CAPITOLO VII:
ESPERIMENTI SOTTO LA DOCCIA

/Feeling good - Muse/
Una volta che Roberto si fu diretto dagli altri lasciandoli soli, Genzo l’aveva guardato assorto profondamente cupo pensando probabilmente peste e corna dell’allenatore, poi però uno strano pensiero gli si era formato improvviso nella mente e mano a mano che prendeva aspetto guardando le forme promettenti di quel giovane selvatico, il suo volto subiva un netto e pericoloso cambiamento. Un sorriso sbieco, uno sguardo sadico, un’aria di chi aveva avuto l’idea del secolo e che questa idea non fosse poi molto pulita.
Kojiro si sentì immediatamente a disagio davanti a quell’espressione, quindi di rimando divenne più feroce di prima mentre lo insultava con gli occhi affilati come rasoi.
“Cosa diavolo ha in mente questo stronzo?”
Pensò senza capire perché mai sorridesse a quel modo risultando, suo malgrado, tremendamente sensuale!
- Ora sei nelle mie mani! -
Finalmente si decise a parlare e l’allievo credendo di aver capito male, disse spontaneo un: - Eh? - strozzato.
- Sono il tuo generale, farai tutto quello che ti dico, se vuoi imparare a boxare come si deve! - Lo disse cercando intenzionalmente di pizzicare il suo orgoglio e ci riuscì pienamente visto che la pelle abbronzata di natura aveva subito un violento cambiamento in rosso vivo per la rabbia.
Eppure solo per quella?
Non è che magari Genzo aveva sparato quella frase come fosse una proposta indecente e quindi Kojiro aveva delle semplici eccitazioni alle parti bassi?
Qualunque cosa fosse, senza ragionarci e per mascherarla il prima possibile, il ragazzo più simile ad una tigre che altro, l’attaccò con un pugno velocissimo che però fu scansato con i soliti prontissimi riflessi.
- Non così caro! - Disse ammiccando maligno: - Queste mosse da rissaiolo dimenticale quando sei qui dentro. Il pugilato è ben altra cosa! -
Kojiro rimase imbambolato ad ascoltarlo, ma sempre infuriato. Avrebbe voluto dire che l’aveva notato poiché c’era una differenza abissale da quando si era picchiato con lui nei corridoi o in mensa, che sul ring gli era parso completamente diverso. Gli avrebbe voluto chiedere come mai cambiava così drasticamente e poi se gli avrebbe insegnato a fare le stesse cose, ma pensando che così si sarebbe montato troppo la testa -più di quanto già non l‘avesse era difficile- evitò limitandosi ad accusarlo:
- Non dovevi avere riguardi quando ci siamo scontrati le altre volte! Solo perché sono più piccolo e mi credevi inferiore non significa che tu debba avere pietà! - La pensava così anche se, dentro di sé -molto dentro- sapeva che non era vero.
Genzo sorrise di scherno aspettandosi una cosa simile, quindi asciugandosi i rivoletti di sudore dal viso con l’avambraccio in un gesto inconsapevolmente sensuale, rispose con la sua perenne aria superiore:
- Non è una questione di pietà ma solo di responsabilità. Se fuori di qua picchio gli idioti come fossi sul ring, li distruggerei. Non è per questo che faccio boxe. - Tuttavia percepì una certa serietà nelle sue parole, Kojiro cominciò a sentirsi sempre più incuriosito da quel tipo particolare anche se odioso.
- Comunque non voglio che tu ne abbia più! Non voglio favoritismi del cazzo! - Concluse con disprezzo forzato.
La verità era che qualcosa si stava muovendo in lui.
Sfilandosi un guantone, il più giovane prese il colletto della canottiera nera che indossava e si pulì alla meglio il viso sudato, suscitando l’attenzione dell’altro che già un paio di idee su cosa fare con lui gli giravano in mente.
Quando finì, si rese conto di essere guardato da Genzo con uno sguardo a dir poco divoratore, quindi di nuovo la sensazione di disagio di prima lo colse facendolo arrossire. Per mascherarlo gli avrebbe tirato un altro pugno se non avesse saputo che sarebbe stato inutile. Si trattenne limitandosi ad una smorfia, quindi grugnì uno sbrigativo: - Cominciamo? - che non distrasse poi molto l’altro dalle sue riflessioni poco caste.
Kojiro si accorse che evidentemente stava pensando qualcosa di sconcio su di lui e si ricordò le parole di Takeshi sul suo conto: un maniaco che fa sesso di continuo con chiunque, maschi e femmine.
Allora era vero, realizzò.
Loro malgrado l’allenamento iniziò e dovendo fare da insegnante, Genzo ci godette non poco a fare il cattivo, insopportabile e saccente. Kojiro per poco non gli tirò tutti gli attrezzi.
Definirli cani e gatto era dire poco.
I litigi e gli insulti non si sprecarono, ma il nuovo arrivato eseguì tutti gli esercizi che il suo insegnante gli faceva fare, bevendosi e assorbendo ogni insegnamento riguardo il pugilato. Voleva imparare tutto il prima possibile per poterselo scrollare di dosso e non sentire più i suoi fastidiosissimi ordini odiosi!

Le ore pomeridiane di allenamenti finalmente terminarono, terminarono anche quelle supplementari che Roberto aveva imposto a Genzo e Kojiro e i due si ritrovarono a sera da soli negli spogliatoi.
Erano ormai andati tutti via, allenatore, manager e compagni. Anche Karl se ne era andato senza aspettare il suo amico, senza nemmeno dirgli nulla.
Non l’aveva guardato un solo attimo alle prese con il nuovo arrivato, non aveva dimostrato il minimo interesse per i suoi affari.
Probabilmente non sarebbe cambiato niente, si disse Genzo apprestandosi a fare quel che gli era girovagato per la testolina bacata per tutto il pomeriggio, ma anche quello era un tentativo che valeva la pena fare.
Inoltre quella tigre graziosa sembrava da svezzare. Tante risse per sfogare l’eccesso che aveva dentro, di qualunque genere fosse, sicuramente rabbia ma non solo. Ebbene c’era anche un altro sfogo che doveva imparare il moretto… uno meno doloroso e decisamente più piacevole!
“Chissà se è vergine…”
Si chiese vagamente cancellando momentaneamente Karl dalla sua mente, senza porsi l’eventuale problema del: ‘è gay o no?’
Infilò le dita nell’elastico dei pantaloncini e con essi si tolse anche i boxer attillati che portava. In un attimo si ritrovò candidamente nudo e Kojiro catapultò ogni sua attenzione su di lui, come se al mondo non esistesse altro che Genzo, il suo corpo nudo e le sue parti intime belle in mostra.
Inghiottì di nascosto trattenendosi quanto più poté dal fissarlo come un imbecille, ma non era facile. Aveva il corpo più bello che avesse mai visto… anche se doveva ammettere di non averne visti molti.
Con occhi di brace lo vide entrare disinvolto in doccia e, prima di sparire all’interno, ammiccargli limpidamente come lo invitasse a seguirlo.
Non lo conosceva molto da dirlo, ma se ciò che tutti dicevano di lui era vero, anche quello era da lui… prima trattare male una persona e poi farci sesso.
Sesso… rimase scollegato per un attimo a pensare a quella parola.
Non ci aveva mai pensato, sapeva solo vagamente che erano cose da grandi, che era piacevole e che si facevano i figli.
Uomini e donne.
Aveva beccato i suoi genitori adottivi farlo un paio di volte, sapeva tecnicamente come si faceva e probabilmente fra due uomini era più o meno uguale. Non importava, avrebbe improvvisato.
E poco importava se quello era l’odioso Genzo… quell’odioso Genzo aveva un corpo divino, era esperto in quel settore e per imparare un po’ poteva essere l’ideale.
Improvvisamente l’idea gli parve decisamente buona e non si rese conto che da quando era entrato in palestra quel pomeriggio, non aveva più pensato a Jun e alle fottutissime delusioni amorose.
Riscuotendosi si sfilò da sopra la canottiera incollata al corpo per il sudore, poi i pantaloncini insieme ai boxer, quindi entrò in doccia.
Nella stessa dell’altro.
- Ce ne hai messo… - Borbottò Genzo con voce roca guardandolo nudo. Ci aveva visto giusto, per essere uno di quattordici anni era davvero ben fatto!
Del resto lui stesso ne aveva solo diciassette, in fondo, eppure il suo fisico sembrava quello di uno di diciotto anni se non più grande!
In fondo allenarsi ogni giorno come faceva lui sin dalla tenera età aveva dato i suoi frutti anche in quel senso, presto anche Kojiro avrebbe messo su ulteriore massa muscolare che l’avrebbe resto più perfetto e piacevole. Lì però non si lamentò.
Era alto, ugualmente atletico, la carnagione scura di natura e l’aria da tigre selvaggia.
Gli piaceva anche quel genere, però il ghiaccio per lui era impareggiabile.
Un giorno sarebbe riuscito ad averlo.
Quando lo prese per il polso, lo strattonò prepotente spingendolo sotto il getto della doccia e contro le piastrelle del muretto.
Kojiro provò un moto di ribellione a quel gesto di comando, ma la sua sicurezza gli piacque. Come prima volta uno così ci poteva stare però lo sapeva bene che a lungo andare non gli sarebbe più andato a genio. Il desiderio di prevalere era grande in lui ma aveva bisogno di imparare.
Lo sentì premersi a lui per dietro, il petto sulla schiena, le mani sulle sue, il bacino sul sedere, il membro ancora morbido che però andava via via sempre più indurendosi.
L’aveva bloccato e si schiacciava addosso in quel modo, scivolando su e giù sulla sua pelle resa liscia e lucida dall’acqua che cadeva sopra di loro, bagnandoli entrambi, scaldandoli più di quanto già non lo fossero.
Poi la sua bocca sul collo libero dai capelli neri, la lingua che beveva da quel punto, che assaggiava facendogli rizzare tutti i peli del corpo. Quelle sensazioni erano nuove e si chiese cosa mai avesse aspettato a provarle.
Da quando la sua schiavitù era finita aveva cominciato a scoprire una miriade di cose e di giorno in giorno aumentavano vertiginosamente, nel giro di pochissimo si era scoperto gay, innamorato, aveva ricevuto la prima delusione d’amore -o quello che per lui era tale- e stava scoprendo le gioie del sesso fine a sé stesso.
Che fosse troppo presto per tutto non era contemplato.
Lui aveva fame di vita e prendeva tutto quello che gli si presentava senza pensarci minimamente.
Appoggiò la fronte alla parete scivolosa, fra le sue mani coperte da quelle dell’altro che gli leccava e baciava il collo audace. Poi le sentì scendere lungo le braccia e arrivare sul suo petto, le dita si serrarono sui capezzoli e dopo averli tormentati, glieli irrigidì. Scesero sul ventre teso, sull’inguine sensibile, sul membro facilmente eccitabile. La sua lingua invece risaliva soffermandosi sull’orecchio, riservandogli un curioso e quanto più interessante trattamento.
Kojiro spostò la testa tendendosi verso di lui in modo da dargli un miglior accesso.
Ormai chi gli stava facendo quelle cose terribilmente piacevoli, non era più l’odioso Genzo ma l’eccitante Genzo.
La mano serrata nelle sue parti intime aumentava il ritmo del massaggio e insieme ad essa i suoi respiri si facevano via via più corti e affannati. Si mordeva il labbro pensando che… bè, che non sarebbe stato male fare la stessa cosa a qualcun altro… qualcuno sempre composto ed elegante.
Fu la prima volta che gli venne in mente Jun da quando era arrivato al club e l’ondata di piacere che ebbe fu impareggiabile, la sua eccitazione crebbe violentemente e con uno scatto incontrollato spinse la testa all’indietro, premendo la nuca sulla spalla di Genzo che accolse il gesto come un voler di più.
L’accontentò girandogli il viso, quando l’ebbe verso di lui, senza smettere di muoversi sulle sue parti basse che erano al limite, si impossessò anche delle labbra mostrandogli com’era un autentico bacio vero.
Nel giro di un istante Kojiro si trovò con la bocca invasa dalla sua lingua e capì che intrecciandole insieme si creava qualcosa di altamente erotico e piacevole.
Dunque erano quelli i baci, si disse. Interessante.
Davvero molto interessante.
Chiuse gli occhi e capì che forse se quella sera avesse fatto così, magari Jun avrebbe reagito diversamente e al pensiero di fare a lui quelle cose, l’ondata l’investì definitivamente facendogli raggiungere il culmine fra le mani di Genzo che, stupito, ebbe la conferma che quella per Kojiro era proprio la prima volta.
Sorrise soddisfatto stringendolo fra le braccia per non farlo cadere, premendolo ulteriormente contro il muro bagnato, dandogli tutto il tempo che gli serviva.
- Sempre disponibile per il resto della lezione… - Disse con voce roca piena di desiderio leccandogli l’orecchio, riferendosi sia alla boxe che al sesso.
L’altro davanti a sé registrò con una piccola parte la sua frase e non riuscì a darci molto peso, anche se si rese conto di aver appena trovato l’America!