19. GLI SCOPI CAMBIANO
"Qui non c’è più traccia di te Posso vederlo nei tuoi occhi Canta
l’inno degli angeli E dì l’ultimo addio Luce fredda sopra di noi La
speranza riempie il cuore E svanisce Pelle bianca come l’inverno Mentre
il cielo ritorna grigio I giorni vanno avanti per sempre Ma sono ancora
dalla tua parte Possiamo inseguire l’oscurità insieme Se vai tu
lo farò anch’io"
/Anathem of the angels - Breaking Benjamin/
Corse come se avesse il diavolo dietro, con la sensazione più terribile della sua vita.
Era quello trovare la cosa più bella?
Aver paura ogni secondo di perderla?
Zazie alla fine non ce l’aveva
fatta a tornare indietro all’Alveare e lasciare lì Lag in quel covo di
pazzi. Ci aveva provato ma il suo istinto aveva preso il sopravvento.
Era come se non potesse andare contro sé stesso, fare una cosa con la
testa piuttosto che col cuore, l’istinto, non era nelle sue capacità.
Mandò Wasiolka a fare rapporto, con
una lettera di spiegazioni, poi fece dietrofront e corse verso Lament,
sperando di trovare Lag in tempo.
La corsa diede i suoi frutti, stava arrivando alla cittadina quando si fermò vedendo un grande flash rosso.
- L’inconfondibile proiettile del
cuore di Lag! - Esclamò aggrottandosi. - Se spara significa che è nei
guai! - Così aumentò la corsa, dirottando all’esterno, in direzione
della luce.
Giunse appena in tempo. Lag stava
per essere colpito dal proiettile cuore di Gauche, il quale con un tono
odioso stava dicendo che non era più amico di Lag, perché era Noir, e
che avrebbe predato la sua vita.
- Un paio di palle! - Grugnì
saltando da una roccia, afferrando Lag per il cappuccio e togliendolo
dalla direzione del proiettile nero di Gauche.
Il secondo dopo lo teneva sempre
per il cappuccio rosso, appoggiato a terra su un’altra roccia dove era
approdato col salto, e pistola alla mano tuonò furioso e geloso:
- Giù le mani dalla mia bella! - Esclamò infervorato, col cervello totalmente sconnesso.
Lag avvampò capendo di essere stato salvato da Zazie, ma che lo aveva chiamato in modo imbarazzante.
L’imbarazzo crebbe quando Zazie rincarò la dose, sragionando alla grande:
- NON TI PERMETTERÒ DI FARE I TUOI
PORCI COMODI! NON SOTTOVALUTARE NOI LETTER BEE! - Il problema non era
poi tanto le lettere che predava e l’essere dalla parte di Reverse,
quanto l’aver tentato di far del male ripetutamente al suo Lag.
Come poteva?
E dire che Lag tentava sempre il tutto per tutto per lui, per salvarlo.
Quel maledetto meritava dolori atroci, non salvezza!
Per un momento lo odiò, poi si
ricordò di Lag ancora steso a pancia in giù ai suoi piedi, con la gonna
ancora indosso. Così sogghignò e mise totalmente da parte Noir per
occuparsi del suo Lag. Lo aiutò a sollevarsi e tenendolo per la
schiena, come fosse la sua principessa, disse avvicinando il viso al
suo a chiedere un bacio:
- Sono venuto ad aiutarti bella
gattina! - Lo chiamò di nuovo così e di nuovo Lag avvampò, tuttavia
imbarazzo a parte, si sentì felicissimo di vederlo.
- Zazie! Non eri tornato all’alveare? -
- Ho affidato il rapporto a
Wasiolka! - Esclamò Zazie tirando fuori i suoi vestiti e dandoglieli. -
Lo sapevo che se non ci sono io… - Disse con il suo solito ego
gigantesco.
Lag lo lasciò dire, felice di
potersi mettere dei pantaloni al posto di quegli imbarazzanti abiti da
donna per cui tutti l’avevano stranamente preso in giro.
Zazie infine lo lasciò affacciandosi dalla roccia alta su cui erano approdati.
- Mettiti almeno il pezzo sotto
dolce Lag! - Disse col solito ghigno divertito. Ormai era partito. Lag
era suo, poteva dire quello che voleva, trattarlo come voleva. Era suo.
Stop.
Lag avvampò ancora.
- Quanto insisti. Zazie! - Cercò di
riprendere un po’ di contegno, ma così dimostrò solo di essere una
‘dolce fanciulla’ adorabile.
Zazie era felice di essere arrivato in tempo, il suo Lag doveva rimanere intatto, innocente, puro e naturale.
Come piaceva a lui.
Con l’entusiasmo per essere
arrivato al momento giusto, tese il braccio oltre la rupe e impugnò la
pistola sparacuore con tutta l’insana intenzione di tramortire Gauche
il più possibile. Sapeva che Lag ci teneva, ma qualche sbattuta non
gliela toglieva nessuno. Per il momento, lo stava odiando. Detto fatto,
sparò verso di lui.
Gauche fece la stessa cosa e i loro
proiettili del cuore si scontrarono annullandosi. Una grande luce
esplose nel posto accecando tutti e Zazie approfittò per prendere di
nuovo Lag e scendere dall’altra parte, nascondendosi momentaneamente a
loro.
Lì Lag, di nuovo vestito da
ragazzo, si lamentò con Zazie del fatto che aveva perso il proiettile
lettera e che aveva sparato un proiettile normale a Gauche mostrandogli
tutti i propri ricordi, ma che non gli aveva fatto il minimo effetto.
Zazie lo guardò stupito.
Lag stava vacillando.
Il suo Lag, per la prima volta da quando lo conosceva, stava vacillando nella storia con Gauche. Vacillando davvero.
No, non poteva. Non poteva proprio.
Per questo gli spinse il proiettile
lettera trovato per terra poco prima di raggiungerlo, glielo mise sulla
guancia con forza e seccato disse:
- Guarda qui! - Esclamò imbronciato.
- IL PROIETTILE LETTERA! - Strillò
entusiasta Lag, meravigliato di vederlo ancora, convinto d’averlo
perduto per sempre. La sua unica speranza di aiutare Gauche.
- Con quello lo raggiungerai! -
Asserì Zazie preparandosi ad uscire allo scoperto, pistola alla mano,
aria divertita. Se si menava un po’ le mani, come poteva non esserlo? -
Ti copro io! -
Lag tornò a sentirsi sicuro.
Se c’era Zazie dalla sua, poteva riuscirci.
- Andiamo dolce Lala! - Disse alzando il braccio verso l’alto dal rifugio in cui erano.
- Guarda che mi sono messo i pantaloni! - Brontolò Lag senza capire come mai era tanto in fissa col suo travestimento.
Suo malgrado, come ordinato da lui, uscì allo scoperto sul suo sparo verso il cielo.
La pistola sparacuore di Zazie
sparò la spina azzurra, il proiettile del quattordicenne. Fu come un
fuoco d’artificio che esplodeva, le scie azzurre vibrarono nel cielo
blu oltremare, la notte divenne giorno per un istante e mentre Lag
correva verso Gauche, distratto dal proiettile di Zazie, la pioggia di
spine azzurre cadde su Lode.
“In fondo al cuore di Noir c’è
sicuramente Gauche Suede.” Pensò Lag correndo a perdifiato mentre
caricava la pistola col proiettile lettera. “Devo sparare con la
convinzione che il proiettile lettera raggiungerà il suo cuore!”
- Riporterò indietro Gauche e fermerò Reverse! - Gridò arrivando innanzi a Noir.
Questi, che non vedeva per via della pioggia di Zazie, allungò il braccio per sparare.
- Non puoi fermare Reverse, la
rinascita è già iniziata! - Proprio nel momento in cui i due erano uno
davanti all’altro e si stavano per sparare, Lode li fermò dopo aver in
qualche modo superato la pioggia del proiettile di Zazie.
Disse che non avrebbe mai permesso
a nessuno di loro di toccare Noir perché era troppo importante per il
progetto di Reverse, di rivoluzionare il mondo. A modo loro lo stavano
salvando. L’idea era quella di spegnere il sole artificiale che
suddivideva il mondo in classi sociali dove l’ultima era all’ombra di
sé, immersa nelle tenebre.
Esattamente in quel momento arrivò
Connor con la dolce Sunny priva di cuore, fra le sue braccia. L’amico
in lacrime che diceva che il gaichu aveva appena mangiato il cuore di
tutto il monastero di Lament, compresa Sunny.
Questo funse da interruttore per
Lag il quale non riuscì a fermare quell’enorme ondata di sentimenti che
sarebbero esplosi fuori da lui come una bomba atomica, la cui onda
d’urto avrebbe investito tutti con esiti perenni.
Noir a quel punto sparò per
fermarlo, come intuisse, come sentisse che gli stava succedendo
qualcosa, però Lag esplose comunque in una luce ancor più grande.
Il suo occhio spirituale brillava
come se si stesse caricando per far risuonare un proiettile, ma lui era
fermo, preda dei sentimenti di dolore che stava provando per quel che
aveva fatto Reverse.
Assorbito il proiettile di Noir, rimase avvolto in una luce luminose che rese la notte come il giorno.
Zazie mise sotto tiro Lode
impedendole qualunque mossa, Noir immobile incapace di capire cosa
fosse successo e cosa fare, Connor con Sunny, tutti esterrefatti.
Infine Lag alzò la pistola verso Noir e con le lacrime di una rabbia bruciante, gridò:
- NOIR, NON RIPORTERÒ INDIETRO GAUCHE! CANCELLERÒ LA TUA ESISTENZA! - E con questo, sparò.
Il proiettile passò il corpo di Gauche in un istante, poi tutto si fece silenzio.
Dall’esplosione al nulla, un istante, un momento.
Il corpo di Gauche cadde a terra
privo di sensi, Lode si precipitò da lui mentre Zazie correva da un
luminescente Lag, esterrefatto per quel che aveva fatto ma ancor di più
preoccupato. Non ebbe tempo per assicurarsi sulle sue condizioni.
In cielo, proprio verso di loro, stava volando l’enorme gaichu cabernet con le sembianze di una libellula enorme.
Quattro ali ed una lunga coda massiccia.
- È stato attirato qua dal tuo
cuore, hai finito per creare problemi! - Disse seccata Lode che non
sapeva cosa fare con Noir svenuto.
Zazie si mise davanti ad un Lag
finito a terra per l’enorme scarica di cuore, mentre Connor, furioso
per lo stato della sua amica Sunny, andò contro il gaichu senza
esitare, per vendicarsi.
Connor cominciò ad inveire furioso contro il gaichu sopra le loro teste e Zazie capì subito che da sotto erano troppo esposti.
- Smettila, qua giù siamo solo
delle prede! - E come se fosse una predizione, il gaichu buttò
fuori dei lunghi e sottili tentacoli coi quali colpì alla cieca sotto
di sé.
Con una forza incredibile aprì
delle profonde crepe nel terreno, una delle quali fece cadere Noir,
preso al volo da Lode che tentava di non farlo andare giù.
Ferma in un posto estremamente
esposto ad altri attacchi, capì che sarebbe finita male. Nessuno
sarebbe arrivato per loro. Ormai erano spacciati. Era la fine.
Connor venne sbalzato via e Zazie afferrò Lag per la giacca e lo tirò via portandolo al più sicuro possibile.
Per un momento fu il caos più totale, sotto le mire del gaichu che reclamava altro cuore, altro cibo. Il loro.
Lag cercò di alzarsi per combattere, ma la pistola gli cadde di mano. Tremava.
- Non ho più forze… - Mormorò stupito senza capire, rimanendo in ginocchio accanto a Zazie.
- Hai usato troppo cuore con quel
proiettile lettera. Se spari di nuovo lo perderai del tutto. Tu prendi
il signor Gauche e allontanati da qui! -
Un altro tentacolo si conficcò nel
terreno davanti a loro, mancandoli di poco e Zazie si girò per andare
incontro al gaichu che continuava a volare sopra di loro, alla ricerca
di cuore.
- ZAZIE! - Chiamò preoccupato Lag capendo cosa voleva fare.
Zazie sapeva che voleva fermarlo, ma sapeva anche che non avevano scelta.
Per Lag, Gauche era troppo importante, mentre per lui lo era Lag. E comunque era troppo debole per combattere.
Non avrebbe mai permesso a Lag di morire.
- Vai, lo terrò a bada io! Non
permettere che quella donna si porti via Gauche! - Ordinò brusco senza
fermarsi un secondo. I suoi occhi lo imploravano, ma Lag capì che non
c’era alternativa. O così o rimanevano tutti a morire lì!
- Perdonami Zazie! - Mormorò Lag
con un filo di voce e le lacrime agli occhi. Un’ultima occhiata. Il
cuore in gola. La paura che potesse essere l’ultima. Sempre quella, ma
ora più di altre.
In risposta Zazie si girò dandogli la schiena, alzò la pistola e si mise a sparare verso il gaichu per distrarlo.
Lag a quel punto andò.
Zazie sapeva che si stava sacrificando, che la speranza di uccidere quel gaichu erano pari a zero.
Era un gaichu antico, totalmente
sconosciuto. Non si sapeva nulla e per scoprire il punto debole doveva
essergli vicino, ma se lo era poi lui l’afferrava coi tentacoli per
divorargli il cuore.
Senza contare che aveva appena
combattuto contro Gauche e Lode ed era al limite anche lui. Pochi
proiettili ancora, uno, forse… e si sarebbe perso.
La situazione era a dir poco
disperata, ma sapeva che lo stava facendo per la sua unica cosa bella.
La cosa più bella della sua vita.
La cosa per cui valeva la pena morire nonostante la propria vendetta non era ancora consumata.
“Gli scopi cambiano, quando incontri le persone giuste!”
- Che bel casino! Per quanto ci
pensi non ho la minima impressione di poter vincere! - Disse sorridendo
con un ghigno tipico suo, l’aria da gatto stremato che non si
arrendeva.
Lag lontano a recuperare Gauche, poco distante da lui Connor privo di sensi.
- A quanto pare non è ora di piagnucolare! - Esclamò infine rialzando il braccio con la pistola.
Pallido, sudato, con le occhiaie, estremamente provato e senza forze. Tremava.
Non ce l’avrebbe fatta.
Ma Lag era ancora lì. Non era ancora in salvo.
Così caricò quel po’ di cuore che
aveva dentro e sparò al gaichu conscio che senza colpire il punto
debole, era cuore del tutto sprecato.
Disperazione.
O forse amore.
Quell’unica cosa in grado di far
andare avanti qualcuno finito. Quell’unica cosa che muoveva ancora e
ancora e ancora, anche quando non se ne aveva più.
Zazie non si sarebbe mai arreso. A costo di morire.
Per Lag.
Lode riuscì a tirare su dal dirupo
buio Gauche, che lei chiamava Noir, ma purtroppo cadde giù al suo
posto. Lag arrivò in tempo per afferrarla, cercò di salvarla lo stesso,
eppure lei colpita dal cuore di quel bambino, capendo che non sarebbe
mai riuscita a tirarla su senza cadere anche lui, lasciò la presa e si
abbandonò al buio che la inghiottì.
Proprio in quel momento lui e
Gauche vennero presi dai tentacoli del gaichu, poco distante Zazie
aveva esaurito la sua riserva e pur volendo sparare, non poteva. Le sue
forze erano svanite del tutto, era sulle ginocchia, cercò di rialzarsi
senza successo e quando assottigliò la vista, vide che Lag e Gauche
erano stati presi.
Ma come fare?
Come salvare il suo Lag?
Non poteva arrendersi.
Non poteva…
Lag e Gauche, presi dal gaichu
cabernet erano alla deriva, avvinghiati a lui ai suoi tentacoli che
succhiava il loro cuore senza fermarsi.
Lag non sapeva cosa fare, aveva
quasi finito il cuore e non poteva sparare, ma era anche vero che il
gaichu glielo stava comunque prendendo.
Decise di tentare il tutto per
tutto e sparare ancora una volta, alzò gli occhi e cercò di capire dove
fosse il suo punto debole. Da sotto non vedeva molto se non la sua
pancia da cui uscivano altri tentacoli e le quattro grandi ali.
Fu lì che la voce fin troppo familiare di Gauche si sentì.
Era provato, estremamente debole ma sveglio.
Lag cercò di capire chi fosse, Gauche o Noir, ma non ne ebbe tempo.
Gauche parlò come se facessero quello da una vita.
- Il cabernet ha più di un punto
debole, ma dobbiamo sceglierne uno insieme e sparare all’unisono,
perché abbiamo esaurito entrambi il cuore. Dobbiamo unire le forze.
Miriamo ad una delle sue ali. - Lag non ci pensò nemmeno.
Semplicemente lo fece.
Si concentrò, tese il braccio nello
stesso identico momento e modo di Gauche e uniti dalla presa del
tentacolo, spalla contro spalla, caricarono il cuore facendo risuonare
il proiettile ad una delle ali.
Il colpo esplose nel cabernet che li lasciò andare e mentre loro cadevano, con essi anche una delle ali.
Erano momentaneamente liberi. Il
gaichu stava scappando, battendo in ritirata, per rigenerarsi.
Sconfitto solo per quell’istante.
Un istante necessario per salvare tutti.
Zazie corse da lui appena riuscì a
recuperare un briciolo di forze, col cuore in gola e la paura bruciante
di vederlo morto, privo di cuore.
Invece lui e Gauche erano lì a
terra vivi. Gauche svenuto, lui chino a piangergli sopra mentre diceva
che si era svegliato per un momento e l’aveva aiutato.
- L’ho percepito! Il suo cuore
dolce e gentile era tornato per un momento! Era la persona forte e
gentile che conoscevo! - Disse piangendo mentre Zazie li guardava
smarrito, sollevato che lui fosse vivo, ma non sapendo cosa sperare da
quel momento.
Non sapendo cosa aspettarsi.
Gauche era con loro, privo di sensi, Lag gli aveva sparato il proiettile ed ora piangeva.
Da lì poteva cambiare tutto. In meglio, o in peggio.
Zazie pregò che fosse in meglio. Ora come ora, contava solo la felicità di Lag. Solo quella.