Zoro si stava passando l’asciugamano con calma sul corpo bagnato,
quando Law entrò nella camera senza bussare, dando per scontato che se
si condivideva la camera, ognuno poteva entrare come voleva.
Si fermò subito notando qualcosa di strano a pelle, si irrigidì un attimo e piegò la testa di lato osservando la scena.
Zoro si voltò imperturbabile, nonostante fosse nudo e bagnato non fece
cenno di sbrigarsi a coprirsi e non gli disse nemmeno di andarsene.
Law non si scusò, serio e silenzioso guardò il letto vicino a Zoro: era
disfatto e vi dormiva Rufy a pancia in giù, la mano sotto al cuscino e
l’aria di chi era davvero beato, le lenzuola lo coprivano fino alla
vita ma si vedeva che era completamente nudo.
Law capì immediatamente cosa era successo lì poco prima e non si turbò,
proseguì dritto senza esitare e prima di passare la porta, disse
serafico e senza guardarlo:
- Chiudetevi a chiave la prossima volta. - Con questo entrò nel bagno
della camera che i ragazzi avevano in comune e senza dire altro né
guardarli, si chiuse dentro per una doccia.
La seconda volta che li notò, fu stesi al sole sul ponte. Probabilmente
avevano appena finito di allenarsi o fare qualche lavoro ed ora,
stanchi, si rilassavano.
Zoro supino, braccia aperte era sveglio a guardare il cielo terso, era
una bella giornata e Rufy gli dormiva sopra. Si vedeva che erano un po’
sudati e scarmigliati, ma erano sereni e rilassati. Rufy usava il petto
di Zoro come cuscino ed era steso sul fianco, tutto storto.
Law quella volta li guardò, alzò il sopracciglio e pensò qualcosa di
imperturbabile, andò di nuovo oltre probabilmente a controllare la
rotta o l’orizzonte, impaziente di arrivare a Dressrosa, poi però ci
ripensò e tornò indietro, si mise dietro la testa di Zoro coprendogli
il sole col corpo, l’ombra si proiettò sul suo viso attirando la sua
attenzione.
Law gli diede un colpetto col piede sulla testa, Zoro lo guardò serio col solo occhio che gli era rimasto.
- Ti va di fare due tiri? - Chiese sforzandosi di non essere troppo
brusco, guardò le tre spade di Zoro poste al suo lato e poi mosse la
propria appesa al fianco.
Zoro si era appena allenato con Rufy, come il giorno prima l’aveva
fatto con Kin’Emon, ma non diceva mai di no ad un po’ di tiri di spada,
così cercando di essere delicato, spostò Rufy che non si accorse
di nulla. Quando dormiva non lo svegliavano nemmeno i cannoni, avrebbe
pure potuto scaraventarlo giù da sé, ma in quel momento Rufy era in uno
di quei rari momenti in cui avevi voglia di proteggerlo, pur
consapevole che era in grado di farlo da solo.
Fatto questo si alzò, si tolse la bandana dal bicipite e se la legò
alla testa, infine rimase a torso nudo prendendo solo una delle sue tre
spade. Law sfilò la propria dopo essersi tolto il cappello ed il
giacchino senza maniche.
- Una contro una? - Chiese Zoro per capire quanto sul serio dovesse fare.
Law alzò le spalle.
- Per me puoi anche usare la tua tecnica completa, non sottovalutarmi.
- Rispose acido Law pensando che lo vedesse come più debole.
Naturalmente era portato a pensare sempre il peggio in ogni situazione
e Zoro non aveva l’aria molto amichevole.
Zoro fece un ghigno e ne prese una sfilandola, si spostò da lì e si mise in posizione distante da Rufy.
Il ponte della Sunny era ricoperto da un’erba sintetica che però risultava molto piacevole, non era raro che Rufy dormisse lì.
Law si mise in posizione ad una distanza sufficiente impugnando la
spada lunga con entrambe le mani, gli occhi neri e sottili fissavano
seri Zoro in posizione di guardia.
Da Punk Hazard, Law aveva un po’ di bende per delle ferite riportate in
battaglia, Zoro invece non si era strapazzato molto e non era
particolarmente ferito, ma sul suo corpo c’erano molte cicatrici
vecchie che si notavano subito. Una diagonale che attraversava il
torace e il segno verticale che chiudeva l’occhio sinistro erano le più
evidenti, ma ne aveva altre minori sparse in giro.
- Hai molte battaglie alle spalle, vedo. - Disse Law sorprendendo Zoro
perché era la prima volta che lo vedeva fare semplice conversazione.
Nessuno dei due amava parlare a sproposito o dialogare giusto per il
gusto di farlo, se uno dei due introduceva qualcosa, probabilmente
dietro c’era dell’altro, così Zoro rivedendosi in lui in certi modi ed
atteggiamenti decise di dargli corda.
- Le peggiori vengono dalla stessa spada. - Law parve incuriosirsi,
anche questo fu la prima volta per lui. Poteva voler sapere qualcosa
per i propri scopi, per realizzare dei piani precisi che aveva in
testa, ma non certo curiosità allo stato puro come quella.
In Zoro c’era qualcosa che lo interessava a pelle, così come in Rufy
del resto. Non per niente si era unito a lui provvisoriamente per
sconfiggere i loro nemici comuni più forti, i quattro imperatori.
- Una spada bella potente. La tua fama ti precede, non è facile
sopraffarti. - Zoro era lusingato per i complimenti che venivano da uno
come lui, notoriamente stitico di parole belle, ma il suo ego era già a
livelli più che discreti.
- Dì pure che sono imbattibile! - disse con il suo ghigno gradasso che
fece brillare finalmente il viso serio e concentrato di Law.
- Beh, qualcuno però ti ha battuto, invece… - Con questo Zoro attaccò
per primo, con uno scatto corse verso di lui e sollevando la spada
abbassò il fendente con una forza e velocità discreta sull’avversario
che parò il colpo con la propria spada, il rintocco fu breve e acuto,
una scintilla scaturì dal contatto delle lame di alto livello, poi si
separarono con un salto sincrono all’indietro. Gli sguardi con la
tipica luce sadica di chi pregustava un bel duello.
- Questi sono i regali del mio maestro. - Nonostante Mihawk gli avesse
inflitto la prima grande cicatrice sul corpo da nemico, per Zoro lui
rimaneva il suo maestro in ogni caso.
- Perciò è l’unico che non hai ancora battuto? - Chiese come se per
qualche ragione fosse un caso interessante. Zoro tornò ad attaccare e
questa volta incrociarono le lame per un po’ prima di separarsi e
puntare ad una tecnica specifica. Non volevano abbattersi o ferirsi,
volevano solo testarsi un po’ e passare il tempo in modo produttivo,
per cui nessuno dei due aveva l’intenzione di esagerare.
- Se vuoi confidarti perché semplicemente non lo fai? - disse
provocatorio Zoro provando comunque una delle sue tecniche ad una
spada, moderando la forza d’esecuzione.
Law rimase un attimo basito a quella risposta, ma prima di capirne il
motivo si ritrovò a ricevere un colpo davvero discreto che però riuscì
a parare, di rimando reagì subito con una delle sue tecniche, anche lui
non usò tutta la sua forza e Zoro, compiaciuto, ricevette ed incassò
senza danni.
Il secondo dopo si guardavano con una strana ed uguale esaltazione
derivata dal fatto d’aver trovato avversari degni anche in allenamento.
Il giorno prima Kin’Emon l’aveva entusiasmato non poco, senza contare
che anche Brook in realtà era un eccellente spadaccino.
- Chi ti dice che voglio confidarmi? Con te poi… perché dovrei farlo? - Zoro rise schernendolo in modo fastidioso, senza pietà.
- Perché chi chiede agli altri fatti personali, ne vuole sempre
raccontare di propri! - Dopo di questo Zoro tornò ad attaccarlo, i due
duellarono muovendosi veloci per il ponte, saltando e riattaccandosi
senza respiro. Uno saltava sull’altro per sopraffarlo senza successo,
poi veniva respinto ed in breve le posizioni si scambiavano.
Cominciarono ad andare con un ritmo sempre più crescente e ad usare
sempre più forza, senza più parlare. Infine quando rischiarono di
finire su Rufy che ancora ronfava, Zoro lasciò perdere l’attacco,
afferrò Law con una mano sul collo e facendo leva con la propria lama
conficcata a pochi centimetri dal viso di Rufy, lo spinse con i piedi
volando con lui più in là. Si ritrovarono stesi uno sull’altro, Zoro
sopra che bloccava Law, le spade perse nella manovra inconsulta di
prima, ma entrambi pronti ad usare i pugni se necessario.
Quello di Zoro stretto vicino al viso, Law con la mano sulla sua faccia per impedirglielo.
Si fermarono contemporaneamente e mentre uno allentava il pugno e la
presa sul collo, l’altro toglieva la mano dal viso, ma rimasero ancora
stesi uno sopra l’altro, ansimanti, a guardarsi sorpresi per
quell’ultima fase d’allenamento molto intensa.
- Pensavi di sopraffarmi usando Rufy? - Chiese seccato Zoro. Law lo
spinse togliendoselo di dosso e si appoggiò sui gomiti, lo guardò che
si metteva seduto vicino a lui e si toglieva la bandata. Il corpo
sudato pieno di goccioline che brillavano sotto il sole attirò
l’attenzione dell’alleato.
- Volevo testare una teoria prima di farti questa domanda. - Si decise
finalmente Law. Zoro si alzò ed andò a prendere la spada conficcata
davanti al nasino di Rufy. La prese e la rinfoderò posandola insieme
alle altre due.
- Ebbene? - Chiese con la sua tipica calma, vagamente sulla difensiva, guardandolo girato di lato.
Law si spostò appoggiando la schiena sulla balaustra della nave, il
sole a picco ad asciugare il sudore, alcune bende sporche erano da
cambiare.
- Come fai a dare il massimo nei combattimenti, nei tuoi obiettivi, con
un punto debole così ingombrante? - Zoro sentì immediato l’impulso di
dargli un pugno, ma si fermò sedendosi invece vicino a Rufy, si
appoggiò anche lui alla ringhiera in legno della nave e tirò Rufy
cercando di essere meno brusco possibile, gli sistemò la testa sulle
sue gambe incrociate e senza guardare Law si sentì di nuovo calmo e
lucido.
Se Law era simile a lui, poteva capire bene il senso di quella domanda.
- Rufy non è il mio punto debole, né io sono il suo. Ci rinforziamo a
vicenda. Singolarmente siamo molto forti, insieme siamo imbattibili. -
Law scosse il capo per nulla convinto.
- Un conto è essere compagni di avventura, un altro è compagni di vita.
Vi amate, giusto? State insieme. Questa è una debolezza enorme, perché
fra la missione ed il salvargli la vita, tu gli salveresti la vita. E i
tuoi sogni, i tuoi obiettivi? - Zoro girò lo sguardo verso di lui a
qualche metro, l’aria molto seria. Posò il suo unico occhio su Law che
ricambiò osservando il suo viso deciso, la cicatrice lo rendeva più
inquietante di quanto sapeva già essere se voleva. Ma non distolse lo
sguardo, sentendo quella risposta come vitale, dentro di sé.
- Sono nulla se Rufy muore. Se io avessi l’occasione di salvargli la
vita, se io fossi la sua ultima spiaggia, e scegliessi i miei scopi a
lui, non me lo perdonerei mai. Poi non avrei voglia di portare a
termine nulla dei miei piani. - Zoro lasciò che le sue parole venissero
assimilate, Law abbassò gli occhi riflettendo sulle sue parole
penetranti, era molto sicuro di quel che diceva e ne rimase colpito,
dimostrò per la prima volta segni di confusione mentre rispondeva.
In realtà lo poteva capire, con Corazon era stata la stessa cosa, era
vero. Però lui era morto ed era proprio per quello che la sua vita
aveva assunto tutto un altro senso, era per questo ogni gesto, ogni
scelta, ogni azione.
Non era come avere la persona più importante in assoluto al proprio fianco che contrastava coi propri obiettivi.
- Perderesti la volontà senza di lui… - Ripeté piano, colpito da lui.
Zoro alzò le spalle tornando a guardare Rufy che intanto si era girato
a pancia in su, completamente abbandonato sulle sue gambe.
- Io ho già messo momentaneamente da parte i miei scopi personali per
lui. Ci siamo dovuti separare due anni fa. Lui ci ha chiesto di
diventare più forti e di allenarci ed io sono andato dal mio nemico
numero uno, lo scopo della mia esistenza, e gli ho chiesto di diventare
il mio maestro. Mi sono inginocchiato a lui e l’ho pregato di
accettarmi come suo allievo. - Law a questo si voltò ancora a guardarlo
sorpreso, incredulo che fosse andata così, che per Rufy l’avesse fatto
davvero. Zoro continuò guardando ancora il suo ragazzo e capitano. -
Tutti noi per lui abbiamo fatto sacrifici e siamo venuti meno a
principi e scopi. E l’abbiamo fatto perché lui è il nostro capitano e
per noi anche lui dà sempre tutto, sacrifica sé stesso e sarebbe
disposto a rinunciare al suo grande sogno se fosse per salvare uno di
noi. Per questo quando lui ci chiede qualcosa che va oltre i nostri
desideri, ci mettiamo da parte e lo facciamo. Questo significa essere
compagni. - Law questo lo poteva capire, anche se lo sorprendeva. Anche
lui aveva una ciurma ed erano piuttosto uniti, però non pensava
sarebbero mai arrivati a quei livelli uno per l’altro. Il legame di
questa ciurma era oltre l’immaginabile ed era quella la sua forza in
realtà.
Ma non era quello il punto.
- In battaglia Rufy ti distrae. Se non sei con lui è diverso, non ci
pensi e poi ti fidi di lui. Però se è lì ed è in una qualche situazione
di pericolo imminente non importa se può cavarsela o no, ti distrarrà
comunque ed è inevitabile, perché lo ami troppo per perderlo. Questo è
un sentimento che va al di là del capitano e del vice. - Law era molto
sicuro di quel che diceva e la vedeva comunque come una debolezza. Al
silenzio di Zoro, continuò con maggior durezza e convinzione. - Come
fate a stare insieme lo stesso? La situazione è sempre critica e
pericolosa, gli obiettivi sono sempre più difficili, il livello si alza
giorno dopo giorno e siete giustamente ambiziosi, potreste morire da un
giorno all’altro e voi riuscite a stare insieme in quel modo. Come
potete? Come ci riuscite? Probabilmente domani uno sotterrerà l’altro,
pensate di sopravvivere a questo? A parte il discorso della distrazione
che quello è il meno, ma… la vostra prospettiva è tanto alta quanto
incerta, se state insieme! - Law aveva aperto i cancelli ed ora tirava
fuori tutto quello che aveva sempre avuto dentro.
Aveva visto il suo grande amico Corazon rinunciare a tutto per amor
suo, ma che senso aveva avuto? Aveva rinunciato a cose molto più
importanti per lui, era morto per lui. E alla fine che senso aveva
avuto la sua vita?
Corazon era uno della marina sotto copertura, aveva uno scopo
importantissimo e l’aveva mandato a quel paese per proteggerlo, per
amore.
Law non l’aveva mai potuto capire.
Ed ora lì aveva Zoro, molto simile a lui caratterialmente, che faceva la stessa cosa con Rufy, fra l’altro suo capitano.
Per lui era pronto a rinunciare a tutto, anche alla sua vita. Come poteva?
- Non ha senso raggiungere uno scopo da solo. - A quelle parole Law
trattenne il fiato realizzando che in poco lui gli aveva dato un senso
ricercato da una vita. Lo guardò dimostrando tutto il suo stupore e lo
sconvolgimento e Zoro non distolse lo sguardo dal suo capendo che era
turbato da quel che diceva.
- Rufy aumenta la mia motivazione, non mi indebolisce. E potrei
diventare lo spadaccino più forte del mondo, ma sarei solo. Ho scelto
di diventarlo con lui perché non voglio solo essere il più forte,
voglio anche essere felice, e lui mi rende felice, Law. - Parlando la
mano gli andò sulla fronte di Rufy, lo carezzò e gli spostò i capelli
neri spettinati continuando con forza ed una punta di delicatezza nella
voce solitamente dura e fredda.
Law non riusciva a parlare, colpito da quel che sentiva, con un senso
d’invidia e di qualcosa che non sapeva ben definire. Mentre le azioni
del suo amico Corazon assumevano tutto un altro senso e significato e
riusciva a fare pace con lui e con sé stesso.
- Come facciamo con tutto quello che succede a pensare a noi due, ad
essere felici, ad amarci? - Zoro alzò le spalle con un sorrisino
divertito, appoggiò la nuca dietro di sé al parapetto e guardò il
cielo, il sole si stava lentamente spostando, un paio di nuvole
attraversarono le loro teste oscurandoli momentaneamente. - La vita è
troppo breve e dolorosa per rinunciare a quel po’ che ci fa stare bene.
Il sesso, l’amore, l’alcool, i combattimenti… qualunque cosa sia,
falla, perché poi anche se arriverai laddove vuoi, comunque non avrà
senso se non sarai felice. -
Law chiuse gli occhi e appoggiò la testa all’indietro come lui, liberò
un sorriso di resa mentre finalmente capiva quello che era passato per
la testa a Corazon quando aveva rinunciato alla sua importante missione
per salvargli la vita.
Il viso del suo amico che ormai non c’era più si formò dietro le
palpebre chiuse ed un senso di benessere tornò appena il sole fece di
nuovo capolino, baciandogli il viso pallido. Si sentì rigenerare e
sollevare mentre un peso si toglieva dal proprio petto, un peso avuto
per anni.
Zoro lo sbirciò e sorrise, poi guardò Rufy che aveva aperto gli occhi e
sorrideva con l’aria di chi non aveva dormito per proprio tutto il
tempo.
A volte aveva quelle attenzioni, quando capiva che dovevano cavarsela gli altri stava in parte e aspettava.
Zoro però aveva capito che ad un certo punto si era svegliato.
Sorrise e sollevò le braccia verso il suo viso, glielo prese fra le
mani e lo tirò poco gentilmente giù verso di sé, poi lo strinse forte
con la sua tipica esuberanza e gli baciò l’orecchio sorridendo felice e
beato.
- Sapevo che la tua spada non si sarebbe conficcata sulla mia faccia! -
Mormorò rivelando che in realtà era rimasto sveglio da ben più tempo.
Zoro sorrise scuotendo la testa, si era svegliato durante il loro
combattimento e sebbene avrebbe potuto rischiare la vita in quel
momento, lui non si era mosso di un soffio, consapevole che l’avrebbe
protetto.
Law li vide baciarsi e capì che probabilmente aveva sentito tutto il
loro discorso, ma alzò le spalle e tornò a rilassarsi, concedendosi
quel momento di pace, il primo, forse, dopo tantissimo tempo. Forse
sempre.
Avrebbe portato a termine i suoi scopi senza fermarsi a nessun costo,
ma l’avrebbe fatto consapevole che Corazon non si era sacrificato per
nulla, aveva solo scelto di proteggere la sua felicità.
“Cercherò di esserlo. Se da questi matti posso imparare qualcosa, oltre
che a farmi aiutare nel mio percorso, sarà questo. Imparerò come si fa
ad essere felici.”