FIORE NELL'ACQUA
XI
CAPITOLO
22
Dicembre, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze Natalizie.
E’
un sabato assolutamente perfetto, l’aria gelida entra
attraverso la
pelle cristallizzando il sangue nelle vene e trasformando Mikael in
un ghiacciolo.
Un
ghiacciolo tutto nero per di più, visto che è il
colore
predominante sui suoi indumenti ( l’unico…).
Nero
come i suoi occhi, così scuri e profondi da non distinguere
l’iride, così penetranti da scavarti dentro canyon
profondissimi, in cui perderti.
La
gente si volta per la strada a guardarlo, qualcuno lo segue con lo
sguardo fino a quando non sparisce ai loro occhi ma lui non se ne
accorge, la mente completamente piena di Nikolas.
Sono
passate due settimane da quando se lo è ritrovato davanti
alla
porta di casa sua completamente stravolto.
Non
sa il perché, non ne ha la più pallida
idea… quella
notte meravigliosa che hanno passato insieme Nikolas non ha aperto
bocca e lui si è scoperto capace di una pazienza infinita.
Qualcosa
ha capito, certo… ha problemi a casa sua, con i suoi.
Sono
sempre soli, non ci sono mai né suo padre né sua
madre
ma il lampo di dolore negli occhi sempre dolcissimi di Niki ogni
volta che lui accenna qualcosa lo fa desistere immediatamente.
Gliene
parlerà… ne è sicuro.
Quando
sarà pronto e non gli farà più
così male.
O
forse quando gliene farà troppo.
E
lui dovrà essere preparato ad accoglierlo di nuovo, non lo
lascerà affondare da solo, anzi… non lo
lascerà
affondare… e basta.
Quella
notte passata l’uno tra le braccia dell’altro
è stata
meravigliosa.
Ore
intere a coccolarsi, accarezzandosi e baciando ogni centimetro di
pelle senza prendersi completamente, appagati dalla reciproca
vicinanza.
Non
si era mai sentito così pieno d’amore prima di
quella notte.
E
verso l’alba il bisogno di sentirsi profondamente, nella
propria
carne, era salito come la marea, centimetro dopo centimetro e li
aveva sommersi.
Si
erano posseduti a vicenda scambiandosi anche l’anima oltre ai
loro
corpi e nel momento dell’orgasmo Niki gli aveva sussurrato
che lo
amava, ripetendolo lentamente come una litania…
all’infinito,
mentre i loro corpi ancora tremanti si prendevano il meritato riposo,
mentre le loro menti staccavano i contatti e chiudevano dolcemente il
sipario.
E
adesso sta andando a prenderlo alla sede staccata di Piazza Primo
Maggio.
Devono
andare a fare la spesa per preparare una cena speciale.
La
cena del suo compleanno.
Già,
il 25 dicembre non è soltanto Natale ma anche il giorno del
suo diciannovesimo compleanno e lui ha deciso di passarlo da Nikolas
e Charity, nella più completa indifferenza dei suoi.
Lo
hanno guardato assenti e hanno fatto un cenno con la testa, senza
dire una sola parola.
In
fondo il giorno dopo è anche Natale e sarebbe stato
normalissimo una protesta vivace da parte dei suoi.
L’unico
che ha avuto una reazione è stato suo fratello Stephan.
L’ha
guardato in silenzio… eppure, in quegli occhi
così simili ai
suoi è passato un lampo strano… quasi
di… dolore?
Ma
prima che potesse analizzarlo era già sparito.
Forse
se l’è semplicemente immaginato.
Forse.
Arriva
davanti al Sello e cancella immediatamente la delusione che i suoi
gli hanno dato \ l’ennesima \ cercando Niki con lo sguardo
quando
nota della confusione davanti all’entrata… ma che
accidenti sta
succedendo?
Chi
c’è la in mezzo?
Non
è mai stato curioso e non sa nemmeno lui perché,
invece
di filare via dritto, si ferma accanto a loro.
Più
tardi, quando cercherà di analizzare il suo comportamento,
capirà che ha seguito l’istinto, puro e semplice
istinto.
E
quello che vede ( e che sente ) gli fa gelare il sangue nelle vene.
Ci
sono un gruppo di ragazzi, sono almeno in sei o sette e stanno
circondando qualcuno steso a terra, raggomitolato su se stesso.
Alcuni
di loro non fanno nulla e guardano la scena, leggermente a disagio ma
tre di loro infieriscono senza pietà su quel povero corpo
già
pieno di lividi.
-
Niki…-
mormora
stravolto Mikael mentre fa cadere a terra lo zaino con un tonfo
sordo.
-
E allora, brutto frocio di merda… non dici più
niente
adesso?
Dov’è
tutta la tua sicurezza, eh?-
-
Mi fanno schifo quelli come te, dovrebbero eliminarli dalla faccia
della terra-
-
Ma ce ne sarà uno in meno adesso… cominciamo a
fare piazza
pulita…-
-
E poi penseremo al tuo amichetto…-
E
Mikael non aspetta di ascoltare altro, vede Nikolas, il SUO Niki, che
cerca di difendersi come può da quei colpi dati con
cattiveria
e afferra per la spalla quello più vicino a lui, lo volta di
scatto verso di sé e lo colpisce con un pugno allo stomaco.
Un
pugno dalla forza devastante.
Affonda
nel suo corpo con facilità e lo lancia per terra, lontano da
lui, come se fosse spazzatura.
-
Eccomi qua, bastardi… non c’è bisogno
di cercarmi…-
E
scatta, veloce come un cobra ed altrettanto pericoloso.
Mette
in pratica gli anni passati in palestra ad allenarsi e si lascia
sommergere dalla rabbia, dal furore… dallo schifo.
Li
colpisce così velocemente da non permettere loro alcuna
reazione.
-
Ma è Mikael…cazzo, non sapevo che fosse proprio
lui
l’altro…-
-
Io taglio la corda ragazzi, non mi va di prenderle per quei
deficienti -
-
Ben detto, aspettatemi gente…-
In
poco meno di dieci secondi gli altri se ne sono andati e Mikael si
ritrova ad essere l’unico in piedi mentre dei gemiti si
alzano dal
mucchio di spazzatura che è stesa accano a lui.
Uno
soltanto ha provato una debole resistenza ma questo non ha fatto
altro che aumentare la sua rabbia.
E
il suo dolore.
-
Andatevene via, adesso, subito.
Non
voglio più vedere la vostra faccia nel giro di dieci
chilometri…-
Si
alzano a fatica e se ne vanno senza farselo ripetere due
volte… per
ritrovarsi poi Mikael alle calcagna.
Mikael
che ha cambiato idea alla vista di Niki ancora steso a terra, Niki
che si è girato a guardarlo e che perde sangue dal naso,
dalla
bocca e da un sopracciglio.
A
fermarlo è la sua voce, impastata di sangue ma ancora
perfettamente udibile…
-
Mika… lasciali perdere, per favore…-
Si
ferma e digrigna i denti… resiste a stento alla voglia di
afferrarli e picchiarli fino a quando il braccio lo regge ma Niki ha
bisogno di lui.
Torna
indietro e gli si inginocchia accanto imprecando a voce alta quando
scopre l’enormità dei lividi su quel corpo ancora
steso a
terra.
-
Dobbiamo andare al pronto soccorso… chiamo qualcuno che ci
aiuti,
aspetta un attimo -
Cerca
di controllare la voce ma sta facendo una fatica bestiale, Nikolas lo
ferma ancora una volta:
-
Lascia stare, non ho bisogno di niente, sono riuscito a coprirmi il
corpo con le braccia e le gambe… -
Chiaramente
Mika non è d’accordo,
-
Ma che cazzo dici… devi andare in ospedale, hai
bisogno…-
-
NO -
Urla
Nikolas con voce rotta :
-
Ho bisogno soltanto di te… portami a casa, ti
prego…-
E
Mikael, imprecando violentemente, lo alza da terra con apparente
facilità e lo accompagna in una panchina li vicino.
Afferra
il cellulare e telefona a suo fratello.
Non
avrebbe mai voluto fare una cosa del genere, preferirebbe morire pur
di chiedergli aiuto… ma qui si tratta di Niki e non di lui,
non è
in grado di andare a casa a piedi e lui non conosce nessuno con la
macchina che potrebbe accompagnarli.
Così,
incazzato nero, fa il numero di Stephan chiedendogli \ordinandogli \
di venirli a prendere.
E
suo fratello, con suo sommo stupore, arriva subito
Sente
solo freddo e dolore da tutte le parti. In posti che nemmeno sapeva
di avere! Ma ovviamente non dice nulla, non si lascia sfuggire
neanche un lamento o probabilmente Mika lo avrebbe mollato li per
andare ad ammazzare quei tipi. Cosa che probabilmente farà
anche Char. Al pensiero del casino che farà la sorella gli
viene male di nuovo, preferirebbe starsene da solo a leccarsi le
ferite e poi tornare nel mondo quando guarirebbe ma… beh si
sarebbe
perso le lievi carezze di Mika e il suo sguardo dolce e incazzato
insieme, si sarebbe perso la quiete che sente adesso, è una
cosa strana il dolore, come una droga, soffri ma nel contempo ti
senti più vivo che mai, percepisci ogni muscolo, ogni
articolazione, gridano la loro presenza e tu non puoi fare a meno di
sentirti come non ti sei mai sentito, come forse solo facendo
l’amore
ti senti. Mika si stacca da lui improvvisamente e Nikolas capisce che
è arrivato Stephan. Apre gli occhi a fatica e li osserva
fissarsi in silenzio, sfidandosi quasi o forse solo comprendendosi
come non si erano mai compresi, sa benissimo che è solo
perché
riguarda lui che Mika ha messo da parte tutto e ha chiamato suo
fratello, lo sa e si chiede se lui avrebbe fatto la stessa cosa.
Ovviamente
si.
Ma
è stanco di pensare, stanco di assillarsi la mente, sentiva
dolore dappertutto e voleva solo dormire, dormire e sognare
forse…
sente le braccia di Mika avvolgerlo e in un attimo si ritrova in
braccio a lui che cammina verso la macchina.
Il
viaggio trascorre tra il silenzio gelido e tenero insieme di Mika e
la lieve apprensione di Stephan, si ritrovano a casa in un attimo e
senza che Nikolas abbia il tempo di dire qualsiasi cosa Mika lo
prende tra le braccia sfidandolo a dire qualcosa e stringendolo forte
quasi per accertarsi che è davvero li e che sta
bene…
/quasi/ apre la porta e Niki chiude gli occhi fingendo di dormire
per scappare dalla ira di Char, “ furbo” mormora
Mikael tra i
denti prima di prepararsi ad affrontare la furia.
-
NIKIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII CHE CAZZO è SUCCESSO?????-
urla
affannandosi intorno a Niki e guardandolo dappertutto
-
alcuni ragazzi l’hanno picchiato -
breve
e lapidario, Char spalanca gli occhi
-
li hai ammazzati spero -
e
senza aspettare risposta fa per uscire ma la voce di Mika la blocca
-
aiutami con lui piuttosto -
cupa
ora, sembra il brontolio di un tuono, li ammazzerebbe volentieri
anche lui ma Niki ha bisogno di loro adesso.
E
sembra capirlo anche Char che fa strada a Mika e lo conduce nella
stanza del fratello continuando a brontolare incazzata nera, lo
deposita sul letto e Mika nota immediatamente che il ragazzo dorme
sul serio, “Incredibile! Ma come ha fatto a dormire con
stà
pazza che urla a squarciagola?” si ferma un attimo per
sfiorargli
la fronte, un tocco leggero come ali di farfalle e subito si ritrae
per paura di svegliarlo, uscendo rapidamente dalla sua camera e
sedendosi in cucina, - adesso dimmi cosa è successo per filo
e
per segno, voglio sapere chi ucciderò fra un
nanosecondo”
Sospira
passandosi la mano nei capelli, e comincia a raccontare con un
incredibile abilità di sintesi (non per nulla ha 9 in
italiano) quello che aveva visto. Dove trattenerla nuovamente per
almeno 10 minuti mentre scalcia e diventa una furia sibilando di
lasciarla e che li ammazza e torna, un lavoretto facile, anzi poteva
pure lasciargliene uno se voleva. Ma Mika aspetta che si calmi:
-
adesso dobbiamo stare qui con lui- eccola la logica.
Chissà
perché si arrabbia ancora di più sentendo queste
parole! Dopo un ora Mika E’ sfinito e char anche per fortuna,
così
si siede brontolando e tendendo il muso.
Finalmente
Mikael può lasciarsi andare e abbandonarsi
ai
suoi pensieri.
Li
ha tenuti a bada fino ad ora grazie anche a Char ma adesso che lei
insiste in un ostinato mutismo tornano ad impadronirsi di lui e lo
divorano.
Non
riesce a relegare quello che è appena successo in un
angolino
e a dimenticarsene, rivede il viso di Nikolas pieno di lividi, il
labbro spaccato e tutta la sofferenza del mondo racchiusa in quegli
occhi meravigliosi.
Se
desse retta al suo istinto uscirebbe da quella porta in questo
preciso istante per dare la caccia a quei bastardi.
Perché
non possono vivere in pace senza doversi guardare le spalle da
vigliacchi come loro?
Che
cazzo gliene frega a quelli di cosa fanno nella loro vita?
Di
chi amano?
Se
tardava un solo istante… rabbrividisce al pensiero.
Si
alza in piedi e và nella sua stanza, lo guarda mentre dorme,
i
lividi spiccano ancora di più sul suo viso
pallido…non lo
lascerà solo mai più… dovranno
ammazzarlo se vorrano
toccarlo ancora.
Accanto
a lui compare Char che guarda Niki con occhi tempestosi e dolci allo
stesso tempo…
“
dovranno
ammazzarci “ si corregge mentalmente con una smorfia che
assomiglia
molto ad un sorriso.
E
questo è il massimo che riesce a fare adesso.