*Ecco
un altro capitolo. Quando ho scritto la fic, sono arrivata all'ultimo
numero che mancava ed aspettavo che mi mostrasse che diavolo era andato
a fare Noir, così dopo un'attesa considerevole, arrivato il fantomatico
ultimo numero, sono riuscita a sapere che dopo aver liberato la sorella
di Niche, si era fatto portare da lei oltre oceano per recuperare un
sacco di altre lettere per Lag. Così questo capitolo in realtà l'ho
scritto dopo aver letto l'ultimo numero, ma si riferisce al momento
prima della pausa che c'è nel manga, quella finale, quando poi Lag va
ad 'allenarsi' con l'insetto spirituale del suo occhio e Noir sparisce
misteriosamente fino al momento della battaglai finale. Di Jiggy non
viene espressamente detto nulla se non che si è sincerato con Lloyd
delle sue intenzioni. Questo capitolo conclude la terza parte della
fic, col prossimo inizia la quarta e ultima perchè credevate che
mancasse poco? Illusi! Di cosa da scrivere poi ne ho trovate e non
poche! E per ora, buona lettura. Baci Akane*
37. SE È CON LUI
"Che Dio ci salvi tutti Bruceremo dentro ai fuochi di mille soli ? Per
i peccati delle nostre azioni, I peccati delle nostre parole I peccati
dei nostri padri I peccati dei nostri giovani"
/The requiem - Linkin Park/
Un sapore amaro in bocca.
Il sapore dell’addio.
Jiggy assottigliò gli occhi alzando il mento con aria dura e risoluta.
Quello non sarebbe stato un addio.
- Com’era? - Chiese Gauche a Jiggy,
affiancandolo da dietro. Jiggy seduto sul cavallo di ferro si voltò a
guardarlo e non fece nessuna piega particolare:
- Abbattuto, sta perdendo la fede. - Capì di chi parlava nonostante Jiggy avesse salutato anche la sua famiglia.
- Dovresti dargli motivo almeno tu di non perderla. - Disse Gauche calmo. Jiggy inarcò un sopracciglio senza capire.
- È Lag che gliene sta dando… -
Gauche sospirò paziente guardandolo al suo fianco, Lode che scrutava
calma l’orizzonte mentre Harry svolazzava sopra le loro teste.
- Sì, ma Lag è la persona che ama.
Tu sei il suo Dio, da sempre. Lag gli mancherà e lo farà vacillare, ma
se anche tu lo deludi perché sparisci, come si sentirà? Quale motivo
avrà per andare avanti? - Jiggy rimase colpito dal suo ragionamento
così altruistico in stile Gauche. Sorrise malizioso.
- Dovrei stare con lui invece che
con te? Dovresti deciderti, prima mi chiedi di aiutarti e poi mi dici
di non deluderlo? - Gauche scosse la testa sempre con un piccolo
sorriso tirato, gli occhi malinconici di Noir gli ricordavano che non
era ancora tornato.
- No, se mi lasci non avrò pietà. -
Minacciò senza mostrare alcuna aria oscura e tetra. Jiggy pensò che
fosse estremamente sexy così, ma si trattenne.
- Hai le idee molto chiare, vedo! - Rispose ironico.
- Devi venire con me, ma non per questo abbandonare Zazie. -
- Io non ho nessun obbligo verso
nessuno, solo mia sorella e mio fratello! - Replicò seccato. - Da
quando ‘devo’ qualcosa a Zazie? Perché? Sai di quanti sono l’idolo? -
Jiggy ne era perfettamente consapevole e questo aveva ben nutrito il
suo ego che tendeva a gonfiarsi di suo. Amava essere ammirato, essere
il primo. A Gauche era sempre stato secondo, ma di lui poi si era
innamorato, perciò l’aveva accettato.
- Hai instaurato un legame con
Zazie, c’è una connessione. - Jiggy lo guardò corrucciato e lui
continuò calmo e sorridente: - Avete combattuto insieme contro il
Cabernet, vi siete confrontati molto volte successivamente, avete avuto
modo di parlare ancora… quello significa avere un legame! - Spiegò
quello senza cuore dei due. Jiggy, il quale per teoria aveva tutto il
suo cuore nel petto, fece una smorfia imbronciata.
- Bene, gli manderò aggiornamenti
regolari tramite Harry e me ne farò dare da lui! - Concluse seccato
arrendendosi alla teoria per cui Zazie era importante per lui in
qualche strana maniera. Poi mise in moto il rombo che a Gauche piacque
e quando fu salito dietro di lui, a cavalcioni, lo prese per i fianchi
e si assicurò di non volare via una volta partito.
- Sai, avete qualcosa in comune… - Disse come se rispondesse ad una muta domanda di Jiggy. Questi voltò la testa di lato.
- E cioè? - Gauche aveva saputo qualcosa di Zazie tramite Lag e Silvet i quali amavano parlare.
- Cioè eravate entrambi soli e
arrabbiati prima dell’arrivo delle persone che avete amato. - Silenzio.
Jiggy a quel punto non disse nulla, accelerò e partì.
Forse aveva ragione.
“Perciò anche Gauche e Lag hanno
qualcosa in comune… “ Pensò fra sé e sé mentre si dirigeva a Blue Notes
Blues. “Si fanno amare subito da chiunque!”
La grotta si stagliava davanti a
loro, Jiggy non ci era mai stato. Gauche gli disse di fermare il
cavallo e di spegnerlo fuori, perché l’abitante della grotta nel lago,
era molto irascibile.
- Si può sapere una volta per tutte cosa dobbiamo fare? - Chiese Jiggy il quale ora era in vena polemica.
Gauche, che ormai era bravo a gestire i polemici, rispose paziente, sceso dal cavallo di ferro.
- Dobbiamo liberare la ragazza maka. - Jiggy si aggrottò.
- Chi? -
- La sorella di Niche. - Jiggy si figurò un’altra bambina petulante e selvatica.
- Per forza? - Chiese spontaneo non essendo felice di avere a che fare coi bambini rompiscatole. Gauche ignorò la sua domanda.
- Abbiamo bisogno del suo immenso potere per fare quello che dobbiamo. -
- Ma si può sapere che diavolo dobbiamo fare? - Chiese ancora. Gauche, paziente, continuò le sue risposte criptiche.
- Per prima cosa liberiamo la
ragazza-maka. Poi ci porterà oltre oceano. - Jiggy rimase zitto, si
corrucciò, cercò di immaginare l’oceano. E cercò di immaginare l’oltre
oceano.
- Perché? - Chiese naturalmente. Gauche alzò finalmente gli occhi al cielo.
- Non puoi semplicemente fare una
cosa che ti viene detta senza discutere sempre? - Domanda retorica che
presupponeva il silenzio e l’azione.
- No! - Rispose invece secco Jiggy
senza muoversi dall’ingresso della caverna, tutt’intorno era di neve e
ghiaccio, c’era molto freddo, il rumore dell’acqua del lago che entrava
nella caverna alta e buia era piacevole, pacifico, quasi.
Gauche scosse il capo e scrollò le spalle entrando. Jiggy rimase fermo sconvolto dal suo non rispondergli.
- Oltre oceano ci sono molte terre. - Rispose Lode per Gauche. Jiggy la guardò sempre polemico.
- Sì, inesplorate! - Lode alzò le spalle.
- Dobbiamo raccogliere quante più
lettere possibili, l’ha detto Lag. Queste terre le setacceranno i Bee.
Noi andiamo oltre. - E con questo Lode entrò seguendo Gauche.
Jiggy voleva ancora sapere molte cose, ma almeno aveva una vaga idea di che cosa stavano per fare.
Così sbuffando entrò ricongiuntosi
a Gauche, poi nell’ombra della caverna che si allungava verso una sorta
di antro, riprese sussurrando.
- Ma come ci andiamo oltre
l’oceano? - Gauche alzò gli occhi di nuovo. Lui era l’unico in grado di
mettere a dura prova la sua leggendaria pazienza.
- Per questo ci servono i grandi poteri della ragazza maka! -
- Ok, ora ho capito perché dobbiamo
liberarla. Anche se ancora non capisco da cosa e soprattutto in cosa
consistono questi poteri, Niche usa i capelli come spade, non mi sembra
che abbia poteri particolari. - Gauche non rispose fino a che la
caverna si aprì nell’antro dove da un lato si stendeva il lago. Le
pareti erano completamente ghiacciate, ma c’era una sorta di luce che
veniva dall’acqua e non solo dall’acqua.
Mentre Jiggy chiedeva:
- Comunque da cosa dobbiamo liberarla? - girò lo sguardo verso la fonte di luce e vide da cosa dovevano liberarla.
La ragazza maka, per nulla piccola,
tozza e bruttina, era sospesa sul ghiaccio in tutta la sua intera e
splendida nudità, una bellissima ragazza dai tratti un po’ selvatici, i
lunghissimi capelli d’oro splendevano dando a quel luogo buio e freddo,
un alone dorato meraviglioso.
I capelli si alzavano intorno a lei
in tante corde che si concludevano con delle gabbie. Queste gabbie
erano dorate come i suoi capelli e dure come delle spade infrangibili.
Erano ovali, sembravano come delle uova gigantesche e stavano sospese,
o meglio appese, intorno a lei.
- Oh merda. - Disse poco finemente
Jiggy. All’interno delle gabbie, c’erano tanti gaichu embrionali che
dormivano, gaichu che avevano iniziato a formarsi ma che non si erano
mai completati. - Questo è il famoso cimitero dei gaichu! È qua che hai
svegliato quel maledetto stronzo di un Cabernet!- Esclamò sconvolto e
seccato Jiggy realizzando in cosa consisteva la prima parte della
missione. - Ecco perché non potevi farlo da solo! - Gauche alzò la
spalla.
- Potevo. Ma poi ci mettevo troppo!
- Esclamò con aria vagamente boriosa. Jiggy lo guardò sorpreso, poi
fece un fischio e scosse il capo prendendo in mano la pistola.
- Ce ne hai messo di tempo, stupido umano! - Gracchiò la ragazza maka.
- Ha un brutto carattere. - Spiegò piano Gauche a Jiggy.
- Ma dai! - Replicò ironico.
- Dovevo portare qualcuno che mi aiutasse. - Spiegò calmo Gauche.
- E quel qualcuno è quel petilante lamintoso? - Jiggy guardò Gauche aggrottato e spaesato.
- Ha qualche problema con la nostra
lingua, ma si fa capire. - Spiegò ancora prendendo anche lui la pistola
sparacuore in mano, mentre Lode ed Harry si preparavano all’azione.
- Ok scusa un secondo però. - Fece
Jiggy alzando l’altra mano libera. Lode alzò gli occhi al cielo
seccata, voleva darsi da fare e lui non era mai soddisfatto. - Perché
li sta tenendo? È lei che li imprigiona! Pensavo dovessimo liberarla! -
Gauche indicò la ragazza con la mano aperta, l’aria di chi voleva
sparare a Jiggy invece che ai gaichu.
- Sono gaichu embrionali, non del
tutto sviluppati. Per questo congelati e addormentati. Se lei li
lascia, il ghiaccio si scioglierà e questi si svilupperanno del tutto e
si sveglieranno. E sono tutti gaichu molto più forti degli altri, sono
tutti simili al Cabernet. Finchè li uccidiamo ora è un conto. Ma poi ci
vorrà più tempo! -
Jiggy a quel punto aveva capito e ironico tornò ad impugnare bene la pistola.
- Ma va! Mica mi ricordo quanto ho faticato a farlo fuori! -
- Tu? - Chiese Gauche polemizzando.
- Io ho fatto la gran parte del lavoro! -
- Con Zazie! - Puntualizzò Gauche.
- Con Zazie. Però gli ho strappato praticamente tutte le ali! -
- Avete, Jiggy, avete! Quando fai
qualcosa con qualcuno si chiama lavoro di squadra e si usa il ‘noi’. -
Spiegò ancora quello ‘senza cuore’. Jiggy sbuffò.
- Sì beh, noi! - Concesse Jiggy spostandosi per guardarli tutti.
- E comunque alla fine gli abbiamo
sparato tutti insieme, a quel punto è morto! - Gauche ci teneva a
precisare che tutti avevano fatto la loro parte.
- Devo ricordarti che se non fosse
stato per te, quel maledetto Cabernet non avrebbe mai fatto quel
disastro? - Gauche lo guardò con sguardo sottile, di nuovo indeciso se
sparare a lui o ai gaichu.
- Devo ricordarti che all’epoca
avevo perso me stesso? - Jiggy voleva replicare che ora non aveva
proprio ritrovato il suo cuore, ma sarebbe stato un colpo mancino, così
si mangiò la lingua per la prima volta.
- Se avete finito di discutere come
una vecchia coppia bisbetica, abbiamo un lavoro da fare! - Li ammonì
seccata Lode. I due ragazzi la guardarono ricordandosi per cosa erano
lì e sospirando annuirono tornando al dovere.
- Direi di farlo uno per volta. - Disse Gauche.
- Tutti insieme è impossibile! - Rispose Jiggy.
- Se non la finisci ti sparo! -
Replicò freddamente Gauche. L’altro fece mezzo sorrisino.
- Così mi ecciti! - In risposta il
compagno arrossì, poi finalmente indicarono il primo alla sorella di
Niche, la quale lo lasciò andare liberandolo.
Il gaichu cadde nella terra dove il ghiaccio si faceva sempre meno intenso e duro.
Non sarebbero durati molti.
- Il maka è morto, era lui
che si occupava di controllare questi gaichu e tenerli addormentati,
per impedire alla natura di venire rovinata. Però poi lui è morto e lei
è rimasta a portare avanti da solo il suo compito, solo che i ghiacci
si stanno assottigliando e questa caverna non rimarrà gelata per
sempre. Un giorno si risveglieranno tutti. - La spiegazione completa
arrivò durante la battaglia, Jiggy ascoltò senza replicare, poi
iniziarono a sparare per rompere il ghiaccio, come Gauche e Lode
avevano fatto tempo prima col Cabernet.
Non ci volle molto per il ghiaccio
per sgretolarsi, quando fu a pezzi, il gaichu iniziò a muoversi come se
non fosse mai stato sospeso nel gelo per anni immemori.
- È ancora un embrione, ma si sta già sviluppando! - Notò Gauche.
- È velocissimo! - Concordò Jiggy che l’aveva già visto con il Cabernet.
- Quale sarà il suo punto debole? -
Chiese Gauche. I due ragazzi messi uno all’opposto dell’altro, intorno
al gaichu che si muoveva e si sviluppava una volta scongelato, lo
tenevano sotto tiro pronti a sparare. Lode dall’altra parte, verso il
muso, per attirare la sua attenzione all’occorrenza.
- Harry! Fai attenzione! - A quel
punto Harry, il falco di Jiggy, iniziò a sorvolare il gaichu fino ad
avvicinarsi sempre più: sentendosi infastidito da qualcosa, il gaichu
sebbene si stesse sviluppando e fosse quindi ancora molto confuso,
iniziò a muoversi. Tentando di attaccarlo, venne distratto da Lode la
quale si buttò contro di lui rovesciandolo. Il tentacolo mancò Harry,
il gaichu rotolò come un cucciolo di tartaruga e rimase a pancia in su
mentre i tentacoli dalla pancia cercavano di rimetterlo dritto.
- La pancia! - Concluse Jiggy dopo il test di Harry.
Con questo i dingo si fecero da
parte e i Bee spararono contemporaneamente sulla pancia esposta,
proprio dove i tentacoli spuntavano.
I raggi della sparacuore si
concentrarono nello stesso punto, il proiettile esplose e risuonò
all’interno del gaichu che poco dopo esplose.
Jiggy rimase senza parole.
- È stato facile! - Esclamò incredulo ricordando la fatica fatta con l’altro gaichu.
- Siamo in quattro. - Spiegò
Gauche. - E oltretutto se li affronti mentre sono in fase di sviluppo
sono più deboli. Anche i dingo trovano più facilmente il punto debole
perché solitamente è rappresentato dalla parte del corpo che sta
cercando di crescere. - Jiggy annuì attento.
- Perciò quando è sviluppato e formato è difficile capire qual è il punto debole. -
- Si va più a tentativi. - Ma
questo Jiggy lo sapeva. A volte era impressionato nel vedere quante
cose sapeva Gauche, non per nulla era lui ad essere diventato Head Bee,
l’unico della loro generazione.
Alzarono le pistole sparacuore
appoggiandole sulle proprie spalle, Harry si posò su una sporgenza alta
della caverna, mentre Lode con il coltello in mano si accucciò ai
limiti del lago, pronta ad affrontarne un altro.
- Adesso dobbiamo farlo altre dieci
volte! - Concluse infine Gauche serio osservando la ragazza maka ferma
con altre bestie simili addormentate.
- Che stiamo aspettando? - Ora un
sorriso divertito aleggiava sulle labbra di Jiggy, Gauche scosse il
capo come se un’altra vecchia reminiscenza gli tornasse nel guardarlo
così felice di combattere.
- Tu ti annoi proprio a non fare nulla, vero? - In risposta Jiggy chiese di librare il gaichu più forte.
- Cominciamo da quelli difficili, via il dente via il dolore! -
“Non cambierà mai.” Pensò
istintivamente Gauche come se potesse ricordarlo davvero. Poi si fermò.
In effetti no, in effetti non poteva. Però lo sapeva lo stesso.
- Potremmo mica darle un nome? -
Disse Jiggy seduto a terra, vicino al lago. Il fiato gli era appena
tornato regolare, ma il corpo gli doleva in molti punti. Non era stato
facile farne fuori tanti, sebbene embrionali quei gaichu erano stati
molto forti anche in quel momento.
Anche se poi essere i due bee più forti, specie a livello combattivo, aveva aiutato parecchio.
- I nemi sono per chi affartiene a qualcuni, io non affartengo a ninguno! - Jiggy alzò gli occhi al cielo.
- Come sopporti la sua parlata
scorretta? - Chiese sgarbato davanti alla ragazza maka che si stava
ricoprendo il corpo con una ciocca dei propri capelli, usati come
vestiti aderenti.
- E lui come supporta te? - Chiese lei di rimando con la vena che le batteva sulla tempia.
- A dire il vero non so come sopporto entrambi! - Commentò basso Gauche sperando di non essere sentito.
Jiggy e la ragazza maka lo
guardarono male, mentre Lode tornò con un po’ di provviste per il
viaggio, nessuno chiese come le avesse procurate.
- Siamo pronti? - Disse lei freddamente. Gauche si asciugò il viso dopo esserselo sciacquato e si raddrizzò annuendo.
- Possiamo muoverci. - Rispose guardando Gauche che si decideva a sciacquarsi anche lui prima di rimettersi in moto.
- Tanto potremo riposare durante il
viaggio. - Fece Jiggy tirandosi su in piedi. Si sentiva ancora molto
debole, ma una bella dormita avrebbe fatto il suo dovere.
Gauche guardò la ragazza maka per
capire se era pronta, lei si voltò verso la caverna che era stata la
sua casa per tantissimi anni, guardò il luogo dove aveva vissuto con il
maka a vegliare i gaichu, dove aveva osservato silenziosamente il mondo
che andava via via sempre più in rovina, il luogo da cui aveva
allontanato ogni forma di vita per preservarlo puro.
Non sapeva bene quel che provava, però era ora di andare oltre, si disse.
Era ora di provare qualcos’altro.
“Penso che il maka lo vorrebbe. Non per gli uomini stupidi, ma per il mondo che un tempo era meraviglioso.”
Pensò fra sé e sé senza accorgersi che nel pensare non sbagliava le parole!
Gauche e Jiggy, in piedi uno
accanto all’altro, si girarono a guardarla, in attesa verso il tunnel
che portava all’esterno. Lode già fuori, Harry inviato a Zazie con un
messaggio che l’avvertiva che stavano andando oltre oceano con la
sorella di Niche a raccogliere altre lettere.
Infine la ragazza maka uscì per
prima, seguita dai due ragazzi che si guardarono colpiti della facilità
con cui le cose stavano andando fino a quel momento.
- Non so ancora come attraverseremo
l’oceano… - Chiese Jiggy il quale era irritato dal non avere chiaro
ogni dettaglio del piano. Essere solo un gregario e non il comandante
di una missione era seccante, ma se a comandare era Gauche andava bene.
Ogni tanto ripensava a come era
iniziata, come erano stati inesperti… e vedere come ora erano forti ed
i numeri uno, era davvero incredibile. Era una bella sensazione.
- Con una nave. - Rispose semplicistico Gauche uscendo dalla caverna del maka.
- Quale? -
- Quella che farà coi suoi capelli!
- Quando finalmente lo seppe, Jiggy si sentì meglio. Annuì senza
replicare su quanto efficace potesse essere una nave fatta di capelli,
sapeva che il materiale di quei capelli era ben diverso da quelli
normali.
- Chissà cosa troveremo nelle terre
oltre oceano… - Disse invece recuperando il suo cavallo di ferro e
salendoci sopra per condurlo alla riva dell’oceano.
La neve rifletteva una luce bianca
che non c’era davvero, ma si vedeva sufficientemente bene considerando
che Blue Notes Blues era ai limiti estremi della luce artificiale.
Seguirono l’affluente del lago che
lo collegava all’oceano, non era un fiume molto lungo, non avrebbero
tardato molto ad arrivarci.
- Non è una missione che avrei
svolto da solo. - Ammise infine Gauche. - Proprio perché è estremamente
pericolosa. Non immagino cosa ci troveremo. Forse nessuno ci conosce,
forse non sanno nemmeno dell’esistenza del sole artificiale e del
Governo. Perché dovrebbero aiutarci? No, non è una missione che avrei
fatto da solo. - Jiggy lo guardò un po’ sorpreso, poi sorrise.
- Beh, non pensarci! Tanto ci sono io! - Concluse con il suo solito egocentrismo, in quell’occasione voluto. Gauche ridacchiò.
- Per questo la faccio. - A volte
non serviva parlare di sentimenti. Nel loro caso, certe frasi, certe
ammissioni, certi gesti valevano più di un ‘ti amo’ o di qualsiasi
altra dichiarazione.
Arrivarono non molto dopo, in quel
luogo la scogliera scendeva a strapiombo, ai suoi piedi l’immenso mare
nero si infrangeva creando un fragore continuo. Quella notte il mare
era un po’ agitato, il vento soffiava in modo particolare.
Il buio era fitto, pur
assottigliando lo sguardo, non si vedeva una linea d’orizzonte, una
fine, un qualcosa. Non si vedeva nulla.
Era come buttarsi dentro un buco nero, non c’era la minima idea di dove stavano andando e cosa stavano per fare. Non c’era.
- Siate sicuri? Può ezzere molto
piriculoso. Potrebbe anche non ezzerci nulla oltre l’osceano. - Disse
la ragazza maka seria, in direzione di Gauche e Jiggy.
I due si guardarono per capire se
c’era dell’incertezza, se uno dei due aveva paura, se era un suicidio.
Probabilmente lo era. E sicuramente entrambi avevano paura, perché era
normale.
Si girarono verso la direzione del sole artificiale che da lì non si vedeva.
Presto sarebbe stato così sempre ed ovunque.
Tornarono a guardarsi ed infine annuirono.
- Andiamo. - Concluse sicuro
Gauche. Jiggy lo lasciava comandare solo perché era lui, però poi
avrebbe riscosso la ricompensa per la sua pazienza.
A quel punto la ragazza maka annuì,
si sollevò oltre la scogliera, sul mare oscuro. Alzò le braccia in alto
alla cui estremità, al posto delle mani, c’erano delle zampe da bestia
con tanto di artigli, identiche a quelle di Niche. Lentamente al posto
delle zampe si allungarono delle piume d’oro, le stesse che si estesero
su tutto il corpo da donna sinuoso, piume d’oro che partivano anche dal
viso e si aprivano in due meravigliose ali. Nel frattempo da dietro di
sé i capelli iniziarono a muoversi e fluttuare. Nel buio si vedeva
poco, ma mano a mano che i capelli prendevano forma e si ingrandivano,
l’oro dei suoi capelli creavano come un alone di luce flebile, ma che
permetteva loro di vedere a sufficienza.
Qualche istante dopo, davanti a
loro e alla scogliera, sospesa sul mare e sulle onde, c’era un enorme
galeone perfetto, completamente d’oro e dalla luce propria, non
intensa, ma sufficiente.
Jiggy rimase senza parole e
proverbialmente stupito, Gauche sapeva cosa poteva fare coi capelli,
l’aveva visto da Niche, ma non aveva minimamente immaginato che potesse
trasformarsi in una donna uccello, simile ad una fenice d’orata.
Sorrise con dolcezza e chinò la testa.
- Grazie mille, sorella di Niche.
Il suo aiuto sarà prezioso. E questa nave è meravigliosa. - La ragazza
dall’aria scorbutica e selvatica fece un’aria compiaciuta e si spostò
mettendosi col fianco della nave verso la scogliera alla quale si
accostò per permettere loro di salire. Jiggy prese il cavallo di ferro,
l’accese e con una piccola rincorsa saltò dentro senza grossi problemi.
Infine la spense e scese. Dopo di lui salirono Gauche e Lode.
- Siamo tutti? - Chiese la maka per sapere se potevano partire.
- Aspetta un secondo. - Rispose
Jiggy guardando verso le terre che stavano lasciando. Assottigliò gli
occhi azzurri, fischiò verso il cielo nero dove il vento faceva volare
i capelli e le sciarpe, infine alzò il braccio piegato e qualche
istante dopo, anche Harry approdò sul galeone.
- Ora possiamo andare! - Disse soddisfatto.
La maka in versione uccello, si
spostò e cominciò a muoversi, decidendo di sorvolare l’oceano piuttosto
che navigarlo, per facilitarsi il compito.
I ragazzi guardarono la terra
conosciuta allontanarsi, uno strano senso di timore li invase, forse
stavano andando a morire, ma rimanere lì senza fare nulla avrebbe
probabilmente avuto lo stesso esito.
E comunque qualunque cosa sarebbe stato, l’avrebbero affrontato insieme.
“Anche la morte, se è con lui, mi sta più che bene!”
Pensò drammatico ma convinto Jiggy.
Poco diverso fu il pensiero di Gauche mentre si girava a guardare il
proprio compagno con il falco sulla spalla, mentre sfilava il biglietto
di Zazie per leggerlo.
“Con lui andrà tutto bene.”
- Cosa dice? - Chiese mascherando benissimo i propri stati d’animo, come faceva pure Jiggy.
- ‘Voi siete pazzi da legare, ma è
stato un onore conoscervi. Darò un’occhiata alle vostre famiglie per
voi. Comunque ci rivedremo se non altro nell’aldilà. E mi sa che non
aspetteremo molto! Il tuo fedele fan numero uno. Zazie!’ -
Silenzio.
- Ha scritto davvero così? - Chiese
Gauche scettico. Jiggy gli diede la lettera annuendo serio. - Quanto
ottimismo! - Commentò incredulo leggendolo.
- E cosa vi aspettate? Almeno lui è consapevole che è una missione suicida! - Replicò Lode lugubre e tagliente come suo solito.
- Non ha torto… - Sottolineò Jiggy.
Gauche sospirò e scosse il capo avanzando verso la coperta del galeone, cercando un posto meno ventilato del ponte di poppa.
- Attenzione a non mostrare troppo
entusiasmo che vi potrebbe uccidere! - Sbottò ironico sparendo in
coperta. Jiggy e Lode si guardarono ed alzarono le spalle, Lode fu la
prima a seguirlo dentro, Jiggy esitò e diede un’occhiata all’orizzonte,
col vento sferzante e gelido.
Che andassero a vivere o a morire, era con la persona che contava di più al mondo. E questo era tutto ciò che contava davvero.