CAPITOLO XXVII:
DIFFICILE LA
VERITA'
Hikaru premette
le labbra su quelle di Jun ma non ebbe il coraggio di fare altro, non
sapeva nemmeno come si baciava; teneva gli occhi stretti ed il cuore
batteva impazzito, come corresse la maratona.
L'emozione fu
sorprendentemente forte e Hikaru si perse ogni altro ragionamento
mentre si lasciava andare.
Era bello
baciarlo.
Questo sarebbe
stato un gran problema, in effetti.
Quando Jun tornò
in sé lo spinse, furono pochi secondi di bacio, un bacio a stampo.
Il tempo per il
cuore di Hikaru di fare capriole e di volerne ancora.
Jun era anche
arrossito mentre, sconvolto e shockato, guardava Hikaru seduto
davanti a sé.
- Io non
intendevo questo... non con me... io sono... - Stava per dire
impegnato ma Hikaru in quel momento si rese conto di cosa aveva fatto
e coprendosi il viso imprecò.
- Kojiro, cazzo!
Merda! Sono impazzito! - Poi si alzò e cominciò a camminare per la
camera come una furia, parlando a ruota libera e concitato. - Vedi
che tutto questo parlare di provare mi ha fatto fare una cazzata?
Porco cane, ora che faccio? Kojiro è un mio amico e mi ucciderà!
No! Come ho potuto? È che tu parlavi tanto di provare con un amico
e... ed io ho pensato a chi fra i miei amici potevo baciare. Ed ho
pensato 'bacerei Jun' e così l'ho fatto! Io non ragiono! Sono troppo
impulsivo! - Jun, basito dal fiume di parole, si alzò per fermarlo.
- Hikaru
calmati... è... è stato solo un bacio... improvviso... e non
ragionato... - Voleva dire che Kojiro avrebbe capito ma era sicuro
che non avrebbe capito.
- Mi prenderà a
pugni! - Jun non poté negarlo.
- Questo è
altamente probabile, ma poi ti perdonerà... - Anche se non ne era
proprio sicurissimo.
Hikaru non
sapeva se sentirsi sollevato o angosciato.
- Non lo so... -
Jun però non sapeva nemmeno lui come risolvere la questione, in
effetti si era fatta improvvisamente delicata.
Loro lo
mandavano in avanscoperta per capire che genere di persone gli
piacessero e finivano per baciarsi?
Beh, l'aveva
fatto Hikaru...
Per lo meno era
chiaro il genere...
- Cosa facciamo
ora? - Chiese Hikaru spaventato.
Jun cercò di
mantenersi calmo ed il risultato fu soddisfacente.
Con pacatezza si
sistemò un po' la frangia dalla fronte ed i vestiti, poi si assicurò
di avere un colorito normale.
- Glielo diciamo
e ti prendi la punizione da uomo! - Hikaru però improvvisamente non
si sentiva un uomo. E lo guardò altamente spaventato.
- Io... io...
non sono pronto, mi serve tempo! - Jun ridacchiò, era davvero preso
male.
- No, se aspetti
non glielo dici più. Se vuoi lo faccio io in separata sede ma
preparati perchè ovunque sarai ti troverà. Io cercherò di
spiegargli e fargli capire come è andata ma appena avrà chiaro il
fatto che mi hai baciato non capirà più nulla! -
Hikaru, la cui
mente era molto ingegnosa, cominciò a pensare ad una soluzione per
rimanere vivo.
- Potrei
chiedere a Genzo se lo blocca... è l'unico in grado di riuscirci...
sai, se tu glielo dici e quello si mette a correre e ti semina e
arriva da me, mi fa fuori. Però se ci mettiamo tutti in palestra e
chiamiamo anche Genzo, Karl, Ken e Tsubasa, in quattro riusciranno a
fermarlo! Così una volta che si ferma e smette di scalciare, puoi
fargli capire com'è andata... - Jun sospettava che stesse esagerando
ma poi in effetti capì che magari non aveva torto.
- Ok, lo faremo
con gli altri. Così forse non esagera troppo. -
- Sì... perchè
è impensabile l'idea di nasconderglielo, vero? - Testò Hikaru
speranzoso. Jun ridacchiò di nuovo, composto.
- Per me non
sarebbe un grosso problema perchè io sono famoso per nascondere le
cose. Genzo mi definisce yakuza. Ma mi sembra che sei tu quello
incapace di tacerlo. E poi moralmente è sbagliato non dirglielo. Non
è stato nulla, solo un bacio impulsivo. A stampo per di più... -
Hikaru continuava a non essere molto convinto ma sapeva che ci poteva
fare poco. Era vero.
Non sarebbe
stato capace di tenere la bocca chiusa specie con lui.
Alla fine si
arrese e funereo fece:
- Ok... ok... mi
arrendo... glielo diremo... va bene... organizziamoci un attimo,
però! Facciamo stasera dopo cena? - Jun sorrise per l'aria
angosciata che aveva e annuì.
- Chiederò a
Genzo e gli altri di esserci... -
- Tanto ci
saranno comunque... anche se volessimo farlo solo noi gli altri
starebbero a spiarci, fidati! A questo punto tanto vale che ci siano!
- Hikaru li conosceva e Jun si distrasse tornando all'argomento
principale.
- E quindi la
risposta ai tuoi dubbi? - Hikaru capì cosa intendeva ed arrossì ed
era la prima volta che gli capitava. Jun pensò che fosse normale.
- Ecco... beh,
penso che potrei essere del club... solo che devo provare anche altri
generi per saperlo meglio... - Detto questo uscì di corsa prima che
a Jun venisse la geniale idea di fargli altre domande intelligenti.
Una volta fuori,
diretti verso la sala mensa dagli altri, Hikaru ripensò turbato al
bacio. Era stato bello ed aveva paura che lo fosse stato perchè era
Jun, non solo perchè era un ragazzo e basta.
La cosa lo
preoccupava ma di questo non poteva certo parlarne con qualcuno.
Era una
situazione potenzialmente difficile già complicata così.
“Comunque non
accadrà più!”
Asserì alla
fine fra sé e sé.
Non poteva
nemmeno immaginare che fosse una cosa molto più semplice di quello
che pensava... il primo bacio funge da imprinting... ti colpisce e
spesso ti piace solo per il fatto in sé, per l'idea... e ti convinci
che sia per quello che te l'ha dato... fraintendere il primo bacio è
una cosa da tutti, ma Hikaru non poteva averne certo idea.
Gli altri erano
rimasti un po' in sala ricreativa, prima di alzarsi ed avviarsi
lentamente alla sala mensa.
Erano rimasti
basiti dalla reazione di Hikaru e confrontandosi era venuto fuori che
alla fin fine a parte una conoscenza generale non lo conoscevano.
- Ma com'è che
è entrato nel gruppo... chi di noi è stato il primo a conoscerlo? -
Chiese Tsubasa sorpreso che nessuno sapesse niente di lui.
Tsubasa e Taro
erano i suoi compagni di camera ma erano stati messi insieme non da
subito, prima erano passati alcuni mesi ed Hikaru aveva cambiato
molte camere e compagni.
Allora Takeshi
riflettendoci si rese conto che doveva essere lui il primo.
- Forse io. Era
in classe con me. E' arrivato al primo anno ma nonostante avesse
dieci anni non sapeva né leggere né scrivere. In poco son girate
moltissime voci... dicevano che non era mai andato a scuola, che
viveva da solo, che ha dato fuoco a casa sua... - Gli altri lo
ascoltavano sorpresi, non avevano mai avuto idea di tutte quelle
cose. - Io però non ci potevo credere. Cioè sì, era
scolasticamente indietro, però che vivesse da solo e avesse dato
fuoco a casa non ci ho mai creduto, però avvicinarlo era
impossibile, non comunicava con nessuno, era totalmente asociale. Per
cui non gli ho mai chiesto niente di sé. Era sempre con un
insegnante di sostegno che lo aiutava nelle lezioni e nei compiti. Lo
stesso che ha adesso nel doposcuola. Si è messo al pari in fretta
anche se resta in generale indietro. -
- Come ci sei
diventato amico? - Chiese curioso Genzo.
- E' stato
difficile. Io lo salutavo sempre e cercavo di essere gentile e
disponibile, mi offrivo per aiutarlo o per fargli compagnia...
all'inizio nemmeno rispondeva, poi ha cominciato piano piano a
fidarsi ed alla fine si è attaccato a me. Nel giro di poco è
cambiato molto, è diventato molto socievole fino ad essere quello
che conosciamo oggi. Però è socievole con chi considera amico. Ed
in ogni caso non si apre, non mi ha mai detto la sua storia ed io non
ho mai insistito. È un po' particolare, resta selvatico ma su una
base simpatica e allegra. È un po' complicato... - Takeshi cercava
di spiegare Hikaru ma non era facile, era veramente anomalo.
- L'impressione
che ho avuto io è che abbia capito il meccanismo. Come funziona il
mondo qui fuori... - Disse Ken che era stato il suo secondo amico.
- Dici che per
dieci anni ha vissuto da recluso? - Chiese senza peli sulla lingua
Genzo, cominciava ad incuriosirsi molto di quel ragazzo con cui ci
aveva sempre avuto poco a che fare.
- Non saprei,
però da come si comportava all'inizio sembrerebbe... solo che è un
ragazzo sveglio e quindi è riuscito ad ambientarsi prima degli
altri, ha fatto molti progressi per uno che ha passato... beh,
qualunque cosa sia! -
- E' arrivato in
camera nostra dopo il suo primo anno, so che aveva cambiato molte
stanze. Hanno scelto la nostra perchè siamo due ragazzi socievoli...
- Stava spiegando Tsubasa. - Però quando è arrivato era già bene,
poi noi non siamo invadenti, abbiamo aspettato che fosse lui a
parlarci. -
- Chiaro che
eravate i compagni ideali... - Rifletté Genzo.
- Certo che di
storie ce ne sono, qua dentro... - Disse poi Takeshi rattristato
all'idea di quello che poteva aver passato Hikaru.
Kojiro in tutto
questo era rimasto in silenzio e pensieroso. Nemmeno la sua, di
storia, era molto meglio. Ascoltando quella di Hikaru, o quella che
poteva esserlo, capiva che tutti quelli lì dentro non erano molto
più felici di lui.
Però ora
parevano stare tutti meglio.
“Solo che
superarlo davvero non è facile...”
Disse fra sé e
sé.
Quando si
ritrovarono in mensa, Jun ed Hikaru avevano delle espressioni strane.
O meglio.
Jun era serafico
e tranquillo come al solito, mentre Hikaru era nervoso e agitato come
un felino in procinto di attaccare.
Tutti si
chiesero cosa fosse successo, forse avevano litigato... il fatto che
Jun non mostrasse emozioni non era indicativo, ma sicuramente
qualcosa era accaduto. Hikaru era un libro aperto in quel momento.
Tuttavia nessuno
capì, solo Genzo si avvicinò e sussurrò la sua impressione a Karl
sotto voce.
- E' successo
qualcosa fra loro due... - Karl alzò un sopracciglio
impercettibilmente mentre, in fila coi vassoi in mano per prendersi
il cibo, osservava i due nuovi arrivati. - Fidati, conosco mio
fratello. Quando ha quell'aria da yakuza nasconde qualcosa di
importante, solo che non si scucirà mai. Il punto è cosa! -
Karl non era
particolarmente interessato, quindi non approfondì.
Tuttavia Genzo
continuò a rifletterci per conto proprio.
Doveva essere
qualcosa di grosso.
Si trattenne per
tutta la cena durante la quale Hikaru si scusò per la sfuriata di
prima e soprattutto con Genzo, contro il quale aveva inveito.
- Pensavo di
fare qualche prova in qualche club per vedere se mi piace qualcosa...
e ai corsi ci penserò al momento della scelta... - Disse per
mostrarsi volenteroso di migliorare. Era il suo modo di scusarsi e
mettere le cose a posto, quindi tutti cominciarono a parlare dei club
che c'erano per fargli avere un'idea di cosa poteva tentare.
Ce ne erano
molti e non tutti erano pieni di iscritti. Il minimo era cinque, per
poterli aprire.
Il più popolare
era quello di arti marziali, naturalmente. Questione di cultura
giapponese, dopotutto. Le attività che si associavano meglio alla
loro cultura, che in patria erano più popolari, erano anche quelli
più gettonati. Poi c'erano discreti iscritti anche nel club di
musica ed arte. Nel primo c'era Jun, nel secondo Taro. Mentre,
com'era ormai noto, Genzo, Karl, Kojiro, Ken e Tsubasa erano in
quello di lotta.
Takeshi era in
quello di scienze.
- Ho un'idea! -
Fece Genzo allegro il quale si stava trovando sempre meglio con loro.
- Che ne dici se dopo cena andiamo in palestra e fai subito una prova
con noi? Tanto c'è un rappresentante per ogni categoria e poi
comunque Tsubasa sa fare tutto! - Hikaru, preso alla sprovvista e con
la testa decisamente più da un'altra parte, accettò.
Jun guardò
subito suo fratello chiedendosi se avesse capito qualcosa, aveva
fatto esattamente quello che aveva sperato facesse. Poi capì che
aveva solo avuto fortuna.
- E sull'arte
che mi dici? Ti piace disegnare? - Hikaru guardò Taro e si strinse
nelle spalle vago, aveva ancora la testa da un'altra parte.
- Non ho mai
tenuto una matita in mano se non per geometria... non sono
particolarmente preciso... - Taro sorrise.
- Non significa
niente, magari sei portato per il disegno libero. Beh, capirai subito
se sei portato o se ti piace, non ci metterai più di un
pomeriggio... - Voleva tranquillizzarlo perchè magari non aveva mai
provato pensando che fossero cose lunghe da capire.
- Ma ci sarà
qualcosa per cui hai predisposizione. Cosa fai tutte quelle ore da
solo? - Chiese Ken il quale non si era mai interessato al tempo
libero del suo amico. Lui nel periodo di pausa dal suo club, aveva
passato quel tempo studiando, dormendo o leggendo. Hikaru aveva
sempre trovato quelle attività noiose.
- Beh... -
Hikaru a quel punto dovette pensarci, si grattò la nuca e si sforzò.
Non gli piaceva rispondere a tante domande, odiava le interrogazioni
per quello. Però erano amici o per lo meno qualcosa che si
avvicinava molto.
- Io... mi piace
fare scherzi ed esplorare... è questo che faccio nel mio tempo
libero. Esploro, faccio passeggiate per l'istituto... e faccio
scherzi! Se sono elaborati mi faccio aiutare... -
Avevano già
assaggiato il suo talento per organizzare scherzi e ricordandolo si
misero tutti a ridere.
- Perfino Jun ci
ha aiutato quella volta! Che momento memorabile! - Disse Genzo
ridendo della grossa. Jun scosse il capo ed Hikaru evitò teso di
guardarlo. Karl, che stava cercando di capire se Genzo avesse
ragione, captò l'elettricità insolita e cominciò ad intuire di
cosa poteva trattarsi.
Forse Hikaru
aveva un debole per Jun ed era venuto fuori in quella chiacchierata
di prima.
- Se lo mettete
di nuovo in mezzo per le vostre stronzate vi spacco le ossa! - Tuonò
poco simpaticamente Kojiro il quale si accendeva tanto solo per lui,
ormai.
- Tu eri il
primo ad attuare il piano! - Gli ricordò Genzo il quale
semplicemente si divertiva a stuzzicarlo.
- Perchè era
divertente, ma non lo è stato quando Jun ha dovuto far finta di
avere un infarto! Cazzo! - Kojiro sventolava il coltello come se
fosse un'arma e Genzo prese il suo cominciando a combattere come
avessero due spade.
- E levami
questa cosa dalla faccia! - Disse infatti. Ma stava ridendo mentre lo
beccava e Kojiro finì per tirargli un po' d'acqua per averla vinta.
Genzo rispose con la caraffa. E poi scappò di corsa a gambe levate.
Kojiro, bagnato
come un pulcino, rimase basito per circa dieci secondi, la bocca
aperta, gli occhi sgranati. Incredulo che l'avesse fatto.
Poi scattò
dietro Genzo, fuori dalla sala mensa, insultandolo a nastro.
I ragazzi
rimasti guardarono il pantano fatto scuotendo le teste sconsolati.
- Ma cos'è
andato storto, con loro? - Chiese Ken il quale non si capacitava di
come potessero sempre esagerare e finire per farsi la guerra.
- Non ne ho
idea, forse hanno preso delle botte in testa da piccoli e non si sono
più ripresi! - Rispose Hikaru distratto dalla scenetta.
- Ma possibile
mai che ad un goccio d'acqua quello debba rispondere con una caraffa
intera? Ha gli equilibri in disordine! - Esclamò Jun asciugandosi la
guancia schizzata e non sapendo come rimediare per il casino del
tavolo e del pavimento intorno a lui. Era un tugurio.
- Solo gli
equilibri? - Disse Karl freddo.
- Io direi
piuttosto il cervello intero! - Ribatté Ken. A quel punto, mentre
qualcuno rideva, dall'altra parte della sala cominciarono a sentirsi
le urla degli inservienti per il macello regnante.
- E ADESSO CHI
PULISCE, EH? - I ragazzi rimasti si fissarono allibiti perdendosi il
resto delle parole che proseguivano e vedendo che l'omaccione si
avvicinava portando stracci e secchi, Hikaru afferrò istintivamente
Jun e Taro e si alzò cominciando a correre fuori, Ken e Takeshi lo
imitarono e Tsubasa ovviamente li seguì.
Prima di dire
'ma' erano tutti sulla scia di Genzo e Kojiro a correre per i
corridoi, per scappare dall'ennesima punizione.
Ridendo come
matti.
Hikaru correva
primo di tutti e l'adrenalina per quello che avevano fatto ed il
divertimento vero e proprio, avevano preso il posto di tutte le
preoccupazioni di prima. Per un momento pensò che potesse lasciar
perdere tutto e dedicarsi come sempre a quelle cazzate, che non
c'erano cose serie a cui pensare.
Poi però si
ritrovò in palestra, sempre seguendo gli schiamazzi degli insulti di
Genzo e Kojiro.
E capì che i
giochi erano improvvisamente finiti.
Si fermò di
colpo una volta dentro e addosso a lui gli finirono tutti gli altri
che lo spinsero involontariamente a terra.
Il mondo stava
per cambiare, era probabile... o forse i rapporti.
O forse le sue
connotazioni facciali!
Però Hikaru
sperò che non succedesse niente.
Lo sperò
ardentemente.
Le risate lo
distrassero di nuovo, Genzo era seduto su Kojiro. Precisamente sulla
sua nuca.
- Toglimi il tuo
culo dalla testa! - Ruggiva da sotto con voce cavernosa ed infuriata.
- E perchè mai?
Ho finalmente trovato la mia sedia! Dove eri finita, sedia? - Lo
prendeva in giro Genzo. Kojiro stava per strappargli i gioielli di
famiglia quando Jun intervenne con la sua solita calma.
- Il tuo cuscino
è il mio ragazzo e se non vuoi che prenda provvedimenti dovresti
alzarti. - Lo disse come se avesse detto che fuori si era messo a
piovere. Molto calmo e sereno. Tutti si fermarono guardando la scena
interessati. Questo non poteva certo fermare Genzo!
Eppure,
sorprendentemente, questi si alzò subito come un gattino ammansito.
E tutti
fischiarono stupiti.
- Cosa è
successo? Hai paura di Jun?! - Hikaru non ci credeva e mentre Kojiro
si alzava tornando a respirare, aiutato da Jun, Genzo rispondeva
senza problemi.
- Hai idea di
cosa sono i suoi provvedimenti? Lui ha un cervello troppo elaborato.
Riuscirebbe a farmi credere che sto per morire e a convincermi che
sto soffrendo come un cane anche se in realtà sono sano come un
pesce! - Ovviamente nessuno ci poteva credere anche se sapevano
l'abilità di Jun.
- Dai che
esagerato... non ha mica dei poteri magici! -
- Jun detiene la
mia psiche in mano! Non sfidatelo mai, la spunterà sempre! E
soprattutto non perde mai! Non so come fa ma riesce sempre ad
arrivare ovunque vuole! -
Naturalmente la
dote piaceva ad Hikaru il quale rideva divertito come gli altri.
- Allora
eviteremo di farlo arrabbiare! - Accordarono gli altri.
- In questo caso
non so chi mi fa più paura... se il cervello di Jun, la cattiveria
pura di Genzo ed il suo sadismo o la furia assassina di Kojiro. -
Disse Takeshi ridendo. In effetti non aveva torto ma Hikaru sapeva
bene la risposta.
- A me la furia
assassina di Kojiro! - Questi, preso in causa, guardò l'amico.
- Beh, è
difficile che picchio un amico... ne ho pochissimi però quei
pochi... cioè dei presenti picchierei solo Genzo! -
- Usi il
condizionale perchè non ci riesci mai anche se ci provi? - Genzo non
poteva lasciarlo in pace, era troppo divertente farlo arrabbiare.
Kojiro ci cascava ogni volta e mentre loro ricominciavano a fare la
lotta da wrestling a tappeto, come era il loro solito passatempo
preferito, Jun ed Hikaru si scambiarono uno sguardo complice. Hikaru
impallidì terrorizzato.
- Io non ne
sarei così sicuro. - Disse alla fine facendosi coraggio. Era meglio
dirglielo lì e subito con tutti gli altri. Perchè almeno in venti
che erano potevano impedirgli di ucciderlo.
Poteva tenere la
bocca chiusa, si disse, ma in un'ora sola con lui aveva già
cominciato a non rivolgergli la parola quando solitamente parlava
quasi solo con lui... non poteva andare avanti per molto.
Kojiro e Genzo
si fermarono incuriositi da questa affermazione strana.
- Di cosa? Che
picchio solo Genzo? - Hikaru accennò ad un sorrisino che si spense
perchè c'era qualcosa di molto più importante di cui parlare.
- No... che non
picchieresti nessuno dei tuoi amici... - Kojiro non capiva ma Genzo e
Karl ovviamente ebbero conferma dei loro sospetti e si fecero
attenti. Anche Jun era serio.
Stava per
succedere qualcosa ma gli altri lo capirono tardi.
Kojiro stesso
non ci stava arrivando.
- Ma dai... sì,
sono selvatico però una volta che mi lego... - Per lui era anche
difficile dire quelle cose, però erano vere.
Hikaru si fece
forza cercando di rimanere a debita distanza.
- Magari dipende
da cosa fanno i tuoi amici... ci sono certe cose su cui sicuramente
non passeresti sopra... - Kojiro non capiva dove voleva andare a
parare, mentre per gli altri ormai era chiaro che voleva andare a
parare su qualcosa di particolare.
- Immagino di
sì, non lo so... per il momento ho solo voi come amici e non mi
avete ancora fatto niente da portarmi a picchiarvi. Genzo non fa
testo. Non è mio amico. È solo qua e basta! - Però non risero ed
Hikaru proseguì pallido e con enorme sforzo, gli si leggeva in
faccia che c'era qualcosa di importante.
Ora Kojiro si
sentiva montare da una strana ansia e Genzo si avvicinò
istintivamente a lui pronto ad intervenire, dopo aver visto lo
sguardo attento e consapevole di Jun.
- Non è
difficile immaginare cosa ti spingerebbe a picchiare uno di noi... -
La stava prendendo molto larga per essere uno solitamente diretto.
Non era facile dirlo.
- Del tipo? -
Kojiro era sempre più inquieto, non si stava divertendo più.
Hikaru era
strano.
- Del tipo...
guai a chi ti tocca Jun... -
Si fece cupo
istintivamente, come un animale che ha un presagio brutto.
Genzo fermo
dietro di lui, Jun accanto.
- Certo, per lui
picchierei chiunque, anche il mio migliore amico... che saresti tu,
penso... - non ne era molto sicuro. Qualcosa lo faceva vacillare.
Hikaru inghiottì a vuoto. Si sentiva pessimo, tremendo e sbagliato.
La prima volta
che si spingeva verso qualcuno e lo baciava e lo faceva col moroso
del suo amico. Come aveva potuto?
Il peggio era
che gli era piaciuto.
Ora si
guardavano seri e penetranti, come se capissero cosa stavano
intendendo. Come se capissero... che stava per succedere, come se
ormai fosse quasi chiaro e mancasse solo un particolare. Un maledetto
particolare. Quelle parole che potevano ferire più delle mani.
- E se te lo
dicessi? - Kojiro si perse o per lo meno preferì perdersi.
- Cosa diavolo
stai dicendo, Hikaru? - a questo punto l'amico sospirò, abbassò gli
occhi, lo stomaco chiuso in una morsa. Poi tornò a guardarlo e lo
disse.
- Prima ho
baciato Jun. Sono stato io, si parlava di varie cose e non so cosa mi
è successo. Ho voluto provare e l'ho fatto. Solo dopo me ne sono
reso conto... - Non c'era da chiedergli scusa. Come poteva
dimenticarsi che Jun era il moroso di Kojiro?
Non era una cosa
digeribile con uno 'scusa'.
Kojiro in quel
momento si spense, il cervello si disattivò e non capì esattamente
niente. Dovette ripeterselo qualche volta prima di realizzarlo.
Strinse gli occhi come due fessure sottili e affilate. Due lame
acuminate.
- Cosa hai fatto
tu?! - Il tono basso e teso di chi trattiene un'esplosione. Genzo e
Karl pronti a scattare per fermarlo, Jun teso che non sapeva cosa
dire. Era strano che non lo sapesse, ma sul momento non gli veniva
niente di utile perchè sapeva che sarebbe stato tutto inutile.
- Ho baciato
Jun. Non ragionavo. È stata colpa mia. Ora picchiami se vuoi. Non
succederà più! -
Genzo pensò che
non fossero idee da dargli e Kojiro fu quasi più veloce del suo
pensiero.
Lo scatto in
effetti fu da primato, ma fortunatamente fra tutti i campioni di
lotta che c'erano riuscirono a fermarlo.
Genzo gli prese
le braccia e Ken da davanti circondò completamente il suo busto,
pronto in una mossa per atterrarlo in caso di reazione.
Kojiro era con
tutti i muscoli tesi a spingere verso Hikaru, lo voleva raggiungere e
fermare.
Genzo allora lo
prese meglio da dietro e si assicurarono che non si muovesse.
- LASCIATEMI! -
Ruggì Kojiro incapace di dire qualcos'altro. Non riusciva a dire
niente di sensato, voleva solo picchiarlo e demolirlo. Sentiva una
rabbia cieca da dentro che confondeva col dolore e la delusione.
Dopo un po' che
non ne provava, aveva perso la capacità di sopportare.
Si era
rammollito, si disse. Una volta non avrebbe avuto punti deboli,
nessuno avrebbe potuto avere modi per ferirlo. Non così.
- Kojiro,
perdonami... stavo... mi stavo confidando e lui mi stava dicendo che
se ero confuso bisognava provare ed io mi sono detto che non sapevo
nemmeno com'era baciare qualcuno. E lui era lì e l'ho baciato! -
- E TI SEMBRA
CHE BASTI?! - Urlò furibondo. Nessuno diceva niente ma ascoltavano
attenti e colpiti da cosa accadeva. Dispiaciuti.
C'era sempre
qualcosa per qualcuno, possibile?
- No che non
basta. Mi stavo facendo un elenco degli amici a cui potevo chiedere
il favore di farmi provare un bacio! Perchè non capisco chi mi
piace, cosa mi piace, né se qualcosa che mi piace c'è! Ed ho
pensato che mi sarei fatto baciare da Genzo, da te, da Jun e da Taro!
Così lui era lì e... e mi sono dimenticato di chiedergli se potevo!
Ero agitato, nervoso, esasperato! Vado in tilt in certi casi! Non
ragiono! -
Hikaru sperava
lo capisse ma lo vedeva ancora nero di rabbia, spingeva contro Ken
per sfuggire da Genzo e andargli contro.
- HAI BACIATO IL
MIO RAGAZZO, HIKARU! E SEI MIO AMICO! CAZZO! PER UNA STUPIDA PROVA! -
Hikaru non
sapeva più che dire.
- E' questo che
ho fatto. Ho sbagliato ma non significava niente! Andava meglio se lo
facevo con te? Se non ci fosse stato lui, avrei baciato te! Volevo
solo provare un bacio, dannazione! -
Cercava di
fargli capire che era solo una prova e niente di più.
- CAZZO LO
DOVEVI CHIEDERE! A TUTTI E DUE! - Kojiro sembrava incapace di
ragionare ancora, come che se non l'avesse picchiato non avrebbe mai
smesso di tirare e spingere.
- Non l'ho
violentato! Era solo uno stupido bacio! Smettila! - Con questo si
rivelò tagliente e seccato ma fu un modo per spegnere Kojiro che
smise di urlare.
Ora lo voleva
anche uccidere.
- Direi che
basta così. Sai, Kojiro. Non pensavo fosse necessario dirtelo perchè
è stata una cosa priva di significato, come uno di quegli stupidi
giochi che fate voi. Tu e Genzo fate la lotta, lui mi ha baciato!
Però sapevo che lui era troppo corretto per nascondertelo. Allora
l'ho sostenuto. - Quando Kojiro capì che non voleva dirglielo, fu
anche peggio. Ma contro di lui non riusciva ad urlare e si odiò per
questo.
- Ma bene!
Niente di importante, eh? Tu sei il mio ragazzo e lui il mio migliore
amico. Un bacio non è giocare alla lotta! Tu vivi fuori dal mondo! -
Con questo, vedendo che era calmo, lo lasciarono andare. Kojiro si
sistemò la maglietta e fissò carico di risentimento prima Hikaru
poi Jun. Dopo di che scosse il capo amaro e semplicemente se ne andò.
Non poteva
credere davvero che per lui non fosse nulla di particolare. Non
poteva.
L'aveva baciato!