NOTE: La scena di riferimento è
questa:
One piece 68, capitolo: L'atrio
dell'ala A del laboratorio. Pag 210.
Zoro si riunisce agli altri e si
informa con Usop cosa è successo, Usop gli dice che Rufy è stato
catturato e sconfitto ma grazie a Law si è liberato, per cui ora
sono tutti lì insieme e stanno per fare l'attacco finale.
Quindi Zoro avvista Rufy su un ponte
poco più in là e gli grida furioso:
- Ehi Rufy! Niente colpi di testa! Il
nuovo mondo... comincia adesso! -
Sanji lo sente e con un sorrisino
commenta
- Ma senti com'è esigente... con sé
stesso! -
Rufy si gira e risponde sorridendo:
- Ok e scusami! Non mi distrarrò più!
Non potevo non gridare come una
cretina... 'ODA HA SCELTO LA ZOLU!' Bene, dopo di questo ho scritto.
Avevo promesso la fic di rimpatrio dei Zolu dopo la fic Allievo e
Maestro con Mihawk; così ho deciso di riunire tutto in una fic
unica.
Buona lettura
Baci Akane
UN MOMENTO
“Sembra che tu hai trovato qualcosa
di più importante della tua ambizione...”
Le parole di Mihawk riecheggiarono
nella sua mente fino al momento del suo incontro.
Un incontro dopo due anni, un incontro
molto più veloce del previsto, in mezzo al solito caos che
contraddistingueva sia Zoro che Rufy ogni volta. Più Rufy che Zoro
in effetti.
“Certo che l'ho incontrato. Si chiama
Rufy. Ma poi il maestro l'ha capito.”
Mihawk si era riferito all'ambizione di
Zoro, sconfiggere Mihawk per diventare lo spadaccino più forte del
mondo. Quando si era inginocchiato davanti a lui per chiedergli di
essere allenato proprio dal suo nemico primo, questi aveva capito che
aveva trovato qualcosa più importante del suo grande sogno.
Non avrebbe saputo dirlo meglio, si
disse Zoro sorridendo nel seguire gli eventi caotici con la ciurma
riunita di nuovo dopo due anni di separazioni.
Aveva trovato Rufy ma non si limitava a
quello, se ne era innamorato.
Ora era come se Rufy appartenesse a
Zoro e viceversa, erano una cosa sola, uno agiva per l'altro.
Era normale mettere il compagno al
primo posto.
Mihawk aveva detto che Rify era stato
egoista, non aveva pensato a lui quando aveva deciso per quella pausa
di due anni per migliorarsi. Zoro gli aveva risposto che non aveva
capito nulla.
Rufy aveva pensato prima di tutti ai
suoi compagni, lui per primo. Sapeva che se fossero andati nel Nuovo
Mondo nelle condizioni di due anni prima, sarebbero morti subito.
Quindi in realtà era stato tutt'altro
che egoista.
Era stata una grandissima dimostrazione
d'amore per tutti loro.
Il minimo era stato, per Zoro, mettere
da parte i propri obiettivi personali e chiedere aiuto al suo grande
nemico.
Solo dopo che la Sunny salpò e fu
inabissata in quelle che potevano considerarsi ancora acque sicure, i
due si concessero un momento fra loro.
Erano andati a mettere giù le loro
poche cose accumulate in quei due anni, nelle camere.
C'era una camera grande per i ragazzi
ed una più piccola per le ragazze.
Quando la camera era occupata la
chiudevano a chiave e da fuori chi tentava di entrare sapeva il
motivo ed evitava di rompere le scatole. Scrivere un cartello era
inutile in ogni caso.
Zoro era stato il primo a sistemare le
cose sulla nave ed il primo ad arrivare, poi si era fatto un giro per
l'isola in attesa dell'arrivo degli altri. Rufy, al contrario, era
stato l'ultimo.
Così dopo aver dato ordini a destra e
a sinistra, in attesa che qualcosa di avventuroso cominciasse lì
sotto quelle acque sempre più profonde, era andato in camera a
mettere giù il suo zaino pieno di cose. Aveva la frenesia di
sbrigarsi a salire dagli altri e parlare con loro, abbracciarli e
fare festa, per cui buttò a casaccio lo zaino per poi girarsi ed
uscire di corsa. Non vide per niente Zoro fermo sulla porta, gli andò
addosso e finì per terra, dopo i pochi secondi di intontimento, mise
a fuoco la figura statuaria e prestante di Zoro e fu come se dei fili
gli venissero tagliati.
Rufy era andato avanti con la riserva
di energia con il costante pensiero di rivederlo.
Gli erano mancati tutti, ma Zoro come
l'aria.
Aveva fatto dei grandi, grandissimi
sacrifici e all'ultimo era stato lui a determinare la riuscita del
suo addestramento nella sua totalità.
Rufy aveva appreso tutte le ambizioni
perchè sapeva che doveva farlo per loro.
E aveva stretto i denti perchè voleva
che Zoro fosse fiero di lui.
Nei momenti di maggior difficoltà,
quando l'unico desiderio era di unirsi ad Ace perchè gli mancava
troppo ed era troppo dura sopravvivere al pensiero che fosse morto
per lui, aveva pensato a Zoro.
Non si vergognava di cedere ora, solo
che non aveva pensato sarebbe successo.
Nella foga di rivederli, di essere di
nuovo lì, aveva messo da parte il mondo personale suo e di Zoro. La
felicità era stata enorme ed era andato veloce come un treno senza
fermarsi a riflettere e godersi i dettagli.
In quel caso i dettagli erano loro due.
Zoro aveva le mani nelle tasche dei
pantaloni e sorrideva dall'alto mentre appoggiato allo stipite della
porta, aspettava che si rialzasse.
Rufy ebbe il suo cedimento e si rese
conto che, sorprendentemente, nonostante le moltissime forze
accumulate e centuplicate, non era in grado di alzarsi.
I loro occhi si trovarono ed il sorriso
di Rufy si spense per far spazio a quel luccichio commosso
inequivocabile, i suoi occhi divennero liquidi e Zoro capì, così
fece un passo in avanti, chiuse la porta dietro di sé, girò la
chiave ed entrò chinandosi giù su di lui.
Scivolò con le mani sui suoi fianchi e
li prese stringendo forte.
La sua massa muscolare era aumentata ma
non in modo eccessivo, sapeva che per quanto si rafforzasse, il suo
fisico non superava un certo limite perchè era di gomma.
Non quando lo toccava normalmente,
però.
In quei momenti la sua pelle era soda e
normale. Era sua.
- Ciao... - Disse ad un soffio dalle
sue labbra. Si fermò per contemplarlo, Rufy era sorprendentemente
senza parole e cercava di non esplodere, considerato il tipo era
difficile.
Zoro si era aspettato un'altra reazione
ma gli piacque immensamente quella in cui parve perso dall'emozione.
Perchè era chiaro quanto gli fosse mancato.
Rufy non disse niente.
- Siamo solo tu ed io, prima di
ricominciare le nostre grandi avventure puoi concederti questo
momento. Nessuno lo saprà... - Era come se gli leggesse dentro.
Rufy, se fino a quel momento aveva
pensato di potercela fare, subì il classico colpo di grazia.
- Ho le gambe molli... - Disse a quel
punto giustificando il suo mancato movimento, Zoro abbassò lo
sguardo e vide che effettivamente sembravano mollicce come quando
diventava di gomma. Sogghignò contento della sua reazione così
spontanea, in effetti così da lui, anche se non per il suo solito
entusiasmo.
Era troppo importante quel momento per
essere semplicemente entusiasti come sempre, si disse Rufy.
Era appoggiato con le mani a terra,
dietro di sé, e Zoro tornò a guardarlo in viso risalendo con le
mani sempre ai lati del suo busto, sotto le ascelle. I pollici
strofinarono i segni della cicatrice che si notava grande sul petto,
a forma di x.
Un monito per non perderne altri.
Passò per qualche istante i
polpastrelli lì mentre semplicemente si incatenava al suo sguardo
emozionato e perso, tratteneva il fiato.
Zoro aveva immaginato e sognato così
tanto e così dolorosamente quel momento, che non aveva mai pensato
sarebbe potuto essere così. Così lento e sospeso in una specie di
sogno lontano. Tutto li strappò dalla realtà e fu come viaggiare
sulla luna, senza gravità.
Allora lo prese e lo alzò tirandosi su
in piedi. A quel punto, Rufy avvolse le gambe intorno a lui e lo
abbracciò alto sopra la sua testa, chinando la propria verso la sua.
Chiusero gli occhi in quella posizione che tolse ad entrambi il
fiato.
L'impressione che Zoro ebbe, fu che
Rufy non l'avrebbe più lasciato andare. Non era la forza, non ne
stava mettendo.
Era l'amore, la delicatezza, la paura
che svanisse perchè fosse l'ennesimo sogno.
Lo stava solo abbracciando aggrappato a
lui come un koala ad un albero, le mascelle serrate, il fiato ancora
che non tornava e forse il cuore scoppiato nel petto.
Si poteva provare cose simili per una
sola persona?
Rufy, assurdamente, in quell'istante
così sconvolgente, pensò ad Ace.
Gli venne spontaneo dirgli una cosa,
una sola.
“Ce l'ho fatta, Ace... “
Era stato una specie di pensiero
costante.
Avrebbe saputo d'avercela fatta e
d'aver superato tutto il suo inferno personale, solo quando avrebbe
riabbracciato Zoro. Solo in quel momento.
Perchè non era superare l'allenamento
ed impadronirsi delle tecniche dell'ambizione e non era nemmeno
tornare alla Sunny. Era riabbracciare Zoro, era riunirsi all'altra
sua metà.
Per quel momento non erano un capitano
ed un primo ufficiale di una ciurma di pirati. Erano due amanti che
si erano ritrovati dopo due anni di distanza.
E non c'era niente, al momento, più
importante di quello.
Niente.
Rufy, sconvolto sin nel profondo per
quello che provava, si sentì rinascere davvero e lentamente.
Zoro si mosse piano fino a trovare il
letto, si sedette sopra e adagiò il compagno sopra. Una volta
comodi, Rufy rimase avvinghiato a lui ma non riuscì a parlare e
nemmeno a dire l'ovvio più ovvio.
Riuscì solo ad allentare le braccia
intorno alla sua testa, a prendere il suo viso fra le mani e ad
indirizzarselo verso il proprio.
La bocca aperta, la lingua a cercarlo
come un bisogno inenarrabile, gli mancava l'ossigeno e lo trovò solo
quando Zoro si unì a lui e lo baciò.
Gli occhi chiusi, abbandonati a
quell'emozione bruciante.
Tutto spazzato via.
La difficoltà di due anni, il dolore,
la sofferenza per tutti.
I segni delle cadute sui corpi ed ora
erano lì, insieme, e tutto il resto per quell'istante poteva sparire
per sempre.
Per sempre.
Le mani di Zoro si mossero sulla
schiena e risalirono sulla sua nuca, l'accarezzarono e presero i suoi
capelli neri per trasmettergli il suo grande enorme bisogno di lui.
Non poteva più resistere.
I brividi erano come una tortura. Il
suo corpo esile ma forte e morbido, morbidissimo. Così caldo.
I bacini a contatto, i vestiti ad
infastidirli.
Zoro prese il colletto della sua
camicia senza maniche che era già aperta e l'abbassò da dietro,
Rufy sciolse le braccia per farsela togliere, poi prima di
riprenderlo alzò la maglietta di Zoro e gliela tolse. Staccarono le
bocche per un istante, ansimanti e frettolosi ripresero senza aprire
gli occhi.
Catturando quelle emozioni, quelle
sensazioni sconvolgenti che ormai li invadevano.
Mesi passati a sognarsi, ricordarsi,
desiderarsi.
Ed ora erano lì ed erano veri.
Resistere duramente tutto per quel
momento.
Solo quel momento e niente altro.
Volevano dirsi moltissime cosa ma la
voce era incapace di uscire, il cervello non si sarebbe messo in
moto. C'era solo una cosa necessaria. Darsi e prendersi, tornare un
tutt'uno come erano prima.
Non avevano mai smesso ma il non
toccarsi per tutto quel tempo era stato terribile.
Zoro gli sfilò via i pantaloni fino al
ginocchio e gli slip e con una gran fretta, socchiudendo appena gli
occhi, si tolse i propri.
Quando fu nudo mise un ginocchio sul
materasso e la mano opposta dall'altra parte di Rufy. Poi si concesse
un altro secondo per guardarlo.
Rufy teneva le braccia alte sopra la
testa pronto a riprenderselo e a stringerselo, si succhiava il labbro
e lo desiderava bruciando come carne viva.
Le dita dell'altra mano, prima di
perdersi in altre zone di lui, tornarono sulla cicatrice sul petto,
questa volta la percorse con l'indice ed il medio e fu su tutti i
lembi di pelle cicatrizzati. Lì era molto sensibile e trattenne il
fiato. Era in mezzo al suo torace e sentendolo fremere, Zoro si chinò
e leccò languido facendolo suo.
Cominciò così.
E cominciò con Rufy che gemeva.
I suoi gemiti accesero Zoro, si
inarcava sotto la sua lingua, spingendosi contro di lui; quando alzò
tutto il bacino, lo spadaccino scese assaggiando il resto della sua
pelle, più liscia sul basso.
Gli prese i fianchi e se li alzò
avvolgendosi le gambe intorno alla testa, così immerse comodamente
il viso nell'inguine e si appropriò della sua erezione.
Era la sua l'unica che contava
possedere. E Rufy era la sua bocca l'unica che voleva avere su tutto
il proprio corpo.
Solo lui.
Non aveva sentito il minimo desiderio
erotico, al contrario di Zoro che aveva duramente lottato per
resistere, però quando l'aveva toccato era stato come non aver mai
pensato ad altro.
Rufy si accese sempre più fino a
gemere e chiamarlo, a quel punto Zoro sciolse le sue gambe e lo stese
di nuovo per bene, spinse le gambe piegate contro il suo petto e
scese fra i suoi glutei ad occuparsi anche di quella parte che era
appartenuta sempre e solo a lui.
Sapeva che poteva evitare ogni
delicatezza, ma non era per un'attenzione a non fargli male, era
perchè voleva averlo e basta, lo voleva avere completamente.
Zoro fece suo ogni centimetro del corpo
di Rufy e quando risalì sul suo viso lo riempì di tanti piccoli
baci umidi che portarono la beatitudine nel suo compagno.
La bocca fu di nuovo sua e quando si
eccitarono strofinandosi l'uno sull'altro coi bacini ora a diretto
contatto, Zoro aderì al suo orecchio e gli sussurrò l'unica cosa in
grado di dire.
- Mi sei mancato da impazzire... volevo
morire, senza di te... stavo per morire... mi hai salvato tu...
perchè dovevo tornare da te... - Gli occhi di Rufy si riempirono di
lacrime ma Zoro non li vide, voleva dirglielo prima di entrare e
l'aveva fatto, stringendo gli occhi si alzò e si sistemò tornando
ad avvolgersi con le gambe del suo compagno. Quando furono pronti
entrò e tornarono insieme in quel posto privo di gravità dove non
c'era nessun altro che loro.
I movimenti fluidi, si venivano
incontro, erano sulla nave e navigavano insieme e le onde li
aiutavano a darsi e prendersi ed unirsi di più, li accompagnarono
nel loro amplesso che crebbe fino a trasmettere un piacere indicibile
ad ogni penetrazione più profonda.
Ogni colpo. Ogni spinta.
Ogni richiamo.
Ogni 'ti amo'.
Ora si sentivano, si sentivano più che
mai. Zoro era in Rufy, Rufy gli apparteneva di nuovo, non sarebbe mai
stato di nessun altro, non avrebbe mai agito per conto proprio, non
si sarebbe più allontanato, qualunque ferita futura inferta,
l'avrebbe avuta Zoro su di sé, avrebbe sofferto come lui.
E per Rufy sarebbe stato lo stesso.
Avrebbe fatto qualunque cosa perchè
loro, lui, sarebbe sempre stato con lui. Era certo di poter arrivare
ovunque perchè non era solo. Erano in due in quel corpo. Erano uniti
indissolubilmente, gli apparteneva, si appartenevano e lo sentì
venire. Quel calore lo invase come lava incandescente e arrivò allo
stesso piacere poco dopo, chiamandolo e dicendogli che lo amava.
Non aveva pensato potesse mancargli
fino al punto di spegnersi, staccarsi, annullarsi e a non saper cosa
dire. Non era riuscito a muoversi.
Zoro gli era mancato fino a quel punto.
I battiti erano di nuovo regolari,
sapevano che dovevano sciogliersi, sistemarsi e tornare sul ponte
dagli altri, però la voglia era pari a zero.
Rufy era arrampicato sul suo compagno,
comodamente steso su di lui, la testa sul suo petto ad ascoltare il
suo cuore.
Era quella la beatitudine. Era anni che
non aveva più idea di come fosse.
Anni.
La mano di Zoro lo carezzava
protettivo, non serviva dirsi che si amavano per sentircisi tali.
- Devi farmi una promessa, Rufy... -
Disse allora ad un certo punto Zoro, serio e fermo nella voce. Rufy
si alzò sul gomito e lo guardò, solo in quel momento notò l'occhio
attraversato da una cicatrice orizzontale, chiuso.
- Cosa hai fatto all'occhio? - Chiese
riattivandosi, la sua curiosità stava tornando e a breve sarebbe
stato impossibile dirsi cose serie.
- Te lo dico dopo. - Tagliò corto
Zoro. - Fammi questa promessa solenne, Rufy. - Sapeva che quando lui
le faceva, le manteneva a costo della vita.
E Rufy sapeva che Zoro non gli chiedeva
mai promesse. Quindi era una cosa seria.
- Promettimi che non ci separeremo più
qualunque cosa succeda. Anche se pensi che sia necessario, anche se
credi che insieme non ce la potremo fare, che sarà meglio separati.
Non... non separarti più da me. - Rufy annuì sorridendo dolcemente,
di quel suo sorriso luminoso. Non era più infantile come una volta,
era maturo, era adulto, aveva un'altra luce nello sguardo.
- Certo che te lo prometto. Non
sopporterei più di separarmi da tutti... ma soprattutto da te... -
- Non separarti più da me... fai
quello che credi con gli altri, ma non con me... mai più... - Rufy
notò la sofferenza nel suo sguardo, capì che stava ricordando
quanto vissuto in quei due anni sicuramente difficili. Gli dispiaceva
ma era stato necessario.
- Non lo farò più, lo giuro. Ora
siamo pronti. Se ci fossimo imbarcati prima saremmo morti subito.
Avevo la responsabilità di voi. - Zoro annuì, serio e concentrato.
- Lo so, però da adesso così come
siamo, a qualunque costo. Io e te. E se vuoi gli altri! - Rufy rise
divertito nascondendo il viso contro il suo collo.
- Che gentile concessione! - Zoro gli
diede uno scappellotto sulla nuca per farlo smettere. C'era una
seconda parte da chiedere.
- E poi promettimi anche un'altra
cosa... - Disse allora. Rufy tornò ad alzarsi, era ridente però
ascoltava. - Promettimi che rimarrai vivo. Abbiamo il Nuovo Mondo da
conquistare e lo faremo insieme. Da vivi. Niente colpi di testa
solitari e suicidi. Pensa prima a farcela e poi a tutti gli altri
tuoi scopi che ti vengono in mente! La cosa primaria è uscirne vivi
insieme. Sempre. Prometti che sarà così da ora in poi? - Troppo
spesso l'aveva visto sull'orlo della morte, e dopo averla quasi
assaggiata a sua volta, non poteva sopportare di separarsi da lui.
Voleva una vita lunga insieme a lui.
Era questo il suo grande desiderio di ora, niente sarebbe mai venuto
prima di questo.
Rufy sorrise ancora, gioioso e felice.
Percepì tutto il suo amore e non era mai stato meglio.
- Te lo giuro. - Le sue promesse, Zoro
lo sapeva, le avrebbe sempre mantenute.
- Ora mi dici della cicatrice? - Chiese
di nuovo curioso. Zoro scosse il capo pensando di dirgli la versione
breve, avrebbero avuto tempo per quella lunga.
- Sono finito per caso nell'isola di
Occhi di Falco... - Rufy si oscurò subito preoccupato e fu Zoro a
sorridere e carezzandogli la testa, continuò: - Gli ho chiesto di
allenarmi per migliorare e lui l'ha fatto. Questo è uno dei suoi
ricordi... - Rufy era colpito e soprattutto era seccato dalla
scarsità di dettagli. Di norma lo annoiavano ma lì si trattava di
Zoro! - Non nascondo che è stata durissima, ho rischiato di morire
ed ho affrontato delle prove che non auguro a nessuno. - Rufy abbassò
il capo e gli baciò il petto su cui era appoggiato, Zoro scivolò
con la mano dalla testa alla guancia e l'accarezzò ancora. - Però
le ho superate pensando a te. Che ti avrei rivisto. -
- Zoro, lui era il tuo peggior nemico,
era il raggiungimento della tua ambizione, il tuo sogno prima di
conoscere me... ti sei unito a me per battere lui... come hai potuto?
- Non lo stava rimproverando, ma era preoccupato. Sapeva precisamente
cosa significava per Zoro allearsi proprio con Mihawk.
Zoro non spense il suo sorriso risoluto
e non smise di carezzarlo.
- E' quello che mi ha detto lui. 'Hai
trovato qualcosa che supera la tua ambizione...'. Era stupito. Penso
che mi ha accettato come allievo per questo. Sai cos'è che ho
trovato? - Rufy attese la risposta senza immaginare che la conosceva.
Era l'ingenuità rimasta residua. Quanto poteva essere prezioso per
gli altri.
- E' te che ho trovato, Rufy. Sei tu
che superi la mia ambizione. - Disse infatti alla fine.
E fu lì che gli occhi di Rufy si
riempirono di lacrime, risalì in su e lo abbracciò nascondendo il
viso contro la sua guancia liberando quella commozione che prima
l'aveva paralizzato.
- Quanto mi ami... -
E Zoro ricambiò l'abbraccio
prendendogli la nuca delicatamente, chiuse gli occhi e catturò il
momento tanto agognato per due lunghi tormentati anni, pensando a
Mihawk e a cosa aveva fatto con lui.
Ora era un uomo nuovo ed era veramente
degno di Rufy, perchè aveva resistito alle sue prove. Ed erano prove
purificanti, per uno come lui.
- Quanto mi ami... - Disse poi Zoro
sorridendo teneramente.
***
Non c'era stata di certo la frenesia
dello stare insieme per forza a far tutto, in realtà erano scesi
insieme ad esplorare l'isola perchè nell'isola degli uomini pesce
l'avventura li aveva portati a stare più divisi che insieme. Allora
nell'isola successiva avevano rimediato intenzionalmente. Non agivano
sempre da fidanzati, a volte se lo concedevano, altre no, dipendeva
un po' dal momento.
Il loro modo di stare insieme non era
asfissiante, non lo sarebbe mai stato, non erano comunque tipi da
esserlo nessuno dei due.
Infatti poi puntuali si erano dovuti
separare durante i soliti casini incontrati e quando si erano potuti
riunire, dopo le mille peripezie, pronti per affrontare l'ultima
grande fatica tutti insieme, Zoro si era fatto dire da Usop cosa era
successo nella sua assenza.
Usop gli aveva detto che, come al
solito, Rufy si era esposto troppo rischiando. Tanto per cambiare.
Del resto era finito catturato dal cattivo di turno e solo perchè
era stato troppo avventato.
A quel punto Zoro si sentì montare
dentro da una rabbia davvero pericolosa, uno stato che avrebbe
spaventato qualunque avversario.
- Ehi Rufy! - Tuonò verso il capitano
che stava correndo distante da lui su un ponte. Questi si girò e
lui, più furioso che mai, urlò simile ad un diavolo che ad un
essere umano: - Niente colpi di testa! Il nuovo mondo... comincia
adesso! - Cercò di non essere stucchevole e non nominare 'ricordati
la promessa, cretino', sarebbe stato troppo da innamorati. Peccato
che fu chiaro lo stesso e Sanji, sentendolo, commentò ridacchiando:
- Ma senti com'è esigente... con sé
stesso! - questo commento fu una chicca perchè era come riconoscere
che per Zoro, Rufy era cosa sua e non poteva esporsi troppo e
rischiare eccessivamente. Non poteva, cioè, perchè era suo!
Dire Rufy ormai era dire Zoro per
tutti. Così li prendevano in giro, ogni tanto.
Rufy comunque sorrise a trentadue denti
come sempre:
- Ok e scusami! Non mi distrarrò più!
- Con quel 'scusami' sciolse Zoro. E con quel 'non mi distrarrò più'
ammise tutto un retroscena di promesse amorevoli fra i due.
Che tanto già tutti avevano immaginato
ampiamente senza bisogno di conferme.
Del resto quando una cosa era chiara
era chiara.