solo al primo giorno di ritiro!
Luis ghignò e
lanciando uno sguardo acceso al fantasista che lo guardava già male,
alzò una mano salutando sia il grazioso moretto che il corrucciato
castano. Il primo sorrise, il secondo ringhiò!
- No, non fa
niente… non è ancora pronto! - Così dicendo, si avviò ad un tavolo
libero per cenare in completa solitudine.
Il moro ci
rimase un po’ male dispiacendosene, ma il richiamo dei suoi amici lo
fece distrarre, quindi si sedette con loro. Subissato di domande su
come mai fosse ancora vivo, gli venne spontaneo dire la semplice verità
sorridendo:
- Non è così
male come sembra… penso che si possa salvare qualcosa! - Tipico suo…
eppure erano convinti che su Luis non l’avrebbe mai detto!
I tre lo
guardarono increduli come se avesse bestemmiato, quindi Riky rise
ancora più forte.
- Cosa ti ha
fatto? Ti ha drogato? - Chiese il numero dieci convinto che l’unica
cosa che si potesse fare con quel tipo fosse prenderlo a pugni!
- No,
veramente… vedrete che diventerà anche vostro amico! - e questa fu
decisamente quella più divertente alla quale scoppiarono a ridere
scossi da fremiti indecenti.
Riky non se ne
preoccupò e ricordandosi di ciò che doveva chiedere loro, spiegò cosa
aveva fatto proprio come un bambino racconta la sua prima cotta al papà!
- Secondo voi
perché fa così? Non è strano? - altro istante di silenzio. Momento di
combattimento interiore: ridere ancora più di prima e rotolarsi a terra
oppure istruirlo per bene?
Scelsero la
seconda decidendo che per la sua ‘dote’ fosse più importante prepararlo
al maniaco!
Divennero seri
oltre ogni dire e avvicinandosi con le sedie, per lo più Francesco e
Fabio poiché Gabriele ascoltava divertito e basta, si misero a parlare
a macchinetta senza farlo nemmeno respirare:
- Guarda che ci
prova con te, tontolo! -
- Quello è un
maniaco ed è più gay di un ballerino di danza classica! -
- Certo, non si
vede perché lo maschera bene… ha l’aria del macho, ma è gay, fidati! -
- Preparati, da
ora non avrai tregua… -
- E’ ovvio che
ci prova con te, chi non lo farebbe? -
- Sei così
carino… -
- ..dolce… -
- …gentile… -
- …ingenuo… -
- …tonto… -
- …senza
speranza… -
- Bè, comunque
da ora la sua missione sarà portarti a letto, poi di certo ti
abbandonerà come uno straccetto usato! -
- Qualunque
cosa farà sarà volta a mettere le sue zampacce su di te! -
- Tu resisti,
non essere sempre così disponibile e gentile! -
- Porta sempre
le conversazioni su cose noiose e barbose! -
- Tieni le
gambe ben chiuse! -
- Non farti
vedere mai nudo da lui! -
- E soprattutto
non fare la doccia davanti a lui! -
- Sì e non
dimenticare mai… non guardarlo mai e poi mai nudo! -
A quello Riky
non riuscì a trattenere la domanda:
- Perché? -
Gabriele si mise la mano davanti alla bocca per nascondere le risa,
Fabio rispose serio e con un dito alzato mentre dentro di sé si
divertiva come un matto…
- Perché cadrai
nella sua rete! -
- In che senso?
-
- Sarai suo! -
- Piacerà anche
a te! -
- Lo vorrai
come ti vuole lui… -
- E sarebbe
così brutto? - La domanda ingenua sorse spontanea ancora una volta. I
due infervorati lo presero per un braccio ciascuno e stringendolo con
forza risposero invasati:
- Sarebbe
terribile! - Il giovane non osò chiedere altre spiegazioni, convinto
che l’avrebbero ucciso. Però non rimase del tutto convinto che avessero
ragione… non doveva essere poi così terribile!
Solo quando
sarebbe tornato in camera si sarebbe reso effettivamente conto di cosa
significava tutto quello… se Luis era gay e ci provava con lui e lui
magari finiva per starci… allora era gay anche lui?