*Ecco
un altro capitolo, un giorno di ritardo per via di Pasqua e pasquetta.
Comunque siamo in un punto cruciale del manga, quando Lloyd finalmente
svela tutta la verità sul sole artificiale. Quel che di cela dentro è
agghiacciante ed il piano che presenta lui è molto estremo, ma del
resto non sembrano esserci alternative. E su queste verità che ho
deciso di descrivere in modo chiaro ma di non soffermarmi troppo perchè
sono già ampiamente illustrate nel manga, vediamo la decisione di Lag e
Noir che prende piano piano forma. Buona lettura. Baci Akane*
34. CHE TORNI DA ME
"La luce all'orizzonte ieri era più luminosa con ombre che le
sovrastano, Le cicatrici iniziano a scomparire, Abbiamo detto che sarebbe
stato per sempre ma poi è scivolato via Siamo alla fine dell'ultimo
ballo in maschera"
/Final Masquerade - Linkin Park/
Quella mattina Zazie andò a fare colazione da Lag, come sempre.
Noir lo guardò senza fare una piega, sorridendo dentro di sé per il modo tenero che avevano di stare insieme.
Zazie era molto sicuro di sé e adorava Lag, si vedeva.
Lo chiamava ‘bella gattina’ e Lag
arrossiva tutte le volte, però nessuno poteva dire niente a Lag che
altrimenti Zazie lo fulminava male.
Non gli importava proprio di nascondere quel che provava, né tanto meno la loro relazione.
Noir li invidiava. Li trovava belli e li invidiava davvero.
Uscirono tutti insieme, il
direttore Garrard aveva appena accettato di riprendere Noir come Bee
per aiutarli nella ricerca delle persone nate nel giorno del balenio,
oltre che per aiutarli con le molte consegne rimaste.
Così la casa si svuotò improvvisamente.
Silvet nel vederli uscire ebbe una strana sensazione. Noir lo notò e le sorrise.
Si incamminò con Lode che
battibeccava con Niche, mentre Zazie parlava fitto fitto con Lag
mettendogli il braccio intorno al collo tutto allegro per sapere se
aveva scoperto qualcosa da Silvet che era nata nel giorno del balenio.
I due fecero una scenetta divertente a riguardo, Lag era disperato e pensava di lasciar perdere Silvet.
- Avanti, troverai sicuramente gli
altri! E vedrai che poi Silvet ti permetterà di guardarle dentro! -
Zazie era sempre così ottimista quando si trattava di lui. Quella
mattina sembrava non volergli restituire il braccio e arrivati
all’Alveare a momenti glielo staccò quando vide Jiggy fermo lì con il
suo cavallo di ferro.
Si tolse gli occhiali da guida,
lanciò uno sguardo penetrante a tutti quanti e si soffermò su Noir, il
quale ebbe un gran bel tuffo allo stomaco.
Lag sentì il braccio staccarsi e
vide che Zazie era di nuovo perso, così gli diede una gomitata e geloso
entrò di corsa senza dire nulla.
Zazie così si distrasse e facendo
un segno reverenziale al suo Dio, Jiggy Pepper, inseguì di corsa Lag
dentro, inseguiti da Wasiolka e da Niche. Lode rimase un attimo ferma
seccata.
- Lode… - Chiese gentilmente Noir.
Lei sbuffò esasperata, suo malgrado con un ‘sì sì’ entrò.
Lode raggiunse le due dingo e rimasero nell’atrio a dare un po’ di spettacolo. Puro allenamento, dopotutto.
Lag aveva il broncio, stava andando
dritto a prendere le consegne, quando Zazie lo afferrò per la sciarpa e
per poco lo strozzò.
- Lag, andiamo! - Lag si girò col broncio.
- Cosa?! - Zazie scoppiò a ridere,
cosa che non aiutò per nulla la sua posizione. Lag infatti lo fissò
anche peggio e si tolse la sciarpa pur di andarsene. Era arrabbiato.
Perché era sempre così svenevole con Jiggy? Non stava con lui?
Zazie con la sua sciarpa in mano
riprese ad inseguirlo e gliela mise al volo intorno al corpo,
legandogli anche le braccia. Lo voltò su sé stesso per un paio di volte
in modo da imbrigliarlo del tutto, poi veloce come un lampo lo trascinò
in uno dei famosi angoli dell’edificio.
Poi, al buio e al sicuro, come se poi gli importasse che qualcuno vedesse, gli prese il viso fra le mani e ridendo lo baciò.
- Smettila! Sai perché sono
arrabbiato! Tu sei tutto cuori per Jiggy! Ma non è lui il tuo ragazzo!
- Zazie scoppiò d’amore e di gioia, adorava quando faceva il geloso ma
fu ancor meglio sentire che si definiva il suo ragazzo.
- Amore. Sai che ti amo! - Questo spense subito Lag. Adorava quando glielo diceva.
- È un colpo basso. - Disse sempre col famoso delizioso broncio.
- Sei la mia gattina! - Fece piano
appoggiandosi a lui con tutto il corpo. Gli carezzava il viso e gli
sfiorava le labbra con le proprie, l’aria sicura di sé, divertita. -
Miao! - Concluse poi tornando a baciarlo.
Lag si arrese in fretta e ricambiò
il bacio, sperando di essere liberato per poterlo abbracciare. Zazie lo
accontentò e quando poté stringergli le braccia intorno al collo, una
sensazione stranissima lo invase.
Nostalgia. Quasi paura.
Lag si aggrottò trasformando l’abbraccio ed il bacio in qualcosa di molto sentito, molto più di un semplice saluto giornaliero.
Era come… “se fosse l’ultimo.”
Ebbe un flash, come una voce non sua, una voce dentro di sé, recondita.
Lag spalancò gli occhi spaventato,
terrorizzato, lo guardò e Zazie se ne accorse subito, pensando che
fosse ancora geloso si affrettò a spiegare per la millesima volta:
- Lag, sai che adoro Jiggy, ma è te
che amo! È solo te che desidero! Sei tu la mia gattina! - Era il suo
modo impacciato per dire cose dolci e tenere che non era in grado di
dire.
Lag scosse il capo ricacciando indietro le lacrime.
- No, non è questo. Lo so. -
Sorrise cercando di farsi forza. Sospirò. - È… - Ma non riusciva
proprio a spiegarsi, così scosse il capo e sorrise sperando di essere
convincente.
- Ma cos’hai? - Zazie ovviamente non l’avrebbe mai lasciato andare via, così Lag gli cercò le mani, gliele prese e sospirò.
- Ho una strana sensazione. Come se
oggi dovesse essere un giorno importante. - Però era più negativo che
positivo, solo che non glielo disse. Zazie sorrise e con la sua
sicurezza caratteristica, lo strinse tirandolo verso l’ingresso.
- Allora sarà un grande giorno! -
Lag non commentò, si tenne stretto a lui e pregò che fosse vero. Pregò
che fosse proprio così.
Quando si separarono, si guardarono.
Ognuno la propria missione.
Ognuno il proprio compito.
Lag con una persona legata al giorno del balenio, Zazie altrove.
Uno sguardo. Una sensazione. Una preghiera.
Che quello non fosse l’ultimo sguardo.
Jiggy esitò con Noir prima di
entrare, rimase davanti all’ingresso a guardarlo. Aveva deciso che quel
giorno sarebbe andato a chiedere a Largo Lloyd cosa sapeva una volta
per tutte. Si sarebbe finalmente mosso come si doveva.
Però decise di non dirglielo, se
poi era un buco nell’acqua era peggio la speranza che poteva accendere
in Gauche e poi spegnerla.
Noir fece un cenno composto senza
capire cosa intendesse con quella lunga occhiata ferma, così si mosse
per entrare, sapeva che non voleva fare ‘certe cose’ davanti agli
altri.
Ma Jiggy, sorprendendolo
profondamente, lo fermò per la mano, gliela strinse e si sporse a
baciarlo. Un bacio sulle labbra, come uno stampo. Un saluto.
Noir ebbe una strana sensazione.
Molto strana. L’aveva già provata.
Come se quello dovesse essere l’ultimo bacio.
Jiggy non fece una piega, non lasciò trasparire nulla.
Noir rimase lì fermo, la sua bocca veloce, la sua mano esitante.
Un ricordo che non voleva saperne di uscire. Una sensazione inquieta.
Poi Jiggy, senza dire nulla, lo
lasciò. Noir rimase inebetito, ma fece per entrare convinto di essere
seguito. Quando vide che Jiggy invece si metteva gli occhiali e tornava
al cavallo di ferro, si fermò e lo guardò meravigliato, sempre più
inquieto.
- Cosa fai, non entri? - Jiggy
allora tirò fuori uno dei suoi sorrisi particolari, un po’ un ghigno in
realtà. Scosse il capo, salì sul suo mezzo e l’accese facendo un gran
chiasso.
- Ho già una missione per oggi. È molto importante. -
Noir rimase incerto.
- Ci vediamo stasera? - Non glielo
aveva mai chiesto, non l’aveva davvero mai cercato per primo. Non in
quel modo. Jiggy sorrise meglio, più dolcemente, in quel modo che solo
Gauche aveva visto.
- Non so… - Una risposta che lasciò l’amaro in Noir che non seppe cosa dire. Non disse nulla.
Lo vide andare con una strana
sensazione e si ricordò di una sorta di pensiero già avuto non in
modalità uguali, ma forse vagamente simili.
“Che torni da me.”
Una preghiera, una speranza.
La sua scia rimase nell’aria per un po’, poi sparì.
Qualcosa stava cambiando di nuovo, qualcosa non sarebbe mai più stato come prima.
Il tempo stava per scadere.
Le cose non andarono come previsto.
Ma le cose non sarebbero mai potute andare come previsto, perché nessuno avrebbe potuto prevedere una cosa simile.
Lag aveva trovato una creatura nata
nel giorno del balenio e dopo averli aiutati, si era ritrovato lì con
un Jiggy sopraggiunto quasi per caso ed un Noir accompagnato da Lode,
versione Bee e Dingo.
Lag era a sua volta con Niche e una
nuova Bee, una strana ragazza dai capelli rosa e una coda tonda
nascosta dai pantaloni, il suo nome era Chiko.
Il suo carattere non era certo facile e sembrava sospetta.
La creatura nata nel giorno del
balenio che avevano aiutato, rivelò un posto quando Lag sparò il
proiettile del cuore su di lui. Un posto che aveva già avuto
l’occasione di vedere con un’altra ragazza incontrata, nata nello
stesso giorno.
Era un posto particolare e
specifico, che però non aveva mai visto. Chiaramente un richiamo ad
andarci, probabilmente la rivelazione di qualche segreto importante di
Amberground.
Quando Jiggy arrivò per puro caso,
attratto dai proiettili del cuore sparati da Lag, arrivò a cose fatte e
rimase ad osservare l’evolversi delle cose passivamente.
Poco dopo arrivò anche Noir con Lode.
I due si scambiarono uno sguardo particolare, ma non si fecero cenni e non si dissero nulla.
Jiggy non aveva ancora raggiunto Largo, aveva deviato vedendo il proiettile sparare da lì vicino.
Noir, invece, era arrivato proprio cercando Lag.
Gli consegnò una lettera giustificandosi che visto il destinatario, aveva pensato fosse molto importante.
La lettera era proprio di Largo Lloyd, per conto di Reverse.
Era un invito a raggiungerlo nella nuova sede posta a Blue Notes Blues per condividere delle importanti verità.
Lag sparò sulla lettera e rivelò il
cuore. Il suo proiettile gli permetteva di mostrare la storia degli
oggetti o quel che era riversato in essi.
Così vide Largo mentre rimetteva in
piedi Reverse insieme a Lawrence, che metteva insieme tutte le creature
che non potevano essere diventate spirito, e trovava proprio Chiko.
La Bee era una delle creature che
non potevano essere diventate spirito, ma Largo la trattava con affetto
dicendo che lei era molto speciale per la salvezza del mondo.
Lei, infatti, oltre alla coda tonda, aveva anche due orecchie da coniglio.
Nei ricordi comparsi dalla lettera,
si sentì anche la voce di Largo che parlava a Lag, conscio che avrebbe
usato il proiettile per saperne di più.
La sua voce spiegava che c’era un
grande segreto dietro il sole artificiale prodotto dal macchinario
imperatrice, e dalla stirpe di Lag.
Il sole, infatti, era un enorme
continuo proiettile del cuore sparato nel cielo, ma non a caso. Teneva
a bada da secoli un gigantesco gaichu di nome Spiritus pronto ad uscire
dall’ambra spirituale che lo intrappolava. Se si sarebbe schiuso e
formato completamente, sarebbe diventato il gaichu più grande, feroce e
primordiale mai incontrato. Ed esso avrebbe distrutto il mondo intero.
Decisero così di andare subito a
Blue Notes Blues da Largo, Jiggy si caricò Lag, mentre Noir e Lode
andarono con Chiko in carrozza, come erano arrivati.
Uno scambio di sguardi ulteriore fra Jiggy e Noir, poi nella testa del primo dei due un pensiero.
“Forse è destino che lo facciamo insieme.”
Non si spiegava il motivo per cui
proprio il suo Gauche fosse capitato lì in quel momento a fare la
stessa cosa per cui era lì lui.
Per il tempo di arrivare a destinazione, ognuno rimase per conto proprio a pensare a quello che il proiettile aveva rivelato.
Un enorme gaichu bestiale sopito
dentro un’ambra che stava per liberarlo. Addormentato dal sole
artificiale, un enorme proiettile del cuore sparato dall’Imperatrice,
tramite un macchinario che portava lo stesso nome, usato dall’Head Bee.
Attivato con i cuori delle persone della Capitale.
“Siamo alla fine del mondo?”
Pensò Lag chiedendosi se avesse rivisto Zazie.
“Farò di tutto, di tutto per
salvare il posto dove Gauche possa essere ancora felice, almeno un po’.
Non lascerò niente di intentato.”
Jiggy ormai era risoluto, era
troppo importante. Prima del suo ritorno avrebbe lasciato che le cose
andassero passivamente per il loro verso, ma ora che lui era di nuovo
lì, non poteva stare fermo a guardare, ad aspettare.
Ed era tutto molto peggio di quel che avrebbe immaginato.
Da Reverse vennero accolti e condotti nel luogo della rivelazione.
Largo Lloyd e Lawrence tenevano
regolarmente dei convegni durante i quali parlavano alla gente che
veniva da tutte le parti di Yodaka per conoscere l’acclamata verità, il
solo che si prendesse la briga di dirla senza mezzi termini.
E verità fu.
Largo era il figlio del generale
del governo che era a capo di tutte le operazioni di Amberground,
specie quella che aveva dato vita ad esperimenti umani, i cosiddetti
‘coloro che non potevano essere diventati spirito’.
Largo era uno di quegli
esperimenti. In lui il padre aveva impiantato gli organi della madre,
dopo aver trasformato lei stessa in una pianta ed averla infine uccisa.
Largo si era ribellato al padre dopo aver trovato tutte le informazioni possibili da reperire.
E fra queste c’era un antico
manoscritto che rivelava l’esistenza di un enorme gaichu primordiale,
Spiritus, tenuto a bada dal governo con un enorme sole artificiale, un
proiettile sparato usando i cuori delle persone, sacrificati lentamente
un po’ per volta nel corso degli anni.
La questione era che la vita
dell’Imperatrice stava giungendo al termine e non c’era un erede in
grado di continuare al suo posto. E comunque non poteva essere quella
la soluzione. Prima o poi la gente da sacrificare sarebbe comunque
finita e anche se così non fosse stato, non era possibile allevare in
seno una bestia simile. Specie se per farlo si dava vita ad un sistema
crudele che riduceva all’osso le persone e dava vita alle classi
sociali preda di povertà estrema.
La proposta di Largo era quella di
sparare un ultimo grande proiettile tramite la ragazza coniglio, Chiko,
la più vicina al diventare spirito.
Il progetto originale era chiuso e
fallito ma aveva dato vita a lei. Il governo a suo tempo si era
ripromesso di creare gli insetti spirituali incrociando persone e cose
o animali.
Lei era la più riuscita e la sola in grado di sparare un tale proiettile.
Questo proiettile, però, per essere
sufficientemente forte, chiedeva il sacrificio di molte persone che
avrebbero dovuto fornire tutto il loro cuore alla ragazza. Questo però
avrebbe risolto il problema una volta per sempre, uccidendo il gaichu e
mettendo fine al sole artificiale che aveva creato le classi sociali,
la piaga di Amberground.
Era un sistema drastico, ma era l’unico per risolvere le cose per sempre.
Al termine della ‘rivelazione’, le
persone si dispersero e Largo ricevette in privato Lag e gli altri, chi
sconvolto, chi contrariato, chi apparentemente indifferente.
Lag si oppose subito dicendo che
non poteva essere quello il modo per salvare il mondo, per quanto
quella verità fosse terribile. Non si poteva sacrificare tante persone
per salvarne altre, non sarebbe stato molto diverso da quello che aveva
fatto per anni il Governo contro cui si combatteva.
Largo rispose calmo che era aperto ad altre soluzioni, quella era la sola che lui aveva trovato.
Lag e Noir non ci misero molto ad andarsene senza dargli il loro appoggio.
Noir se ne era andato da Reverse proprio perché non gli piaceva i loro sistemi troppo drastici.
Lag voleva le stesse cose, ma non a quei costi, perciò Noir si trovava molto più in linea con lui.
Quando i due se ne andarono, si
fermarono realizzando che non erano seguiti a ruota da Jiggy, il quale
rimase fermo nella stanza con Largo.
Noir si gelò, fermandosi a
guardarlo incredulo. Le gambe si irrigidirono, il sangue ribollì nelle
orecchie che iniziarono a fischiare forte. Lo sguardo di ghiaccio.
Jiggy non fece una piega. Non un’espressione. Non un solo gesto.
- Non vieni? - Chiese Lag per conto di Noir. Jiggy scosse il capo.
- Voglio parlare ancora con Lloyd. - Disse pacato.
Lag molto più espressivo di loro
fece per esplodere, pensando alla delusione di Zazie nel vederlo lì che
passava dalla parte di Reverse.
- Non puoi accettare i loro metodi,
mi rifiuto di credere che si possa fare solo questo! - Jiggy socchiuse
gli occhi sfuggendo quelli di Noir zitto che lo fissava furioso, senza
proferire parola.
- È l’unico che ha offerto una
soluzione concreta. Voglio solo capire bene di cosa si tratta e quanto
altro sa. - Disse incerto se fosse il caso di far capire che non era
dalla parte di Largo, ma voleva solo sfruttare a fondo ogni sua
conoscenza, sicuro che se ne fosse tenuto un paio per sé, com’era nel
suo stile.
“Certo se lo dico, Lloyd col cazzo
che mi dice tutto. Devo mostrarmi incerto, possibilista… insomma…” E
così Largo sorrise meravigliato del fatto che si fermava lì, ma forse
non poi così tanto.
Noir vide nel suo sguardo la
speranza di quel gesto. In realtà era quello che aveva sperato. Jiggy
gli era sempre stato fedele, a modo suo. Averlo dalla sua parte era un
bel sollievo.
L’ondata bollente che invase Noir
gli fece dimenticare quel vuoto gelido provato per molto tempo. Lì, di
freddo, c’era ben poco.
Non disse nulla, non fece nulla.
Solo si girò e se ne andò duro, rigido, pugni stretti e quella delusione, quella bruciante delusione che lo stava distruggendo.
Non aveva mai provato una cosa simile, non la ricordava per lo meno.
Ma se provare sentimenti era
quello, non voleva. Preferiva non sapere come si amava, come ci si
sentiva bene, come si era felici. Preferiva farne a meno.
Disse a Lag di dover andare a
controllare una cosa in un posto lì vicino, mandò Lode con Lag e Niche
il quale aveva ricevuto un messaggio dal ragazzo che avevano aiutato
proprio prima di andare a Blue Notes Blue, il proprietario della
creatura nata nel giorno del balenio che aveva rivelato un certo posto.
Nel messaggio scriveva che si era ricordato dove aveva visto quel posto, sapeva qual era e gli indicò come trovarlo.
Lag decise di andarci subito e sia Chiko, sia Lode lo accompagnarono.
Noir andò nella caverna dove aveva
risvegliato il Cabernet per conto di Reverse poco tempo prima. La
caverna del Maka, la creatura leggendaria genitore di Niche e di sua
sorella.
Andò lì per sapere cosa fare e trovò il Maka morto e lei, la sorella di Niche, sul punto di mollare a sua volta.
Le due creature avevano tenuto a
bada molti altri gaichu in fase embrionale come il Cabernet per molti
anni. La loro morte avrebbe probabilmente liberato tutti quei gaichu.
Noir andò lì per avere delle
risposte su Spiritus visto che il Maka era molto antico, ma vedendo che
era morto si trovò a dover rinunciare e si chiese cosa dovesse fare a
quel punto: tornare a Central? Cercare Lag?
Il pensiero di Jiggy lo stava uccidendo dentro, non voleva pensarci, voleva essere in grado di cancellarlo, voleva proprio.
Però come? Come faceva se bruciava tanto?
“Lo cancellerò. Se vuole passare dalla parte di Largo Lloyd e di Reverse che faccia. Per me è finito.”
Tornando indietro a Central in
attesa di Lag per coordinarsi con un altro piano, la testa non si
staccò da lui. La delusione era enorme, non poteva credere che dopo
tutte quelle promesse, tutto quello che aveva fatto per tornare con
lui, per tirargli fuori quei ricordi, i sentimenti sopiti… lui poi gli
voltasse le spalle per le notizie sulla fine del mondo.
Non poteva crederci.
Si rifiutava.
La delusione era così grande da non poter essere digerita facilmente. Forse non l’avrebbe mai, mai accettata.
Eppure lui tornò indietro.
Lag non lo fece.