CAPITOLO XXI:
SCHELETRI NELL'ARMADIO

/I'm shipping up to boston – Dropkick Murphys/
Se per Mikami quella doveva essere una punizione si sbagliava di grosso... i nove ragazzi, una volta raggiunta la cantina, non esposero un'espressione propriamente sconfitta o angosciata, anzi... quel posto era come il paese dei balocchi e la maggior parte di loro godeva molto nel ritrovarsi di nuovo lì con l'autorizzazione del gran capo!
A Karl non importava davvero niente ma in cuor suo era contento di trovarsi lì sotto con Genzo per poterlo distrarre riguardo i problemi col padre, Tsubasa e Taro lo vedevano come un'occasione per rafforzare il loro legame, sia fra di loro che col nuovo gruppo di amici. Ken era sicuro di trovare qualcosa che fosse degno di nota e Takeshi trovava comunque divertente stare lì con loro. Hikaru non serviva dirlo... anche se era un po' vagamente teso per la questione dell'armadio, quella cantina rimaneva un concentrato di cose super in cui ficcanasare e Kojiro la pensava all'incirca così. Ora che avevano più o meno risolto la questione era rilassato e poteva godersi quel soggiorno gratis in mezzo a cibo e... bè, tutto.
Comunque essere lì con Jun era dannatamente elettrizzante, poteva imbucarsi con lui in qualche angolo e farselo quanto voleva. Così non si stancava a riordinare quel tugurio.
Le punizioni che aveva subito lui erano davvero atroci, quella per lui non era niente.
Genzo pensava che fosse un'ottima occasione per distrarsi dai casini col padre, gli era sempre piaciuta la cantina e per esperienza sapeva che gli armadi chiusi erano sempre quelli che valeva la pena visionare. In tanti anni che era entrato là sotto non li aveva mai aperti tutti, ce n'erano così tanti da far impallidire il servo di un re. E poi comunque Genzo non scendeva mai per esplorare, andava sempre con qualcosa di preciso da prendere. Però visto che c'era, di cose da controllare che non aveva mai visto ce n'erano.
Quando aveva trovato armadi chiusi a chiave non si era mai dato pena ad aprirli perchè non sapeva forzarli, visto poi che ce n'erano molti altri era andato da quelli.
Ma il tempo l'aveva, ora, e si sarebbe divertito ad andare contro la volontà del padre tanto per fare.
Jun non trovava quello un piacevole passatempo ed arricciava il naso ad ogni passo, ma stare lì con Kojiro era comunque bello, lo doveva ammettere. E poi poteva fare liberamente come voleva, non c'erano ficcanasi che avrebbero spiato tutto a suo padre.

- Bene ragazzi... direi di dividerci in settori e coppie. Una coppia fa questa zona, una... - Jun aveva cominciato ad organizzare i lavori convinto che li avrebbero fatti. I ragazzi lo guardarono come fosse impazzito e lui si fermò. - Perchè, avete delle idee migliori? - A parlare fu il suo ragazzo che gli cinse la vita col braccio ed un'aria altamente sadica.
- Certo... una, due, tre... - Alluse con malizia a cose che furono chiare a tutti e Jun, capendolo, arrossì perdendo clamorosamente l'uso della parola. Genzo lo fulminò e gli tirò via il braccio dalla sua schiena e Kojiro lo spinse sul piede di guerra.
- Senti, piantala o ti spalmo sul muro! - Grugnì.
- Lo voglio proprio vedere! - Rispose a tono Genzo spingendolo a sua volta. In un attimo furono presi e separati prima che potessero degenerare e Jun, sospirando paziente, si mise in mezzo guardando prima uno poi l'altro.
- Non cominciate! Non intendo fare tutto il tempo così! -
Fermo e lapidario. Karl lo lodò mentalmente e con uno sguardo apparentemente vuoto ed in realtà complice con Jun, prese Genzo e trascinandolo con compostezza altrove, mormorò:
- Noi ci occupiamo del settore nord-est. - Così dicendo prese carta e penna e sparì.
Jun sospirò e lo ringraziò, quindi riprese la parola come fosse il re del mondo.
- Mettiamo in chiaro una cosa, non intendo stare qua sotto tutta la vita. Noi siamo qua per riordinare e catalogare e lo faremo. Se nel mezzo volete fare altro, fatelo. Ma lavorando! Non ho proprio voglia di passare le mie vacanze invernali qua sotto! - Tipico suo, Kojiro ridacchiando fece come Karl e prendendolo per il braccio lo trascinò via.
- Noi facciamo il nord-ovest! - Non scelse di proposito l'angolo vicino a Genzo, lo fece in automatico. Jun arrossì e fu grato che nessuno lo vedesse. Comunque si ricordò di prendere carta e penna.
In breve Tsubasa e Taro presero l'angolo sud-est mentre Ken e Takeshi il sud-ovest.
Hikaru, rimasto tragicamente solo perchè l'unico non accoppiato, borbottò seccato che così non era proprio per niente divertente e prendendosi il centro decise che sarebbe andato a rompere le palle alle coppie ad intervalli regolari.
Che razza di divertimento è? Me la pagano, quelli... solo perchè sono l'unico senza nessuno! Quelli stronzi si dimenticano cos'è l'amicizia ma vedranno di cosa sono capace! Lo vedranno bene!”
Sapendo i suoi pensieri chiunque avrebbe tremato.
Ovvio.
Sapevano di cosa era capace!
Se non che, di punto in bianco, Hikaru girò la testa verso l'angolo nord-ovest preso da Karl e Genzo ed impallidì di brutto.
Cazzo ma là è dove c'è quel maledetto armadio!”


Genzo cominciò con un calcio ad uno scatolone che rovesciato fece uscire una serie infinita di cassette vecchie del secolo scorso. Alcune erano registrate a mano, altre comprate e di musica. Non ci diede peso un istante di più perchè troppo occupato a brontolare contro Kojiro!
- Non può mica pretendere che mi vada bene lui che tuba con mio fratello! Che lo faccia senza farsi vedere! - Era agguerrito e Karl lo lasciò sfogare. Continuò il prologo per conto suo mentre lui dava la dovuta attenzione alle cassette rovesciate.
Non era normale che in quell'epoca ce ne fossero, non potevano essere state confiscate agli alunni, queste erano di un adulto. Provando a chiedersi di chi, si chinò a raccoglierle e nel mentre lesse. Alcune erano di musica e di gruppi rock degli anni sessanta o settanta. Molte dei Pink Floyd e dei Deep Purple. Non i gusti di Genzo ma quasi. Comunque canzoni che, sapeva bene, Genzo ascoltava.
Karl ebbe in quel momento un'intuizione e voltandosi si guardò meglio intorno. C'erano scatole, scaffali ed armadi ma in quello che vide esposto capì che il sospetto era corretto.
Erano capitati proprio nell'angolo dove il preside Mikami aveva messo la propria roba. Roba che, probabilmente, se era relegata in cantina non voleva venisse toccata.
Poteva evitare di mandarci qua...” Pensò senza sapere niente di quell'armadio in fondo che era di loro competenza.
Alcune cassette erano registrate e da ciò che era scritto sopra capì che dovevano essere di una videocamera vecchio stile che producevano i filmati in cassetta.
Karl non era curioso, non voleva vedere però conosceva Genzo e sapeva che quando avrebbe capito si sarebbe impuntato fino a farlo diventare matto.
Su una era scritto 'Nascita Genzo' con la sua data, su un'altra 'primi passi/primi denti/prime parole'. Dovevano essere dei bei filmati, perchè tenerli lì sotto impolverati?
Karl cercò un modo per vederle, sarebbe bastato ritrovare la videocamera in questione, si sarebbe potuto vedere tutto tramite quella. Di cose ce n'erano, sicuramente Mikami aveva dimenticato tutto quello che esisteva là sotto. Forse pensava che la roba importante fosse negli armadi chiusi a chiave e che i ragazzi, svogliati com'erano, non si sarebbero dati pena per aprirli pur di sbrigarsi.
A quel punto dovette chiederselo.
Ma cosa ci sarà in questi fantomatici armadi chiusi, allora?”
Prima di notare quello in fondo, notò la videocamera in uno scaffale insieme a tutto l'occorrente per accenderla e farla funzionare. Non ne capiva molto ma magari in due...
Vedere Genzo da piccolino doveva essere davvero stimolante!


Kojiro attaccò nel giro di un secondo netto. Non si erano nemmeno appartati meglio nell'angolo più nascosto che prendendo il block-notes e la penna dalla mano di Jun, lo buttò a terra.
Spinse il ragazzo contro un armadio e prendendolo per i fianchi risalì fino al viso. Lo premette col proprio corpo possente e dopo un istante di sguardi incandescenti gli prese le labbra con prepotenza tipica sua.
Jun non respirava e si trovò a contare i propri battiti. Così l'avrebbe ucciso, un giorno, ma almeno sarebbe morto felice.
Era la sensazione più bella che avesse mai provato e gliela stava facendo sentire un quasi sconosciuto.
Certo ormai conosceva abbastanza bene Kojiro ma non quanto altre persone con cui non aveva mai instaurato un vero rapporto.
Forse, con qualcuno, c'era una sorta di destino di mezzo.
Intrecciarono le lingue con frenesia e mentre Jun cercava di calare l'intensità del bacio, Kojiro voleva aumentarla. Voleva uscire dalla bocca e prendersi il resto. Era l'occasione perfetta, nessuno gli avrebbe rotto le scatole.
Meglio di così...
Kojiro allora decise che era ora di andare oltre alle toccatine ed ai baci e l'avrebbe fatto in un posto a lui congeniale. La cantina lo metteva paradossalmente a proprio agio, al contrario di ciò che faceva a Jun che lo inibiva fortemente e lo agitava come fosse visto da dei fantasmi.
Il ragazzo così uscì dalla bocca e cominciò a lasciare scie umide sul viso fino a raggiungere l'orecchio. Grazie a Genzo -mai avrebbe pensato di dirlo- sapeva come si facevano certe cose e siccome imparava bene ed era anche intuitivo, non si sarebbe certo fermato.
Scese sul collo e cominciò a succhiargli la giugulare, quel punto batteva impazzito e si capiva quanto Jun fosse eccitato. Non osava prendere iniziative ma non lo mandava via anzi, gli circondava la schiena ed i capelli con le mani, lo teneva a sé e gli indicava silenzioso di andare avanti.
Dopo avergli lasciato un bel segno scese ad aprirgli i pantaloni. Jun trattenne il fiato ma Kojiro si inginocchiò.
Era il momento.
Era il dannatissimo momento. O lo faceva ora o mai più!
Jun sgranò gli occhi quando lo vide inginocchiarsi e armeggiare coi pantaloni, quindi alzando le braccia di lato impallidì non sapendo proprio cosa dovesse fare a quel punto. Ringraziò solo il fatto di essere solo e che nessuno lo vedesse nel panico.
Lui nel panico!
Bella questa.
Le sue preghiere non furono ascoltate!
- KOJIRO SMETTILA DI FARE IL PORCO C'E' QUALCOSA DI PIU' IMPORTANTE! - La voce tonante di Hikaru arrivò proprio in quel momento ad interromperli e l'imprecazione che uscì dalla bocca della tigre fu qualcosa di irripetibile.
- Kojiro! - Lo ammonì Jun ricomponendosi in fretta e furia rossissimo in viso ed imbarazzato. Però lo rimproverava per l'imprecazione!
- Che cazzo hai si può sapere porca troia? Stavo finalmente facendo quel cazzo che mi pare con lui senza quel rompipalle di Genzo e tu... - Hikaru, per nulla spaventato dalla ferocia dell'amico, lo prese coraggiosamente per le spalle e lo scosse agitato.
- E' proprio questo il punto! - Kojiro non capiva, aveva ancora la mente immersa in Jun.
Cazzo, Jun!”
Pensò infatti Hikaru rendendosi conto che non poteva parlare liberamente con lui lì. Nemmeno l'elaborò, andò completamente ad istinto.
E sembrò cavarsela piuttosto bene...
- Jun ti vogliono Tsubasa e Taro. -
Kojiro fulminò Hikaru come fosse un verme strisciante ma Jun, lieto di poter prendere un po' di respiro per essere stato beccato in modi poco decenti, scappò -pur sempre con grazia- ma ben volentieri.
Rimasti soli Kojiro lo afferrò per i capelli alla sommità del capo pronto a dargli una testata!
- Stronzo, cosa ti salta in mente? -
- Razza di idiota, il settore nord-ovest è dove c'è QUELL'armadio! - Kojiro si spense immediatamente e guardando Hikaru si rese conto di cosa significava.
- Genzo... - Borbottò guardando fulmineo l'angolo in proposito. Non disse altro, si fiondò là dicendo giusto al volo: - Non dobbiamo lasciarlo là! - Hikaru avrebbe voluto ribattere come pensava di riuscirci ma decise di lasciare che si arrangiasse per poi andare da Takeshi e Ken a rompere un po' ai suoi due migliori amici.


Kojiro corse trafelato nella zona pericolosa che avrebbe definito con Hikaru 'la zona rossa' per non farsi capire.
Quando arrivò erano alle prese con delle cassette ed una videocamera da comporre e far funzionare.
- Che diavolo fate? - Chiese spaesato per un istante, non sapendo bene nemmeno lui cosa dire. Sapeva solo che stava diventando matto ed erano appena all'inizio.
Genzo alzò lo sguardo dalle cassette che stava osservando, Karl nemmeno quello.
- Che cazzo te ne frega? - Ecco, gran risposta... La tigre sbuffò e strinse i pugni intenzionato a dargli giù ma cercò di trattenersi. Doveva trovare una soluzione. Si avvicinò alla scatola e vide da solo di cosa si trattava mentre Genzo lo guardava come fosse impazzito. A Kojiro non importava niente delle cassette, stava solo cercando un piano da attuare. Si era precipitato lì senza avere niente in mente.
Quando però lesse 'Nascita Genzo' per poco non si soffocò con la sua stessa saliva e cominciando a tossire convulso, procurandosi così degli sguardi allibiti da Genzo, disse stridulo e istintivo:
- Senti, ti cerca tuo fratello! - Solo così Genzo si sarebbe scrostato da quel posto. Poco importava che nella postazione nord-est non ci fosse più nessuno. Lui lo spedì lì lo stesso.
Così magari nel cercarlo per il resto della cantina sta lontano da qua!”
Genzo si fece dire dov'era e lui lo spedì senza pensarci due volte. Doveva pensare a qualcosa, doveva pensare subito a qualcosa ma da solo proprio non gli veniva nulla.
Rimasto solo con Karl cercò di capire che diavolo stesse facendo. La testa gli esplodeva, voleva gridare e mandare tutti a quel paese ma per Jun doveva cercare di evitare l'apocalisse!
Non aveva il minimo di rapporto con Karl e sicuramente se gli avesse chiesto qualcosa non l'avrebbe calcolato. Però poteva fidarsi e dirgli tutto?
No, Kojiro di natura non si fidava, figurarsi di uno così chiuso ed apparentemente antipatico!
Devo arrangiarmi in qualche modo!”
E così fece.
- Senti... ma lo sai che Hikaru se ne intende di videocamere? Anche io un po' in effetti... se vai a cercarlo e lo porti qua in due potremmo combinare qualcosa, no? - Aveva capito che cercava di assemblare la videocamera vecchia ed era ovvio che non aveva idea di come si facesse, ma almeno se lo portava via da lì ed intanto gli faceva venire Hikaru, in due qualcosa l'avrebbero fatto.
Karl lo fissò freddamente, a Kojiro parve lo insultasse ma non poteva farci niente.
Alla fine senza proferire parola gli consegnò i pezzi che non riusciva a mettere insieme ed andò, sorprendentemente, a fare quello che gli aveva suggerito.
Kojiro, solo, prese il primo respiro di sollievo della giornata.
Dannazione, ed io che volevo farmi Jun in santa pace!”


Genzo, arrivato nell'angolo vuoto cominciò ad insultare Kojiro ma pensando che fosse andato altrove per qualche motivo, cominciò ad esplorare la cantina alla disperata ricerca di suo fratello. In effetti parlarci poteva essere costruttivo. Doveva dirgli di non farsi toccare con lui lì.
Nell'angolo nord-est non c'era, quindi provò nel sud-est.
Nel sud-est trovò Takeshi, Ken ed Hikaru intenti a scoprire l'uso delle manette.
Genzo scosse il capo e passò oltre, non voleva proprio provare ad immaginare di chi fossero quelle manette.
Da Tsubasa e Taro finalmente trovò Jun. I tre conversavano amabilmente mentre facevano il loro lavoro senza chiedersi perchè mai Hikaru avesse mandato Jun lì senza che loro lo cercassero davvero.
Dando per scontato che volessero solo essere aiutati, si diedero da fare. Jun seduto scriveva, Tsubasa tirava fuori la roba e Taro poi la rimetteva bene in ordine con una logica ineccepibile.
I tre funzionavano davvero bene ed erano gli unici a non voler fare gli esploratori.
Nel frattempo parlavano in amicizia serenamente.
- Che c'è? - Chiese Genzo a Jun. Jun lo fissò senza capire.
- Li sto aiutando. Poi andremo insieme a fare il Nord-Est... - Avevano deciso così visto che ormai Kojiro preferiva fare altro non si sapeva bene dove o con chi.
- Non me ne importa! Perchè mi cercavi? - Genzo era seccato, non aveva avuto modo di risolvere bene con Tsubasa e non ne aveva molta voglia. Si erano limitati a parlarsi come niente fosse successo e a sotterrare un'ascia di guerra mai veramente tirata fuori.
- Io non ti cercavo... - Mormorò piano non capendo. Genzo si rabbuiò. Lo prendeva in giro? Poi si rese conto che non l'avrebbe mai fatto e che probabilmente era stata opera di Kojiro.
- Quello stronzo... - Fece per partire ma Jun lo fermò al volo.
- Che c'è? - Genzo si fermò impaziente.
- Quello stronzo mi ha detto che mi cercavi! - Jun si strinse nelle spalle.
- Hikaru è venuto da noi a dirci che Tsubasa e Taro mi cercavano... io pensavo avessero bisogno di una mano... - I ragazzi li guardarono allibiti.
- Noi non abbiamo chiesto niente... - Allora gli stessi sguardi se li scambiarono fra tutti e quattro.
Cosa stavano combinando?

Karl raggiunse Hikaru nella zona sud-est e senza troppi complimenti o spiegazioni borbottò:
- Hyuga ha detto che sai aggiustare le videocamere... - Hikaru non lo sentì nemmeno ed aprendo una scatola si mise a ridere fino alle lacrime vedendo ciò che c'era dentro!
Questo, naturalmente, attirò l'attenzione degli altri tre, persino Karl che, sebbene non volesse mescolarsi a loro, alla fine finì per farlo.
- Guardate cosa c'è qua! - Fece Hikaru continuando a ridere della grossa.
Quando videro Takeshi divenne di mille colori, Ken sghignazzò e Karl alzò addirittura un sopracciglio. Evento!
Dentro c'erano riviste porno gay, preservativi di misura extralarge ed un frustino. Non si poteva di certo non capire a che genere di persone fosse destinato tutto ciò.
Un pubblico maturo, gay e ben dotato.
Hikaru e Ken si guardarono con sguardi accesi -anche se nessuno batteva quello di Hikaru-
- Ma di quale professore sarà tutta questa roba? - Provarono subito a pensarci da soli ma non riuscendo a capire come mai fossero lì in cantina incustoditi, per provare a venirne a capo, Hikaru ordinò concitato:
- Take per favore va a chiamare Tsubasa e Taro! Falli venire tutti qua! Dobbiamo capire! - Come fosse questione di vita o di morte.
Takeshi corse e in pochi istanti giunse Kojiro come se avesse chiamato lui.
- Ehi allora quanto cazzo ci metti? - Karl si riscosse dalla scatola dove era rimasto coinvolto persino lui, pur senza dimostrarlo in modo eclatante come Hikaru. Questi alzò una rivista ed il frustino con aria sadica, molto sadica. E ridendo ancora più di prima.
Kojiro si fermò e si dimenticò all'istante di tutto, persino della missione 'salvaguardiamo la serenità di Jun -e chi se ne frega di Genzo-'
Avvicinatosi sbirciò nella scatola e non evitò il ghigno.
- Cazzo, ma di chi è questa roba? -
- Abbiamo un professore gay che tende al sadomaso e che ha un cazzo bello grande! - Spiegò luminescente Hikaru. Takeshi giunse con gli altri che era andato a chiamare e quando videro rimasero chi allibito, chi fortemente imbarazzato e chi comunque incuriosito.
Gli sguardi di tutti catalizzati lì dentro in quelle riviste porno che ormai stavano sfogliando tutti, nei preservativi più grandi mai visti, nelle manette e nel frustino. E le teorie ingigantivano senza troppi complimenti.
- E' un professore ma perchè mettere tutto qua incustodito? -
- Coma fai a dire che è un professore? - Domanda epica di un logico e tranquillo Ken.
Tutti lo fissarono.
- I preservativi sono XL! - Rispose altrettanto ovvio Hikaru.
- Non significa che siano di un adulto... ci sono ragazzi molto ben dotati dell'ultimo anno... -
A stupire tutti era stato Karl ed i ragazzi, nel chiedersi come potesse saperlo, si misero a contare alla rovescia mentalmente convinti che allo zero la voce di Genzo avrebbe superato i massimi consentiti dalla legge.
Invece niente.
Silenzio.
I sette si guardarono intorno, Karl compreso. Come mai non diceva niente?
Qualcosa non andava... e solo Hikaru e Kojiro, nel non vederlo lì, capirono del pericolo imminente che si stava per verificare sulle loro teste.
- Genzo non è qua... - Disse Hikaru tremonalnte.
- E Jun dov'è? - Kojiro, invece, usò un tono cavernoso e grave.


/ High hopes – Pink Floyd/
Genzo e Jun erano andati insieme nell'angolo Nord-ovest per chiedere a Kojiro che diavolo pensasse di fare ma non avevano trovato nessuno.
Solo i pezzi della videocamera quasi assemblati. Quando la vide Jun la riconobbe subito e si dimenticò di tutto.
L'atmosfera era cambiata improvvisamente e del tutto.
- Oh ma dai... te la ricordi? E' la nostra vecchia videocamera... ti ricordi come funziona? Io sì! - L'avevano usata da piccoli finchè non si erano trasferiti lì. Mikami aveva filmato prevalentemente Jun ma lui poi aveva imparato ad usarla per poter filmare Genzo. C'erano molte videocassette di loro, delle gare di boxe di Genzo o dei saggi di musica di Jun, su in camera loro e nell'ufficio del padre.
- No io non ho mai capito come funzionasse... - Borbottò Genzo sentendosi inferiore a lui in qualcosa.
Jun non gli diede retta e cominciò ad attaccare i pezzi notando delle cassette di cui non aveva mai saputo l'esistenza. Quelle non le avevano mai viste. Leggeva 'Nascita Genzo' ma non l'aveva mai guardata. Com'era possibile?
Ci trafficò mentre il fratello maggiore, disinteressato a qualcosa che non era capace di fare, continuò a guardarsi intorno.
- E' pieno di cose nostre... ma perchè papà le tiene qua? Ha uno studio ed una camera grandissimi... - A volte non capiva proprio quell'uomo e senza la minima intenzione di mettere il naso in cose che non lo riguardavano, lo fece involontariamente.
Scatole, scaffali pieni di vestiti vecchi, libri per bambini, giochi e... e un armadio.
Un armadio non chiuso a chiave. Non notò il fatto che era stato scassinato da un piede di porco.
Jun, intanto, era riuscito ad accendere la videocamera e curioso come poche volte in vita sua era stato, aveva messo su la cassetta che per qualche motivo era stata nascosta a loro in quel modo.
Perchè non fargli vedere la nascita di Genzo? Certo, la loro storia era particolare ma ugualmente era stato un momento felice, no?
Genzo con la loro madre, colei che aveva dato lo stesso sangue ad entrambi... insomma, i padri erano diversi però lei era il punto d'incontro. Ciò che li legava tanto e li accomunava.
Sicuramente era un momento che valeva la pena di essere visto e rivisto come spesso avevano fatto con la sua.
Jun conosceva a memoria la propria, la rivedevano spesso.
Quando schiacciò il play Genzo aprì la porta dell'armadio.
Le immagini scorsero in muto e il ragazzo dai capelli neri fu attratto da un abito raggruppato sul fondo. Era bianco e di veli e... e copriva una foto.
Lo prese, era un abito da sposa.
Jun vide il neonato fra le braccia della donna.
Era piccolo e davvero bruttino, in realtà. Era raro che i neonati fossero belli, capitava ma non appena il primo giorno.
Genzo dimenticò subito il vestito, lo mise da parte e inginocchiato a terra prese la grande foto che una volta doveva essere stata appesa ad un muro.
Due sposi. Lui sicuramente suo padre.
Lei una donna dai capelli neri e ricci, i lineamenti incredibilmente uguali ai propri, anche se ovviamente con qualche differenza...
La stessa donna che Jun stava guardando nel piccolo display della videocamera, colei che teneva in braccio il Genzo appena nato.
Una donna che non era la madre di Jun.