Fiore Nell'Acqua
VI
CAPITOLO
Nikolas
si allontana ed è come se ad ogni passo precipitasse in un
abisso, un passo dopo l’altro ed uno spaventoso desiderio di
tornare indietro, schiacciarlo nuovamente al muro e fare
l’amore
con lui.
Qui.
Adesso.
Affonda
le unghie nel palmo delle mani, ferendosi, costringendosi a
proseguire, lo vuole ma capisce che non è il momento.
Però
quanto è difficile!
Andarsene
senza girarsi a guardare, senza prenderlo fra le braccia per
rassicurarlo, per dirgli che va tutto bene… ma va
effettivamente
tutto bene?
Ormai
si è ridotto a vivere come un automa, si alza, va a scuola,
studia, solo perché deve farlo.
Per
non pensare.
A
Mika, a sua madre.
Sua
madre… è due settimane che non la vede e suo
padre non gli
dice nulla… perché? Non capisce che ha bisogno di
sapere, di
vederla?
Gli
manca così tanto… non ne può
più.
La
sua vita sta andando a pezzi e l’unica cosa per cui ancora
valeva
la pena andare avanti sta scomparendo.
E
allora che senso ha? Ha il suo sogno è vero… per
tanto gli è
bastato, quando Claude è partito è stata
l’unica cosa
che l’ha tirato fuori dalla disperazione, ma adesso non basta.
Non
basta più.
Ha
bisogno di Mika, che lo stringa, che lo protegga. Di parlare, di
confidarsi, di vivere ancora.
E’
al limite.
Arriva
davanti alla sua porta, ma non vuole stare da solo… Char
è
uscita con la sua migliore amica e in casa non c’è
nessuno.
Guarda
incerto la porta di fronte alla sua.
Fede.
Senza
pensarci due volte suona il campanello e sta li, le mani abbandonate
sui fianchi e l’espressione di chi non sa chi è e
perché
esiste in volto.
Coi
capelli neri che coprono il viso nascondendo i magnifici occhi verdi
dietro una cortina di seta nera.
Sente
il rumore della porta che si apre e poi il silenzio.
Gli
rimbomba dentro, nell’anima, suono assordante e terrificante.
Poi
le mani gentili di Fede gli sfiorano il viso, costringendolo a
guardarlo negli occhi, i suoi occhi viola, sono così
sconvolgentemente intensi e belli da rabbrividire quasi mentre li
osserva, e la sua espressione… come se avesse capito tutto
prima
ancora che Niki pronunci una sola parola.
Con
i capelli biondi che gli ricadono intorno al volto sembra un angelo,
puro e dolce.
Gli
accarezza una guancia e mormora – vieni qui- … e
Niki si
precipita fra le sue braccia, facendosi piccolo e nascondendo il viso
nel suo torace, ne aveva un bisogno così grande,
così
assoluto!
Perdersi
e finalmente lasciarsi andare, non preoccuparsi di nulla, di Mikael,
di sua madre, di suo padre, di nulla.
Nemmeno
del suo cuore.
Annullarsi
e basta.
In
un respiro leggero.
Le
braccia di Fede lo stringono e le dita gli accarezzano teneramente i
capelli, dolce, rassicurante, bello.
Come
se nulla, in quel momento, fosse accaduto.
Fede
sta raccogliendo, lentamente, i cocci della sua anima e li incolla
nuovamente, permettendogli di andare avanti, di sperare ancora.
Lo
conduce sul divano sedendosi, Niki che gli si rannicchia subito
contro e Fede non si lamenta, non dice nulla, l’amico ha
bisogno di calore e protezione, lo capisce benissimo.
Dev’essere
successo qualcosa con Mika, qualcosa che non si aspettava e adesso
non sa cosa fare.
Lo
legge nei grandi occhi smeraldini, spalancati come se avessero visto
Charity appena sveglia con la sua espressione da “ guardami e
ti
ammazzo “ in viso.
Così
fragile e delicato, sembra un’opera d’arte,
delicata ed eterea.
Aspetta,
accarezzandogli il braccio pigramente, aspetta e basta.
E
finalmente Niki parla.
Dice
tutto, tutta la sua indecisione, tutta la sua rabbia, la sua
sofferenza per il comportamento di Mikael, le sensazioni travolgenti
che ha provato stretto a lui e la dannata paura di non farcela.
E
poi la confessione più grande, quella che, insieme a Mika,
lo
sta distruggendo:
-
credo che mia madre stia morendo, Fede - .
Non
dice altro.
E’
troppo grande quello che prova, la sofferenza e il desiderio di
vederla;
-
E’ capitato tutto insieme… Mika, mia
madre… io non ce la faccio
più! Tutta questa tensione fra me e Mikael è
troppo per
me.-
Il
dolore è troppo profondo per fare qualunque cosa, parlare o
perfino piangere.
-
Domani è il mio compleanno, se vuoi posso organizzare una
festa.-
Silenzio.
I
pensieri di Niki volano rapidi, Fede che fa una festa di
compleanno…
assurdo.
Lo
sta facendo solo per lui, per aiutarlo con Mika.
Forse
è l’occasione giusta per parlare, per conoscersi
di più…
– Grazie
-
e
poi basta.
Appoggia
la testa sulla spalla di Fede e resta a crogiolarsi nel suo
abbraccio, senza pensare più a nulla, senza più
dolore
e angoscia, sfumati nel respiro calmo di Fede, come se lo stesse
cullando.
-
Suona per me-
mormora
piano, lui non dice nulla, si scioglie dolcemente
dall’abbraccio,
gli sfiora i capelli con un bacio e si siede al pianoforte.
-
ti voglio bene-
lo
raggiungono le parole di Niki, penetrando nel suo cuore, sorride e
comincia a suonare il “ Notturno “ di Chopin, con
passione come
sempre, in un modo così … sconvolgente.
Come
se fosse l’ultima volta, come se dovesse perdersi dentro la
sua
musica.
C’è
tutto se stesso li dentro e tutto quello che prova per Niki, per
l’unica persona che abbia mai infranto il muro di silenzio
che si è
costruito.
Il
brano finisce e nella stanza si alza lieve e sommessa la risposta di
Fede:
-
anche io -.
Nike,
la sua fedele e cara amica.
Nike,
con quegli occhi trasparenti come una lastra di ghiaccio, gelidi e
taglienti quando lui fa qualche cazzata o quando difende coloro che
ama dalla stupidità della gente.
Caldi
come una giornata di Luglio, di quelle limpide e serene,
così
azzurre da far male al cuore, (almeno a un cuore ferito come il suo )
quando vogliono proteggerti.
Quando
scrutano nella tua anima per cercare le parole che tu non dici.
Nike
e i suoi morbidi capelli rossi, ricci e lunghi che gli ricoprono le
spalle in una cascata di fuoco.
Bella
e dolcissima Nike.
La
sua vittoria alata.
Perché
non si è innamorato di lei?
Dopo
un attimo però respinge quel pensiero…
“ ne… sono fuori
di testa ormai! La mia reazione sarebbe stata identica.
La
verità è che io ho paura di amare.
E
di diventare così pazzo e crudele come mia madre.
O
senza orgoglio né carattere come mio padre.
L’unico
risultato sarebbe quello di avere un’ amica in meno.
La
guarda muoversi tra i fornelli, alle prese con la cioccolata che sta
preparando per farlo rilassare e infondergli un po’ di calore.
-
Un giorno o l’altro mi sbatterai la porta sul muso e mi
manderai al
diavolo.-
E’
seduto sulla sedia davanti al tavolo e ha i gomiti appoggiati al
vecchio legno di quercia segnato da anni di bimbi piccoli, di compiti
fatti., di temperini “provati” li sopra.
-
Oddio, non definirei muso il tuo delizioso viso… magari
“ “
“faccia da schiaffi “ sarebbe più
appropriato…-
alla
espressione seccata di Miakel ride con soddisfazione, il viso piegato
un po’ a sinistra, maliziosa con un pizzico di
sensualità.
E
Mikael sussulta… “ Nikolas, come gli assomiglia
adesso…”
fisicamente sono agli antipodi, eppure…
Nike
gli mette tra le mani una tazza calda e fumante.
-
Più che altro ti è andata bene, i miei fratelli
sono
andati in giro a far danni e quindi c’è via
libera… se no
subivi l’ennesimo terzo grado…-
e
lui rabbrividisce involontariamente.
Ci
mancherebbero anche loro… quando ha seguito il suo impulso
cedendo
al bisogno di confidarsi con lei non ha pensato assolutamente ai suoi
due fratelli, due adolescenti terribilmente gelosi di quella
splendida sorella, terribilmente alti e robusti, terribilmente tutto.
-
Tranquillo, abbiamo almeno un paio d’ore prima che si stufino
della
biondina che ha telefonato a Sacha…-
Si
rilassa visibilmente e sorseggia la sua cioccolata
“mmm…
com’è buona… calda e
profumata… come Niki…”
Con
un gemito affonda il viso nella cioccolata fino a sentire il suo
calore con la fronte.
Sono
passate ventiquattro ore dall’ultima volta che l’ha
visto.
Da
quando è venuto nei calzoni con un semplice movimento del
suo
ginocchio.
Quella
mattina a scuola non si sono visti, Nikolas non l’ha cercato
e non
se l’è sentita di farlo lui.
Ma
sa che è solo rimandato.
Si
rivedranno… e lui, per la prima volta in vita sua, non sa
cosa
fare.
Non
lo sa assolutamente.
E
questo lo terrorizza.
La
voce dolce di Nike lo riscuote dai suoi pensieri.
-
Non vuoi parlarmene?
Della
cosa che ti tormenta, intendo…-
Lui
sospira piano. Beve un’altro sorso di quella delizia bollente
e
prova un masochistico piacere nell’ustionarsi la
lingua…se lo
merita questo dolore, non è nulla se confrontato con quello
di
Nikolas.
-
O della persona…-
alza
gli occhi e la guarda, si è seduta di fronte a lui e gli
sorride, aspettando che sia pronto… ma quando mai lo
sarà?
E
così inizia… e solo per un momento è
incerto e
titubante… poi parte veloce, sempre
più… fino a sembrare
un fiume in piena.
-
Ci siamo baciati, su al castello, nel mio posto preferito…
dopo un
pomeriggio meraviglioso.-
Nike
non gli chiede di chi stia parlando.
Sarebbe
completamente superfluo.
-
Abbiamo passato delle ore meravigliose… eppure se dovrei
parlartene, descriverle… non saprei come fare, cosa dire.
Nella
mia mente c’è soltanto quel bacio devastante.
Unico.
Tu
mi conosci bene… sai che metà delle ragazze che
mi
attribuiscono sono inventate e con l’altra metà ci
gioco…
ne ho baciate. Certo… e anche profondamente ma…
non ho mai
provato niente del genere.-
La
sua voce assume un tono profondo, perso in se stesso e per un attimo
Nike lo invidia.
Le
emozioni che quel bacio gli ha dato devono essere state immense.
-
Sono stato così vicino a perdermi… cosi
vicino… le sue
braccia, la sua bocca, il suo sapore… e la morbidezza dei
suoi
capelli, quel calore intossicante… non avrei voluto che
smettesse
mai.
Se
esiste veramente un paradiso io e Niki ci eravamo in mezzo,
annullati completamente l’uno tra le braccia
dell’altro.-
Non
ha il minimo imbarazzo nel parlare delle sue emozioni più
profonde con una ragazza.
Non
con Nike.
-
Mi sono fermato quando mi sono reso conto di amarlo… e
allora mi
sono fatto prendere dal panico e sono scappato.
Letteralmente.-
Tace,
non dice nulla, ha già parlato troppo.
C’è
anche quello che è successo ieri…
quell’attimo di follia
bruciante tra le sue braccia.
Quel
ginocchio contro di lui, il desiderio di entrargli dentro, fino in
fondo.
Di
possederlo e farsi possedere da lui.
Ma
non riesce a dirglielo.
Non
ce la fa a confessarlo neanche a se stesso.
-
Cosa pensi di fare adesso?-
La
voce di Nike trema leggermente… è difficile
ascoltare parole
simili e restare indifferenti.
-
Questa è una domanda da un milione di dollari.
Ho
cercato di prendere tempo e allontanarmi un po’ da
lui… ho paura
certo… non mi vergogno a dirlo.
Ho
paura di lasciarmi andare, ho paura di amarlo troppo.
Di
amarlo male.
Ho
paura di diventare come i miei.
E
di ferirlo.
Vorrei…
forse vorrei soltanto del tempo per leggermi dentro… ma lui
non me
lo permette.
E,
sinceramente, non posso dargli torto.-
Nike
si alza in piedi, prende le tazze ormai vuote e le mette nel lavello,
poi torna accanto a lui, invece di sedersi appoggia le mani sulle sue
spalle e inizia un lento e delicato massaggio.
Mikael
chiude gli occhi, rilassa improvvisamente i muscoli…
“ Dio
che meraviglia “ pensa beatamente… poi la voce
carezzevole della
sua amica gli giunge come un balsamo per le sue ferite:
-
Puoi prendertelo con lui il tempo.
Il
tempo per conoscervi meglio, per capire anche i vostri pensieri, le
vostre ferite… le pazzie nascoste.
Avete
saltato tutti i preliminari, attirati completamente e totalmente
l’uno dall’altro.
Può
essere bello e dolce,,, diverso dalla passione ma altrettanto
appagante.-
Tace…
per i suoi gusti ha parlato anche troppo.
Mikael
sospira, piano…
-
Hai ragione, come sempre del resto.
Soltanto
tu riesci ad avere sempre ragione senza essere irritante.-
Lei
sorride piano, eppure ha ancora qualche cosa da dire prima di
considerare chiuso l’argomento.
-
Però stai attento… non farlo aspettare troppo.
Perché
lui è pronto… sei soltanto tu quello che ha
bisogno di
tempo… dammi retta Mik, non farlo attendere più
del
necessario.-
L’atmosfera
magica viene spezzata dall’entrata di due uragani biondi
pressochè
uguali.
I
ragazzi si staccano velocemente… ci manca adesso una scenata
di
gelosia.
Sacha
e Shadow, che hanno solo un anno di differenza, li guardano con gli
occhi socchiusi, minacciosi… e Mikael osserva incredulo i
nuovi
pirecing che si sono fatti fare dall’ultima volta che li ha
visti.
“ Naso
e sopracciglio c’erano già… si sono
aggiunti quello della
bocca e… uno, due, tre nuovi alle orecchie… non
oso pensare al
resto del corpo…” ricorda con un brivido quello al
capezzolo che
gli ha visto ad Agosto in piscina...” blu
elettrico… quella
ciocca è blu stavolta, l’ultima volta era
viola… sarebbero
anche carini se non si conciassero
così…”
ma
si guarda bene dal dirlo chiaramente.
-
Bè… già di ritorno? E la bionda
esplosiva?-
Questo
basta a distogliere l’attenzione da Mikael per concentrarla
su loro
stessi:
-
si figurati…l’abbiamo fatta fuori in meno di
un’ora…non ha
proprio resistenza, il biondino dell’altro ieri invece
è
durato di più… vero Sacha?-
e
mentre Nike cerca di prenderli a sberle ( senza peraltro
riuscirci…)
Mikael ha il sospetto che non scherzino poi tanto.
Il
messaggio gli arriva quando è sull’autobus per
tornare a
casa… è di Nikolas e gli fa andare il cuore in
gola… come
sempre del resto.
-
Devo andare ad un compleanno ( Fede ) e vorrei portare qualcuno.
Posso
invitarti? E’ per domani sera…-
Si
appoggia al muro e chiude gli occhi… Si, ci
andrà… e
cominceranno a conoscersi meglio.
Senza
baci devastanti in mezzo.
Spera.
Fino
a quando ci riuscirà?
E’
una strana sensazione vedere la casa di Fede, di solito vuota,
così
straripante di gente, merito di Char che non appena saputo della
festa si è trascinata dietro metà
città, un po’
minacciandoli un po’ implorandoli… anche se, a
dire la verità,
non ha dovuto implorare poi molto le ragazze!
Mikael
è al tavolo per prendere qualcosa da mangiare e Fede non si
vede, probabilmente si è defilato in camera, lui odia la
gente
e la confusione.
Vede
Mika accarezzare con la mano il pianoforte e si avvicina dicendo:
-
Attento, se Fede ti vede che tocchi il piano sfodera tutta la sua
grinta e ti scuoia.-
Lo
vede girarsi e sorridere in quel modo un po’ ironico un
po’ dolce
che ormai ha imparato ad associare a lui.
-
A te piace la musica del piano?-
Una
domanda urlata quasi, per farsi sentire attraverso la musica
assordante che rimbomba dappertutto, anche nell’anima.
Niki
alza le spalle,
-
a me piace come suona Fede… un piano di per se non
è nulla,
niente di per se ha un senso, siamo noi che glielo diamo.-
Sempre
assorto nella contemplazione del pianoforte chiede:
-
come suona Fede?-
Alza
lo sguardo e vede gli occhi verdissimi di Niki illuminarsi e perdersi
sognanti nel nulla, come se stesse inseguendo un suono leggero o
un’immagine così effimera che se solo distogli lo
sguardo
svanisce.
E
quando parla lo fa accarezzando con la mano il piano, lentamente,
quasi a ripercorrere le note e le sinfonie che esso ha suonato spesso
per lui:
-
Ohhh, è come mille gocce di cristallo che cadono dentro,
c’è
una passione, una dolcezza che ti sconvolge.-
con
la mano incontra quella di Mika giocherellando con le dita e
accarezzandola piano, per non perdersi nel mare delle mille emozioni
che lo sconquassano, per sentirlo e basta.
Sentirlo
ancora.
Quando
quella sera si era presentato a casa sua era stato come precipitare,
tutte le sensazioni incredibili che prova ogni volta che gli
è
vicino lo avevano assalito, insieme alla voglia pazzesca di saltargli
addosso e baciarlo.
Un
forte pizzicotto di Char lo aveva riportato nel mondo e i due avevano
cominciato a battibeccare come al solito.
C’è
una strana magia nell’aria quella notte.
Nikolas
afferra la mano di Mika e lo trascina in terrazza, odia la folla e la
confusione, non quanto Fede, ma dopo tre minuti gli viene mal di
testa.
L’aria
fredda li investe, penetrando nell’anima e disperdendo il
troppo
calore della stanza, Niki alza il viso al vento, lasciando che gli
scompigli i lunghi capelli neri, giocando con le ciocche e
accarezzando il corpo.
-
E’ bellissimo il mondo di fuori, sai cosa mi piacerebbe?
Vivere in
un palazzo di cristallo.
Pensaci…
non sarebbe bellissimo?
Pieno
di luce e di colore… un po’ come se vivessimo
all’aperto,
sospesi sul mondo.-
Mika
lo osserva, stringendosi nel suo maglioncino bianco aderente.
Ha
un’espressione così rapita, come se stesse
inseguendo
un’idea nota solo a lui, un sogno quasi, così
leggero che se
provi a stringere le mani evapora e in fondo Niki è
così…
un sogno così prezioso da abbracciare forte forte e sperare
che non ci abbandoni mai, che non cambi mai.-
-
Vivere in un palazzo di cristallo? E se il buoi fosse dentro di noi?
Forse bisogna cercare la luce dentro di noi, cercare cosa ci
illumina… bisognerebbe aprire gli occhi.-
Niki
chiude gli occhi stringendo la mano del ragazzo e sorridendo dice.
-
Per quello dobbiamo cercare di vederlo più bello possibile!-
La
strana nostalgia che Niki ha risvegliato… è a
causa sua che
sente il bisogno di abbracciarlo’
E
così fa.
Arriva
da dietro, sciogliendo le loro mani e passando le braccia attorno al
corpo, è bello stare così a guardare la notte,
stare
così senza pensieri o preoccupazioni, solo con Niki
appoggiato
al suo torace, con i capelli che gli solleticano il volto e la voce
sommessa che lo fa rabbrividire.
-
Se riuscissimo a conservare in noi questa pace -
mormora…-
come un fiore leggero, un nome sublime che quando lo
pronunci… è
già svanito, se riuscissimo a tenerlo in noi e ripensarci
nei
momenti in cui siamo tristi e soli…ecco forse allora non
farebbe
più così male, quel buio dentro di noi, quel
nero…-
si
stringe a lui, appoggiando le braccia sopra le sue e allacciando
nuovamente le loro dita, piccoli brividi gli percorrono la schiena e
il desiderio si risveglia… ma non vuole rompere
quell’istante fra
loro, la perfezione assoluta di quel momento.
Ne
ha troppo bisogno.
Per
ricordarsene in seguito. Nei momenti di disperazione, quando Mikael
negherà questo momento o quando sua madre
peggiorerà.
Non
hanno parlato del giorno precedente, di quello che Niki gli ha fatto
e sebbene sappia che quell’attimo è ancora fra
loro e che se
ne dovrà parlare prima o poi forse adesso è
meglio
così.
Mikael
sente il calore della sua schiena contro il torace, gli penetra nella
pelle ed accende in lui mille desideri, tutti così
meravigliosamente suoi… Appoggia il mento sulla sua spalla e
aspira
la lieve fragranza di pino dei suoi capelli.
-
E’ così perfetto questo momento… vorrei
essere in grado di
fermarlo per sempre per potertelo donare… quando io non
potrò
esserti vicino…-
Niki
sussulta impercettibilmente… le stesse cose che ha pensato
lui…
si stanno scambiando l’anima, non aveva mai provato una cosa
del
genere con nessuno.
Mai.
Mikael
lo sente irrigidirsi un attimo per poi lasciarsi andare di nuovo.
-
cosa c’è piccolo? Ho detto qualche cosa che non
va?-
Ma
sa che non è vero, la magia di questo istante è
così
forte e grande da risultare quasi insostenibile.
“ Ti
amo “ gli ha detto Nikolas l’ultima volta che si
sono visti, un
sospiro più profondo degli altri, le braccia che lo
stringono
ancora di più e la sua voce quasi soffocata che precede
quella
di Niki...
-
Anche io ti amo… lo sai questo, vero?
Mi
aspetterai Niki? Mi aspetterai fino a quando riuscirò a
vincere contro me stesso?-
Il
sospiro di Nikolas si perde nelle sue mani che sono salite ad
accarezzargli la bocca.
Ed
è sulle sue dita che sussurra:
-
lo so. Lo sento.-
Gliele
bacia \ le labbra morbide, setose e la pelle profumata e liscia \
-
Ti aspetterò -
Poi
gira la testa fino a guardarlo negli occhi e pone un lieve bacio
sulle sue labbra, deve ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non
approfondire il bacio ma va bene così.
Per
ora va bene così.
La
camera è in penombra, le luci soffuse delle candele creano
giochi d’ombre sui muri riverberando nell’oro dei
capelli di
Fede.
Steso
sul letto osserva il soffitto ascoltando le voci e la musica che si
avvicinano a quelli del piano, basta ricomporli, ricrearli usando un
po’ di poesia.
Poi
la porta si apre lentamente e una chioma nera fa capolino
all’interno
della stanza, la attraversa sedendosi sul letto e osservandolo.
Char.
Ha
i capelli raccolti in mille treccine che scivolano sulla schiena
esaltando la bellezza dei lineamenti, è vestita
completamente
di nero, una minigonna di pelle cortissima e gli stivali che arrivano
a metà coscia, cosce stupende fra l’altro!
Accarezza
con lo sguardo il seno pieno e la vita stretta, fasciati da una
camicetta di rete nera adagiata sopra una canottiera nera
anch’essa.
Beh…
l’effetto è notevole.
Non
dice nulla e aspetta che la ragazza parli:
-
Devo darti il mio regalo -
Si
mette a sedere a gambe incrociate tendendo la mano con espressione
imperturbabile… imperturbabilità che viene
immediatamente
spezzata quando fra le mani gli viene posta una palla da basket.
-
Una palla da basket? – esclama sgranando gli occhi viola.
-
E cosa me ne faccio ? Io non so giocare a basket -
le
sue parole vengono accolte da un sorrisino malizioso
-
ma ti insegno io! Cosi poi giochiamo insieme! -
Come
se fosse la cosa più logica del mondo.
Osserva
gli occhi verdi, un bosco d’estate, fresco, bellissimo, per
vedere
se sta dicendo sul serio… evidentemente si.
Si
passa una mano nei capelli scompigliandoli e scoppia a ridere.
Incredibile,
Fede che ride!
Sarebbe
da avere quasi paura.
-O.
ok, grazie –
dice
fra le risate, notando com’è incredibilmente
graziosa
Charity con le labbra imbronciate e il viso da bambina
arrabbiata…
adorabile.
-
Cominciamo quando vuoi tu -
E
l’espressione esultante dell’amica gli fa venir
voglia di
abbracciarla… chissà perché!
Non
l’aveva mai presa in considerazione da quel punto di
vista… non
che non fosse bella ma semplicemente non gli interessava.
Forse
ora qualcosa sta cambiando.