Fiore
Nell'Acqua
III° CAPITOLO
Non
si vedono più per il resto della settimana. Settimana che
Mikael ha passato studiando, mettendo tutto se stesso in quei libri e
isolandosi completamente dai litigi e dalle urla dei suoi genitori.
E’
l’unico modo che conosce per non soccombere.
Per
non permettere alla disperazione di annientarlo.
E
i voti incredibili che prende gli danno una soddisfazione
enorme… quasi quanto quello che gli avrebbero potuto dare i
suoi genitori accorgendosi di lui.
Amandolo.
Si
impone anche di non chiamare Nikolas né di cercarlo.
E’
stato così bene con lui al centro commerciale.
Troppo
bene.
E’
una follia continuare a vederlo con assiduità e non volere
una storia seria con lui.
Un
controsenso assurdo.
Così
come è stata assurda la felicità provata quando
nikolas gli disse che a lui andava bene… andava bene anche
così.
Vedersi
senza impegno, senza appuntamenti e senza troppi formalismi.
Ha
riconosciuto la delusione nei suoi occhi quando gli ha detto che non
vuole impegnarsi con nessuno.
E
si è sentito un verme… ma non può
farci nulla.
Adesso
è così caricato ed eccitato che ci starebbe, lo
potrebbe vedere anche ogni giorno e cercare di approfondire quelle
sensazioni pazzesche che prova quando lui gli è vicino.
Non
ha mai fatto l’amore con un ragazzo ma questo non vuol dire
che non gli piacerebbe provarci con Nikolas… anzi, al solo
pensiero sente il corpo tendersi e scaldarsi in modo pericoloso.
Ma
… si conosce bene.
E
se dopo l’entusiasmo iniziale tutto finisce per lui?
Sepolto
dalle liti dei suoi?
Dai
silenzi di suo fratello?
Dal
suo maledetto carattere che lo fa rinchiudere nella propria tana come
un riccio?
I
suoi problemi deve risolverseli da solo.
E’
sempre stato così.
In
questo modo però chi soffrirà sarà
soltanto Nikolas… e lui non vuole.
No…
in effetti è altro che vuole da lui.
Aspetterà
fino a martedì prossimo, quando ci saranno le prove per il
teatro e poi… si passa la lingua sulle labbra
improvvisamente secche, poi si concederà un assaggio di
Niki, della sua pelle deliziosa, del suo corpo caldo… con un
gemito si rende conto di essere eccitato, pericolosamente
eccitato… si guarda l’inguine con costernazione,
quasi stupito di quella erezione così vistosa nei jeans
piuttosto stretti.
Li
slaccia velocemente e si mette a studiare inglese…
terribilmente frustrato.
Quando
ormai ha scaraventato i libri per terra e la sua mano è
scivolata in una lenta carezza suona il suo cellulare.
Il
trillo insistente ha l’effetto di una doccia gelida.
Non
sa se esserne sollevato o seccato… quando si decide a
rispondere la voce divertita di Nike, la sua migliore amica, gli da il
colpo di grazia.
-
ciao Mon chery, che accidenti stavi facendo?-
si
stende sul letto, rassegnato a una lunga telefonata.
-
Cazzi miei Ferrero Rocher… o almeno ci provavo…-
La
risata leggera della ragazza gli accarezza l’orecchio,
calmandolo un po’.
E’
sempre così con lei, può rilassarsi e togliersi
la maschera che ha tenuto addosso per tutto il giorno.
Dopo
aver superato l’inevitabile attrazione che
c’è stata tra loro sono diventati degli ottimi
amici.
Anzi,
se deve essere sincero fino in fondo nonostante sia sempre circondato
da ragazzi e ragazze lei è l’unica vera amica.
-
Ok, non voglio indagare oltre… non ti chiederò
perché li fai da solo i cazzi tuoi e non in compagnia di
qualcuno…-
silenzio…
doveva immaginarselo che lei sapeva…
-
ecco brava, non chiedere che è meglio, visto che non lo so
nemmeno io.-
Nike
non ride più, ha riconosciuto la confusione nella voce del
suo amico e questo è un fatto più unico che raro.
-
Non vuoi parlarmene? Ho messo a tacere voci idiote in questi giorni,
non sopporto che si sparli di te a sproposito ma… tu lo sai
che se hai dei problemi sono qui.
Ho
due buone orecchie e le so usare molto bene.-
Mikael
sta zitto per un po’… e lei rispetta il suo
silenzio senza impossessarsene per riempirlo, ed è anche per
questo che lui l’adora.
-
non adesso e soprattutto non al cellulare .Quando ci vediamo?-
Nike
sospira impercettibilmente, doveva immaginarselo che non avrebbe
parlato ad un cellulare.-
-
Domani sera con il resto della compagnia. Vogliono andare al Cine
City… mi potresti venire a prendere tu così
saremmo soli…-
Il
bisogno di confidarsi con lei è così grande da
fargli perdere ogni precauzione… Nike non lo
giudicherà né gli farà prediche non
richieste.
Ne
è sicuro.
E
così l’indomani, alle otto e mezza Nike e Mikael
sono seduti nella macchina che il padre di quest’ultimo gli
ha lasciato.
Mikael
sta cercando di convincere la sua amica a cambiare film.
Lui
ODIA andare a vedere un Film soltanto perché in America ha
riempito le sale cinematografiche e il Signore degli anelli poi, con le
sue tre ore abbondanti non lo attira per niente.
Ma
lei dirotta la conversazione su quello che le sta più a
cuore e la voglia grandissima di Mikael di confidarsi fa si che la sua
azione abbia successo.
-
stabilito che il film non si tocca perché è
meraviglioso parlami un po’ di quello che sta accadendo, cosa
c’è di vero in quello che dice la gente?-
Semaforo
rosso, terza… seconda… folle, Mikael si ferma con
calma e si volta a guardarla, la luce della città non rende
bene l’azzurro incredibile dei suoi occhi né la
curva dolce delle sue labbra.
-
Sei bellissima stasera…-
Ma
Nike non si fa certo fermare da un complimento, anche se gli fa
enormemente piacere.
-
Si va bene, certo che sono bella… adesso
rispondimi… per piacere…-
L’ultima
parola è appena sussurrata ma Mikael la sente ugualmente.
Il
semaforo diventa verde, mette la prima…, la
seconda…, la terza…… le mani sicure
muovono velocemente le marce, il tutto in perfetto silenzio.
Poi
la sua voce quasi dolce, sembra accarezzare, guardare sognante.
-
E cosa dice la gente? Che esco con un ragazzo? Che ho diviso con lui
una sigaretta? Che me ne sono andato da scuola con lui
mercoledì mattina?-
Nike
non si azzarda a fermarlo, a dire il vero lei parlava della sigaretta,
descritta nei minimi particolari dalle solite sceme ma si guarda bene
dall’intervenire.
Ha
capito che Mikael non aspettava che il momento giusto per iniziare a
parlare.
-
E non sanno del sangue che gli ho leccato dal palmo della
mano… o del gelato che ho raccolto con la lingua dalle sue
dita.
Dire
che mi piace Nikolas è riduttivo.
Se
soltanto mi è vicino il mio raziocinio se ne va a farsi
fottere e prevale l’istinto puro e semplice.
Anche
se siamo in mezzo alla gente riesce a tirare fuori la parte
più nascosta di me, l’unica cosa che riesco a fare
è mettergli le mani addosso per sentire quanto è
calda la sua pelle. Ti risparmio gli altri desideri.-
Nike
non risponde, in verità non ne è molto stupita,
lui fa sempre quello che le viene in mente nel preciso momento in cui
la pensa… e sa anche che non lo ferma il fatto che lui
è un ragazzo…figuriamoci… proprio
Mikael.
-
Ma per quanto mi piace devo mettere un freno a questa mia passione
incontrollata…-
-
E perché? Lui non ti vuole?-
Ma
nello stesso istante in cui pronuncia queste parole sa già
che è impossibile.
Questo
genere di passione non è mai a senso unico.
Mai.
-
Oh no… altro che se non mi vuole.
Devi
vederlo Nike… quando mi guarda è come se mi
bruciasse, sento l’intensità di quello sguardo
perfino quando se ne andato via.
Ma
lui vorrebbe tutto… e io non sono ancora pronto, ho dovuto
mettere dei paletti… almeno per ora.-
E’
inutile che gli dica il perché, lei ha già
capito.
Lo
conosce troppo bene.
-
E lui ha accettato?-
Mikael
ferma la macchina in un buco dell’ampio parcheggio, tira
fuori la radio e scende, aspettando Nike.
Quando
gli è vicina continua con voce profonda, quasi roca:
-
Non dire niente, lo so che sono un idiota.
Si,
lui ha accettato, avrebbe accettato qualunque cosa… ma io
non posso dargli più di così… non
ancora.-
Nike
gli prende la mano e la stringe forte, un modo per fargli capire che
gli è vicina.
-
Se ti vuole veramente saprà abbattere i tuoi
paletti… così ti renderai conto che i problemi si
possono anche condividere… e che in due sono meno dolorosi
da portare.-
Si
alza in punta di piedi e lo bacia sulla guancia proprio quando
raggiungono i loro amici sugli scalini…e allora Mikael si
porta la sua mano alla bocca per depositarvi un piccolo bacio.
Chiaramente
il film che vedono è " Il Signore degli Anelli …
ed è durante l’intervallo che Mikael ha la prima
sorpresa della serata: Quando le luci si accendono e lui si alza in
piedi per stiracchiarsi un po’ sente una voce fin troppo nota
che gli perfora i timpani:
Charity.
-
Ohhhhhh Legolas!- sospirone e sguardo da ebete.
Si,
è proprio Char. Si tuffa nel sedile nascondendosi dietro a
Nike per non farsi vedere, incontrarla una volta alla settimana a
teatro è più che sufficiente!
Poi
un pensiero gli attraversa la mente…" forse
c’è anche Niki"
E
allora si rialza immediatamente cercando la sua chioma scura e il suo
sguardo ipnotizzante.
-
Ma che Legolas…Granpasso! E Frodo? Che tenero che
è!-
-Beh…
sinceramente a me sono piaciute le musiche-
Fede…
-
Ma nooo… me ne sono accorta sai, cinque minuti dopo
l’inizio mi hai detto esaltato che dovevi tornare a vederlo!-
-
Char vai a prendere di nuovo i pop corn che fra un po’ inizia
il secondo tempo.-
-
Niki va un po’ al diavolo!
Scusa
sai… non ti sei soffocato abbastanza con i pop corn
all’inizio del film, quando hanno fatto vedere Frodo?-
-
… -
-
Niki, ma come fai a sopportarla? Io l’avrei già
strozzata trecento volte!-
Tutti
si girano stupiti verso la persona che ha appena parlato, ed
è con un tuffo al cuore che il ragazzo riconosce Mikael.
Quanto
gli era mancato!
Il
suo sguardo caldo e ironico, il suo corpo muscoloso e tuttavia
armonioso e proporzionato, la sua pelle abbronzata, il suo sorriso,
le
sue labbra,
lui.
Perché
il cuore batte così forte?
Perché
adesso che vede lui tutta la settimana infernale che ha passato
svanisce?
-
Te li vado a prendere io i pop corn-
La
voce carezzevole che gli sfiora il corpo e il desiderio di saltargli
addosso e baciarlo.
Impossessarsi
delle sue labbra e perdersi.
-
Niki.. se ne andato… puoi tornare tra i comuni mortali
adesso.-
La
voce di Charity gli arriva lontana, come se avesse appena percorso
spazi immensi e, rimbalzando fra i pensieri, gli fosse
infine
giunta.
Fede
non dice nulla, è rimasto fermo a fissare Mikael con
un’intensità sconvolgente, gli occhi viola puntati
su di lui.
Ha
sicuramente capito che è lui il ragazzo del quale
è innamorato.
-
Ecco qui – il contenuto del pop corn viene messo in mano di
Niki e prima che questi possa alzare lo sguardo o formulare un
qualsiasi pensiero coerente ( e non ) un chicco gli preme le labbra e
due dita calde si insinuano dentro la sua bocca, gli sfiorano
l’interno, l’incredibile morbidezza e il suo calore
intossicante.
Lo
guarda sconvolto, con gli occhi verdi che gli perforano la mente come
un raggio laser, sente le ginocchia piegarsi e il desiderio colpirlo
come un pugno allo stomaco, così violento e assoluto da
spaventarlo.
Accarezza
le dita di Mikael con la lingua, sempre fissandolo, vede i suoi denti
affondare nel labbro inferiore e la passione accendergli lo sguardo,
bruciante, totalizzante.
Il
corpo che vuole assolutamente di più, che muore dalla voglia
di lui.
-
Guardate che il film è iniziato… state dando
spettacolo!-
rimbrotta
seccata Charity, al che i due si staccano immediatamente, come se si
fossero svegliati solo in quell’istante, come se per tutto
questo tempo / il cinema, la sala, la gente / non sia mai esistita.
Ci
sono solo loro due in una bolla di vuoto, loro due e il desiderio che
cresce, lento ma inarrestabile.
Così,
ancora mezzo storditi e con i sensi annebbiati Mikael torna a sedersi
vicino a Nike e al resto del gruppo e Nikolas sprofonda nel sedile.
-
Nooooo ma dovevano baciarsi!!!-
-
Char! Torna giù! –
-
Si ma li hai visti? Boromir e Aragon… insomma! -
-
Char… non è ancora finito il film.. Fede digli
qualcosa!-
-
Char siediti .-
-
… -
-Ecco…
perché se te lo chiede lui lo fai senza dire nulla e invece
se ci provo io mi sbrani?-
-
NIKI!!!!-
Due
braccia si avvolgono protettive attorno a lui, scaldandolo,
inebriandolo.
Mikael
gli avvicina la bocca all’orecchio e mormora:
-
Ti salvo io mia principessa-
poi
lo prende per un braccio e se lo trascina dietro.
L’urlo
di Charity li raggiunge:
-
Mikael, torna qui! Che diavolo pensi di fare?-
e
poi la voce calma di Fede :
-
Su, lasciali andare, ti riporto io a casa.-
Nikolas
sogghigna…
-
è sleale però! Si approfitta in spudoratamente
del debole che mia sorella ha per lui.-
Mikael
ride divertito :
-
Allora c’è qualcuno in grado di sopportarla!- e
ridiventando serio – voglio portarti in un posto -
la
voce leggera si alza nella stanza:
-
Ti seguo dove vuoi – e Mikael sa con precisa esattezza che
non si riferisce solo alla sua proposta.
-
Mikael! Intendi lasciarmi qui a piedi?-
la
sagoma di Nike si profila davanti a loro, minacciosa:
-
non dirmi che ti eri dimenticato di me…-
il
ragazzo le rivolge un’occhiata innocente :
-
ma nooooo che diiiiiici! Può riportarti a casa
Alessandro… lo farai felice, non aspetta che un tuo segnale
per mangiarti!-
Nike
sbuffa contrariata, ma poi vede Nikolas seminascosto dietro Mikael, con
gli occhi verdi enormi nel viso delicato, i capelli neri come fili di
seta, bellissimo.
Davvero
bellissimo.
-
Ok. Vai, mi arrangio – rimane a guardarli andare via,
fissando quel ragazzo da cui l’amico è attratto, "
eh ti capisco Mikael… è davvero affascinante!"
La
strada corre davanti a loro, sembra non finire mai, eterna e bella, si
mangia inesorabile gli attimi di noi che svogliatamente le concediamo,
non accorgendoci che sta insinuandosi dentro e presto non ne potremo
più fare a meno.
Strada
clemente e bella.
Una
strada da qui a qualunque altro dove noi vorremo andare.
La
notte viaggia insieme a loro, Mikael e Nikolas corrono sopra la Passat
del padre di Mika, il finestrino aperto e Niki con la testa fuori per
vedere le stelle e la luna, per cercare di intravedere
l’infinito forse.
E
Mika dentro la macchina pensa di non aver mai visto nulla di
più bello, la gola candida dell’amico e i suoi
capelli scompigliati dal vento.
E
quell’espressione estatica in viso.
-
Ti prenderai un accidente – ma detto dolcemente.
La
musica, la strada e le stelle.
E
Nikolas.
-
Non preoccuparti, io non mi ammalo facilmente.-
Urlato
per farsi sentire sopra il vento
-
Sei pazzo – borbotta Mikael – fa pure freddo!-
Imbocca
una stradina tortuosa e si ferma in una radura erbosa.
Scende
dalla macchina ed è come cadere nell’infinito,
sono sul ciglio di un precipizio e sotto di loro si stende il bosco e
poi la città e poi ancora il bosco e poi il mare. Anche se
non riescono a vederlo… lui c’è!
L’immensa eterna distesa azzurra che non conosce pace. Il
mare.
-
Sull’orlo del mondo… ti sei fermato a venti
centimetri dal vuoto… e poi sarei io il pazzo!-
La
risata profonda ma leggera lo avvolge, facendogli correre un brivido
lungo la schiena, ancora ridendo si avvicina al cofano della macchina e
ci sale sopra, guardandolo.
-
Vieni qui-
col
vento che suona sinfonie d’eternità per loro e gli
occhi puntati alle stelle,
il
silenzio,
l’eternità
in un soffio di vita e l’infinito nel cavo della mano, tutte
quelle stelle li… a un passo dal niente.
C’è
da aver paura a guardarle, davvero, sono così infinite e
belle che ti bruciano dentro. E nel buoi è un nulla
avvicinarsi a Mika e accoccolarsi al suo fianco, facendo aderire i loro
corpi e posandogli la testa sulle spalle, mai peso sarà
più così dolce e " giusto ".
Mai
braccio sarà così caldo e rassicurante,
così agognato, il braccio di Mikael che l’avvolge
e lo stringe forte, è alto quanto lui ma gli sembra
così FRAGILE a confronto, così piccolo e
spaventosamente vulnerabile… vorrebbe proteggerlo per sempre.
Dalla
vita, dalla sofferenza, da tutto. Anche da lui.
Niki
che si abbandona fiducioso contro di lui e si stringe nel suo abbraccio.
E
pensa quanto sarebbe bello se il tempo si fermasse così,
fotografando quell’istante di nulla nel cuore.
La
solitudine immensa, cosmica, insostenibile che l’ha preso
guardando quel cielo troppo bello, la sua vita, sua madre, suo padre,
la sua strada, il suo futuro.
-
Perché hai deciso di fare fotografia?-
E’
la voce di Mika a salvarlo dal niente. Non esita un istante.
-
Perché voglio fare qualcosa, capisci. Qualcosa per strappare
il velo di ipocrisia che la gente indossa, qualcosa di così
terribilmente evidente da inorridire gli aridi e sconvolgere i puri.
Voglio
diventare fotoreporter e sbattere davanti al naso degli indifferenti
l’orrore sconvolgente della guerra.-
Mikael
continua a fissarlo, con una violenza che strappa a ogni sua parola
l’obbligo di suonare memorabile.
-
Vorrei girare per il mondo e fotografare la sofferenza.
Fare
qualcosa per qualcuno . Essere qualcosa per qualcuno-
Abbassa
la testa, quasi sconsolato e mormora:
-
Lo so che sono solo uno sciocco idealista e che tutto questo
è un’utopia… ma mi piacerebbe.-
Quanta
forza nelle sua parole, quanta amara risolutezza …
E
la rassegnazione che si percepisce nella sua ultima frase gli fa male .
Non
sa perché ma gli fa un male tremendo.
Lo
avvolge più strettamente nel suo abbraccio posando la testa
sopra quella di lui e accarezzandogli piano il braccio, delicato,
struggente.
-
Non è vero – sussurra – sei tu ci credi
veramente ce la fai.
E
non lo dico con vuoto convenzionalismo… ne sono convinto.
Quante
cose sentiamo di non sopportare?
Eppure
lo facciamo. Da soli o con l’aiuto di chi ci vuole bene ma
andiamo avanti.
Se
tu sei convinto di fare questo, se è il tuo sogno e lo
desideri sopra ogni altra cosa allora fai tutto il possibile per
realizzarlo.
Non
esistono i "se" o i " è impossibile ", non esiste la
rassegnazione, il fatto che tu ci creda… hai già
realizzato metà del tuo sogno –
Suonano
così dolci le sue parole nella notte con le stelle,
così in alto, così fredde e splendide e
irraggiungibili.
Così
belle,
L’incredibile
calore che sente corrergli dentro e che gli lenisce l’anima.
-
Hai capito, piccolino? -
Nikolas
alza il viso, sorridendogli,
e
per poco Mikael non cade dalla macchina, la tenerezza, la voglia di
lui, di baciarlo, di perdersi è fortissima.
Il
ragazzo, sempre continuando a sorridere, avvicina le sue labbra al suo
viso e le posa sulla guancia fredda, una scossa elettrica li attraversa
entrambi e Niki percepisce chiaramente l’eccitazione salire a
quel semplice gesto, a quel semplice contatto e pensa confusamente "
non ci riusciremo Mika. Non ci riusciremo a fermarci qui. Lo so."
-
Grazie – disse a parole.