CAPITOLO XXI:
SCHELETRI
NELL'ARMADIO
Se
per Mikami quella doveva essere una punizione si sbagliava di
grosso... i nove ragazzi, una volta raggiunta la cantina, non
esposero un'espressione propriamente sconfitta o angosciata, anzi...
quel posto era come il paese dei balocchi e la maggior parte di loro
godeva molto nel ritrovarsi di nuovo lì con l'autorizzazione del
gran capo!
A
Karl non importava davvero niente ma in cuor suo era contento di
trovarsi lì sotto con Genzo per poterlo distrarre riguardo i
problemi col padre, Tsubasa e Taro lo vedevano come un'occasione per
rafforzare il loro legame, sia fra di loro che col nuovo gruppo di
amici. Ken era sicuro di trovare qualcosa che fosse degno di nota e
Takeshi trovava comunque divertente stare lì con loro. Hikaru non
serviva dirlo... anche se era un po' vagamente teso per la questione
dell'armadio, quella cantina rimaneva un concentrato di cose super in
cui ficcanasare e Kojiro la pensava all'incirca così. Ora che
avevano più o meno risolto la questione era rilassato e poteva
godersi quel soggiorno gratis in mezzo a cibo e... bè, tutto.
Comunque
essere lì con Jun era dannatamente elettrizzante, poteva imbucarsi
con lui in qualche angolo e farselo quanto voleva. Così non si
stancava a riordinare quel tugurio.
Le
punizioni che aveva subito lui erano davvero atroci, quella per lui
non era niente.
Genzo
pensava che fosse un'ottima occasione per distrarsi dai casini col
padre, gli era sempre piaciuta la cantina e per esperienza sapeva che
gli armadi chiusi erano sempre quelli che valeva la pena visionare.
In tanti anni che era entrato là sotto non li aveva mai aperti
tutti, ce n'erano così tanti da far impallidire il servo di un re. E
poi comunque Genzo non scendeva mai per esplorare, andava sempre con
qualcosa di preciso da prendere. Però visto che c'era, di cose da
controllare che non aveva mai visto ce n'erano.
Quando
aveva trovato armadi chiusi a chiave non si era mai dato pena ad
aprirli perchè non sapeva forzarli, visto poi che ce n'erano molti
altri era andato da quelli.
Ma
il tempo l'aveva, ora, e si sarebbe divertito ad andare contro la
volontà del padre tanto per fare.
Jun
non trovava quello un piacevole passatempo ed arricciava il naso ad
ogni passo, ma stare lì con Kojiro era comunque bello, lo doveva
ammettere. E poi poteva fare liberamente come voleva, non c'erano
ficcanasi che avrebbero spiato tutto a suo padre.
-
Bene ragazzi... direi di dividerci in settori e coppie. Una coppia fa
questa zona, una... - Jun aveva cominciato ad organizzare i lavori
convinto che li avrebbero fatti. I ragazzi lo guardarono come fosse
impazzito e lui si fermò. - Perchè, avete delle idee migliori? - A
parlare fu il suo ragazzo che gli cinse la vita col braccio ed
un'aria altamente sadica.
-
Certo... una, due, tre... - Alluse con malizia a cose che furono
chiare a tutti e Jun, capendolo, arrossì perdendo clamorosamente
l'uso della parola. Genzo lo fulminò e gli tirò via il braccio
dalla sua schiena e Kojiro lo spinse sul piede di guerra.
-
Senti, piantala o ti spalmo sul muro! - Grugnì.
-
Lo voglio proprio vedere! - Rispose a tono Genzo spingendolo a sua
volta. In un attimo furono presi e separati prima che potessero
degenerare e Jun, sospirando paziente, si mise in mezzo guardando
prima uno poi l'altro.
-
Non cominciate! Non intendo fare tutto il tempo così! -
Fermo
e lapidario. Karl lo lodò mentalmente e con uno sguardo
apparentemente vuoto ed in realtà complice con Jun, prese Genzo e
trascinandolo con compostezza altrove, mormorò:
-
Noi ci occupiamo del settore nord-est. - Così dicendo prese carta e
penna e sparì.
Jun
sospirò e lo ringraziò, quindi riprese la parola come fosse il re
del mondo.
-
Mettiamo in chiaro una cosa, non intendo stare qua sotto tutta la
vita. Noi siamo qua per riordinare e catalogare e lo faremo. Se nel
mezzo volete fare altro, fatelo. Ma lavorando! Non ho proprio voglia
di passare le mie vacanze invernali qua sotto! - Tipico suo, Kojiro
ridacchiando fece come Karl e prendendolo per il braccio lo trascinò
via.
-
Noi facciamo il nord-ovest! - Non scelse di proposito l'angolo vicino
a Genzo, lo fece in automatico. Jun arrossì e fu grato che nessuno
lo vedesse. Comunque si ricordò di prendere carta e penna.
In
breve Tsubasa e Taro presero l'angolo sud-est mentre Ken e Takeshi il
sud-ovest.
Hikaru,
rimasto tragicamente solo perchè l'unico non accoppiato, borbottò
seccato che così non era proprio per niente divertente e prendendosi
il centro decise che sarebbe andato a rompere le palle alle coppie ad
intervalli regolari.
“Che
razza di divertimento è? Me la pagano, quelli... solo perchè sono
l'unico senza nessuno! Quelli stronzi si dimenticano cos'è
l'amicizia ma vedranno di cosa sono capace! Lo vedranno bene!”
Sapendo
i suoi pensieri chiunque avrebbe tremato.
Ovvio.
Sapevano
di cosa era capace!
Se
non che, di punto in bianco, Hikaru girò la testa verso l'angolo
nord-ovest preso da Karl e Genzo ed impallidì di brutto.
“Cazzo
ma là è dove c'è quel maledetto armadio!”
Genzo
cominciò con un calcio ad uno scatolone che rovesciato fece uscire
una serie infinita di cassette vecchie del secolo scorso. Alcune
erano registrate a mano, altre comprate e di musica. Non ci diede
peso un istante di più perchè troppo occupato a brontolare contro
Kojiro!
-
Non può mica pretendere che mi vada bene lui che tuba con mio
fratello! Che lo faccia senza farsi vedere! - Era agguerrito e Karl
lo lasciò sfogare. Continuò il prologo per conto suo mentre lui
dava la dovuta attenzione alle cassette rovesciate.
Non
era normale che in quell'epoca ce ne fossero, non potevano essere
state confiscate agli alunni, queste erano di un adulto. Provando a
chiedersi di chi, si chinò a raccoglierle e nel mentre lesse. Alcune
erano di musica e di gruppi rock degli anni sessanta o settanta.
Molte dei Pink Floyd e dei Deep Purple. Non i gusti di Genzo ma
quasi. Comunque canzoni che, sapeva bene, Genzo ascoltava.
Karl
ebbe in quel momento un'intuizione e voltandosi si guardò meglio
intorno. C'erano scatole, scaffali ed armadi ma in quello che vide
esposto capì che il sospetto era corretto.
Erano
capitati proprio nell'angolo dove il preside Mikami aveva messo la
propria roba. Roba che, probabilmente, se era relegata in cantina non
voleva venisse toccata.
“Poteva
evitare di mandarci qua...” Pensò senza sapere niente di
quell'armadio in fondo che era di loro competenza.
Alcune
cassette erano registrate e da ciò che era scritto sopra capì che
dovevano essere di una videocamera vecchio stile che producevano i
filmati in cassetta.
Karl
non era curioso, non voleva vedere però conosceva Genzo e sapeva che
quando avrebbe capito si sarebbe impuntato fino a farlo diventare
matto.
Su
una era scritto 'Nascita Genzo' con la sua data, su un'altra 'primi
passi/primi denti/prime parole'. Dovevano essere dei bei filmati,
perchè tenerli lì sotto impolverati?
Karl
cercò un modo per vederle, sarebbe bastato ritrovare la videocamera
in questione, si sarebbe potuto vedere tutto tramite quella. Di cose
ce n'erano, sicuramente Mikami aveva dimenticato tutto quello che
esisteva là sotto. Forse pensava che la roba importante fosse negli
armadi chiusi a chiave e che i ragazzi, svogliati com'erano, non si
sarebbero dati pena per aprirli pur di sbrigarsi.
A
quel punto dovette chiederselo.
“Ma
cosa ci sarà in questi fantomatici armadi chiusi, allora?”
Prima di notare
quello in fondo, notò la videocamera in uno scaffale insieme a tutto
l'occorrente per accenderla e farla funzionare. Non ne capiva molto
ma magari in due...
Vedere Genzo da
piccolino doveva essere davvero stimolante!
Kojiro attaccò
nel giro di un secondo netto. Non si erano nemmeno appartati meglio
nell'angolo più nascosto che prendendo il block-notes e la penna
dalla mano di Jun, lo buttò a terra.
Spinse il
ragazzo contro un armadio e prendendolo per i fianchi risalì fino al
viso. Lo premette col proprio corpo possente e dopo un istante di
sguardi incandescenti gli prese le labbra con prepotenza tipica sua.
Jun non
respirava e si trovò a contare i propri battiti. Così l'avrebbe
ucciso, un giorno, ma almeno sarebbe morto felice.
Era la
sensazione più bella che avesse mai provato e gliela stava facendo
sentire un quasi sconosciuto.
Certo ormai
conosceva abbastanza bene Kojiro ma non quanto altre persone con cui
non aveva mai instaurato un vero rapporto.
Forse, con
qualcuno, c'era una sorta di destino di mezzo.
Intrecciarono le
lingue con frenesia e mentre Jun cercava di calare l'intensità del
bacio, Kojiro voleva aumentarla. Voleva uscire dalla bocca e
prendersi il resto. Era l'occasione perfetta, nessuno gli avrebbe
rotto le scatole.
Meglio di
così...
Kojiro allora
decise che era ora di andare oltre alle toccatine ed ai baci e
l'avrebbe fatto in un posto a lui congeniale. La cantina lo metteva
paradossalmente a proprio agio, al contrario di ciò che faceva a Jun
che lo inibiva fortemente e lo agitava come fosse visto da dei
fantasmi.
Il ragazzo così
uscì dalla bocca e cominciò a lasciare scie umide sul viso fino a
raggiungere l'orecchio. Grazie a Genzo -mai avrebbe pensato di dirlo-
sapeva come si facevano certe cose e siccome imparava bene ed era
anche intuitivo, non si sarebbe certo fermato.
Scese sul collo
e cominciò a succhiargli la giugulare, quel punto batteva impazzito
e si capiva quanto Jun fosse eccitato. Non osava prendere iniziative
ma non lo mandava via anzi, gli circondava la schiena ed i capelli
con le mani, lo teneva a sé e gli indicava silenzioso di andare
avanti.
Dopo avergli
lasciato un bel segno scese ad aprirgli i pantaloni. Jun trattenne il
fiato ma Kojiro si inginocchiò.
Era il momento.
Era il
dannatissimo momento. O lo faceva ora o mai più!
Jun sgranò gli
occhi quando lo vide inginocchiarsi e armeggiare coi pantaloni,
quindi alzando le braccia di lato impallidì non sapendo proprio cosa
dovesse fare a quel punto. Ringraziò solo il fatto di essere solo e
che nessuno lo vedesse nel panico.
Lui nel panico!
Bella questa.
Le sue preghiere
non furono ascoltate!
- KOJIRO
SMETTILA DI FARE IL PORCO C'E' QUALCOSA DI PIU' IMPORTANTE! - La voce
tonante di Hikaru arrivò proprio in quel momento ad interromperli e
l'imprecazione che uscì dalla bocca della tigre fu qualcosa di
irripetibile.
- Kojiro! - Lo
ammonì Jun ricomponendosi in fretta e furia rossissimo in viso ed
imbarazzato. Però lo rimproverava per l'imprecazione!
- Che cazzo hai
si può sapere porca troia? Stavo finalmente facendo quel cazzo che
mi pare con lui senza quel rompipalle di Genzo e tu... - Hikaru, per
nulla spaventato dalla ferocia dell'amico, lo prese coraggiosamente
per le spalle e lo scosse agitato.
- E' proprio
questo il punto! - Kojiro non capiva, aveva ancora la mente immersa
in Jun.
“Cazzo, Jun!”
Pensò infatti
Hikaru rendendosi conto che non poteva parlare liberamente con lui
lì. Nemmeno l'elaborò, andò completamente ad istinto.
E sembrò
cavarsela piuttosto bene...
- Jun ti
vogliono Tsubasa e Taro. -
Kojiro fulminò
Hikaru come fosse un verme strisciante ma Jun, lieto di poter
prendere un po' di respiro per essere stato beccato in modi poco
decenti, scappò -pur sempre con grazia- ma ben volentieri.
Rimasti soli
Kojiro lo afferrò per i capelli alla sommità del capo pronto a
dargli una testata!
- Stronzo, cosa
ti salta in mente? -
- Razza di
idiota, il settore nord-ovest è dove c'è QUELL'armadio! - Kojiro si
spense immediatamente e guardando Hikaru si rese conto di cosa
significava.
- Genzo... -
Borbottò guardando fulmineo l'angolo in proposito. Non disse altro,
si fiondò là dicendo giusto al volo: - Non dobbiamo lasciarlo là!
- Hikaru avrebbe voluto ribattere come pensava di riuscirci ma decise
di lasciare che si arrangiasse per poi andare da Takeshi e Ken a
rompere un po' ai suoi due migliori amici.
Kojiro corse
trafelato nella zona pericolosa che avrebbe definito con Hikaru 'la
zona rossa' per non farsi capire.
Quando arrivò
erano alle prese con delle cassette ed una videocamera da comporre e
far funzionare.
- Che diavolo
fate? - Chiese spaesato per un istante, non sapendo bene nemmeno lui
cosa dire. Sapeva solo che stava diventando matto ed erano appena
all'inizio.
Genzo alzò lo
sguardo dalle cassette che stava osservando, Karl nemmeno quello.
- Che cazzo te
ne frega? - Ecco, gran risposta... La tigre sbuffò e strinse i pugni
intenzionato a dargli giù ma cercò di trattenersi. Doveva trovare
una soluzione. Si avvicinò alla scatola e vide da solo di cosa si
trattava mentre Genzo lo guardava come fosse impazzito. A Kojiro non
importava niente delle cassette, stava solo cercando un piano da
attuare. Si era precipitato lì senza avere niente in mente.
Quando però
lesse 'Nascita Genzo' per poco non si soffocò con la sua stessa
saliva e cominciando a tossire convulso, procurandosi così degli
sguardi allibiti da Genzo, disse stridulo e istintivo:
- Senti, ti
cerca tuo fratello! - Solo così Genzo si sarebbe scrostato da quel
posto. Poco importava che nella postazione nord-est non ci fosse più
nessuno. Lui lo spedì lì lo stesso.
“Così magari
nel cercarlo per il resto della cantina sta lontano da qua!”
Genzo si fece
dire dov'era e lui lo spedì senza pensarci due volte. Doveva pensare
a qualcosa, doveva pensare subito a qualcosa ma da solo proprio non
gli veniva nulla.
Rimasto solo con
Karl cercò di capire che diavolo stesse facendo. La testa gli
esplodeva, voleva gridare e mandare tutti a quel paese ma per Jun
doveva cercare di evitare l'apocalisse!
Non aveva il
minimo di rapporto con Karl e sicuramente se gli avesse chiesto
qualcosa non l'avrebbe calcolato. Però poteva fidarsi e dirgli
tutto?
No, Kojiro di
natura non si fidava, figurarsi di uno così chiuso ed apparentemente
antipatico!
“Devo
arrangiarmi in qualche modo!”
E così fece.
- Senti... ma lo
sai che Hikaru se ne intende di videocamere? Anche io un po' in
effetti... se vai a cercarlo e lo porti qua in due potremmo combinare
qualcosa, no? - Aveva capito che cercava di assemblare la videocamera
vecchia ed era ovvio che non aveva idea di come si facesse, ma almeno
se lo portava via da lì ed intanto gli faceva venire Hikaru, in due
qualcosa l'avrebbero fatto.
Karl lo fissò
freddamente, a Kojiro parve lo insultasse ma non poteva farci niente.
Alla fine senza
proferire parola gli consegnò i pezzi che non riusciva a mettere
insieme ed andò, sorprendentemente, a fare quello che gli aveva
suggerito.
Kojiro, solo,
prese il primo respiro di sollievo della giornata.
“Dannazione,
ed io che volevo farmi Jun in santa pace!”
Genzo, arrivato
nell'angolo vuoto cominciò ad insultare Kojiro ma pensando che fosse
andato altrove per qualche motivo, cominciò ad esplorare la cantina
alla disperata ricerca di suo fratello. In effetti parlarci poteva
essere costruttivo. Doveva dirgli di non farsi toccare con lui lì.
Nell'angolo
nord-est non c'era, quindi provò nel sud-est.
Nel sud-est
trovò Takeshi, Ken ed Hikaru intenti a scoprire l'uso delle manette.
Genzo scosse il
capo e passò oltre, non voleva proprio provare ad immaginare di chi
fossero quelle manette.
Da Tsubasa e
Taro finalmente trovò Jun. I tre conversavano amabilmente mentre
facevano il loro lavoro senza chiedersi perchè mai Hikaru avesse
mandato Jun lì senza che loro lo cercassero davvero.
Dando per
scontato che volessero solo essere aiutati, si diedero da fare. Jun
seduto scriveva, Tsubasa tirava fuori la roba e Taro poi la rimetteva
bene in ordine con una logica ineccepibile.
I tre
funzionavano davvero bene ed erano gli unici a non voler fare gli
esploratori.
Nel frattempo
parlavano in amicizia serenamente.
- Che c'è? -
Chiese Genzo a Jun. Jun lo fissò senza capire.
- Li sto
aiutando. Poi andremo insieme a fare il Nord-Est... - Avevano deciso
così visto che ormai Kojiro preferiva fare altro non si sapeva bene
dove o con chi.
- Non me ne
importa! Perchè mi cercavi? - Genzo era seccato, non aveva avuto
modo di risolvere bene con Tsubasa e non ne aveva molta voglia. Si
erano limitati a parlarsi come niente fosse successo e a sotterrare
un'ascia di guerra mai veramente tirata fuori.
- Io non ti
cercavo... - Mormorò piano non capendo. Genzo si rabbuiò. Lo
prendeva in giro? Poi si rese conto che non l'avrebbe mai fatto e che
probabilmente era stata opera di Kojiro.
- Quello
stronzo... - Fece per partire ma Jun lo fermò al volo.
- Che c'è? -
Genzo si fermò impaziente.
- Quello stronzo
mi ha detto che mi cercavi! - Jun si strinse nelle spalle.
- Hikaru è
venuto da noi a dirci che Tsubasa e Taro mi cercavano... io pensavo
avessero bisogno di una mano... - I ragazzi li guardarono allibiti.
- Noi non
abbiamo chiesto niente... - Allora gli stessi sguardi se li
scambiarono fra tutti e quattro.
Cosa stavano
combinando?
Karl raggiunse
Hikaru nella zona sud-est e senza troppi complimenti o spiegazioni
borbottò:
- Hyuga ha detto
che sai aggiustare le videocamere... - Hikaru non lo sentì nemmeno
ed aprendo una scatola si mise a ridere fino alle lacrime vedendo ciò
che c'era dentro!
Questo,
naturalmente, attirò l'attenzione degli altri tre, persino Karl che,
sebbene non volesse mescolarsi a loro, alla fine finì per farlo.
-
Guardate cosa c'è qua! - Fece Hikaru continuando a ridere della
grossa.
Quando
videro Takeshi divenne di mille colori, Ken sghignazzò e Karl alzò
addirittura un sopracciglio. Evento!
Dentro
c'erano riviste porno gay, preservativi di misura extralarge ed un
frustino. Non si poteva di certo non capire a che genere di persone
fosse destinato tutto ciò.
Un
pubblico maturo, gay e ben dotato.
Hikaru
e Ken si guardarono con sguardi accesi -anche se nessuno batteva
quello di Hikaru-
-
Ma di quale professore sarà tutta questa roba? - Provarono subito a
pensarci da soli ma non riuscendo a capire come mai fossero lì in
cantina incustoditi, per provare a venirne a capo, Hikaru ordinò
concitato:
-
Take per favore va a chiamare Tsubasa e Taro! Falli venire tutti qua!
Dobbiamo capire! - Come fosse questione di vita o di morte.
Takeshi
corse e in pochi istanti giunse Kojiro come se avesse chiamato lui.
-
Ehi allora quanto cazzo ci metti? - Karl si riscosse dalla scatola
dove era rimasto coinvolto persino lui, pur senza dimostrarlo in modo
eclatante come Hikaru. Questi alzò una rivista ed il frustino con
aria sadica, molto sadica. E ridendo ancora più di prima.
Kojiro
si fermò e si dimenticò all'istante di tutto, persino della
missione 'salvaguardiamo la serenità di Jun -e chi se ne frega di
Genzo-'
Avvicinatosi
sbirciò nella scatola e non evitò il ghigno.
-
Cazzo, ma di chi è questa roba? -
-
Abbiamo un professore gay che tende al sadomaso e che ha un cazzo
bello grande! - Spiegò luminescente Hikaru. Takeshi giunse con gli
altri che era andato a chiamare e quando videro rimasero chi
allibito, chi fortemente imbarazzato e chi comunque incuriosito.
Gli
sguardi di tutti catalizzati lì dentro in quelle riviste porno che
ormai stavano sfogliando tutti, nei preservativi più grandi mai
visti, nelle manette e nel frustino. E le teorie ingigantivano senza
troppi complimenti.
-
E' un professore ma perchè mettere tutto qua incustodito? -
-
Coma fai a dire che è un professore? - Domanda epica di un logico e
tranquillo Ken.
Tutti
lo fissarono.
-
I preservativi sono XL! - Rispose altrettanto ovvio Hikaru.
-
Non significa che siano di un adulto... ci sono ragazzi molto ben
dotati dell'ultimo anno... -
A
stupire tutti era stato Karl ed i ragazzi, nel chiedersi come potesse
saperlo, si misero a contare alla rovescia mentalmente convinti che
allo zero la voce di Genzo avrebbe superato i massimi consentiti
dalla legge.
Invece
niente.
Silenzio.
I
sette si guardarono intorno, Karl compreso. Come mai non diceva
niente?
Qualcosa
non andava... e solo Hikaru e Kojiro, nel non vederlo lì, capirono
del pericolo imminente che si stava per verificare sulle loro teste.
-
Genzo non è qua... - Disse Hikaru tremonalnte.
-
E Jun dov'è? - Kojiro, invece, usò un tono cavernoso e grave.
Genzo
e Jun erano andati insieme nell'angolo Nord-ovest per chiedere a
Kojiro che diavolo pensasse di fare ma non avevano trovato nessuno.
Solo
i pezzi della videocamera quasi assemblati. Quando la vide Jun la
riconobbe subito e si dimenticò di tutto.
L'atmosfera
era cambiata improvvisamente e del tutto.
-
Oh ma dai... te la ricordi? E' la nostra vecchia videocamera... ti
ricordi come funziona? Io sì! - L'avevano usata da piccoli finchè
non si erano trasferiti lì. Mikami aveva filmato prevalentemente Jun
ma lui poi aveva imparato ad usarla per poter filmare Genzo. C'erano
molte videocassette di loro, delle gare di boxe di Genzo o dei saggi
di musica di Jun, su in camera loro e nell'ufficio del padre.
-
No io non ho mai capito come funzionasse... - Borbottò Genzo
sentendosi inferiore a lui in qualcosa.
Jun
non gli diede retta e cominciò ad attaccare i pezzi notando delle
cassette di cui non aveva mai saputo l'esistenza. Quelle non le
avevano mai viste. Leggeva 'Nascita Genzo' ma non l'aveva mai
guardata. Com'era possibile?
Ci
trafficò mentre il fratello maggiore, disinteressato a qualcosa che
non era capace di fare, continuò a guardarsi intorno.
-
E' pieno di cose nostre... ma perchè papà le tiene qua? Ha uno
studio ed una camera grandissimi... - A volte non capiva proprio
quell'uomo e senza la minima intenzione di mettere il naso in cose
che non lo riguardavano, lo fece involontariamente.
Scatole,
scaffali pieni di vestiti vecchi, libri per bambini, giochi e... e un
armadio.
Un
armadio non chiuso a chiave. Non notò il fatto che era stato
scassinato da un piede di porco.
Jun,
intanto, era riuscito ad accendere la videocamera e curioso come
poche volte in vita sua era stato, aveva messo su la cassetta che per
qualche motivo era stata nascosta a loro in quel modo.
Perchè
non fargli vedere la nascita di Genzo? Certo, la loro storia era
particolare ma ugualmente era stato un momento felice, no?
Genzo
con la loro madre, colei che aveva dato lo stesso sangue ad
entrambi... insomma, i padri erano diversi però lei era il punto
d'incontro. Ciò che li legava tanto e li accomunava.
Sicuramente
era un momento che valeva la pena di essere visto e rivisto come
spesso avevano fatto con la sua.
Jun
conosceva a memoria la propria, la rivedevano spesso.
Quando
schiacciò il play Genzo aprì la porta dell'armadio.
Le
immagini scorsero in muto e il ragazzo dai capelli neri fu attratto
da un abito raggruppato sul fondo. Era bianco e di veli e... e
copriva una foto.
Lo
prese, era un abito da sposa.
Jun
vide il neonato fra le braccia della donna.
Era
piccolo e davvero bruttino, in realtà. Era raro che i neonati
fossero belli, capitava ma non appena il primo giorno.
Genzo
dimenticò subito il vestito, lo mise da parte e inginocchiato a
terra prese la grande foto che una volta doveva essere stata appesa
ad un muro.
Due
sposi. Lui sicuramente suo padre.
Lei
una donna dai capelli neri e ricci, i lineamenti incredibilmente
uguali ai propri, anche se ovviamente con qualche differenza...
La
stessa donna che Jun stava guardando nel piccolo display della
videocamera, colei che teneva in braccio il Genzo appena nato.
Una
donna che non era la madre di Jun.