CAPITOLO VI:
TORTURE
PARTE
I:
Il
primo attacco di Luis
/Black
and gold - Sam Sparro/
Giunti in camera,
quella sera, la testa del povero Ricardo era ancor più piena di nozioni
che l’assillavano a dismisura. Più si sforzava di non pensarci, più non
riusciva a togliersele dalla mente.
Le parole di
Fabio e Francesco erano un tormento vero e proprio, specie per la
convinzione con cui le avevano dette, dunque doveva stare attento ad un
sacco di cose, primo fra tutti a non vedere Luis nudo… un gran bel
dramma considerando che stavano in camera insieme e che erano anche
nella stessa squadra!
Come avrebbe
fatto?
E poi anche a
non farsi vedere nudo lui stesso… non era mica una passeggiata!
Tenere le gambe
chiuse non era un problema, chissà poi cosa avevano inteso con
quell’uscita!
Varcata la
soglia e trovatosi solo con il lupo, inghiottì a vuoto bloccandosi
all’entrata come uno stoccafisso.
L’idea della
doccia cominciò ad assillarlo.
Con occhi quasi
sbarrati ed i consigli dei suoi amici che ingigantivano nella sua
testa, era chiaro come il sole che un paio di problemini ce li aveva,
ma Luis fece abilmente finta di niente.
“Magari
quella riesco a rimandarla per stasera, in fondo l’ho fatta stamattina
e non ho fatto allenamenti, oggi. Però lui… oddio, che sta facendo?
Perché mai si spoglia qua davanti a me?”
I suoi pensieri
ormai erano fuori dal suo controllo, così come la sua espressione.
Se il compagno
di stanza avesse sentito la sua uscita mentale, gli avrebbe sicuramente
chiesto con ironia in quale diavolo di altro posto si sarebbe dovuto
spogliare per andare a letto… però intuì lo stesso ciò che gli passava
per la testa, dal momento che lo fissava con tanto di occhi e faccia da
pesce, quasi scandalizzato.
“Cazzo,
più che altro sembra terrorizzato in effetti!”
Realizzò Luis
dopo essersi sfilato la maglia e aver messo mano ai jeans disinvolto.
A quel punto,
nella mente del dolce Riky, solo le parole di Fabio e Francesco si
ripetevano come una litania, una sorta di preghiera per il suo adorato
Dio in cui credeva ciecamente.
“Non
guardarlo nudo, non guardarlo nudo, non guardarlo nudo…”
Ma poi i suoi
occhi come avessero vita propria e fossero scollegati dal suo cervello
affannato, si puntarono impietosi proprio su quel fisico asciutto ed
atletico che faceva bellissimo sfoggio di sé, ed anche se fino ad un
momento prima non aveva minimamente capito perché cavolo non potesse
guardarlo nudo, ora finalmente era chiaro il motivo!
Razionalmente
non avrebbe dovuto fargli effetto, di fisici maschili simili ne vedeva
a bizzeffe visto che faceva il calciatore da una vita, ma a conti fatti
fissarlo e sapere di essere nelle sue mire, qualcosa gli provocava
eccome.
La schiena
possente, le spalle larghe, le braccia forti, il torace scolpito, la
pelle abbronzata per via dell’estate, quei tatuaggi posti nei punti
giusti… una tigre tribaleggiante sul fianco, una scritta in lingua
orientale sull’avambraccio e un simbolo strano sulla schiena, sulla
scapola. Quanto ci stavano bene quei tatuaggi sul suo corpo perfetto,
non troppo esagerato non troppo magro!
Inghiottì a
vuoto e si fece sfuggire un sospiro che soffocò immediatamente
mordendosi il labbro. Tutto ciò comunque non sfuggì all’altro che in
risposta si sfilò anche i jeans rimanendo con quei ridicoli boxer…
ridicoli per quanto piccoli e attillati fossero.
E lasciare
qualcosa all’immaginazione, no?
Che strano che
era fissarlo quasi del tutto nudo e non rimanerne indifferenti…
Non riusciva a
staccargli gli occhi di dosso, era come una calamita. Non succedeva
nient’altro in realtà, nessun’eccitazione strana, ok, però che gli
piacesse osservarlo in quelle vesti non era normale e lo capiva bene.
Dunque quel bel
tipo era gay e ci provava con lui… bè, non si era mai interrogato sulla
propria sessualità, non aveva mai avuto istinti di quel tipo verso
altri ragazzi, però il genere non gli faceva schifo, anzi. Cosa poteva
dire? Aveva avuto qualche ragazza però nulla di serio, voluto e
sentito… giusto degli esperimenti abbastanza disastrosi.
Aveva preferito
puntare sulle passioni, sul calcio, sugli amici. Con gli amici si era
sempre trovato meglio che con le ragazze con le quali, invece, era
sempre stato troppo teso e insicuro.
Che fosse
quello, in realtà, il suo vero ‘io’?
Era gay?
Come poteva
capirlo?
Solo perché lo
stuzzicava e lo incuriosiva l’idea di essere la preda di un altro uomo
bastava per scoprirlo?
Non lo pensava
proprio… magari aveva le visioni, magari era solo troppo influenzato
dalle manie di quei due matti, magari era solo curiosità bella e buona.
Quando però gli
piacque la visione del sedere di Luis, bello, alto e sodo, si chiese se
quegli strani istinti non fossero la risposta che cercava.
Decise che
prima di dirselo avrebbe dovuto esserne più che sicuro e soprattutto
avrebbe dovuto capire anche se essere gay gli avrebbe potuto dare
effettivamente fastidio.
Non ci aveva
mai pensato per niente e nemmeno in quei pochi minuti di supposizioni
improvvise e veloci, ci aveva effettivamente creduto.
C’era troppo
poco tempo per rifletterci.
Sospirò di
nuovo insofferente e proprio quando stava per cominciare a togliersi i
vestiti a sua volta soprappensiero, si bloccò istantaneamente mentre lo
vide stendersi nel letto così com’era, in boxer, senza nemmeno coprirsi
col lenzuolo!
Allora dormiva
così?!
La seconda rata
di sguardi ed espressioni terrorizzate da pesce, fu esternata senza il
minimo controllo, facendo sorridere dentro di sé il bel seduttore che
ancora non ci aveva messo molto impegno.
“Questo
non è niente, caro…”
Pensò infatti
al volo fissandolo diretto con un’espressione di chi puntava alla sua
preda con un certa gioia e sfacciataggine.
Nella testa di
Riky, invece, tornarono prepotenti tutti i consigli degli altri due
nella camera accanto, quindi smise di slacciarsi la camicia e come un
robot, prese la roba di ricambio per infilarsi in bagno. Fu bloccato
prontamente dalla voce bassa e roca di Luis che finalmente partiva
all’attacco.
- Ti vergogni a
spogliarti davanti a me? -
“Alla faccia dell’attacco… “
Pensò al volo il moro che si fermò rigido come un manico di scopa.
Con la
palpabile sensazione di essere nella fase adolescenziale con gli ormoni
a mille e alle prese con le prime scoperte sulla propria sessualità, si
girò di nuovo verso di lui steso nel letto, con la testa appoggiata
alla mano. Era tirato su sul gomito, di fianco, e lo fissava ancora in
quel modo provocatorio. Se lo stava già immaginando nudo, quello…
spogliarsi davanti a lui o meno non faceva più molta differenza!
- Ma no, perché
dovrei?! - Disse tremolante senza pensarci, cercando qualcosa fra i
consigli utilissimi dei suoi amici che potesse tirarlo in salvo.
- Allora
cambiati pure qua davanti a me, non mi dà fastidio! - Certo che non
gliene dava!
“Sfacciata
creatura…”
Pensò Riky in
pieno allarme, mentre per assurdo gli risuonava nella mente la prima
frase di Francesco, quella che gli aveva detto prima di entrare nella
camera qualche ora prima…
‘Se hai bisogno
chiamami che ti salvo io!’
…o qualcosa di
simile!
“Che
faccio, lo chiamo?”
Si chiese
altrettanto assurdamente andando nel panico.
Ma lì su due
piedi non trovò niente di meglio da fare che assecondarlo. In effetti
perché andare in bagno se ufficialmente non si vergognava di mostrarsi
davanti a lui?
Non gli restava
che farlo e basta, più svelto che poteva e poi mettersi a letto e
pensare tutta la notte in santa pace a cosa poteva significare essere
gay e soprattutto distinguere fra curiosità, caos e attrazione vera e
propria!
Come fosse un
condannato a morte continuò a slacciarsi i bottoni evitando con cura
gli occhi azzurri e penetranti del biondo mezzo nudo, steso
languidamente a poca distanza da lui.
“Sfacciato!”
Fece infine
sfilandosi la camicia, rimanendo a torso nudo.
Il suo fisico
non aveva nulla da invidiare a quello degli altri, però era meno
possente e muscoloso. Dallo sguardo che gli vide di sottecchi, Luis
gradiva eccome.
Ingoiando a
vuoto come fosse un macigno enorme, si tolse velocissimo anche i
pantaloni rimanendo per un attimo in boxer, i suoi erano meno attillati
e appariscenti.
Si infilò alla
velocità della luce il pigiama leggero e rosso, il suo colore
preferito, che lo fece apparire come un folletto ancor di più, quindi
dimenticando tutto il resto di ciò che faceva la sera prima di
coricarsi, si buttò sotto le lenzuola, coprendosi per bene fin sotto al
mento.
Si sentì quasi
al sicuro, dicendosi che la tortura maggiore era passata. Magari se
osava guardarlo, ora non era poi tanto imbarazzante, si disse… così
alzò timidamente e titubante gli occhi neri e grandi sul compagno
davanti e si rimangiò la terribile idea che aveva avuto.
Lo stava ancora
fissando più intensamente di prima, sembrava aver gradito l’impacciato
spettacolino ed anche se non l’aveva visto del tutto, poteva ritenersi
soddisfatto così.
La sua
espressione parlava chiaro.
“Francesco
e Fabio mi uccideranno… ho fatto quasi tutto quello che loro mi avevano
detto di non fare!”
Certo, perché
l’idea di omettere l’esperienza non gli passava minimamente per la
testa, visto quanto era limpido quel ragazzo!
Doveva pensare,
doveva solo pensare con tranquillità, senza quella pressione addosso…
non significava niente sentirsi a disagio davanti ad uno sguardo
simile, era normale sapendo che gli si piaceva!
Allungando la
mano verso l’interruttore della luce in mezzo ai due letti, fu fermato
dal tocco veloce dell’altro che gliela prese per impedirglielo.
Attraversato da una scarica elettrica, si ritrasse immediatamente, come
fosse rimasto scottato.
- Non ho sonno,
non ti va di parlare? - Disse Luis con un tono un po’ più sfumato di
quello di prima, si capiva che aveva qualcosa in mente ma Riky proprio
non capiva di cosa potesse trattarsi.
“Ci
vorrebbe Fran, qua!”
Lo chiamò in
appello ma senza poteri telepatici non fu sentito dall’amico nella
stanza accanto, quindi ancora una volta senza motivazioni specifiche
per rifiutare, disse solo di nuovo tremolante:
- Possiamo
farlo con la luce spenta… - E subito si morse la lingua, sentendo la
sua risposta:
- Cosa? -
Domanda provocatoria, naturalmente. Capì di dover specificare tutto
quello di cui parlava solo allora.
- Parlare…
intendevo parlare! - Si guardò bene dal chiedere ‘e che altro?’.
Stava imparando
in fretta… però doveva farsi dare un altro paio di lezioni dai due
esperti… almeno fino a che non avrebbe capito quelle due o tre cose su
ciò che voleva, provava e sentiva!
- Mi piace
guardare le persone quando parlo… - Bella risposta… davvero encomiabile!
“Questo
ha tutte le risposte pronte! Come fa? Se le studia?”
E se fino a
prima aveva avuto qualche dubbio, lì non lo ebbe più.
Ci provava
davvero con lui!
Suo malgrado,
seppure con grande disagio, si arrese. Magari parlarci l’avrebbe
illuminato un po’…
- Di cosa vuoi
parlare? - Chiese rassegnato ma disponibile al tempo stesso. Si rilassò
impercettibilmente e l’osservò con neutralità, cercando di scacciare
ogni idea esterna ed imbarazzo.
Luis allora lo
fissò più deciso di prima, quindi iniziò pronto senza smettere di
fissarlo in quel grazioso visetto dolce nemmeno per un istante:
- Cosa ti
piace? - Puntò abilmente alle passioni, conscio che poi sarebbe toccato
a lui rispondere alla domanda…
A Riky non
parve ci fosse nulla che non andasse in quello, quindi si rilassò
ulteriormente e rispose:
- A parte il
calcio? Bè, non ho passioni particolari ma devo dire che mi piace stare
con gli amici. Mi trovo bene con alcuni della squadra che mi hanno
aiutato ad ambientarmi ed ora non mi lasciano mai. -
“Tipica persona socievole…”
Pensò Luis compiaciuto, sapendo che così sarebbe stato più facile.
- Poi mi piace
aver cura di me stesso. - Continuò insolitamente tirando un innocente
ed involontaria stoccata al poco curato Luis che non fece una piega. -
A te? - Ma finalmente arrivò la contro domanda… lo spagnolo si illuminò
impercettibilmente e rispose sicuro e deciso, come non aspettasse
altro.
- A me
piacciono gli uomini. - Quasi con fierezza. Normalmente questo veniva
un po’ nascosto, non certo spiattellato impaziente a quel modo!
Il sorrisetto
che sfoderò ebbe dell’anormale, una tale sensualità non l’aveva visto
in nessuno e mentre Riky se ne rendeva conto impallidendo prima ed
arrossendo poi, con una vampata di calore assurda che lo investì,
balbettò imbarazzato la prima cosa che gli venne in mente:
- H-ho
s-s-sonno! - Cosa che non c’entrava nulla e che non era per niente vera!
No, decisamente
il piccolo non sapeva mentire.
Luis sorrise
enigmatico e soddisfatto, quindi lo guardò chiudere fulmineo la luce
per far calare un più sicuro buio!
Lo scuro li
avvolse nascondendo ogni insicurezza, imbarazzo, rossore, panico,
confusione, eccitazione, cattiva intenzione e quant’altro…
Quella sarebbe
stata la prima notte interminabile di una lunga serie!
/
Kids - Robbie Williams /
Quando la mattina dopo
i ragazzi videro arrivare tardi a colazione proprio il super diligente
Ricardo insieme all’indisciplinato Luis, non seppero se stupirsene o
meno.
C’era chi se lo
aspettava e chi assolutamente no, ma di certo non avrebbero mai
immaginato che arrivassero dopo Francesco!
Evidentemente
era vero che gli unici che riuscivano a gestirlo erano Fabio e Gabriele!
Al trio
invincibile, non sfuggì nemmeno per un secondo le brutte ed evidenti
occhiaie sul visetto stranamente buio del dolce Ricardo che, senza dire
mezza parola al compagno di stanza e nemmeno guardarlo di striscio, si
fiondò a sedersi con i tre amici che lo fissavano ammutoliti,
incuriositi ed estremamente preoccupati.
Appena fu fra
loro, tempo un paio di secondi e i due artefici di gran parte della sua
confusione notturna l’attaccarono in tandem, come facevano ogni cosa.
- Cosa ti ha
fatto? - Chiesero con una sincronia invidiabile, guardandolo tesi e con
occhi sgranati. Avevano sottovalutato la situazione… vedere il piccolo
in quelle condizioni andava oltre qualunque immaginazione!
Il mister non
poteva essere così crudele e lasciarlo per tutto il ritiro con quella
bestia!
- Niente,
perché? - Disse titubante e sorpreso.
- Come perché!
È chiaro che non hai dormito nulla, e poi non è da te fare tardi sugli
orari prefissati dal mister! - Spiegò preoccupato Gabriele che
finalmente si pronunciava ritrovandosi effettivamente preoccupato per
l’amico.
Riky si sciolse
al suo tono premuroso e maturo, quindi sospirando si passò una mano sul
viso, se lo strofinò poi se le passò fra i capelli che portò brevemente
all’indietro, ritrovandoseli poi subito sulla fronte indisciplinati e
morbidamente ondulati.
- Bè, non ho
sentito la sveglia… mi ero addormentato tardi e così… - Troppo vago, a
Fabio e Francesco non piacque e ancora non li convinceva per nulla,
infatti riattaccarono decisi sempre insieme:
- Allora, cosa
ti ha fatto per farti stare sveglio tutta la notte? - Fecero la domanda
più chiaramente in modo che non potesse essere evasivo… tanto lo
sapevano tutti che il piccolo Bambino D’Oro non ne sarebbe mai stato
capace, quindi tanto valeva che se ne convincesse e cominciasse a
parlare senza perdere del tempo prezioso!
Il giovane li
fissò stralunato, poi smise di provarci a nascondere ciò che era
successo e con fare di un condannato a morte estremamente colpevole
-chissà di cosa poi- raccontò tutto quello che era successo la sera
precedente fino alla chiusura della luce. Disse che aveva passato gran
parte della notte sveglio a pensare a Luis e all’essere gay senza
venire a capo di nulla, si era addormentato in preda al caos più nero,
mentalmente sfinito, per poi venir svegliato da un Luis accucciato
davanti al suo letto che lo fissava intensamente da vicino chissà da
quanto… solo dopo un istante si era reso conto di essere anche
ampiamente scoperto!
Per fortuna il
pigiama era ancora tutto al posto giusto…
Gli era venuto
un colpo ritrovandoselo così vicino, ancora mezzo nudo, ancora a
mangiarselo con quello sguardo tremendo!
Cosa aveva
fatto di male?, si era chiesto.
Al termine del
racconto, Fabio e Francesco parevano ancor più sconvolti di quando
avevano capito che il bel Riky era nelle mire del lupo cattivo!
- Quello la sa
molto più lunga di quel che pensassimo! - Asserì Francesco preso dalla
situazione che reputava sinceramente orrenda per il suo amico.
- Sarà il caso
di chiedere clemenza al mister e di spostarli di stanza, se vuole che
la virtù della nostra mascotte rimanga intatta! - Se ne uscì Fabio,
anch’egli veramente convinto di quel che diceva!
- Sì, come se a
quello interessa della sua virtù! - Fece allora il numero dieci con un
grugnito, quindi aggiunse partendo in quarta con un sacro fuoco ben
acceso negli occhi feroci color verde acqua: - No, a quello ci penso
io… basta spaccargli la faccia e lo lascerà in pace! -
A quell’uscita
‘geniale’ Fabio ridacchiò divertito aspettandoselo, mentre Gabriele si
reinserì cercando di calmare gli animi troppo in subbuglio:
- Stai usando
Riky come una scusa, tu volevi solo prenderlo a pugni sin dall’inizio.
Questa situazione ti fa comodo, altroché! - Detto da chiunque sarebbe
stato subito disintegrato vista la provocazione, ma lui era il grande
Gabry a cui tutti davano retta, il saggio per eccellenza. Nessuno osava
andargli contro o prendersela per ciò che diceva!
- E poi finisce
che è il mister a spaccarti la faccia! - Concluse pratico e realista
Fabio tagliando la testa al toro che si calmò solo un po’. Che José ne
fosse capace nonostante la differenza di statura e stazza, non c’erano
dubbi, come non ce n’erano quando terrorizzava le persone solo con le
parole e con gli sguardi!
- Tanto prima o
poi lo farò comunque… - Borbottò fra i denti Francesco incrociando le
braccia al petto possente.
- Allora
preparati a saltare mezza stagione come minimo! - E il capitano non
esagerava di certo!
Alla fine
continuarono a parlare della poca simpatia fra il fantasista e la nuova
punta, dei perché e delle vari fine che avrebbero fatto, lasciando
perdere il discorso ‘Ricky e la sua virtù’. Non era certo facile da
affrontare, dopotutto, e il moretto non se la sentì di affrontarlo di
nuovo così presto. Non era ancora molto lucido, aveva bisogno di
svegliarsi come si doveva, distrarsi e soprattutto trovare un momento
migliore.
Però non
potevano abbandonarlo… aveva serio bisogno di aiuto, lo sentiva
profondamente.
Oltre alla sua
virtù anche la sua sanità mentale era pericolo!