NOTE: questa storia prende l'aiuto della canzone 'Sole' di Massimo Di Cataldo....è dedicata a mia madre Parsifal perché al tempo in cui la scrissi, non molto in realtà, mi ha fatto la pizza a patto che io le scrivessi una songfic su GB...lei voleva su Akane e Hitoanri ma siccome ne ho già fatte tante, che avevo poco tempo per elaborare e che di canzoni adatte non ne ho trovate (la mia ricerca è finita subito perché mi sono stufata entro due minuti di scorrimento testi!) allora è uscita questa, dalla parte di Hitonari, ambientata fra il numero 1 e numero 2 dell'edizione italiana di GB. Quindi ancora nessuno si mette insieme ma...bè...direi che c'è un finale molto significativo di cui vado fiera! Buona lettura! Mandi. Baci Akane
Sole
"Tu vuoi fare solo quello che ti piace! Contro tutto e tutti!"
" Ma piantala...!! Sai, se fai quello che ti piace allora ti impegni di
più! Allora tu che farai, ora?! Pianti tutto?! Non è che magari sei
come me?! Akane Tachibana!! Non ho certo bisogno di sentirmelo dire da
te."
Parole che mi vengono in mente e che nemmeno afferro pienamente. Che
ricordi erano? Episodi di pochi mesi fa...una partita, un incontro, una
rissa, parole dirette, dolore, solitudine...affondato.
Ecco cosa sono....in fin dei conti questo riassume tutto quanto. Sono solo affondato.
E non riesco a tornare su, fuori, in superficie. Sto affondando ancora. Chi mi può tirare su?
Sono solo....ho seminato questo in tutto il lungo ma breve tempo della mia esistenza. Dalla nascita fino ad ora.
Un piccolo campione, una promessa del basket, la nuova stella nascente,
ovviamente di razza...firmato Hiragi...o colui che sarei dovuto
diventare. Aspettative...tante aspettative. Ma ora guardami. È così che
sono. Solo, non voluto, cacciato....e solo perché ho provato finalmente
ad essere me stesso, a pensare di testa mia, a fare le cose con la mia
forza come vorrei farle e non come mi vengono imposte. Solo per questo
mi hanno mandato via.
Cosa sono diventato?
Dove sono finito?
In fondo ad un bicchiere dove tutto il liquido da bere è già stato
bevuto. Così mi sento. Sono rimasto solo io in questo posto....ma l'ho
toccato veramente il fondo? O si può andare ancora più giù?
Seduto a terra nel buio di una stanza a me sconosciuta, in questa mia
nuova casa sospesa per me tra il sogno e la realtà. Sono così, lasciato
andare, coi vestiti di ieri e dell'altro ieri, quando mio padre mi ha
mandato via dandomi le chiavi di questo appartamento. Sono...come sono?
Non mi sembra di essere in ottime condizioni. Se mi vedrebbero i miei
mi manderebbero di sicuro qualcuno a sistemarmi. I capelli corti che mi
scendono sugli occhi, la camicia stropicciata e sgualcita sta mezza
aperta e i jeans sullo stesso tono. Mi guardo in questo buio e cerco di
capire...cerco...di riassemblare i pezzi per capire come sono finito a
questo...come si è arrivati a questo punto....e di fare un po' di luce
nel vuoto che c'è in me. La mia faccia la sento così ferma...i muscoli
non si muovono, la mia espressione...non è un espressione....ormai ho
imparato solo questa e non ne conosco altre, sono abituato ad avere
quest'aria così lontana, impassibile, distante, nel suo mondo...è come
se mi stessi staccando per vedermi come sono, come mi vedono. Sempre
tranquillo, calmo...magari do anche l'impressione di essere riflessivo
a volte....macchè riflessivo....da come la gente mi guarda si capisce
come mi odia....mi invidia perché vorrebbero essere al mio posto
guidati in quel modo da mio padre e da mio fratello...e non capiscono
come io possa non esserne contento e ricambiare questo
loro....affetto....come posso mostrare altre espressioni oltre a questa
mia scura, di strafottenza quasi, mancanza di rispetto...lontana e
inavvicinabile?
Ricordo da bambino, quando ero proprio piccolo, che uscivo con mio
padre e mio fratello maggiore, Takuya. Ricordo l'entusiasmo alla
domenica, la voglia di scoprire il loro mondo che mi sembrava così
irraggiungibile e alto per me...li vedevo come degli Dei, erano il
massimo esempio da seguire e avrei dato non so cosa per essere parte di
quei loro pensieri sempre rivolti al basket. E loro che mi allenavano
per farmi diventare uguale eppure senza farmi entrare veramente nel
loro pianeta...ma non mi perdevo d'animo e facevo quel che mi dicevano,
imparando tutto, mi facevo fare, mi facevo vivere...era tutto nuovo e
trasparente, volevo bene al mondo, ero convinto che diventando bravo
come loro, nell'amato basket, mi avrebbe fatto salire ai loro occhi e
mi avrebbero donato quello che chiedevo, mi avrebbero fatto entrare...e
mi avrebbero notato e amato. Ciò che ho fatto l'ho fatto tutto per
quello.
Ma adesso mi nascondo da me stesso e da loro, non so chi sono io
proprio perché alla fine pur essendo riuscito a diventare bravo come
volevano non mi hanno mai permesso di far parte della loro vita, non mi
hanno mai donato quello che ogni bambino desidera.
Ora in questo buio io mi chiedo ancora chi sono, come faccio a
trovarmi, a trovare una cosa bella nella mia vita senza un sole che me
la illumini?
Se non ti accendi, sole... quanti sogni da bruciare, tutti i sogni che
ora non riesco a vedere perché c'è troppa ombra. Non credo di averne
più, sai? Il basket in fondo era il loro sogno....ma il mio qual è? È
veramente quello?
Senza del sole che illumini le notti passate solo, quelle mi sembreranno ancora più solitarie.
Come faccio a uscirne fuori se non vedo del sole che mi da luce dentro?
È lì che ho buio, non intorno a me come mostra questa stanza che mi
inghiotte.
Chi l'avrebbe detto che una volta cacciato da mio padre e da mio
fratello io mi sarei ridotto così? Io che mi sento vuoto a tal punto da
richiamare il sole che mi illumini la mia vita rabbuiata dalla mia
famiglia. Sento il bisogno dei sogni e della luce, dell'amore, della
considerazione, dell'affetto...tutte cose che alla fine non ho mai
avuto. Non l'avrei detto nemmeno io, credevo di esserci abituato...ma
così ogni porta si è definitivamente chiusa ed io non posso fare a meno
di ricordare e di non reagire. Non riesco a gioire di questa mia
situazione.
Ne soffro.
È questa la verità.
Lo ammetto...per la prima volta in vita mia lo ammetto. Non solo odio
la mia vita, la mia famiglia e ogni cosa...ma ne soffro di questo vuoto
nato dall'indifferenza. Non pensavo fosse così difficile separarsi,
molare tutte, arrendersi, vivere da solo anche di fatto...non pensavo
mi avesse fatto questo effetto arrivare a questo punto inevitabile. E
tutto perché mi hanno voltato le spalle invece di cercare di
recuperarmi.
I miei ricordi proseguono indelebili....eppure io ci ho creduto...da
bambino ci credevo, li amavo...erano importanti...ma poi crescendo mi
sono reso conto di molte cose...che quel basket si mi piaceva...ma era
privo di significato...perché me lo facevano vivere nel modo sbagliato,
senza darmi affetto e amore...senza darmi quel che un bambino ha
bisogno per crescere. Sono cresciuto in solitudine anche per mia
volontà alla fine, estraniandomi dagli affari di mio padre, mi limitavo
a giocare a basket per farli un po' contenti e a prendermi delle
libertà perché capivo che non era mio desiderio vincere e fare buona
impressione...cominciavo a capire molte cose....pian piano ho preso
coscienza della realtà.
E accadeva che restavo fermo sugli scogli per ore a guardare le navi
passare, ero sempre solo, scappavo dal loro ritmo insensato. Avevo
molte cose da ricordare, cercavo di ricordare tutti gli episodi belli
della mia infanzia ma non ne trovavo mai...come trovavo poco da
dimenticare perché la mia vita vuota non aveva nulla.
Adesso mi domando solamente come faccio a ritornare a casa, se un
girono accadrà non sarà ora, non sarà subito...ma se
accadesse...potrebbe? Succederebbe? Come? non riesco ad immaginarmi un
mio ritorno, una loro scusa, un loro passo verso di me o
uno mio verso di loro....mi domando come farei a tornarci dopo tutto
quanto...non c'è risposta....il tempo sta cercando di cancellare i
segni di tutta la sofferenza e il vuoto portato da loro due, ma sento
ancora freddo dentro me se non viene quel sole ad accendermi, a
illuminarmi dentro, a mostrarmi i miei sogni andati e oscurati, a farmi
uscire da questa stanza buia,da questo bicchiere di vetro.
Chi sarà questo sole?
"E quando ti vedo ne sono ancora più convinto!! Non deve importarti nulla di tuo fratello!!"
le sue parole...come si chiamava quel tipo che ama far le prediche a
tutti con parolone altisonanti e paragoni strani...Tachibana, no?
L'ho rincontrato proprio quando sono arrivato al primo giorno al
Kouzu...e il giorno dopo mio padre mi ha presentato le chiavi del mio
appartamento e le valigie già pronte.
Nemmeno un sorriso amaro riesco a fare...nulla...assolutamente nulla,
non ho proprio nulla a cui aggrapparmi e solo in questo modo finisco
per rendermi conto di molte, troppe cose.
Che vita è questa? La passerò così per il resto dei miei giorni?
Cosa mi rimane da fare?
E' nel disincanto dalla loro vita perfetta che io sto trovando la mia
verità, perché sto crescendo, sto imparando che la vita passa e non
ritorna più...ed è con questo concetto nella testa che mi vengono dei
rimorsi, non per essermene andato, per non aver continuato a fare bene
quello che mi chiedevano mio padre e mio fratello...ma per aver mollato
il basket...in fin dei conti è come ha detto quello là...
"Esistono cose più divertente di questa? Non credo proprio...!!"
è esattamente così che la penso....ma non voglio ammetterlo,
ecco...perché odio fare le cose per costrizione, per far contento
qualcuno che non mi ha mai donato nulla che mi facesse stare bene, non
sono sicuro che quello che faceva
avesse un senso, ma è con quello là, con Tachibana che mi sentivo bene
giocando a basket...perché stava per venire fuori proprio con lui il
'mio' basket.
Ma la mia vita quanti anni mi da?
Quanti minuti mi da?
Sto sprecando tempo....ne ho sprecato già tanto...mi sono perso
cercando la luce calda che qualcuno dovrebbe avere e donarmi...luce che
non ho mai avuto....ma che ho la sensazione di aver trovato per il
semplice fatto che vicino a lui, giocandoci insieme qualcosa si è
acceso in me, era la stessa cosa che illuminava i suoi occhi...era
qualcosa che ci univa...l'amore per il basket...non è vero...forse non
è vero che io odio il basket...forse odio solo il loro basket e la loro
indifferenza...perché le sue parole e la sua energia nel perseguitarmi
per avere la rivincita non mi lasciano più.
Che possa essere lui quel sole? Quella luce che mi farà ritrovare i
miei sogni, che mi illuminerà mostrandomi la via persa? Forse non
passerò più tante notti con la pesantezza di essere solo.
Tachibana...non capisco ancora bene...un po' di luce dentro me forse c'è ancora....e me l'avrà pure accesa qualcuno, no?
Non so...ma ho come una sensazione....non credo sia stata poi una così cattiva idea iscrivermi al Kouzu...
Alzo la testa, qualcosa ha attirato la mia attenzione fuori dalla
finestra dalle tapparelle abbassate. La apro e richiudo subito gli
occhi accecati, tutto quel tempo al buio non sono abituato a tutta
questa luce...
...nel cielo splende il sole...
FINE