NOTE:
è la mia prima fanfic in assoluto e si capisce, al tempo
avevo 15 anni ed era yaoi e sul mio manga preferito in
assoluto. Sono contenta d'averla scritta e mi
piace abbastanza anche se rifacendola ora sarebbe un po' diversa in
alcune parti. E' vecchia e con molti errori che ho cercato di
correggere per quanto potevo ora. La danza del fuoco è
l'inizio del mio cammino
di scrittrice e non rinnego nulla, quindi ho lasciato la trama com'era,
con un Takuya OOC e certe cose che ora non scriverei per nulla al mondo!
Preparatevi, non è il meglio che io abbia mai
scritto ed anche i personaggi stessi, Akane e Hitonari, non li
conoscevo bene
come ora, così come non conoscevo bene il loro stile, modo
di parlare e di
fare. Io ero anche molto romantica a quel tempo, forse pure sdolcinata.
Non è
la migliore che abbia scritto ma leggendola capirete quando io sia
progredita
(so che ho ancora molta strada da fare, ora, ma rispetto ad allora mi
sento
sicuramente un po' più avanti!).
E'
coi POV dei due protagonisti alternati.
Vi
auguro buona lettura.
Baci
Akane
LA
DANZA DEL
FUOCO
"Merda,
merda, merda!
Maledizione,
mille volte maledizione!
Accidentaccio!
Perché? Eh? Perché sono così ansioso e
teso?
In fin
dei conti sto solo andando da quel musone di Hiragi e allora
perché
cazzo sono così?
Forse
perché è la prima volta che ci vado da solo;
già
di solito c’è sempre Sumire, ma stavolta sono
stato io a
dirle che sarei tornato per conto mio.
Ma
comunque chissenefrega dei perché e dei per come?
Senza
contare i per quando!
E poi
odio fare supposizioni inutili, quelle le fa Sumire, non io!
In
fondo devo solo chiedergli di fare due tiri con me a basket, inoltre
non c’era neanche agli allenamenti, oggi, e questo non
è da
lui; già, proprio no!
Mal che
vada mi riderà in faccia e finiremo in rissa come al solito.
A
pensarci bene sembra che io e lui riusciamo a comunicare solo
attraverso il basket e i pugni; bè, almeno siamo originali!
Ma se è
vero tutto ciò, perché sto quasi correndo per
arrivare
da lui?
Basta!
Adesso basta veramente!
Mi è
venuta voglia di lui e con ciò?
Cioè,
mi è venuta voglia di stare con lui, certo, ma sempre per
via
del basket.
E’
solo basket!
Come mi
odio quando penso così tanto, mi prenderei a pugni in questi
momenti! Anzi ora chiedo a Hiragi di farlo al posto mio,
così
sono sicuro che non si fermerà all’ultimo momento,
come
invece farei io. Ovvio, gli altri li picchio divinamente e senza
problemi, ma quando si tratta di auto picchiarmi il discorso cambia!
Bè,
questa non è un’idea tanto intelligente: invece di
scazzottarmi, scazzotterò il primo che mi viene sotto mano,
tanto l’importante è sfogarsi, no?
Ecco,
dietro quest’angolo c’è il suo
appartamento… ma chi è
che disturba i sacri pensieri del sacro Akane Tachibana?
Che
razza di urla sono mai queste? Sono due ragazzi…
aspetta… io
conosco queste voci… sono Hiragi e suo fratello.
Che
stress, quel rompipalle non si arrende mai?
Bè,
ha vita difficile con lui; lo conosco abbastanza da poter affermare
che non cederà mai, Hiragi. Non ho mai incontrato nessuno
più
testone di lui, oltre a me, ovviamente!
All’apparenza
non sembrerebbe, perché è molto riflessivo e
chiuso,
alcuni direbbero addirittura freddo, ma io ho visto come prende fuoco
quando le sue aspettative vengono deluse, quando si insiste troppo su
qualcosa di inammissibile per lui, quando gli viene toccato
ciò
che è sacro…
Poi
allo stesso modo in cui prende fuoco si calma e sembra che si spenga,
ma invece è sempre lì in attesa di scaldare
qualcuno
col suo incredibile calore, che sale e scende in continuazione ma che
non si spegnerà mai. È un fuoco dai colori caldi
e
passionali; magari non sembra vero tutto ciò ma si deve
saper
percepire l’immensità della sua anima,
un’anima che chiede
solo di scaldare, di amare qualcuno che lo capisca senza fargli dire
parole o compiere gesti inutili. Una volta che l’hai capito
è
impossibile non restarne attratti, affascinati… scatta in te
un’irrefrenabile impulso di proteggere quel fuoco incredibile
pronto a darti tutto.
E io
questo l’ho sentito.
- Ma
come è possibile che tu non capisca
l’inutilità del
tuo comportamento?! Come puoi insistere nell’affermare che tu
ami
tutto questo? Stai facendo una vita da schifo e sicuramente non
sfonderai mai nel basket, come hai sempre voluto.
Devi
capire che non è solo divertimento, se lo pratichi e lo
prendi
seriamente, come fai tu, poi diventa anche un dovere e non puoi
prendertela comoda iscrivendoti in una scuola in cui la squadra di
basket cade a pezzi e giocare per vincere è un optional;
stare
là ti sta rovinando, ti stai circondando di gente che non ha
midollo e lo stare con loro sta facendo diventare così anche
te. Dai solo delusioni, sei sempre stato un buono a nulla ma pensavo
che crescendo saresti cambiato, evidentemente mi sbagliavo; non sai
neanche accettare l’aiuto che ti viene offerto per poter
finalmente
diventare qualcuno…-
Come
può quel bastardo dire queste cose a suo fratello?
L’unico
che non è niente e che è vuoto, qui, è
lui, di
certo non Hitonari.
- Come
puoi credere di me quelle cose? Eppure dovresti conoscermi. Ma non me
ne frega, dì pure quello che vuoi…
però non devi
toccare loro. Finalmente sono circondato da qualcuno che può
assomigliare ad un amico; specialmente uno non devi azzardarti a
sfiorare, se sono ancora io questo lo devo solo a lui. -
Pazzesco,
che tono basso e deciso, tutto diverso da Takuya Hiragi che urla come
un pazzo; ha uno sguardo talmente minaccioso… e poi gli
occhi…
quel colore dorato che è sempre attento a tutto e con un
fondo
di tristezza ora è infuocato, stà per esplodere e
quando lo farà saranno guai per quell’imbecille.
- Ah
si! Ti riferisci a quel moccioso di Akane Tachibana, vero? Quello non
può aiutare proprio nessuno… è un
bamboccio che si
atteggia a salvatore con fare da spaccone. Anzi, sai che ti dico? Che
è proprio lui che ti ha rovinato… che ti fa dire
assurdità
come amare il basket e robe varie… Tachibana è
solo un… -
STOCK!
- Non
permetterti neanche di nominarlo, non ne sei degno! -
Evvaiii!!!
Grande Hitonari! E cosa aspettavi? Che ti insultasse ancora?
Ma un
momento… cosa ha detto? Che io…
- Molto
bene… ti sei fatto i muscoli, eh Hitonari? Mi hai fatto
finire a
terra. Vedo che questo è diventato l’unico modo
per parlare
con te… allora ti assecondo volentieri! -
STOCK!
Brutto
fottuto bastardo, come osi colpire così Hitonari? Solo io
posso!
Al
diavolo! Sono venuto fin qua per stare con lui ed ora quel coglione
mi sta mandando tutto all’aria… eh no!
Scaglio
con forza la palla che ho portato ma non mi basta per mantenere il
sangue freddo, allora corro, sono una furia; stringo il pugno e alzo
il braccio all’altezza della spalla… sento tutti i
muscoli
tendersi sempre di più, finché, arrivato davanti
a
quella faccia che voglio massacrare, lo faccio partire ed esplode in
piena faccia di quell’animale che ormai non merita neanche un
nome.
Per non cadere continuo a correre per qualche altro metro, poi mi
giro a guardarlo e vedo con soddisfazione che è andato a
terra
per la seconda volta, quindi vado verso Hitonari che è
rimasto
esterrefatto dalla mia apparsa fulminea.
Ci
guardiamo negli occhi, il suo sguardo mi fa veramente impazzire ma
noto anche il suo zigomo sinistro rosso che si sta gonfiando, allora
il sangue comincia a ribollirmi di nuovo nelle vene e mi volto con
estrema lentezza, lo guardo dall’alto, ho i pugni chiusi e le
unghie conficcate nella pelle, i muscoli sono al limite…
sento un
lampo attraversare il mio sguardo e capisco che la ragione mi ha
abbandonato lasciando il posto all’istinto.
Con la
coda dell’occhio vedo che anche Hitonari si è
voltato verso
suo fratello. Takuya si alza in piedi, è ancora
più
furibondo di prima, non gli è bastata la lezione.
-
Tachibana, non c’è bisogno che ti intrometti, sono
questioni
di famiglia, vattene prima che perda la pazienza anche con
te… -
- E’
proprio quello che voglio! -
Socchiudo
gli occhi e faccio un sorriso accattivante; voglio sfidarti, voglio
umiliarti, voglio che per questo momento la pazzia si impadronisca di
me e so che Hitonari ha capito le mie intenzioni e non farà
niente per fermarmi, non questa volta. Quando sarà il tempo
giusto mi fermerò da solo. Tuttavia Takuya è
troppo
stupido per capire cosa lo attende… e accetta la sfida.
E’
lui a fare la prima mossa cercando di colpirmi con un montante;
già,
‘cercando’ perché non ci riesce dal
momento che lo schivo
velocemente.
Lo
ritrovo di fianco, tutto sbilanciato alla mia destra; ha giusto il
tempo di alzare la testa per guardarmi che gli mollo subito un
manrovescio. E’ ancora in piedi, ora è bilanciato
a circa 2
o 3 metri di distanza da me.
Parte
subito al contrattacco colpendomi con un destro in pieno viso; questa
volta era un diretto, infatti il naso comincia a farmi alquanto male;
non mi aspettavo che avesse una ripresa così rapida, inoltre
i
suoi movimenti sono molto veloci: non per niente è un
campione
di basket universitario!
L’adrenalina
mi scorre nelle vene sempre più intensamente.
Prendo
la spinta per saltare e con un calcio volante lo colpisco: gli prendo
tutta la parte sinistra della testa.
Nonostante
ciò, però, rimane in piedi facendosi leva con la
gamba
destra, ho il tempo di atterrare e di girarmi verso di lui che vedo
un pugno schiantarsi nel mio zigomo sinistro.
Adesso
basta, sono stufo!
Mi
arriva un gancio nell’angolo della bocca. Bastardo, mi hai
pure
fatto uscire sangue; me lo asciugo con il polso sinistro con fare
lento ma deciso mentre lo fisso negli occhi… ora te la
faccio
sparire io la soddisfazione dal viso!
Dopo
l’ultimo colpo mi è rimasto stupidamente vicino,
allora, con
entrambe le mani, lo afferro per il colletto della tuta e gli do una
testata in fronte poi, senza mollarlo, gli assesto una bella
ginocchiata in pieno stomaco; sento che le gambe gli cedono ma
continua a guardarmi lo stesso con la sua aria da superiore.
Bene,
te la sei cercata!
Sempre
tenendolo per il bavero lo spingo per terra… che stupido,
non si
regge nemmeno in piedi ma fa lo sbruffone, ora capisco
perché
Hitonari non lo sopporta… mi metto in ginocchio a cavalcioni
sopra
di lui, con la sinistra continuo a tenere alzata la testa di Takuya,
mentre la destra lo colpisce ripetutamente in viso.
Voglio
cancellare l’espressione sprezzante dalla sua faccia, voglio
che
non si avvicini più a Hitonari, che capisca che se lo
farà
di nuovo lo massacrerò ancora… voglio fargliela
pagare per
tutte le volte che lo ha ferito e per tutto ciò che gli ha
detto!
Ad un
tratto un fulmine squarcia il cielo illuminandolo con un fragore
tremendo. Ormai è sera e il cielo si è annuvolato
minacciosamente.
Sono
tornato in me finalmente; ho i muscoli del corpo più
rilassati, il braccio che fino a un secondo fa era teso e colpiva
quell’idiota, ora è abbassato lungo i fianchi, la
mano
sinistra continua a sostenere Takuya Hiragi che, nonostante tutti i
pugni che si è preso, è ancora sveglio e
cosciente ma
con gli occhi chiusi e il respiro affannato. Ha sangue che esce dalle
labbra e dal naso, senza contare tutti i lividi.
Guardandolo
mi rendo conto che forse ho esagerato un po’ però
quando
perdo il controllo lo perdo veramente, mica per finta! Che diamine!
Lo
mollo e mi alzo, lo guardo un’ultima volta quindi gli dico:
- Ehi,
ce la fai ad alzarti e a camminare? Comunque da queste parti
c’è
un albergo, sta per piovere… ti conviene darti una pulita
prima:
hai un aspetto pietoso. Ed ora che ho terminato la comunicazione
d’obbligo addio e non tornare più! -
Mi giro
senza aspettare una risposta, ma sento che si sta alzando quindi,
tranquillo per non avere un’anima sulla coscienza, mi avvio
verso
Hitonari che, in disparte, ha assistito a tutta la scena; ha lo
sguardo serio e pensieroso. Chissà se ce l’ha con
me per
aver ficcato come sempre il naso negli affari altrui.
-
Hitonari, me ne vado, ma non credere che mi rassegni… so che
non è
qua quello di cui hai bisogno… - Il fratello scemo, dopo
aver detto
la sua stronzata, se ne va ma noto, però, che gli occhi di
Hitonari sono tornati tristi e non lo sopporto.
Ed è
proprio a questo punto che qualcosa comincia a cambiare intorno a
me…
che succede? Sta girando tutto, perché Hitonari non si
ferma?
La testa mi scoppia, le orecchie e le tempie mi bruciano, sento
dolori lancinanti allo zigomo sinistro, alla fronte, al naso e
all’angolo della bocca. Maledizione, ora che sono calmo mi
vengono
fuori tutti i dolori per i pugni presi… comincio a vedere
degli
strani e fastidiosi puntini neri finché non diventa tutto
nero.
Ha
preso a piovere con tanto di tuoni ma li sento lontani, così
come lo è la voce di Hitonari che mi chiama; accidenti, le
gambe si piegano, vorrei rispondergli però non mi esce la
voce
allora gli prendo un lembo della camicia lasciata fuori dai jeans e
mezza slacciata. Lui mi afferra le spalle e mi scuote anche se io non
ho più forza e, appoggiata la testa sulla sua spalla, ho
solo
il tempo di sentire le sue braccia cingermi la schiena che perdo i
sensi abbandonandomi fra le sue braccia. L’ultimo pensiero
coerente
che ho è che il suo corpo emana un calore incredibile
nonostante il diluvio che si è scatenato."
"Oh
Santo Cielo, è svenuto, e adesso che faccio?
Merda,
come se non bastasse piove a dirotto con tanto di tuoni!
Bè,
intanto lo porto dentro, prima che ci prendiamo un accidente.
Povero,
però! Guarda che lividi che ha… certo, ne ha date
tante, ma
ne ha anche prese.
Che
incosciente, solo lui poteva mettersi a litigare al posto di qualcun
altro, con uno più grande di lui e il bello è che
ha
avuto la meglio! E’ unico!
Cavoli,
ma quanto pesa? Per fortuna che non devo fare molta strada con lui in
braccio, il mio appartamento è qui sopra e sempre che non mi
ammazzi salendo le scale arrivo subito in casa.
Ecco
qua, lo metto nel mio letto ma sarebbe meglio che si togliesse questi
vestiti fradici, anche perché altrimenti mi bagna le
lenzuola…
Bah,
questo non si sveglia più; io intanto gli tolgo la camicia;
guarda, è ancora quella dell’uniforme scolastica,
non è
neanche andato a casa. Dev’essere venuto subito da me,
chissà
poi perché… conoscendolo gli sarà
venuta voglia di
fare due tiri con me a basket e dal momento che non c’ero
agli
allenamenti ha deciso di venire senza avvertire nessuno.
Tachibana
è fatto così, quando si rende conto di volere
qualcosa,
se la prende senza porsi domande.
Ok,
dato che questo continua a dormire io gliela tolgo, la camicia!
Mi
siedo vicino a lui e comincio a slacciargli i bottoni piano quindi
gliela apro lasciando scoperto il petto e l’addome. Non ha
neanche
una canottiera sotto… bè, è
comprensibile, ormai
siamo in estate e fa sempre più caldo, a parte qualche
temporale di poco conto.
Gliela
sfilo lentamente infilando le mani sotto la stoffa bagnata che
aderisce incredibilmente al corpo, inevitabilmente vengo a contatto
con la sua pelle umida, scendo dalle spalle fino ai bicipiti e
continuo questa specie di carezza fino all’avambraccio, poi,
finalmente arrivato alle mani gliele prendo e faccio scivolare via
completamente le maniche.
Per
togliergliela dalla schiena gli passo il braccio destro dietro le
spalle alzandolo delicatamente, con l’altro gliela tiro via.
Mentre
faccio questa manovra osservo attentamente la sua espressione per
vedere se si sveglia e mi rendo conto che in questo momento siamo
molto vicini, i nostri visi si sfiorano.
Sento
il suo respiro lento e regolare sulle mie labbra e vengo assalito da
una strana sensazione mai provata prima, estremamente piacevole.
Controvoglia
lo appoggio di nuovo al cuscino e sistemo la camicia strafonda su una
sedia vicino al letto.
Lo
guardo, ora è a torso nudo e, lo devo proprio ammettere, ha
un
bel corpo. Mi sembra strano trovarmi inebetito a fare certe
considerazioni ma vengo distratto dai suoi pantaloni bagnati.
Arrossisco violentemente. Quelli non ho nessuna intenzione di
toglierglieli, ci si ammala nei polmoni, nei bronchi, non nelle gambe
e quelle anche se rimangono bagnate non fa niente!
Appena
si sveglia gli faccio fare una bella doccia calda, intanto lo copro
con le lenzuola e gli metto qualcosa su quei lividi prima che
diventino viola. Gli tolgo le scarpe e vado a prendere del ghiaccio.
Lo metto sopra le botte più evidenti e fatto anche questo
non
mi resta che aspettare.
Sono
ancora seduto nel letto vicino ad Akane e mentre fisso un punto vuoto
ecco che mi riaffiorano alla mente le parole di mio fratello.
‘So
che non è qua quello di cui hai
bisogno…’
-
Stronzate! - Dico ad alta voce, l’ira per un momento mi
pervade ma
lascia subito il posto ad una delusione e disperazione infinite.
Non sa
un cazzo! Cosa può saperne lui? Non c’è
bisogno di
sforzarsi per una cosa del genere… chiedo solo di essere
amato…
Lui
parla di successo e non di basket, del mio basket; parla di strade da
percorrere in solitudine; per far felice chi, poi? Per il bene di
chi?
Qua ho
trovato ciò che mi può aiutare veramente, ho
trovato
colui che mi può dare quello di cui ho bisogno. Il mio
sguardo
si sposta sul viso di Akane e sento che lui l’ha capito.
Finalmente
non dovrò più parlare e fare gesti inutili per
farmi
capire.
Tuttavia
non è detto che me lo voglia donare…
Ecco,
che cos’è quello che sento ora? E’ paura
di essere
respinto per l’ennesima volta, paura di soffrire ancora,
paura di
essere abbandonato di nuovo, paura di tornare vuoto come prima
d’incontrarlo… sento le lacrime inondare i miei
occhi e il mio
viso, non riesco più a fermarle. Maledizione, e lui si sta
svegliando proprio ora… si porta la mano sugli occhi
togliendosi il
ghiaccio dalla fronte e dallo zigomo colpito, lo guardo, non si
è
ancora accorto di me però io non riesco più a
fermare
il pianto che ho tenuto represso per troppo tempo.
Alcune
mie lacrime cadono sulla sua mano, quella che ha tenuto ferma accanto
a me , quindi si scosta l’altra dal viso e con occhi
spalancati mi
guarda allibito, a questo punto il suo sguardo cambia. È
come
se all’improvviso capisse tutto.
Lentamente
si tira su, ora è a pochissimi centimetri da me, vedo i suoi
occhi neri come la notte più scura e profonda, senza confini
e
orizzonti, che assumono un’espressione indecifrabile, dopo di
che
cambiano nuovamente ed è come vedere un universo dove vi si
legge chiaramente un amore immenso e profondo. Mi sembra di esserne
risucchiato. Sento le lacrime che nonostante ciò continuano
a
cadere copiose.
Mi
prende la mano destra e la stringe, è una stretta forte che
m’infonde tutto il suo calore. L’altra mano
l’appoggia dietro
di sé, nel materasso, e si spinge più avanti fino
a che
i nostri corpi si toccano; avvicina il viso al mio e porta le labbra
socchiuse alle mie guance, comincia a passarle con estrema lentezza
sopra le mie lacrime. È una carezza dolce e delicata,
ipnotizzante…
Sento
che passa la sinistra dietro il mio collo, muovendola lentamente sale
su fino alla nuca, gioca un po’ coi miei capelli biondi,
spettinati
e bagnati, scende giù seguendo con due dita dal tocco
leggero
e sensuale la mia spina dorsale attraverso la stoffa sottile che
è
incollata alla mia pelle per via della pioggia di prima. Mi fa venire
i brividi mentre sale e scende con la mano e continua a passarmi le
sue labbra morbide sul mio viso. Io ho socchiuso gli occhi e la
bocca, sto provando delle sensazioni incredibili, immense.
Gli
metto la mano sulla sua vita, sento che trema al tocco diretto della
nostra pelle. Ha gli occhi chiusi ora.
Con la
mano che teneva stretta la mia sale piano piano,
l’avambraccio, i
bicipiti, le spalle, il collo… adesso me lo cinge dolcemente
mentre
con le dita, infilate sotto la camicia, traccia dei segni molto
delicatamente. Chiudo gli occhi e dalle mie labbra esce un breve e
sommesso gemito, allora le mie mani salgono e accarezzano la sua
schiena nuda. Voglio sentire la sua pelle sotto di me.
Fra di
noi non c’è né imbarazzo né
vergogna per le
sensazioni che stiamo provando.
Sento
le sue labbra che tramutano le carezze in piccoli e dolci baci mentre
il suo respiro, proprio come il mio, si fa sempre più corto.
Mi
bacia gli occhi, la fronte, le guancie, il mento e continua queste
carezze finché non si ferma sulle mie labbra già
schiuse, sta un attimo in questa posizione, labbra contro labbra,
poi, lentamente, mi passa la lingua sulla bocca finché non
l’infila dentro molto dolcemente. Finalmente le nostre si
incontrano e mi sembra di vedere un fuoco… un enorme fuoco
caldo le
cui fiamme si muovono in una danza incantatrice e seducente. Non so
descrivere esattamente la sensazione che sto provando ma credo di
essere una di quelle fiamme ipnotizzatrici che grazie ad un semplice
ma indispensabile legno non si ferma, non si spegne, non è
vuoto… fuoco e legna è un tutt’uno,
senza il legno non
esiste il fuoco, senza il fuoco non ha senso l’esistenza del
legno.
Si cercano, si attraggono e quando si trovano non si separano
più,
danzano in eterno… quando finisce uno finisce anche
l’altro ma
ora la danza è appena iniziata ed è
più sensuale
che mai.
Sento
le nostre mani che si muovono sempre più freneticamente in
mille carezze. Continuiamo a baciarci e lui mi slaccia del tutto la
camicia, infila le mani sotto la stoffa accarezzandomi, me la toglie
più velocemente che può visto come è
impaziente
di toccare la mia pelle, di assaporarla come lo voglio io."
"Ecco
qua, finalmente è venuta via, sta camicia!
Ho
bisogno di sentire la sua pelle bianca, liscia, delicata…
delicata
come la sua anima… voglio infondergli tutto il calore di cui
sono
capace, farlo sentire protetto, amato. Allora non mi ero sbagliato su
di lui, ci stiamo baciando e lo vedo, lo vedo il fuoco: è
grande, emana un calore immenso. Le fiamme eseguono una danza ed
è
impossibile non restarne ipnotizzati, sedotti… guarda i
legni come
lo riempiono di mille colori, sembra che stiano eseguendo una danza.
Non si fermeranno più.
Hitonari
mi spinge delicatamente giù, ora sono disteso nel letto e
lui
è sopra di me. Smettiamo di baciarci e ci guardiamo
intensamente, il suo sguardo mi fa venire un tuffo al cuore. Quegli
occhi dorati ora sembrano due soli al tramonto, hanno un colore
incredibile. La sua espressione è il ritratto della
passione.
Alcune goccioline di sudore gli imperlano la fronte sulla quale ci
sono alcune ciocche bionde che gli incorniciano il suo bel
viso… i
suoi capelli sono bagnati come i miei ed ha uno sguardo così
inconsapevolmente sensuale.
Lo
voglio!
E’
appoggiato sui gomiti che sono vicino al mio viso, una mano mi sta
accarezzando i capelli neri e bagnati sparsi sul cuscino, con
l’altra
sta tracciando tutti i contorni della mia pelle, dei miei muscoli.
E’
come il tocco di una farfalla ma molto più seducente. Dopo
un
lungo momento in cui è stato fermo così, con una
mano
sulle mie labbra e una sui miei capelli, ci fissiamo come in trance,
immersi l’uno nell’altro; allora lui mi cerca e
intrecciamo le
nostre dita, infine si china su di me e mi bacia dolcemente ancora.
Ecco, lo vedo di nuovo… è il fuoco di prima,
enorme, che mi
fa provare sensazioni indescrivibili. È ora che mi permetto
di
accarezzare a mia volta ogni centimetro della sua schiena. Non riesco
più a staccarmi e sento che anche per lui è
così."
"La
nostra danza sta continuando e io non ho assolutamente voglia che
finisca.
Mi
stacco dalle sue labbra, scendo sul collo, lo bacio e arrivato alla
giugulare che sento battere forte dischiudo le labbra e succhio quasi
con avidità quel punto troppo invitante… il
sapore della sua
pelle mi piace da impazzire: è calda, morbida…
Ha un
gemito e la consapevolezza di esserne io la causa mi piace.
Ha la
testa abbandonata all’indietro, gli occhi e la bocca
socchiusi,
piccole goccioline di sudore e di pioggia lo ricoprono qua e
là
ed è incredibilmente bello con questa espressione. Con un
notevole sforzo apre lentamente gli occhi e capisco che non vuole
essere da meno di me, infatti con decisione inverte le posizioni. Ora
è lui sopra di me e mi sta guardando con i suoi occhi neri
con
aria di sfida, sembra che dica: ‘e adesso vedi!’
poi si china, mi
apre le labbra con le sue e vi infila la lingua facendomi vedere
nuovamente il grande fuoco di prima, trasmettendomi ancora delle
sensazioni incredibili. Gli cingo la schiena e il collo con le
braccia. Lui, appoggiato sui gomiti, smette di baciarmi sulla bocca e
continua sul collo scendendo sempre più giù, fino
all’ombelico, dove vi passa la lingua molto lentamente, a
quel
contatto sento la pelle bruciarmi…intanto Akane continuando
a
baciarmi è arrivato a uno dei miei capezzoli e circondandolo
con le labbra comincia a succhiare molto sensualmente intanto che con
una mano mi tormenta l’altro.
Un’infinità di sensazioni mi
avvolgono e porto all’indietro la testa socchiudendo gli
occhi e
lasciandomi scappare un gemito. Le mie mani muovendosi di propria
volontà sono andate a posarsi sulla sua testa, fra i suoi
capelli scompigliati e morbidi e mentre io gli accarezzo la nuca e il
collo quasi con frenesia, lui è passato all’altro
capezzolo
riservandogli lo stesso trattamento. Mormoro il suo nome a fior di
labbra, poi gli tiro delicatamente su la testa e, sempre con gli
occhi chiusi, gli cerco le labbra. Una volta trovate gliele bacio con
tutta la passione che provo in quel momento. E’ veramente
incantevole la danza che sta compiendo incessantemente il nostro
fuoco.
E me ne
rendo conto in questo momento… Akane mi sto innamorando di
te…
solo questo ti dico…
So che
mi hai sentito e so che lo provi anche tu. Non ci servono altre
parole, sarebbero superflue ed inutili."
"Mi
tiro su, ho bisogno di guardarti negli occhi, devo dirti una cosa
importante e te lo dirò con tutto col nostro modo di
comunicare attraverso il quale ci diciamo sempre le cose più
importanti. Noi ci vergogniamo di dire certe cose, così
utilizziamo codici e modi tutti nostri, ci capiamo solo noi. A volte
bastano anche solo gli sguardi.
Ora
ascoltami tu Hitonari. Ti ho sentito e voglio risponderti.
Anch’io
mi sto innamorando di te e so che mi hai sentito, me lo dicono i tuoi
occhi che non smetterò mai di adorare.
Si
solleva e, con uno sguardo molto intenso, mi abbraccia forte,
è
un abbraccio pieno che riempie tutto facendo aderire perfettamente i
nostri corpi. Posa la testa nell’incavo del mio collo
toccandomi la
pelle con le labbra. Sento il suo respiro caldo su di me.
Lo
sapevo, mi ha sentito.
Mentre
ricambio il suo abbraccio ci stendiamo lentamente l’uno di
fianco
all’altro. Rimaniamo così per un lungo momento,
poi con un
dito gli sollevo il volto e lo bacio dolcemente, dopo di che mi giro
facendolo adagiare delicatamente sul mio torace.
Non
sarai più solo, non soffrirai più
perché ci sarò
io con te, saremo sempre uniti, proprio come quel fuoco e il suo
legno: finché uno esisterà l’altro
continuerà
ad esistere e non saremo mai vuoti.
Non è
così Hitonari? Lui mi bacia il petto. Certo, ha detto."
FINE