17. IL BELLO È COSÌ FRAGILE
"Vengo su solo per scoprire il tuo gioco vengo su solo per mostrarti
che hai torto fuori, le foglie morte sono sospinte dal vento prima che
morissero avevano degli alberi ai quali appendere le loro speranze"
/The funeral - Band of horses/
Lag si sentì strattonare la sciarpa tanto che per poco non si strozzò.
Si fermò e stringendosi il collo,
si girò tossendo con un colore bluastro poco rassicurante. Vedendo che
era un imbronciato Zazie, si riprese e si mise a sorridere.
- Zazie! - Esclamò. Zazie però non ricambiò il sorriso e lo puntò severo con un dito.
- Non ci devi andare da solo! -
Esclamò infuriato. - È pericoloso! Ho appena detto di tutto al
direttore! Come può mandarti solo? - Lag capendo che era preoccupato,
sventolò le mani cercando di apparire come uno che aveva tutto sotto
controllo.
- No, andiamo, non è così
pericoloso in realtà. Vado solo a vedere a cosa portano le tracce che
hanno trovato su Suede. - Zazie però si avvicinò ancora di più, di
scatto, e sempre più furioso.
- APPUNTO! - Gridò. Poi sospirò
spazientito ed abbassando il tono, lo tirò per una manica in parte
vedendo che attirava troppi sguardi nella grande hall dell’Alveare.
Trovato un angolo appartato lo mise contro il muro e con le mani ai fianchi, cominciò a brontolare di nuovo.
- Senti, stai cercando le tracce di
un marauder! È una persona pericolosa! E per di più in uno dei paesi
più lontani di Amberground. Blue Notes Blues è all’estremo nord! - Lag
sospirò sorridendo pacifico, lieto che si preoccupasse tanto per lui.
Lo trovava dolce nella sua brutalità.
- Sto cercando le tracce di Gauche
Suede, un mio amico che ha perso la memoria, ma non sé stesso. - Zazie
sospirò alzando gli occhi al cielo.
- Stai cercando Noir un predone che
ruba le lettere per conto di Reverse, l’organizzazione antigovernativa!
Non sono dei santi! -
- Ma è Suede! - Replicò ancora Lag insistendo, facendosi più serio.
- Quando si tratta di lui non
capisci nulla! - L’apostrofò geloso guardando altrove. Poi riprese di
nuovo infervorato. - Non ha ancora i ricordi. Forse col tuo proiettile
lettera li recupererà, ma non lo sai! Per il momento è Noir, un
marauder. È pericoloso! Quando l’hai incontrato ti ha sparato per
impedirti di seguirlo! - Gli ricordò il momento più doloroso dopo
l’allontanamento di sua madre, anni addietro. Lag si oscurò ed i suoi
occhi sempre dolci e sorridenti si fecero pieni di lacrime pronte ad
uscire. Zazie capì e sospirò scuotendo il capo. - So che tenterai
sempre il tutto per tutto per lui o non te lo perdoneresti, e non
voglio che lasci perdere. È solo che… non voglio che lo fai solo, tutto
qua! Finché non recupererà la memoria, lui è un nemico. E fargliela
ritornare non sarà facile! Tu prendi questa cosa troppo sottogamba. Tu
e tutti gli altri! - Scoppiò ancora Zazie con un tono meno astioso e
brusco di prima, comunque preoccupato e per questo imbronciato.
Lag capì che lo era, così prese un
paio di respiri, si asciugò le lacrime sulla soglia e gli prese le mani
facendosi guardare e guardandolo.
- Vado solo ad indagare, non farò
nulla. Se le cose si fanno pericolose, correrò a chiedere rinforzi! Non
andrò oltre quel che posso fare da solo. - Lo rassicurò col suo dolce
sorriso. Zazie arrossì nel sentire un tale calore provenire dalle loro
mani allacciate. - Non preoccuparti. - Disse ancora. Zazie scosse il
capo sempre rosso in viso, impacciato.
- Mi preoccupo invece. Faccio le
consegne e corro da te! Non sarò molto lontano da lì! - Zazie gli disse
le consegne che doveva fare, così Lag sorrise.
- Visto? Non sarai dall’altra parte del mondo! - Questo forse doveva aiutarlo a tranquillizzarlo.
Zazie trattenne poi le sue mani.
- Promettimi di non esagerare, di non mettere a rischio la tua vita se proprio non serve! -
Quando erano arrivati a quello? Se lo chiese Lag mentre dolcemente annuiva.
- Lo prometto. - Con questo Zazie
provò un enorme istinto di baciarlo, come se la sua paura di non
rivederlo intero lo divorasse spingendolo a cogliere ogni istante
possibile con lui, senza sprecare un solo soffio di vita.
Dopo aver vissuto una vita come la
sua, trovare una persona a cui teneva tanto gli faceva capire che Jiggy
Pepper aveva avuto ragione. Che le cose belle capitavano. Ma anche che
come capitavano, potevano svanire in un attimo.
“Il bello è così fragile ed evanescente!”
Pensò guardandolo andare via senza averlo baciato.
“Giuro che quando ci rivediamo lo faccio e al diavolo tutto!”
Con questo, arrossendo, arrabbiato
anche per questo suo atteggiamento così idiota, tale lo definiva
l’imbarazzo, andò anche lui verso la propria destinazione con a seguito
Wasiolka.
Certe cose non erano facili.
Lasciar andare nel probabile
pericolo chi si voleva bene, per esempio. Quella era una delle cose
peggiori che Zazie stava sperimentando.
Lag a Blue Notes Blues fece esperienze molto intense.
Prima di tutto scoprì moltissime
cose su Suede, perciò il viaggio aveva dato i suoi frutti dal punto di
vista del motivo per cui era venuto lì.
Ed in secondo luogo, aveva scoperto la storia e la provenienza di Niche, la bambina Maka.
Una storia dolorosa ed
impressionante che vedeva la sua preziosa amica Niche come una creatura
leggendaria di duecento anni, figlia di una donna e di una divinità
animale dalla forma di uccello immortale.
Nonché gemella di una ragazza che si era sviluppata più di lei.
Fu lì che Lag e Niche si separarono
momentaneamente, per permettere alla sorella e al Maka di rigenerare la
piccola Niche ferite gravemente e addestrarla almeno un po’, poiché era
davvero indietro per i suoi duecento anni.
Lag acconsentì alla separazione
capendo che era per il bene di Niche e decise che nell’attesa si
sarebbe unito a Zazie, nella città vicino.
Nel tragitto rifletté sulle tristi e sconvolgenti notizie apprese.
Gauche aveva perso il cuore nella
capitale, era stato salvato alla deriva da Reverse, dall’essere inumano
chiamato ‘Colui che non è potuto diventare spirito’.
Costoro erano esperimenti, erano
molti. Il governo negli anni aveva cercato di riprodurre gli insetti
spirituali, incrociando umani a creature animali. Questo però non aveva
portato a buoni risultati e quindi avevano scaricato gli esperimenti,
tutti falliti, e chiuso il progetto. Tali persone si chiamavano ‘coloro
che non erano potuti diventare spirito’.
Avevano capacità superiori agli umani, a seconda dell’incrocio con cui erano stati fatti.
Gli insetti spirituali erano
insetti fusi con le ambre, pietre magiche. L’unione aveva dato vita
alle ambre spirituali che davano energia al pianeta in mancanza di un
sole vero. Erano la fonte di energia che gli umani usavano per
qualsiasi cosa, attivata in una certa maniera, grazie al cuore delle
persone.
Lag rimuginò sulle notizie scoperte.
Gauche dopo aver perso la memoria
ed essere stato salvato da quell’individuo, era stato affiancato ad un
altra ragazza frutto di esperimenti che l’aveva curato e rimesso in
piedi, insieme avevano visitato la città natale di Gauche per vedere se
qualcosa ritornava nella sua mente, ma poiché nulla era successo,
Gauche aveva deciso di tornare a Reverse e far parte di loro poiché
l’avevano salvato.
Lag pensò che potesse essere per
quello, ma nei ricordi non si capiva il motivo per cui aveva deciso di
lavorare per loro. Questo essere, questo loro leder, aveva chiamato
Gauche ‘Noir’, dandogli una serie di ordini.
Fra cui andare a Blue Notes Blues,
entrare nella caverna dove riposavano i gaichu in embrione, congelati
dal Maka che li sorvegliava insieme alla gemella di Niche, e svegliarne
uno, il più grosso che trovava.
Gauche l’aveva fatto, così adesso
Lag aveva scoperto la presenza, da qualche parte, di un enorme e
pericoloso gaichu risvegliato da Reverse, probabilmente per attaccare
la capitale.
Lag concluse che Reverse era
un’organizzazione malvagia che volevano far del male alle persone solo
per sovvertire il governo. Erano imperdonabili, andavano trovati,
sorvegliati e fermati.
Ma Gauche che operava per conto loro sotto le sembianze di Noir, non aveva certo colpa.
Si limitava ad eseguire gli ordini di chi l’aveva salvato.
“Eppure ha dato alla ragazza che lo
aiuta il nome di Lode. Non ricorda nulla ma qualcosa c’è. Ha delle
sensazioni, ha dei rimasugli. Ed è vivo. Ci deve essere ancora qualcosa
di Gauche lì dentro. Deve.”
Lag non si sarebbe arreso, ora meno che mai.
Era così vicino a lui che doveva andare avanti. Doveva assolutamente farlo.
Zazie stava setacciando tutto il
nord-est per raccogliere le lettere da portare all’alveare, come il
compito dei Bee voleva da sempre.
Quando si ritrovò con la metà delle
lettere che solitamente ritirava in quella zona, capì che Reverse aveva
il dominio di quelle terre e che qualunque cosa stessero architettando,
era in pieno svolgimento.
Non si capacitava di cosa pensavano
di trovare nelle lettere della gente comune, poveracci per lo più, che
potesse servire loro per sgominare il governo contro cui lottavano.
Tuttavia non era tipo da farsi troppe domande. L’unica cosa era che non
riusciva a fare bene il suo lavoro per colpa di questo problema.
Reverse aveva rubato un sacco di lettere e sicuramente lui era a rischio, dal momento che girava in pieno territorio nemico.
Nonostante questo, nonostante fosse lui quello più in pericolo, si preoccupò per l’ennesima volta di Lag.
“Spero che stia bene!”
Pensò seccato e di malumore per il lavoro che stava andando male.
Stava pensando a lui, quando sentì
poco distante dei rumori, confermata la presenza di qualcuno da
Wasiolka, Zazie si precipitò infuriato, sperando di trovare uno dei
responsabili delle poche lettere raccolte nelle città.
- Non so chi cacchio sei ma adesso
sono di pessimo umore! Se vuoi qualcosa da me vieni fuori entro dieci
secondi! UNO DUE TRE QUATTRO DIECI! TEMPO SCADUTO! AOTOGE! SPINA
AZZURRA! - Zazie gridò facendo il solito baccano e impaziente sparò
subito il proiettile del cuore contro chiunque esso fosse, fregandosene
dell’idea di poter colpire qualcuno che non c’entrava.
Non gli importava. E poi l’istinto gli diceva che era un marauder.
Poteva essere solo uno di loro!
Appena sparò arrivò a visibilità e
mentre la scia del proiettile svaniva mancando il bersaglio, Zazie
rimase di sasso, bloccato. Il tempo si sospese del tutto, fu come se
per un momento il mondo si fermasse.
Davanti a lui c’era Gauche Suede, lo scopo di Lag, la sua ossessione.
La sua fonte di gelosia.
- Il mio nome è Noir e prederò le
sue lettere! - Disse gelido fermo davanti a lui, puntandogli la sua
pistola sparacuore, senza farsi turbare dal fatto che davanti a sé
aveva un ragazzino di quattordici anni.
Zazie si riprese subito dopo le sue parole e ricaricando la pistola, grugnì furioso:
- Non dire cazz… - Purtroppo non
fece in tempo: Noir, ovvero Gauche, sparò il proiettile del cuore a
Zazie tramortendolo e facendolo finire a terra privo di forze, incapace
di reagire nell’immediato.
Sparò anche a Wasiolka che gli si
stava gettando contro, mettendo anch’essa fuori combattimento, poi si
chinò sul piccolo Zazie a terra e prese le lettere dalla sua borsa.
In quello, stremato, Zazie cercò di
fermarlo. Gli afferrò il braccio e disperato, furioso, pieno di un
risentimento per lui e per quanto stava facendo soffrire Lag, disse:
- Non ti lascio le lettere stronzo
di un Gauche Suede… - Gauche lo afferrò per il colletto alzandolo verso
di lui di scatto, lo guardò in viso sentendo quello che gli avevano
detto essere il suo vero nome. Zazie lo guardò a sua volta sotto
sforzo, cercando di rimanere sveglio, mentre l’effetto del suo
proiettile lo bloccava e gli toglieva via via sempre più forze.
Riuscì a sogghignare sarcastico e provocatorio:
- Macchè Noir del cavolo… - Disse
faticosamente, senza mollare fino all’ultimo briciolo di forze. - Lag
ha detto che riporterà indietro il tuo cuore… aspetta e vedrai! - Si
aggrappò a Lag e alla sua promessa, trovando in lui una pallida
speranza di rivincita. Poteva uccidere quell’odioso Suede oppure
aspettare di rivederlo tornare in sé e ricoprirlo di insulti. In ogni
caso, per quanto debole fosse come rivincita dal suo punto di vista di
orgoglio ferito, pensò che Lag fosse comunque la sua migliore opzione.
Gauche con un copricapo nero ed i
capelli bianchi più lunghi che scendevano sul collo, non fece una
piega, lo scaraventò a terra e si alzò andandosene con le lettere ormai
rubate.
- Aspetta, voi di Reverse che diavolo state tentando di fare?- Chiese mentre Suede se ne andava.
Non si fermò e non rispose, ma
proprio mentre la sua figura solitaria se ne andava, Zazie fu colpito
dagli effetti del proiettile del cuore di Gauche e vide parte della sua
vita fino a quel momento.
Nel perdere i sensi fu risucchiato
da quel suo ricordo, il momento in cui Gauche aveva liberato la larva
del gaichu, il Cabernet, permettendogli di completare la trasformazione
in un mostro enorme e gigantesco dall’aspetto di una grande spaventosa
libellula.
Vedendolo librarsi in volo nei ricordi di Gauche, Zazie si svegliò di scatto e si alzò a sedere gridando agitato:
- QUELLO È… - ma non finì perché la sua testa si scontrò con quella di Lag con un suono sordo.
Lag tramortito finì steso in KO, mentre Zazie sembrò non aver nemmeno sentito il colpo.
Vedendo Lag lì, Zazie capì che doveva essere stato trovato da lui.
“Ma guarda che caso!”
- Dove siamo? - Chiese lasciando il
povero Lag steso a terra con un bernoccolo enorme sulla fronte che si
era scontrata con la sua in quel risveglio traumatico.
Lag dopo un po’ si riprese e si rimise a sedere massaggiandosi la fronte.
- Nella città di Pierce. - Spiegò
che alcuni cittadini l’avevano trovato privo di sensi poco lontano da
lì e l’avevano portato in città per curarlo. Lag, finita la sua
missione ed in attesa del ritorno di Niche, era arrivato lì alla
ricerca proprio di Zazie, trovatolo in quelle condizioni che l’avevano
fatto preoccupare molto.
- Noir mi ha fregato le lettere! - Disse come prima cosa. Lag si alzò e lo guardò sconvolto.
- Gauche?! L’hai incontrato? -
Chiese shoccato e pieno di speranza. Ma Zazie non sembrava intenzionato
ad approfondire l’incontro, disse solo che sicuramente quelli di
Reverse erano nei paraggi e che se non erano a Pierce allora erano
nella città vicina, dove stava lavorando Connor.
Così Zazie senza spiegare altro per
non far rimanere troppo male Lag, si alzò e gli ordinò di sbrigarsi che
dovevano andare da Connor a controllare che stesse bene e che Reverse
non stesse facendo danni.